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Autore: Fonte_di_Castalia    05/07/2020    1 recensioni
Ash ha ormai 22 anni, ha realizzato il suo sogno di sempre, ottenendo fama e denaro, ma è davvero felice della vita che conduce? Un incontro inaspettato lo metterà in crisi.
Un viaggio a ritroso nell'infanzia, alla ricerca di ciò che ha perso.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Misty
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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cap 2 Capitolo II


Ash era steso sul suo letto, pensava a lei. Come ho fatto a non riconoscerla? Era proprio lei, ma i suoi capelli erano portati sciolti, lunghi, boccoli che incorniciavano due occhi acquamarina, esaltati da una pelle diafana. Era più alta, più...femminile! Ecco perché non l'avevo riconosciuta, era troppo femminile. Che ne era stato del maschiaccio a cui ero abituato? Be', forse, era rimasta un maschiaccio nel carattere. Si trovò a pensare a come era vestita l'ultima volta che l'aveva vista, un top corto che le lasciava scoperte le spalle, tagliato in corrispondenza della vita, mostrando una porzione dell'addome, e degli shorts quasi inguinali, in tessuto di jeans, super-aderenti. Era strana vestita in quel modo, era così diversa, così bella. Ah, ma perché mi metto a pensare queste cose? E' di Misty che si parla qui!
Non aveva mai pensato queste cose di lei prima d'ora, del resto non si vedevano da anni. Ash si tolse la maglietta, cominciava a sentire molto caldo, non sapeva bene se a causa della calura estiva o per effetto dei suoi pensieri.
Forse è il caso che io mi faccia una bella doccia fredda per rinfrescarmi le idee.


Misty era in veranda a prendere un po' d'aria fresca, il caldo era veramente asfissiante in quei giorni. Si ritrovò a pensare ad Ash, era riuscita finalmente a parlarci, sapeva che fosse nella sua stessa città, tuttavia non era mai riuscita a beccarlo, probabilmente a causa dei suoi impegni con la Lega.
Quando lo aveva visto al caffé le era balenata in mente l'idea di attirare la sua attenzione senza parlargli direttamente, e poi lui aveva fatto il resto. Non aveva mai smesso di pensarlo, aveva seguito tutti i suoi incontri alla tv, aveva persino pensato di contattarlo più di una volta, ma alla fine aveva lasciato perdere.
Lui è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, è arrivato al traguardo, mentre io non ho nemmeno chiaro ciò che voglio fare, chi voglio essere. Ho talmente tante cose in mente, tanti posti che vorrei visitare, nuove persone da conoscere, nuove esperienze, eppure sono sempre rimasta a badare alla palestra di Cerulean.
Adesso però voglio anche io la mia fetta di mondo, come Ash, che si è preso ciò a cui da sempre aveva anelato, si è conquistato il suo posto in vetta, nell'Olimpo degli allenatori di Pokémon.
Lui è sempre stato fonte di ispirazione per me, l'ho sempre ammirato, per come si prendeva cura dei suoi Pokèmon, per la passione che ci metteva, la sua energia, il suo entusisamo, la voglia di non arrendersi mai, incurante delle conseguenze. Dopo averlo rivisto, sebbene siano passati svariati anni dall'ultima volta e nonostante molto sia cambiato, ho capito che sotto la facciata di Pokèmon-Master-vincitore-della-Lega c'è ancora quel bambino con cui ho condiviso una parte dei miei giorni, quello con cui ho vissuto delle straordinarie avventure.
Ah, le più belle memorie della mia vita! Vorrei davvero tanto tornare ad allora.

Ash, dove sei ora? Ti ricordi di quei giorni insieme?


Ash uscì dalla doccia, si asciugò e si diresse verso la cucina in boxer. In quel momento la priorità era mettere qualcosa sotto i denti, poi si sarebbe dovuto allenare nella palestra messagli a disposizione dalla Lega. Sgranocchiò dei biscotti al cioccolato, guardando distrattamente Pikachu giocare in giardino. La cucina aveva una porta-finestra che dava sul giardinetto interno. Era giusto far svagare il suo piccolo amico ogni tanto, la pressione degli incontri e degli allenamenti intensivi lo aveva ultimamente indebolito e portato a star male.
Era abbastanza preoccupato per il suo stato di salute, per cui aveva deciso di farlo riposare per un po' di tempo, niente combattimenti per almeno qualche mese. Pikachu sembrava aver tratto beneficio da ciò, ma non si era ancora del tutto ripreso.
Quando Ash poteva, le poche volte che si trovava a casa, giocava con lui e trascorrevano del tempo insieme.
Gli venne in mente che forse anche al suo pokemon avrebbe fatto piacere rivedere Misty. Sì, aveva deciso, doveva assolutamente incontrarla di nuovo.

Ash tornò praticamente ogni giorno al solito posto per rivederla, ma della ragazza dai capelli rossi nemmeno l'ombra, e dopo due settimane passate senza aver notizie di lei, decise di recarsi a casa sua, del resto sapevo dove stava.
Una volta davanti alla porta dell'abitazione della ragazza suonò al campanello.
"Chi è?" Lei aprì la porta senza aspettare risposta.
"Misty."
Ash? Ma cosa ci fa qui?
"Ah, ora ti sei ricordato come mi chiamo."
Lei fece per chiudere la porta, ma Ash la fermò con una mano.
"Aspetta, devo parlarti."
"Cosa vuoi?"
"Non so come diavolo io abbia fatto a non riconoscerti."
"Sei tardo, ecco perché."
"Ti piace proprio insultarmi, eh?"
"Mmh...giusto un pochino."
Ash sorrise e Misty lo lasciò entrare.
"Senti, mentre tu parli io mi faccio una doccia."
"No!" Ash quasi urlò. Lei spalancò gli occhi, stupita.
"Voglio dire, è una cosa importante quella che ti devo dire, non posso aspettare." Cercò di rimediare alla sua strana reazione dicendo la prima cosa che gli era venuta in mente, del resto non era esattamente una bugia.
"Oh...ok." Misty non sembrava molto convinta, al contrario, era abbastanza stranita.
"Perché quel caffè?"
"Volevo attirare la tua attenzione."
"Non avresti potuto semplicemente avvicinarti a me e parlarmi?"
"No, i metodi consueti non mi piacciono."
Ash rise e prese il suo volto tra le mani, appoggiando il capo contro il suo, poi chiuse gli occhi come se stesse sognando.
"A...Ash." Le guance le si imporporarano, lui si stava comportando in modo strano.
"Mi sei mancata." Le mancò il fiato per una manciata di secondi che le sembrarano lunghi come fossero stati ore, ma alla fine si destò dallo stato di trance.
"Anche tu Ash." Non si aspettava proprio questa risposta, credeva che lo avrebbe coperto di insulti come al solito.


Ash era seduto sul divano, a casa di Misty, sembrava sovrappensiero. Le dita giocavano distrattamente con i lembi dei cuscini, disegnando cerchi immaginari. Lei si accorse del suo cambio di umore.
"Che ti prende?"
Lui esitò un po' prima di parlare, come se stesse cercando le parole dentro il labirinto dei suoi pensieri.
"Il tipo con cui ti vedi spesso al caffè è il tuo ragazzo?" La voce era incerta, ma dura, con una nota di disappunto che a lei non sfuggì.
"Che ti importa?"
"Ti lasci toccare in quel modo da tutti i tuoi amici?" Il tono era sprezzante, accusatorio, furente. Misty rimase di stucco, non si aspettava certo una reazione simile.
"In quale modo?"
Ash non perse tempo a spiegarlo a parole e, dopo essersi alzato bruscamente dal posto in cui era seduto, imitò d'istinto quel gesto che tanto gli aveva dato fastidio, cinse la vita della ragazza con un braccio e l'avvicinò a sè.
"In questo."
Quando si rese conto di cosa aveva fatto se ne pentì all'istante e la lascio andare, guardando in basso per la vergogna.
"Perché fai così Ash?" Misty era a dir poco confusa, che diavolo prendeva ad Ash? Non lo riconosceva più e non sapeva interpretare il suo comportamento.
"Perché sei qui? Perché sei tornata?"
"Vorresti che me ne andassi?"
"No, vorrei che tu non te ne fossi mai andata. Solo ora mi rendo conto di quanto avrei voluto che tu mi restassi sempre accanto."
"Ash... Io non avrei mai voluto separarmi da te." Avrebbe voluto dirgli queste parole da così tanto tempo che non ricordava nemmeno più quanti anni fossero passati, aveva semplicemente smesso di contarli. Quante volte aveva guardato i suoi incontri alla tv, facendo il tifo per lui e sostenendolo, conservando nel suo cuore i suoi sentimenti, i ricordi di loro insieme, di quei giorni felici. Non resse più, tutte le emozioni sepolte tornarono prepotentemente a galla, Misty prese a piangere, coprendosi il viso con le mani e girandosi dal lato opposto, perché non voleva che lui la vedesse piangere.
"Misty, non piangere, ti prego. Io ti prometto che non accadrà più, non lascerò che accada."
Ash la strinse forte a sè da dietro, respirando il profumo dei suoi capelli e della sua pelle.
"Me lo giuri?" Era troppo doloroso per lui sentire la sua voce rotta dal pianto, e d'istinto la strinse più forte.
"Te lo giuro Misty." Lei sapeva in cuor suo che lui non avrebbe mantenuto la promessa, ma finse di credergli, ne aveva bisogno, aveva bisogno di illudersi che lui le sarebbe rimasto sempre accanto.


"Cosa c'è che non va? Da qualche giorno sembri avere la testa altrove."
"Brock, io ho rivisto Misty. Ricordi quella ragazza al caffè?"
"Quella coi capelli rossi? Aspetta... Capelli rossi. Misty! Era Misty, vero?"
"Esatto, proprio lei. Sono stato un cretino, non l'avevo riconosciuta, e ora non faccio che pensare a lei."
Brock cercò di scrutare nell'espressione di Ash qualcosa di più, qualcosa che avesse omesso di dire. Ricordava l'ultima volta che l'amico aveva avuto una storia con una ragazza, eppure gli sembrava molto diverso da allora. Aveva conosciuto Serena durante una cena a casa di Ash, era una brava ragazza, molto carina, e Ash sembrava volerle molto bene, tuttavia mancava il coinvolgimento tipico dell'innamoramento.
"Senti Ash, ho una domanda, quando stavi con Serena ti sentivi allo stesso modo? La pensavi continuamente?"
"Io... La pensavo, sì, mi piaceva, ci stavo bene insieme."
"Ma...?"
"Non mi addormentavo immaginando di averla tra le mie braccia, non mi svegliavo pensando a cosa facesse, dove fosse, con chi fosse, non pregavo che mi scrivesse un messaggio."
"E' questo che provi per Misty?"
"Cooosa? Che c'entra lei adesso?" Ash divenne rosso come un Charmender.
"Sei incorregibile. Perché non le vai a parlare?"
"Eh, perché mai?"
"Perché mi sembra chiaro che in cuor tuo tu lo voglia."
"Brock, ma cosa dici? Al tuo solito ti metti a fare discorsi sentimentali. Preferisco tornare a casa, ci vediamo domani!" Ash guadagnò l'uscita e si diresse verso casa.

Ah, finalmente a casa! Questi giorni sono stati proprio stressanti.
Il ragazzo si tolse la giacca e la camicia, lanciandole su una sedia, pescò una t-shirt bianca dall'armadio e la indossò, poi si buttò sul letto. Molti pensieri aleggiavano nella sua testa. Brock doveva essere impazzito se credeva che gli piacesse Misty. Non era assolutamente possibile una cosa del genere! Misty... Era incredibile che si fossero ritrovati così, dopo anni di lontananza il fato li aveva fatti incontrare di nuovo, era sicuro non fosse un caso. Chissà se in questo momento è con qualcuno, se sta con qualcuno? Perché non gliel'ho chiesto? Ma aspetta, che mi importa? Del resto non sono affari miei. Però... Forse vorrei che lo fossero. Ah, ma che vado a pensare?! Sarà meglio farmi un bel pisolino, ma prima le scrivo un messaggio.
L'ultima volta che avevano parlato si erano scambiati i numeri per non perdere i contatti, e quello era il primo messaggio che le mandava.
"Ehilà! Ti disturbo?"
La risposta non tardò ad arrivare.
"Ehi Ash! No, sto mettendo a posto alcuni appunti prima di andare a lezione."
Di che lezione stava parlando?
"Uh, lezione?"
"Sì, scusami, ho dimenticato di dirti che frequento l'università."
Quella sì che era una notizia! Quella ragazza non finiva mai di stupirlo.
"Ti va di parlarmene meglio un giorno di questi? Quando non hai lezione, ovviamente. Vorrei che mi raccontassi tutto di persona."
Ash era diventato un po' nervoso, non le aveva esattamente chiesto un appuntamento, era solo un incontro tra vecchi amici, eppure la sola idea di rivederla lo mandava in agitazione. Nel frattempo passarono dieci minuti buoni, ma lei non rispose, a quel punto il ragazzo entrò nel panico. E se lei non volesse vedermi? Del resto non si è dimostrata esattamente cordiale da quando ci siamo rivisti. Oppure, forse, sta con un tipo geloso che non vuole che lei si veda con altri, nemmeno solo per una chiacchierata. Ah, mi sto facendo troppe pare mentali.
Sentì il telefono vibrare, era lei, finalmente aveva risposto.
"Martedì alle 16?"
"Perfetto, dove ci vediamo?"
"Al molo?"
"D'accordo. Ci sarò."

Il ragazzo guardò il soffitto, sdraiato sul letto, e appoggiandosi una mano sul petto chiuse gli occhi per una manciata di secondi, pensando che mancavano ancora quattro giorni a venerdì, gli sembravano un'infinità.
Dopo poco si addormentò, cullato dal pensiero di lei.


"Mi aspetti da tanto?" Una voce femminile risuonò alle sue spalle.
"Be', solo da anni." Misty lo guardò storto. Aveva voglia di fare il simpatico?
"Ehi, potrei dire lo stesso io!" Entrambi proruppero in una risata.
"Ti va di camminare un po'?"
"Certo, perché no?"
Si incamminarono l'uno accanto all'altra, lui con le mani in tasca, come se lì dentro stesse cercando le parole giuste, mentre lei guardava a terra, incapace di posare i suoi occhi sul ragazzo. Fu quest'ultimo a rompere per primo il silenzio.
"Quindi, cosa studi?"
"Mi sto specializzando in biologia dei Pokemon d'acqua."
"Wow, non avrei mai pensato tu potessi diventare una dottoressa! Pensavo che tu volessi fare la capopalestra."
"Be', lo pensavo anche io, ma poi ho sentito il bisogno di fuggire, non ce la facevo più a reggere quella situazione. Le mie sorelle lasciavano tutto sulle mie spalle e mi facevano sentire inadeguata. Così ho deciso di andare via da Cerulean e venire qui a studiare quello che mi piace."
"Ma come ti mantieni?"
"Ho raccolto un po' di soldi prima di venire qui, ma ovviamente quelli non bastano, per cui ho un lavoro part-time come cameriera in un locale."
"Non deve essere facile." No, non lo era, ma era la vita che lei aveva scelto.
"E tu invece? Che mi dici? Hai finalmente raggiunto il tuo sogno, sarai felicissimo."
"Non proprio." Il suo volto si contrasse in una smorfia amara.
"Che vuoi dire?"
"Vedi, non era come lo avevo immaginato da piccolo. Certo, è bello avere successo, gente che ti riconosce per strada, una folla di fan che chiamano il tuo nome..."
"Ma?"
"Ma non mi diverto più durante gli incontri di Pokemon. Ho perso la grinta che avevo un tempo, non sono più quel ragazzino che si entusiasmava per ogni sfida, nel bene e nel male mi sento cambiato."
"Ash..." L'espressione di Misty si intristì, vedendo lo sguardo di lui incupirsi. Era cambiato, sì, lo aveva percepito, ma sapeva che nel profondo di se stesso era ancora il ragazzino di cui si era innamorata, o forse si stava solo illudendo che le cose fossero rimaste le stesse?


"Be', allora ciao e grazie della bella serata." Misty fece per rientrare in casa, ma si sentì prendere da un braccio.
"Aspetta." Ash l'aveva fermata stringendole l'avambraccio. "Vorrei rivederti."
"Mmh... Sabato?"
"Ci sto." Il ragazzo mostrò un sorriso così radioso da far rimanere l'amica in bambola per qualche secondo. In quel momento trovò la risposta alla sua domanda, era sicura che l'Ash che tanto ammirava da piccola fosse ancora vivo da qualche parte e non solo nei suoi ricordi.

Misty rincasò, si spogliò, mettendosi una maglietta oversize che usava a mo' di pigiama, e si gettò sul letto sospirando.
Il cellulare vibrò, Ash le aveva inviato un messaggio.
"Non passavo un pomeriggio così bello dai tempi delle nostre avventure. Grazie."
Le labbra le si incresparono in un ampio sorriso.
"Stesso vale per me. Mi era mancato parlare con te."
"Davvero?"
"Davvero! Non vedo l'ora che arrivi sabato!"

Ash faceva fatica ad addormentarsi. Cosa intendeva Misty con quelle parole? Cosa prova? Sente quello che sento io? Un attimo, ma io cosa sento? Non ci capisco più niente, non capisco nemmeno me stesso, so solo che ho una voglia matta di stare vicino a lei, respirare il suo profumo, guardarle le gambe nude di sottecchi, mentre lei è assorta nei suoi pensieri, toccarla, farla mia... Frena, frena! Farla mia? Ma che vado a pensare? Stiamo parlando di Misty!




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Spazio autore:
Ciao a tutti! Ho deciso di scrivere questa storia che non vuole essere il classico intreccio amoroso che si trova nelle fanfic sulla Pokeshipping, sebbene possa presentare alcuni elementi in comune con altre storie. Il mio intento è quello di renderlo un racconto realistico, in cui potersi più facilmente immedesimare coi personaggi. Per questo motivo nei successivi capitoli probabilmente vedrete un po' di introspezione psicologica. Un altro aspetto che intendo curare va ben oltre la ship in sè, o il tema amoroso, in quanto vorrei stimolare chi mi leggerà alla riflessione, in particolare su alcune tematiche. Spero di riuscire nell'intento, per adesso ho solo gettato le premesse. Nel frattempo cercherò di migliorare nella scrittura.
Ho tre precisazioni da fare:
1. Pubblicherò un capitolo alla settimana (salvo impegni urgenti che dovessero impedermi di scrivere e/o pubblicare).
2. Ogni consiglio, considerazione, critica, interpretazione, suggerimento -anche rispetto all'andatamento della trama, al ritmo narrativo, all'inserimento di alcuni personaggi, o all'approfondimento di altri- sarà ben accetto.
3. Alla fine di ogni capitolo, escluso il primo, posterò delle domande a cui chi vuole può rispondere. Alcune domande riguarderanno degli indizi all'interno del testo, altre saranno a carattere soggettivo, ovvero per la prima tipologia c'è una risposta esatta da indovinare, mentre per la seconda non c'è una risposta corretta.

Domande:
Come vi immaginate Ash e Misty da ventenni? La risposta è libera, potete far riferimento al carattere, al modo di vestire o a tutto quello che vi venga in mente.
Qual è, secondo voi, il motivo per cui Ash non ha riconosciuto la sua vecchia amica? (Sebbene questo lo potrete appieno capire solo più avanti, ma c'è un aspetto che potete già cogliere)

Le domande sono fatte per coinvolgervi attivamente nella storia e stimolare la vostra immaginazione.
Spero apprezziate, a presto!

P.s. Ricordate che il corsivo usato serve per esprimere i pensieri dei personaggi.

   
 
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