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Autore: Haru Paradise    07/07/2020    1 recensioni
In una terra di miti e leggende, un giovane mago si troverà a fare una scelta che potrebbe cambiare il suo destino e delle persone a lui care, quando Morgana chiederà il suo aiuto. Il suo nome, Merlino.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rivelazioni

 
 
Artù non riuscì a nascondere la sua sorpresa e confusione quando, l’indomani, Morgana bussò alla sua porta per “chiedermi in prestito”.  Ascoltai divertito la conversazione, mentre sistemavo i vestiti del principe << Per cosa mai ti potrebbe essere d’aiuto Merlino? >> << Era già da un pò di giorni, che volevo sfruttare il tempo libero a mia disposizione per arricchire la mia cultura. Ho trovato genuino interesse nei confronti dello studio delle erbe e dei rudimenti della medicina >> << Sono contento per te Morgana, ma Gaius non sarebbe forse più indicato nel compito di insegnate? >> << Probabilmente, non lo metto in dubbio, ma Gaius è occupato a salvare vite e consigliare al re, quando viene chiesto il suo aiuto. Non vorrei che la mia richiesta gli impedisse di continuare ad ottemperare tali attività. Merlino è suo allievo, quindi almeno le basi di tali argomenti, dovrebbe essere in grado di insegnarmele o almeno aiutarmi alla loro introduzione >>. Artù pensò alla proposta  << Merlino che insegna qualcosa…ma sì,perché no? >> disse ridendo << L’idea mi diverte. Acconsento a lasciarti il mio servo per queste “lezioni”, ma sempre dopo che avrà terminato i suoi compiti mattutini >> << Ti ringrazio Artù, farò in modo che la soddisfazione della mia richiesta non ti crei alcun problema o fastidio >>. Morgana si chinò leggermente con il capo e, mentre stava uscendo, Artù si voltò verso di me << Mi raccomando Merlino, questo compito non dovrà distrarti dai tuoi doveri. E vedi di tornare per i pasti. I piatti non si serviranno da soli >> << Potreste mangiare di meno >> << Stai forse insinuando che io sia, grasso? >> << No, assolutamente >> << Ah, ecco >> << Grasso proprio non direi. Robusto, già, robusto vi si addice maggiormente >>. L’occhiata che mi lanciò fu eloquente più di mille parole. << Ehm , credo di aver terminato i miei compiti. Vado da lady Morgana >> << Fai bene Merlino, per caso vuoi che ti dia una mano? >> Ero confuso da queste sue parole, ma appena Artù si alzò, allontanandosi dalla sua scrivania, verso di me, con aria minacciosa, scattai verso la porta. Mentre uscivo, credetti di aver sentito uno spostamento d‘aria mancarmi di pochi centimetri, il mio povero fondoschiena.
 
<< E’ davvero… “rustico” , qui dentro. Sono venuta così tante volte a fare visita a Gaius, eppure non mi sono mai guardata attorno >> Spaziò dalle boccette di vari colori, alle piante essiccate, ai libri ed i vari scritti sparsi qua e là. << Sai, ho usato lo studio di tutto ciò come scusa, ma forse ripensandoci, potrebbe interessarmi per davvero >>. Mi sedetti sulla panca, vicino al tavolo, pronto a parlarle, ma lei era ancora intenta ad esplorare la stanza, così curiosa da elementi a cui non aveva mai dato importanza. Mosse dei fogli osservandone i disegni a mano e gli appunti scritti sopra, prese i libri leggendone i titoli e tastando le copertine, salì gli scalini mettendo la mano sulla maniglia…la mia maniglia!!! << Aspetta, lì dentro è meglio di no >> << Oh scusami, in effetti non è molto educato da parte mia ficcare il naso in giro in questo modo >> << Non ti devi preoccupare Morgana, puoi curiosare dove vuoi, solo che quella è la mia stanza, e non credo ci sia molto di interessante da vedere >> << Oh >> Morgana arrossì lievemente, allontanandosi dalla porta << Capisco >>, si affrettò poi a cambiare discorso << E la camera di Gaius? Non mi sembra di vedere altre stanze collegate a questa >> << Beh era quella >> Indicai la porta da cui si era allontanata << Ma da quando sono qui io, me l’ha ceduta. Ora è questa la sua stanza >> dissi spaziando con le braccia fino ad indicare un letto messo di lato contro la parete. Morgana guardò dove dormiva il medico di corte, con una punta di apprensione in viso. << Un pò mi spiace >> << Anche a me >> << Però è un bel segno d’amore. Ti ha dato la sua stanza ed ora dorme qui, nel laboratorio >> << Non penso francamente che per lui sia una scomodità, però sì, è un bel gesto >>. Morgana prese posto al mio fianco. << Allora >> Aprì dei libri sul tavolo, sparsi dei fogli e per concludere in bellezza, misi una matita al centro. << Questi a cosa ci serviranno? >> << A niente >> << Ah >> << Semplicemente, nel caso entrasse qualcuno, questa… >> dissi indicando il disordine che avevo creato davanti a noi << …sarà la nostra difesa >> << Capisco >> << Ma ora la cosa più importante: ci ho pensato a lungo dopo ieri notte, di quello che è successo e ha proposito di quello che mi hai detto >> << Anche io stamattina ci ho pensato. Molti dei miei incubi hanno avuto risvolto nella realtà. Tutte le volte che ho visto in sogno qualcuno correre un pericolo o una minaccia per l’incolumità del regno >> << Mmm, la vostra non è di sicuro suggestione… >> feci un pausa per sottolineare l’importanza di ciò che stavo per dirle << …ma è una forma di magia: si tratta di preveggenza. Inoltre avete pure rotto lo specchio, quindi siete pienamente in grado di usare la magia, non solo per vedere eventi futuri >> << Una volta ho fatto cadere un candelabro, incendiando parte del baldacchino del mio letto, ed un’altra, ho incrinato il vetro di una delle finestre. Entrambe le volte ho fatto venire uno spavento alla povera Gwen. Io non voglio spaventare nessuno, Merlino >> << Quindi sospettavate già della vostra condizione? >> << Sì, da anni. Ho sempre cercato di convincermi che mi stessi spaventando per nulla, ma con il passare del tempo, la possibilità che si trattasse di magia, mi martellava sempre con più intensità nella testa. Sono stata terrorizzata dalla possibilità che qualcuno sospettasse; ho temuto di essere vista come un mostro e di suscitare l’odio del re, di Artù, dei miei amici, di Camelot >> le coprì le mani, con le mie << Siete stata molto coraggiosa, Morgana, a sopportare per tutto questo tempo >> << Ma io non voglio essere coraggiosa. Io voglio essere solo me stessa >> disse, con una punta di disperazione e gli occhi lucidi. Vedendola in quelle condizioni e sentendole pronunciare quelle parole, ogni dubbio che potevo aver avuto, scomparve. << E lo sarete. Io vi aiuterò >> << Merlino, io mi fido di te e queste tue parole mi rincuorano, ma come? Come puoi tu aiutarmi in questo o guidarmi nelle conoscenze della magia- >> Morgana si interruppe, liberando le mani e allontanandole << Aspetta un attimo… come facevi ad essere così certo che la mia fosse magia? Come fai a sapere tutto questo a tal proposito? >> Le porsi un fazzoletto per asciugarsi le lacrime che avevano fatto capolino durante il suo discorso precedente. Lei fece per prenderlo, ma i suoi occhi strabuzzarono quando si rese conto che le mie mani erano ancora poggiate sul tavolo, mentre quel semplice quadrato bianco di tessuto si trovava a mezz’aria. Lentamente avvicinò la mano; al tocco lieve delle sue dita, il fazzoletto si afflosciò su di esse. << In realtà la cosa a cui ho pensato maggiormente è stato se rivelarvi o meno un mio piccolo segreto. Ho deciso che è giusto farlo >>. Morgana era impietrita.
<< Sono un mago >> le annunciai con orgoglio.
Il suo viso espresse in breve tempo una moltitudini di emozioni.
Prima spalancò la bocca per lo stupore poi, mentre cercava di coprirsela, le lacrime iniziarono a rigarle il volto. Che fossero di gioia o tristezza od altro, non riuscì a capirlo.
Provò a muovere la mano che stringeva, quasi convulsamente, il fazzoletto, per asciugarsi gli occhi, ma venne scossa da un attacco di ridarella.
Morgana si alzò con passo incerto; provai ad aiutarla, ma lei mi allontanò con un gesto.
<< Ha torto >> disse con un senso di realizzazione, dopo alcuni minuti. << Chi? >> le chiesi confuso. << Il re. Pensa che chi pratichi la magia sia un pericolo, un mostro degno di essere braccato e cacciato come un animale. Individui che vanno immediatamente giustiziati, senza nemmeno un’ombra di un equo processo. Ho temuto per tanto tempo di essere uno di quei mostri di cui andava tanto vaneggiando, ma ora che so che anche tu…tu non sei il male Merlino, sei educato, gentile e sempre disponibile per chi ha bisogno di aiuto. Sei l’esempio vivente che la magia può albergare anche nelle brave persone >> disse Morgana con gioia, iniziando ad accettare quella nuova realtà che si era appena affacciata nella sua mente << La magia non è malvagia…non siamo noi a sceglierla, ma è lei a scegliere noi…anche io sono buona, ne sono certa…vero? >> concluse corrucciata. Le allungai la mano. Inizialmente titubante, la accettò, e con un sorriso incerto riprese posto sulla panca. Con calma, la rincuorai << Sì Morgana, tu sei buona; sei una delle persone più gentili, altruiste e di buon cuore che abbia mai conosciuto. Per quanto riguarda la magia, in parte hai ragione: non è malvagia, ma non è nemmeno buona. La magia è un’energia neutrale che permea il mondo: gli animali, le piante, la terra, l’acqua, l’aria e tanto altro ancora. Sono gli uomini e le donne che la usano, che riflettono in essa ciò che alberga nel loro cuore >> << Quindi noi non siamo diversi, abbiamo solo…solo un… >> << …un dono >> completai. Morgana congiunse le mani al grembo, chiuse gli occhi per alcuni secondi e, quando li riaprì, apparve più…serena? << Sono libera, Merlino. Libera da quel peso che mi opprimeva al petto. Ora posso, forse, sperare di essere finalmente me stessa >> Il mio sorriso si smorzò. << Beh, non subito, purtroppo >>. La luce di speranza ed eccitazione che arricchiva i suoi occhi smeraldini, calò d’intensità. << Morgana, io nascondo chi sono davvero, a tutti, da quando sono qui a corte. Purtroppo le tue paure nei riguardi del re sono più che fondate. Ci farebbe giustiziare se scoprisse la verità >> << Già, hai ragione. Probabilmente visto che sono la sua “pupilla”… >> disse con ironia << …mi terrebbe segregata nelle prigioni, per il resto dei miei giorni. E sarebbe peggio della morte, vivere da sola, in catene, nel buio >> Strinsi i pugni, a quell’evenienza, e di istinto le coprì nuovamente le mani con le mie, riscuotendola dal torpore dato dallo sconforto. << Nascondersi è difficile, vero. Senza l’amicizia ed il supporto di Gaius, Gwen, per quanto sia incredibile, anche quello di Artù, ed il tuo… >> contrassi la mano per evidenziare quest’ultima parte << …non so cosa avrei fatto o cosa mi sarebbe successo. Vado avanti, grazie anche all’amore per mia madre, per amore di un futuro migliore, dove non dovremmo più nasconderci, ma camminare a testa alta, nella normalità e nell’uguaglianza >> Morgana assorbì le mie parole. << Il futuro che descrivi è così bello ed allettante, ma come potrà mai essere possibile? >> << Artù >> << Artù? >> << Artù sarà un re più giusto di suo padre. Correggerà la visione che tutti hanno della magia e di chi è in grado di praticarla. Saremo così liberi di operare alla luce del sole, aiutare gli altri, rendere il regno un posto migliore e magari, insieme, portare addirittura un periodo di pace e serenità su tutta Albione >> << Dovremmo aspettare chissà quanto per l’avvento del periodo che vai declamando, davvero ne sei certo? >> < > << Non so se io possa avere la tua forza di volontà >> << Io so che sei una donna forte Morgana e che insieme potremo farcela >> << A non impazzire, nel mentre >> << Anche >> Morgana si lasciò andare ad un sincero sorriso, dopo il quale mi guardò dritto negli occhi, con serietà << Non voglio che tu possa pensare  male di me Merlino- >> << Non potrei mai farlo >> Morgana sorrise compiaciuta da quelle parole, per nulla infastidita dalla mia interruzione << Ma vorrei farti una domanda… >> notando che rimanevo in silenzio ad attendere il suo quesito, continuò << Perché proteggi il re? Hai detto che saresti pronto a combattere per questo futuro; non hai mai davvero pensato…di… >> << Ucciderlo? >> Morgana sobbalzò. Sospirai. << Mentirei se ti dicessi di non averci pensato. Sì, ne ho avuto la tentazione, ma il suo regno volgerà al termine senza il mio intervento. Il mio destino è proteggere Artù fino ad allora e, quando diverrà re, aiutarlo e consigliarlo nel momento del bisogno. Inoltre per quanto non nutra particolare simpatia nei confronti del re, non potrei mai fare del male ad Artù, nemmeno indirettamente >> << Capisco. Anche io in fondo, in fondo…molto infondo >> rise << voglio bene ad Artù. Sono contenta che tu sia stato così sincero con me. Che tu ti sia fidato di me. Ti dimostrerò che la tua fiducia nei miei riguardi non è mal riposta >> chiuse la mia mano tra le sue << Manterrò il tuo segreto e ti aiuterò, se possibile, quando ne avrai bisogno >> << Lo stesso vale per me >>. Solo allora ci rendemmo conto di quanto fossimo vicini; i miei occhi, fissi sui suoi, si spostarono verso le sue labbra. Rosse ed invitanti. Il suo labbro inferiore si mosse all’indietro, umettandosi. Risalii al volto. Quando i nostri sguardi si incrociarono, Morgana non era in imbarazzo per come la stavo fissando, anzi, le sue pupille si dilatarono. Aveva capito. Mi mossi tentennando; lei rimase ferma, socchiudendo le palpebre. Percepivo il suo respiro caldo sul mio viso, il suo profumo, il suo- la porta del laboratorio si spalancò all’improvviso. Entrambi cercammo di mascherare l’imbarazzo ed il nervosismo causato dall’interruzione. << Oh salve Gaius, che piacere vederla qui…nel suo laboratorio…già >>  << Merlino, lady Morgana, cosa ci fate qui? >> << Le stavo mostrando delle letture leggere che illustrano le basi della botanica: per voi va bene se le prende in prestito per qualche giorno? >> << Sì, certamente, nessun problema al riguardo. Mi raccomando, quando avrete terminato… >> << Mi prodigherò a riportarvele immediatamente >> << Non c’è bisogno che vi scomodiate in prima persona milady, ma apprezzo la vostra gentilezza e disponibilità >>. Morgana raccolse i libri, impilandoli uno sull’altro. Fece per uscire, fermandosi un attimo sull’uscio. Si voltò regalandomi il più dolce sorriso che avessi mai visto.
  
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