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Autore: Miharu_phos    06/07/2020    0 recensioni
[Goutora/Gouendo]
Quando Austin decide di togliersi la vita, per Axel comincia una lunga discesa verso un abisso colmo di ricordi e sensi di colpa, ma il suo amico d'infanzia Mark riuscirà a farlo sorridere ancora.
•••
[Mini long ambientata dopo la mia raccolta di os “amore a tre” ;
Potrebbe contenere scene forti, se siete troppo sensibili evitate di leggere]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Yaoi | Personaggi: Austin/Toramaru, Axel/Shuuya, Mark/Mamoru
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sei appena uscito di casa. Io odio stare solo, non te l'ho mai detto amore perché non vorrei mai forzarti a starmi vicino, ho sempre amato ricevere le tue attenzioni spontanee e sincere, senza mai chiederti nulla.

 

Eppure mi sento nonostante tutto inadeguato a te, immeritevole del tuo amore, della tua presenza nella mia vita.

 

Sei appena uscito di casa e mi hai detto che mi ami mentre mi baciavi sulla guancia, poi hai baciato la bimba fra le mie braccia e hai accarezzato la testa del piccolo, da bravo padre premuroso quale sei.

 

Odio stare solo. E anche se ci sono loro due, il vuoto che mi è rimasto dentro dalla prima volta in cui te ne sei andato non sono mai riuscito a colmarlo.

 

Siamo stati solo io e i bambini per giorni infiniti, temevo di averti perso; ho sempre saputo di non essere alla tua altezza amore.

 

Non ti ho mai fatto una colpa di quello che è successo con Mark e ci tengo che tu non ti faccia mai una colpa di quello che farò dopo aver spedito questa lettera.

 

La riceverai fra circa una settimana, giorno più giorno meno; ho disposto che venisse fatto così, voglio darti il tempo di prendere un attimo di respiro prima di conoscere le mie ragioni. 

 

Potresti non comprenderle, questo lo so bene. Sei così buono con me che anche tu ti sei convinto di amarmi, anche se non era vero.

 

Non ti sto incolpando amore, credimi, non vorrei mai e poi mai farti del male con le mie parole, ma solo portarti sollievo.

 

Non è stata colpa tua ma mia, sono io a non averti mai detto come mi sentissi, sono io a non aver mai chiesto aiuto.

 

Non ne avevo il coraggio, perdonami. Per me questa è la soluzione più semplice.

 

Voglio che tu sia felice amore mio e affianco a me non potrai mai esserlo. Hai rinunciato all'uomo che ami davvero per tornare da me, da me che non valgo proprio niente accanto a te.

 

Non merito di essere tuo marito, non merito i tuoi ti amo, i tuoi abbracci la notte.

 

Mi sento un impostore, un ladro, io ti sto rovinando la vita per puro egoismo e tu non fai che sforzarti per una persona che non ti merita.

 

Non devi mentire a te stesso amore, tu ami lui. Non sono arrabbiato con te, non sono deluso da quello che è successo, non lo sono mai stato.

 

Sapevo che un giorno sarebbe successo, anche se lo avevo dimenticato e per questi tre anni ho vissuto assorbendo ingordamente il tuo affetto come se mi spettasse davvero.

 

Quando quel giorno sei stato sincero con me e mi hai detto quello che provavi, il mondo mi è caduto addosso; avevo dimenticato di non essere degno di te, avevo sguazzato in questo paradiso che non è il mio, essere tuo marito.

 

Tu non appartieni a me amore, l'ho sempre saputo ma per qualche strana ragione lo avevo rimosso: forse era l'immenso amore che ci mettevi nel prenderti cura di me e dei nostri bambini ad ingannarmi.

 

Eppure io lo sapevo, sapevo che era tutta soltanto una prova, era il nostro accordo ricordi? E abbiamo finito per sposarci, mettere al mondo due figli e dimenticare che il tutto fosse soltanto un esperimento.

 

Questa verità mi ha colpito forte sulla testa e sul cuore soltanto quando mi hai parlato di come ti sentivi, quella notte.

 

Avevo finto che questa famiglia fosse la mia, che tu fossi mio. Ma non mi meritavo niente di tutto quello che mi hai dato, perché io non posso darti altrettanto purtroppo.

 

Non ho mai giudicato le tue azioni, questo lo sai bene amore mio. Sei stato un esempio per me fin da bambino e ti ho sempre seguito fedelmente come una guida perché sapevo che avresti fatto sempre la cosa giusta alla fine. 

 

Una cosa però l'hai sbagliata, hai rinunciato alla tua felicità in favore della mia. Come avrebbe mai potuto questo rendermi felice?

 

All'inizio ero così contento, avevi scelto me, volevi sacrificarti per me e per i bambini.

Non potevo essere più onorato di così, amore.

 

Eppure la mia coscienza mi tormentava e mi tormenta ancora. Ho pensato spesso di parlartene, di lasciarti in pace.

 

Ho cambiato idea così tante volte su quale fosse la soluzione giusta.

 

Volevo andar via durante la notte, ma ti avrei fatto soffrire, avresti pensato che ti avessi abbandonato; ho pensato di dirti tutta la verità allora e di lasciarti alla luce del sole.

 

Ma ti conosco troppo bene Axel, tu non mi avresti mai lasciato andare via, perché ti sei convinto così tanto di amare me, che ormai ci credi persino tu, anche se non è vero.

 

Come ti ho già detto non te ne faccio una colpa amore mio, sei sempre stato così buono con me, lo sei stato fin troppo, sei stato un marito a dir poco perfetto.

 

Vorrei poter dire di averlo fatto per te, di essermi ammazzato per amore tuo, così da lasciarti libero di stare con chi volevi. Ma mentirei alla grande.

 

E sono già troppi anni che mentiamo l'uno all'altro, facendo le cose più in fretta e più in grande possibile così da sopprimere la consapevolezza che sia tutta una grandissima farsa.

 

No, amore mio, non lo faccio per te. Non sarà per te che mi ammazzerò dolce amore mio ma soltanto per me.

 

Perché senza di te, senza il tuo amore, io non posso proprio vivere.

 

Sono arrivato alla conclusione che questa sia la scelta più giusta, la meno dolorosa per tutti, ed egoisticamente la meno dolorosa per me.

 

Sono molti mesi ormai che hai fatto ritorno a casa, sei stato via relativamente poco infondo. Ma quei giorni senza di te sono stati per me peggio di un abisso in cui non avevo più alcun motivo per andare avanti.

 

La mia unica forza sono stati i bambini, ma adesso, per quanto mi faccia male dirlo, neanche loro mi bastano più.

 

Il mondo che io sogno non esiste, ed è ingiusto per me restare al tuo fianco, usurpando un posto che non mi appartiene.

 

Voglio che tu sia libero di amare chi vuoi amore mio, ed io stai pur certo che continuerò ad amarti per sempre, ovunque andrò a finire.

 

Voglio vederti felice mentre cresci i nostri bambini insieme all'uomo che ami.

 

Io ho bisogno di questo, devo sparire per smettere di star male e purtroppo non c'è altro posto se non la tomba in cui io possa stare senza soffrire per quello che non potrò mai avere.

 

Ti amo tantissimo amore, non avere mai dubbi su questo e so che anche tu, a modo tuo, mi hai amato tanto. Nessuno si sarebbe sacrificato così tanto per me, ma solo tu. Ed io te ne sarò grato per sempre.

 

Prenditi cura dei bambini, sarai, anzi sarete due padri fantastici.

 

Per sempre soltanto tuo, Austin

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

•••

 

 

 

 

 

-Ti prego Mark, ho bisogno di capire- mormorava Axel tremante, aggrappato al braccio del castano con uno sguardo devastato nelle iridi scure e lucide.

 

Mark aveva paura, il solo fatto che Austin avesse previsto tutto lo faceva stare malissimo.

 

Avrebbe dovuto allontanarsi da Axel per rispettare la memoria di quel povero ragazzo, ma non aveva la forza di lasciarlo a se stesso con due bambini da tirare su, non se lo sarebbe mai perdonato.

 

Eppure in quella lettera c'era troppo, troppo dolore.

 

Axel ne sarebbe uscito distrutto, perché le sue paure, seppur messe per iscritto con altre parole, si erano rivelate in un certo senso fondate, seppur molto lontanamente.

 

Ma le accurate spiegazioni di Austin non sarebbero di certo bastate a placare il senso di colpa di Axel; era convinto di averlo distrutto con le proprie mani e quella lettera, per quanto sostenitrice del contrario, gliene avrebbe dato soltanto la conferma.

 

E infondo persino Mark trovava difficile credere all'innocenza di Axel, ma soprattutto alla propria in tutta quella storia.

 

Era stata colpa sua, soltanto colpa sua fin dall'inizio.

 

Non avrebbe mai dovuto cercarlo, non avrebbe mai dovuto chiedere a Jude di lui. Come aveva potuto? Sapeva perfettamente che Axel avesse un marito ed una famiglia, ma questo non lo aveva fermato.

 

Ed aveva distrutto tutto quanto. Aveva reciso una vita, aveva smembrato una famiglia ed a farne le spese di tutto ciò sarebbe stato proprio il povero Axel, al quale lui stesso aveva scombussolato l'anima fin da ragazzino.

 

Lo aveva ferito con il proprio matrimonio, lo aveva poi strappato a suo marito e ai suoi bambini. Per finire poi, lo aveva reso vedovo. Era soltanto colpa sua, lo era stata fin dall'inizio.

 

Ma poteva ancora rimediare, poteva ancora risparmiare del dolore al suo migliore amico, all'uomo che nonostante tutto non aveva mai smesso di amare.

 

-Permettimi di tenerla soltanto per un po', okay?-

 

-Ma che stai dicendo!- aveva protestato Axel con le lacrime agli occhi -è mia, lui l'ha lasciata a me è tutto quello che mi rimane di lui!-

 

-Ti prego Axel, è ancora troppo presto, potrebbe farti male e...-

 

-Non importa- aveva detto il biondo tirando su col naso -io voglio leggerla, è il minimo che io possa fare per comprendere i miei errori-

 

-Questa lettera non parla dei tuoi errori Axel ma dei suoi. Lo so, ti sembra assurdo, non ne ha mai commessi, eppure era convinto di avere tutta la colpa. Ti prego, se tieni alla memoria di tuo marito devi impedirgli di continuare a biasimarsi in questo modo, devi conservare gelosamente il ricordo perfetto e senza macchia che hai di lui. Devi farlo per Austin, sai quanto lui stesso si disprezzasse, non lasciarglielo fare fino alla fine. Per favore Axel-

 

Il biondo aveva singhiozzato di dolore, così Mark si era affrettato a sostenerlo, lasciando che si sfogasse sulla propria spalla.

 

-Perché si odiava così tanto?! Che cosa gli ho fatto per distruggerlo in questa maniera?!- aveva detto sconvolto, senza smettere di piangere.

 

Mark gli aveva premuto la mano sul capo e aveva respirato profondamente fra i suoi capelli.

 

-Ti giuro che starai meglio- gli aveva sussurrato, ma Axel aveva protestato subito.

 

-Io non voglio stare meglio, non me lo merito! Voglio pagare per il mio errore, voglio rimediare ma non so come- aveva singhiozzato disperato -non so come-

 

Anche Mark aveva ceduto alle lacrime. Stare ad ascoltare la persona più importante della sua vita mentre si struggeva in quel modo era straziante, ma almeno lui non doveva arrendersi, lui doveva essere forte per entrambi e far restare in piedi il suo amico, anche se ciò avesse impiegato degli anni.

 

Lui era pronto a fare del suo meglio per rimediare e lo avrebbe fatto stando accanto all'uomo che amava senza mai sfiorarlo, ma donandogli ugualmente tutto il proprio amore e supporto.

 

-Rimedieremo insieme Axel, te lo prometto- gli aveva detto con un filo di voce quasi impercettibile.

   
 
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