Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Nisi    11/07/2020    2 recensioni
Revisione completata, pubblicazione riprende regolarmente.
'E' piuttosto improbabile che in questi boschi lei possa incontrare l’imperatore del Giappone e consorte, quindi l’abito da cerimonia non è richiesto.”
Shiori lo guardò male, agitandogli sotto il naso un maglione di pile. “Questo abbigliamento non mi dona affatto.”
Kenji si tolse gli occhiali e le diede una buona occhiata. “E’ bella lo stesso. E badi, questo non è un complimento, ma una oggettiva osservazione della realtà!”
Non è umanamente possibile che in una persona sola si concentrino tanti difetti: piattola, lagna, viziata, macigno, pallista, intrigante, nevrotica, cozza…
Ci ho pensato su e sono giunta alla conclusione che Shiori l’abbiano fatta diventare così.
Quindi quello che ci vuole è qualcuno che la rieduchi, nella fattispecie un serioso ingegnere con una spiccata tendenza alle gaffes
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I tre volti della Dea'
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Suo nonno è la ragione per la quale mi trovo qui.”
 “Come?”
“Fino all’anno scorso io lavoravo per lui. Non ha mai sentito parlare del brillante ingegnere civile Kawahara Kenji?”
“Oh, lei è il famoso K.K.!”, ecco dove aveva sentito il suo nome.

“Già. Non sembrerebbe, vero?”
“Cosa è successo? Mio nonno provava una grande ammirazione per lei, non faceva altro che parlare di K.K. e all’improvviso è cambiato tutto.”
“Abbiamo litigato furiosamente. E poi lui mi ha licenziato. Fine della storia.”
“Oh…”

“Per farla breve, sono rimasto senza lavoro. Non sono riuscito a trovare un’altra occupazione perché suo nonno mi ha fatto terra bruciata intorno, d’altronde come fa di solito con chi osa mettersi contro di lui, quindi mio padre mi ha consigliato di venire in questo posto e di mettermi in proprio, ed è quello che ho fatto.
Ora sono libero professionista e le cose mi vanno bene.”
“Perché suo padre le ha consigliato di venire proprio da queste parti?”
“Perché è qui che veniva quando era in crisi e mi ha sempre detto che i problemi qui sembravano meno complicati. Mio padre ama questo luogo ed era amico di Ichiren Oozaki. E tra qui e Tokyo ci sono parecchi chilometri.”

Shiori era dispiaciuta. Sapeva bene che suo nonno gestiva le sue imprese col pugno di ferro, ma comportarsi così con un ingegnere di talento quale sembrava fosse Kenji Kawahara non le sembrava molto giusto. “Mi spiace, io non avevo idea.”
“Non importa. Adesso è tutto a posto e comunque non è colpa sua.”

Laconico Kenji, che si chiuse ancora una volta nel silenzio mentre fuori continuava a piovere.

E il fuoco si era spento perché la legna era finita.

Shiori cominciò a sentire freddo, i brividi le correvano lungo la schiena e le mani erano diventate pezzi di ghiaccio.
Era anche buio.

Da qualche parte sentì la voce di Kenji che si schiariva la voce, forse si stava prendendo un malanno.

Un altro ‘Ehm ehm’ seguito da un: “Ha freddo?”
“Sì, ho freddo.”

Un lungo momento di silenzio e poi: “Se crede, posso cercare di scaldarla.”
“No, grazie.” Fu la risposta piena di sussiego di Shiori.
“Faccia un po’ come vuole. Se si ammazza di freddo per la sua spocchia, affari suoi.”
“Io non ho la spocchia!”
“Se preferisce morire di freddo piuttosto che farsi scaldare da un uomo che non risponde ai suoi standard di qualità, io la chiamo spocchia.”
“Non è questo!” strillò Shiori.
“E allora, che cosa è, di grazia?”
“Io non ho mai…”
“Lei non ha mai cosa?” la voce di Kenji si era addolcita.
“Non sono mai stata abbracciata da un uomo.”
Silenzio. E poi: “Ma se è stata fidanzata!”
“Le ho detto che Masumi non mi ha mai amata, no? Quindi niente.” rispose stancamente Shiori, ricacciando indietro le lacrime.

Quel “niente” la diceva lunga su parecchie cose.
“Mi perdoni, non avrei mai pensato che una donna come lei…”
“Rida pure, se le va.” Era così stanca che non le importava più di nulla.
“Perché dovrei? Sono solo stupito e dispiaciuto. Ora capisco ancora meglio perché è venuta qui.”
“Già, sono una povera sciocca. Bella, elegante e ricca, ma una sciocca rimango.”
“Non direi. Però lo pensi pure, se vuole.”

Faceva sempre più freddo. E Kenji non si era preso gioco di lei. Pur essendo il solito uomo brusco, poco diplomatico ed elegante, era stato gentile.

 “Senta…”
“Sì?”
“Fa sempre più freddo. Se la sua offerta è ancora valida, io accetterei.”
“Certo che è valida, anche io ho un freddo cane.”
Shiori si alzò e si rese conto che la situazione era piuttosto comica. “Dov’è, non la vedo?”
“Segua la mia voce, questo posto è piccolo, non farà fatica a trovarmi.” Shiori avanzò al buio e si sentì sfiorare la mano.

“Sono qui, venga.”

“Ma lei è sdraiato!”
“Soffro di mal di schiena, sono stato seduto fino a poco fa, ma ora non resisto più. Allora, ha cambiato idea?”
Shiori si sentiva parecchio in imbarazzo, ma più che l’imbarazzo poté il  freddo. “No, sto gelando.  Ho i brividi lungo la schiena. Mi scaldi, per favore.” Mormorò. Si inginocchiò accanto a lui, esitante e dopo un attimo si ritrovò stretta tra le sue braccia, la testa contro il suo torace. Lo sentì trasalire. “Qualcosa non va?”
“No, no. Pensiamo a scaldarci.”

Per essere la prima volta che un uomo l’abbracciava, l’esperienza fu piuttosto piacevole. Il corpo di Kenji era caldo e solido, i suoi abiti puliti e lui aveva un buon odore.
br /> “Che profumo usa?”
“Nessuno. Solo il sapone.” Fu la lapidaria risposta.

E ti pareva se un compassato ingegnere si dedicasse a cose futili come un profumo.

Si sentiva un po’ rigida tra le sue braccia, non era abituata a una simile situazione, ma piano piano si rilassò, e lui pure.

“Si sta scaldando?”
“Sì, grazie. E lei?”
“Anche io. Va molto meglio.”

Stava succedendo una cosa parecchio strana. Era come se il suo corpo piano piano si stesse modellando contro quello di Kenji, come se fossero due pezzi di un puzzle che combaciavano perfettamente. E non aveva più freddo, anzi. Solo che quel calore intenso che sentiva pareva venisse da dentro di lei e non solo dall’uomo che la stava tenendo vicino a sé e che aveva affondato il viso nei suoi capelli.

Shiori ebbe l’impressione che stesse per accarezzarle le ciocche, ma un attimo dopo lui era in piedi. Prese un profondo sospiro, poi un altro e un altro ancora. Si passò una mano tremante tra le chiome e sbirciò fuori dalla porta.

“Ha smesso di piovere ed è tornato il sereno. Ci conviene andare.”

* * *
Ed eccomi qua, un altro capitolo breve ma caruccio, che però ritengo sia un buon punto di partenza per quel che verrà poi.
Vi avviso che il prossimo è il mio preferito di tutta la storia.
Grazie a Tetide, Ninfea Blue e ladyathena (fan di Saint Seya, giusto?) per le gradite recensioni
   
 
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