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Autore: terryoscar    11/07/2020    7 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
Nella notte delle lucciole, Oscar e Andrè ricordano il loro passato, quello che è stato. La storia di una camicia che ha segnato le loro vite.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Che fine ha fatto la camicia strappata?
 
Marzo 1787
 
Sono seduto davanti al camino, penso ad Oscar …  ha perduto la testa per quello svedese. Sta soffrendo ed io con lei.
 Oscar non fa nulla per nasconderlo, mi racconta tutto, se solo sapesse che l'amo da impazzire!
Ma perché non mi vede come un uomo? Possibile che per lei debba essere solamente suo amico? Eppure faccio di tutto per compiacerla invece ... per lei resto solo il suo amico fraterno, il suo attendente.
I miei pensieri vengono distolti dal suono della voce di mia nonna.
 
"André, invece di stare lì senza far niente, dammi una mano ... porta questo vassoio a Madamigella Oscar!"
"Nonna,  immagino che tu le abbia preparato la cioccolata calda?!"
"Certo Andrè! Su forza, vai a portargliela prima che si raffreddi, lo sai che le piace calda!!"
"Si, lo so. Madamigella Oscar la gradisce bollente! … Adesso vado!" dico prendendo il vassoio. "Nonna hai l’aria stanca, dovresti andare a dormire."
"Grazie Andrè! .. Si, sono molto stanca ed è per questo motivo che ti ho chiesto di portare di sopra il vassoio!”
“Vai pure tranquilla, ci penso io! A domani nonna!”
“Oh nipote caro, sei davvero tanto buono!”
“Non credi di esagerare adesso? Ah ahah …”
“Ti proibisco di prendermi in giro! Ricordati che sono tua nonna.”
“Suvvia nonna non arrabbiarti!  … Nonna, perché mi guardi in quel modo? Vuoi dirmi qualcosa o sbaglio?"
"Si, ecco …”
“Dimmi nonna, cos’hai?”
“André, non vorrei chiedertelo però sono alquanto preoccupata ...."
"Uhm....di cosa?!"
"Ho notato che in questo periodo Oscar è taciturna più del solito,tu sai cosa le sta succedendo? Forse ha qualche problema con i soldati della Guardia Reale?"
"Oh …. nonna. Non saprei proprio …… ma no, non credo. Forse è solo stanca!"
"No, André! Conosco Oscar, so che le è accaduto qualcosa. Dimmi André, cosa la tormenta?"
"Nonna ….. davvero, non lo so. Oscar ….. parla poco ultimamente!"
"André, sono stata giovane anch'io e capisco quando una donna si comporta in quel modo!”
“Che cosa intendi dire?”
“ André, Oscar si è innamorata, non è vero?"
"Nonna …" appoggio il vassoio sul tavolo e spalanco le braccia.
"Impossibile che tu non lo sappia. Non vuoi dirmelo!"
"Nonna … davvero … cosa vuoi che ti dica?!"
"E va bene, non dirmelo, fa nulla … tanto so che è così! … Chissà chi è quel bell’imbusto che sta facendo soffrire la mia bambina?! .. Ahhh ma se scopro chi è … guai a lui! Speravo che tu mi potessi aiutare!”
“Mi dispiace nonna, non so nulla.” Mento spudoratamente, certo che Oscar non voglia fare sapere nulla a nessuno.
“ E va bene! … Però sappi che non ti credo.”
“Ma ti pare che Oscar mi racconterebbe delle cose tanto intime?”
“Certo che si. Tu sei il suo confidente.”
“Si, è vero… ma da qui a raccontarmicerte cose …”
“Tu menti André! Meglio che vada a dormire altrimenti!! … Ma sbrigati a portare la cioccolata che si fredda!”
“Si, si, ora vado!”
“Ohhh è tutta colpa del Generale se la mia Oscar sta soffrendo in questo modo. Ahhh se l'avesse allevata come una ragazza qualsiasi!" dico lasciando il salone.
 
Prendo il vassoio, esco dalla stanza e salgo le scale.
 
Alla nonna non sfugge nulla. Certo che Oscar è innamorata! ... Sarò egoista ma sono felice che Fersen le abbia detto che non l'ama, però ... io non ho alcuna speranza, il mio destino è amarla in silenzio, sono solo il suo amico, suo fratello .... il suo attendente." sussurro mentre sento diffondersi per tutto il palazzo le note del pianoforte. Una melodia struggente, malinconica e triste.
Arrivo davanti alla porta della stanza di Oscar, busso ed entro. La vedo, seduta davanti alla tastiera, suona una melodia struggente con i capelli che si muovono seguendo la musica. vedo le sue dita muoversi agili sulla tastiera del pianoforte, con forza percuote i tasti, i bianchi, i neri ……
 
"Oscar ... posso entrare?"
Ascolto la voce di André, mi giro appena mentre continuo a suonare, sorrido e dico: "Vieni avanti André!"
“Oscar …. la nonna ti manda la cioccolata ….."
"Grazie André!"
"Appoggio qui ….. ti conviene berla prima che si raffreddi!"
Lascio la tastiera del pianoforte, mi alzo dallo sgrabello, mi avvicino al tavolo. Vedo la tazza fumante, sento il profumo del liquido bollente, domando: "Ne vuoi un po'?”
"No, grazie Oscar …. no."
"Per favore André ... vorrei che mi facessi compagnia e poi ….. debbo parlarti." Dico le ultime parole un poco titubante.
"Dimmi Oscar ….." dico un poco preoccupato.
Prendo la tazza a due mani, la stringo quasi a riscaldarmi, soffio ... annuisco, poi dico in un sussurro: "André, come ti ho già detto ieri, lascerò la guardia reale ... mi sono congedata da sua maestà ... le ho chiesto di affidarmi un altro incarico ..."
 
Guardo Oscar un poco perplesso, Fersen deve averla ferita parecchio se non vuole più restare a corte.
 
"E …. sai già quale incarico ti verrà assegnato?!"
"Non lo so. Domani mattina dovrò recarmi al Quartier Generale per conoscere il mio prossimo incarico. Sinceramente non mi importa ... qualsiasi destinazione andrà bene, magari ... sarà lontano da qui ... da Parigi ... da Versailles."
"Oscar ….. cosa intendi dire?!" la sento distante, mai prima d'ora è stata così tanto distante da me.
 
Sorseggio appena, poso la tazza bollente sul tavolo, mi avvicino ad André lo guardo dritto negli occhi e rispondo: "Voglio allontanarmi ... vorrei, vorrei andare via ..."
“Andare via, Oscar? Ma ……" davvero inizio a preoccuparmi. Ha una strana espressione in viso, la vedo che è tormentata. Ed i suoi occhi, i suoi splendidi occhi, sono come spenti. Quanto mi manca la luce che le brillava …. il sorriso aperto ….. è già da qualche tempo che si è come spenta, la vedo ogni giorno, sempre più triste, apatica direi. Certo, mai una sbavatura, mai un gesto fuori posto. Ma io lo so, lo sento che c’è qualcosa che non va.
"Si ... via! ... André, ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me in tutti questi anni ma ... adesso non ho più bisogno di te. E poi è giusto che le nostre vite prendano le loro strade, ormai siamo grandi,anche tu devi pensare cosa fare della tua vita! ... André, da questo momento sei libero, non hai più alcun dovere nei miei confronti!"
 
Le parole di Oscar riecheggiano nella mia mente ….. non ho più bisogno di te ….. strade ….. libero ….. Oscar mi sta allontanando?
 
Faccio un respiro, nel vano tentativo di calmarmi, Oscar non ha più bisogno di me ……
“Anch’io ti devo dirti una cosa …  una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà, Oscar …”
“Vorresti dire che una donna rimane sempre una donna in ogni caso? Questo vorresti dire?! … RISPONDI! DEVI RISPONDERMI ANDRE’!”dico colpendolo con tutte la mie forze in pieno viso. “Lo voglio sapere, è importante per me!”
 
Spalanco gli occhi all'inverosimile, mi avvicino un passo dopo l'altro, lento, ed afferro Oscar per i polsi.
Non può buttarmi via così ….. la nostra amicizia non vale nulla per lei? Il mio amore per lei …. non vale nulla?! Per lei sono davvero solo un servo? No, io non ci credo! Sento la rabbia salire, Oscar non può avere detto una cosa del genere.
 
"A ... André, si può sapere cosa fai? Lasciami, così mi fai male ..." dico spaventata.
 
Sento la voce di Oscar, ma è come se non fossi qui, non fossi io. La spingo verso la sua stanza, raggiungiamo il letto e mi lascio cadere sul materasso, portando Oscar sotto di me.
 
"MA sei impazzito?!! Cosa fai?!! LASCIAMI ANDRE' O CHIAMO AIUTO!"
 
Porto le braccia di Oscar verso l'alto, avvicino il mio viso al suo, vedo le sue labbra, rosa, morbide e profumate. Non resisto e le rubo un bacio. Un bacio cattivo, un bacio di forza, prepotente. Lei è mia, e lo sarà sempre.
 
Sono confusa ... André ... André mi bacia ... mi bacia,.. ma cosa sta facendo?! Sento le sue labbra calde sulle mie,tento di liberarmi dalla sua stretta, ma non ci riesco, finché si allontana appena da me, stringo gli occhi,li riapro, urlo: " LACIAMI ANDRE'! TI HO DETTO DI LASCIARMI!”
 
Guardo Oscar, sento la sua rabbia, la sua voglia di rivalsa. Ma io non cedo, mi sollevo appena, lascio la sua mano sinistra e afferro un lembo della sua camicia, e tiro, tiro fino a strapparla, fino a vedere ciò che la rende donna, ciò che lei tanto odia e che ha sempre nascosto.
 
Sono confusa ... frastornata ... non capisco più nulla ... André è impazzito, mi ha denudata, il mio petto è scoperto, non indosso nemmeno le fasce. Mi sento annullare, mi arrendo al suo gesto, piango, non voglio guardarlo in faccia, volto la testa e sussurro: "Bene, André ... che cosa vuoi farmi? ... Che cosa vuoi provare?!" sento le lacrime scendere sul mio viso. Non riesco più a guardare in faccia il mio amico di sempre ... mio fratello. Ma è evidente che lui non mi veda come sua amica ... come sua sorella.
 
Guardo Oscar, vedo le sue lacrime scorrere sulle sue guance, vedo il suo sguardo perso. Cosa ho fatto? Vedo il lembo di tessuto nelle mie mani, mi alzo, scioccato, senza togliere lo sguardo da lei. Piange.
 
"Perdonami Oscar ... Giuro su Dio che non farò mai più una cosa simile! .... Oscar, io ... io non volevo ma .... perdonami ... se puoi, perdonami." dico lasciando lentamente la stanza. "Sei bella Oscar, bellissima ed io ti ho sempre vista come una donna bella e meravigliosa!" rimango di spalle, continuo mentre le lacrime continuano a rigare il mio viso. "Per vent'anni ti ho amata in silenzio senza che te ne accorgessi! ... Ti ho sempre amato! Io ti amo Oscar ... la mia vita  finisce qui, in questa stanza ... perdonami se puoi! …  una rosa non potrà mai essere un lillà … ascolta Oscar  non potrai mai cancellare di essere nata donna … per vent’anni ho vissuto con te … e ho provato dell’affetto per te, solo per te. Io ti amo Oscar … credo di averti sempre amato. Io ti amo Oscar e ti amerò per sempre, tu sei tutto per me …  " dico lasciando lentamente la camera, con passo pesante, frastornato da quello che è accaduto.
 
Sento i passi di André, si allontana, sono disperata, piango. André mi ha confessato di amarmi. Ma come può essere? Lui ... Lui, non mi ha mai detto nulla e non ha fatto nulla per farmi capire .... André, il mio amico, il mio confidente, mio fratello ... mi ha baciata e poi .. la mia camicia, l'ha strappata, ha scoperto il mio petto ... che imbarazzo, eppure da bambini me l'ha strappata diverse volte quando abbiamo duellato e fatto a pugni! ... Ma adesso è diverso, siamo adulti, lui ama me ma io amo Fersen .... Fersen, mi hai ferita profondamente ... anche tu mi hai ferita, André. Non dovevi farlo ... non dovevi…. D’ora in avanti niente sarà più come prima…
 


Ventitré anni dopo
Arras
 
Apro il baule, dentro ci sono i miei ricordi ... ecco, la mia divisa di Capitano delle Guardi reali e la divisa rossa, quella del Colonnello.
Quanti anni sono passati! … Il primo pensiero che ebbe la principessa Maria Antonietta diventata regina fu quello di nominarmi Colonnello delle guardie reali! … Quanti ricordi! … Non so se in questo baule ci siano più ricordi piacevoli o tristi! … Eccola, l’ultima mia divisa,  la divisa delle Guardie Metropolitane e la mia spada. Quanti duelli … non solo con i miei nemici ma anche con André. André … povero caro quanto ha sofferto a causa mia … per la mia indifferenza … per la mia testardaggine. Povero amore mio!
Il mio sguardo si posa sull’ultima divisa, sorrido e penso a tutto ciò che ho fatto per farmi accettare dai quei poveri e rozzi soldati arruolati solo per poter sopravvivere, poi la rivoluzione … mi sono schierata con loro, con i miei  cinquanta soldati … buoni e generosi! …  Sorrido,stringo al mio petto ad una ad una tutte le mie vecchi divise, sento il cuore palpitare … che emozione. Nostalgia di un passato ormai lontano, un passato dolce e doloroso.
Poso tutte  le mie divise sulle ginocchia, in fondo al baule c'è il mio ultimo ricordo della mia vita, il più importante, il più doloroso: la camicia strappata di quella notte … non riesco a trattenere le lacrime, piango, le mie guance sono bagnate, con un gesto passo la mia mano per asciugarle ma gli occhi continuano a brillare. Con indicibile lentezza prendo la camicia tra le mani, la stringo a me, sussurro: "Sono passati ventitréanni da quella notte .... eppure tu sei ancora qui, tra i ricordi più dolci e dolorosi della mia vita! … Oh André, mio amato André! Quanto ti ho amato e ti amo … ti amerò per sempre! … Quanto sono stata sciocca a non capire cosa realmente provavo per te. Ero cieca, orgogliosa, confusa … ma tu, mi sei stato sempre accanto con infinita pazienza anche quando non volevo, anche quando ti ho mandato via senza sapere che calpestavo i tuoi sentimenti … il tuo infinito amore per me. Oh amore mio, mio unico amore, ti sei arruolato nei soldati della guardia per proteggermi … il tuo amore incondizionato mi ha reso donna … madre, nonna.
Le lacrime continuano a scendere.
 
 
Salgo le scale che portano in soffitta, credo che Oscar si sia rifugiata lassù, tra la polvere ed il nostro passato. Salgo uno scalino dopo l'altro, mi affaccio e la vedo, bella come ventitréanni fa, china in un baule.
Mi avvicino, con passo leggero, e vedo che stringe tra le mani uno straccetto bianco, lacero, sembra …. sembra una camicia. Quella camicia. La camicia.
Mi fermo, sorpreso e terrorizzato, mentre ricordo quella notte.
 
 
La guardo con malinconia,la stringo la porto nuovamente al cuore ... sento le lacrime salire ancora senza che io riesca a fermarle.
 
"La mia camicia ... la camicia di quella notte, come faccio a non pensare?! Oh André sono stata cieca... quanto dolore, quanto tempo perso ..."
"Oscar ….." sussurro avvicinandomi a mia moglie e posando una mano sulla sua spalla.
Sento il cuore scalpitare, istintivamente stringo la camicia tra le mani quasi a volerla nascondere, sussulto, sussurro: "André, tu qui? Cosa succede? Forse sono arrivati i nostri figli?"
"Oscar …. tu … l'hai conservata?!! Io ….. perdonami Oscar!"
Mi giro appena, sorrido con dolcezza a mio marito, mi tiro su, tra le mani ho ancora la camicia. Siamo l'uno di fronte all'altra, e con un fil di voce sussurro: "Si, l'ho conservata tra i ricordi più belli. André, come avrei potuto gettarla via o magari bruciarla nel camino?!"
"Oscar …." mi avvicino, sfioro con le mani il viso di mia moglie, una carezza leggera, piccola, ho quasi paura di farle male.
"Oscar ……… io …. potrai mai perdonarmi?!" sento ancora il dolore di quella notte, la rabbia, la tristezza.
Poso la mia mano sulla sua, la bacio con tocco leggero, rispondo: "Perdonarti di cosa? ... André, sono io a doverti chiedere perdono! André, amore mio ... quanto ti ho fatto soffrire per la mia indifferenza! ... Sono stata molto egoista ... mi ero infatuata di Fersen mentre ti disperavi per me!  Io ...."
"Tu …. niente. Ora sei qui …. siamo qui …. "dico posando le mie labbra sulle sue, leggero, un bacio di piuma. Oscar sa di buono, di casa, di dolce. Oscar …. la mia Oscar.
"André, ti dispiace che io abbia conservato la camicia?" domando un poco intimorita.
"No … Oscar certo che no. Però …. dimmi che mi hai perdonato." dico in un sussurro, piano, con voce un poco roca, bassa.
Guardo gli occhi di mio marito, rispondo sorridendo: "Non ho nulla da perdonarti. André forse la tua è stata una dichiarazione d'amore piuttosto inusuale, fuori dal comune ma ... è stata la dichiarazione più vera e sincera che potessi farmi. Credo che se quella notte non mi avessi detto quelle parole forse io ... avrei continuato a vederti come mio amico, mio fratello ..."
“Schh …. ti amo Oscar, oggi come allora …" la stringo tra le mie braccia, con dolcezza, la accarezzo, la cullo nel mio abbraccio. “Ho bisogno di sentirti mia, di stringerti a me, di baciarti, di amarti...”
"Anch'io ti amo André ... ti amo, ti amo, ti amo ..." dico perdendomi sulle sue dolci labbra.
 
 
 
Sono seduto nella mia poltrona, davanti al caminetto, con la mia dolce Marguerite. Stringo tra le mani un libro mentre mia moglie è intenta al ricamo. Sento dei rumori provenire dal piano di sopra, dove c'è il sottotetto con tutti i bauli delle cose vecchie.
 
"Marguerite, questi due ..... ih ih .... sono peggio di noi!!"
“Augustin, i ragazzi si sono sempre amati è solo che l’hanno scoperto un poco tardi…”
“Marguerite, l’importante è che abbiano capito che erano fatti l’uno per l’altra. André è un bravo ragazzo ed io sono tanto contento che abbia sposato nostra figlia.”
“Anch’io Augustin! E poi, come hai detto poco fa, loro sono nati per amarsi …”
“Marguerite, non vedo l’ora che arrivino i miei nipoti …”
“Ah ah … Augustin, sii sincero …” dico posando il ricamo e guardando mio marito negli occhi. Nonostante gli anni è ancora un bell’uomo.
“E va bene! Fremo all’idea di rivedere il nostro bisnipote.”
“Anch’io! … Augustin il piccolo è davvero un amore!”
“Come potrebbe non esserlo?! E’ il nipote di Oscar e André, non potrebbe essere altrimenti!” rispondo tutto fiero, io una bella discendenza, un piccolo esercito di Jarjayes.
“Umm … davanti a me, vedo un nonno orgoglioso!”
“Bis, bisnonno, Marguerite!”
“Già, bisnonno! … Augustin, siamo invecchiati….”
“Marguerite, ringrazio Dio non solo per essere invecchiato accanto a te ma anche per avermi dato la possibilità di godermi la mia famiglia!”
“Hai ragione caro!”
“Marguerite, non senti freddo?”
“No. Eppure siamo a Luglio!”
“Si, ma io ho un poco freddo!”
“Aspetta, ti prendo lo scialle che è sulla poltrona.” Dico allungando il braccio mentre l’afferro e lo poso sulle spalle di mio marito.
“Grazie cara, sei davvero un angelo.”
 
 
Faccio irruzione nel salone in compagnia di mio marito e del mio piccolo Gabriel, con me c'è anche mio fratello minore.
 
"Nonno, nonna! Buona sera!”
“Oh finalmente siete arrivati!”
“Sophie, sappi che tuo  nonno era in ansia di vederti!”
“Ah ahah … Nonno! Vedere me o il mio piccolino?”
“Coff … coff … entrambi … entrambi mia cara!”
“Ahh si, certo! Ah ah …”
“Sophie, sei una sfacciata proprio come tua madre!”
“Ma cosa dite nonno! Mia madre una sfacciata?”
“Si si tua madre! Ih ih … Su fammi vedere il mio nipotino!”
Mi avvicino ai miei nonni con il mio tesoro tra le braccia, dico: “Eccolo qua nonno! Sappi che sta diventando davvero un piccolo birbante, la notte ci fa dormire pochissimo.”
La nonna ribatte felice: “Ma non importa cara … vedi che bella creatura che hai? Che bello che sei, mio piccolo Gabriel!”
Il Generale sorride, guarda sua moglie e con tono giocoso, dice: “E poi sarei io il nonno che freme all’idea di vedere il suo bisnipote!”
“Augustin! Ah ahah …”
“Nonno sapete dove sono mia madre e mio padre?"
Marguerite risponde: "Tuo padre è andato in soffitta a cercare tua madre ..."
"In soffitta?!!"
Mio fratello François ribatte: "Sophie, si può sapere perché ti sorprendi? Forse non lo sai che nostra madre va spesso in soffitta per spolverare i suoi ricordi?!"
"Si, si … vero François …. però … senti ….."
"Dimmi Sophie?"
“Che ne diresti di andare da loro?"
"Si … ma …”
“Ma?”
“Non vorrei che li disturbassimo!”
“Ma no, dai! E poi ci stanno aspettando. Su, avanti, vieni con me!”
“Sei sempre la solita sorellona!”
Mio marito ribatte: “Sophie, dai a me il piccolo se vuoi andate di sopra!"
Porgo Gabriel e rispondo: “Ecco tieni! Andiamo François!”
“Agli ordini sorellina! Ih ih …”
“Sei sempre il solito, non cambierai mai! Ah ah ah …”
 
 
 
Mi sciolgo dalle braccia di mio marito, sorrido commossa e dico: "Scusami André ma tra poco arriveranno i ragazzi ed io debbo rimettere ogni cosa al suo posto!"
"Anche la camicia?"
"Si ... anche la camicia! ... Forse ti dispiace? Vorresti che la gettassi via?"
"Gettarla? No …. no. Dopo tutti questi anni, no. Fa parte di noi, di quello che siamo, non credi?!"
Sento le gote calde, arrossisco appena. "Si, questa camicia fa parte di noi, non posso liberarmene ... se lo facessi, sarebbe come gettare il tuo amore, farà per sempre parte dei miei ricordi più cari."
 
Osservo mia moglie, ha qualche filo bianco tra i capelli, qualche ruga in viso. Il suo fisico snello ha qualche morbidezza in più …. ma è bellissima, oggi come allora. Ed io la amo, come allora.
 
Mi piego nuovamente sulle ginocchia, ripongo le mie divise, la mia spada e la mia camicia, l’accarezzo ancora e chiudo il baule con lentezza.  Mi alzo, guardo nuovamente l'uomo che più di vent'anni fa mi ha dichiarato il suo amore con tanta irruenza e sussurro: "Grazie André, per aver fatto di me la donna più felice del mondo!"
“Grazie a te Oscar …. per amarmi, ancora!"
"Oh André!" mormoro mentre mi perdo tra le sue braccia.
 
 
 
“Mamma, papà ... siete qui? Aprite!"
 
"Oh …. Oscar … credo che siano arrivati i nostri figli, meglio scendere di sotto!" dico sorridendo.
"Si. André, non mi hai detto perché sei venuto a cercarmi fin qui? Di solito non vieni mai!"
"E’ che ... volevo... vedi ... oggi ricorre il nostro anniversario di matrimonio … beh  non mi riferisco a quello celebrato in chiesa ma la nostra unione avvenuta quella lontana sera di luglio. Ricordi? Mi hai dichiarato il tuo amore sotto il cielo blu stellato …”
“Come potrei dimenticare!”
“ Ci siamo giurati amore … sei stata mia ed io tuo, che emozione quella sera!” dico perdendomi nel suo azzurro. “Ricordo come se fosse oggi: intorno a noi avveniva una danza ancestrale di centinaia di lucciole. Oggi amore mio è il 12 luglio, giorno in cui sei diventata mia moglie ed io tuo marito!"
"Andrè ….." sussurro sulle sue labbra, stretta a lui.
 
 
“François, non vogliono aprirci!"
“Sophie, meglio aspettare di sotto."
“Va bene fratello, credo che una volta tanto tu abbia ragione!"
“Lo sai che quando sono insieme si dimenticano di tutto il resto?!”
“Già anche delle riunioni di famiglia! Ah ahah … Tanto prima o poi scenderanno di sotto. Andiamo François!”
 
 
“Oscar, dobbiamo andare, la nostra meravigliosa famiglia ci sta aspettando!"
 "Si." sussurro stringendomi ancora di più.
"Oscar, ti amo amore mio!"
Mi perdo ancora una volta nel verde scintillante dei suoi occhi e sussurro: " Questa volta sarò io a dirlo ...”
“Dirmi cosa?”
“André …  ti amo André, credo di averti sempre amato ...."
   
 
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