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Autore: Teo5Astor    08/07/2020    13 recensioni
Nessuno poteva immaginare che una vecchia lampada apparentemente senza valore avrebbe potuto cambiare il destino di così di tante persone, perché nessuno sapeva che conteneva sette sfere magiche in grado di evocare un Genio-Drago capace di realizzare qualunque desiderio, a patto che non fossero più di tre.
Non lo immaginava Aladdin Goku, un giovane ladro dal cuore d’oro, e nemmeno la principessa Chichi, la futura regina del regno di Agraba che sognava il vero amore e rifiutava qualsiasi matrimonio politico nonostante le pressioni del padre, il sultano.
Non potevano immaginarlo nemmeno un’ancella, un principe e una principessa venuti da lontano e una tigre molto speciale.
Non lo immaginava neppure il Genio in persona che il destino potesse cambiare anche per un essere immutabile come lui.
Lo immaginava solo il malvagio Gran Visir di quel regno, perché aveva in mente un perfido piano da tanto tempo e aspettava solo l’occasione giusta per concretizzarlo. E, allo stesso modo, lo sperava anche il suo astuto pappagallo, che aveva un sogno segreto nel cuore.
Rielaborazione a tema Dragon Ball di Aladdin.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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18 – Il mondo è mio
 
 
Poco prima, mentre Radish stava ancora camminando da solo nel giardino del palazzo reale alla ricerca di Lazuli, Goku aveva raggiunto in pochi istanti la balconata della stanza di Chichi. Il genio lo sapeva, perché, grazie all’incantesimo che aveva fatto, lui e il suo nuovo fratello minore erano collegati telepaticamente.
«Ehm… principessa Chichi! C’è nessuno?!» farfugliò goffamente Goku, in piedi sulla balaustra. Cercava di sbirciare all’interno della stanza, ma la visuale era ostruita da pregiatissime tende.
La principessa era sdraiata sul letto con le mani tra i capelli, presa a rimuginare malinconicamente su tutto quello che le stava succedendo. Aveva pensato per un attimo durante la festa che il principe Kakaroth potesse meritare di avere almeno una chance rispetto agli altri pretendenti, ma alla fine si era dimostrato solo uno stupido egocentrico. Sentire all’improvviso una voce così vicina e che proveniva dall’oscurità in cui era avvolta la balconata la riportò alla realtà e la fece trasalire. Bulma si alzò di scatto e si mise in posizione d’attacco, pronta a scattare in caso di pericolo.
«Chi è?!»
«Sono io! Go… ehm, il principe Kakaroth!» rischiò di tradirsi Goku, saltando giù dalla balaustra e atterrando sull’ampio terrazzo. «Il principe Kakaroth di Paoz!» aggiunse in tono solenne dopo essersi schiarito la voce, avvolgendosi nel mantello e cercando di darsi un aria regale.
«Vattene! Non voglio vederti!» sbuffò acida la principessa, mettendo la testa fuori dalle tende solo per fulminare con lo sguardo quel ragazzo così insistente che non faceva altro che irritarla.
«No, aspetta principessa!» la implorò Goku, facendo qualche passo in avanti per seguirla. «Dammi una possibilità!»
«Lasciami in pace o chiamo le guardie!» sbottò dall’interno della stanza Chichi.
«Roarrr!» ruggì Bulma, saltando fuori da dietro le tende e atterrando a pochi passi da Goku, al quale si gelò il sangue nelle vene alla vista di quegli occhi felini così azzurri e le fauci così in bella vista. Lui conosceva quella tigre, ma lei l’avrebbe riconosciuto? O l’avrebbe sbranato?
«Sei fottuto, fratello» lo derise Radish telepaticamente.
«B-buona… s-sì, vieni… micia, micia micia! Gattona!» farfugliò il falso principe, indietreggiando verso la balaustra.
Chichi nel sentire quelle parole fu attraversata da un fremito e il suo cuore cominciò a battere più forte. Erano infatti le stesse parole che aveva usato Goku quando si era presentato all’improvviso nella sua stanza per ridarle la fascetta di sua mamma. Era lui? Era tornato da lei e si era travestito?
«Aspetta!» esclamò la principessa, correndo fuori e accarezzando Bulma, che si calmò istantaneamente pur restando guardinga. «Ci siamo già visti da qualche parte?!»
«Ehm… n-no! Urcaaa! No di certo!» rise forzatamente Goku, grattandosi la nuca. Come aveva fatto a capirlo?! Cosa stava succedendo?!
«Tu mi ricordi una persona che ho conosciuto al mercato» riprese Chichi, scrutandolo con aria sospetta. Non lo convinceva per niente quel ragazzo.
«Al mercato, principessa?! Io ci mando i miei servitori al mercato! Anzi, ho persino dei servitori che vanno al mercato per i miei servitori!» si sforzò ancora di ridere Goku, che cercava goffamente di mostrarsi naturale.
Chichi e Bulma sbuffarono in contemporanea sentendo quelle parole e si guardarono negli occhi, rassegnate.
«Quindi non puoi avermi incontrato lì!»
«No, evidentemente no…» sospirò la principessa, voltandosi per rientrare nella sua stanza.
«Che cazzo stai facendo?! Parla di lei, non di te!» intervenne Radish, sgridando telepaticamente Goku e facendolo quasi spaventare. «Dille che è bella, intelligente, spiritosa! Parla dei suoi occhi, dei suoi capelli! Possibile che devo spiegarti tutto?! Dille che è una figa, muoviti!»
«Sei una fig… ah, no!» se ne uscì Goku a gran voce, ripetendo le ultime parole del genio e rendendosi subito dopo conto di quello che stava facendo.
«Ma lo fai apposta o sei scemo?!» rise Radish nella sua testa. «Questa un giorno la devo troppo raccontare a Lap!»
«Cos’hai detto?!» esclamò Chichi, che si voltò sbalordita. Aveva capito bene?
«Ehm… eccooo… che tu sei una figura esemplare di principessa!» cercò di correggere il tiro Goku. «Che sei… tu stessa, una principessa…» si impappinò, mentre lei lo guardava perplessa. Anche Bulma sembrava allibita. «Insomma, che sei bellissima!»
«Ci voleva tanto?! Bravo!» lo incoraggiò Radish.
Chichi scosse la testa e cominciò a sorridere maliziosa. Aveva deciso di prendersi gioco di quello stupido principe prima di dargli il benservito una volta per tutte.
«Non sono solo bellissima, sono anche ricca» disse in tono suadente, ancheggiando lentamente verso Goku e fissandolo con uno sguardo languido che lo mandò in estasi. Era ancora più bella del solito ai suoi occhi in quel momento. Qualcosa di assurdo che non riusciva nemmeno a definire. E si stava avvicinando a lui, significava che l’aveva colpita?! Che ce l’aveva fatta?!
«S-sì…» balbettò Goku, cercando tuttavia di mostrarsi sicuro di sé.
«Sono la figlia del sultano…».
«Lo so…».
«E sono un ottimo partito per qualsiasi principe, mi spiego?» disse dolcemente la principessa, fermandosi a un passo da Goku e allungando il suo viso verso quello di lui.
Il giovane ladro sudò freddo e sentì il cuore martellargli nel petto. Lei era così vicina, ed era così bella che quasi gli sembrava di impazzire. Il respiro di lei gli accarezzava le labbra, i suoi occhi erano più ammalianti delle montagne d’oro che aveva visto nella Caverna delle Meraviglie. Ripensò a un paio di giorni prima, quando stava per baciarla a casa sua senza sapere chi fosse. E si sentì felice, pensò di avercela fatta.
«C-certo! Un… un principe come me!» farfugliò. Era teso come un corda di violino. Non gli sembrava vero quello che stava vivendo.
«Sì… un principe come te» confermò Chichi, afferrandolo per il colletto della sua giacca regale con un mano e tirandolo verso di sé. Il suo seno era premuto contro il petto di Goku. Gli toccò con un dito il mento, il naso e infine la fronte, senza smettere di sorridere maliziosa. «E come tutti gli altri principi presuntuosi e arroganti che ho conosciuto!» gridò, improvvisamente furiosa, calcandogli con forza il cappello sulla testa fino a coprirgli gli occhi e avvolgendogli con uno strattone il mantello sulla faccia.
«Eh?! No! Aspetta!» provò a protestare Goku, mentre cercava di liberarsi.
«Vattene! Sparisci dalla mia vista!» ribadì Chichi, camminando a passo di carica verso l’interno della sua stanza.
«Ti ha fottuto, fratello!» commentò telepaticamente Radish, mentre anche Bulma indietreggiava verso la camera senza smettere di ringhiare.
«Basta!» gli rispose Goku con stizza, senza rendersi conto di aver parlato ad alta voce. Anzi, di aver urlato.
«Che cosa?!» sibilò la principessa, voltandosi ancora una volta. Stringeva tra le mani la tenda e aveva un piede già nella sua stanza.
«Sii te stesso! Te stesso!» gli suggerì il genio.
«Dicevo… basta! Nel senso, che hai ragione: basta così, non è giusto che tu debba essere considerata un trofeo da vincere…» disse mestamente Goku, abbassando la testa. «Dovresti essere libera di decidere da sola. Hai ragione, sparisco…» aggiunse, voltandosi verso la balaustra, senza nemmeno essersi reso conto dagli occhi di Chichi che quelle parole l’avevano colpita.
Aveva parlato col cuore e lei se ne era resa conto. Pensò che forse meritava almeno qualche minuto del suo tempo quel ragazzo. Faceva lo spaccone, ma in realtà era un imbranato. Magari non proprio una possibilità vera e propria, ma, appunto, qualche minuto in più. Non sapeva nemmeno lei perché, in quel momento, vedendolo voltarsi, si era sentita improvvisamente triste. Un po’ come quando aveva visto Goku andarsene due notti prima, non sapendo se avrebbe mai potuto rivederlo. C’era qualcosa di quel ragazzo che aveva conosciuto al mercato in questo principe, solo che non riusciva a vederci chiaro. E non riusciva a vedere chiaro nemmeno dentro sé stessa. Non capì se lo voleva trattenere con sé perché non voleva perderlo o perché si voleva prendere ancora gioco di lui. Doveva essere per forza la seconda opzione, e così decise di comportarsi di conseguenza.
«Aspetta! Perché sei venuto qui?» domandò Chichi, ostentando comunque freddezza.
«Beh, perché te ne sei andata all’improvviso dalla festa e quindi…».
«Piuttosto, come hai fatto ad arrivare sul balcone della mia stanza?!» lo interruppe la principessa. L’unico che ci era riuscito era stato Goku.
«Ho usato una nuvola magica…» sorrise ingenuamente il falso principe, mentre Chichi aggrottava la fronte, convinta che la stesse prendendo in giro o che fosse una battuta mal riuscita.
«Sarà… comunque in realtà mi ha fatto piacere vederti» disse lei, sorridendo con fare beffardo e camminando all’interno della sua stanza fino a raggiungere un tavolo pieno di libri e fogli sparsi.
«Urcaaa! Davvero?!» si illuse Goku.
«Sì, ho cercato il regno di Paoz dappertutto, ma sembra non sia presente sulle mie mappe» rispose, indicando una grossa cartina aperta sulla scrivania. «Saresti così gentile da mostrarmelo tu? Su, entra pure» aggiunse.
I suoi occhi brillavano. Aveva l’aria di chi sapeva di aver messo in trappola la sua preda. C’era qualcosa di strano in quel ragazzo e lei voleva assolutamente scoprirlo.
«Ehm… ah, sì, certo! V-volentieri!» farfugliò Goku, grattandosi la nuca e entrando con fare circospetto dalla porta finestra.
«Grrr!» ringhiò sommessamente Bulma, abbassando la schiena e cominciando a camminare lentamente verso Goku. Nessun estraneo poteva entrare nella stanza di Chichi se c’era lei a fare la guardia.
«Stai buona, Bulma! Non mangiare subito il principe Kakaroth, gli servono le gambe per ballare!» ghignò la principessa con fare polemico.
«Scusa… dici che ho esagerato con la capriola all’indietro?»
«Un po’…» si voltò Chichi, riprendendo a guardare la mappa.
«Stronzate! La capriola era una figata!» si lamentò telepaticamente Radish.
«Piuttosto, aiutami! Sono nei guai!» rispose Goku, mentre si avvicinava alla scrivania.
«Allora? Paoz?!» si spazientì Chichi, mollandogli in mano la carta.
«Ah… certo! Paoz!» prese tempo Goku, fissando quella mappa piena di confini, regni e località senza più sapere che pesci pigliare. La sollevò tendendo le braccia, in modo che Chichi non riuscisse a vedere i suoi occhi che vagavano disperatamente da un estremo all’altro di quel foglio, in attesa di un aiuto da parte del genio.
Quasi gli venne un colpo quando vide comparire sulla carta proprio Radish sotto forma di disegno che lo salutava e sorrideva. Appariva nel suo corpo azzurro di genio e sembrava decisamente divertito dal guaio in cui si era cacciato il suo giovane amico.
«Aiutami! Ti prego!» pensò Goku, con Radish che in tutta risposta gli indicò soddisfatto un punto preciso al centro della mappa dove era appena comparso uno stato chiamato “Rad Land”.
«Piantala! Aiutami!» lo implorò, mentre Radish faceva comparire a caratteri cubitali su quella mappa le parole “Sii te stesso, imbecille!”.
«No! No!» gli rispose Goku, sgranando gli occhi, disperato, mentre l’immagine del genio svolazzava allegramente da un angolo all’altro del foglio.
«Qualche problema? Hai perso il tuo regno?» chiese stizzita Chichi, strattonando la mappa e costringendo il giovane ladro a guardare di nuovo i suoi occhi indagatori.
«Il mio regno?! Ah, giusto, stavamo cercando il mio regno!» si sforzò di ridere Goku, mentre lei sollevava gli occhi al cielo. «È… è qui!» esclamò, chiudendo gli occhi e indicando un punto a caso in un angolo di quella mappa dettagliatissima.
«Io non credo proprio! L’ho cercato bene e…» sbottò Chichi, salvo interrompersi quando si rese conto che accanto al dito di Goku compariva il piccolo regno di Paoz con i suoi confini in bella mostra.
«È qui! Sì, è qui!» esultò il falso principe, ringraziando mentalmente Radish che aveva risolto ancora una volta tutto.
«Ma… come mai non lo vedevo?!» domandò Chichi, sbigottita.
«Ma sì, non è un problema! A cosa servono le mappe?!» rispose Goku ridendo, sfilando la cartina dalle mani di Chichi e arrotolandola. «Sono vecchie, inutili e… e non hanno valore pratico!»
«È solo grazie alle mappe che vedo il mondo…» sospirò lei. I suoi occhi si abbassarono e a Goku si spezzò il cuore nel vedere quanto erano diventati improvvisamente tristi.
Si ricordò di quello che gli aveva confidato quando l’aveva conosciuta e si sentì stupido per aver detto quelle cose, tuttavia non voleva tradirsi.
«Scusami… pensavo che una principessa potesse andare ovunque…».
«Non questa principessa» accennò un sorriso Chichi, guardando malinconicamente il cielo stellato fuori dalla finestra.
E fu osservando quel cielo che a Goku venne un’idea meravigliosa.
«E-ecco… a proposito… non è che… non è che vorresti per caso…» farfugliò goffamente il giovane ladro, indicando il cielo, ma rovesciando accidentalmente un vassoio pieno di mele dopo averle urtate col gomito. «Urcaaa! Scusa, le raccolgo subito!» aggiunse, chinandosi di scatto e cominciando a gattonare.
Quella scena fece sorridere la principessa. L’imbranataggine e l’ingenuità di quel ragazzo misterioso sapevano metterla di buon umore nonostante tutto. Si sentì meglio e fu felice di non averlo cacciato subito.
«L-le… le ho raccolte!» annunciò Goku, che si paralizzò e sgranò gli occhi non appena sollevò lo sguardo e si trovò il volto felino di Bulma a pochi centimetri dal suo.
«Bulma! No!» cercò di fermarla la principessa, che temeva sul serio il peggio a quel punto.
Gli occhi azzurri della tigre scrutavano quelli di Goku, mentre le sue narici cercavano di captare il suo odore e di ricordare dove l’avevano già sentito. E fu in quel momento che i lineamenti felini di Bulma si distesero. Allungò la testa verso il giovane ladro e si lasciò coccolare. L’aveva riconosciuto, in qualche modo.
«Brava gattona!» rise Goku, mentre Chichi osservava la scena basita.
«Sei sicuro che io e te non ci siamo già visti?!» gli chiese. Si sentiva confusa.
«Certo che ne sono sicuro! Eh, eh!» ridacchiò il falso principe, visibilmente a disagio, rialzandosi e camminando verso la balconata. «Stavo… stavo dicendo: dovresti vedere quei posti! Insomma, c’è tutto un mondo fuori dai libri, dalle mappe!»
«E da questo palazzo reale?!»
«Sì, fuori dai libri, dalle mappe e da questo palazzo…» confermò Goku, raggiungendo la balaustra e allargando le braccia. «Ti va?»
«Tutti gli ingressi sono sorvegliati…» sbuffò Chichi.
«Chi ha parlato di porte?!» arricciò il naso il giovane ladro, saltando agilmente sulla balaustra.
«Cosa fai?!» esclamò lei, preoccupata, correndo verso di lui
«Ogni tanto, principessa, bisogna rischiare!» sorrise Goku, lasciandosi cadere nel vuoto di schiena a braccia spalancate, fissando fino all’ultimo istante gli occhi sgranati di Chichi.
«No!» urlò lei, sporgendosi dalla balaustra.
Si ritrovò davanti il volto sorridente di Goku, che saliva verso l’alto e la guardava soddisfatto. Stava volando?! Com’era possibile?!
«Ma… cosa?!» farfugliò Chichi, indietreggiando spaventata.
Goku continuò a salire fino a raggiungere il livello della balconata, e fu il quel momento che la principessa si rese conto che era in piedi sopra a una nuvola gialla che galleggiava nell’aria.
«Nuvola magica, te l’avevo detto! Si chiama Speedy e dice che vorrebbe conoscerti!»
«È… è adorabile…» disse Chichi con un filo di voce colma di stupore, toccando la soffice nuvola, che si mosse e le fece un cenno d’assenso.
«Ti fidi di me?» le domandò Goku, allungando una mano verso di lei.
Il cuore di Chichi si fermò e ogni dubbio in lei a quel punto si dissipò.
«C-che cosa hai detto?!» gli domandò. Non poteva essere un caso che avesse usato le stesse parole abbinate allo stesso gesto di quel ragazzo che aveva conosciuto al mercato e che sentiva di amare. Perché le mentiva allora?
«Ti fidi di me?» ripeté Goku.
«Sì…» accennò un sorriso Chichi, stringendogli la mano e salendo a sua volta sulla nuvola.
Si sedette accanto a Goku, che le cinse la vita con la mano e la strinse a sé, mentre Bulma li osservava stupita.
«Bravo fratellino. Sii te stesso e comportati come farei io. Cantale qualcosa» disse telepaticamente Radish, che nel frattempo aveva trovato Lazuli intenta a leggere nel giardino del palazzo e si stava preparando a cercare di conoscerla.
«Grazie fratellone e buona fortuna con la tua principessa» rispose Goku, toccandosi la fronte e interrompendo il loro collegamento mentale.
E fu in quel momento che la nuvola Speedy prese il volo, librandosi leggera nella notte stellata di Agraba.
 
Goku ripensò per un attimo alle ultime parole che gli aveva detto Radish, mentre sentiva il cuore martellargli nel petto e teneva stretta a sé quella principessa che aveva amato fin dal primo istante in cui l’aveva vista. La nuvola volava sopra la città tra case illuminate e strade deserte, con Chichi che si guardava intorno con aria sognante. Non si era mai sentita così, e nemmeno Goku aveva mai provato simili sensazioni. Pensò a quello che avrebbe fatto Radish e così, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò a cantare. Non era molto da lui, forse, ma il suo istinto gli diceva che era la cosa giusta. Voleva provare anche ad essere sé stesso, nel limite del possibile e senza svelare come stavano davvero le cose.
«Ora vieni con me… in un mondo d’incanto! Principessa, è tanto che il tuo cuore aspetta un sì!» cominciò a cantare Goku, dimenticando presto l’imbarazzo che avrebbe pensato di provare.
La nuvola Speedy colse da un vaso su un davanzale un fiore bianco e glielo passò, così lui poté offrirlo a Chichi, che lo strinse tra le mani sorridendo. Era evidente che fosse felice, e vedere nei suoi occhi quella serenità fece sentire Goku più leggero delle nubi verso le quali si stavano adesso dirigendo.
«Quello che scoprirai è davvero importante, la nuvola volante ci accompagna proprio lì!» riprese, mentre Chichi guardava il palazzo reale e tutto il regno diventare sempre più piccoli fino a sparire.
Volarono in alto, sempre più in alto.
Oltre le nuvole, verso le stelle.
Cuori che battevano forti e teste piene di pensieri.
Superarono un muro di nubi e si ritrovarono illuminati da stelle che viste da così vicino sembravano più grandi di quanto non apparissero dal basso.
Intorno a loro non si sentiva più niente, solo il battito dei loro cuori e la vibrazione delle loro anime.
«Il mondo è tuooo! Con quelle stelle puoi giocar! Nessuno ti dirà che non si fa! È un mondo tuo per sempre!» cantò Goku, scoprendosi inaspettatamente poetico.
Forse non si era interrotto del tutto il suo collegamento col genio o magari aveva passato fin troppo tempo con lui. Ma non era importante in quel momento, perché per lui contava solo Chichi. Esisteva solo Chichi nel suo mondo, in quel mondo che avrebbe meritato sul serio di essere suo.
La principessa lo guardò intensamente negli occhi senza smettere di sorridere e di sognare. La luna si stagliava alle sue spalle, grande e luminosa, rendendola ancora più bella.
«Il mondo è miooo! È sorprendente accanto a te!» cominciò a cantare dolcemente anche lei. «Se salgo fin lassù, poi guardo in giù, che dolce sensazione nasce in meee!»
La nuvola Speedy raggiunse uno stormo di uccelli notturni, che si voltarono straniti verso i loro nuovi e insoliti compagni di volo.
«Ogni cosa che ho, anche quella più bella, no, non vale la stella che tra poco toccherò!» continuò Chichi, mettendosi in ginocchio e allargando le braccia come fossero ali, mentre salivano sempre più in alto.
«Il mondo è miooo!» intonò la principessa, mentre la nuvola si gettava in picchiata verso un fiume che nel frattempo avevano raggiunto.
Si trattava del Nilo, erano già arrivati in Egitto.
«Apri gli occhi e vedrai!» si intromise Goku, stringendola a sé come a volerla rassicurare, mentre Speedy volava sul pelo dell’acqua schivando fenicotteri addormentati e imbarcazioni ancorate.
«Tra mille diamanti volerò!» riprese lei.
«La tua notte più bella!» confermò lui.
«Con un po’ di follia e di magia tra le stelle comete volerò!» intonò la principessa, mentre si godeva i misteri immortali delle piramidi e delle sfingi di cui aveva sempre letto sui libri e che ora si trovavano davanti a lei. «Un corpo celeste sarò!»
«La nostra favola sarà!» continuò Goku, mentre la nuvola abbandonava il deserto e si dirigeva a tutta velocità oltre il Mediterraneo, con Chichi che continuava a guardarsi intorno elettrizzata da quello che stava vivendo.
«Non tornerò mai più! Mai più laggiù! È un mondo che appartiene a noiii!» cantarono in coro, mentre davanti a loro si stagliava il Partenone in tutta la sua divina magnificenza dall’alto dell’Acropoli, dandogli il benvenuto in Grecia.
Speedy volava bassa, e così Chichi poté accarezzare un cavallo che correva libero in un campo insieme al suo branco, mentre Goku ne approfittò per cogliere una mela da un albero e offrirgliela. In quel momento il cuore della principessa perse un battito, perché quel gesto e quella mela le riportarono per l’ennesima volta alla mente quel ragazzo che aveva conosciuto al mercato e di cui si era innamorata. No, non poteva essere un caso.
«Soltanto a noiii!» disse il falso principe.
«Per me e per te!» gli sorrise lei, mentre la nuvola cominciò a volare sul pelo dell’acqua di un bellissimo laghetto.
«Solo per noiii» intonò delicatamente Goku, sporgendosi per guardare la sua immagine riflessa nell’acqua.
Gli si illuminarono gli occhi quando vide comparire anche l’immagine riflessa di Chichi. Era incantevole, e stava appoggiando la testa sulla sua spalla mentre lo prendeva per mano.
«Se vuoi lo avraiii».
«È nostro ormaiii».
«Solo per noiii» ripeté la principessa in un dolcissimo sussurro.
«Per te… e per meee…» conclusero in coro.
Goku inclinò la testa e l’appoggiò su quella di Chichi. Il suo profumo lo invase, il suo calore lo fece sentire bene. Strinse la sua mano più forte e chiuse gli occhi, lasciando che la nuvola volasse per conto suo dove volesse.
Per lui era uguale, ogni posto sarebbe stato speciale finché avesse potuto avere al suo fianco Chichi come in quel momento.
Era felice, e sentiva che anche lei lo era.
Pensarono entrambi che avrebbero voluto volare così per sempre.
 
«È tutto così magico!» esclamò la principessa con aria sognante, quando più tardi la nuvola Speedy li fece scendere sul tetto di un palazzo di Agraba.
Non voleva tornare ancora tornare a casa. Non voleva che quella notte incantata avesse una fine.
«Già…» sorrise Goku, guardandola inebetito dalla sua bellezza e da tutto quello che stava accadendo tra loro.
La nuvola, intanto, si era sdraiata sul tetto accanto al giovane ladro, facendo il tifo per lui.
«Sai, di tutti i posti che mi hai mostrato, questo è di gran lunga il più bello» disse Chichi, guardando un gruppo di persone che stava facendo festa intorno a un falò in mezzo a uno dei quartieri poveri della città.
Bevevano, ballavano, ridevano. Sembravano felici. E liberi. Avevano poco, ma sapevano goderselo. Sapevano vivere, cosa che lei non aveva mai saputo fare.
«Già… a volte basta solo cambiare punto di vista» accennò un sorriso Goku, che vedeva in lontananza quella che era stata la sua casa e aveva anche riconosciuto alcune persone di quel gruppo che si stava divertendo e che sembrava così spensierato.
C’erano Cabba, Caulifla, Napa, Kale, Broly, Cheelai e molti altri che erano stati dei buoni amici per lui e Bubbles. Persone semplici, povere, con cui era cresciuto. Si ricordò da dov’era partito e chi era in realtà, ma cercò di scacciare quel pensiero. Ora era il principe Kakaroth, non c’era tempo e nemmeno spazio per Goku lo straccione.
«Sono loro a rendere speciale questo posto» riprese la principessa, indicando le persone che si divertivano con poco sotto di loro. «È il popolo. Il mio popolo… senza di lui, il mio regno non sarebbe quello che è. Il mio popolo è speciale e credo che meriti una guida che sappia dirglielo. E che possa risolvere molti dei loro problemi legati alla povertà».
«Dovresti essere tu quella guida» disse Goku.
«Lo pensi davvero? Io ho scoperto solo due giorni fa che certe cose non funzionano in alcuni quartieri del regno… ed è stato merito di un mio… amico…».
«Sono… sono sicuro che quel tuo… amico… ti direbbe che l’importante è che tu te ne sia resa conto, e che non era colpa tua» rispose Goku, accarezzandole dolcemente una ciocca di capelli. «Non importa quello che penso io… tu sei la guida giusta per questo regno, è così e basta».
A Chichi non sfuggì il suo tono improvvisamente malinconico e nemmeno la delicatezza della sua mano. Il cuore le batteva forte, quel principe le ricordava sempre di più il fantomatico “amico” che aveva appena nominato.
«Scommetto che anche Bubbles si sarebbe divertito stanotte!» disse con nonchalance, decisa a scoprire la vera identità di quel ragazzo anche a costo di tentare un tranello. Se lui si credeva furbo, beh, avrebbe scoperto che lei lo era di più. «Aspetta, non è là in mezzo anche lui?!»
«No, Bubbles odia volare! E poi non può essere in mezzo a quella gente perché lui…» rispose ingenuamente Goku, salvo interrompersi non appena si rese conto di essersi appena tradito.
La nuvola Speedy si posò una mano fumosa sulla fronte, stupita da come si era fatto raggirare facilmente il suo amico, anche se lei era d’accordo con Radish sul fatto che Goku dovesse raccontare la verità. Pensò che quella fosse l’occasione perfetta, ma non sapeva che il giovane ladro era di tutt’altro avviso. Temeva che sarebbe stata la fine se lei avesse scoperto tutto. Sarebbe stato sé stesso come voleva il genio, ma avrebbe fatto le cose a modo suo. Mentendo ancora un pochino, a fin di bene.
«Tu sei il ragazzo del mercato!» esclamò Chichi, togliendogli l’elegante cappello e sorridendo sodisfatta. Adesso che li vedeva bene, poteva riconoscere anche quegli assurdi capelli che ricordavano una palma che l’avevano subito colpita. «Lo sapevo! Perché mi hai mentito?!» aggiunse, indurendo lo sguardo e il tono della voce.
«Chichi, io… mi dispiace!»
«Mi hai preso per una stupida?! Credevi che non l’avrei capito?!»
«No! Cioè… speravo di no!»
«Insomma, chi sei veramente?! Dimmi la verità!»
«La verità?! Ehm… la verità è che… che a volte mi mescolo alla gente comune! Per sfuggire alle pressioni della vita di palazzo!» rispose, sentendosi un genio per la trovata che aveva avuto. «Ma in realtà sono un principe!»
La nuvola Speedy sospirò e scosse la testa, delusa. Non condivideva tutte quelle bugie, anche se voleva bene a Goku.
«Perché non me l’hai detto subito?!» ribatté la principessa, offesa.
«Beh… sai com’è… un principe che si traveste per andare in giro per la città potrebbe sembrare un po’ strano!» ridacchiò lui, guardando negli occhi Chichi, che finalmente accennò un sorriso.
In realtà era sollevata per aver fatto quella scoperta. Lei amava Goku, scoprire che era un principe e che era tornato da lei come le aveva promesso rendeva tutto più semplice. Era comunque arrabbiata, ma più guardava quegli occhi ingenui e quell’espressione gentile, meno riusciva a esserlo.
«Non è così tanto strano…» sospirò, appoggiando la testa sulla spalla di Goku e intrecciando le dita intorno alla sue.
Goku si sentì felice, sia perché l’aveva scampata, sia perché il contatto con lei lo mandava al settimo cielo. Tuttavia, cominciò anche a sentirsi in colpa. Avrebbe potuto essere davvero sé stesso, invece aveva deciso di aggiungere altre bugie al cumulo su cui aveva tentato maldestramente di costruire la loro relazione.
«Allora, quanti nomi hai, principe Goku? E chi è Kakaroth?»
«Sono io! Cioè… io sono Goku. Il principe Goku di Paoz…».
«Come facevi a conoscere la città così bene?»
«Sono arrivato qui qualche giorno prima di quando ci siamo conosciuti… perché… perché per conoscere un popolo devi prima vederlo coi tuoi occhi» provò a spiegarsi Goku, stupito da quel supplemento d’indagine da parte di Chichi.
Era un ragazza sveglia e intelligente, molto più di lui, e non era facile far combaciare tutte le bugie che le aveva raccontato e che continuava a raccontarle.
«Ma tu lo sai bene, perché sei come me! Anche tu giravi per la città di nascosto e travestita!» si sforzò di ridere il falso principe, sentendo un peso nel petto e un nodo stringergli la gola.
«Già…» rise anche Chichi, sempre appoggiata con la testa sulla sua spalla, avvicinandosi ancora di più a lui.
Forse quelle spiegazioni erano un po’ strane, le suonavano vagamente assurde, ma era troppo felice di aver ritrovato il ragazzo che sentiva di amare per volersi soffermare ancora su quello. Aveva ancora solo una cosa che non riusciva proprio a togliersi dalla testa.
«Un povero ladro di strada non avrebbe potuto avere una nuvola magica, i gioielli, gli elefanti e tutto il resto!» continuò Goku, non riuscendo però a distoglierla dai suoi pensieri.
«Perché allora non sono riuscita a riconoscerti? Avevi solo un cappello e dei vestiti eleganti…» domandò infine la principessa, che non riusciva a spiegarsi questa cosa.
Goku non sapeva cosa dire. Restò in silenzio qualche secondo e guardò i suoi amici che festeggiavano intorno al fuoco. Pensò che loro non avevano bisogno di mentire per essere felici. Anche lui, un tempo, non aveva bisogno di accumulare menzogne su menzogne per essere felice, anche se doveva lottare per un misero pezzo di pane ogni giorno.
«Nessuno… nessuno vede chi sei davvero quando sei… povero…» disse con un filo di voce.
«Mi dispiace» si scusò Chichi, non facendo altro che acuire il senso di colpa che stava torturando Goku.
Lui mentiva e lei si scusava. Si sentiva uno schifo, anche se era troppo bello essere così stretto a lei. Così bello sentire vicino anche il suo cuore.
«Chissà cosa pensi di me» sorrise la principessa. «Hai visto più tu Agraba in pochi giorni che io in tutta la mia vita».
Goku abbassò la testa, si sentiva triste, anche se cercava con tutto sé stesso di scacciare quelle sensazioni.
«Credo… credo che dovremmo tornare, adesso» disse in un flebile sussurro, stringendole più forte la mano.
 
La nuvola Speedy volava lentamente verso il palazzo reale nel silenzio della notte. Goku si voltò verso la principessa e fu in quel momento che si accorse che lei indossava solo un orecchino, oltre alla fascetta per capelli che le era tanto cara.
Il giovane ladro sorrise e si sentì improvvisamente meglio. Lei indossava l’orecchino gemello di quello che lui aveva ancora in tasca perché aveva voluto portarlo con sé nel momento in cui si era trasformato nel principe Kakaroth per darsi fiducia.
Chichi non aveva mai smesso di aspettarlo, se ne rese conto e si sentì in paradiso per questo. Non capì però che lei non aveva mai smesso di aspettare Goku, non il principe Goku o Kakaroth che fosse.
Non se ne rese conto, ma per lui in quel momento fu importante riuscire ad allontanare da sé quel senso di colpa che aveva cominciato a tormentarlo.
«Io mantengo sempre le promesse» disse, mettendo delicatamente l’orecchino all’orecchio di Chichi. «Scusa se ci ho messo un po’ a dartelo. E se sono arrivato in ritardo».
«Non importa» sorrise lei, appoggiando la testa sul suo petto. «L’unica cosa che conta è che tu sia tornato da me».
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: un capitolo magico che spero abbiate gradito, anche se si interrompe proprio sul più bello… per andare avanti da dove ci siamo fermati oggi dovrete aspettare infatti settimana prossima, vediamo un po’ cosa succederà adesso che Goku sta riaccompagnando a casa Chichi. Un finale con un tocco di amarezza a causa dei sensi di colpa di Goku, mitigato però dal famoso orecchino che lui le aveva rubato e adesso le ha restituito.
Abbiamo intravisto sei nuovi personaggi, tutti quelli che curiosamente in Remember me comparivano quasi solo nei capitoli legati al calcio… ci avete fatto caso?!
Per il resto, spero che vi siate divertiti nella parte iniziale dove compare telepaticamente anche Rad e, soprattutto, nell’iconico viaggio con tanto di canzone che mi auguro abbiate potuto cantare a squarciagola.
 
Ringrazio come sempre tutti voi che vi fate sempre sentire vicini e mi incoraggiate, ma anche voi che leggete in silenzio. Fatemi sapere cosa ne pensate di un capitolo così importante, se vi va. Un grazie va poi a Mercurionos per il bellissimo disegno della casa di Aladdin Goku con vista sul palazzo reale, e già vi anticipo che settimana prossima avremo un incantevole disegno di Sapphir Dream coi protagonisti di questa storia a bordo della nuvola Speedy.
 
Bene, settimana prossima scopriremo se Goku riuscirà ad essere sé stesso fino in fondo, se troverà il coraggio per dire la verità a Chichi… voi cosa prevedete?
Ma non finisce qui, perché ritroveremo anche i nostri Rad e Là, siete contenti? Li avevamo lasciati abbracciati nel giardino del palazzo reale, posso anticiparvi che ero particolarmente ispirato quando ho scritto questo capitolo e ho pensato a cose folli per loro. Mi direte, spero che vi piaceranno le mie idee… andranno in posti molto speciali, uno poi davvero imprevedibile e forse assurdo secondo me, ma sappiamo che Rad è eccessivo in tutto.
Il titolo sarà “Sei così bella”, non mi resta che ringraziarvi ancora e darvi appuntamento a mercoledì prossimo!
 
Teo
 
 

GOKUjin-COMP

   
 
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