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Autore: Itachi95    04/07/2020    1 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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23. ADDIO
 
Nel sentire il suo nome Krono si bloccò, si voltò per guardarla, il suo volto serio si rilassò e subito le sorrise. Ma lei lo vedeva che era un sorriso forzato.
«Ciao bellissima Mirajane, come mai sei qui? Sei venuta a darmi un bacio portafortuna?».
«Tu non hai intenzione di ritornare in gilda!».
Krono la osservò per un momento, in silenzio.
«Allora vuoi darmi il bacio d’addio».
«Smettila con gli scherzi!!», sbottò lei, tanto che il ragazzo si irrigidì.
«Ti ho ascoltato attentamente, ti ho osservato, quello che hai fatto era un vero e proprio addio. Anzi, sembrava pure che ti stessi preparando per andare verso morte certa! Non è così?».
Krono ritornò serio, ma non aveva un’espressione dura, era tranquilla.
«Caspita, credevo che la Prima e il master fossero spaventosi con la loro capacità di scrutare nell’animo delle persone, ma anche tu te la cavi. Dimmi è così con tutti o io sono un’eccezione particolare?».
Ma Mirajane non rispose.
Krono abbassò lo sguardo e sospirò.
«Dopotutto, le bugie più credibili sono quelle che racchiudono gran parte della verità. Helel è senza dubbio un essere dalla forza inimmaginabile, non ha nulla da invidiare ad Acnologia, in questi due anni io sono diventato molto più forte ma nonostante ciò non ho la certezza di riuscire a sconfiggerlo ecco perché sono pronto alla morte, il mio non è pessimismo, ma semplice realismo».
«Ma non hai nemmeno un po’ di paura?».
«Se accetti la morte poi non devi temere più nulla».
Mirajane ascoltandolo si calmò, almeno in parte.
«Va bene, lo capisco. Ma quello che non comprendo è perché tu abbia deciso di abbandonare la gilda e senza neanche dircelo, perché ha fatto tutta quella messinscena?».
«È una decisione a cui sono giunto in questi due anni, ho deciso di rivedervi un’ultima volta per salutarvi, ma poi sarei ripartito e questa volta non sarei tornato. Il motivo di quelle bugie che vi ho raccontato è semplice, con Helel che attendeva non avevo tempo da perdere. Di sicuro voi non mi avreste lasciato andare tanto facilmente, e sinceramente… non avevo voglia di discutere».
«Ma perché? Non ti sei trovato bene a Fairy Tail? Tu stesso hai detto che avevi nostalgia della gilda».
«Non fraintendere, il problema non siete voi sono io. Due anni fa dopo la sconfitta di Tartaros ti dissi che sarei cambiato, che avrei abbandonato l’oscurità e i sentimenti negativi, ci ho provato, dico davvero, ma purtroppo ci sono riuscito solo in parte, in piccola parte. Io sono e rimango per metà demone, l’oscurità farà sempre parte di me, questo è innegabile, non posso rinnegare ciò, sarebbe come rinnegare una parte di me. Ecco perché non posso rimare al fianco di persone come voi che libere e felici, siete sempre illuminate dalla luce. Stando con voi, così diversi da me temo che un giorno potrei di nuovo perdere il controllo e fare del male a qualcuno».
«Non accadrà, hai detto di essere cambiato, almeno un po’, quindi questo vuol dire che ora controlli la tua rabbia».
«Per il momento».
«Cosa vuoi dire?».
«Che la cosa non è così facile come sembra. Odio, rabbia, oscurità, anche se sono riuscito a domarli non li ho cancellati, non sono spariti e non spariranno mai, saranno sempre dentro di me, alimentati anche dal potere che risiede in me».
«Ma tu ora li tieni sotto controllo».
«Anche se sono riuscito a domare l’incendio, le braci ardono imperterrite, sempre pronte a scatenarsi di nuovo».
Rivolse il suo sguardo verso il mare.
«Ecco perché dopo che avrò sconfitto Helel me ne andrò, il mondo è grande, esistono altri continenti oltre a Ishgar. Userò i miei poteri per fare ciò per cui sono stati creati, cioè non solo per combattere i demoni ma anche per aiutare le persone. Così facendo spero di espiare, almeno in parte, i miei peccati e chissà, forse giungerò anche in un posto dove passare il resto dei miei giorni, dove poter essere nuovamente felice e ritrovare quel poco di pace che da così tanto tempo mi è stata portata via».
Si girò nuovamente verso Mirajane per guardarla dritta negli occhi.
«Ma quel luogo non è Fairy Tail, mi dispiace».
«Hai detto di voler essere felice, ma anche prima a me sembravi felice».
«Ero contento di rivedervi, ma una felicità come quella dura poco».
«No! Non posso permetterlo!».
Allargò leggermente le gambe mettendosi in posizione di guardia.
«Che stai facendo?».
«In quanto amica non posso permetterti di andartene, di fare un errore simile».
Krono rivolse lo sguardo al cielo: «ah… non puoi immaginare gli errori che ho commesso: ho fatto cose orribili, cose di cui non vado fiero, ma quelli sono i miei peccati e ci dovrò convivere. Dopo che tu mi hai fatto rinsavire però ho cercato con tutto me stesso di rimediare e quando giungerà il mio momento non potrò far altro che sperare che chiunque mi giudicherà mi conceda un’altra possibilità».
Rivolse nuovamente lo sguardo verso Mirajane: «ma lasciarvi non è certo un errore».
«Se proprio vuoi insistere dovrai sconfiggermi!».
«Sai bene che non sarei più in grado di metterti le mani addosso nemmeno se lo volessi».
«Lo so, a maggior ragione dopo quello che abbiamo passato, la nostra amicizia, le battaglie, non ti lascerò rinunciare a tutto. Se resterai a Fairy Tail avrai la possibilità di essere nuovamente felice! Torniamo alla gilda, parliamone col master e gli altri, ti convinceremo a rimanere e troveremo anche un modo per affrontare Helel insieme senza che tu rischi la vita. Fai un passo indietro te ne prego».
«Proprio tu mi chiedi una cosa del genere Mirajane? Tu che mi conosci meglio di tutti», disse mentre le si avvicinava.
«Non ho intenzione di mettere a rischio la vostra vita coinvolgendovi nelle mie battaglie. Hai visto Helel, la sua forza, la sua crudeltà, agli occhi di un mostro simile gli umani non devono sembrare altro che insetti. Donne, vecchi, bambini per lui non fa alcuna differenza. Hai detto di essere mia amica, bene dimostramela la tua amicizia e non dissuadermi, non voglio avere altre vite sulla coscienza», si fermò di fronte a lei, era vicinissimo.
«Come puoi chiedermi di starmene ferma mentre ti guardo andare incontro alla morte. Hai detto che farai qualsiasi cosa pur di fermarlo, vuol dire che sei pronto anche a sacrificare te stesso e io non posso non fare nulla per aiutarti», gli disse singhiozzando, sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
«…devi sapere che prima che mettessi piede nella gilda, il giorno in cui ci siamo incontrati, io ero perseguitato dal mio passato. Sapevo di essere responsabile della distruzione del mio villaggio e delle morti dei miei cari, dovevo difenderli e non l’ho fatto, non ne sono stato capace. Dovevo perdonare me stesso ma non ne ero capace. Quindi mi sono aggrappato al mio desiderio di vendetta e sono andato avanti commettendo gesti orribili e sfogando la mia rabbia sui criminali», le mise un braccio intorno alla vita e la attirò a sé, fintanto che non sentì il suo seno contro il suo petto.
«Io vivevo nelle tenebre, ma tu con la tua gentilezza, la tua compassione e la tua fiducia mi hai riportato alla luce…», si avvicinò al suo viso, «…e io di questo ti sono grato», le sue labbra erano vicinissime a quelle di lei, ma ad un tratto, lei si ritrasse leggermente
Sentì il corpo della ragazza irrigidirsi.
Si bloccò, e capì.
Sorrise e le diede un bacio sulla fronte.
Cercò di farlo durare il più a lungo possibile, in modo da assaporare quella sensazione, il suo profumo e poi, si staccò. La lasciò andare allontanandosi.
Lei lo guardava con un’espressione triste, stava trattenendo le lacrime ma lui le sorrideva.
«Grazie per… essermi stata amica, ma ora devi lasciarmi andare».
Si voltò e riprese il suo cammino.
«Stavo per dirti arrivederci, ma sarebbe ipocrita nel nostro caso».
«Allora è questo quello che hai deciso», gli disse con tono duro.
Krono si fermò e si girò a guardarla.
«Se dovessi riuscire a sconfiggerlo partirai per un viaggio in solitaria per chissà dove».
«Sono abituato a stare solo, la solitudine è una mia vecchia compagna».
«E se invece capissi che non puoi batterlo proveresti il tutto per tutto, ti sacrificheresti per provare ad ucciderlo».
Krono la fissò senza mutare espressione.
«Non pensi che sia triste morire da solo? Senza nessuno che ti vuole bene intorno».
«A me va bene così. Il mio morire in solitudine sarebbe la prova che ho vissuto sempre da solo, affidandomi unicamente alle mie forze, sbagliando ed imparando e di questo ne sono orgoglioso».
Vide che l’espressione di Mira non cambiò, allora guardò ancora verso il mare, la sua espressione si fece nostalgica e malinconica.
«Quando mio nonno è morto tutto il villaggio era in lutto. Venne organizzato un grandissimo funerale, a cui non solo parteciparono tutte le persone del villaggio e altre di villaggi e città vicini, lui non si era reso famoso solo per le sue doti di devil slayer, ma anche per le sue abilità di mago. Comunque, vennero anche molti dei devil slayer sia di Fiore, come Rio e suo padre, che dell’intero continente, che erano tra i pochi a conoscere il suo segreto. Devi sapere che mio nonno in gioventù e anche dopo che nacque mio padre continuò a viaggiare a usare il suo potere e le sue capacità per aiutare la gente. Era temuto per la sua forza ma anche rispettato. Io purtroppo non ho molti ricordi di lui. Mi ricordo però che era una persona brusca, severa ed autoritaria che non si faceva problemi a dire quello che pensava, eppure vedere tutte quelle persone che lo piangevano e lo omaggiavano mi ha fatto sentire orgoglioso di lui. Nonostante i suoi difetti era riuscito a farsi rispettare e voler bene da così tante persone, ma ci pensi?».
Fece una breve pausa mentre continuava a scrutare il mare.
Mirajane lo ascoltava attentamente.
«In quel momento ho pensato se anche al mio di funerale si sarebbe riunita una folla così grande, se anche i miei figli e nipoti sarebbero stati orgogliosi di me come io e mio padre lo siamo stati di mio nonno. Decisi che avrei vissuto in modo da renderlo possibile, in modo da essere ricordato positivamente».
Abbassò lo sguardo e sorrise allargando leggermente le braccia.
«Purtroppo tutti quei bei pensieri sono andati in fumo nel momento in cui Malphas ha attaccato il mio villaggio, rovinando la mia vita», si voltò per guardarla.
«Ma ora so che quelli non erano altro che i pensieri di un ragazzino. I devil slayer hanno combattuto e sono morti nell’ombra per secoli, nessuno ha mai saputo di loro a parte i loro famigliari e le persone a loro vicine, che si sono sempre tramandate i loro ricordi. Alla fine, niente muore veramente finchè c’è qualcuno che lo ricorda e lo rimpiange. Mi hai chiesto se penso che sia triste morire da solo, la mia risposta è no. Essere dimenticati, è una cosa triste. Se vuoi fare qualcosa per me allora ricordati che sono vissuto, io, Rio e tutti quelli che come noi hanno combattuto nell’oscurità per proteggere l’umanità. Racconta le nostre gesta alle generazioni future, in modo che saremo ricordati, poco importa se siamo morti da soli, nel fango o sotto la pioggia perché così le nostre gesta diverranno immortali».
Mirajane provò a dire qualcosa ma aveva la bocca impastata, una lacrima le rigò la guancia, incapace di dire alcuna parola era lì immobile a guardarlo.
«Non essere triste per me, ti ricordo che io non combatto per cose come la missione di proteggere l’umanità dai demoni cattivi o robe varie, ma solo per me stesso per portare a termine la mia vendetta, così come ho sempre fatto».
Si voltò e prese a camminare a passo spedito, a grandi falcate, col petto in fuori mostrando fierezza, allontanandosi da lei in fretta.
«Addio Mirajane Strauss, e grazie!! Ti auguro tante belle cose! E vedi di essere felice, altrimenti te la faccio pagare!!!».
Mira si portò le mani sul volto e cadde sulle ginocchia, iniziò a singhiozzare ma cercò di trattenersi il più possibile. Lui aveva fatto la sua scelta, si era dimostrato irremovibile nelle sue convinzioni e lei decise che avrebbe avuto fiducia in lui.
Si rialzò, anche se le costò uno sforzo immenso, sentiva le ginocchia tremarle, si appoggio al muretto che dava sulla spiaggia e rimase ferma lì, immobile a fissare il mare, senza emettere alcuno suono ma con le lacrime che continuavano scenderle dagli occhi.
 
Krono camminava tranquillamente, la vegetazione sull’isola non era troppo fitta, l’aridità del terreno lo impediva, c’era qualche albero e diversi cespugli, ma sul terreno non c’era un folto malto erboso. Era un’isola abbastanza piccola, in larghezza era pressoché uguale a Magnolia, ma si estendeva in lunghezza e c’era anche una piccola montagna in fondo ad essa. Conosceva bene quel posto dato che era lì che era venuto ad allenarsi in vista del Gran Palio della Magia.
Aveva deciso di prendersela comoda per arrivare lì. Sarebbe potuto arrivare in un attimo volando, ma non aveva fretta, Helel gli aveva concesso del tempo, e aveva così deciso di pagare un pescatore giù al molo per un passaggio.
Intorno a lui c’era una certa pace, i gabbiani che volavano, gli insetti nella vegetazione. Chissà di lì a poco cosa ne sarebbe stato.
«La quiete prima della tempesta, eh?», scherzò.
Poi si fermò.
Helel era seduto su una pietra qualche metro più in là, se ne stava a prendere il sole con gli occhi chiusi e un mezzo sorriso sul volto, qualche piccolo uccellino gli stava volando intorno, uno gli si era anche appoggiato sulla spalla.
«Sai, visto così sembreresti una persona normale, sfortunatamente io posso percepire la tremenda aura di malvagità che proviene da te, mi sembra strano che gli animali ti si avvicinino lo stesso».
Helel aprì un occhio e si rivolse verso di lui: «beh sai, dopotutto ero pur sempre un angelo un tempo…un tempo».
Krono percepì una vibrazione e in un attimo tutti gli uccelli che gli stavano intorno caddero a terra, morti.
Balzò giù dalla roccia e allargò le braccia come se volesse accoglierlo.
«Tu non sai da quanto tempo aspetto questo momento, per millenni sono rimasto bloccato in questo mondo, segregato nelle viscere della terra, l’unico motivo per cui non ho perso la ragione e perché sono stato in grado, in determinate circostanze, di separare il mio spirito dal mio corpo e ciò mi ha permesso di vedere la Sua creazione, voi!».
«Bloccato? Pensavo che tu fossi il sovrano dell’inferni ed è da lì che provieni».
Helel lo fissò qualche secondo in silenzio e poi abbassò lo sguardo.
«E va bene. Come ricompensa per essere giunto fino al mio cospetto, prima di eliminarti ti racconterò cosa avvenne dopo la mia cacciata dal Paradiso».
Fece qualche passo allontanandosi da Krono e guardò il cielo.
«Io ero il suo preferito, il comandante delle sue legioni, ho combattuto, ho affrontato i suoi nemici, per Lui», c’era rabbia nella sua voce e il suo tono si era indurito.
«E cosa ha fatto per ricompensarmi? Mi ha cacciato, denigrato, ripudiato, mi ha reso ciò che sono».
«Tu hai cercato di usurpare il suo posto di sostituirti a Lui».
«Gli avevo proposto di farsi da parte, era ora che lascasse il posto a qualcuno che avrebbe esteso il suo regno, che avrebbe cancellato per sempre il regno degli inferi per l’eternità, che avrebbe portato la luce in ogni angolo dell’universo».
«Dubito fortemente che fosse quello che Lui voleva veramente».
Helel si voltò verso di lui.
«Come puoi pretendere di conoscere le sue intenzioni!», sbottò.
«Non le conosco, non posso».
«Allora attieniti ai limiti della tua capacità intellettiva, mortale!».
«O forse è proprio la mia semplicità che mi offre una diversa prospettiva, credi veramente che il suo obiettivo fosse estendere il suo regno».
«Si, se ne avesse avuto la forza. Ma non l’aveva ecco perché avrebbe dovuto lascarmi il posto, ma non l’ha fatto e quando ho provato a prenderlo con la forza ha avuto paura e mi ha scaraventato all’Inferno!».
Fece una breve pausa e si calmò.
«Dopo che ho eliminato il re dell’Inferno la situazione negli inferi era precipitata. Tre dei suoi sottoposti avevano rivendicato il trono ma nessuno era sufficientemente forte da sottomettere gli altri due. La situazione era in stallo. La mia comparsa non cambiò le cose. Fui in grado di affiancarmi a quei tre come quarto candidato alla dominazione dell’Inferno, in poco tempo mi creai un’orda di demoni a me devoti e con loro sarei anche riuscito a farli fuori e ad ottenere così il trono degli inferi per me. Ma, accadde qualcosa che non avevo previsto. Loro, quei vigliacchi si unirono contro di me, decimarono le mie orde e mi esiliarono qui su questo pianeta, mi imprigionarono nelle viscere della terra dicendo che passare l’eternità in quel buco sarebbe stata una tortura peggiore della morte».
«Come hai fatto a liberarti?».
«Eheh, devi sapere che prima di me nessun angelo era mai caduto e si credeva anche che fosse impossibile per un angelo trasformarsi in demone, tuttavia dopo secoli passati negli inferi la mia forma e i miei poteri cominciarono a subire una mutazione. La mia energia angelica si trasformò in energia demoniaca. Quando i demoni mi imprigionarono non sapevano che possedevo ancora un briciolo di energia angelica dentro il mio corpo. I sigilli che usarono per bloccarmi erano fatti per i demoni non per gli angeli, ma erano comunque più resistenti del previsto. Riuscì a danneggiarli. Dopodichè non dovetti far altro che aspettare, prima o poi i sigilli si sarebbero indeboliti a sufficienza da permettermi di evadere. Ma man mano che si indebolivano io riacquistai le mie capacità, fui in grado di separare il mio spirito dal mio corpo e cominciai a vagare per il mondo in cui mi trovavo, tra quegli esseri che Lui tanto amava, e quello che vidi mi disgustò. Voi esseri umani siete l’unica specie che agisce contro i propri interessi: vi torturate, vi fate del male, vi ammazzate l’un l’atro per cose stupide come la ricchezza, le risorse, frasi scritte su testi sacri», si fermò e un sorriso crudele prese forma sul suo volto.
«Ed è in quel momento che ho avuto l’idea».
Unì le mani, cose se stesse pregando.
Krono avvertì un brivido salirgli lungo la schiena, quando vide una piccola sfera nera materializzarsi, dopodichè Helel premette ancora le mani l’una contro l’altro e la sfera scomparve. L’energia stava crescendo sempre più.
Helel gli sorrise.
Separò velocemente le mani e allargò le braccia.
«NECRO GENESI!!».
Un onda nera partì dal suo corpo e si propagò tutt’intoro, Krono non fece in tempo a trasformarsi che l’onda lo colpi ma stranamente non sentì nulla, vide però quello che fece a ciò che lo circondava: il terreno divenne subito arido come se tutta l’acqua e la vita che lo popolava fosse sparita in un istante, la stessa cosa successe agli alberi, le loro foglie si polverizzarono, si piegarono e si rinsecchirono in un lampo, diventando neri e assumendo delle forme contorte che apparivano inquietanti, tutti gli animali, insetti compresi presenti sull’isola morirono all’istante appena vennero a contatto con l’onda nera.
«Ma che cazzo è successo?!», Krono era scioccato.
«Bwahahah! È l’effetto del Necro Genesi. La mia tecnica crea morte. È molto simile alla maledizione che affliggeva Zeref, l’unica differenza che io posso usarla a mio piacimento!».
«Vorresti usare questa tecnica per spazzare via gli esseri umani?».
«Esatto. Non importa quali cose orribili voi facciate, ad ognuno di voi è concessa la redenzione, non dovete far altro che pentirvi, Lui vi perdona e vi apre le porte del suo regno. Quello stesso regno da cui io sono stato bandito per l’eternità solo per averlo voluto rendere più forte! È inammissibile!! Se lui vi ama tanto allora vi renderò meritevoli del suo amore. Vi ho osservato per secoli e ho visto solo orrore. Io porterò sofferenza e dolore sui quali vi potrete innalzare, quelli che riusciranno a sopravvivere a questo inferno in terra allora saranno meritevoli del suo amore».
«E tu faresti tutto questo solo per Lui?».
«Io faccio solo quello che deve essere fatto, ciò che è giusto che venga fatto. Una volta che la mia missione sarà portata a termine tutto sarà come deve essere. Solo i migliori di voi, quelli più meritevoli potranno accedere al Paradiso e io avrò un mondo su cui governare come mi spetta. Creerò un inferno in terra e gli uomini mi ameranno disperandosi! Proverete piacere nel dolore e gioia nella sofferenza!».
«Pff», Krono soffocò una risata, Helel si accigliò.
«In pratica non sei altro che un eterno perdente. Per due volte hai cercato di impadronirti di un mondo per soddisfare il tuo ego e per due volte se stato sconfitto e cacciato, per due volte ti hanno preso a calci in culo. Stavolta non è diverso, anche se usi questa ridicola scusa di voler creare un mondo per rendere gli uomini meritevoli, ti garantisco che non cambierà nulla, anche questa volta sarai sconfitto, ma questa volta per sempre».
«Una semplice mente umana non può comprendere la complicatezza di certi ragionamenti come il perdono e il castigo divino».
«Sì, forse hai ragione, avevo iniziato tutto con l’obiettivo di vendicarmi del demone che aveva massacrato la mia famiglia. Non mi aspettavo di certo che la situazione avrebbe preso questa piega. Inferno, Paradiso, giudizio divino…bah, non mi interessano cazzate simili. Io voglio solo ottenere la mia vendetta… e già che ci sono anche liberare il mondo dalla tua presenza».
«Avanti allora devil slayer, facciamola finita così che dopo io possa lanciare il mio Necro Genesi su tutta Earthland».
«E come pensi di riuscirci? Nemmeno tu sei in grado di lanciare una tecnica del genere su un intero mondo, è letteralmente impossibile».
«È per questo che appena ne sono stato in grado ho evocato in questo mondo i miei servitori più fedeli».
Krono sgranò gli occhi: «Malphas e Andras».
«Il compito di Malphas era quello di cacciare i devil slayer ed eliminarli, Andras talvolta lo aiutava nella ricerca, ma non era quella la sua missione principale. Il suo compito era quello di andare in giro per il pianeta ed installare nel terreno parti del mio essere che io stesso mi strappavo e gli consegnavo».
«Cosa?!».
«Migliaia di pezzi di me gli ho dato e lui li ha tutti installati nel terreno in punti diversi di questo pianeta e lì sono rimasti dormienti fintanto che non arriverà il momento giusto».
«Cioè quando rilascerai tutto il tuo potere. L’energia contenuta in quei pezzi si attiverà per risonanza e verrà rilasciata amplificando il tuo potere su tutto il mondo».
Helel gli sorrise.
«Massimo risultato minimo sforzo, voi umani dite così non è vero?».
Krono si piantò nel terreno e strinse i pugni: «grazie per avermelo detto, ma ti garantisco che il tuo bel piano rimarrà solamente teorico, non si concretizzerà mai perché io te lo impedirò».
«L’importante è che tu ne sia convinto».
«Demon Lord!!».
L’aura nera avvolse Krono e dopo un attimo si dissolse, il demone era pronto per la battaglia.
«Bene umano, o forse dovrei dire mezzo demone. Dunque, è questa la tua forma demoniaca, devo proprio ammettere che sei un demone singolare. Eheh, ho fatto proprio un bel lavoro».
Krono si accigliò.
«Bene si comincia, sappi che sei il primo mortale che vedrà la mia forma demoniaca, secoli ci sono voluti perché il mio intero essere si corrompesse, non sono più il magnifico angelo splendete che ero un tempo, il Portatore di Luce, la stella del mattino, ora sono il Principe delle Tenebre…», da sotto i suoi piedi cominciò a fuoriuscire un’aura nera che iniziò a salire.
Esternò le ali nere che presero immediatamente presero fuoco, un fuoco nero con sfumature blu, iniziò a divenire più grosso tanto che i suoi vestiti cominciarono a strapparsi, sul petto aveva dei tatuaggi con simboli satanici mentre i pantaloni rivelarono un denso pelo scuro, le scarpe gli esplosero rivelando due zoccoli caprini e sulla fronte iniziarono a crescere due lunghe corna arcuate mentre i lunghi capelli iniziarono a bruciare accorciandosi notevolmente, fino ad assumere l’aspetto di un taglio rasato. Una coda nera iniziò ad ondeggiare dietro di lui, anche i suoi occhi erano cambiati, ora erano rosso sangue e risaltavano sulle sclere nere.
«…ma ti assicurò che anche se il mio aspetto non è più quello di un tempo la mia forza non è cambiata», anche il suo tono di voce era cambiato, ora era più profondo e duro.
Le fiamme avevano bruciato tutte le piume delle sue ali trasformandole tutte e sei in ali da pipistrello. Era diventato più grosso rispetto a prima.
«Bene mezzo demone, il momento è finalmente giunto. Così ha inizio».
«Ti sbagli Helel, così ha fine».
«Ma davvero?».
In un battito di ciglia Krono si ritrovò Helel davanti, gli tirò una fortissima testata e poi un pugno nello stomaco, così forte da fargli staccare i piedi da terra. Helel ci mise ancora più forza fintanto che Krono non venne sparato in aria, dopodichè con un battito d’ali si portò subito sopra di lui, alzò le braccia unì i pugni e con un colpo sulla schiena lo scagliò verso il basso ma prima che il corpo del Demon Lord potesse toccare il terreno gli s era già affiancato e con un colpo di zoccolo alla testa lo fece volare per decine di metri. Il corpo di Krono schizzò sul terreno, la forza dell’impatto fu talmente grande che dopo qualche metro si staccò da esso e vi rimbalzò sopra tre volte prima di fermarsi. Krono riuscì faticosamente a rimettersi in ginocchio e si pulì il rivolo di sangue che scendeva dalla sua bocca mentre sentiva i passi di Helel divenire più forti.
«Allora fa più male un calcio o una zoccolata! Dai tirati su mi sto ancora scaldando!».
«Buono a sapersi, se fosse tutto qui quello che sai fare sarebbe davvero una delusione».
«Se fossi in te non mi provocherei più del dovuto, potresti pentirtene. Ma hai ancora una via d’uscita, un modo per evitare dolore e sofferenza. Prostrati a terra al mio cospetto, recita una preghiera in mio nome e io ti donerò una morte rapida e indolore, e se vuoi, quando ucciderò i tuoi amici potrò anche dire loro che ti sei battuto coraggiosamente».
«Ahahah!! Forte, vuoi davvero che io faccia una cosa del genere! Mi stai chiedendo di venerati! A me che non ho mai venerato nessuno, né Dio stesso né tanto meno i miei antenati! Scordatelo».
Strinse i pugni e si piantò bene per terra.
«Aaaaargh!!!».
L’aura demoniaca avvolse il suo corpo e crebbe sempre di più, continuò a crescere finchè gli occhi del demone a iridi concentriche non comparvero nell’aura, ma non si fermò. Portò gli avambracci all’altezza del viso, l’energia demonica che aveva tutt’introno iniziò ad essere risucchiata all’interno del suo corpo e quando sparì completamente allargò le braccia.
«Haaaaah!!!»
Un lampo di luce si sprigionò dal suo corpo.
Fzzt zzt fzzt fzt zzzzt.
Quando la luce si esaurì attorno al Demon Lord c’era una piccola aura nera che divampava e si muoveva come una fiamma mentre delle saette blu scuro correvano ovunque lungo il suo corpo.
Sorrise a Helel che rispose con un altro sorriso.
I due iniziarono ad avvicinarsi, fino a che non furono a tu per tu.
«Ti mostrerò qual è la vera forza dell’aura demoniaca».
«Non vedo l’ora Helel».
Helel sferrò un pugno verso Krono che lo schivò prontamente, concentrò energia nella mano destra e sferrò il suo attaccò.
«PUGNO DIABOLICO!!», colpì l’avversario sullo zigomo tanto che lo forzò ad indietreggiare per qualche metro, i suoi zoccoli scavarono due solchi nel terreno.
Evocò le sue pistole Alpha e Omega e iniziò a sparare sul corpo del demone che riprese ad avanzare verso di lui.
I proiettili di energia a contatto col corpo di Helel esplodevano ma non creavano alcun danno dato che la sua avanzata non rallentava nemmeno.
Krono sorrise e interruppe l’attacco, lanciò le pistole alle sue spalle che sparirono ancor prima di toccare il terreno.
«Lo sapevo contro un avversario del genere le armi più deboli non servono nemmeno come distrazione. Evocò due pistole a doppietta.
Iniziò a far fuoco sull’avversario, i proiettili di energia colpirono Helel che fu costretto a fermarsi ma non sembrava che avesse accusato il colpo.
«Ora tocca a me!», allungò le braccia in avanti, davanti ai suoi palmi si formarono delle sfere nere.
«NECRO SFERE!!».
Le sfere vennero scagliate contro Krono che riuscì a schivare le prime tre ma l’ultima lo colpì sulla spalla. Quando la sfera esplose il dolore fu tale che per un momento Krono perse il respiro.
Helel non si fermò, poggiò una mano sul terreno.
«BLACK GEYSER!!»
Krono sentì il terreno tremare sotto i suoi piedi, fu rapido a spostarsi, un attimo dopo dal terreno fuoriuscì una colonna di energia demoniaca e la stessa cosa si ripeté tutt’intorno a lui, si spostava in continuazione per evitare di finirci dentro.
«Mai perdere di vista l’avversario!», da dietro una colonna sbucò Helel che con un colpo di zoccolo lo colpì violentemente facendolo finire dentro un geyser che lo investì in pieno. Sentì tutto il suo corpo soggetto ad una forte pressione e un gran bruciore. Rilasciò un’ondata di aura demoniaca per dissolvere l’energia del geyser poi evocò il fucile Blade e dopo aver fatto ruotare l’impugnatura si gettò contro l’avversario.
Dal braccio destro di Helel fuoriuscì dell’energia nera che assunse la forma di una spada, quando Krono vibrò il suo fendente, questi intercetto il colpo.
Claaang!
La lama del fucile stridette quando colpì quella fatta di energia.
«Ma che diavolo è sta roba!?».
«Aumentando la densità dell’energia demoniaca posso arrivare a creare lame o altri tipi di armi bianche».
Krono si lanciò indietro e evocò un fucile d’assalto sparò due bolidi di energia.
L’energia nera che formava la lama di Helel si ricombinò, allungò le mani verso le due sfere e dai suoi palmi l’energia nera si propagò verso le sfere che appena vi entrarono in contatto vennero inglobate, poi si sentì un rumore sordo e l’energia nera si dissolse.
«Vediamo come te la cavi con questi!», Krono evocò due fucili mitragliatori.
TATATATATATA!!!
Una pioggia di colpì investì Helel che non poté far altro che alzare le braccia per ripararsi, appena l’attaccò cessò Krono si gettò contro di lui, lo colpì con pugni e calci con tutta la forza che aveva.
Caricò l’ennesimo pugno e mirò allo zigomo destro ma Helel all’ultimo istante lo schivò e sferrò un pugno che venne schivato a sua volta.
Caricò un altro colpo, l’energia si addensò attorno alla sua mano.
«PUGNO DIABOLICO!!», mirò allo stomaco dell’avversario.
Il pugno di Krono affondò nel suo ventre tanto da fargli rigurgitare della saliva.
Alzò le braccia le unì, delle saette nere comparvero attorno ad esse.
«MORSO DEL DEMONE!!», lo colpì in piena testa, il corpo di Helel venne proiettato sul terreno ma prima che vi arrivasse lo colpì con una violentissima ginocchiata in faccia, che lo fece barcollare all’indietro per un po’.
«Non è ancora finita!», caricò il pugno.
«PUGNO DEMONIACO!!».
Ghaaaargh!
Dal raggio si materializzò la bocca e gli occhi del demone che spalancò le sue fauci che richiuse sul corpo del nemico per poi esplodere.
Il corpo di Helel venne lanciato all’indietro colpendo violentemente il terreno distruggendolo. Stette immobile qualche secondo, poi si tirò su, si mise una mano dietro il collo e se lo stiracchiò, poi sputò. Si alzò in piedi e si passò il pollice a lato della bocca e vi vide una piccola macchia rossa.
«Eh eh, tutta questa fatica per una goccia di sangue. Ti conviene impegnarti di più».
«Pensavo che essere ferito da un mezzo demone ti avrebbe fatto infuriare?».
«Se tu fossi un semplice mezzo demone si, ma dopotutto hai fatto fuori i miei migliori sottoposti, quindi mi aspettavo una battaglia impegnativa, anzi ci speravo».
Alzò la mano e su di essa si materializzò un tornado in miniatura.
«È ora di scoprire la forza dell’Inferno».
Lanciò il tornado, appena si staccò dalla sua mano di ingrandì di colpo.
«PLEASURE HURRICANE!!».
Il tornado catturò il Demon Lord che iniziò a ruotare all’interno per poi venire ripetutamente sbattuto contro il terreno con grande violenza.
Krono vomitò un fiotto di sangue per il dolore.
“Questa non è energia demoniaca è semplice aria. Ma come può controllarla”?
Appena il tornado si fu esaurito Krono cadde sul terreno, l’impatto fu così forte da creare delle macerie e alzare una nube di polvere.
«Cough, questa non era energia demoniaca. Come ci sei riuscito?», gli chiese mentre si rialzava a fatica.
«Sono un demone e questa è la mia maledizione».
«Ma certo, una maledizione, e di che tipo sarebbe».
«Dopo secoli passati all’Inferno ho creato una maledizione che mi permette di usare le pene che vengono inflitte ai dannati contro i miei nemici. Questa è la mia maledizione, il Castigo degli inferi!», esternò le ali e si alzò in volo.
«Ora è tutto chiaro, pleasure hurricane, uhuh, non poteva che essere così. Ma non sarà quello ha uccidermi».
«Certo che no, sarai bruciato vivo. Guarda ai tuoi piedi mezzo demone!».
«Ma che cazzo?!».
Krono era immerso quasi fino al collo in un liquido rosso scuro bollente che riusciva a scottarlo nonostante fosse trasformato in demone.
«Ma questo è sangue?!».
«Il sangue che tu prima mi hai fatto versare unito al mio Castigo degli inferi lo ha richiamato qua».
«Che diamine dici, una goccia di sangue non può generare un lago così inquietante».
«Non ho getto generato ma richiamato. Questo è un ramo del fiume di sangue bollente nel quale le anime dannate di coloro che hanno ucciso e fatto del male al prossimo sono costrette a giacere per l’eternità. Non credo che una fine migliore ti si addica. Dopotutto quante persone hai ucciso per soddisfare la tua sete di sangue?».
«So bene quello che ho fatto e fidati che non ho mai creduto che una volta morto sarei stato ammesso in Paradiso. Ma mi sono ripromesso che prima di andare all’Inferno ti ci avrei mandato, o perlomeno ti ci avrei portato».
Strinse i pugni e iniziò a richiamare l’energia demoniaca.
Il sangue che lo circondava iniziò a bollire ancora di più.
«Ti ringrazio per avermi dato un assaggio di quello che mi aspetta, forse dopotutto le pene infernali non sono così tanto terribili come credevo.
Rilasciò l’energia.
«DARKNESS EXPLOSION!!», il mare di sangue esplose.
Krono saltò verso Helel, con le ali spiegate e la mano aperta come se volesse strappargli la pelle della faccia ma questi riuscì a bloccarlo e poi provò lui la stessa mossa ma fu bloccato.
Entrambi sorrisero.
Iniziarono a colpirsi velocemente, entrambi con le mani aperte, non volevano tirarsi pugni ma strapparsi le carni. I movimenti erano troppo rapidi per essere visti ad occhio nudo, il sangue iniziò a schizzare tutt’intorno, mentre ferite e squarci di aprivano sul corpo di Helel e tagli sul viso e sui vestiti di Krono.
Ad un tratto si fermarono, ognuno aveva preso le mani dell’altro e tentava di sottometterlo, scesero fino a toccare il terreno. Lo sforzo sui loro volti era evidente ma nessuno cedeva di un millimetro, l’atmosfera intorno ai due divenne carica di energia tanto che si materializzarono delle saette, il terreno sotto i loro piedi crepò distruggendosi e facendoli sprofondare.
Helel allagò le braccia facendo si che Krono gli si avvicinasse e gli tirò una violentissima testata che lo fece sbilanciare, allora il Demon Lord reagì, riuscì a liberare una mano e a tirare un pugno ma Helel fu rapido e lo bloccò.
Appena il braccio venne bloccato iniziò lentamente a ghiacciarsi, il ghiaccio raggiunse la spalla. Krono gridò dal dolore.
«Fa male vero? Questo ghiaccio viene dalla parte più profonda dell’Inferno. Anch’io ne sono stato immerso, quando l’ho tradito, Lui mi ha scagliato proprio nel punto più basso, immerso interamente nel ghiaccio. Alzò un piede da terra e poi calpesto nuovamente il terreno.
«COCITO!!», dal suo piede si estese un’ondata di ghiaccio che ricoprì tutta la fossa in cui si trovavano e ne risalì anche un po’ i bordi. Il ghiaccio arrivò fino alle ginocchia di Krono che si ritrovò quasi del tutto immobilizzato.
Sbaamm!!
Un fortissimo pugno colpì Krono sul volto. Al primo ne seguì un secondo e poi un terzo e così via. Stava vendendo tempestato oltre che al viso anche su tutto il corpo.
«Allora non ti difendi Demon Lord!?».
Ma Krono non rispose, sapeva che se avesse alzato il braccio rimasto libero per proteggersi Helel gliel’avrebbe congelato e allora sarebbe rimasto completamente alla mercé nel suo nemico, dato che quello non era semplice ghiaccio. Se come aveva detto Helel persino lui stesso ne era rimasto bloccato per molto tempo non se ne sarebbe riuscito a liberare immediatamente.
Stava scrutando il suo nemico attentamente, nonostante i colpi che riceveva, stava aspettando il momento giusto.
Ad un tratto Helel ritardò a sferrare un pugno.
“Ora”!!
Sulla sua schiena si materializzò una scatola metallica che ricordava una specie di zaino con attaccato un cilindro in metallo che si appoggiò sulla sua spalla.
Il bazooka fece fuoco.
«Muahahah!! Me lo aspettavo!», Helel fu rapido ad inclinarsi di lato, schivando il colpo a distanza così ravvicinata.
«Anch’io», fu la risposta di Krono.
Tirò un fortissimo montante sullo zigomo del nemico.
«PUGNO DEMONIACO!!!», dal suo pugno uscì un getto di energia demoniaca che investì Helel facendolo volare in aria mentre il demone si materializzava avvolgendo il suo corpo come un serpente.
Ghoaaaaaargh!!!
Appena ruggì il colpo esplose.
Nel momento stesso in cui l’esplosione si propagò Krono scioccò le dita e tutt’intorno a lui comparvero delle pistole sospese.
Sputò un grumo di sangue e saliva.
«Chi l’avrebbe mai detto che la tecnica di Alzack mi sarebbe tornata utile contro Helel… ora che ci penso anche mio padre usava una tecnica simile».
Quelle non erano armi tradizionali, ma armi caricate con apposite pallottole magiche ad alto potere perforante.
I carrelli delle pistole scattarono indietro come se a tirarli ci fosse stata una mano invisibile e poi iniziarono a sparare verso Krono, mirando al ghiaccio che lo ricopriva. Man mano che le pistole sparavano il ghiaccio si scalfiva sempre più e i bossoli cadevano a terra. Appena una pistola si scaricava scompariva e ne appariva un’altra, finchè ad un tratto tutte non si fermarono, gli bastò esercitare poca forza per rompere il ghiaccio e liberarsi, dopodichè salto fuori dalla buca.
Helel era già in piedi ad espettarlo.
Krono avvolse il suo pugno nell’energia demoniaca.
Helel gli sorrise e fece lo stesso.
«Usi l’energia per aumentare la forza del tuo pugno. Una cosa così banale la posso fare anch’io senza problemi».
Krono si gettò verso di lui
«PUGNO DIABOLICO!!», sferrò il pugno verso l’avversario che fece lo stesso.
I due pugni si scontrarono con una forza tale che l’onda d’urto fece crepare il terreno poi entrambi vennero scaraventati indietro. Helel esternò le ali per fermarsi prima e lanciarsi subito contro il suo avversario. Krono vedendosi arrivare il nemico addosso si piegò e conficcò la mano nel terreno. Strinse i denti, si stava sforzando molto, ormai Helel gli era addosso.
«Cosa c’è mezzo demone?! Hai già deciso di ar…woooomp!!», una colonna di energia nera sbucò da sotto i suoi piedi investendolo completamente.
«BLACK GEYSER», disse Krono sorridente.
«Non è possibileeeeee!!!», Helel venne sbalzato via, andando a sbattere sul terreno.
«Come può un essere come te essere riuscito a copiare una mia mossa dopo averla vista una sola volta?!», sembrava essersi arrabbiato.
Krono sorrise e si portò un dito a fianco del suo terzo occhio.
«Grazie a questo. Il mio terzo occhio mi conferisce una straordinaria capacità di osservazione e analisi, osservando attentamente la tua tecnica, il modo in cui ti sei posizionato, la pressione che hai esercitato e l’energia che è fuoriuscita sono riuscito a replicarla».
«La tua è soltanto una volgare copia, nemmeno paragonabile all’originale».
«Dammi un po’ di credito, l’ho appena vist…», neanche il tempo di finire che l’avversario gli era già addosso, riuscì a parare un colpo di zoccolo col bracciale ma non la successiva artigliata diretta alla spalla che gli strappò le carni. Helel aveva mirato nel punto in cui i suoi indumenti erano già danneggiati. Ancora prima di poter reagire Krono si ritrovò il viso di Helel a pochi centimetri dal suo, lo aveva abbracciato, bloccandolo completamente.
Stuuud!
Gli tirò una fortissima testata, e dato che sulla fronte aveva l’attaccatura delle corna il colpo era stato anche più forte di una normale testata.
Stuud stuud stuud.  
Continuò a colpirlo.
«DARKNESS EXPLOSION!!», liberò l’ondata di energia demoniaca, ma Helel si staccò subito da lui allontanandosi in volo.
«Sei prevedibile Demon Lord!».
Krono momentaneamente scombussolato perse l’equilibrio appoggiando un ginocchio a terra, si passò una mano sulla fronte per pulirsela dal sangue.
«Mi hai offeso copiando una mia tecnica e usandola contro di me!», punto l’indice verso il cielo alle sue spalle.
«Il cielo ti punirà per aver offeso una divinità!».
«Abbassa la cresta demone».
Nel cielo sopra di lui di materializzarono delle lingue di fuoco.
«FIRE RAIN!!».
«Terrocon!», evocò due fucili mitragliatori e iniziò a sparare verso l’alto, i proiettili di energia collidevano contro le lingue di fuoco, ma fu subito evidente che i colpi che piovevano dal cielo erano troppi.
«Pensi veramente che delle armi mortali possano avere la meglio contro la furia del cielo!».
Krono fu investito dalla pioggia di fuoco, ogni parte del suo corpo fu investita da quell’attacco la cui forza travolgente lo sbatté violentemente contro il terreno, non riuscì nemmeno ad alzare le braccia per difendersi.
«Muahahah!!», il Principe delle Tenebre osservava trionfante il suo operato a braccia incrociate.
Ad un tratto l’attaccò cesso, Krono aprì un occhio e vide il pelo scuro delle gambe del nemico.
Sbaaaam!
Helel era sceso in picchiata e aveva conficcato un suo zoccolo nello stomaco di Krono che per la forza dell’impatto si era inclinato in avanti vomitando un fiotto di sangue mentre un paio di costole gli si ruppero e altrettante gli si incrinarono, il dolore si era propagato dal punto dell’impatto nel resto del corpo tanto che tutte le sue ossa scricchiolarono.
Helel balzò indietro e osservò il nemico rialzarsi a fatica mentre si teneva il ventre.
«Direi che possiamo finirla qui», disse molto pacatamente.
«Anf… in che senso?», gli chiese Krono.
Helel congiunse le mani con i palmi aperti, a mo’ di preghiera. Il terreno iniziò a tremare, sembrava un terremoto.
Ad un tratto Krono sentì un forte rumore provenire dalle sue spalle, si volto e vide un enorme portone a due ante sbucare dal terreno. Era fatto di uno strano materiale su quale vi erano scheletri e sagome di uomini che sembrava vi fossero stati incollati per l’eternità. Sulle ante vi era una scritta in una lingua a lui sconosciuta.
«Non sarà mica?».
«Questo è l’ingresso degli inferi, io non posso attraversarlo ma mi è permesso evocarlo per spedirci i miei nemici e poco importa che siano meritevoli o meno di andarci perché in questo caso è la mia volontà quella che conta».
«Se credi di riuscire a farmi attraversare quella porta fatti sotto».
«Ahahah! Nel tuo caso io non devo fare proprio nulla», incrociò le braccia e rimase ad osservare.
Clong!
Ad un tratto le porte iniziarono ad aprirsi lentamente. Una corrente di aria gelida e maleodorante fuoriuscì, i lamenti e le grida straziate dei dannati si sentivano in sottofondo, erano appena percettibili ma ad un tratto divennero sempre più forti sembrava quasi che gli fossero dietro.
Krono si voltò a vedere e sgranò gli occhi per la sorpresa. Dietro di lui c’erano una miriade di anime nere che si lamentavano, soffrivano e gridavano per il dolore, sembravano dei fantasmi. Lo afferrarono e iniziarono a tirarlo verso la porta.
Krono provò a divincolarsi ma la loro presa era salda, tirò un pugno ad un’anima ma gli passò attraverso.
«Cosa pensavi? Sono anime non sono tangibili!».
«Allora come cazzo riescono ad afferrarmi?!».
«Krono…Krono», appena sentì pronunciare il suo nome si bloccò.
«Ci hai uccisi».
«Ci ha massacrati».
«…torturati».
«Kronooooo…».
«…ora verrai con noi…Kronooooo».
Krono si soffermò a guardare un’anima che gli stava di fronte e lo stava tirando per la maglia.
«Ma tu… sei Gustav».
«Quelle sono le anime dannate che tu stesso hai mandato all’Inferno. Le anime delle persone che hai barbaramente ucciso e massacrato senza pietà. Sono finite all’Inferno e lì hanno alimentato il loro odio verso il loro carnefice. Appena le porte si sono aperte e hanno percepito la tua presenza sono accorse per trascinarti personalmente giù con loro. Devo dire che sono davvero tante».
In effetti Krono era completamente avvolto da anime che continuavano a trascinarlo verso la porta, inutili i tentativi per liberarsi e dato che ogni colpo che sferrava passava attraverso il bersaglio allora allungò le mani e evocò dei coltelli, quattro in ogni mano, coltelli da lancio.
«Ma dai, allora non usi solo armi da fuoco!?».
Swiiss.
Krono lanciò un coltello che atterrò ai piedi di Helel, lanciò anche gli altri ma il risultato fu lo stesso.
«Khahahah!! Forse era meglio se continuavi a usare le pistole!».
Krono ormai era quasi sulla soglia della porta.
Evocò altri sei coltelli e li lanciò, il primo si conficcò nella coscia di Helel.
«Già meglio, ma credi che un coltello mi faccia qualcosa?».
Continuò a lanciare i coltelli, stavolta colpirono Helel che però ne sembrava insensibile. Con l’ultimo coltello Krono si concentrò e lo lanciò con tutta la sua forza.
L’arma puntò dritto all’occhio di Helel che l’afferrò a pochi centimetri dal bersaglio.
«Non è abbastanza, addio mezzo demone».
«Heleeeeeel!!!», la mano di Krono era tesa verso il demone quando le porte si chiusero.
Helel percepì una vibrazione e vide le porte riaprirsi, spinte da Krono, che tentava un’ultima resistenza ma le anime lo avvolsero ancora di più.
«Lasciati andare sarà più facile».
Le anime lo avvolsero anche intorno alle braccia, gli misero le mani intorno alla faccia e lo trascinando indietro finchè non scomparve nell’oscurità.
Clong!
Le grandi ante si richiusero.
 
   
 
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