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Autore: Stekao    12/07/2020    11 recensioni
In questa what if riprendo l'episodio finale del manga. Cosa sarebbe potuto accadere se il matrimonio di Umi e Miki fosse stato un semplice matrimonio come tutti gli altri? Come si sarebbero potuti evolvere i rapporti tra i nostri due sweepers preferiti, se il generale Croiz non fosse mai arrivato?
Anche in questo caso spero che la mia storiellina vi piaccia e vi auguro una buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Miki e Umi si erano finalmente sposati.
Kaori aveva seguito tutta la cerimonia con particolare emozione. Sapeva quanto l’amica  fosse felice e condivise con lei, con estrema partecipazione, ogni singolo istante di quel meraviglioso momento.
Teneva ancora strette nel cuore le parole che Miki le aveva pronunciato poco prima che il matrimonio iniziasse...
QUESTO BOUQUET LO LANCERO’A TE, SPERO CHE IL PROSSIMO MATRIMONIO SIA IL VOSTRO...
Era stata un tesoro, come sempre, ma Kaori era ben consapevole che tra lei e Ryo le cose non sarebbero state così semplici. Lui non sarebbe cambiato mai ed era ancora fortemente arrabbiata per quello che aveva combinato quella stessa mattina. Non si era creato alcuno scrupolo nel tentare di assalire Miki prima del matrimonio e addirittura nel richiedere a Saeko, poco dopo, il pagamento dei tanti debiti accumulati…
Erano passati tre mesi dallo scontro con Kaibara e niente era cambiato. 
A causa di un ennesimo inganno, Kaori aveva abbandonato per un breve periodo il lavoro con Ryo, ma aveva deciso di tornare, dopo aver origliato di soppiatto una conversazione tra lui e Mick. 
Ryo, in quell’occasione, era sembrato davvero più sicuro dei suoi sentimenti e a quel punto si era illusa che qualcosa potesse finalmente smuoversi in lui e invece, dopo mesi, eccoli ancora lì... Al punto di partenza. 
No, Kaori non aveva proprio voglia di prendere quel bouquet.
Quando quel momento arrivò però, non poteva tirarsi indietro…Lo aveva promesso alla sua amica e quindi doveva almeno fingere che la cosa la entusiasmasse.
Ci pensò però il destino a risolvere le cose. Il lancio effettuato da Miki fu talmente energico, che il bouquet rimase incastrato tra i rami di un albero, sotto la cui ombra si erano radunate tutte le aspiranti sposine. Inutile dire che la delusione generale fu tanta, ma non per Kaori, felice invece di non aver dovuto sottostare a quell’insensata tradizione… non sarebbe certo stato un bouquet a risolvere tutti i problemi che aveva con Ryo. Indeciso com’era poi, anche solo pensare a un matrimonio con lui era proprio fuori questione, una completa assurdità. 
Presa com’era dai suoi pensieri, si accorse solo dopo qualche minuto, che un piccolo fiore di pan di cuculo le era, però, caduto fra i capelli. Lo prese sorridendo e lo conservò nella borsetta. Dopotutto, era un bel fiore.

Gli invitati si spostarono in una piccola area, poco distante dalla chiesetta nella quale si era svolta la cerimonia. Era stata allestita deliziosamente per poter accogliere il pranzo di nozze e i successivi festeggiamenti. 
Kaori si sedette al tavolo e poco dopo anche Ryo la raggiunse e le si mise accanto, ma la ragazza, nel vederlo, si alzò di scatto e andò a sedersi al lato opposto. Non aveva alcuna intenzione di condividere altro tempo con lui. 
- Che si sieda accanto a Saeko - pensò. - Così avrà tutto il tempo che vuole per parlare di come estinguere i suoi debiti - .
Era furiosa e non tentava certo di nasconderlo. 
Ryo dal canto suo, non poté negare di essere rimasto fortemente scosso e dispiaciuto per la reazione di Kaori.
Quello doveva essere un giorno felice per tutti e l’idea di aver causato malumore in lei, lo fece sentire in colpa. Aveva la capacità innata di rovinare sempre tutto.

Il pranzo stava quasi per cominciare quando, all’improvviso, sentirono Miki gridare di gioia 
“O mio Dio!! Sei qui!”
Si voltarono tutti nella direzione verso la quale Miki stava guardando. 
Un uomo, sconosciuto a tutti gli invitati, si era appena palesato alla festa. 
“Che sta succedendo?” chiese Umi, che dopo la perdita della vista aveva acuito gli altri sensi, ma che non poteva minimamente immaginare chi fosse colui che gli si era appena parato davanti. 
“Umi” disse Miki con le lacrime agli occhi. 
“Non credevo che sarebbe stato possibile, è da tanto che ci penso... Volevo farti un regalo in questo nostro giorno speciale… Ecco vedi…Sono riuscita a trovare Hoshi”
“Cosa?!” disse Umi completamente incredulo. 
“È da tanto che non ci si vede vecchio mio” e detto questo, il nuovo arrivato strinse in un forte abbraccio un basito Umibozu. Dopodiché abbracció forte anche Miki, ancora decisamente commossa.
Quando si sciolsero dal loro abbraccio, Miki cercó di trattenere l’emozione per poter spiegare  ai presenti cosa stesse accadendo. 
“Dovete scusarmi, vi voglio presentare Hoshi Maeda”. 
Lui è stato uno dei nostri più cari amici ai tempi in cui io e Umi eravamo mercenari. Ci siamo sostenuti a vicenda in quel duro periodo ed era veramente da tanto tempo che ne avevamo perse le tracce. Sapevamo che era stato catturato e abbiamo temuto il peggio per lui. Non mi sono mai rassegnata, l’ho cercato per tanto tempo fino a che, circa un mese fa, grazie ad un informatore, sono riuscita a scoprire che era ancora vivo e che ormai da anni si era stabilizzato in Europa. 
Insomma, la storia è molto lunga e travagliata, ci sarà tempo per raccontare i dettagli, ma non potete capire quanto io sia felice che tu, Hoshi, sia riuscito ad essere qui oggi. Mi avevi promesso che avresti fatto il possibile per esserci, ma non credevo davvero che questo sogno si sarebbe potuto realizzare” e detto questo, lo abbracciò nuovamente. 
“Umi, perdonami se ti ho tenuto tutto nascosto” continuó. “Volevo che questa fosse una sorpresa per te…”
Umi non era ancora riuscito a pronunciare una parola. I presenti giurarono di aver visto delle lacrime dietro quei suoi occhiali scuri. 
“Hoshi, trova un posto per sederti... Il pranzo sta per essere servito. Più tardi parleremo di tutto. Ne abbiamo di tempo da recuperare. Che la festa abbia inizio!” urlò Miki in preda alla più completa euforia. 

Hoshi si girò verso i presenti e in quell’istante i suoi occhi incontrarono quelli di Kaori. C’era posto accanto a lei. - Benissimo - pensò. 
Quando le si sedette accanto, Kaori gli sorrise. 
Dovette ammettere a se stessa che Hoshi era davvero un bel ragazzo. Alto, moro, con un fisico invidiabile…sfortunatamente, le ricordava qualcuno. Ma dovette ricredersi  poiché, non appena iniziarono a parlare, capì immediatamente che Hoshi era totalmente l’opposto di Ryo. Era un ragazzo estremamente educato, i suoi modi non avrebbero mai permesso di capire il suo passato da mercenario. 
A nessuno dei presenti, ovviamente, sfuggì il fatto che Hoshi avesse deciso di sedersi proprio accanto a Kaori e che, tra i due, si fosse subito instaurata una certa sintonia.
Il primo ad accusare il colpo fu Ryo, che come al solito cercava di non far capire quali fossero i suoi reali pensieri. 
Mick, seduto accanto a lui, cominciò ben presto a deriderlo pronunciando, senza sosta, tutta una serie di prese in giro per le quali se la rideva di gusto… 
“Ryo, sai come si dice? I matrimoni sono i posti in cui si rimorchia di più… ah ah ah..
Aspetta, com’è che mi hai detto tempo fa? Che non volevi legarti a una sola donna? Beh, mi sa che ad una non ti ci leghi più di sicuro... Ah ah ah 
Hai sentito il bell’imbusto come si chiama? Maeda… 
Maeda, Saeba…. Strana questa somiglianza che dici? Semmai lui e Kaori si sposeranno, non temere, Kaori non potrà dimenticarsi di te con un cognome così simile al tuo… ah ah ah
Ryo comunque guarda che fisico ha il nostro nuovo amico… quello sì che è un duro. Visto il suo passato direi che potrebbe essere l’uomo perfetto per Kaori...Potrebbe difenderla come o meglio di te... Puoi stare sereno. Ah ah ah
Comunque più o meno avete gli stessi tempi di reazione... Tu in sei anni non le hai ancora detto veramente cosa provi, Hoshi in sei minuti mi sa che se la porta a casa. Ah ah ah”
Mick era un fiume in piena, canzonare l’amico in quella situazione, lo divertiva da matti. 
Ryo, che fino a quel momento aveva ascoltato l’amico rinchiudendosi nel più completo mutismo, a un certo punto tiró fuori da sotto il tavolo la sua phyton e la puntò diretta verso le parti basse di Mick. 
“Chissà se riderai ancora così tanto, quando Kazue verrà da me perché tu non sarai più in grado di adempiere a certi tuoi doveri…”
“Smettetela ragazzi” intervenne Kazue che aveva assistito all’assurdo dialogo fra i due. 
“Però…” continuó lei, “Ryo devi ammettere che questo Hoshi ci sa fare… guarda come ridono, Kaori mi sembra completamente a suo agio con lui…”
“Ben per lei, finalmente alla sua età imparerà a rapportarsi con gli uomini” rispose Ryo ostentando indifferenza. 
“Sì sì, sono d’accordo, se continua così sai che bel rapporto avranno quei due… ” rincaró la dose Mick, continuando a ridere a crepapelle e stavolta seguito dalla compagna. 
Ryo non lo avrebbe mai ammesso, ma vedere l’atmosfera che si era venuta a creare fra Hoshi e Kaori, lo stava seriamente preoccupando. Lei sembrava pendere dalle sue labbra, non l’aveva mai vista così sicura e a suo agio con un altro uomo. Perché diamine quella mattina si era messo a fare lo stupido con Miki e Saeko? Se si fosse comportato bene, Kaori sarebbe rimasta seduta accanto a lui e ben lontana da quel carciofo. 

Il pranzo terminò, ma Ryo non aveva mangiato quasi nulla, preso com’era dal controllare di sottecchi l’evolversi della situazione tra Hoshi e Kaori. Il cibo in quel momento, divenne senz’altro l’ultimo dei suoi pensieri. 
Ma poi perché quello scemo continuava a parlare sempre e solo con la sua Kaori? C’erano Reika e Kasumi sedute davanti a lui, e avevano provato più di una volta a farsi notare... Ormai Ryo quelle due le conosceva bene, ma Hoshi non le aveva degnate di uno sguardo. In realtà ogni tanto rispondeva alle loro domande, ma era evidente che non gliene importasse nulla e rispondeva a monosillabi, giusto per educazione, quasi volesse chiudere in fretta la discussione con loro per tornare a parlare con Kaori, in tutta tranquillità. 
A Ryo niente era passato inosservato e per quanto provasse a nasconderlo… era geloso fino al midollo! 
Per fortuna però, che poco dopo Umi e Miki decisero di dedicarsi finalmente al loro ospite d’onore. Kaori a quel punto si alzò e li lasciò soli. Il tempo da recuperare era tanto, le sembrò giusto non intromettersi nei loro discorsi. 
Cominciò a percorrere un piccolo sentiero che aveva già notato quella mattina e che fiancheggiava la piccola chiesa dove si era svolta la cerimonia. 
Ryo, che non l’aveva persa d’occhio neanche per un attimo, poco dopo decise di raggiungerla. 
“Che stai combinando?” le arrivò alle spalle di soppiatto. 
“Ryo, accidenti a te, mi hai spaventata! Comunque non sto facendo niente di particolare, ero solo curiosa di sapere dov’è che conduce questo sentiero. Com’è che mi hai seguita?”
“Non ti ho seguita, avevo voglia anche io di fare due passi...” rispose lui cercando di nascondere un certo imbarazzo. 
“E perché devi farli proprio dove sono io? Perché non chiedi a Saeko, Reika o Kasumi di accompagnarti da qualche altra parte? Sono certa che loro se la farebbero volentieri una passeggiatina con te”.
- Diamine, è ancora arrabbiata…- pensò Ryo. 
Cercó quindi di deviare in fretta il discorso. 
“Che te ne pare?”
“Che me ne pare di cosa?” chiese Kaori che non aveva proprio capito a cosa si riferisse. 
“Di Hoshi...Avete parlato molto. Mi chiedevo ecco... Che impressione ti avesse fatto.”
Ryo cercava di mantenere il suo solito distacco e non capiva neanche il motivo per il quale avesse posto una domanda del genere a Kaori, anche perché non era certo di voler sentire la risposta. 
“Ah, hai notato che io e Hoshi abbiamo parlato? Strano, credevo fossi distratto dalle tette di Saeko seduta di fronte a te. Comunque che dire... È molto simpatico, un uomo educato…si comporta quasi come un lord, ma nello stesso tempo sembra un vero duro...
Un mix perfetto direi. È difficile da definire, ma mi piace. Sembra un bravo ragazzo. Mi ha fatto molto piacere che Miki lo abbia invitato”
A queste parole una goccia di sudore freddo percorse la schiena di Ryo...Non poteva farle una domanda diversa?! Cercó quindi di dissimulare il suo nervosismo con la cosa che gli riusciva meglio in assoluto...Fare lo stupido. 
“Sono contento che ti piaccia...Non hai esperienze con gli uomini, magari lui sarà disposto ad immolarsi. Sempre che abbia capito che non sei un travestito! ”
A queste parole Kaori tiró fuori uno dei suoi classici martelloni da 100 tonn e  non esitò un attimo a scaraventarglielo in testa 
“SEI IL SOLITO IMBECILLE!” urlò “COSA VORRESTI INSINUARE??E POI DEVI SMETTERLA CON QUESTA STORIA DEL TRAVESTITO!!!”
Un secondo dopo Hoshi si era magicamente materializzato davanti a Kaori in segno di difesa. 
E pochi minuti dopo anche Mick e Saeko si presentarono sulla scena curiosi di sapere cosa stesse accadendo. 
“Kaori, che succede? Tutto bene?”
 Le chiese Hoshi con tono concitato. 
- Ma guardalo - pensò Ryo. - Ha sentito urlare Kaori e si è subito precipitato qui per aiutarla. Ma che cavolo vuoi brutto idiota rammollito? Pensi di poter arrivare qui a proteggerla, dopo due ore che la conosci, quando io sono qui per lei da sei anni?! -
Ryo si alzò e, scansando il martellone, non potè evitare di lanciare verso Hoshi uno sguardo di sfida. 
Kaori, imbarazzata per la situazione che si era venuta a creare, prese in fretta la parola... 
“Grazie Hoshi, è tutto a posto… Ryo ha l’innata capacità di mandarmi su tutte le furie, ormai è così da sei lunghi anni. Forse dovrei decidermi ad interrompere questo circolo vizioso. Mi è dispiaciuto tu ti sia preoccupato per me”
“Ok Kaori...” rispose quello, ancora attonito per la scena del martellone a cui aveva assistito. 
“Torniamo pure dagli altri” Kaori invitò Hoshi a seguirla e lui non se lo fece dire due volte. 
Ryo li vide allontanarsi e per l’ennesima volta non poté fare a meno di maledirsi. Cavolo, vederli andare via insieme lo trafisse da parte a parte… 
Perché diavolo non era in grado di essere mai gentile con lei? Perché non riusciva ad esprimerle i suoi veri sentimenti? Erano soli, lei era splendida… ma come gli era venuto in mente di tirare fuori il discorso del travestito? E cosa intendeva dicendo che avrebbe dovuto interrompere quel circolo vizioso?! 

Quando tornó alla festa, Kaori e Hoshi erano ancora lì... Troppo vicini per i suoi gusti e ancora impegnati in una lunga e confidenziale conversazione… 
“Sei proprio uno stupido” gli disse Saeko avvicinandosi a lui. 
“Cosa vuoi Saeko? Ti ci metti anche tu?” 
“Mi chiedevo quanto ancora ci metterai prima di svegliarti. Kaori è giovane e bellissima, potrebbe decidere di non aspettarti per sempre.” 
Gli disse lei con un pizzico di ironia e guardando in direzione dei due ragazzi. Poi con un velo di tristezza negli occhi, proseguì... 
“Non si può sapere ciò che la vita ci riserverà, ma l’amore arriva una volta sola Ryo…
Chi lo lascia andare non può che essere uno stupido. Io ne so qualcosa…”
E così dicendo si allontanò raggiungendo le altre ragazze. Ryo aveva pienamente colto il senso delle sue parole... Sapeva a cosa si stesse riferendo, o meglio…a chi. 
- Caro Hideyuki - pensò - sto facendo un casino vero? - 

Arrivó anche il momento del primo ballo degli sposi. 
L’imbarazzo di Umi era evidente e gli invitati se la ridevano sotto i baffi nel vedere i goffi tentativi  del loro amico che cercava, con pessimi risultati, di muovere almeno dei piccoli passi di danza. 
Non c’erano proprio dubbi che fosse innamorato di Miki se era disposto a mettersi così in ridicolo davanti a tutti. 
Kaori li guardava con dolcezza ed ammirazione, ma anche con un pizzico di amarezza poiché le venne spontaneo pensare che un amore come quello, lei, non lo avrebbe avuto mai. 

Quando il primo ballo degli sposi terminò, partì subito una musica piuttosto ritmata che spronó il resto degli invitati a farsi largo sulla pista per potersi scatenare.
Reika ne approfittò per chiedere subito a Ryo di unirsi a lei e lui non si tirò certo indietro. Kaori guardò la scena con un sorrisetto rassegnato, non ne era affatto stupita...
Kasumi, dal canto suo, si avvicinò in fretta a Hoshi che non volle apparire maleducato e che quindi, seppur con poco entusiasmo, accettò il suo invito. 
Kaori rimase invece seduta in disparte, non aveva molta voglia di dedicarsi a quelle danze sfrenate, ma si divertì ugualmente nel vedere i suoi amici così spensierati. Persino il professore stava dando sfoggio del meglio di sé in compagnia di Saeko. 

Quando la musica cambiò, lasciando il posto ad un romantico lento, Reika non perse occasione per avvinghiarsi a Ryo, il quale non parve affatto dispiaciuto di poter stringere quel suo corpo così sinuoso. 
Hoshi, invece, si congedò da Kasumi senza alcuna esitazione e si avvicinò a Kaori. 
“Ti andrebbe di fare questo ballo con me?” chiese lui guardandola con quei suoi occhi così magnetici che Kaori non riusciva a smettere di fissare, nonostante le creassero un certo imbarazzo. 
“Volentieri, grazie” rispose lei. 
La classica espressione da maniaco di Ryo, avvinghiato a Reika come un polipo, cambió repentinamente nell’istante in cui vide Hoshi stringere Kaori fra le braccia. 
Kasumi, rossa in volto per l’umiliazione che sentiva di aver subito, tornó a sedersi al tavolo per versarsi in fretta qualcosa di forte da mandare giù. 
A Reika non era invece passata inosservata la faccia di disappunto che Ryo stava facendo nel guardare Kaori e Hoshi ballare insieme. 
“Hey Ryo, staresti ballando con me, non credi che dovresti prestarmi più attenzione?” disse lei con un certo nervosismo nella voce. 
“Ah... Sì... Ehm…” Ryo per la prima volta sembrava non essere in grado di nascondere ciò che realmente stava provando. La visione di Kaori e Hoshi abbracciati, aveva completamente demolito le sue difese. 
Si staccò da Reika e si avvicinò alla coppia senza quasi rendersene conto. 
“Scusa Hoshi, permetti?” disse lui in maniera alquanto brusca, cercando di allontanare il rivale per prenderne il posto. 
Quello, non si fece di certo intimidire. Sapeva il fatto suo e di carattere ne aveva da vendere... Guardando Ryo dritto negli occhi, cercó di riprendere in fretta le redini della situazione. 
“Kaori sta ballando con me adesso, forse dovresti imparare un po’ di educazione caro sweeper dei miei stivali”
A Ryo, nel sentire quelle parole, andò il sangue dritto al cervello... Kaori si era confidata con Hoshi in merito al loro lavoro? E come si permetteva di rivolgersi a lui in quel modo? Gli avrebbe spezzato una ad una tutte le dita che in quel momento stavano toccando la sua Kaori.
La ragazza interruppe per tempo qualsiasi reazione... 
“Hoshi ha ragione, sono con lui adesso e comunque Ryo non ho voglia di ballare con te”
Fu talmente lapidaria che Ryo ne rimase turbato. 
Nonostante i vari litigi e i continui alti e bassi che avevano contraddistinto il loro rapporto per sei lunghi anni, era sempre stato fin troppo sicuro che, qualunque cosa avesse detto o fatto, Kaori sarebbe rimasta lì per e con lui, ma adesso, con le sue parole, per la prima volta era riuscita a far vacillare tutte le sue sicurezze. 
… Potrebbe decidere di non aspettarti per sempre…
Le parole dette da Saeko poco prima, in quell’istante assunsero un valore del tutto diverso.
Mick, che aveva assistito a tutta la scena, esortó a gran voce tutti gli invitati affinché facessero un lungo e caloroso applauso agli sposi. 
Non poteva permettere che la situazione degenerasse e quella fu l’unica idea che gli venne in mente per poter risollevare la situazione in fretta. 
Per fortuna funzionò. 
“Ma che ti è preso Ryo?” lo redarguì Mick, porgendogli da bere. 
“Ti vuoi mettere a fare una scenata proprio al matrimonio di Miki e Umi?”
“Hai ragione, è che...” Ryo non sapeva bene come giustificarsi. 
“È che quando hai visto Hoshi abbracciare Kaori ti è partita la bambola… ecco cosa” lo schernì l’amico
“Non dire sciocchezze…” lo interruppe Ryo, sapendo di non essere comunque credibile. 
“Senti, ormai lo sanno anche i muri che Kaori ti piace...Ne sei innamorato e non capisco cosa ci sia che ti freni nel dirglielo. Ti sei confidato anche con me, ma da allora non sei riuscito a fare nessun passo avanti. La butti sempre sul ridicolo ma ciò che è accaduto poco fa dovrebbe farti riflettere. 
Perché non provi a parlarle quando tornate a casa? Potrebbe essere finalmente l’occasione giusta”

“Sì, ci ho pensato ma non saprei cosa dirle…e poi in fondo lo sai che non voglio legarmi a una sola donna!”
“Oooh... Ecco che riparte con la solita solfa a cui non credi tu per primo!” disse Mick volgendo gli occhi al cielo. 
“Questa tua confusione manda al manicomio anche me, non so davvero Kaori come abbia potuto stare al tuo fianco così, per tutto questo tempo. Forse ha ragione quando dice di dover uscire da questo circolo vizioso… sei proprio uno scemo” e così dicendo si allontanò sbuffando per tornare dalla sua Kazue. 

Nel giro di due ore la festa volse al termine. 
Kaori e Ryo si avvicinarono ai neo sposini per salutarli. 
“È stata una giornata bellissima” disse Kaori rivolgendosi all’amica.  
“Sono tanto felice per voi”
Si abbracciarono ancora una volta e si diedero appuntamento per il giorno dopo al Cat’s eye, come al solito.
“Allora sono felice anche io di rivederti domani” disse Hoshi avvicinandosi alla ragazza
“Sì” si intromise Miki “Hoshi starà da noi per qualche giorno, avremo modo di rivederci tutti insieme”
“Mi fa piacere” disse Kaori arrossendo. Dettaglio che Ryo notó all’istante. 
Ma perché non se ne tornava subito da dove era venuto? Pensó di malumore. Ma qualche istante dopo si ritrovò a sorridere fra sé e sé immaginando di piantare un pugno in mezzo a quegli occhi che continuavano a fissare prepotentemente Kaori. 

Quando i due sweepers si ritrovarono in macchina per tornare a casa, non si rivolsero la parola per gran parte del tragitto. 
Solo poco prima di giungere a destinazione, la ragazza decise di fare il primo passo. 
“Mi spieghi cosa ti è successo oggi?”
Ryo continuó a fissare la strada senza rispondere. Kaori proseguì...
“Sei stato un maleducato. E poi da quando in qua ti interessa ballare con me?”
“Non volevo ballare con te, è che… ecco… Hoshi mi ha fatto una strana impressione. Ho temuto ci fosse sotto qualcosa. Non ero tanto convinto di lui… Sei anche andata a raccontargli che siamo sweepers! Si potrebbe rivelare un nostro nemico e metterci nei guai. Non bisogna mai fidarsi di nessuno nel nostro lavoro, ormai dovresti saperlo!”
Ryo aveva tirato fuori la prima idea assurda che gli era balenata in testa. Era fermamente convinto a mantenere in vita quella farsa. Kaori non doveva sapere ciò che davvero stava provando, metterla al corrente della sua gelosia era assolutamente fuori discussione… buttandola sul lavoro, sperava di essere riuscito nel suo intento. 
Nel sentire le sue parole, Kaori rimase profondamente delusa. 
Sperava che l’atteggiamento di Ryo significasse altro, ma come al solito si sbagliava. Non c’era nulla di romantico nel suo gesto...stava solo pensando al lavoro… 
“Non essere ridicolo Ryo. E’ un amico di vecchia data di Miki e Umi, sa perfettamente quello che fanno loro e non credo proprio possa rivelarsi una minaccia per nessuno, men che meno per noi. Ha vissuto in questo mondo per tanto tempo anche lui, ma ormai da anni ha cambiato vita”
“Vedo che ti è bastato poco per fidarti di lui” disse Ryo sarcastico. 
Kaori preferì non ribattere e giunsero a destinazione, nel più completo silenzio. 

La mattina dopo Kaori si preparò per andare prima a controllare il tabellone alla stazione, e successivamente al Cat’s eye. Con sua grande sorpresa anche Ryo decise di accompagnarla. Di solito preferiva dormire fino a tardi. Era una vera novità vederlo sveglio a quell’ora del mattino. 
Ryo non avrebbe mai ammesso il vero motivo per il quale aveva deciso di accompagnare Kaori…  preferiva essere presente anche lui al Cat’s eye considerato che ci sarebbe stato anche Hoshi. 
Alla stazione, loro malgrado, non trovarono alcuna richiesta di lavoro, si incamminarono quindi verso il locale dei loro amici. 
“Buongiorno a tutti e soprattutto a te scimmione… allora allora, come è andata la prima notte di nozze? Povera Miki non oso immaginare” 
“Ryo smettila ma cosa dici?” lo rimbrottó subito Miki guardando la faccia del compagno diventare rossa come un peperone. 
Ma l’allegria in Ryo ebbe breve durata non appena vide Hoshi andare incontro a Kaori. 
“Buongiorno Kaori, è un piacere rivederti così presto”
“Buongiorno, è un piacere anche per me Hoshi” rispose Kaori in evidente imbarazzo.
Ovviamente ci pensó subito Ryo a riportare l’attenzione della ragazza verso se stesso, nell’unico modo in cui era capace. 
“Beato te pelatone che hai sposato questa meraviglia... Miki, semmai ti stufassi di lui sai che puoi contare sul tuo Ryuccio…” e così dicendo tentò di allungare le mani verso l’amica… ma questa volta non vide arrivare alcun martello sulla sua testa. Ci pensó Umi, con un pugno, a frenare i suoi bollenti spiriti. 
Hoshi era rimasto basito nel guardare l’intera scena… 
“Certo che tu devi essere proprio strano forte” disse quello rivolgendosi a un dolorante Ryo. 
“Ti ho visto ieri avvinghiato a Reika con una faccia da maniaco, a tavola tenevi gli occhi fissi sul petto di quella Saeko e adesso ci provi con Miki che si è appena sposata, e davanti a suo marito per giunta… ma sei serio o cosa? Queste scenette alla tua età... Quasi mi dispiace per te...”
A questa affermazione tutti iniziarono a ridere nel tentativo di smorzare la situazione. Tutti, tranne Ryo che ovviamente non potè fare a meno di ribattere... 
“Non sono affari che ti riguardano mi pare, tu non mi conosci affatto e poi per cosa dovresti dispiacerti?”
“Beh, mi pare evidente…  vivi con una donna bellissima come Kaori, ma fai lo scemo con tutte le altre… i tuoi modi sono a dir poco aberranti…È ovvio che tu abbia qualcosa che non va”
Nel locale calò il gelo. 
Ryo a quel punto si avvicinò a Hoshi senza staccare gli occhi dai suoi. Gli si paró davanti con fare minaccioso al punto che Miki non poté esimersi dal tirar fuori il suo taccuino per segnare, suo malgrado, tutti i nuovi danni che il suo locale avrebbe subito di lì a poco… 
“Rimangia quello che hai detto” gli disse cercando di trattenere al meglio la rabbia che sentiva ribollirgli dentro 
“Non lo farò, è quello che penso” rispose Hoshi dimostrando un invidiabile sangue freddo 
“Almeno potresti rimangiarti il discorso sull’età, io ho solo 20 anni!”
A questa affermazione, i presenti rimasero ammutoliti prima di scoppiare nuovamente in una fragorosa risata. 
Hoshi non rise, rimase a guardarlo basito pensando che sì, per essere il miglior sweeper del Giappone, quel tizio era davvero fuori di testa.
Kaori si sentì sollevata per la piega che aveva preso la situazione. Bisognava ammetterlo, Ryo era un mago nel riuscire a stravolgere completamente le situazioni drammatiche. Un altro motivo per cui si era innamorata di quel cretino senza speranze. 

Una volta ristabilitasi la calma, Miki prese la parola. 
“Ragazzi, io e Umi dovremmo dirvi qualcosa… 
So che non ci siamo tutti e rimedieremo quanto prima anche con gli altri, ma non riesco più a tacere”
Con gli occhi che le brillavano, proseguì
 “Aspettiamo un bambino”
Kaori non fece in tempo a sentire l’intera frase che si era già fiondata verso l’amica e con un balzo era quasi riuscita a oltrepassare il bancone del bar.
“Miki ma è bellissimo!!!” le urlò con le lacrime agli occhi, stringendola in un forte abbraccio
“Ma quando lo hai saputo?”
“Avevo il sospetto da qualche settimana e ho fatto le analisi pochi giorni fa, ma ho voluto aspettare il matrimonio prima di aprire il referto e leggere il risultato. Stamani ci siamo decisi e quindi...”
Le guance di Miki si imporporarono e non riuscì a terminare il racconto... 
Umi ovviamente non aveva proferito parola fino a quel momento ed era rimasto in disparte completamente vinto dall’emozione.
Ryo colse l’occasione per prenderlo in giro come suo solito
“Ma tu guarda il nostro cucciolone…congratulazioni! Allora anche tu sai usare altri strumenti oltre ai bazooka”
“Ryo ma basta!” lo rimproverò una imbarazzata Miki
Hoshi si avvicinò agli amici e li abbracciò forte. Per lui era una gioia immensa averli ritrovati dopo tanti anni e aver assistito, prima al loro matrimonio, e poi ad una notizia meravigliosa come quella. 
“Siamo al settimo cielo” continuó Miki. 
“In realtà siamo anche preoccupati per come riusciremo a gestire la situazione, con la vita che facciamo i pensieri sono tanti e doversi occupare anche di un esserino così indifeso... Ma io e Umi ci amiamo troppo e l’amore si sa, risolve tutto”
“Vi invidio…” sussurrò Kaori spontaneamente e rendendosi conto ormai troppo tardi, che i suoi amici  avevano udito la sua osservazione. 
“Vorresti dei figli anche tu?” le chiese Hoshi in completa scioltezza. 
“Beh... Io...”Kaori avrebbe voluto sprofondare tanto si sentiva a disagio di fronte a quella domanda… ma qualcosa doveva pur rispondere… 
“Non ho mai avuto il tempo per pensarci, con il lavoro che ho scelto...E poi anche volendo come potrei, senza qualcuno che mi ami…”
Ryo non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Si sentiva parte integrante di quella discussione, senza neanche saperne il motivo... O forse sì… 
Qualcuno che la amava da sempre Kaori lo aveva, e quel qualcuno era lui. 
E in un attimo cominciò a pensare a come sarebbe potuto essere. Aveva già avuto modo di vederla alle prese con dei bambini. Durante uno dei loro incarichi ad esempio, era riuscita in un attimo a farsi amare dalla piccola Shiori e quando aveva visto la bimba tra le braccia di Kaori, il suo cuore si era sciolto. 
Kaori sarebbe stata una mamma perfetta… dolce, premurosa... 
E lui? Lui ne era certo, sarebbe stato un padre giocherellone, ma estremamente protettivo. 
Sorrise fra sé e sé al pensiero, ma in un istante si rabbuió. A che diavolo stava pensando? Non sarebbe mai potuto accadere… 
Hoshi lo risvegliò dai suoi pensieri…
“Qualcuno che ti ami Kaori? Non credo proprio che ci possano essere problemi per questo…” e le riservó uno sguardo più che eloquente. 
Ryo a quel punto, incapace di gestire oltre la situazione, cercó di deviare il discorso. 
“Quand’è che riparti Hoshi?”
“Hey, sono appena arrivato… già ti vuoi liberare di me? Beh, ho i biglietti di ritorno fra circa quindici giorni, ma chissà… potrei anche decidere di restare, se ci fosse una buona ragione per farlo... ”
E anche questa volta fu abbastanza chiaro a cosa si riferisse. 
“Del resto l’azienda di investigazioni internazionali per la quale lavoro ha diverse sedi distaccate e una di queste è proprio qui a Tokyo... Chiedere un trasferimento sarebbe un gioco da ragazzi e da quando sono tornato non vi nego che ci sto davvero pensando” e detto questo orientó un ennesimo sguardo in direzione di Kaori che, imbarazzata com’era, riuscì solo a rivolgergli un lieve sorriso. 
- Che fortuna - pensò Ryo, ed ebbe di nuovo la dannata voglia di prenderlo a pugni sul muso. 
“Sarebbe bellissimo Hoshi, per noi sarebbe un sogno averti qui!” disse Miki abbracciandolo.
- Non ti ci metterai pure tu adesso Miki?! - Pensò un sempre più frustrato Ryo che si era finalmente reso conto di non dover più porre nessun tipo di domanda perché diamine, non riceveva mai le risposte che avrebbe voluto! 

I giorni passarono e tre settimane dopo, Hoshi era ancora lì. Per il momento aveva solo deciso di prolungare le sue vacanze, un eventuale trasferimento avrebbe dovuto attendere. 
L’amicizia tra lui e Kaori si andava via via intensificando. Uscivano spesso insieme e Ryo, seppur per i primi giorni avesse tentato in ogni modo di ostacolare i loro incontri in solitaria, ben presto dovette cedere. 
Hoshi infatti, una sera lo affrontò. 
Erano stati tutti invitati a una cena organizzata da Miki in modo che lei e Umi potessero dare la bella notizia della gravidanza a tutti gli altri loro amici. 
Alla fine del pasto Hoshi, con la scusa di una sigaretta, invitó Ryo a seguirlo sul terrazzo. 
“Mi dici a che gioco stai giocando?” chiese rivolgendosi a Ryo bruscamente 
“Che cosa intendi dire?” rispose lui non capendo dove volesse arrivare 
“Non sono uno stupido Ryo… l’ho capito da subito, dal giorno del matrimonio di Umi e Miki. Tu sei innamorato di Kaori, ma chissà per quale motivo non vuoi che lei lo sappia… ma nel frattempo fai di tutto per non farle vivere la sua vita”
Ryo a quelle parole cercó di ribattere, ma Hoshi non gliene diede il tempo
“In questi giorni, con una scusa o con un’altra ci hai sempre seguiti come un cagnolino... Ogni motivo era valido per presentarti al Cat’s eye con lei in modo che non rimanesse mai sola con me. 
Te lo dirò una volta sola…  Kaori mi piace davvero e il fatto che tu non sia stato in grado, in tutti questi anni, di fare un passo in più con lei, non significa che altri non abbiano il diritto di farlo. Ho capito che anche lei nutre dei sentimenti nei tuoi confronti, ma sono deciso a scardinarli completamente. Del resto te lo dico senza mezzi termini, tu non mi sembri affatto degno di una donna come lei. Ho intenzione di corteggiarla e  corteggiarla davvero, perché per la prima volta con lei provo delle emozioni che non ho mai provato prima d’ora. 
Se dapprima pensavo che potesse essere una buona idea quella di stabilizzarsi qui a Tokyo, adesso credo che la soluzione migliore sarebbe invece convincere Kaori a venire via con me. Qui ci sei tu e fin quando starai tra i piedi lei non potrà mai essere felice come merita. 
Già il fatto che viviate insieme lo trovo insopportabile. 
La tua occasione con lei l’hai avuta per sei lunghi anni, adesso credo sia giunto il momento che tu ti faccia da parte. 
E dimenticavo… il fatto che io adesso abbia cambiato vita, non significa che non ricordi il mio passato. Non sei l’unico a saper maneggiare un’arma,  non esiterò a farti male se dovessi essermi di ostacolo”
Rientrò in fretta in casa, senza che Ryo potesse dire una parola. 
Lui rimase invece su quella terrazza ancora a lungo. Hoshi era un maledetto stronzo, ma era sincero, aveva fegato e soprattutto, tutto quello che aveva detto corrispondeva alla verità. 
Per sei anni aveva amato Kaori in silenzio, l’aveva umiliata, derisa, minato la sua autostima in tutti i modi possibili, soltanto per non permetterle di capire i veri sentimenti che nutriva per lei. L’aveva messa in pericolo più e più volte accettando di farla diventare la sua partner. Non le aveva permesso una vita normale, aveva assecondato il suo ostinato desiderio di ereditare il lavoro del fratello e dal quel momento non era più stato in grado di allontanarla da sé, nonostante avesse voluto farlo spesso...Ma non ci era mai riuscito. Ormai gli era entrata dentro e si era illuso di poter gestire la situazione e invece… 
Hoshi poteva essere la sua occasione e per quanto gli facesse maledettamente male il pensiero di separarsi da lei, la sola idea che un altro uomo potesse stare al suo fianco, che qualcuno diverso da lui, potesse darle quei figli che lei tanto desiderava, ebbene questa volta non avrebbe permesso che i suoi sentimenti prendessero il sopravvento. 
Si sarebbe fatto da parte, una volta per tutte. 

Da quel giorno Kaori e Hoshi uscirono spesso insieme, da soli. Ryo mantenne i propositi che si era prefissato e Hoshi, naturalmente, ne fu ben felice. 
Inizialmente le uscite tra lui e Kaori non furono altro che semplici incontri al Cat’s eye o per un gelato nel pomeriggio girando per le vie di Tokyo, ma negli ultimi tempi Hoshi le aveva chiesto spesso di accompagnarlo fuori a cena, al cinema o a ballare, facendole quindi ben intendere che si trattava di veri e propri appuntamenti e che il suo, per lei, non era un semplice interesse amicale. 
Kaori fin dall’inizio era stata un po’ titubante nell’accettare i suoi inviti. Non riusciva a non pensare a Ryo, si sentiva quasi in colpa nei suoi confronti  e soprattutto nei confronti dei sentimenti che provava per lui. 
Sperava in cuor suo, che gli appuntamenti con Hoshi potessero risvegliare in lui un pizzico di gelosia. Che fosse almeno un po’ infastidito dalla situazione che si era venuta a creare tra loro, e invece Ryo non aveva mostrato alcun disagio. 
Non che usasse Hoshi per farlo ingelosire, a lei dopotutto piaceva molto la sua compagnia, ne era rimasta affascinata fin dal primo momento in cui l’aveva visto, ma il problema era sempre lo stesso... Lui non era Ryo. 
Lo sweeper, dal canto suo, le era invece parso quasi sollevato dal fatto di vederla poco e negli ultimi tempi cercava di trascorrere in casa meno tempo possibile. 
Kaori non poté fare a meno di pensare che fosse proprio felice che uscisse con un altro, in modo da poter fare i suoi comodi senza averla tra i piedi. 
Poi arrivò il giorno in cui tutto si spezzò. 
Una mattina, di ritorno dalla stazione, incontrò Saeko per caso. Erano ormai diversi giorni che non ricevevano un incarico e con Ryo le cose non andavano come avrebbe sperato… in più Hoshi le si era dichiarato. Era accaduto la sera prima, dopo una splendida cena trascorsa insieme. Lui le aveva aperto il suo cuore ed era stato così bello sentire le sue parole… e fu in quel momento che le aveva proposto di partire con lui, di provare a cambiare vita e di trasferirsi insieme in Italia. Kaori era rimasta senza parole. Non si sarebbe mai aspettata una proposta del genere, ne era lusingata ma come avrebbe potuto dargli una risposta così su due piedi? Come avrebbe potuto lasciare il suo lavoro e soprattutto Ryo? 
Era stata molto sincera con Hoshi… si conoscevano da troppo poco tempo, non provava niente per lui e forse non sarebbe mai stata in grado di dargli ciò che lui voleva, ma Hoshi si era dimostrato assolutamente tenace. 
“Ti aspetterò” le aveva detto. “Forse ci vorranno settimane, forse mesi, forse in te non nascerà mai un sentimento nei miei confronti, ma vale la pena tentare non credi? Vale la pena anche solo provare a cambiare vita… vuoi rimanere così per sempre?”
Quelle parole l’avevano colpita dritta la cuore... 
Aveva ragione… per quanto ancora poteva rimanere così… per quanto ancora poteva rimanere accanto ad un uomo che non la amava, aspettando un gesto, una parola gentile, che non sarebbero arrivate mai...
Quanto poteva sentirsi patetica? 
“Buongiorno Kaori” le disse Saeko risvegliandola dai suoi pensieri
“Buongiorno, scusami ero sovrappensiero...” le rispose Kaori con un sorriso forzato
“Ho notato... Problemi con Ryo? Se è per l’ultima faccenda che abbiamo risolto la settimana scorsa, ti assicuro che stavolta un compenso vero c’è  e anche bello cospicuo. Ci sarà da aspettare qualche altro giorno però”
Kaori a quelle parole rimase di stucco. 
“Un incarico la settimana scorsa? Ma di che stai parlando?” 
Saeko si rese immediatamente conto di aver commesso un terribile errore e cercó a quel punto di rimediare il rimediabile, ma con scarsi risultati… 
“Ah… ma forse Ryo non te lo ha detto perché è stata veramente una sciocchezzuola, un affare da niente…”
Kaori non riusciva a credere alle sue orecchie. Ryo aveva accettato un incarico da Saeko senza informarla. Era furiosa. 
“Non cercare di giustificare quell’imbecille, Saeko. 
E dimmi piuttosto, non vedendomi con lui non ti è venuto in mente che potessi essere all’oscuro di tutto?!”
“Hey ragazzina, non cercare di rifartela con me adesso. Ho chiamato Ryo e gli ho affidato il lavoro da svolgere, si trattava di un semplice incarico di protezione e non mi è parso strano non vederti. La sua presenza era più che sufficiente. Ad ogni modo non è a me che devi chiedere spiegazioni, è lui il tuo partner” 
“Hai ragione Saeko, scusami…” Kaori abbassò lo sguardo. Era l’ennesima umiliazione subita, ma giurò a se stessa che sarebbe stata l’ultima. 
Si congedò da Saeko, la quale, non poté fare a meno di pensare a quanto Ryo fosse davvero uno stupido. 

Quando giunse a casa, la ragazza si precipitò furente nella camera di Ryo. 
“Alzati imbecille!” gridó
“Hey, ma che ti prende?” rispose Ryo svegliato di soprassalto
“Ho incontrato Saeko e mi ha raccontato dell’incarico della scorsa settimana. Come ti è saltato in mente di non informarmi?!”
“Ah quello… era una cosa da niente, non l’ho reputato necessario...”
“E da quando sei tu a decidere cosa sia necessario e cosa no?? Lavoriamo insieme o sbaglio? Sono o non sono la tua partner? Ma valgo davvero così poco per te? 
A quelle parole Ryo si sentì trafiggere. Se avesse davvero saputo che valore inestimabile aveva per lui… 
Ma voleva che assaporasse con Hoshi la vita vera e quell’incarico, spuntato dal niente, avrebbe solo spezzato quel barlume di normalità che stava vivendo. 
Kaori aspettò una risposta per un tempo che le parve interminabile, ma Ryo non parlò. 
“Ok bene, se è questo ciò che pensi…” 
Gli voltò le spalle e uscì dalla stanza. 

Ryo rimase con lo sguardo fisso verso la porta.
- Sono un vigliacco - pensò. - Perdonami Kaori…- 

La ragazza quella notte non rientrò. Non aveva alcuna intenzione di rimanere con Ryo, sotto lo stesso tetto, un minuto di più. Ma non poteva neanche andare da Miki e Umi… lì c’era Hoshi e non aveva voglia di vedere nemmeno lui. Aveva solo bisogno di tempo per pensare. 
Decise quindi di chiedere ospitalità a Mick e Kazue che furono ben lieti di accoglierla in casa loro. 
Mick ovviamente, ad insaputa di Kaori, decise di avvertire Ryo per rassicurarlo su dove si trovasse la ragazza. 
Kaori si sentiva davvero a pezzi, Mick e Kazue non fecero domande. Rispettarono fin da subito il suo stato d’animo e la lasciarono sola nella sua stanza. 
Per due giorni interi rimase barricata al suo interno. Kazue le portava da mangiare e insisteva perché mandasse giù qualcosa, ma in due giorni non aveva mangiato quasi niente. 
Finché una mattina Mick si fece forza e bussò. 
Temeva che lei non volesse vederlo, che non volesse parlargli e invece, con sua immensa gioia, la ragazza gli aprì e lo fece accomodare nella stanza. 
“Ti chiedo scusa Kaori, non voglio disturbarti ma sono due giorni che sei chiusa qui dentro… siamo un po’ preoccupati per te” le disse Mick con tono apprensivo
“Mi spiace Mick, non voglio che vi preoccupiate per me... Siete stati così carini ad ospitarmi. Non volevo essere maleducata…”
“Non dirlo neanche per scherzo, avevi bisogno di stare sola con te stessa. Posso capirlo. 
Come stai adesso? Cosa è successo? Hai voglia di parlarmene?”
“Sto un  po’ meglio grazie. 
Non so da dove cominciare… ecco vedi… Hoshi mi ha chiesto di partire e di andare in Italia con lui. Ryo nel frattempo ha accettato un incarico da Saeko senza parlarmene... Se ne frega di me, se partissi con Hoshi credo che ne sarebbe addirittura felice… ed io sono confusa, triste, arrabbiata…”
Mick non osava interromperla. Sperava che riuscisse ad aprirsi del tutto con lui e rimase pazientemente in attesa, finché finalmente Kaori riprese a parlare… 
“Vuoi sapere una cosa stupida Mick? Una volta riacquistata la memoria, dopo Kaibara, vedendo il comportamento meschino di Ryo, decisi di darmi una scadenza” sorrise, “Sì, Mick non guardarmi con quella faccia, mi ero davvero data una scadenza… avevo promesso a me stessa che se entro due mesi Ryo non avesse fatto niente, allora avrei provato a cambiare vita, a soffocare i miei sentimenti, avrei potuto cambiare lavoro, appartamento…scema no? Di mesi ne sono passati quattro, Ryo non si è mosso e io non ho fatto niente di ciò che mi ero ripromessa. 
Perché per me è sempre stato difficile anche solo il pensiero di lasciarlo andare, lo amo da così tanto tempo ormai e abbiamo condiviso così tante cose… ma in questi due giorni ho riflettuto molto e sono giunta a una conclusione. Ryo non mi ama, forse per un attimo lo ha anche creduto, ma dopo tutti questi anni nei quali tra noi non è mai accaduto niente, non credo che valga la pena attendere ancora. Pensavo che nonostante tutto, mi sarebbe bastato averlo accanto per essere felice e invece sai che c’è? Io sono stanca… stanca di sentire il mio cuore battere all’impazzata ogni volta che si avvicina a me, stanca di perdermi nei suoi occhi quelle poche volte che riesce a dirmi qualcosa con gentilezza, stanca di non poterlo abbracciare tutte le volte che voglio, stanca anche di non poterlo baciare e sentirlo mio perché sì, la dolce, inesperta e candida Kaori è fatta di carne e sangue come tutti voi e anche io vorrei sentire quel calore che solo la persona amata può dare. E invece? Devo continuare a stargli accanto mentre lui le guarda tutte tranne me, mentre lui le desidera tutte tranne me… e io non posso più accettarlo. Stargli accanto così non mi basta più ed è per questo che ho deciso di andarmene. Lo farò con Hoshi e non perché penso che tra noi possa nascere qualcosa, con lui sono stata chiara in merito a questo, ma credo che cambiare paese sia un’occasione unica che non posso perdere. Non voglio andare da Sayuri, non voglio destabilizzare la sua vita con la mia presenza… 
Credo che Hoshi sia capitato nel momento giusto, sarà un buon amico per me, un appiglio in un paese così lontano, così diverso… 
Questa sera lo chiamerò per informarlo della mia decisione. Poi organizzerò un incontro con tutti gli altri... Sarà difficile dirvi addio… 
E non mi arrabbieró con Ryo. Dopotutto sono io che mi sono illusa in tutti questi anni. Lui è stato sempre molto onesto, fin troppo, nel dirmi quello che pensava davvero di me. Forse sulla nave di Kaibara è stato davvero l’istinto di sopravvivenza della specie… Ebbene sì, ero nascosta e ho sentito ciò che vi siete detti. Dopotutto non sono male come sweeper, non vi siete neanche accorti della mia presenza. 
Non posso farne una colpa a Ryo se non prova i miei stessi sentimenti, per cui prometto che sarò buona e che lo saluterò sfoggiando il mio più bel sorriso, però puoi farmi un’ultima cortesia Mick? Puoi avvertire tu tutti gli altri e dirgli di farsi trovare domani nel pomeriggio al Cat’s eye? Non me la sento di chiamarli io… soprattutto Ryo. Sarà già dura doverli affrontare tutti domani per dargli la notizia… ”
“Ma certo piccola, ci penso io” la rassicuró lui. 
Una Kaori commossa si alzò stringendo Mick in un forte abbraccio. 
“Mi mancherai tanto, sei stato un caro amico”
Mick per la prima volta si sentì sopraffatto dall’emozione, ricambió l’abbraccio stringendo a sé Kaori e non la lasciò andare per lungo tempo. Stava piangendo anche lui e non voleva che lo vedesse. 

Kaori quella sera chiamò Hoshi il quale, nell’appurare la sua decisione, sentì di poter toccare il cielo con un dito. 
È vero, per l’ennesima volta era stata chiara…non doveva farsi illusioni perché sarebbero partiti solo come semplici amici. Ma una volta soli, in Italia, avrebbe avuto tutto il tempo per farle cambiare idea…La avrebbe ospitata nel suo appartamento, almeno per un primo periodo, e forse, stando così a stretto contatto, i suoi sentimenti sarebbero potuti cambiare…  no, si disse, la speranza non l’avrebbe persa mai. 

L’indomani Kaori si presentó al Cat’s eye più nervosa che mai. Quello sarebbe stato il momento più brutto di tutta la sua vita. Dover dire addio a tutti i suoi amici, dover salutare Ryo per sempre… aveva pianto tutta la notte e quella stessa mattina, sperando di non aver più lacrime da versare quel pomeriggio. Aveva promesso a Mick che avrebbe salutato tutti col sorriso ed intendeva mantenere la parola data. 
A poco a poco tutti gli amici arrivarono, Ryo, ovviamente, fu l’ultimo. Quando i loro occhi si incontrarono, a Kaori mancò il respiro. 
Ryo sembrava imperturbabile, ma la verità è che aveva già sospettato il motivo per il quale si trovassero lì e avrebbe preferito mille volte ritrovarsi nella giungla, nel bel mezzo di una battaglia, piuttosto che ascoltare ciò che Kaori stava per dire. 
“Vi ringrazio per essere qui e ringrazio nuovamente Mick per avervi avvertiti tutti, al posto mio. Sono stati giorni un po’ concitati per me. 
Quello che sto per dirvi non è facile... Ci ho riflettuto molto e sono giunta alla conclusione che a questo punto della mia vita sia necessario un cambiamento. Un cambiamento grande… e devo ringraziare Hoshi che mi darà questa opportunità. 
Partiró con lui per l’Italia tra circa una decina di giorni, giusto il tempo necessario per sistemare alcune cose”
I presenti non riuscivano a credere alle loro orecchie. Miki iniziò a piangere disperandosi. 
“No Kaori, come farò senza di te? Tra pochi mesi nascerà il mio bambino, devi esserci”
“Ma ci sarò Miki, per questo non devi temere. Avrò bisogno di tempo per stabilizzarmi una volta giunta in Italia, ma tornerò senz’altro a trovarvi. Siete e rimarrete per sempre le persone più importanti della mia vita”
“E Ryo allora? Avrà bisogno di una nuova assistente?!” chiese Reika con euforia sottolineando, senza alcuna remora, quanto la partenza di Kaori la rendesse felice
“Oh beh, Ryo saprà cavarsela sicuramente meglio senza una rompiscatole come me…” e detto questo Kaori si voltò sorridendo verso il suo partner e  regalandogli una vistosa linguaccia. 
Ryo però non riuscì a reagire. Non rispose al suo scherzo e distolse lo sguardo da lei. 
Kaori se ne dispiacque, le stava costando una enorme fatica riuscire ad apparire spensierata in un momento come quello... Sperava che lui reagisse da stupido come suo solito, le avrebbe reso le cose senz’altro più facili. 
Dopo l’annuncio di Kaori ad uno ad uno tutti gli amici si avvicinarono a lei per salutarla e augurarle buona fortuna. L’unico che non si fece avanti fu Ryo. 
Kaori allora decise di fare il primo passo. 
“Hey tu, dopo tutti questi anni insieme non mi merito neanche un saluto?”
“Avrei preferito me ne parlassi in privato” rispose freddamente lui
“Mi spiace Ryo, quello che è accaduto in questi ultimi giorni ha complicato un po’ le cose…Non è stato facile, ma non sono più arrabbiata con te... 
Vorrei che ci salutassimo col sorriso, vuoi? 
Ad ogni modo adesso ti lascio campo libero, dovresti essere contento no?” e gli rivolse di nuovo uno dei suoi sorrisi per i quali Ryo sarebbe stato pronto ad uccidere. 
“Sì hai ragione, adesso potrò dare sfogo a tutti i mokkori che voglio...Grazie Kaori!”
Finalmente era tornato il suo Ryo di sempre, voleva ricordarlo così. Il Ryo stupido e burlone che avrebbe avuto sempre un posto speciale nel suo cuore. 
“Kaori… non so se potrò venire a salutarti all’aeroporto.  Saeko mi ha parlato di un incarico... Forse sarò via…”
Era ovvio che stesse mentendo, Kaori ne era consapevole. 
“Non te lo avrei chiesto Ryo” e così dicendo, gli lasciò un bacio sulla guancia prima di allontanarsi. 
Ryo si sentì turbato. Lui che aveva  baciato e posseduto mille donne, non avrebbe mai pensato di sentirsi annientato da un semplice bacio sulla guancia. 
Kaori, a quel contatto, sentì il cuore fuoriuscirle dal petto, si voltò per guardarlo ancora una volta, ma Ryo se ne era già andato. 

Nei giorni a seguire Kaori preferì rimanere da Mick e Kazue, tornó a casa solo per preparare le valigie, ma Ryo non si fece mai trovare. 
Sperava di poterlo salutare un’ultima volta e ne rimase fortemente delusa. 
- Me ne vado per sempre - pensò - e lui ha comunque qualcosa di meglio da fare piuttosto che venirmi ancora a salutare. Non cambierà mai -.
Il giorno della partenza arrivò, all’aeroporto si presentarono Miki, Umi, Mick e Kazue. Non c’era traccia di Ryo. 
“Mi spiace Kaori che Ryo non sia venuto” si rivolse a lei un rattristato Mick. 
“Lo sto cercando da giorni ma quello scemo non si fa trovare... Ma sta bene, lo ha visto Saeko di recente. Credo che voglia evitare me appositamente, perché sa che cosa gli farei se lo avessi fra le mani…”
“Non preoccuparti Mick. Mi aveva già detto che non sarebbe potuto venire... Tipico di Ryo. Sono felice che ci siate voi. Appena possibile tornerò a trovarvi… non sapete quanto siete importanti per me. Senza di voi tutti questi anni sarebbero stati un inferno. Ho perso mio fratello ma ho trovato una nuova famiglia. Vi voglio bene”
“Abbi cura della nostra Kaori, Hoshi” disse Miki che non riusciva più a trattenere le lacrime. 
Si lasciarono andare tutti ad un abbraccio collettivo prima che Hoshi e Kaori si allontanassero diventando invisibili tra la folla. 

Erano passate circa due settimane da quando i due nuovi amici si erano trasferiti a Roma. 
Kaori si rese conto che non sarebbe stato facile vivere in un paese così diverso dal suo, e la barriera linguistica fu il primo grande ostacolo che dovette affrontare. Per fortuna Hoshi le stava accanto e si prendeva cura di lei... Al momento era in possesso soltanto di un visto che le avrebbe permesso di rimanere in Italia per frequentare un corso di italiano. Kaori però, invece, sentiva l’esigenza di rimboccarsi le maniche, di avere una sua autonomia e riniziare una nuova vita. C’erano però dei tempi e degli aspetti burocratici da rispettare e Hoshi l’avrebbe aiutata ad affrontare tutto, passo dopo passo… ma se voleva che le cose funzionassero doveva munirsi di molta  pazienza. 
Hoshi era sempre molto carino con lei, se ne era innamorato perdutamente e avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderla felice. 
Non le metteva pressioni in alcun modo, ma dover vivere insieme a lui la faceva comunque sentire a disagio. 
È vero, era stata onesta fin da subito con lui, ma non poteva negare a se stessa di vedere una forte similitudine con quanto accaduto tra lei e Ryo…lei innamorata persa di un uomo che non la voleva e adesso invece la situazione si era ribaltata. Non voleva che Hoshi soffrisse e spesso si ritrovava a pensare di aver fatto una scelta troppo affrettata… ma quale sarebbe stata l’alternativa? Rimanere e struggersi per Ryo? 
Ryo… sarebbe mai riuscita a non pensare a quel nome che continuava invece a martellarle nella testa?! 
Di liberarsi dal dolore che provava costantemente nel pensare a lui? 

Da quando Kaori era partita, un velo di tristezza si era posato tra i suoi amici a Shinjuku. 
Se ne era andata da sole due settimane ma non passava giorno senza il quale Umi, Miki e tutti gli altri,  non rammentassero le sue gesta più prodigiose. Ovviamente le martellate a Ryo risultarono essere l’argomento principale. 
Mancava a tutti, ma mancava soprattutto a Ryo che in quei giorni si era chiuso completamente in se stesso e non si era ancora fatto vedere in giro. 
Sapeva che sarebbe stata dura. Non sentire più la sua voce canticchiare al mattino presto, non trovare più un pasto caldo al suo ritorno, non ricevere più i suoi rimproveri, non vedere lei… 
Continuava a ripetersi di averla lasciata andare per il suo bene e sperava che prima o poi, se ne potesse convincere pienamente. Per il momento provava solo un dolore lancinante. 
Mick per giorni aveva cercato di parlargli, ma Ryo si era sempre negato. Preso dall’esasperazione alla fine fece l’unica cosa che potesse fare… con l’aiuto di Umi fece saltare in aria la porta di ingresso di casa sua. 
“Ma che diavolo stai facendo?” urlò Ryo che era riuscito a schivare miracolosamente uno degli stipiti della porta, schizzati in aria insieme a tutto il resto. 
“Sono giorni che ti cerco, tu non ti fai trovare, non rispondi al telefono e nemmeno esci e allora ho fatto l’unica cosa possibile” rispose Mick con orgoglio 
“Siete due imbecilli, dovrete ripagarmi la porta. Come faccio adesso?”
“Non credo che la porta sia il tuo problema principale... O sbaglio?”
“Che vuoi dire?”
“Dimmelo tu…”
“Ma che ci mettiamo a fare i giochetti Mick? Io non ho alcun problema!”
“Forse il nome Kaori ti può aiutare… ma sei scemo o cosa? Non sei neanche venuto a salutarla all’aeroporto. E non mi dire che stai bene senza di lei perché  sai che mentiresti per primo a te stesso”
“Kaori ha fatto la sua scelta, Hoshi saprà renderla felice”
“Kaori e Hoshi non sono una coppia, sono partiti come amici e su questo lei è stata molto chiara. Non c’è  niente fra loro perché ama te, purtroppo per lei…
E tu sei uno stupido perché hai mandato dall’altra parte del mondo, l’unica donna che tu abbia mai amato veramente. Non avrei mai pensato che tu fossi idiota fino a questo punto! Kaori può essere felice soltanto con te e tu le hai voltato le spalle perché sei un vigliacco. 
Ti fa comodo credere che senza di te avrà una vita migliore perché hai paura. Paura di affrontare un sentimento che non avevi mai provato prima… vi siete negati entrambi la possibilità di essere davvero felici e io non lo posso accettare, ecco”
“Accidenti Mick...Come ti scaldi...”
“Senti Ryo, prima che Kaori partisse ho fatto una bastardata. Lei si è confidata con me e io beh… Ho registrato tutto” così dicendo Mick tirò fuori dalla tasca un piccolo registratore portatile e lo posó sul tavolo. 
“Lo so, non ne vado fiero” continuó lui… 
“Ma voi due avete sempre avuto problemi di comunicazione e credo che questo tu debba sentirlo… poi trarrai le tue conclusioni e ti giuro che se non vorrai più parlarne rispetterò la tua decisione. 
Io e Umi ti lasciamo solo adesso. Credo sia la cosa migliore...”
Ryo si rigiró quel vecchio registratore fra le mani per diversi minuti, prima di avere il coraggio di premere il tasto play. 

Dieci minuti più tardi, Umi e Mick lo videro uscire di filata dal portone della palazzina. 
“Ryo dove stai andando?” gli urlò Mick, sorprendendolo alle spalle
“Ah Mick, siete ancora qui!”
“È ovvio, ero certo che saresti venuto a cercarmi. Ebbene?”
“Ecco…Perché diavolo non mi hai fatto sentire prima quella registrazione??!” gli urlò Ryo evidentemente spazientito. 
“Beh, nei giorni scorsi ti sei fatto sempre negare e poi in realtà…Volevo che Kaori partisse”
“Cosa?! E perché mai?”
“Innanzitutto perché Kaori vedesse Roma... Deve essere davvero una splendida città, non volevo che perdesse l’opportunità di una bella vacanza…”
Sorrise nel vedere Ryo completamente basito di fronte a quella confessione...
“Poi… perché volevo che patissi. Eh già, ti meritavi le pene dell’inferno per averla lasciata andare e credo di aver raggiunto il mio obiettivo, vero Ryuccio? Come sono andate queste due settimane senza di lei? 
E per ultima cosa, ma non certo per ordine di importanza, perché per andarla a riprendere sarai costretto a salire su un aereo e sappiamo tutti quanto tu ne sia terrorizzato, giusto? Credo onestamente sia il minimo che ti meriti per ciò che hai fatto a quella povera ragazza!!”
Ryo di colpo sbiancó… al fatto di dover salire su un aereo non ci aveva proprio pensato! 
“Ma come faccio? Anche se trovassi il coraggio per prendere un aereo, con quali documenti posso imbarcarmi e con quali soldi lo compro il biglietto? Lo sai che sono sempre in bancarotta.”
“Ryo Ryo, ma tu credi davvero che io sia uno sprovveduto? Ho contattato la tua amica Saeko ed è stata ben felice di aiutarmi. Con tutte le conoscenze che ha non le è stato difficile crearti una identità… benvenuto al mondo ufficialmente Ryo Saeba! E così, se anche tu e Kaori voleste sposarvi, non avresti più scuse” e detto questo gli consegnò dei documenti nuovi di zecca. 
“Per quanto riguarda i soldi non preoccuparti, gli amici sono qui per questo...”
Mick se la rideva di gusto, era proprio orgoglioso di essere riuscito nel suo intento e Ryo, totalmente frastornato da quanto gli stava accadendo, non poteva che ringraziare il cielo per aver messo sulla sua strada un amico come lui. 
“Mick… posso chiederti però un favore? Mi accompagneresti in Italia? Ho tanta paura dell’aereo!” piagnucoló Ryo in preda al panico
“In Italia con te? Certo! Le italiane, chi se le perde!”
Ryo corse in casa a preparare il necessario per la partenza. Non aveva idea di quando fosse disponibile il primo volo, ma non voleva assolutamente perdere tempo. Avrebbe atteso giorni all’aeroporto se necessario.  
“Ma si può sapere cosa ha detto Kaori in quella registrazione per convincere Ryo ad andarla subito a riprendere?” chiese un basito Umi a Mick
“…che anche lei è fatta di carne e sangue…” rispose Mick scherzando e lasciando Umi con più dubbi di prima… 

Ryo e Mick riuscirono ad imbarcarsi per Roma il giorno dopo. Le ore di volo furono tantissime e Mick dovette reggere la mano a Ryo per gran parte della traversata. Una scena talmente pietosa che sarebbero stati costretti ad uccidere chiunque si fosse permesso di raccontarlo. 
Una volta giunti a Roma, nonostante fossero stravolti a causa del volo e del fuso orario, Ryo non volle perdere tempo e preferì dirigersi subito all’indirizzo di Hoshi. Quando suonarono il campanello, nessuno aprì. 
“Diamine, dove saranno andati?” chiese Ryo con impazienza... 
“Forse Hoshi è a lavoro e Kaori al suo corso di italiano” cercó di tranquillizzarlo Mick 
Ma poco dopo la porta si aprì… 
“Ryo, Mick!” una incredula Kaori si materializzó davanti a loro. 
A Ryo, non appena la vide, si bloccò la salivazione e non riuscì ad emettere alcun suono
“Kaori, tesoro” la abbracciò subito Mick
“E’ bellissimo vederti, sei un incanto come sempre”
“Ma che ci fate qui? Scusate se non vi ho aperto subito ma non conoscendo né le persone né la lingua di solito quando sono sola non apro mai a nessuno. Ma poi ho sentito parlare giapponese e allora…”
Lei e Ryo non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso.
A Mick,  ovviamente, la cosa non passò inosservata e sentendosi di troppo cercó di spronare i due ragazzi a rimanere soli
“Beh Ryo, credo che tu e Kaori abbiate tante cose da dirvi... Perché non la porti al nostro albergo? Resto qui io, chissà come sarà felice Hoshi di rivedermi al posto di Kaori, appena rientrerà dal lavoro”
A quel punto Ryo, che aveva riacquistato alcune delle sue facoltà, invitò Kaori a seguirlo e lei ovviamente, non se lo fece ripetere due volte. 
Lui e Mick avevano prenotato un albergo a pochi passi dall’abitazione di Hoshi e questa scelta fu provvidenziale, poiché gli permise di raggiungerlo a piedi in pochi minuti.

Per tutto il tragitto erano rimasti in silenzio. Kaori non faceva altro che voltarsi verso Ryo per assicurarsi che non fosse un’allucinazione. 
Una volta nella stanza, Kaori si sedette sul letto e iniziò a parlare per prima
“Mi puoi spiegare adesso Ryo cosa succede? Perché siete arrivati fin quaggiù? E tu come hai fatto a prendere l’aereo?  Come hai fatto coi documenti?”
“Per i documenti mi ha aiutato Saeko... È riuscita a crearmi una vera identità… in merito all’aereo, beh... È stata dura, ma era per una buona causa... ”
"Che significa?” chiese lei senza capire a cosa si stesse riferendo
“Kaori, io devo chiederti scusa…" 
"Tu mi devi chiedere scusa?" ripetè la ragazza, stupita di fronte a quella affermazione...
"Sì... Io voglio chiederti scusa perché...perché... tu hai creduto di non valere niente per me ma non è...non è così ecco" continuó Ryo in preda a un sempre più crescente imbarazzo. Non aveva mai aperto il suo cuore a qualcuno prima di allora, ma sapeva di non potersi tirare indietro...Kaori meritava tutto il suo coraggio.
"La verità è che...beh...è che tu sei tutto per me" le disse all'improvviso tutto d'un fiato, lasciando la ragazza a fissarlo con gli occhi spalancati. 
"In questi anni sei stata l’unica luce a cui potessi aggrapparmi nei momenti più bui, tu non puoi capire quanto sei stata e quanto sei importante per me.”
Kaori, emozionata, non riusciva a credere che fosse Ryo l’uomo in piedi di fronte a lei, capace di dirle cose simili… 
“Sono qui perché sono stato uno stupido e un vigliacco. Come sempre. Se avessi avuto il coraggio di parlarti prima… ma sono sempre stato un codardo in fatto di sentimenti e mi rendo conto di aver tirato troppo la corda. Ti ho lasciata andare via e non potrò mai perdonarmelo. Io volevo solo che tu fossi felice e ho pensato che potessi esserlo lontano da me, ma poi ho sentito quello che hai detto a Mick...”
“Come sarebbe a dire che hai sentito quello che ho detto a Mick?” lo interruppe lei 
“È una lunga storia, magari un giorno te la racconterò, ma quello che voglio dire è che… è che…io...ecco vedi… Io ti amo Kaori”
La ragazza sgranó gli occhi convinta di aver solo immaginato quelle parole...
“Cosa hai detto?”
“Ho detto che ti amo, ma sono comunque convinto che tu meriteresti di stare con qualc..”
Ryo non fece in tempo a finire la frase perché Kaori si avvicinò di scatto e lo baciò. Un bacio talmente passionale che fu lei per prima a stupirsi di se stessa per l’audacia dimostrata. 
Ryo, non appena sentì le labbra della ragazza sulle sue, perse completamente il controllo. Come aveva potuto aspettare tutto quel tempo? Aveva il paradiso a portata di mano e si ostinava a voler vivere all’inferno. 
Senza rendersene conto caddero entrambi sul letto, avvinghiati continuarono a baciarsi con sempre maggior ardore. Ad un certo punto però Kaori si bloccò, quasi rendendosi conto per la prima volta di quello che stava accadendo fra loro. 
“Ma allora mi trovi bella Ryo?” gli chiese candidamente 
“Non ho mai visto niente di più bello fin dal primo istante in cui i miei occhi si sono posati su di te. Non sai quanto sia stato difficile in questi anni fingere che tu mi fossi indifferente quando invece avrei voluto in ogni istante baciare ogni centimetro del tuo corpo”
Lui la vide arrossire e non poté fare a meno di amare ancora di più quel piccolo terremoto che con la sua prorompenza aveva spazzato via tutto il marcio presente nella sua vita, per lasciare spazio a solo ciò che di più bello poteva esserci. 
“Per me è un sogno che tu sia qui, non sai per quanto tempo ho aspettato di sentire queste tue parole” Kaori non riuscì a trattenere le lacrime. 
Ryo le prese il viso tra le mani e la baciò nuovamente, i suoi baci la penetravano nel profondo e lei perse nuovamente la percezione di dove si trovasse. Non le importava più di niente, ogni difesa era crollata, voleva Ryo con tutta se stessa e quel momento era finalmente arrivato. 
“Io ti voglio Ryo, sono tua da sempre. Non mi lasciare mai più ti prego” lo supplicó lei ormai persa nel piacere intenso di quel momento
“Noi ci apparteniamo Kaori, questo non potrà mai cambiare... Ho lottato contro un sentimento più forte di me e ho perso, ho perso miseramente. Quanto tempo ho sprecato, potrai mai perdonarmi?”
“Adesso sei qui, ed è l’unica cosa che conta per me”
Si baciarono ancora più avidamente, le mani dappertutto e una esplosione di desiderio li travolse. 
Ryo rimase sorpreso dall’intraprendenza della compagna, la sua audacia lo fece impazzire. 
Quando anche l’ultimo indumento sfiorò il pavimento, i due amanti si unirono completamente perdendosi l’uno nell’altra  in una folle spirale di piacere. 
Restarono abbracciati a lungo, occhi negli occhi, a contemplarsi nel silenzio di quel momento perfetto. 
“Kaori…” sussurrò lui, interrompendo quell’attimo di magia
“Alla faccia del candore!”
“Ryo! non ci posso credere che queste siano le tue prime parole dopo aver fatto l’amore con me” rispose lei arrossendo vistosamente
“Lo so, ma….”
“Smettila!!!”
“Non vedo l’ora di rinnovare ogni centimetro di casa nostra con questa tua inesperienza” disse lui prendendola in giro e ridendo nel vederla nel più completo imbarazzo
“Sei sempre il solito scemo” rispose lei fingendosi offesa
“Ma mi ami però?”
“Con tutta me stessa”
Ripresero ad assaporare l’uno le labbra dell’altra con dei baci prolungati, infiniti, come a voler recuperare tutto il tempo, scioccamente, perduto. 

Per assurdo, il rientro a casa fu per Ryo un momento bellissimo. Nessuna paura con lei. Poter stringere la mano di Kaori su quell’aereo, poterla ancora guardare incessantemente negli occhi per tutte quelle ore di volo, era questa l’unica cura di cui avesse bisogno. 
Kaori non riusciva ancora a credere che tutto stesse accadendo realmente. Per anni aveva sognato di vivere l’amore per Ryo alla luce del sole e quel momento era finalmente arrivato. 
Salutare Hoshi non era stato facile. Fu comprensivo e le auguró il meglio... Voleva davvero che fosse felice, ma soffrì molto nel doverle dire addio. Kaori sapeva cosa significasse soffrire per amore e non avrebbe mai voluto essere lei la causa del suo dolore, ma Ryo ora era lì ed era lì per lei e nessuno dei vecchi propositi avrebbe più avuto alcun senso. 
Il suo posto era accanto a lui, la sua vita sarebbe cambiata accanto a lui. 

Erano passati tre anni da quando Ryo aveva finalmente deciso di dichiarare il suo amore a Kaori.
Come promesso, una volta rientrati a casa da Roma, rinnovarono davvero ogni centimetro della loro casa, lasciandosi andare ad una passione tenuta, stupidamente, assopita per troppo tempo. 
Se sul lavoro erano due tipi ben ingranati, dentro le mura di casa loro, lo erano molto di più. 
Ryo non avrebbe mai creduto che un’unica donna potesse regalargli simili emozioni. Non aveva mai provato nulla del genere e per lui, con Kaori, fu una moltitudine di prime volte. 
La sua prima volta più bella fu quando, però, lei gli disse di aspettare un bambino. 
Ne avevano parlato spesso in quei mesi e vedere come Umi e Miki riuscissero a crescere meravigliosamente il loro piccolo Hiro, gli diede la spinta per poter anche solo iniziare a pensare, a come sarebbe potuto essere anche per loro. 
“E se cambiassi lavoro?” le aveva detto lui una sera mentre lei stava preparando la cena e prendendola completamente alla sprovvista 
“Cambiare lavoro Ryo?”
“Sì... Ci ho pensato tanto Kaori. Vorrei sposarti e vorrei dei figli da te, ma col lavoro che faccio…”
La ragazza rimase ammutolita, sentiva il cuore scoppiarle nel petto. 
“E poi insomma… non sarò giovane per sempre. Non potrò fare questo lavoro all’infinito.
Ce lo vedi uno sweeper a 60 anni? E già che comincio a sentire i primi acciacchi adesso che di anni ne ho solo 20…” disse lui ridendo e guardandola negli occhi
“Ho dei documenti ufficiali ora, esisto per la legge, potrei cercarmi un lavoro diverso, potremmo provare ad avere una vita normale…”
“Ryo dici sul serio? Vorresti che ci provassimo davvero?” Gli chiese Kaori cercando di trattenere l’emozione
“Ciò che voglio davvero è sposarti e stringere fra le braccia un bambino nostro, ma non posso rischiare continuando a fare questo lavoro. Sarebbe troppo pericoloso per me, per te e anche per nostro figlio. Ed io voglio sopravvivere per le persone che amo e allo stesso tempo le voglio proteggere”
Si abbandonarono ad un lungo abbraccio e non servì aggiungere altro. 

Quando Kyoko arrivò, era un bellissimo giorno di primavera. Dal momento in cui Ryo la strinse a sé, si sentì un uomo diverso. Un amore forte come quello che provava per Kaori, non avrebbe potuto regalargli niente di più bello. 
La perfezione esisteva, ed era fra le sue braccia.

Ryo riuscì davvero a cambiare vita, a lasciarsi alla spalle il suo lavoro di sweeper, e dovettero ringraziare Hoshi per questo. 
In quegli anni, nonostante tutto, lui e Kaori erano rimasti amici, lui si era fidanzato con una bellissima ragazza italiana e tutto il dolore passato aveva lasciato il posto ad una vera e splendida amicizia. 
Quando seppe delle intenzioni di Ryo, ne fu felice e mise una buona parola per lui con l’azienda di investigazioni internazionali per la quale lavorava. La sede di Tokyo fu felice di assumerlo poiché Ryo si rivelò subito un ottimo acquisto. 

Il Cat’s eye rimase sempre il loro luogo di ritrovo preferito, con gli amici di sempre. 
Quel pomeriggio, finito il turno di lavoro di Ryo, decisero di fare un salto a salutare Miki e Umi. 
Il piccolo Hiro li accolse con il solito entusiasmo, le sue grida di gioia erano sempre il più bel benvenuto che potessero desiderare. 
Si sedettero al solito posto e Hiro tentò di arrampicarsi sulle spalle di Ryo che assecondó volentieri questa sua iniziativa. Quel bambino era una forza della natura. 
“Hiro smettila di infastidire lo zio Ryo! E tu mia piccola Kyoko come stai? Sei un amore, ti mangerei di baci... ” disse Miki avvicinandosi alla bambina che sorrideva beata tra le braccia della mamma
“Hey Miki non voglio che mi chiami zio, mi fa sentire vecchio” sbuffó un infastidito Ryo
“Ma smettila, un giorno magari Hiro e Kyoko potrebbero sposarsi e allora tu potresti diventare il suocero, altro che zio... Pensa un po’” disse lei ridendo, sapendo di aver toccato un tasto dolente
“Cosa???? Mia figlia non sposerà mai nessuno! Lei resterà sempre col suo papino... Vero tesoro che tu resterai sempre con me? E poi non voglio diventare parente di quel bruto di Umibozu”
Umi, sentendosi chiamato in causa, intervenne immediatamente 
“Semmai sono io che non voglio imparentarmi con te e poi non sono un bruto!”
“Sì che lo sei, sei bruto e brutto e ringrazia il cielo che Hiro abbia preso dalla mamma!”
“Rimangia subito quello che hai detto!”
“No non lo rimangio, è la verità! E ancora non capisco come faccia Miki a stare la notte con te!”
“Ryo smettila, i bambini!” disse Umi diventando rosso come un peperone. 
Miki e Kaori si guardarono rassegnate. 
Di cose ne erano cambiate in quegli anni, ma quei due non sarebbero cambiati mai. 

Fine
   
 
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