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Autore: Itachi95    11/07/2020    1 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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25. …O DEMONE?
 
Mirajane si avvicinò a Krono e lo prese per il braccio aiutandolo a rialzarsi ma lui la spinse via.
«Che cazzo ci fai qui?!», le urlò.
«Al tuo posto avrei ringraziato».
Krono si alzò e in preda all’agitazione più totale si mosse in avanti e in dietro portandosi le mani tra i capelli.
«Che cazzo ci fai qui?!».
«Calmati sono venuta a aiutarti».
«Non mi serve il tuo aiuto».
«A me sembrava di sì».
«Ti avevo detto che non volevo avere nessuno tra i piedi, te l’ho ripetuto e mi avevi detto che avevi capito, eppure non mi hai ascoltato ed eccoti qui! Me lo sarei potuto aspettare da tutti in quella gilda di impiccioni ma non da te!», si rivolse verso il cielo, «porca troia!!», imprecò furioso.
«Perché mi fai questo!?», disse voltandosi verso la ragazza.
«Ehi! Ascolta, nessuno può decidere per me. Io ho fatto la mia scelta consapevole dei rischi, ho fatto quello che credevo giusto e l’ho fatto pensando a me stessa per una volta. Non potevo perdonarmi il fatto di averti lasciato combattere e sacrificarti da solo mentre me ne stavo in gilda a servire da bere! Non volevo vivere con quel peso e non mi importa se a te dà fastidio che sono qui, perché ormai ci sono e combatterò, per quanto la mia presenza ti sia di peso, capito!».
Krono era scioccato.
«Ma si può sapere che ti è preso? Da quando se diventata così egoista?».
Mirajane si voltò e fissò il punto nel quale si trovava Helel che si stava rialzando, uscendo dalle macerie.
«È colpa tua, mi hai contagiata».
Krono sorrise nervosamente: «bene, sono contento di sapere di esserti riuscito a influenzare almeno un poco, almeno ora so che non sono stato l’unico a cambiare».
Helel squadrò Mira mentre si puliva l’occhio e iniziò ad avvicinarsi.
«Schifosa sgualdrina, mi ricordo di te, sei quella donna che in quella gilda di umani era immune al mio miasma, ecco perché sei riuscita ad attaccarmi».
«Sono venuta ad aiutare Krono, insieme ti sconfiggeremo».
«Buahahah!! Cosa mi tocca sentire, ti assicuro donna che la tua presenza non ha influito per nulla sull’esito di questo combattimento, e ora te lo dimostro. Ti farò capire quanto la tua presenza sia inutile e quello sguardo così sicuro andrà in frantumi, ihih, non vedo l’ora».
Le sue ali si irrigidirono e scomparve, si mosse troppo velocemente perché lei lo potesse seguire con gli occhi, subito avvertì uno spostamento d’aria alla sua sinistra, dietro di lei. Si voltò e sgranò gli occhi dallo stupore.
Helel era sospeso a mezz’aria con la gamba sinistra piegata e il ginocchio stampato sotto il naso di Krono che balzò via colpendo il terreno mentre il suo naso schizzava sangue.
Helel tocco il terreno a qualche metro dalla ragazza e la guardò trionfante.
Mirajane riprese il controllo subito, portò le mani una di fronte all’altra davanti al suo ventre e cominciò a richiamare l’energia, una sfera di energia blu scura di materializzò.
«Preparati ora tocca a me».
Helel non mutò espressione e le si avvicinò camminando tranquillamente.
L’energia tra le sue mani crebbe, aspettò l’ultimo momento, quando Helel gli arrivò di fronte, e lì la rilasciò.
«DEMON BLAST!!».
L’onda di energia investì in pieno Helel che scomparve, poi ci fu l’esplosine, davanti a Mirajane si alzò una nube di fumo.
«Vediamo se hai capito che non si sottovalutano i maghi di Fairy Ta…!».
Rimase di stuccò non appena il fumo e la polvere cominciarono sparire rivelando il corpo del demone.
Helel era rimasto esattamente nella posizione in cui si trovava prima, non si era spostato nemmeno di un millimetro, non aveva nuovi segni sul corpo, non aveva accusato minimamente il colpo.
«Credevi veramente di farmi un qualche tipo di danno con un attacco del genere? Sei riuscita a sollevare solo un gran polverone».
Agitazione e paura iniziarono a farsi largo nell’animo di Mirajane, sapeva che l’avversario le era di gran lunga superiore, ma un esito del genere dopo averlo colpito con la sua massima potenza a distanza così ravvicinata la aveva lasciata pietrificata.
Helel scoppio a ridere.
«Kahahahah! Ecco era proprio quella l’espressione che volevo vedere! Mi piacciono gli sguardi degli umani quando i loro sforzi vengono vanificati».
Whaaaaam!
Helel le assestò un pugno nello stomaco talmente forte che il suo corpo venne sollevato.
Il colpo fu così forte che vomitò un fiotto di sangue. Non appena Helel tirò indietro il braccio e riposò i piedi per terra le gambe le tremarono, la vista le si offuscò e la sua magia di Take Over si annullò, ma prima che potesse cadere per terra venne afferrata per il collo e sollevata.
“Mi ha ridotto in questo stato con un semplice pugno”?
«La tua è stata un’inutile quanto fastidiosa intromissione, hai solo ritardato la morte del tuo amico di un paio di minuti.
“Krono ha veramente combattuto alla pari con questo tizio fino ad ora”?    
Vide Helel materializzare una sfera nera nella sua mano e avvicinarla al suo corpo, ma non fu in grado di fare niente, né di muovere un muscolo né di provare paura.
Si ricordò di quando si era ritrovata davanti Eileen e August, si ricordava ancora del terrore che aveva provato in quel momento, della sua completa impotenza, ma ora era diverso. Helel non era solamente forte, era l’incarnazione vivente del male e dell’oscurità, contro un avversario tanto superiore quando crudele non c’era spazio per la paura ma solo per la disperazione e la rassegnazione.
Ad un tratto venne mollata e cadde a terra, Helel spiccò il volo per evitare due bolidi di energia.
«Mirajane!!», udì la voce di Krono.
Lo vide avvicinarsi, le parlava, la scuoteva, ma lei non sentiva niente, infine le tirò un forte schiaffo.
Subito senti la guancia bruciare, al bruciore seguì subito dopo un pizzicore.
«Allora ti sei ripresa?!».
«Krono…mi dispiace».
«Ormai è tardi per dispiacersi brutta stupida!».
«Hai salvato quella donna Demon Lord, ma per quale motivo? Sai che non avete speranze!», gli urlò Helel dal cielo.
«La battaglia non è ancora finita Helel!».
«Finisce adesso», alzò il braccio e una piccola sfera nera si materializzò per poi iniziare a crescere concentrando sempre più energia e pressione al suo interno. Quando si stabilizzò Helel sulla sua testa aveva una grande sfera di energia nera circondata da saette rosse che correvano su di essa mentre la superfice era cosparsa di vortici.
Nonostante la distanza percepiva la sensazione di oppressione che quell’ammasso di energia malvagia trasmetteva, si sentiva quasi mancare.
«Cosa possono due semplici umani contro un potere simile?».
«Noi non siamo semplici umani Mirajane, siamo per metà demoni, vedi di ricordartelo».
Krono fece qualche passo in avanti.
«Allora è così che vuoi farla finire?!».
«Esatto! Con questa mia ultima tecnica il Necro Pulsar, sparirete insieme a quel pezzo di terra, non rimarrà più nulla di voi! Che ne dici mezzo demone?!».
«Dico che non hai molta fantasia nel dare i nomi alle tecniche, usi troppo spesso la parola necro!».
«Ridi pure, questi sono i vostri ultimi momenti!».
«Avanti Mirajane rialzati, mi serve il tuo aiuto, dobbiamo respingere quella sfera».
Lo guardò stupita.
«Cosa pensi che possa fare io, credi davvero che il mio aiuto cambi qualcosa?».
«È la goccia che fa traboccare il vaso, no? Tu sei la goccia di cui ho bisogno».
«M-ma…», balbettò lei.
«Senti, donna! Sei venuta qui per aiutarmi o per starmi tra i piedi? Ti avevo detto di rimanerne fuori e nonostante tutto hai fatto di testa tua e sei venuta, ma se ti comporti così non fai che darmi ragione sul fatto che la tua presenza mi è solo di intralcio. Dov’è finita tutta la sicurezza che avevi prima?!».
Stette lì a fissarlo e poi abbassò lo sguardo, abbozzando un mezzo sorriso. Aveva ragione che diamine le era preso, sapeva bene con cosa avrebbe avuto a che fare ma aveva deciso lo stesso di venire. Aveva lasciato che Helel la bloccasse e di questo si vergognava.
Si rialzò in piedi.
«Hai ragione, ti chiedo scusa. Non mi tirerò più in dietro, dopotutto sono qui per aiutarti a batterlo e risparmiarmi e sensi di colpa che mi sarebbero venuti per averti lasciato combattere da solo».
«Ehehe, bene, ma lascia che ti dia un consiglio se vuoi ostentare egoismo ti consiglio di diventare più forte, così potrai veramente pensare solo a te stessa e fare quello che ti pare senza rendere conto a nessuno. È la forza che dà libertà e potere».
«Ma che stai dicendo?!», lo sgridò, «non voglio mica diventare un’insensibile menefreghista a cui importa solo di sé stessa come eri tu!».
«Ahahah! Si lo so, stavo scherzando, anche se è un peccato credimi».
«Krono?!».
«Che c’è?».
Era rimasta spiazzata da quel comportamento.
“Come può mettersi a ridere e scherzare in una situazione come questa”?
Ma ad un tratto di sentì molto più leggera, il nervosismo e il senso di oppressione che provava fino a qualche istante prima era scomparso.
«Grazie».
Lui le sorrise.
«Sei pronta?».
«Facciamolo».
«Bene», le si avvicinò e le mise un dito sulla fronte.
«INCREMENTO POTERE MAGICO».
Dalla sua fronte si diffuse in tutto il suo corpo un senso di calore. Il suo corpo iniziò a fumare, si guadò le mani come se non credesse a quello che percepiva lei stessa. Si sentiva straripante di energia
«Ma questa è magia di incantamento?»
Krono si voltò e materializzo nelle sue braccia due blaster, due Death Striker.
«Assetto».
Dalla parte posteriore di ogni arma si staccarono due tubi che si attaccarono sui pettorali e dietro la rispettiva spalla.
«INCREMENTO CAPICITÀ ARMA», subito dopo le armi iniziarono a fumare.
«Quindi hai appreso anche la magia di incantamento?».
«Qualcosa, si».
«Ora capisco come sei riuscito a tenere testa ad Helel da solo».
«Non sono in grado di usarla su me stesso, a quanto pare incantare gli altri e gli oggetti è un conto ma incantare sé stessi è un altro».
“Allora ha combattuto con la sua forza naturale”.
«Come mai? Non sei portato nemmeno per la magia di incantamento?».
«No, donna di poca fede è che non ho avuto il tempo di impratichirmi. Avanti, ora basta, Helel non aspetterà oltre. Rilascia tutta l’energia che hai in corpo in questo attaccò, non risparmiarti, lascia uscire il demone».
«Non avevo certo intenzione di risparmiarmi», si mise davanti a Krono.
«SATAN SOUL…MIRAJANE ALEGRIA!!».
Assunte subito l’aspetto del demone più potente che aveva a disposizione nel suo arsenale.
«Non male, emani una grande forza, complimenti».
«Sbrighiamoci, questa trasformazione consuma una grande quantità di potere magico».
«Siamo pronti Helel!», gridò Krono.
«Finalmente mi ero stancato di aspettare, vi siete preparati per respingermi ma avreste fatto meglio a dirvi addio!», si inclinò indietro per darsi lo slancio necessario.
«NECRO PULSAR!!».
L’enorme sfera si mosse verso il suolo.
«Andiamo Mirajane!», le bocche delle sue armi si spalancarono e dagli spuntoni di metallo l’energia iniziò a confluire al centro.
«FINAL SOUL EXTINCTION!!».
«DOPPIO DEATH STRIKER…ANNICHILIMENTO!!!».
La forza dei raggi sparati dai cannoni di Krono fu tale che sussultò. Gli attacchi conversero in un unico punto creando un raggio molto più forte e grosso, la cui energia non era semplicemente la somma degli attacchi precedenti.
“Questo è un unison raid”.
Appena gli attacchi entrarono in contatto ci fu grande rilascio di energia e pressione, lampi e saette di energia vennero sparati ovunque.
Il Necro Pulsar di Helel rallentò notevolmente.
«Avanti Mira mettici tutta te stessa! Non Risparmiarti!».
Si sforzò come mai le era capitato di fare in vita sua, convogliò tutta l’energia che aveva in corpo in quel colpo.
“Io non sto combattendo per avere salva la mia vita, ma per aiutare un mio amico, un mio amico che ha sempre combattuto da solo e per proteggere i miei fratelli e tutti le persone a cui voglio bene”!
Gridò per l’enorme sforzo e l’energia che emetteva aumentò.
Ad un tratto l’attaccò di Helel si fermò.
Anche Krono, facendole eco gridò e l’energia che sparava dai suoi cannoni crebbe.
Il Necro Pulsar iniziò ad indietreggiare, tornado al mittente, acquisendo sempre più velocità.
«È inammissibile! Due finti demoni stanno respingendo il mio attacco più potente! Come cazzo è possibile?!!», allungò le braccia in avanti per infondere energia e bloccare l’avanzamento del colpo, che in un primo momento rallentò ma poi riprese finchè non venne a contatto con le sue stesse mani. Ormai era lui stesso a cercare di fermare il colpo ma veniva spinto indietro e per quanto si sforzasse il risultato non cambiava anzi, acquisiva velocità.
«Non basta questo per distruggermi! Capito! Schifosi ibridi di demoni! Non basta questo!!», saliva sempre più in altro nel cielo, sempre più velocemente, quando alla fine nemmeno lui poté più resistere e l’energia lo travolse.
Ci fu una tremenda esplosione, accompagnata da un lampo di luce.
Nonostante il forte rumore, sentì il forte grido di dolore di Helel che si propagò in tutto il cielo.
Nel cielo si creò un enorme buco in mezzo alle nuvole, che in seguito all’onda d’urto data dall’esplosione si allargò dissolvendo tutte le nuvole rimanenti, pulendo completamente il cielo.
L’esplosione di energia fu di una portata tale che non solo a Magnolia se ne sarebbero sicuramente accorti ma molto probabilmente tutti i maghi del regno l’avrebbero percepita.
Il tutto durò solo pochi istanti.
Appena tutto finì stette qualche istante ad osservare il cielo come se volesse essere sicura che di Helel non ci fosse rimasta traccia, ma sentì le forze venirgli meno, le gambe le cedettero e cadde sulle ginocchia, non riuscì più a sopportare la trasformazione che terminò, tornò nella sua forma umana e posò le mani per terra, ma anche quella posizione sembrava troppo affaticante e quindi si gettò per terra con il viso rivolto in cielo. Ansimava fortemente, il petto le si alzava e abbassava con grande frequenza, non si era mai sentita più sfibrata in vita sua.
Anche Krono le si gettò a fianco e riassunse la sua forma umana, anche lui era sfinito.
«Anf, anf, anf, anf… allora cosa si prova ad avere appena…anf, salvato il mondo?», le chiese.
«È una bella sensazione. Però credo che non sarò in grado di muovermi per un po’».
«Eheheh, ci credo».
Stettero entrambi in silenzio per qualche minuto ad osservare il cielo completamente limpido.
«Krono?».
«Si?».
«Non hai davvero intenzione di tornare alla gilda?».
«…No, mi dispiace ma non cambio idea».
«Va bene, almeno adesso sono più tranquilla», si tirò su e si mise seduta, «ti auguro di trovare ciò che cerchi».
Krono si tirò a sedere e poi si alzò in piedi, in un primo momento barcollò ma poi riprese stabilità e le porse la mano.
«Grazie Mirajane».
Lei gliela strinse e gli sorrise.
Anche lui le sorrideva, ma ad un tratto sbiancò, assumendo un’espressione terrorizzata.
«Krono che ti pr…», un brivido le attraversò tutto il corpo seguito da una sensazione di oppressione, senti qualcosa avvicinarsi ad elevata velocità dal cielo.
Krono si voltò e anche lei guardò in alto.
Booom!
Qualcosa caduto dal cielo ad estrema velocità aveva colpito il terreno come una palla di cannone alzando un gran polverone.
Mirajane stava tremando.
Dal polverone comparve Helel.
 
Krono guardava Helel uscire dal polverone.
Fisicamente sembrava ridotto male: ansimava, aveva numerose ferite sanguinanti, lividi, segni, entrambe le corna erano spezzate, anche se in punti diversi, delle sei ali se erano rimaste cinque e di quelle solo tre erano ancora integre, digrignava i denti dal nervoso e lo sguardo era furente di rabbia a tal punto da inquietarlo.
Krono non riusciva e muovere un dito e nemmeno a pensare lucidamente.
Helel li squadrò attentamente e sorrise.
Alzò il braccio e una piccola sfera si creò nella sua mano e iniziò a crescere mentre delle saette rosse comparvero intorno ad essa e dei vortici si crearono sulla sua superfice.
«No», disse con un filo di voce, si voltò verso Mirajane e vide la disperazione sul suo volto mentre una lacrima le scendeva giù da un occhio.
Helel scoppiò a ridere e la sfera iniziò a rimpicciolirsi fini a scomparire.
«Ovviamente questo Necro Pulsar non avrà la stessa forza del precedente, ma considerando lo stato in cui vi trovate è più che sufficiente a fare in modo che di voi rimanda solo la cenere», gli disse sorridente.
Il sorriso svanì subito.
«Ma non andrà a finire in questo modo. Voi mi avete umiliato, due esseri inferiori come voi, due mezzi demoni avete osato respingere il mio attacco, mi avete ferito in un modo a me sconosciuto, sia nel corpo che nello spirito».
Si portò le mani sulle spalle, affondò gli artigli nelle sue stesse carni e iniziò ad abbassare le braccia lasciando dei solchi sanguinanti.
«Non ero mai stato ferito così seriamente. Mai!!!», sbottò tutto d’un tratto, lasciando uscire tutta la sua ira.
«Demoni! Angeli! Nessuno si era mai spinto a tanto!!! Il Necro Pulsar sarebbe un regalo, una morte troppo rapida e indolore per voi!», si inclinò in avanti portandosi le mani sulla mascella e abbozzando un mezzo sorriso con gli occhi spalancati e fissi su di loro.
Ora sembrava un vero e proprio pazzo.
«Voi meritate di morire solo dopo aver patito indicibili sofferenze! Dopo aver passato ore e ore a soffrire come delle bestie, dopo avermi supplicato con le lacrime agli occhi di avere pietà di voi!!», il suo sorriso si allargò ancora di più.
«Potrei cominciare stuprando la tua amica di fronte a te, che ne dici?».
Krono sgranò gli occhi dall’orrore mentre sentì un rantolo di terrore alle sue spalle.
«Mirajane, devi scappare. Io cercherò di farti guadagnare più tempo possibile ma ora tu devi tornare alla gilda il più in fretta possibile, hai capito?», le disse senza nemmeno voltarsi.
«Ma?».
«Muoviti!», le urlò.
Si gettò in avanti, l’aura nera lo avvolse e si trasformò in demone.
“Devo guadagnare più tempo possibile”.
«Sto arrivando Helel!».
Sferrò pugni più velocemente che poteva, ma era lento, si sentiva pesante.
Helel schiavava tutti i colpi con estrema facilità.
«Che ti succede Demon Lord mi sembri un po’ a corto di energie, ti sei fatto più lento», schivò l’ennesimo pugno e assesto una forte ginocchiata nel suo ventre lasciandolo senza fiato, poi lo afferrò per la fronte e lo sbatté violentemente sul terreno. Gli mise un piede sulla spalla sinistra per bloccarlo e nella sua mano sinistra si materializzò dell’energia nera che addensandosi, formò una lancia.
«Comincerò rendendoti una specie di punta spilli vivente. Non preoccuparti non ti ucciderò, starò attento ad evitare tutti gli organi e i punti vitali».
Ma l’attenzione di Krono si focalizzò in un altro punto.
«Aaaaah!».
Mira, in forma Satan Soul si gettò addosso a Helel, che fece sparire subito la lancia e l’afferrò rapidamente per il collo.
Stinse la presa e la magia di Take Over della ragazza si annullò subito.
«Credevi veramente di sorprendermi due volte con lo stesso attacco, puttana idiota? Avresti dovuto seguire il consiglio del tuo amico e scappare, invece hai voluto provare ad attaccarmi nonostante avessi a malapena sufficiente energia per trasformarti».
Mirajane scalciava in tutte le direzioni e muoveva freneticamente le gambe mentre le sue mani erano attaccate all’avambraccio del demone.
Helel strinse la presa.
Mira spalancò la bocca per cercare aria.
«Basta sono io il tuo avversario! Lasciala andare e vediamocela noi due!».
Non lo degnò di una risposta e strinse ancor di più, le braccia di Mira persero forza mentre le gambe stavano già penzolando.
«Helel!!», si provò ad alzare ma il demone fece forza con il piede e lo sbatté nuovamente al suolo.
Intanto le braccia di Mira erano cadute lungo i fianchi, ormai non si muoveva neanche più, i suoi occhi erano sollevati verso l’alto fino sotto la palpebra e le sclere erano completamente arrossate dalla mancanza di ossigeno.
«Questa donna è stata artefice del suo destino, così facendo almeno si risparmierà lo stupro. Tu invece la guarderai morire, perché non sei stato abbastanza forte per proteggerla e ti porterai questa colpa nella tomba!».
Nel sentire quelle parole Krono spalancò gli occhi e si paralizzò.
“G-g-uardarla morire”?
Gli ritornò in mente Rio che saltava in aria.
“N-nn…non sono abbastanza forte”?
Ripensò alla notte in cui aveva perso tutto, famiglia, amici e il suo villaggio.
Ripensò al senso di impotenza che aveva provato, alla rabbia, che ne era scaturita e alla furia omicida che lo aveva avvelenato per gli anni a seguire. Si era ripromesso che non avrebbe più avuto legami e che così non avrebbe più provato quel dolore.
Ma ora era cambiato.
Aveva una persona a cui teneva.
Sentì l’energia scaturire dall’internò del suo corpo e la concentrò nel braccio destro, i cui muscoli si irrigidirono.
«Non me ne starò fermo ancora una volta a guardare qualcuno a cui tengo che mi viene ucciso davanti agli occhi».
Un’aura nera avvolse il suo pugno.
«Eh?», fece Helel, ma proprio mentre voltava la testa per guardarlo percepì la grande pressione di energia che scaturiva dal suo corpo.
«PUGNO DEMONIACO!!».
GROOOOOOARRRR!!!
Helel vide gli occhi rossi del demone venirgli addosso ma non puntava lui. Il demone affondò i suoi denti nel braccio di Helel che inclinò il busto all’indietro e lanciò un grido di dolore a pieni polmoni.
Il flusso di energia inghiottì completamente il braccio e la faccia del demone sparì.
Crack.
Il braccio del Principe delle tenebre si spezzò lasciando andare Mira.
Krono riuscì a liberarsi e balzò in avanti per afferrare la ragazza prima che cadesse a terra per poi schizzare via più velocemente che poteva nel tentativo di allontanarsi il più possibile da Helel, che in tanto era caduto in ginocchio tenendosi il braccio.
Mentre si allontanava alle sue spalle giunse un altro grido, non più di dolore, ma di rabbia.
«Maledetto, schifoso, essere inferioreeeee!!! Hai osato una volta di troppo! Farò in modo che tu mi supplichi di ammazzarti! Ti spezzerò tutte le ossa e ti obbligherò a guardarmi mentre violento quella troia più e più volte! E quando avrò finito la scuoierò, lentamente, la manterrò in vita per tutto il processo e alla fine le spappolerò il cranioooo!!! Hai capito!!».
Krono sentì Mirajane stringergli i brandelli di maglia e appoggiare il viso contro il suo petto trattenendo i singhiozzi.
Lui continuò a guardare dritto.
«Mi hai sentito Demon Lord!!».
Aveva un tono inquietante.
Quando capì di essere abbastanza lontano si fermò e la mise giù.
«Ce la fai a camminare?».
«Sign… si grazie», gli disse mentre si puliva una lacrima.
«Ascoltami attentamente. Adesso tu devi tornartene in gilda capito, e devi farlo anche in fretta».
«Non posso sono venuta qua volando, non ho forze sufficienti».
Krono digrignò i denti per il nervoso.
«Va bene allora devi nasconderti, ceca di nascondere la tua presenza e appena ti sei ripresa devi scappare verso la gilda il più velocemente possibile, hai capito?».
«Tu cosa intendi fare?», lo fissò qualche istante, «hai qualcosa in mente vero?».
«Si ho ancora il mio asso nella manica».
Sul volto di Mira comparve un barlume di speranza.
«Pensi che se raggiungi il tuo limite puoi avere qualche speranza di batterlo?».
Krono sorrise guardandosi i piedi un momento, per poi tornare di nuovo a guardarla.
«Ho raggiunto i miei limiti per respingere il Necro Pulsar e li ho di gran lunga superati con il colpo di poco fa. Se voglio avere qualche speranza di batterlo non mi resta che provare a risvegliare tutto il potere della lacrima di demone al mio interno, autodistruggendomi».
Mirajane rimase a fissarlo, immobile, impassibile.
«Mi ricordo del tuo discorso durante il duello con Rio al Gran Palio della magia, se usassi il potere del demone alla sua massima potenza il tuo corpo non resisterebbe».
«Te l’ho appena detto, appunto, mi autodistruggerei».
«Non puoi… ci deve essere un altro modo».
«Non c’è e tu lo sai bene, mi serviranno un paio di minuti per accumulare abbastanza energia e per risvegliare il potere, tu nasconditi e rimani nascosta, non ho garanzie di farlo fuori, ma ti prometto che darò tutto me stesso per proteggerti».
Mirajane alzò lo sguardo e lo guardò, gli occhi erano lucidi, le lacrime stavano per sgorgale.
«Ti ho detto di andartene!!», le urlò contro, facendola sobbalzare.
Si voltò e corse via.
Krono sorrise, un sorriso amaro, non voleva vederla piangere un'altra volta.
“Addio Mirajane, e grazie ancora”.
Si voltò e guardò il cielo. Dopo l’esplosione di prima ora era completamente limpido, di uno splendido celeste, gli trasmise un senso di pace e tranquillità.
Fece un profondo respiro e chiuse gli occhi.
“Padre, madre, nonno… antenati”.
Riaprì gli occhi ed espirò.
«Se credete che ora faccia qualcosa di così penoso come supplicarvi di darmi la vostra forza o vi chieda di avere pietà della mia anima vi state sbagliando di grosso. Nemmeno in una situazione come questa intendo rinunciare al mio orgoglio».
Non sapeva spiegarsi il motivo ma stava fremendo dall’eccitazione, aprì la bocca e iniziò a leccarsi freneticamente le labbra con la lingua.
«Mettetevi comodi e guardate, guardate il vostro ultimo discendente in azione. Ammirate la potenza del più forte devil slayer della storia».
Rivolse il suo sguardo in avanti e iniziò a camminare lentamente, accumulando energia, nella direzione in cui sentiva che si stava avvicinando Helel.
Woosh.
L’aura demoniaca divampò dal suo corpo.
«Il sole tramonta e scendono le ombre. Avvolgono il mio corpo e vi penetrano dentro, da adesso fino al mio respiro. Non mi farò mai vincere da questo potere e mai lo rivolgerò contro gli indifesi».
«Sei pronto Demon Lord?!».
«Io rinuncio alla mia umanità per combattere chi dall’oscurità è stato creato».
«Lo senti questo rumore? È la morte che si avvicina! Non puoi sfuggirle, mortale».
«Io sono il fuoco che illumina la notte, la spada che fende il buio, la guardia che veglia sugli uomini, lo scudo che protegge i deboli».
Vide Helel in lontananza.
«Io sono la tenebra che combatte la tenebra».
«Vedo che la tua amica è scappata, poco importa, ti renderò innocuo e poi la andrò a prendere. Vi farò capire quanto siate stati stupidi a poter anche solo credere di avere avuto qualche speranza di sconfiggermi, stupidi e sciocchi umani».
«Anche se siamo umani solo in parte ci comportiamo comunque come tali. Noi umani speriamo quando non c’è speranza e crediamo quando credere è da stupidi ma qualche volta nonostante tutto noi vinciamo».
Wooooomp!
L’energia demoniaca che lo circondava aumentò di intensità.
Allungò la gamba destra in avanti e ci si accovacciò sopra, appoggiò le mani per terra e poi affondò gli artigli nel terreno, come se ci si volesse ancorarvi».
“Ora e per il resto dei miei giorni io sono il Demon Lord”.
«Risveglio!!».
Whaaaamp!
L’energia demoniaca si allargò notevolmente e si formarono i soliti occhi con iridi a cerchi concentrici.
Krono percepì una fitta di dolore che lo costrinse ad abbassare lo sguardo.
“Il dolore è atroce, mi sento come il mio corpo si stesse strappando in più pezzi, ma devo resistere”.
«Aaaaaaah!!».
 
«Gwahahah!», Helel scoppio a ridere.
«Credi davvero di spaventarmi aumentando semplicemente la tua energia. La tua mi sembra solo un’esibizione per cercare di incuter…wooom!», percepì una vibrazione, l’energia rilasciata dal mezzo demone stava aumentando in maniera anormale, e continuava a crescere.
Guardò l’aura che lo circondava, aveva iniziato ad ondeggiare, intorno ai due occhi, stava apparendo qualcos’altro. Si cominciò a delineare un volto, la mascella pronunciata, i denti affilati e appuntiti come uno squalo, le orecchie a punta, una fronte sulla cui sommità comparvero delle corna arcuate come le sue, seguite da una criniera di capelli ispidi all’indietro.
GRRRRR!!
«Ma che significa?!», l’energia che percepiva era troppo grande per poter essere prodotta da un semplice umano.
Krono alzò lo sguardo.
I suoi tre occhi erano completamente rossi, non si distinguevano più iride, pupilla e sclera.
“Ma questo non è un semplice umano”.
Gli ricordò una voce nella sua testa.
GROOOOOOOWL!!
Il demone ruggì così forte che ne percepì lo spostamento d’aria nonostante si trovasse lontano.
 «Credi veramente di spaventarmi?! Fatti sotto finto demone! Ne ho abbastanza di te!».
Krono si caricò per darsi lo slancio.
«Rilasciooooo!!!!».
Boooom!
Schizzò in avanti.
«Non riuscirai neanche ad avvicinarti».
Nelle sue mani si crearono delle sfere nere, erano più grosse delle precedenti e avevano delle saette rosse che correvano sulla loro superficie.
«NECRO SFERE!!».
Ne sparò quattro.
Con tutta quell’energia che lo circondava non sarebbe mai stato in grado di schivarle.
Ma appena le sfere arrivarono in contatto con l’aura demoniaca che lo circondava si appiattirono.
«…!».
E subito dopo schizzarono ai lati di quel vortice di energia.
Helel era scioccato, non aveva mai visto una cosa simile, nemmeno nella guerra tra Paradiso e Inferno che aveva combattuto milioni di anni prima.
«L-l-l’energia demoniaca che lo avvolge ha una pressione tale da distorcere lo spazio che gli sta intorno».
Il Demon Lord era sempre più vicino, osservò l’enorme demone che si avvicinava e guardò Krono negli occhi.
“Questo è un vero e proprio demone”.
Fece un mezzo passo indietro.
Fu un gesto completamente istintivo, se ne rese conto solo quando ormai si era mosso. Abbassò lo sguardo e con sconcerto stette a guardare il piede sinistro più indietro del destro.
«I-io sono indietreggiato, di fronte a quell’essere?! Ho provato timore di un essere inferiore?!».
Lo guardò nuovamente, le sue gambe erano come bloccate, le mani gli tremavano. Razionalmente non ne era conscio ma il suo corpo aveva preso il sopravvento sulla sua mente.
«Questa è quella che gli umani chiamano paura?!».
Krono gli era ormai addosso, Tirò indietro il braccio sinistro per caricare il colpo.
Il demone di energia aprì la bocca e ingoiò Helel che venne definitivamente bloccato. Se ne stava fermo immobile con un’espressione confusa sul volto.
Ormai erano faccia a faccia.
Krono tirò indietro il braccio e sferrò il suo colpo.
«FURIA INFERNALE!!!».
Il pugno lo colpì proprio al centro del corpo, il dolore si diffuse istantaneamente come una scossa in tutto il suo corpo, era come se tutte le ossa gli si fossero polverizzate all’stante. Senti del liquido risalirgli l’esofago e riempirgli la bocca, le sue guance si gonfiarono, e quando il dolore fu insostenibile aprì la bocca per gridarlo.
«Bwaaagh!!».
Vomitò un getto di sangue.
Il colpo era così forte che nonostante avesse colpito l’obiettivo non si fermò. Percorsero tutta l’isola finchè non colpirono la montagna, e anche allora non si fermarono. Iniziarono a penetrare nella montagna mentre tutti intorno rocce e pietre si sgretolavano ed esplodevano.
Helel ormai non percepiva più niente: dolore, suoni, odori. Vedeva solamente ciò che c’era davanti a lui, tre occhi rosso sangue, non lo guardavano perché non avevano pupille, ma lui sapeva che non era così.
Il senso d’agitazione cresceva sempre di più, quegli occhi era come se riuscissero a vedergli dentro.
“Basta”.
L’agitazione divenne paura.
“Basta”.
E la paura divenne terrore.
«Bastaaaaa!!», grido con tutto il fiato che gli era rimasto.
Colpi qualcosa con la schiena e poi perse i sensi.


«…»
Quando aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il cielo, velato dal polverone e il fumo che lo circondava.
Era seduto, con la schiena appoggiata ad una roccia, probabilmente a quel poco che rimaneva della montagna dell’isola. Non sapeva bene quanta distanza avevano percorso, ma sicuramente ora si trovavano dall’altra parte di quell’isoletta stretta e lunga.
Tossì, una tosse secca senza sangue.
Non percepiva alcun dolore.
Abbassò lo sguardo per controllare le condizioni del suo corpo.
Sorrise.
«Credevo peggio, ahah».
La parte destra del suo corpo, dalla punta dello zoccolo fino alla spalla era completamente scomparsa. Anche lo zoccolo sinistro non c’era più. La roccia su cui era appoggiato e il terreno sotto di lui era macchiato da una grande quantità di sangue oramai seccato. Dal suo corpo però non ne usciva una goccia, probabilmente una gran parte era bruciata in seguito al colpo del Demon Lord e la restate parte era stata persa, fuoriuscita dalle ferite.
Crick…crack.
Il suo corpo si stava sgretolando.
Guardò di fronte a lui, il polverone cominciava a diradarsi.
Sdraiato per terra qualche metro più in là vide il mezzo demone che lo aveva sconfitto. Era tornato in forma umana, se ne stava immobile, totalmente sfibrato, il suo braccio sinistro fino al gomito non c’era più, i lunghi capelli prima neri come la tenebra più tetra ora erano completamente bianchi, come la luce più pura. Dal suo corpo stava uscendo un leggero fumo nero.
«Anf…anf a costo della tua vita e del tuo potere di demone sei riuscito a sconfiggermi a quanto pare», iniziò ad ansimare, anche solo dire quelle poche parole lo aveva sfinito.
Krono mosse leggermente la testa su un lato per guardarlo.
Probabilmente quel fumo nero era quel poco che rimaneva del potere del Demon Lord che abbandonava il suo corpo.
Crick, crock.
Le crepe sul suo corpo si propagarono, si staccò anche qualche pezzo.
Capì che non gli rimaneva molto da vivere.
«A quanto pare ci sei riuscito ragazzo… rinunciando alla tua umanità… al tuo debole cuore umano… sei riuscito a raggiungere il potere di un demone, anzi…anf… a superalo… ora sei un vero demone».
«Ti sbagli Helel… è proprio perché non ho rinunciato alla mia umanità, al mio cuore di uomo che sono riuscito a batterti. Ma voi demoni non potrete mai capirlo. Io non sarò mai né un demone né un uomo, io sto nel mezzo… io sono un devil slayer».
Helel gli sorrise e poi abbassò lo sguardo e non si mosse più.
Le crepe si propagarono su tutto il suo corpo finchè non si sbriciolò, andò in pezzi che si sbriciolarono a loro volta. Alla fine del Principe delle tenebre, quello che un tempo era l’angelo più splendete, il primo angelo a cadere, il demone più malvagio, non rimase altro che polvere e cenere.
 
Krono continuava a fissare ciò che rimaneva di Helel, per essere sicuro che quello non fosse un sogno.
Mosse la testa di lato e tornò a guardare verso l’alto, ormai il polverone era calato e riusciva a vedere almeno il cielo.
Si sentiva leggero, e dopo molto tempo, sereno.
“Ora potete riposare in pace”.
Non si rivolse solo ai suoi cari ma anche a Rio e a tutti quei devil slayer che erano morti.
Aveva portato a termine la sua vendetta, aveva completato la suo missione, aveva salvato il mondo e aveva protetto Mirajane.
Avrebbe concluso quella storia allo stesso modo in cui l’aveva cominciata: da solo, senza nessuno intorno, senza che nessuno lo notasse o sapesse per cosa combattesse.
“Beh, non proprio nessuno”.
A lui però andava bene così, aveva già coinvolto troppe persone.
Per un attimo gli mancò il fiato, come se il suo corpo si fosse dimenticato come respirare, ma subito dopo tirò un profondo respiro
Sapeva che mancava poco.
Il suo corpo era al limite.
Chissà cosa ne sarebbe stato di lui.
Dannazione o pace.
Ma ora, in quel momento, si sentiva tranquillo.
“Non ho rimpianti, sia nel bene che nel male ho sempre vissuto facendo quello che volevo”.
«Sono riuscito a rivederli… a rivederla, un’ultima volta». 
Chiuse gli occhi, sorrise, ma una voce giunse alle sue orecchie.
Aprì gli occhi di colpo e voltò la testa.
«…no! …ono! Krono!».
“No”.
Il suo cuore prese a battere più forte.
“Perché non è rimasta nascosta”?
«Krono!».
“Non posso rivederla un’altra volta”.
«Krono!».
Provò ad urlare per chiamarla, ma dalla sua bocca uscì solo un suono appena percettibile. Ci riprovò ma il risultato fu lo stesso.
La voce di Mira si allontanava.
Chiuse gli occhi, raccolse tutto il fiato che poteva e lo gettò fuori.
«Miraaaaaaa!».
Ci fu qualche secondo di silenzio e poi eccola lì, la vide uscire dalla nube di polvere, il viso rigato dalle lacrime, gli occhi arrossati e lucidi.
«Oh mio dio, Krono?!», rimase pietrificata alla vista del suo corpo.
«Ce l’ho fatta Mirajane, l’ho sconfitto».
«I t-tuoi capelli», disse mentre si lasciava cadere al suo fianco e guardava il moncone del suo braccio.
«Non male eh? …Il nero mi è sempre piaciuto come colore, ma devo dire che così sto bene lo stesso».
Le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi, sapeva bene che non c’era più niente da fare.
«Anf… perché non te ne se rimasta nascosta?».
«Sigh… non potevo», iniziò a singhiozzare, si vedeva che stava facendo il possibile per trattenersi.
«Non vuoi proprio lascarmi morire in pace».
«No. Hai passato già troppo tempo da solo, permettermi di starti vicino almeno negli ultimi momenti», gli prese la mano e la strinse.
Lui sollevò la mano e le passò il dorso delle dita sulla guancia.
Era bellissima anche col volto rigato dalle lacrime.
Le sorrise, un sorriso genuino e sereno tanto che la ragazza ne fu colpita.
«Non essere triste per me Mira. Il mio peccato è stato espiato, la mia vendetta si è compiuta e ho portato a termine il mio dovere. Sono, felice».
Perse la sensibilità al braccio che cadde, senza più forze.
«Non dicevi che avresti vissuto per fare del bene, per espiare le tue colpe?».
«Ho fatto abbastanza, ho fatto tutto quello che potevo nel miglior modo possibile e col poco tempo a disposizione, credimi».
La vista gli si offuscò, il fumo nero smise di uscire dal suo corpo.
«Io… sono in pace, ora…».
«…».
«Sigh… sob…va da loro Krono», gli disse mentre scoppiava a piangere.
Chiuse gli occhi e ogni sensazione cessò.

Gli riaprì e vide sotto di lui il suo stesso corpo, immobile con Mira che vi piangeva sopra.
Si stava allontanando in volo, si guardò le mani, il suo corpo era trasparente, e lo diventava sempre di più.
«I-io sto a-as-ascendendo?».
«Proprio così fece una voce alle sue spalle», una voce che non sentiva più da anni, una voce il cui suono gli era familiare.
«Che c’è non ti giri? Ti sono venuto a prendere».
«Non so se ne ho il coraggio. Ho fatto cose brutte, cose di non cui non vado fiero, cose di cui ti vergogneresti».
«Guarda che so già tutto. Ti ho sempre osservato. Sei andato avanti per la tua strada, sbagliando e capendo i tuoi errori, hai intrapreso il percorso sbagliato ma poi ti sei riportato sul sentiero giusto e hai provato a redimerti. E hai fatto tutto da solo».
«Beh, ho ricevuto un piccolo aiuto, e anche qualche strigliata».
«Ahahah è a questo che servono i compagni».
Osservò un’ultima volta la ragazza che lo aveva salvato da sé stesso.
«Allora andiamo? Gli altri ci stanno aspettando, loro non sanno la tua storia e vorrebbero che gliela raccontassi con calma».
«È una storia lunga».
«Abbiamo tutto il tempo dell’universo, Krono».
Ormai il suo corpo era quasi svanito del tutto.
Si voltò, chiuse gli occhi e sorrise, poi svanì.
«Andiamo Papà…».
 
 
Note dell’autore
Ed eccoci qua! Con questo capitolo si conclude la storia di Krono. Ma non è la fine della storia, infatti c’è ancora un breve epilogo di un paio di pagine.
Mi pareva troppo drastico fare finire tutto con un finale del genere.
Per quanto riguarda la fine toccata al personaggio alcuni forse potranno non essere d’accordo ma la verità è che avevo previsto fin dall’inizio questo finale. Quando ho ideato la storia avevo già in mente l’inizio e la fine (tutto il resto è venuto fuori dopo) e Krono sarebbe dovuto morire (e inizialmente non era prevista nemmeno la presenza di Mirajane accanto a lui), questo a mio avviso lo avrebbe consacrato definitivamente come personaggio dannato e maledetto.  
Secondo voi questa è una fine che si addice al personaggio? O sarebbe stato meglio che dopo la sconfitta di Helel se ne fosse andato per sempre, a vagare per il mondo? O ancora che Mirajane lo riportasse in gilda, in un finale del tipo “e vissero tutti felici e contenti”?
Mi piacerebbe anche sapere come vi è sembrata la storia, dato che è la prima che pubblico. È scritta bene? Troppo lunga? Troppi combattimenti?
Accetto anche critiche negative (costruttive se possibile), dato che non escludo di scrivere ancora in futuro e quindi critiche e consigli potrebbero tornarmi utili.
Bene, quindi per l’ultima volta… alla prossima!
 
 
   
 
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