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Autore: annika0775    07/07/2020    0 recensioni
[La Fiamma del Vento]
Sequel, ambientato dopo il termine del romanzo.
Sheroly è Comandante della Guardia di Volpilandia, ma alcuni tra gli anziani non vedono di buon occhio che una femmina occupi una posizione così importante e quindi le impongono restrizioni molto dolorose: non può sposare Helsa né avere una famiglia. Inoltre non può nemmeno entrare all'osteria del porto, perché risulterebbe disdicevole. Tra chiacchiere di paese e abitudini medievali, la Sheroly abituata a vivere a Canlandia si trova decisamente ai ferri corti!
La festa di Mezzestate però si avvicina e Carty, che nel frattempo è diventato commissario, decide di passare qualche giorno di vacanza proprio a Volpilandia.
Con così tanti poliziotti in giro, la vicenda non può che tingersi di giallo e Sheroly sarà costretta a dare prova delle sue capacità di detective, per salvare Helsa da un'accusa di omicidio.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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10.


 

La vecchia maniera esige delle regole. Il campo del duello è delimitato dai soldati. Richard mi presta l’elmo e la corazza, perché non sono solita uscire in armatura. A quanto pare i cani sono stati liberati. Helsa invece no. Continua a essere in catene, ma Kate gli sta medicando le ferite. Questa faccenda dell’ultimo sangue non mi piace. Lancio un’occhiata a Helsa, che è terreo. Tresfeir anche. Forse si è accorto solo adesso di quello che sta per succedere e non riesce a capacitarsi. A Canlandia ci si spara nelle strade, ma un evento come questo è vietato dalla legge. Carty sembra che la sigaretta se la stia proprio mangiando, ma faccio a lui e a Sandra un piccolo cenno come a confermare che andrà tutto per il meglio. Forse lo faccio più per me stessa che per loro. Al segnale di un soldato, sguainiamo le spade e lanciamo i cavalli l’uno contro l’altro.

Il clangore delle lame riempie la pianura. Almeno riempie le mie orecchie. Lo sguardo fisso sulle spalle di Millson per prevenire le sue mosse. Gli stalloni, nervosi ed eccitati, si affrontano a morsi e rampate, rendendo il combattimento ancora più difficile coi loro movimenti repentini. Uno sgualembro mi colpisce uno spallaccio, che salta lontano mentre sposto velocemente la sua spada dalla mia figura. Devo cambiare angolazione. Sprono Frushard perché offra al nemico di nuovo il fianco destro. E di nuovo una lotta senza esclusione di colpi. Mentre penso a come concludere il più rapidamente possibile, lui ne approfitta e abbassa la spada dietro di me… per colpire la groppa del mio cavallo! Per parare il fendente mi sbilancio e vengo disarcionata.

Recupero in fretta la mia spada, mentre Millson scende platealmente dal suo destriero, con la faccia di quello deciso a massacrarmi. Senza cavalli, lui è più alto di me e mi diventa molto più difficile colpirlo. Ma colpirlo non sembra un problema, ora. Infatti mi investe con una sequenza di colpi inarrestabile, tale che non riesco a smettere di difendermi. Continuo a indietreggiare. Basta solo un errore, che quello mi ha in pugno. La mia lama d’argento arriva a sfiorare un paio di volte il suo cimiero nero e nient’altro. La sua violenza non si placa, anzi, aumenta insieme alla sua convinzione che io non abbia possibilità.

Morire non sarebbe il problema. Se uno solo di quei fendenti andasse a segno, sarei immediatamente spacciata, considerando il male che mi fanno le braccia mentre li paro. Ma cosa ne sarebbe di Helsa? Dei miei amici, che ho stupidamente coinvolto in questa storia che non appartiene loro? Che ne sarebbe del Podestà e di tutta Volpilandia? È per tutti costoro che sto combattendo, mentre il mio avversario è guidato dal più bieco egoismo. Il filo della sua spada mi apre la pelle appena sopra il guanto sinistro, è un taglio poco profondo e non sento neppure male, ma il sangue che comincia a colarmi rende il mio avversario ancora più cattivo. Inciampo e cado. La spada di Millson si conficca a due centimetri dal mio collo nel terreno, ma con un calcio lo spingo lontano. Non è riuscito a estrarre la spada. Ora posso attaccare! Rinfodero la mia lama e gli sferro un pugno sul naso. Sento le grida della Guardia e immagino che siano tutte per me. Trasformare un duello di spada in un incontro di pugilato non è da tutti. Appena immagino che allunghi la mano nello stivale destro per estrarre lo stiletto, lo precedo con un calcio. Ancora uno sgambetto e il mio fanatico contendente è a terra, incredulo. Gli monto in piedi sulla pancia, un piede a opprimergli in torace. Sguaino la spada sacra, che mai cadrà nelle sue vili mani, e gliela appoggio alla gola:

-Soldato Millson. Per quel che mi riguarda, siete sconfitto. Con questo, ho ottenuto soddisfazione.

Con l’elmo sotto il braccio, saluto formalmente tutto l’estemporaneo pubblico che applaude senza eccezione. Ripongo la spada nel fodero e mi avvio verso i miei amici. Proprio allora sento un grido all’unisono:

-Sheroly!- non faccio in tempo a voltarmi verso Millson, che qualcosa di pesante, molto pesante, mi colpisce alla base del collo.

In uno strano dormiveglia sento delle voci concitate. Forse sono addirittura delle urla. Qualcuno mi solleva:

-Helsa…- sussurro. Ma non è Helsa. La camicia bianca e l’odore di tabacco… so che è Samuel. Non posso fare altro che crogiolarmi, prima di piombare nel buio.


 

  
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