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Autore: Kimly    08/07/2020    2 recensioni
Gli anni ad Hogwarts di Fred, George ed Angelina.
Gli anni in cui hanno affrontato battaglie e prove difficili, riuscendo a superarle.
Ma anche gli anni dei cambiamenti e della nascita di sentimenti dapprima sconosciuti.
Questa è la loro storia, la storia del gruppo "F.A.G" e dei loro amici.
[Personaggi principali: Fred e George Weasley, Angelina Johnson, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Oliver Baston e Katie Bell]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Fred Weasley, George Weasley, Katie Bell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 52


Stavano tutti facendo colazione, chi seduto sul divano e sulle poltrone della sala, chi in cucina, chi, come Lee, mangiava in piedi.
La signora Edith, i bambini dell’orfanotrofio e Diana, la sorellina di Alicia, erano partiti dieci minuti prima, scortati dai genitori di Lee in un luogo sicuro.
Diana, stranamente, non aveva fatto storie, ma aveva salutato tutti affettuosamente, dimostrando un coraggio incredibile per una bambina così piccola.
Nessuno parlava, nessuno ne aveva voglia, erano tutti in attesa, tesi come corde di violino e Lee si ritrovò a guardare il suo gruppo, come sempre: Angelina non aveva ancora toccato le sue uova, ma teneva stretta la mano di Katie, seduta accanto a lei, intenta in quel momento a bere il suo succo di zucca.
I gemelli stavano mangiando avidamente dai loro piatti, mentre Oliver stava leggendo il giornale. O almeno, era quello che sembrava, ma Lee era certo che stesse fissando la carta senza capire nulla delle parole scritte.
Alicia aveva già finito di fare colazione da un pezzo e si era concentrata a pulire intensamente la cucina, come se non avesse visto niente di più sporco in vita sua. Lee si scambiò un’occhiata con Jared e gli fece cenno verso la ragazza. Lui annuì e si avvicinò ad Alicia per sussurrarle qualcosa all’orecchio. Lei mise da parte lo strofinaccio e sospirò lentamente.
Guardò per un secondo Lee e tentò un sorriso incoraggiante che però si spense subito nel momento in cui George scattò in piedi all’improvviso.
«Che succede?» domandò Nolwenn, preoccupata. George si ritrovò tutti gli occhi addosso, ma non rispose. Prese una moneta dalla tasca e la alzò in alto, in modo che il messaggio fosse chiaro a chiunque.
«Ci siamo» soffiò Angelina e strinse a sé Katie, come a volerla proteggere.
Nora Spinnet si avvicinò alla figlia e Alicia, sorprendentemente, le prese una mano.
«Occorre organizzarci» disse Fred, pratico.
 
 
 
 
 
 
 
 
«Allora, ricapitoliamo» disse Alicia, provando a concentrarsi «Ci divideremo in gruppi, per non dare nell’occhio. I gemelli e Lee hanno appuntamento con Ginny davanti alla Testa di Porco. Neville dovrebbe già aver informato Aberforth»
Fred annuì, mentre Tamara e Suzanne scendevano per ultime le scale e raggiungevano gli altri. Ora erano davvero tutti pronti per andare a combattere.
«Poi toccherà a noi» continuò Alicia, tenendo il conto sulle dita di una mano «Angelina, Oliver, Katie ed io»
«Dovreste trovare Lupin e Kingsley già lì» disse George, avvicinandosi ad Angelina per darle un bacio sulla testa «È meglio se noi tre iniziamo ad andare»
«Un attimo» mormorò Angelina, mordendosi le labbra. Era così difficile vederli andare via senza che lei potesse seguirli per tenerli d’occhio.
«Magnifici sette» urlò Fred a pieni polmoni, capendo il disagio della ragazza «Un attimo in giardino, ragazzi»
George, Lee, Oliver, Katie, Alicia ed Angelina lo seguirono fuori, lentamente, come se stessero andando al patibolo. Era una tortura non poter rimanere tutti e sette insieme.
Fred guardò le espressioni degli amici: Angelina, Katie e Oliver non trattennero le lacrime e persino Alicia era lì lì per cedere.
«Ragazzi, non sta ancora succedendo nulla e non ci stiamo dicendo addio, per cui tranquillizzatevi tutti»
«Magari non ci sarà neanche la guerra» lo appoggiò Lee, lanciando poi uno sguardo divertito a Katie e dandole un buffetto sulla testa «Magari la pulce è una pessima veggente e abbiamo travisato tutto»
«Come quando Lee scambiò la lacca per capelli di Alicia per un deodorante» buttò lì George, provando a sdrammatizzare e Alicia si voltò verso Lee, in cerca di spiegazioni.
«Ero di fretta quella mattina e l’avevi lasciata tu nel nostro dormitorio» provò a giustificarsi lui e a tutti, bene o male, venne da sorridere.
«Vi voglio bene, amici» disse Alicia e Oliver fu il primo ad abbracciarla.
«Ci voleva la fine del mondo per fartelo dire, uragano?»
Si abbracciarono tutti e sette e Angelina parlò.
«Ne abbiamo passate tante insieme e siamo riusciti a tenere in piedi questo gruppo nonostante tutto» guardò uno ad uno i suoi amici «Non osate farvi ammazzare oggi, non potrei mai perdonarvelo»
«Adesso sì che non ci sentiamo la pressione addosso, Angie» scherzò Fred, ma nessuno sciolse l’abbraccio tanto presto.
 
 
 
 
 
«Allora, tu andrai con Jared, Nolwenn e Paul, mamma» disse Alicia, uscendo dalla sua stanza e legandosi i capelli in una coda alta «Finn, un amico di Paul, dovrebbe raggiungervi presto ed entrerete dalla Stamberga Strillante. Vi troverete…»
«All’interno del Platano Picchiatore» la interruppe lei, facendole un piccolo sorriso «Me l’hai ripetuto almeno tre volte, Alicia. Andrà bene»
Alicia espirò dal naso.
«D’accordo»
«Senti, Alicia…»
«Non dire niente che non diresti in una situazione normale» la frenò Alicia, spaventata «Non dimenticare che hai ancora una figlia da crescere, per cui prova a non fare l’eroina oggi»
«Tenterò. Ma se proprio dovesse finire male…»
«Non dirlo!»
«Se proprio dovesse finire male, so che Diana avrà sempre te. Ti sei trasformata in una donna meravigliosa, figlia mia, e saprai crescere tua sorella magnificamente»
Alicia arrossì, stupita da quei complimenti. Era raro che la madre le parlasse in quel modo.
«Sono fiera di te»
«Mamma» sussurrò Alicia, imbarazzata.
«So che pensi che io e tuo padre vivessimo in un matrimonio infelice, ma non è così» continuò Nora, seria «Ho amato tuo padre con tutta me stessa e non potevamo desiderare niente di meglio di te e Diana»
«Perché mi stai dicendo tutto questo?»
«Perché la sera di Natale di due anni fa, quando ci hai presentato Jared e tu ed io abbiamo discusso, proprio quella sera tuo padre mi ha fatto capire quanto tu fossi davvero innamorata di Lee Jordan»
Alicia quasi sobbalzò al suono di quel nome e guardò la madre ad occhi sbarrati.
«Il mio ragazzo è Jared, mamma»
«Lo so» confermò Nora, controllando di aver preso la bacchetta «Ma non lo ami come ami Lee. E non so cosa ti spinga a respingere quel ragazzo, ma tuo padre avrebbe voluto vederti felice. Pienamente felice. Come lo eravamo io e lui»
«Non capisci» provò a spiegare Alicia, nervosa «Lee ed io… Siamo troppo diversi»
Nora quasi rise di fronte a quell’affermazione e scosse la testa.
«Oh, Alicia, quando imparerai a trovare scuse più plausibili?» la donna le appoggiò una mano sulla spalla «Se vuoi continuare a negarti la felicità, fa’ pure, ma almeno non negarla a Jared»
 
 
 
 
 
 
«Beh, direi che ci siamo» disse Tamara, rivolta al suo gruppo, riunito nella sala da pranzo.
Paul le si avvicinò per prenderle una mano e Katie nuovamente non trattenne le lacrime. Non era bello pensarlo, ma oramai era troppo tardi: avrebbe potuto perdere tutti i suoi amici quel giorno.
«Non ti preoccupare, Paul, mi prenderò io cura della mamma» dichiarò Suzanne, provando a infondere coraggio a tutti, ma non riuscendoci del tutto.
Paul annuì, andando poi ad abbracciare la migliore amica senza dire una parola.
«Ci siamo allenati tanto e i Mangiamorte sono perlopiù un branco di idioti» disse Chris, Leanne era appoggiata sulla sua spalla «È impensabile che perderemo»
Daphne e Katie provarono a ridere e Suzanne alzò gli occhi al cielo, rassegnata dall’atteggiamento dell’amico.
«E non dimenticate che vi voglio al mio matrimonio e non giustificherò alcuna assenza» continuò lui e Leanne si allontanò quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
«È una proposta questa!?»
Chris scrollò le spalle, facendo una risatina.
«Può essere, ma se ne vuoi una come si deve, cerca di rimanere viva, Lea»
Leanne gli diede un bacio sulla guancia e poi guardò verso i suoi amici.
«Un ultimo abbraccio, prima di andare»
Si misero in cerchio, stringendosi gli uni con gli altri, e tutti espressero il desiderio che quello non fosse davvero il loro ultimo abbraccio.
 
 
 
 
«Quindi, fatemi capire bene, ora tu stai con Angelina Johnson» disse Percy, voltandosi verso George che camminava alla sua sinistra «E tu stai con…?»
Fred, che camminava alla sua destra, fece un sorrisetto furbetto prima di rispondere.
«Con nessuno. Sono uno scapolo d’oro adesso»
Bill e Fleur, che stavano facendo le scale proprio due passi dietro di loro, le mani intrecciate, fecero una risatina e Percy scosse la testa con un sorriso.
«E tu, Perce?» chiese poi George, scambiandosi uno sguardo complice con il gemello «Novità da quel punto di vista?»
Le orecchie di Percy divennero scarlatte e i gemelli videro Bill avvicinarsi ai fratelli, curioso anche lui di sapere tutto.
«A dir la verità, ci sarebbe una ragazza che…»
Il sopraggiungere di Kingsley e Lupin fece zittire Percy, imbarazzato, e Fred e George non poterono non nascondere un sorriso divertito di fronte a quella scena.
Entrarono nella Sala Grande e subito lo sguardo di entrambi corse al loro gruppo, in piedi fra il tavolo dei Grifondoro e quello dei Corvonero. Angelina si voltò verso di loro come se avesse percepito la loro presenza ed entrambi sorrisero per tranquillizzarla.
E poi la sentirono. Una voce fredda, acuta e ben udibile a tutti. La voce di Lord Voldermort.
«So che vi state preparando a combattere»
Qualche studente urlò, terrorizzato. I gemelli videro Oliver avvicinare automaticamente verso sé Katie. Non si vedeva ancora alcuna traccia dell’altro gruppo della pulce.
«I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago»
George non resistette più. Fece un cenno a Fred che lo seguì per raggiungere il loro gruppo. Angelina allungò verso George una mano, che il ragazzo strinse forte, mentre Fred si metteva fra Alicia e Lee. Si guardarono tutti e tre, provando a farsi forza a vicenda.
«Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezzanotte»
Il gruppo guardò Harry. Con uno sguardo confuso, il ragazzo era vicino alla professoressa McGranitt, incapace di reagire a quelle parole. I gemelli si stupirono dell’assenza di Ron e Hermione, sperando che il fratello e la ragazza stessero bene.
«… Qualcuno lo prenda!»
Pansy Parkinson aveva iniziato ad indicare verso Harry con sguardo famelico, come una preda che ha adocchiato la sua prossima preda. I Grifondoro seduti al tavolo si alzarono per mettersi contro i Serpeverde, le mani del gruppo corsero subito alle loro bacchette, pronti a combattere. I Tassorosso e i Corvonero imitarono i Grifondoro, tutti uniti contro i Serpeverde.
«Dannata Parkinson!» sputò Lee, furioso «Possibile che i Serpeverde non riescano a mettere da parte la loro rivalità con noi neanche in quest’occasione?»
«Sono stati indottrinati fin dall’infanzia, Jordan» rispose Brad, spuntando all’improvviso dietro di loro. Le ragazze ed Oliver sobbalzarono per la sorpresa, ma nessuno disse nulla «Non è poi così facile cambiare idea»
«Tu l’hai fatto» lo difese Lee ed Alicia si stupì di quelle parole, così come Brad, che però non lo diede a vedere.
«Gli altri?» domandò George, guardandosi intorno. 
«Aspettano un mio segnale» replicò Brad, puntando il suo sguardo verso la McGranitt che urlava indicazioni «Non aveva senso fare irruzione senza la certezza di una guerra, ma direi che non ci sono più dubbi, no?»
«Si combatte» disse Fred, sospirando verso il soffitto della Sala Grande. Il cielo stellato risplendeva sulle loro teste.
«Si combatte» ripeterono tutti gli altri, all’unisono.
Si avvicinarono tutti alla McGranitt e quando Kingsley iniziò ad assegnare i compiti, i gemelli si proposero per la difesa dei passaggi della scuola. Nessuno, in fondo, li conosceva come loro due.
Angelina si era morsa il labbro quando Fred si era subito offerto volontario con George, ma sapeva che non poteva proteggerli per sempre. E, soprattutto, non poteva proteggerli in quel momento.
I gemelli decisero di portare con loro anche Lee, mentre Oliver e le ragazze vennero assegnati ad un’altra divisione. Brad era di nuovo scomparso, forse era andato a chiamare tutti gli altri.
Non si salutarono, era finito il tempo dei saluti, ma si guardarono tutti e sette intensamente, prima di andare ognuno per la propria strada.
 
 
 
Successe all’improvviso, l’attimo prima Oliver stava coordinando alcuni ragazzi su come agire e l’attimo dopo un boato lo scosse da dentro. E capì.
I Mangiamorte avevano abbattuto la barriera attorno al castello ed erano entrati ad Hogwarts.
Seamus Finnigan e Neville Paciock si scambiarono un’occhiata prima di guardare verso di lui.
«Sì, direi basta strategie, ragazzi» Oliver diede voce ai loro pensieri «È ora di far veder loro quello che sappiamo fare»
Come se l’avessero sentito, alcuni uomini incappucciati comparvero proprio di fronte a loro con le bacchette sguainate. Il primo Mangiamorte fu velocissimo, colpì uno dei ragazzi del gruppo senza nemmeno emettere una parola e ad Oliver gelò il sangue nelle vene.
Provò a focalizzarsi su qualcosa di bello e subito pensò al sorriso radioso di Katie. Scosse la testa. No, non era il momento di avere paura.
Si lanciò verso il primo uomo ed iniziarono a duellare. Era bravo, si disse Oliver, ma non abbastanza bravo, perché al terzo incantesimo il ragazzo riuscì a stenderlo e ad aiutare Neville, Seamus e gli altri con il resto dei Mangiamorte.
Un forte fracasso, seguito da una pioggia di vetri, li colse tutti di sorpresa e Oliver vide che alcuni Dissennatori avevano fatto irruzione da una delle ampie finestre del piano. 
Freddo e oscurità fecero per impossessarsi di Oliver, quando un leone e una volpe lo riportarono alla luce. Quando vide il Patronus di Neville, Oliver pensò a Fred, che condivideva con il ragazzo la stessa forma del Patronus, e un nodo gli strinse lo stomaco. Sapere che i suoi amici erano lì, in mezzo a quella baraonda, lo mandava in escandescenza.
«Oliver, coraggio! Pensa a qualcosa di bello!» lo incoraggiò Neville, rimettendolo in piedi. Oliver non ricordava quando fosse caduto. Gli ci volle meno di un secondo per tornare con la mente ai tempi di Hogwarts, quando sei sconosciuti erano diventati la sua famiglia.
Il sorriso di Katie, gli occhi da mamma di Angelina, i capelli rossi dei gemelli, il tic di Lee di grattarsi la testa quand’era confuso e i rari abbracci di Alicia.
Oliver ricordava tutto come se non fosse passato neanche un minuto dai quei momenti.
Strinse forte i denti e si frugò nella tasca, in cerca di uno dei marchingegni dei gemelli, e si rilassò quando tastò la superficie fredda e liscia dell'apparecchio. Si era ripromesso di non utilizzarlo e aveva detto a se stesso che l’avrebbe portato solo per sicurezza. In caso fosse stato disperato. Beh, era disperato.
Emanò il suo Patronus, un airone si librò nel cielo contro i Dissennatori che continuavano ad entrare dalla finestra. Poi fece un cenno a Neville, facendogli capire che da quel momento in poi il comando passava a lui. Neville annuì e Oliver corse via, in cerca di Katie.
 
 
 
 
 
 
 
Jared abbatté un altro Mangiamorte e si sentì tirare per la felpa verso un corridoio secondario. Alicia l’aveva afferrato giusto in tempo, prima che un’orda di ragni investisse il corridoio proprio nel punto in cui un attimo prima Jared aveva sconfitto l’uomo incappucciato.
«Ottimi riflessi, ragazzina» disse lui, una felicità famelica sul viso. Era contento di poter finalmente dare sfogo a tutta la sua violenza. Alicia lo rimproverò con lo sguardo e lui provò a rilassarsi «Oh, andiamo. Un po’ è divertente»
«No, per niente» il tono di Alicia era preoccupato, ma non fu quello che fece mutare l’espressione di Jared. 
Aveva notato lo sguardo di Alicia fin dal primo momento. Da quando aveva lasciato i suoi amici per combattere fianco fianco con lui; e anche adesso, nel bel mezzo della battaglia, Jared capiva il vero problema della ragazza.
«Va’ da lui» disse lui, non nascondendo la durezza nella sua voce.
Alicia si spostò un ciuffo biondo, scappato dalla coda di cavallo.
«Cosa?»
«C’è una guerra in corso e io voglio che tu sia assolutamente concentrata su quello che stai facendo»
«E allora smetti di parlare e combattiamo» replicò lei. Il tono infastidito non sfuggì a Jared, che continuò.
«Non sei concentrata, perché vorresti essere da un’altra parte adesso»
«Certo! Come tutti, del resto» Alicia lo squadrò da capo a piedi «Tu sembri l’unico che si diverte»
«Non lo nego» ammise Jared, facendole un sorriso «Va’ da Lee, Alicia. È con lui che dovresti essere ora»
«C’è un motivo preciso per cui tutti mi dite che dovrei stare con Lee Jordan!? Persino tu!?» Alicia fu attirata da un ragazzino che stava correndo verso di loro «Ehi, tu non sei Colin Canon? Non sei maggiorenne, non dovresti essere qui!»
Il ragazzino si scusò e corse via, ma Alicia fece per seguirlo.
«Lascia perdere. Non puoi obbligare le persone a fare quello che vuoi tu» disse Jared e poi riprese «E per rispondere alla tua domanda, tutti ti dicono che devi stare con lui, perché tutti vogliono vederti felice. E anch’io»
«Jared…»
«Dimmi che mi sbaglio, che non è a lui che pensi da quando i Mangiamorte sono entrati ad Hogwarts, che non è per lui che sei preoccupata da morire»
Alicia non riuscì a rispondere nulla e Jared si allungò per darle un bacio sulla guancia.
«È tutto a posto, ragazzina. Era così che doveva andare»
La ragazza piegò le labbra, provando a non piangere e si slanciò ad abbracciarlo. Era inutile continuare a negare l’innegabile, soprattutto in un momento come quello.
«Grazie mille, Jared»
E si allontanò da lui, lasciandolo solo nel corridoio buio.
 
 
 
 
 
Angelina e Katie stavano affrontando due Mangiamorte per le scale del terzo piano. Alcuni studenti li superarono, ma tutti e quattro erano troppo concentrati sui loro avversari per prestare attenzione ad altro.
Angelina riconobbe quello che stava combattendo contro di lei. Era Rookwood, che rideva tutte le volte che l’incantesimo la sfiorava per un pelo. Voleva ucciderla, lo vedeva nei suoi occhi, ma non riusciva a non avere ansia anche per la piccola Katie, che combatteva affianco a lei. La sentiva muoversi, saltare da un gradino all’altro, e poi successe.
L’incantesimo di Rookwood rimbalzò sulle scale, troppo forte per non causare un’esplosione e le scale sotto di lei cedettero.
«Angie!» udì Katie chiamarla, ma non la vedeva. C’era troppo fumo, troppo caos e troppo incantesimi che rimbalzavano da una parte all’altra.
Angelina stringeva le mani su un gradino malfermo, le gambe penzoloni che si muovevano nell’aria. Era troppo in alto per lasciarsi cadere, non c’era nulla sotto di lei, e la sua bacchetta era finita chissà dove.
«Katie!» urlò a pieni polmoni, ma non sentiva più la voce dell’amica che la chiamava e iniziò a temere il peggio. Dov’era finita Katie? Perché non le rispondeva? «Katie, dove sei? Stai bene?»
Nulla.
Solo i rumori di una battaglia che non era ancora finita, eppure Angelina credeva che non potesse esserci niente di peggio. Lei stava per morire, le mani iniziavano a scivolare, e Merlino solo sapeva cosa fosse successo a Katie. E il resto del gruppo… Non voleva nemmeno pensarci.
Angelina provò a farsi forza con le braccia, tentando di tirarsi su, ma lo sforzò fu troppo e le mani non resistettero più. Si sentì cadere nell’oscurità e non era vero quello che si diceva, prima di morire non si vede tutta la propria vita scorrere velocemente, perché Angelina Johnson vedeva solo il volto di George che le sorrideva e allora chiuse gli occhi, aspettandosi un impatto che non avvenne.
Era leggera come una piuma ed era come se stesse volando. Librò per pochi secondi prima di finire fra le braccia di Fred Weasley.
Non era un sogno, vero? No. Se avesse potuto sognare, Angelina non avrebbe sognato lui, ma George. Fred era il suo migliore amico, la sua roccia, ma il suo cuore non gli apparteneva più.
«Fred» sussurrò lei e solo in quel momento si accorse di quanta paura avesse avuto «Stai bene?»
«Non ero io che stavo precipitando nel vuoto, Johnson» le sorrise. Il solito sorriso di Fred che le metteva sempre il buonumore «E sei stata proprio tu a minacciarci di rimanere vivi!»
«Infatti parlavo di voi, non di me» il tono doveva essere divertito, ma la paura la stava ancora facendo tremare e Fred la rimise a terra, squadrandola bene per capire se fosse ferita
«Non puoi morire, Angie» disse lui, l’espressione era una linea sottile fra lo scherzoso e il serio «Devi badare al mio fratellino, ricordi?»
Angelina sospirò con un sorriso e gli diede una spallata. Fred si allungò per abbracciarla e le passò la bacchetta.
«Questa è tua. Sono riuscito a recuperarla»
«Grazie» Angelina fece per parlare ancora, ma Fred le fece un occhiolino prima di allontanarsi.
«Mi raccomando, Johnson, ti affido mio fratello. Occupati di lui»
 
 
 
 
 
Brad, Suzanne e Tamara corsero al riparo quando un centinaio di ragni si abbatterono su di loro. Lanciavano incantesimi contro di loro, ma erano davvero troppi.
«Per di qua!» tuonò Brad, aprendo un’aula a caso e spingendo le due ragazze dentro. Con loro entrarono anche alcuni studenti, tutti con le bacchette alla mano in caso di necessità.
Una Tassorosso dai folti ricci rossi si tolse il mantello rovinato e lo lanciò in un angolo. L’amico, accanto a lei, fece lo stesso.
Suzanne aveva il respiro affannoso e lanciò uno sguardo verso Tamara, sporca di polvere, ma illesa. Tamara deglutì prima di parlare.
«Stare qui è troppo pericoloso»
«Al momento anche uscire lo è» replicò Brad, passandosi una mano su un grosso taglio che aveva sotto l’occhio. Il sangue gli macchiò il palmo, ma non sembrava importargliene «Aspettiamo un attimo e poi…»
Suzanne lo fissò, interrogativa. Non capiva perché si fosse interrotto, ma quando seguì il suo sguardo gelò sul posto. Uno dei ragazzi si era avvicinato a loro, ma non era uno studente.
Era Phil.
Brad le si mise davanti e, appena Suzanne provò a spostarsi, lui si spostò con lei.
«Continui a stare dalla parte sbagliata» disse Phil e Suzanne notò il tatuaggio dei Mangiamorte sul suo avambraccio «Proteggere Nati Babbani… Sei proprio caduto in basso»
«Ti sei fatto marchiare come una mucca destinata al macello, vedo» ribatté Brad quasi ridendo. Poi la rabbia sembrò esplodere «Hai ucciso Henry e vuoi uccidere anche a me. Hai perso i tuoi migliori amici e per cosa? Per seguire le idee di un pazzo e diventare uno dei suoi galoppini?»
Phil digrignò i denti, furioso.
«Ero un tuo galoppino, ma ora sono qualcosa di più. Sono potente, incuto terrore» si voltò verso gli altri ragazzi e solo in quel momento Suzanne si accorse che erano come bloccati. Congelati da un incantesimo «E stasera finirò il lavoro che mi ha affidato tuo padre. E quando l’Oscuro Signore avrà messo a tacere per sempre Harry Potter, il mondo sarà dei Mangiamorte»
«Sei un folle» disse Suzanne, trattenuta per un braccio da Brad «Hai ucciso la mia amica Agnes e pagherai per il male che hai fatto!»
Suzanne spinse Brad di lato e lanciò un incantesimo, che Phil riuscì a schivare. Iniziarono a duellare, mentre Brad provava a prendere la mira per colpire solo Phil, ma era impossibile senza correre il rischio di colpire anche Sue.
Tamara lo bloccò, capendo anche lei l’azzardo, ma la ragazza non staccava gli occhi dai due che lottavano.
«Stai soffrendo, sudicia sanguesporco?» rise Phil, schivando un altro colpo «Vediamo quello che proverai quando vedrai morire il tuo prezioso ragazzo»
Phil si voltò verso Brad, ma Suzanne fu veloce e corse da lui, provando a fargli scudo con il proprio corpo. Brad la spinse, provando a fare lo stesso, ma, impegnati com’erano a proteggersi a vicenda, non si accorsero che Phil aveva riso forte prima di puntare la bacchetta sui ragazzi bloccati all’altro angolo della stanza.
Tamara si tuffò verso di loro, tentando di lanciare un incantesimo Scudo, ma oramai era troppo tardi. L’incantesimo di Phil fu potente, si abbatté sui ragazzi e parte della stanza venne disintegrata.
Suzanne ebbe giusto il tempo di vedere l’espressione sorpresa di Tamara quando l’esplosione inghiottì anche l'amica.
Suzanne sentiva le orecchie fischiare e il cuore le faceva male. Cadde sulle ginocchia, incapace di tirarsi su, perché era semplicemente impossibile credere che Tamara fosse morta.
La risata di Phil la riportò alla realtà, Brad era di nuovo di fronte a lei, le copriva la visuale.
«Sai, credo che prima ucciderò tutti i suoi amici» stava dicendo Phil, divertito «Ti odierà così tanto che sarà lei ad ucciderti»
«Brad…» tossì Suzanne. Il fumo dell’esplosione le riempì i polmoni, mozzandole il respiro.
«Tutte le persone che ami muoiono» la voce di Phil era un rasoio «Tuo nonno, Henry e prima o poi toccherà anche a lei»
Un crollo interruppe il discorso di Phil. Parte del soffitto cedette e Brad la fece alzare per allontanarla dal fuoco e dai calcinacci. Un occhio gigante li spiò dall’apertura causata dall’esplosione e loro indietreggiarono ancora.
Il gigante infilò una mano enorme all’interno della stanza e afferrò Phil prima che potesse scappare. Suzanne lo vide guardare il simbolo del teschio e del serpente sul braccio del ragazzo prima di schiacciarlo fra le sue mani senza dire una parola.
Il rumore di ossa rotte e la vista del sangue del suo ex amico fu troppo per Brad che si accasciò al suolo, la schiena appoggiata a una delle tre pareti rimaste. Il gigante lanciò il cadavere lontano e, silenzioso com’era arrivato, se ne andò.
Suzanne vide Brad prima guardare verso il buco della stanza, laddove Tamara e gli altri studenti erano scomparsi, e poi il punto esatto in cui Phil era stato preso. Era a pezzi.
La ragazza notò la rassegnazione nei suoi occhi, come se si fosse improvvisamente accorto che quella era una guerra e che avrebbero anche potuto non farcela.
«Ehi» gracchiò lei, sedendosi accanto a lui. Parlare era ancora difficile per via di tutto quel fumo «Dobbiamo andare via di qui»
«Tamara è…» Brad la guardò con una fragilità negli occhi che colpì Suzanne. Lui, che di solito era lo spaccone del gruppo, aveva paura.
«Lo so» Suzanne ingoiò il groppo in gola, non poteva cedere anche lei. Non poteva pensare a Tamara, a Paul o a tutti gli altri. Uno di loro doveva rimanere forte «Ma noi no, per cui dobbiamo andare. Non è ancora finita»
«Ne sei sicura?»
Suzanne si spinse in avanti e posò le labbra su quelle di Brad che sobbalzò per la stranezza di quel gesto.
«Se ti alzi adesso e vieni via con me, ti prometto che uscirò con te. Una volta finita la guerra»
Brad si lasciò scappare un sorriso. Era la dichiarazione più strana che avesse mai ricevuto, ma gli diede la forza di rimettersi in piedi. Le prese la mano e Suzanne si sentì stranamente meglio.
Uscirono dalla stanza, ributtandosi nel mezzo della battaglia.
 
 
 
Angolo Kimly:
 
Primo capitolo della guerra!
Volevo che questo capitolo finisse in un altro modo, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stato troppo lungo, per cui ho dovuto tagliarlo. Credo che la battaglia durerà per altri due capitoli e poi… poi la storia finirà. In realtà, QUESTA storia finirà, perché ovviamente il dopoguerra verrà raccontato. Ci saranno lutti da affrontare, dolori da superare e vita da ricostruire. E la mia idea è quella di creare un’altra storia, un sequel di quest’immensa long. Perché, ovviamente, il titolo “FAG’s Hogwarts” non avrebbe più senso dopo la battaglia finale.
Passando a questo capitolo: rileggendolo mi sono resa conto che il salvataggio di Angelina da parte di Fred sembra quasi un salvataggio “divino”. Fred non è ancora morto, non è il suo fantasma a salvare la ragazza, quindi ci tengo a chiarire questa cosa xD E anche qui ho rispettato il canon della Rowling; non ricordo dove, ma l’autrice ha dichiarato che Angelina, durante la battaglia di Hogwarts, è stata salvata prima da Fred e poi da George, sottolineando ancora una volta quanto il suo legame con i gemelli sia forte.
Oliver ha qualcosa in mente, ma non spaventatevi, non è nulla di “mortale”!
Le parti in corsivo sono, ovviamente, prese dall’ultimo libro della saga, quando Voldemort parla a tutte le persone presenti nel Castello.
E purtroppo abbiamo perso Tamara. So che molti di voi non sono poi così affezionati agli amici di Katie, però devo dire che un po’ mi dispiace che sia morta. Lei e Paul erano davvero molto carini insieme e, ovviamente, Paul non la prenderà affatto bene.
Alicia e Jared.
Prometto, niente più ripensamenti da parte della ragazza. Lei aveva scelto Jared – e spero si sia capito perché l’avesse fatto – ma alla fine gli orrori della guerra le hanno sbattuto in faccia quello che lei aveva sempre cercato di soffocare. Non può scappare più da quello che prova per Lee. E Jared, ancora una volta, si è dimostrato più maturo di lei.
Credo di aver detto tutto, ma per qualsiasi dubbio sapete dove trovarmi.
Alla prossima, con un altro capitolo :3
 
 
 
   
 
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