"Torniamo a Palazzo Jarjayes. Meglio che tu non venga a Parigi con noi, domani. Ti restituisco a Nanny, io tornerò in caserma da solo. Fai come dico, André, non devi correre pericoli”
“Io verrò con te, Oscar. Così come è sempre stato, e sempre sarà. Io sarò sempre con te.”
“André, io… una volta sono stato innamorato di Fersen. L’ho amato sapendo bene che tu mi amavi. E’ mai possibile che tu mi voglia ancora bene?”
“Ti amerò finché avrò vita”
“Oh André… Anch’io ti amo… Dal profondo del cuore…”
“Questo l’avevo già capito molti anni fa. Anzi, lo sapevo ancora prima di nascere.”
“André Grandier, con te sento di poter vivere ancora. Sì, sento di voler vivere!”*



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Ti ho mentito, Oscar.
Nella nostra unica notte, nell'unico frammento di felicità che ci è stato concesso, io ti ho mentito.
‘Ti amerò finché avrò vita’, ti ho detto.
E l'ho ripetuto tante volte, e ti ho stretta a me e ti ho baciata così tante volte, e avrei voluto che il sole non sorgesse mai più.
Ma il sole sorge e tramonta e non si cura delle miserie degli uomini. E come l'alba ti ha portata via dalle mie braccia, così il tramonto si è portato via la mia vita. 
Proprio adesso, proprio quando l'amore finalmente ci ha uniti e ci ha illusi e ci ha spinti a sperare, a sognare il futuro che avremmo meritato e che invece non avremo mai.
Una felicità rincorsa da sempre e assaggiata soltanto, un'unica notte di stelle bugiarde e promesse già infrante.
Il sole è tramontato sul mio destino spietato, un destino che mi ha dato tutto e poi mi ha negato il tempo, così che avessi tutto da poter perdere in pochi istanti.
La morte ha allungato le dita e si è presa quello che restava dei miei occhi offuscati, e la mia voce che ti ha accarezzata ogni giorno come avrebbero voluto accarezzarti le mani, si è presa il mio respiro e il calore del mio corpo e l'ultima lacrima che ho versato in questo mondo ingiusto. Ma non è riuscita a prendersi il mio amore per te.
Quello è tuo, Oscar. 
Sarà tuo per sempre.
‘Ti amerò finché avrò vita', l'ho detto e ci credevo. 
Ora mi accorgo che mentivo, che sbagliavo.
Ora che non ho più vita, eppure ti amo ancora.
Ti amo, e sono qui.
Non puoi vedermi, non puoi sentirmi, non posso toccarti e stringerti e baciarti e asciugare le lacrime che ti rigano il viso.
Non posso, non potrò farlo mai più.
Ma sono qui.
Qui, dove sono sempre stato.
E non andrò da nessuna parte, non farò un passo senza di te. Ti aspetterò qui, che sia per un giorno o per altri vent'anni o per tutta l'eternità.
Verrò con te, Oscar.
Questa notte finirà e il sole sorgerà di nuovo, e io verrò con te alla Bastiglia. Sarò al tuo fianco, come è sempre stato, come sarà sempre.
Verrò con te, per sempre.
‘Ti amerò finché avrò vita’, l'ho detto ai tuoi occhi in tempesta e alle tue labbra dolcissime e ai tuoi capelli dorati, l'ho sospirato tra i baci sulla tua pelle accesa di brividi e carezze, l'ho giurato alle stelle bugiarde che brillavano lontane sopra di noi, alla notte di luglio che ci ha nascosti e cullati e ci ha visti diventare marito e moglie.
‘Ti amerò finché avrò vita’.
L'ho detto e ci credevo.
Ma sbagliavo, amore mio.
Oltre questa vita, io ti amo ancora.








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*Traduzione del dialogo in lingua originale, pesantemente modificato poi nel doppiaggio italiano…. Ma perché?? Perché, io mi chiedo??
Non so voi, ma quel “Ti voglio bene" io non l'ho mai digerito troppo… “Ti amo”! Si dice “Ti Amo”!!!!!
E quindi ecco il mio piccolo, modestissimo contributo in questo giorno cupo e triste.
Avevo voglia di riportare il dialogo originale, che secondo me merita tantissimo.
E quel “Ti amerò finché avrò vita" è stato lo spunto per buttare giù queste quattro righe.
Forza e coraggio, c'è ancora il 14 luglio da affrontare!!
Grazie a chi è arrivato fin qui! :)