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Autore: ladypink88    03/07/2020    7 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Quel giorno le lezioni erano solo mattutine e perciò prima dell’una Laura era già libera. Sapeva che sua madre non ci sarebbe stata a casa per pranzo e perciò decise di comprarsi un semplice toast e di prendersi un momento per sè nell’angolo preferito della sua università : il Giardino delle Vergini.
Non aveva una gran fame ad onor del vero, la colazione nel suo bar preferito di Laveno era stata piuttosto abbondante, ed anche la cena il giorno prima . Vide la panchina dove si era seduta solo un paio di giorni prima e vi si sedette, solo che rispetto ad un paio di giorni prima il suo stato d’animo era completamente diverso : quel giorno il suo spirito era in totale tumulto, era consapevole di aver provato un violento impulso di gelosia, non era riuscita a gestirlo ed era scappata via.

E poi…  Manuel come al solito l’aveva trovata , l’aveva baciata, ed era fuggita di nuovo.

Sorrise. Il suo sorriso era dolce ed ironico allo stesso tempo. “Avrei un futuro da velocista se solo mi fossi cimentata nella carriera atletica”. Aprii il suo zainetto e riguardò gli appunti presi quella mattina : sapendo che avrebbe dovuto passarli a Manuel li aveva scritti con particolare impegno e precisione, e poi, istintivamente aveva dato uno sguardo al foglio che le aveva passato lei, quella ragazza sempre impeccabile. Perfino la sua calligrafia era perfetta.
Sbuffò e incrociò le braccia quasi a voler mettere il broncio a sè stessa : “Maledizione Laura, non mi sembra che prima d’ora tu avessi mai fatto confronti con le altre ragazze, non te ne è mai importato nulla finora, sei sempre stata determinata nei tuoi obiettivi! Perchè mai ora dovresti sentirti così insicura o in deficit?”. Aveva detto quelle parole ad alta voce e dopo essersene resa conto si guardò in giro per assicurarsi che nessuno l’avesse sentita farfugliare frasi senza senso.

O meglio, un senso ce l’avevano e come, ma Laura faticava ad essere onesta con sè stessa, figuriamoci l’aprirsi con gli altri. La riteneva una missione impossibile. E tuttavia si rendeva conto che non poteva continuare di certo a nascondersi dietro a un dito : aveva deciso che avrebbe dovuto chiedere aiuto, e probabilmente continuare ad essere così riservata e poco socievole non era qualcosa di positivo per lei.
Le era venuta in mente sempre lei, che quella mattina si era offerta con estrema gentilezza di passarle gli appunti del giorno prima : forse l’aveva giudicata male. Essere belle e curate non è certo una colpa, così come non lo è avere una famiglia abbiente. A quel pensiero la puffa si sentì un po’ in colpa. Riguardò il bigliettino che le aveva passato Serena e registrò il suo numero sul cellulare. Decise che ne avrebbe parlato con Manuel, magari lui avrebbe potuto darle un punto di vista diverso , in fondo non era sbagliato farsi delle amiche. Probabilmente per imparare ad aprirsi era proprio ciò di cui aveva bisogno.

Il suo toast era finito. Ed anche il tempo della sua pausa. Era ora di incamminarsi verso casa, di prendere il treno e di portare come promesso gli appunti al suo biondino preferito : “ Chissà a che ora si sarà svegliato senza la sveglia quel dormiglione scansafatiche!”. E in quella si ricordò che gli aveva scritto che sarebbe passata in serata a portargli gli appunti. Erano appena le 13.30 e per tornare a casa ci avrebbe messo non più di un’ora.
Anche se era fuori casa dalla mattina precedente in realtà non aveva alcuna voglia di rientrare subito, e così le venne in mente di fermarsi un paio d’ore a studiare nella biblioteca dell’università, l’idea le parve proprio ottimale in quel frangente.

Ma proprio mentre cambiava direzione per raggiungere l’aula studio la sua attenzione fu attirata da delle voci femminili, ed in particolare da una  che conosceva molto bene :”Oh Serena questo maglioncino ti calza davvero a pennello , ti sta proprio divinamente! Potresti dirmi in che boutique l’hai comprato? Sembra proprio di ottima fattura!” . Istintivamente Laura si fermò e si mise ad ascoltare quella conversazione  e capii al volo di chi era la voce che stava per dare la risposta :” Oh bè, vedo che hai buon occhio Sara, ad onor del vero è di Cristina Spagnoli, me l’ha portato mia madre giusto un paio di giorni fa durante uno dei suoi giri di shopping, al principio non mi piaceva, ma poi dopo averlo provato devo dire che non è affatto male!” “ Oh Serena, a te sta tutto benissimo, e questo lo puoi dire senza falsa modestia!” sviolinò l’altra ragazza. Di tutta risposta lei fece una risata compiaciuta che sapeva di soddisfazione. Si vedeva lontano un miglio quanto fosse abituata ad essere adulata.  
Il vociare sparì e Laura si accorse che effettivamente le ragazze si erano allontanate. Si appuntò il nome “Luisa Spagnoli”. Non lo aveva mai sentito ed era curiosa di capire di che tipo di negozio si trattasse. Dopo di che si affrettò e si diresse verso l’aula studio. Non aveva ancora finito di leggere quel documento che si era scaricata da internet il giorno prima e sapeva quanto fosse importante conoscere il nemico per poterlo combattere.

 
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Era ormai scoccata l’ora di pranzo nel lavenese, e il sole si specchiava alto con orgoglio attorniato da un limpido cielo azzurro.
La fumante pizza con rucola e gamberi che Manuel aveva ordinato giungeva al tavolo designato e il biondino chiuse il “prezioso” quadernino della puffa e fece gli onori alla pizza divorandola in men che non si dica. Un caffè preso velocemente e il ragazzo si ritrovò ben presto sul treno del ritorno.

Pensò che quel giorno non aveva esattamente senso andare in università, visto che le lezioni erano finite nell’ora in cui lui si era svegliato. “ A volte so essere veramente un pigrone senza speranza, Laura ha proprio ragione” pensò rimproverando sè stesso, ma c’era un altro pensiero che lo disturbava, molto di più dell’essersi svegliato a mezzogiorno : l’oggetto del suo senso di colpa si trovava dentro il suo zaino.
Lo aveva preso di impulso, senza ragionare, e non era da lui fare una cosa simile e tuttavia l’istinto non gli diede torto . In quel diario erano racchiuse informazioni che per lui erano una fitta al cuore. Ogni volta che leggeva una pagina iniziava  a rendersi conto che era ignaro di cose che avrebbe voluto sapere, di cui avrebbe voluto essere partecipe, perché lui sapeva, anche se in modo indiretto, cosa significasse passare per quel calvario.

Il paesaggio cambiava rapidamente, ed in men che non si dica, l’allegro specchio d’acqua assolato che era il lago maggiore, lasciava spazio poco a poco alla pianura, avvicinandosi sempre di più a Varese, non era ancora arrivato a destinazione , gli mancava ancora poco più di una mezzora, ma Manuel non potè fare a meno di pensare che spesso il mondo che ci creiamo attorno cambia velocemente e noi neanche ce ne accorgiamo, o forse molto più semplicemente ciò che i nostri occhi vedono e percepiscono è semplicemente il frutto di una realtà soggettiva.

Lui aveva sempre visto la puffa come una ragazza senza vie di mezzo : estremamente forte ed estremamente fragile, con un carattere talmente imprevedibile  che talvolta lo spiazzava.  E forse è proprio questo ciò che più gli piaceva di lei.Non sapeva mai cosa aspettarsi : o una ragazza allegra ai limiti dell’irriverenza con cui era veramente uno spasso passare il tempo, o una corazza armata taciturna pronta a sparare cannoni o a scappare in ritirata se facevi qualche passo falso.

Ciò nonostante mai avrebbe pensato che Laura stesse vivendo lo stesso problema di cui era stata vittima sua madre : ebbene sì, anche Anna, in seguito al tradimento di suo padre con un’altra donna e al divorzio era caduta in uno stato di apatia, e per poter riuscire a dormire aveva iniziato a prendere quel maledetto farmaco . Si ricordava perfettamente con quasi un nodo allo stomaco i pianti sconnessi di sua madre chiusa in camera che si stordiva con quel farmaco per via del dolore che provava.

E rammentava con dovizia di dettagli anche i sentimenti contrastanti che provò in quel periodo che per lui rappresentò un vero incubo : da una parte comprendeva il dolore di sua madre, aveva perso l’uomo con cui aveva condiviso gran parte della sua vita, ma dall’altra avrebbe voluto farle capire, che nonostante tutto la sua esistenza non era finita, aveva ancora lui , suo figlio e prima o poi avrebbe dovuto reagire.
Gli venne in mente quel spiacevole episodio in seguito al quale sua madre decise che avrebbe reagito. Certo, da una parte avrebbe fatto volentieri a meno, ma dall’altra pensò che in quel caso non aveva opzioni, e si stupì nel pensare che anche in quell’occasione aveva agito di impulso.

Ma nonostante tutti questi flashback e questi tristi pensieri, lo stato d’animo di Manuel era combattuto da sentimenti contrastanti : da una parte era felice per quello che era successo con la puffa la sera prima, dall’altra parte era ben consapevole del fatto che avrebbe dovuto affrontarla. Lo avrebbe fatto, sarebbe stato onesto con lei, non aveva alcuna intenzione di continuare a nasconderle nulla, e nonostante ciò non poteva fare a meno di temere la reazione della puffa .

   
 
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