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Autore: Adlenime    09/07/2020    3 recensioni
Sato... semplicemente gli faceva perdere la testa! Da quanto tempo la stava fissando? Si sentiva sopraffatto dall'insano desiderio di avvicinarsi a lei e abbracciarla, accarezzarla. Non si saziava mai di lei. Lei era tutto. Aveva bisogno di Sato. Lei era l'unico motivo per cui ogni giorno sopportava le angherie dei suoi colleghi al lavoro, per cui passava intere notti in bianco, che gli dava una speranza verso il futuro. Lei era...
(Miwataru theme fanfiction)
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prova con gli occhi a dirmi ciò che non riesci

Quando il centro sei tu con i tuoi movimenti

Se quando capisco che esiste l'amore

Perdo le parole


Sospirò esasperata, abbandonando definitivamente la penna sul foglio che doveva finire di compilare, e portandosi una mano tra i capelli alzò lo sguardo verso il soffitto, sperando che le crollasse addosso, così avrebbe avuto una scusa per non finire le interminabili scartoffie che si erano accumulate sulla sua scrivania nell'ultima settimana.

"Sato-keiji, va tutto bene?"

Sato riaprì di scatto gli occhi... Quando li aveva chiusi?

"Sato... Keiji?"

La giovane agente si voltò e vide Takagi lì, di fianco a lei, un caffè in mano e la testa leggermente inclinata da un lato, un'espressione confusamente preoccupata ad adornargli il volto, un volto dolce, estremamente infantile, ma allo stesso tempo c'era qualcosa, nel suo modo di fare, che...

Scosse severamente il capo, cercando di liberare la mente dai quei pensieri, rimproverandosi per quell'improvviso momento di distrazione.

Sospirò di nuovo, portandosi una mano alla fronte, cercando di massaggiarsi la testa nel disperato intento di trovare un po' di conforto.

"Si Takagi-kun, va tutto bene, non preoccuparti."

Replicò con tono scostante prima di focalizzarsi nuovamente sui documenti sulla scrivania che, ahimè! Non si erano completati da soli. Odiava il lavoro d'ufficio.

Stava per rimettersi al lavoro quando venne nuovamente distratta dalla comparsa di una tazza di caffè di fronte a lei. Seguì stupita i movimenti della mano di Takagi, che appoggiò la tazza sulla scrivania, poi lanciò di nuovo un'occhiata al viso del giovane subordinato. Uno strano tepore sembrò impossessarsi del suo corpo, il suo cuore fece un balzo, finendole in gola.

"Takagi... Kun?"

Chiese con sguardo perplesso.

L'agente si limitò a farle uno dei suoi dolci sorrisi, uno di quelli che, in particolare negli ultimi tempi, parevano capaci di sciogliere quel blocco di ghiaccio incastonato dentro la sua anima. Portò una mano dietro la nuca, in quel gesto che aveva già individuato come una sua caratteristica particolare, e disse:

"Be', sembra che le andasse una tazza di caffè, Sato-Keiji."

Miwako arrossì leggermente e spostò lo sguardo sulla bevanda in questione. Ne aveva decisamente bisogno.

"Ma... Non era per te...?"

Replicò, decisa a non accettare la sua offerta.

"Ah, ma non si preoccupi... Dopotutto, pare che lei se lo gusterá di più."

Replicò Takagi, con uno sguardo divertito, e prima che lei potesse aggiungere altro alzò una mano in segno di saluto e si allontanò, dirigendosi verso Date che stava fumando vicino a una finestra, mentre lo attendeva. Miwako sentì distintamente le parole del collega rivolte al suo protetto anche a quella distanza:

"Come, non eri andato a prenderti del caffè?"

"Ah... Mi scusi, non avevo abbastanza monetine..."

Miwako riusciva a percepire distintamente l'occhiata lanciata da Date nella sua direzione, prima che aggiungesse:

"Monetine, eh? Capisco."

In seguito Date trascinò Takagi fuori dalla centrale per indagare su un caso, lasciando Sato finalmente libera da ulteriori distrazioni.

 

Miwako era riuscita miracolosamente a dimezzare la pila che la stava soffocando da quella mattina e aveva deciso di concedersi una meritata pausa. Si stava chiedendo dove pranzare quando vide Takagi fare il suo ingresso all'interno della stanza, e sembrava stremato.

Lo notó salutare con un cenno l'ispettore prima di sedersi stancamente alla sua scrivania. Forse era stato coinvolto in una caccia all'uomo? Lanciò un'occhiata alla macchinetta del caffè all'angolo della sezione omicidi, e decise che era arrivato il momento di restituirgli il favore.

Pochi secondi dopo vide il suo viso alzarsi di scatto, sorpreso, lo sguardo fisso sulla tazza di caffè che Sato, giunta senza che se ne accorgesse al suo fianco, gli stava porgendo.

"Prendi pure, sembra che tu ne abbia bisogno, Takagi-kun."

Arrossì, balbettò qualche timido ringraziamento prima di prendere in mano la tazza, osservandola come se fosse il santo Graal.

Miwako non poté fare a meno di sentire ancora un'altra scalfittura incidere quel blocco di ghiaccio, sorrise e lo osservò attentamente, come si era ritrovata inconsapevolmente a fare molto spesso nell'ultimo periodo.

Takagi teneva la tazza con entrambe le mani, come segno di rispetto verso il dono che il suo superiore gli aveva fatto, soffiò gentilmente sulla superficie del liquido, prima di mandare giù un sorso rivitalizzante.

Miwako sorrise, senza rendersene conto. Lo trovava così... Adorabile. Stava per girarsi e ritornare alla sua scrivania, quando qualcosa la trattenne.

"Aspetti, Sato-Keiji!"

Takagi l'aveva afferrata per un braccio, ma quando vide la donna voltarsi verso di lui la lasciò andare, imbarazzato.

"M-mi scusi..."

Aggiunse mentre poggiava la tazza di caffè mezzo vuoto sul tavolo di fronte a lui.

Sato lo guardó con espressione confusa, ma non era seccata, più che altro curiosa. Cosa voleva dirle?

Lo vide schiarirsi la voce mentre armeggiava distrattamente con il colletto.

"E-ecco... Volevo... Uhm..."

Takagi sembrava a disagio, forse in imbarazzo. Lo guardó con ancora più intensità, e quando anche lui sollevò lo sguardo incontrò finalmente i suoi occhi, che parevano volerle chiedere qualcosa.

Ma che cosa? Miwako sperava di poter penetrare, attraverso quegli occhi, nella sua mente. E non solo per poter sapere ciò che Takagi stava cercando di dirle.

"Sì?"

Disse sorridendo un po', divertita.

Takagi sospirò, poi ritornò a fissare il suo viso prima di aggiungere:

"Le va di... Uhm, ecco, pranzare insieme?"

Sato si stupì, ma allo stesso tempo ne fu anche... positivamente colpita.

Il suo sorriso si ampliò ulteriormente e aggiunse, con sguardo lieto, un breve:

"Certo, vado a prendere le mie cose."

Prima di girarsi e dirigersi verso la sua postazione. Si era dovuta voltare in fretta, o lui avrebbe potuto notare il rossore improvviso sulle sue guance, o il sorriso che sembrava non voler scomparire dal suo volto, o addirittura avrebbe potuto udire come il suo battito cardiaco era aumentato di colpo.

Nonostante ciò si sentiva bene, stranamente leggera, stranamente felice.

   
 
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