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Autore: Celeste98    10/07/2020    1 recensioni
La morte in sé non è una punizione, bensì una liberazione. La punizione è per chi sopravvive. Per un po’ rimani in una sorta di limbo in cui tutto perde di importanza e perciò si tende a dimenticare.
La vera sfida, poi, è ritornare a vivere.
Dopo la perdita di suo marito Turles, questa è la sfida che Rosicheena si trova ad affrontare
Vegeta Prince e Bardack Son sono i migliori amici della coppia, loro quattro erano D’Artagnan e i tre moschettieri, ma in fondo c’è molto più di questo. È il destino che mischia le carte con cui giochiamo.
- “Che poi è relativamente facile innamorarsi per la prima volta: è tutto nuovo e vedi quel sentimento sconosciuto crescere alla velocità della luce, la vera sfida è innamorarsi di nuovo dopo aver sofferto. È questo che voglio per te Rosy, ti sfido a sopravvivere e andare avanti" -
Un nuovo progetto AU (a cui ormai immagino siate abituati) che sto scrivendo un po' alla volta e che spero di riuscire a portare a termine. Questa volta avrò a che fare con altri personaggi, quelli che definirei i Senior, che essendo poco approfonditi posso permettermi di adeguare senza andare troppo OOC.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bardack, Nuovo personaggio, Re Vegeta, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò con calma, senza l’ausilio di rumorosi allarmi essendo sabato mattina. Nella mente il vago ricordo della sera prima e davanti agli occhi il soffitto bianco, come le pareti, del suo secondo appartamento. Non ci va spesso, difatti all’interno c’è il minimo indispensabile perché non necessiti di fare avanti e indietro da un appartamento all’altro: qualche cambio d’abiti, asciugamani, spazzolino e prodotti per la doccia; in dispensa invece era già un miracolo se ci avesse trovato del caffè solubile.
Si alzò con calma e, senza preoccuparsi di coprirsi o della persona che ancora dormiva placidamente sul letto matrimoniale, si diresse in bagno per una doccia veloce, dopodiché con solo un telo da doccia addosso si diresse in cucina alla ricerca di quel caffè solubile che non era poi così sicuro esistere davvero nella sua cucina.
“Sai, detesto svegliarmi da sola in un letto non mio” ad accompagnare quelle parole due braccia esili e abbronzate gli avvolgo il torace “Posso dire anche che speravo in un nuovo round”
“Io invece detesto oziare a letto... E ho un impegno” Vegeta Prince in fatto di donne aveva l’imbarazzo della scelta e l’innata capacità di saper sempre come farle finire nel suo letto, anche se mai quello di casa sua e questo era il motivo per cui esisteva quell’appartamento, l’ultima cosa che voleva era sicuramente qualche pazza alle calcagna che gli stesse addosso come una zecca.
“Mi dispiace ma temo di non aver molto in cucina,  c’è del pessimo caffè oppure del thé se preferisci”
“Un thé andrà bene” messo il bollitore sul fuoco, l’uomo tornò in camera a cambiarsi. Tra i pochi cambi presenti nel suo armadio fortunatamente c’erano quelli che facevano al caso suo: jeans, t-shirt e scarpe comode. Gli abiti da ufficio del giorno prima finirono invece nel borsone della palestra che giunto a casa avrebbe lasciato oltre la soglia della lavanderia.
“Stai partendo?” la tipa lo raggiunse con la sua camicia indosso, ecco spiegato perché non la trovava
“Più o meno, solo un paio di giorni in realtà e prima devo passare a prendere una persona” non che le dovesse qualche spiegazione, ma comunque gli era stata impartita una certa educazione, per questo continuò a parlarle camminando per il corridoio “E, in effetti, devo proprio scappare se non voglio arrivare tardi. Verso le undici passerà la colf a dare una ripulita, fa pure con calma. A presto” era già fuori dall’appartamento quando la rossa riprese a parlare
“Mi chiamerai?”
“Certamente Linda”
“Ma io mi chiamo Lisa”
“Come ti pare” no, decisamente non l’avrebbe richiamata. Vegeta Prince non ripassava mai per strade già percorse e, poco ma sicuro, non aveva mai richiamato una donna con cui era andato a letto, neanche si appuntava le cifre o i nomi delle suddette e anche Linda – Lisa – lo aveva appena imparato.
Come si era prefissato, appena arrivato a casa lasciò il borsone della palestra e recuperò l’altro che ha preparato per il weekend, dopodiché si diresse immediatamente a villa Prince, Rosy lo aspettava in cucina davanti a una tazza di cappuccino.
“Buongiorno bellezza! Sei pronta?”
“Aspettavo te spilungone” e lasciandogli un bacio sulla guancia andò a prendere il suo borsone. Nella vita di Vegeta le donne andavano e venivano, nessuna durava più di ventiquattro ore, poi c’era Rosy, lei era una parte integrante e fondamentale della sua vita di cui avrebbe sempre avuto bisogno. Al contrario degli amici, che appena scoperto l’amore sembravano essere stati catapultati su un altro pianeta, Rosicheena non aveva mai criticato il suo stile di vita, a suo dire Vegeta doveva godersi la vita finché poteva e aveva tutte le carte in regola per farlo, di certo non doveva chiedere il permesso a loro. Inutile dire che questo avesse contribuito non poco a consolidare il loro rapporto.
“Un weekend da soli allo chalet, quasi non ci credo Prince”
“Beh bellezza credo che lo chalet lo vedremo solo per dormire. C’è il festival del cinema e ho i biglietti per la maratona dei film di Indiana Jones, non ringraziarmi”  
L'archeologia si dedica alla ricerca dei fatti. Non della verità. Se vi interessa la verità, l'aula di filosofia del professor Tyre è in fondo al corridoio” perché a Rosy non piaceva Indiana Jones, lo amava quanto si può amare l’uomo della propria vita. Per lei il suo unico difetto, più ancora del suo essere infantile, è il fatto che sia un personaggio immaginario.
“Beh apprezza, dolcezza, perché per il tuo professorino di archeologia dei miei stivali ho rinunciato alla maratona di  007”
“Tanto sei troppo vecchio per James Bond”
“Fingerò di non averti sentita, ho detto 007  non una notte da leoni
“Su questo sono d’accordo, quelli sono tempi andanti per entrambi ormai”
 
- Cinque anni prima -
 Due settimane di vacanza sono relativamente pochi, due settimane che il gruppo di amici decise di trascorrere fuori città e godersi il mare. Forse è il caso di dire, però, che in realtà nei loro piani non c’era niente che prevedesse il dormire, Rosicheena lo capì dopo la prima vacanza fatta con i ragazzi: dire che fosse stata una notte da leoni era un eufemismo. Conoscevano tutti quel film che li aveva fatti morire dalle risate, ma erano certi che fossero cose fin troppo esagerate, poi era arrivata quella vacanza. Non si erano drogati, per fortuna, ma avevano bevuto così tanto da non ricordare neanche i loro nomi; si erano anche persi Bardack e la mattina dopo avevano dovuto ripercorrere a ritroso la strada per ritrovarlo addormentato in uno streep club, il terzo visitato ma il primo dopo la tappa in ospedale. Sì, la cicatrice che il Son portava sulla guancia risaliva a quella vicenda ed era dovuta a una rissa. Grazie alle informazioni ricevute in ospedale e dal tassista che li aveva portati, scoprirono che Vegeta, ubriaco fradicio, non voleva che il suo amico fosse l’unico ad avere un souvenir permanente della serata e quindi si fece fare un tatuaggio: un dragone che risaliva dagli addominali fino al pettorale destro, elaborato e doloro da eseguire in una sola seduta ma, per chissà quale volere divino, completo e perfetto, motivo per cui decise di tenerlo.
Per questa vacanza non volevano esagerare, soprattutto data la presenza di Radish e Sadala, così avevano affittato un appartamento di quelli con tante camere da letto di solito per studenti per starsene per conto loro e non dover rispettare orari o altri generi di restrizioni, il karma però non la pensava come loro, anzi per lui una settimana di mare era più che sufficiente per il gruppo di amici e quella successiva fu di pioggia battente e continua.
“Che palle! Piove così tanto che agosto sembra novembre” sbottò Bardack entrando nel piccolo soggiorno insieme a Sadala e Turles, quest’ultimo si avvicinò alla sua ragazza per abbracciarla da dietro e ridacchiò nel vederla contorcersi quando l’acqua fredda della pioggia gocciolò dai suoi capelli sul collo della ragazza. Nessuno del gruppo aveva battuto ciglio quando Turles e Rosicheena si fidanzarono, era palese a tutti che il ragazzo avesse un debole per lei dal giorno in cui l’anno prima la incontrò nell’ufficio di Vegeta e, quel giorno stesso, aveva iniziato la sua impresa di corteggiamento. La ragazza gli aveva fatto sudare sette camicie, ma non faceva che ripetere quanto ne fosse valsa la pena perché ogni giorno si sentiva sempre più innamorato di Rosy, un traguardo senza eguali per un ragazzo che non si era mai innamorato in vita sua.
“Siete riusciti a passare al supermercato?”
“Sì e poi dal momento che era aperto ci siamo fermati anche alla libreria accanto che vanta una spaventosa collezione di DVD. Dal momento che non possiamo muoverci da qui dato il diluvio universale che riversa là fuori abbiamo fatto un po’ di scorta” fu Turles ovviamente a parlare mostrando soddisfatto i suoi acquisti di soli film horror che fecero impallidire Rosicheena.
“Spero che tu stia scherzando!”
“No, cosa c’è che non va?” fu Vegeta, appena entrato nella camera a rispondere alla sua domanda.
“Razza di coglione, un anno di corteggiamenti e ancora non ti è entrato in testa che la tua bella odia gli horror? Per il tuo bene spero che abbiate acquistato anche altri film altrimenti non mi stupirebbe se stanotte ti trovassi a dormire sul divano” rispose ridacchiando, in effetti a conti fatti l’unico con cui condivideva l’amore per il cinema era proprio Vegeta, seppure a lui gli horror non facessero né caldo né freddo.
“Beh anche Sadala ha acquistato dei DVD” borbottò Turles più scocciato che mai mentre Rosy andò a sedersi sul divano accanto a Vegeta, un gesto che gli diede l’illuminazione “Quindi ti siedi tra me e Vegeta e ti chiudiamo occhi e orecchie durante le scene paurose perché io non ho nessunissima intenzione di vedere le pagine della nostra vita!” ignorando totalmente la prima parte del discorso i due amici si scambiarono un’occhiata prima di recitare a memoria una battuta del film
Non sono una persona speciale. Sono un uomo normale con pensieri normali e una vita normale. Non ci sono monumenti dedicati a me, il mio nome sarà dimenticato. In una cosa sono riuscito in maniera assolutamente eccezionale. Ho amato una donna con tutto il cuore e tutta l’anima. Per me questo è sempre stato sufficiente” Turles sbuffò sonoramente andando a sedersi accanto alla sua ragazza più per scena che per reale offesa e solo ed esclusivamente per ottenere le attenzioni che vuole, infatti il sorriso gli increspa immediatamente le labbra quando la ragazza gli stampa un bacio sulla guancia.
“Sul serio befana, hai milleuno cose in comune con Vegeta contro le tipo quattro che condividi con Turles. Perché ti sei messa con lui?” Bardack, abbracciato a Sadala, quando si trattava della relazione di suo fratello si auto imponeva il ruolo di voce della coscienza che poi puntualmente nessuno ascoltava mai. Non si scompose infatti nel vedere i due amici sbuffare e la ragazza ridacchiare
“Beh è logico Bard, gli opposti si attraggono. E poi, fidati di me, nessuno di voi avrebbe sopportato una coppia composta da due testardi come Noah Calhoun e rompipalle come Allie Hamilton”
“Comunque sta il fatto che non possiamo guardare un horror perché passeremmo la metà del tempo a impedire che Rosy si terrorizzi a morte e nessuno di voi macho-man guarderebbe mai una commedia strappalacrime. Abbiamo altre opzioni?” questa volta fu Sadala a rispondere alla domanda di suo fratello
“Se la signorina è così suggestionabile può benissimo farci un favore e liberarci dalla sua presenza, non vedo perché ti ostini a trattarla come una bambina, Vegeta”
“Sad fatti una valanga di cazzi tuoi ogni tanto, perché come mi preoccupo di non acquistare prodotti che tu non consumi perché troppo grassi o che so io, posso avere la stessa accortezza con la mia migliore amica che non guarda i film dell’orrore”
“Prince lascia stare, alla fine dei conti ha ragione. Voi guardate quello che volete e io mi metterò da qualche parte con le auricolari a leggere o studiare, forse non ricordi che ho parecchi esami da preparare per settembre” la conversazione si chiuse con uno sbuffo di Vegeta che odiava discutere con Rosicheena davanti ai loro amici. Da soli potevano andare avanti anche per ore litigando e urlandosi contro di tutto e di più, principalmente quando c’era di mezzo lo studio, ma in presenza di altri diventavano due pacati angioletti. Come c’era da aspettarsi, la scelta ricadde su un horror e presi tutti dalla visione, solo Vegeta si rese conto della fuga di Rosicheena che si era rintanata in camera sua, l’uomo non si stupì di trovarla a gambe incrociate sul letto con davanti il libro di economia.
“Ti serve una mano?” Rosy sobbalzò portandosi una mano al cuore per lo spavento
“Cazzo Prince mi hai fatto morire di paura! Non stavi guardando il film?”
“Sai che mi annoiano i film senza trama. Studi economia?”
“Direi più che litigo con il manuale di economia. Non ci capisco niente” sorrise sedendosi accanto a lei, come negarle qualcosa quando faceva quell’espressione da cucciolo bastonato?
“Fammi spazio, vediamo se riesco a chiarirti i dubbi. Comunque avresti potuto dirmelo, ti avrei dato i miei appunti dell’università” dopo due anni finalmente lui e Marie l’avevano convinta a iscriversi all’università, aiutandola e consigliandola su ogni facoltà, Vegeta poi, quando aveva scelto economia gestionale, si era subito fatto avanti per aiutarla nello studio e impedendole di acquistare i libri che gli avrebbe dato lui.
“Neanche per sogno, già hai fatto fin troppo dandomi i tuoi libri che, ripeto, non è giusto non ti sia fatto pagare” Vegeta sbuffò ma Rosicheena continuò come se nulla fosse “i tuoi appunti te li tieni tu perché è giusto che mi applichi come hai fatto tu e come fanno i miei colleghi”
“Sia io che i tuoi colleghi abbiamo seguito le lezioni e conoscevamo i prof di persona, tu studi da privatista e in più lavori, se posso aiutarti in qualche maniera lasciamelo fare, no? E poi devo sdebitarmi per tutto l’aiuto che mi hai dato in quasi ogni progetto su cui ho messo le mani”
Studiarono per l’intera mezzora successiva, soddisfatti per non essersi distratti fino a quando Turles assonnato non si affacciò alla porta della camera.
“Per quanto mi piacerebbe un triangolo, preferirei che la terza persona sia una bella donna, senza offesa Vegeta”
“Nessuna offesa, neanche tu sei il mio tipo”
“Che stronzo! Io sono il tipo di chiunque. Baby sei riuscita a studiare o questo carciofo ti ha rotto le palle” non che lo pensasse davvero, era certo che quando l’amico si era allontanato fosse andato da Rosicheena ed era tranquillo per questo. Soprattutto era felice che fosse riuscito a convincere Rosy ad iscriversi all’università e, soprattutto, per tutte le volte che l’aiutava a studiare quella roba incomprensibile per il futuro medico.
“È stato di moltissimo aiuto, com’era il film?”
“Mh non il tuo genere lo ammetto” rispose ridacchiando “Carciofo ora torni in camera tua oppure devo davvero pensare che voglia unirti a noi”
“Turles, te lo ripeto, il solo pensiero di te in determinate circostanze mi fa accapponare la pelle. Piuttosto” si voltò verso Rosy “tu sei sicura di voler condividere la stanza e il letto con un tale animale? Una parola e lo butto fuori a calci”
“Tranquillo Prince, staremo benissimo” rispose stringendosi al suo ragazzo.
 
- Tempo presente -
Le mancava lo chalet di montagna, non ci andavano da così tanto tempo e dall’ultima volta i numeri si erano dimezzati. Lo chalet era in realtà una piccola villa sul limitare del bosco con piscina coperta. Vegeta era sempre stato affezionato a quel luogo fuori dal mondo, Rosy non poté che trovarsi d’accordo con lui. L’aveva portata più volte lì durante l’università proprio per lasciarla studiare in santa pace e senza distrazioni, studiando poi alla stessa facoltà spesso e volentieri le spiegava gli argomenti che le erano poco chiari o anche solo farle staccare la spina prima di un esame.
“Te l’ho mai detto che adoro questo chalet?”
“Più o meno ogni volta che ti ci porto”
“È incredibile come non sia cambiato di una virgola, vieni qui spesso?”
“Se riesco a weekend alterni, ma ora che sei tornata e non dovrò più fare tutto il lavoro da solo sicuramente potremmo venirci ogni fine settimana, così stacchiamo la spina dalla vita di città che so ti sta stretta” la vero gentleman portò lui i bagagli in casa, poi come da routine si sistemarono nelle camere. L’unica modifica che i coniugi Prince avevano deciso di fare alla casa dopo la prima visita di Rosy fu quella di inserire una camera degli ospiti perché, notarono, fosse complicato ormai far stare comodi Vegeta, Bardack e Turles in una sola camera da adolescente. La seconda miglioria, a opera di Vegeta, fu quella di sostituire tutti i materassi optando per quelli matrimoniali in ogni camera e modificare la taverna che ora era diventata una sorta di mini cinema con tanto bancone bar e macchina dei popcorn.
“Ti salgo il borsone nella verde o la arancione?” Vegeta detestava definire le camere con il nome di quello che era stato in passato il suo proprietario, tanto più perché i suoi fratelli e suo padre ormai andavano molto di rado fin laggiù. Di conseguenza: la propria camera era la blu, quella di Radish (in cui di solito si sistemava Rosy proprio su richiesta del ragazzo) era la verde, la camera di Sadala era viola, quella degli ospiti era arancione e infine c’era la camera patronale, che rimaneva chiamata così.
“Al solito grazie... Inoltre lo sai che l’arancione mi mette angoscia ultimamente?”
“Come fa un colore allegro a metterti angoscia?”
“E io che ne so? Forse perché è del colore delle carote e io odio le carote”
“Ha senso... Vieni con me a fare la spesa?  Tranquilla le carote solo per il soffritto e tagliate talmente piccole che non le vedrai” ovviamente la mora gli fece una linguaccia ma un attimo dopo aveva rindossato gli occhiali da sole e lo aspettava sul portico
“Mi fai guidare?”
“Scordatelo”
“E dai! Sono tranquilla, ho bevuto una cioccolata calda, non ho il ciclo e sono essenzialmente felice. Dai fammi guidare Prince!”
“No”
“Vedi che sei stronzo? Mi hai fatto fare tu le guide della patente con questa stessa auto”
“Proprio perché ti ho insegnato io so di cosa sei capace e non ho intenzione di farti mettere al volante su queste strade di montagna” Rosy sbuffò incrociando le braccia al petto e facendo il broncio mentre l’amico, ignorandola, si accomodò al posto del guidatore ghignando come suo solito.
 
- Sei anni prima -
Vegeta aveva organizzato nei minimi dettagli quel weekend lo chalet, aveva scoperto che, tra le cose in comune con Rosy c’era la passione per il cinema. Non avevano in comune il genere di film e, in effetti, nessuno dei due aveva un genere prediletto, per loro era sufficiente che il film avesse belle inquadrature, effetti ben eseguiti, una trama che attiri e, per ultimo, una motivazione per vederlo: che fosse la trama, perché parte di una serie, o un attore/attrice da capogiro nel cast. Il programma era perfetto: partecipare al festival del cinema, ingozzarsi di popcorn salati e dolci, un tour di tutte le giostre del parco. Poi gli altri avevano deciso di accozzarsi. Per due appassionati di film come loro, partecipare alla visione di un film insieme a tutto il gruppo era impossibile perché, a meno che non fosse tra i film di loro interesse, trascorrono tutto il tempo a blaterare del più e del meno, commentando veramente tutto. Chiariamoci anche Vegeta e Rosy commentavano i film che guardavano, ma quando erano solo loro due o, del tutto, singolarmente. Perché quei due pazzi hanno due sole modalità senza vie di mezzo: guardare una serie di film tutti insieme senza neanche una pausa oppure mettere in pausa talmente tante volte, commentare e soprattutto lamentarsi da fa quasi passare la voglia di continuare la visione.
Sono molti gli spettacoli che si susseguono durante il festival, principalmente film che hanno fatto la storia del cinema, Vegeta e Rosy erano attirati principalmente dall’ultimo ventennio del ‘900 e il regalo di compleanno da parte del ragazzo era stato infatti due biglietti per la visione del primo film di Jurassic Park, della trilogia quello che Rosy preferiva.
Si erano sganciati dagli altri sfoggiando i loro biglietti obbligatori per presenziare allo spettacolo che avevano scelto e, purtroppo, tutto esaurito.
“Ragazzi divertitevi, noi ci vediamo più tardi” si erano lasciati con questa frase e per le tre ore successive non si erano visti. Il film era piaciuto molto a entrambi e, una volta finito, non avendo trovato i loro amici avevano deciso di fare un giro per il lunapark.
Come facesse Vegeta a coinvolgerla in qualsiasi stronzata gli passasse per la testa proprio non se lo spiegava neppure Rosicheena. Nessuno, neanche i suoi fratellastri, erano mai riusciti a trascinarla sulle montagne russe, Vegeta glielo aveva semplicemente proposto e lei aveva acconsentito a patto che la tenesse stretta per farla stare tranquilla. Dopo un giro per il parco allestito si trovarono a passeggiare l’uno accanto all’altro sulla sponda del lago.
“Montagne russe, giro della morte, calci in culo, autoscontro, tira a segno. C’è altro che vogliamo fare?” Rosy aveva fatto l’elenco tenendo il conto sulle dita della mano a partire dal mignolo fino all’indice, una cosa che Vegeta detestava in quanto la considerava una cosa sbagliata e Rosy adorava infastidirlo.
“Mh direi che possiamo andare a mangiare, se abbiamo finito con i giri non c’è il rischio che vomiti” Rosy replicò con una linguaccia, gesto che le fece perdere la birra che stava sorseggiando fino a qualche secondo prima
“Dai Prince ridammela” ecco, questa era una delle cose che Rosy non sopportava di lui e i suoi amici: il fatto che le prendessero le cose solo per dispetto per poi sollevarle sopra la testa, di gran lunga troppo in alto per lei.
“Dì un po’ ragazzina, ce l’hai l’età per berla?”
“Questo schifo di battuta non faceva ridere neanche prima che la ripetessi per trentordici volte consecutive. Andiamo scimmione ridammi la mia birra o ti giuro che te ne faccio pentire” Vegeta la allontanò quindi con un braccio e finì la bevanda tutta d’un fiato lasciando la ragazza nello sgomento totale.
“Troppo tardi bellezza”
“Ma allora vedi che sei stronzo!” il ragazzo girò il capo al contrario per le risate, quasi lacrimava e la spinta da parte di Rosicheena arrivò così di sorpresa che gli fece perde l’equilibrio. Come ultimo appiglio afferrò il polso della ragazza che gli cadde rovinosamente addosso quando la sua schiena impattò con la sabbia.
“Stronzo” un sussurro pronunciato tra le risate di entrambi prima che trovassero la forza di tirarsi su con Rosy seduta sui talloni tra le gambe dell’amico, cui tentò di togliere la sabbia dai capelli senza mai smettere di sorridere. Anche Vegeta sorrideva, gli occhi ridenti vagamente lucidi per l’alcool erano fissi sul viso di Rosy di cui conosceva ogni dettaglio. A sua volta sollevo il braccio verso di lei per spostarle i capelli dietro l’orecchio, nulla di strano perché anche questi erano gesti abituali tra di loro. Lentamente la mano scese dalla tempia alla guancia fino al mento, dove si fermò per sollevare il viso di Rosy e guardarla negli occhi. Nero nell’azzurro, agli antipodi nei colori ma identici nell’espressività che si alternava alla totale apatia. Non si rendevano conto di farsi sempre più vicini, lentamente come per dare la possibilità all’altro di tirarsi indietro.
“Ragazzi! Ma non lo sapete che non ci si imbuca in luoghi in vista!” la magia si spezzò in quell’esatto istante in cui le parole di Turles arrivarono alle loro orecchie. Per lo spavento ridussero fin troppo velocemente lo spazio che li divideva, si sporsero entrambi e Rosy, decisamente più delicata, si trovò con il labbro sanguinante a causa dell’impatto con i denti dell’altro.
Contrariamente a ogni presupposizione scoppiarono entrambi a ridere, mentre gli amici, altrettanto brilli, si avvicinavano. Poi Vegeta le disfò i capelli e la invitò ad alzarsi.
“In piedi bellezza, andiamo a mangiare prima che mi svieni tra le braccia e mi tocca portarti in braccio”
 
- Tempo presente -
Come tanti anni prima, passeggiavano sul bagnasciuga che circondava il lago, camminando a braccetto con il sottofondo delle loro risate.
“Sembra passata una vita dall’ultima volta che mi sono divertita così, grazie Prince”
“E di che Rosy?!” prendendola per una mano Vegeta le fece eseguire una giravolta per trovarsela davanti. Stava bene quella sera, non che avesse indossato chissà che di strano: jeans, un pullover, il cappotto rosso che adorava, poco trucco e un cerchietto in testa, Rosy amava mettere i cerchietti perché, a suo dire, la facevano sembrare e sentire più giovane. Vegeta non aveva nulla da obiettare ed effettivamente le volte in cui aveva avuto da ridire sul suo abbigliamento si potevano contare sulle dita delle mani.
“Dico sul serio Prince, non ti scoccia stare continuamente a salvarmi?”
“Nah, tu ne vali la pena”
Il momento fu interrotto dalla pioggia che, da poche gocce, in poco tempo divenne un vero diluvio. Percorsero la strada che li separava dal parcheggio sempre ridendo, correndo mano nella mano. In realtà sarebbe più giusto dire che Vegeta correva trascinandosi dietro Rosy e minacciandola di prenderla in braccio se non si fosse data una mossa, raggiungere la macchina in quel mare di gente accalcata fu una vera odissea e si trovarono a maledire più e più volte l’idea di lasciare l’auto distante per fare due passi, quando si accomodarono sui sedili erano fradici ma sempre ridenti.
 “Accidenti, questo maglione si lava a secco”  
“Sarà divertente vederti con un microtop invernale, ma mai quanto la tua faccia stravolta” Rosicheena sgranò gli occhi e si guardò immediatamente nello specchietto sfruttando la luce dei lampioni vicini: il mascara era colato sulle guance e ora sembrava molto un panda appena tornato da un rave party.
“Così imparo a prendere i mascara non resistenti all’acqua per risparmiare!”
Arrivati allo chalet l’acquazzone non era diminuito neanche un po’, anzi sembrava anche peggiorato e, purtroppo per loro, non si poteva parcheggiare vicino all’abitazione. Quando l’avevano fatto ristrutturare, Noah e Marie avevano optato per un giardino all’inglese che lo avvolgesse per circa tre metri di larghezza e, di conseguenza, il parcheggio era in un’area a sé.
“Ti prego, non puoi parcheggiare sul prato, almeno questa volta?” se non avesse avuto una dignità Rosy probabilmente si sarebbe lasciata andare a qualche piagnisteo, ma era sempre Rosicheena Hale e avrebbe sempre tenuto la testa alta.
“Neanche per sogno. E poi, andiamo, siamo già da strizzare per quanta acqua abbiamo addosso” Vegeta si voltò verso l’amica e ammiccò “Non può andare peggio di così”
“Ecco adesso sicuramente verremo presi in pieno da un fulmine e ci vorranno ore prima che arrivino i paramedici. Quante volte devo dirti che quella frase porta sfiga?!” Vegeta scoppiò a ridere sonoramente
“Quanto sei paranoica! Muoviti che non ho voglia di passare la notte in auto con abiti fradici. Al mio tre?”
“Va a quel paese”
 Non percorsero che un paio di metri prima che si bloccassero a causa del fiume fangoso che separava il parcheggio dal sentiero che portava a casa
“Non poteva andare peggio di così, Prince?”
“Non rompere” un attimo dopo Rosy si trovò a mo di sacco di patate sulla spalla di Vegeta che percorse gli altri metri mancati in una manciata di falcate, sempre con il sottofondo delle grida della mora che gli ordinava di metterla immediatamente giù, provocando in lui altre risate. Quando le lasciò posare i piedi per terra erano ormai sul portico, al riparo da quella pioggia battente e che sembrava non intenzionata a cessare. Gli avrebbe urlato contro, sicuramente avrebbe detto qualcosa sull’indipendenza e il suo non aver bisogno di nessuno, tutte cose che persero di importanza quando sobbalzò di paura nell’udire il suono secco e forte di un tuono. Il rimprovero poteva aspettare perché in quel momento il suo unico pensiero fu stringersi al suo migliore amico alla ricerca di protezione e calore.
“Va tutto bene piccola” accompagnò quelle parole con carezze sulle spalle e un bacio sulla fronte come faceva sempre. Poi Rosy sollevò lo sguardo: nero nell’azzurro come tanti anni prima. Il dolore e le esperienze vissute non avevano cambiato le sfumature, la luce o l’intensità di quegli sguardi. Lei aveva il trucco sbavato e, come lui, diverse ciocche di capelli grondanti d’acqua erano attaccate al viso. Era comunque bellissima.
Con la punta delle dita provò a scostarle i capelli, studiando ogni dettagli di quel viso di porcellana che credeva di conoscere a memoria. Lei faceva lo stesso lasciandogli leggere carezze sulle guance e il mento e appuntandosi mentalmente di ricordargli quanto le piacesse con quel pizzetto curato e ben ordinato.
Vegeta era molto più alto di lei, la sovrastava di parecchio e questa cosa le piaceva perché le dava un senso di protezione  che sentiva solo con lui. Neppure si rese conto, Vegeta, quando iniziò a avvicinarsi con esasperante lentezza, senza mai interrompere il contatto visivo, ma nessuno dei due seppe chi annullò quella distanza di soli un paio di centimetri. Inizialmente il loro fu un bacio dolce di sole labbra che si incontrano per la prima volta, ma bastò poco perché quel semplice contatto si approfondisse in qualcosa di più. Non era un lotta, quanto più una danza che probabilmente conoscevano da sempre, qualcosa che non aveva paragoni. Qualcosa che entrambi sentirono come giusta.
Quando si separarono pioveva ancora, ma non erano gocce di pioggia quelle che solcavano il viso di Rosicheena e quando Vegeta aprì gli occhi non si aspettava di trovasi davanti gli occhi tristi e traboccanti di lacrime della donna a cui teneva più al mondo.  

 
SPAZIO AUTRICE
Buongiorno gente! Non ricordo più neanche quando è stato l'ultimo aggiornamento, ho visto che il capitolo era pronto e quindi ho deciso di pubblicarlo oggi prima che mi trovi qualche altro impegno dell'ultimo minuto perché, anche se a voi non interesserà sicuramente, mia sorella ha deciso di voler fare scuola guida e io, che invece studio per gli esami della sessione, mi sono trovata ora a dover fare entrambe le cose perché mio padre vuole che la facciamo insieme (vai poi a capire il perché).
Concluso questo mio piccolo sfogo dovuto allo stress passiamo al capitolo, non che ci allontaniamo troppo perché anche questo l'ho concluso con ulteriore stress 😅
Questo è stato un capitolo "all Vegeta & Rosy", felici o no? Io felicissima, mi dispiace solo che sia un po' corto ma se voglio tenere la tabella degli argomenti da trattare doveva andare così. Non avete idea di quanto mi dispiaccia farli litigare ma sono cose che ai fini della storia sono più che necessari, oltre al fatto che, secondo me, sono due che devono sbatterci la testa sulle cose per poterle capire a pieno 🤔
Nel prossimo capitolo ci sarà un'altra resa dei conti/chiarimento e poi [rullo di tamburi] mancherà un capitolo alla fine 😱... Forse due se opterò per il salto temporale, fatemi sapere se vi farebbe piacere o no che lo inserisca.
Al prossimo capitolo 🤗
  
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