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Autore: LatersBaby_Mery    13/07/2020    10 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera mie splendide ragazze!
Ci tengo a fare questa piccola premessa prima di lasciarvi al capitolo, innanzitutto perché voglio scusarmi per questo immenso ritardo. In questo periodo sono abbastanza impegnata, purtroppo non per lavoro, ma per altri motivi che per adesso preferisco tenere per me. Non è nulla di negativo, tranquille; se e quando arriverà il momento giusto, li condividerò. In ogni caso, ho maggiore difficoltà a ritagliarmi dei momenti per scrivere e voi sapete bene che non mi piace scrivere in maniera forzata, perché finirei per andare contro la mia ispirazione e il mio buonumore.
Spero mi capiate e mi perdoniate se vi faccio aspettare tanto.
Ci tenevo poi a dirvi qualcosa sul capitolo che state per leggere. Prima di tutto, voglio avvisarvi che è molto più breve rispetto a come vi ho abituate ultimamente, perché non volevo farvi attendere ancora e poi perché per me era importante pubblicare il capitolo proprio oggi (nell’Angolo me vi spiego il motivo).
In secondo luogo, voglio dirvi che è un capitolo di natura più descrittiva che narrativa: sapete bene che c’è un salto temporale di due anni e mezzo, e ovviamente ho dovuto in qualche modo costruire un ponte tra lo scorso capitolo e questo, descrivere un po’ a grandi linee cosa è successo ad ogni nucleo familiare in questi due anni e mezzo, per poter porre le basi per le nuove vicende che ho in mente.
Infine, ci tenevo a farvi presente che, pur trovandoci in questo nuovo capitolo a giugno 2021, non menzionerò nulla riguardo al Covid e a tutto ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, nonostante si tratti di un problema di portata mondiale. Non mi andava proprio di trovare il modo di inserire nella mia storia tutto questo casino, è complicato e comporterebbe delle restrizioni per i nostri protagonisti, e sinceramente l’idea non mi piace, per cui ho voluto eclissarlo, come se non fosse mai accaduto. Spero mi capiate.
Adesso vi lascio al capitolo e vi aspetto all’Angolo me.
Buona lettura!!

 

CAPITOLO 88

Due anni e mezzo dopo.

18 giugno 2021


POV ANASTASIA

I palazzi e le luci di Seattle scorrono veloci dal finestrino, mentre Taylor guida spedito verso Bellevue. Nonostante manchino pochissimi giorni all’arrivo dell’estate, è una serata abbastanza fresca, con un piacevole venticello che agita leggermente i rami degli alberi e si intrufola nei miei capelli piastrati da appena un’ora.
“Barbie è pronta per andare al ballo” dice Allie, seduta sul suo seggiolino tra me e suo padre, agitando la sua Barbie con un sobrio abitino tutto strass.
“Ah sì? E ci va da sola?” domanda Christian.
“No, con il principe”
“E il tuo principe chi è invece?” si sporge verso di lei con un sorrisetto, pregustando già la risposta di nostra figlia.
“Papi!”
Appunto.
Mio marito gongola e schiocca un grande bacio sulla guancia di Allie. La nostra piccolina ha tre anni e mezzo ed è perdutamente innamorata di suo padre, esattamente come sua sorella. Teddy, invece, adesso che ha nove anni, è entrato in quella fase in cui è un po’ meno propenso a baci e abbracci a profusione, ma ha tanti modi diversi per dimostrare l’infinito amore che prova verso suo padre, e il primo di questi è il suo desiderio di emularlo. Lo ha sempre avuto, sin da quando aveva appena due anni ed era felice di vestirsi come lui, ma adesso non si limita solo all’aspetto esteriore: Teddy cerca continuamente l’appoggio e l’approvazione del suo papà, ed è indescrivibile il sorriso che si accende sul suo volto ogni volta in cui Christian lo elogia, gli insegna qualcosa di nuovo, si ritaglia dei momenti solo per loro due. Si somigliano sempre di più, e hanno una complicità straordinaria.
“Oggi però mi hai fatto poche coccole, eh..” mio marito si finge risentito.
“Non è vero!” protesta Allie.
“Sì che è vero! Oggi è la mia festa e meritavo una doppia razione di coccole” mette su il labbruccio che usa ogni volta come arma di conquista. Sa che le nostre bambine non resistono e finiscono per cadere ai suoi piedi.
Infatti, Allison allunga le braccia verso il suo papà e lui si scioglie completamente. Io appoggio la testa al sedile e li guardo, innamorata alla follia. Oggi il mio meraviglioso uomo compie trentotto anni, e se per certi versi è sempre bello, forte, sexy e a volte intimidatorio come il ventisettenne che ho conosciuto in un maestoso grattacielo di vetro e acciaio, per altri versi è così cambiato: è un padre e un marito sempre più innamorato, dolce, determinato e divertente. I suoi difetti non sono cambiati, ma lo amo perdutamente anche per quelli.
Ad un tratto squilla il mio cellulare, lo estraggo dalla borsa e leggo sullo schermo il nome di mia suocera.
“Grace?” dico, rispondendo.
“Mamma, sono io!” esclama la voce angelica della mia bambina.
“Phoebe! Amore, dimmi”
“Quando arrivate?”
“Tesoro, siamo per strada..”
“Un quarto d’ora al massimo, Mrs Grey” mi comunica Taylor, ed io a mia volta lo comunico a mia figlia.
“Va bene, fate presto eh, qui è tutto pronto. Ciao!” riattacca.
Quest’anno i miei suoceri hanno insistito per organizzare a casa loro la festa di compleanno di Christian, come erano soliti fare prima che ci sposassimo. Non so perché ci tenessero tanto, ma Christian ed io siamo stati felici di assecondarli, soprattutto per Grace che sta riscoprendo la passione di organizzare eventi dopo alcuni mesi difficili.
Lo scorso ottobre è venuto a mancare il nonno Theo, a causa di una patologia respiratoria acuta che purtroppo è evoluta in maniera molto rapida, quasi fulminante. Per Grace è stato un colpo molto duro, perché oltre alla perdita di suo padre, ha sofferto anche nel veder soffrire nonna Rose, che si è ritrovata come smarrita nel bel mezzo di un oceano, dopo aver perso l’amore e il compagno di una vita intera. Per questo Grace ha voluto farla trasferire a Bellevue, per poterle stare accanto e non lasciarla sola in una casa lontana, troppo grande e piena di ricordi. In quelle prime settimane è stata fondamentale la presenza dei nipoti e soprattutto dei pronipoti: i bambini sono stati, come dice sempre mia suocera, l’àncora di salvezza di nonna Rose, portavano in casa una ventata di allegria e di innocenza, e soprattutto tenevano sempre impegnate in qualche modo nonna e bisnonna.
Ed è per questo che Teddy e Phoebe non sono in macchina con noi adesso: questa mattina, dopo aver festeggiato a colazione il loro papà e aver pranzato con lui, sono stati rapiti dal nonno Carrick che li ha portati a Bellevue insieme ad Ava e Lizzy per aiutare la nonna e la sua party planner di fiducia, Doreen, ad organizzare la festa.
Quando arriviamo a casa di Grace e Carrick, la prima cosa che noto è il sentiero di fiaccole nel cortile antistante l’ingresso, e i fili di luci intrecciati alla ringhiera del portico.
“Questa dev’essere opera di Ava e Phoebe” osserva divertito mio marito.
Ridacchio, e non posso fare a meno di essere d’accordo con lui. Mia figlia e la mia nipotina più grande hanno una leggera tendenza all’esagerazione quando si tratta di addobbi e festoni.
Tiriamo fuori Allie dal seggiolino e la prendiamo per mano mentre entriamo in casa.
“Papààà!!” esclamano Teddy e Phoebe, correndo verso Christian e abbracciandolo come se non lo vedessero da giorni e non da qualche ora.
Salutano me con un bacio e poi rapiscono subito la loro sorellina per portarla in giardino a giocare con Ava e Lizzy.
“Cari, finalmente siete arrivati” Grace ci viene incontro e abbraccia suo figlio “Buon compleanno, tesoro mio”
Christian ricambia l’abbraccio e chiude gli occhi per un istante. “Grazie, mamma”
Mia suocera si stacca da suo figlio e, cercando di mascherare gli occhi lucidi, abbraccia anche me. E dopo di lei anche Carrick.
“Mamma, quanta gente hai invitato?” domanda Christian, mentre attraversiamo il salone per raggiungere il giardino. Un allegro e confuso vociare si fa sempre più vicino e più forte, facendoci intuire che ci siano almeno una cinquantina di ospiti.
“Ho seguito le tue direttive: famiglia, amici e dipendenti più stretti”
Sulle scale del giardino, Christian si guarda intorno e sgrana gli occhi. Sì, direi che forse siamo ben oltre i cinquanta invitati. Ma, d’altronde, se consideriamo solo la nostra famiglia, incluso anche il nucleo di Thomas, superiamo già le venti persone, quindi ormai non esistono più feste con poche anime. Ed io adoro la nostra affollata confusione.
Il giardino è allestito con una decina di tavoli rotondi da otto posti l’uno, uno più grande per i bambini, due tavoli rettangolari lunghi ricolmi di cibo e diversi divanetti qua e là. Su ogni tavolo ci sono tovaglie di lino con rifiniture color argento, piatti di ceramica dalla moderna forma quadrata, calici di vetro soffiato e posate d’argento. I centrotavola sono delle sfere di vetro piene d’acqua con una ninfea bianca sul fondo. Il tutto è perfezionato da lanterne e fili di luci che si intrecciano nelle aiuole. In un angolo c’è un piccolo palchetto riservato al deejay che si occuperà della musica.
Prima di dedicarci agli ospiti, Christian ed io andiamo a salutare la nonna Rose, seduta su un divanetto all’ombra di un albero e accerchiata dai bambini.
“Nonna” mio marito si siede accanto a lei e la bacia su una guancia.
“Tanti auguri, ragazzo mio” mormora, con la voce colma di dolcezza e malinconia allo stesso tempo.
“Grazie nonna”
Nonna Rose sposta poi lo sguardo su di me. “Bambina” dice, accarezzandomi la guancia. “Come state?”
“Molto bene, nonna. Un po’ stressati per il lavoro, ma contiamo di rallentare un pochino con l’arrivo dell’estate”
“Voglio darti un regalo” estrae da dietro la schiena un pacchetto morbido e sottile e lo porge a Christian.
Lui stacca il fiocco e toglie la carta, ritrovandosi tra le mani una cravatta nera con una trama in rilievo color grigio perla. Mio marito sorride, e potrei giurare di vedere la sua mano tremare leggermente.
“Ma questa è.. la cravatta del nonno”
Rose sorride. “Sì. Sai, lui non era uno che amava molto le cravatte, preferiva stare comodo e le metteva solo quando costretto” ridacchia, poi prosegue “Ne aveva appena due, che abbinava praticamente ovunque. Quella blu andrà ad Elliot, e questa è tua”
“Grazie nonna, è il miglior regalo che potessi ricevere” si sporge verso di lei e la abbraccia forte, lottando contro se stesso per tenere a freno le emozioni.
“Al momento giusto, il suo orologio preferito andrà a Teddy, che porta il suo stesso nome; l’altro orologio a Ed, e i due braccialetti da cui non si separava mai andranno a Elliot e Chris”
Christian sorride. “Sono sicuro che il nonno ne sarebbe felice” prende la mano della nonna e la bacia con dolcezza.
Mentre mio marito prende auguri e abbracci dai vari invitati, io mi avvicino ad uno dei tavoli, dove la mia migliore amica sta cullando tra le braccia il suo terzogenito, Edward Grey, per tutti Ed.
“Heeyy!” esclama, sorridendomi.
“Buonasera” mi chino su di lei e le bacio la guancia, poi concentro tutta l’attenzione sul piccolo della famiglia. “Ciao amore della zia!” lo prendo in braccio e gli do un grande e rumoroso bacio sulla guancia paffuta. Dieci giorni fa ha compiuto cinque mesi, ed è l’incarnazione della dolcezza e della tranquillità. “Ma quanto sei bello tu, eh?”
“Ha preso tutto da suo padre!” Elliot sopraggiunge alle mie spalle, mi saluta baciandomi sulla guancia e dà un pizzicotto sul pancino di suo figlio, che lo ripaga con un sorriso enorme. Poi si avvicina a Kate, la prende tra le braccia e la stringe forte. “Anzi, direi che ha preso tutto da sua madre, è meraviglioso quanto lei”
La mia amica si lascia andare tra le braccia di suo marito e intreccia le dita con le sue. “Non scherziamo, Ed è identico a te” puntualizza la mia amica, con un sorriso orgoglioso.
Elliot gongola a quell’affermazione e appoggia il mento sulla spalla di sua moglie. Io stringo a me il mio nipotino meraviglioso e li osservo: sono così belli da far commuovere. Se penso che solo un anno fa, nonostante Kate fosse incinta, sembravano ad un passo dal lasciarsi, mi vengono ancora i brividi. Ma loro due sono una di quelle prove tangibili che l’amore, quando è vero, sa superare qualsiasi ostacolo. E adesso sono ancora più uniti e innamorati di prima, e questo cucciolo che ho tra le braccia è l’emblema dell’amore che rinasce, si conferma, si rafforza.
“Ma Ed non stava per addormentarsi?” chiede Elliot, perplesso.
“Sì. Poi è arrivata la zia e gli ha fatto riacquistare energie” risponde Kate, seccata.
Le faccio la linguaccia. “Stasera si fa festa, non si dorme. E poi dovresti essere contenta, così quando tornerete a casa sarà più stanco e dormirà come un sasso”
“Spera che sia così, altrimenti te lo porto direttamente in camera tua. Tanto ci metto poco..”
Kate ed Elliot da alcuni mesi hanno acquistato una villetta a poche centinaia di metri dalla nostra. In realtà è stato un regalo di mio cognato per sua moglie, e lei è stata felicissima; quando ha visto la casa per la prima volta non riusciva neanche a parlare. Dopo appena un mese di ristrutturazioni la villetta era pronta, ed è davvero splendida. Adesso ci vediamo ancor più frequentemente di prima, cosa che rende felici noi ma soprattutto i nostri figli che amano stare insieme, nonostante qualche bisticcio che è sempre all’ordine del giorno.
Questa sarà la prima estate che trascorreranno nella nuova villetta, e ho la sensazione che i nostri figli vivranno praticamente in simbiosi, un po’ a casa nostra e un po’ a casa loro, considerando che entrambi abbiamo costruito delle bellissime piscine in muratura.
Lascio i piccioncini alle loro effusioni da adolescenti e, con Ed in braccio, vago per il giardino per salutare i nostri ospiti e di tanto in tanto lancio uno sguardo ai bambini che corrono dappertutto.
“Orsacchiotto della zia!!” sento squittire alle mie spalle.
Mi volto e vedo Mia venire verso di me, con un fantastico abitino turchese svolazzante che la fa sembrare una ventenne.
“Ciao zia!” dico, accarezzando il pancino di Ed.
Mia mi abbraccia e poi prende in braccio il piccolo. Scorgo Ethan e i gemellini accanto a Christian e li raggiungo per salutarli.
“Prof!” esclamo, abbracciando mio cognato.
Sono due settimane che mi diverto a prenderlo in giro, da quando è passato da assistente del professore all’Università a titolare di cattedra. Dal prossimo semestre avrà un corso tutto suo e noi tutti siamo molto orgogliosi di lui. Ethan è uno che ama moltissimo il suo lavoro e credo che ci vogliano professori come lui per preparare le generazioni del futuro al mondo lavorativo.
“Perdonate il ritardo, è stata colpa mia: stiamo seguendo un caso un po’ particolare e il primario non mi lasciava andare” si giustifica Ethan.
“Non preoccuparti, anche noi non siamo qui da molto”
“Elliot, Chris!” Teddy chiama a gran voce i cuginetti, avvicinandosi e prendendoli per mano.
I miei tesorini hanno già cinque anni, ma a me sembra ieri quando riuscivo a tenerli entrambi in braccio contemporaneamente. Sono sempre più belli, il mix perfetto tra i tratti decisi di Ethan e quelli delicati e raffinati di Mia. Teddy li adora, si diverte moltissimo a giocare con loro e allo stesso tempo ama proteggerli come un fratello maggiore. In generale, il mio bambino è come se, essendo il più grande, si sentisse quasi in dovere di tenere sorelline e cuginetti sotto la sua ala; da questo punto di vista somiglia tantissimo a suo padre.
Mia riconsegna il piccolo Ed ai suoi genitori e si fionda in cucina per supervisionare i dolci per verificare che siano stati consegnati tutti secondo le sue direttive. Mia cognata, quando i gemellini hanno iniziato l’asilo e quindi ha avuto maggiore tempo da dedicare a sé, ha aperto un grande laboratorio di produzione dolciaria. Inizialmente contava tre dipendenti e si occupava principalmente di rifornire alcuni bistrot e qualche ristorante. Oggi, dopo quasi due anni, conta ventotto dipendenti tra pasticceri e direzione amministrativa, e oltre a rifornire i ristoranti di mezza Seattle, si occupa di catering per party e grandi eventi. Mia è fiera e felice di ciò che fa, e merita tutto il suo successo perché ha enorme passione e professionalità, insieme a tutto il suo staff.
Grace mi raggiunge e mi porge un cocktail.
“Mi dispiace così tanto che tua madre, Bob, Ray e Lindy non siano riusciti a venire”
Sospiro. “Anche a me. Purtroppo Bob non poteva lasciare il club a ridosso dell’inaugurazione della nuova sede, e Ray è in trasferta con un gruppo di addestramento della scuola militare”
“Sono sicura che ci rifaremo presto. In realtà Carrick ed io stiamo pensando di trascorrere qualche giorno in Georgia il prossimo mese. Mia madre vorrebbe andare un paio di settimane in montagna da sua sorella e a noi farebbe molto piacere andare a trovare Carla e Bob”
Sorrido. “Mia madre e Bob saranno felicissimi!” finisco il mio drink e poso il calice sul vassoio di uno dei camerieri di passaggio. “I bambini si sono comportati bene?”
Grace sgrana gli occhi. “E cosa sono queste domande? Lo sai che i bambini quando sono qui sono sempre degli angioletti. Si sono divertiti ad aiutare me, Gretchen e Doreen ad allestire il giardino. Poi mentre le bambine si divertivano a curiosare nel mio portagioie e nei miei trucchi, Teddy ha letto un libro insieme a
nonna Rose”.
Sorrido. Teddy ha appena terminato la terza elementare e una delle cose che ama di più fare è leggere, e non posso negare che questo mi renda immensamente orgogliosa. Anche Phoebe ed Ava, che hanno appena concluso la prima elementare, stanno imparando a leggere, ma sono ancora agli inizi ed è presto per loro per appassionarsi ai libri. La cucciola di casa, invece, lo scorso settembre ha iniziato l’asilo, e purtroppo l’inserimento per lei è stato più traumatico rispetto a quanto lo sia stato per Teddy e Phoebe. Nei primi giorni piangeva sistematicamente ogni mattina, e per me era un vero e proprio strazio lasciarla lì in lacrime e andare via. Non nego che qualche volta mi ritrovavo a piangere in macchina e una volta in ufficio mi attaccavo al telefono per avere notizie dalla direzione della scuola. Piano piano le cose sono migliorate, soprattutto grazie alla dolcezza delle maestre e all’amicizia di altri bambini.
Alle 20 in punto, il deejay dà il benvenuto ai nostri invitati, fa gli auguri al festeggiato e poi annuncia l’apertura del buffet di benvenuto e tutti gli ospiti si dirigono verso i due tavoli grandi per riempire i piatti. Scorgo mio marito appoggiato ad uno dei tavoli e lo raggiungo, abbracciandolo da dietro.
“Hey!” esclama, voltandosi e cingendomi la vita con le braccia. “Ti sei ricordata di me”
“Che vuoi dire?”
“Che stasera mi stai trascurando” mostra il labbruccio triste.
“Ma non è vero” mi allungo e lo bacio, poi mi stringo al suo petto. “Sto cercando di dare attenzione un po’ a tutti. E poi vuoi dirmi che oggi non ti ho festeggiato abbastanza?” sbatto le palpebre, alludendo chiaramente al nostro pomeriggio di passione, mentre Allie dormiva.
Lo sguardo di mio marito si accende. “Beh, di certo ho ricevuto un bellissimo regalo” si china e mi bacia il collo.
Mentre ci dirigiamo al nostro tavolo con i nostri piatti, vediamo arrivare Thomas e Roxy con Lucas e Ryan.
“Christian, tanti auguri” mio fratello dà un’affettuosa pacca sulla spalla a mio marito e poi saluta me.
“Scusate il ritardo, oggi in studio c’era l’apocalisse e ho avuto giusto il tempo di scappare a casa a fare una doccia”
Il mio fratellone quasi due anni fa ha aperto uno studio tutto suo, che concilia con orari ridotti in ospedale, non senza grandi sacrifici e soprattutto il timore di gettarsi in un’avventura completamente nuova. Dopo un inizio un po’ complesso, ha acquisito notorietà e la rosa di pazienti si amplia mese dopo mese, e tutte sono felici di essere seguite da un ginecologo come lui.
“Per oggi ti perdono. Ti faccio mangiare a tavola e non nella cuccia del cane” ironizza Christian.
“Zio, qui c’è un cane?” domanda perplesso Lucas.
Mio marito ridacchia. “No, tesoro, scherzavo”
“Vabè, noi andiamo dagli altri” dice poi mio nipote, prendendo per mano il suo fratellino e scappa verso il tavolo dei bambini.
“Non correte!” li redarguisce Roxy. Poi abbassa la voce “Sì, vabbè..”. Fa gli auguri a Christian e poi abbraccia me.
“Come stai, tesoro?” le accarezzo la pancia di sei mesi, e lei mi rivolge un sorriso dolce.
“Bene, dopo diverse settimane mi sento finalmente bene” risponde soddisfatta.
Nei primi tre mesi di gravidanza ha sofferto tantissimo a causa delle nausee, e quando queste hanno iniziato ad attenuarsi, è subentrata una lieve ipertensione che ha messo un po’ in allarme sia la dottoressa Greene che Thomas.
“La pressione come va?”
“Dovrebbe essersi stabilizzata. La dottoressa Greene mi ha raccomandato di misurarla due volte al giorno e tenerla sotto controllo, ma adesso va tutto bene”
Sospiro di sollievo. “Menomale”
“È una gravidanza così diversa da quelle di Lucas e Ryan. Ti confesso che in alcuni momenti mi sento.. non so come dire.. presa alla sprovvista”
Rido. “Forse perché è una femminuccia, e si sa, le donne fanno penare un po’ di più” scherzo.
“Di cosa sparlate voi due?” si intromette mio fratello.
“Di tua figlia che mi sta facendo vedere i sorci verdi”
Lui sgrana gli occhi. “Hey! Non osate parlare male della mia principessa” si china davanti a sua moglie e le bacia la pancia “Amore di papà, non ascoltare la mamma e la zia. Tu sei meravigliosa”
Roxy ride, scuotendo la testa, e guarda suo marito con gli occhi colmi d’amore. Questa bambina è stata voluta fortemente, e Thomas ha già perso completamente la testa: il giorno in cui hanno scoperto il sesso, piangeva davanti ai palloncini rosa che si libravano nell’aria. Anche Lucas e Ryan sembrano aver preso bene la notizia di una sorellina e si divertono a fare un po’ di pratica con Ed su come si prendono in braccio i bimbi piccoli e come si dà loro il ciuccio.
Ma la loro bambina non sarà l’unico lieto evento della nostra famiglia in programma quest’anno. Anche Hannah e Sawyer, che il prossimo mese festeggeranno il primo anniversario di matrimonio, sono in attesa di un bambino. La mia fidata assistente, nonché amica, ha appena terminato il primo trimestre e ancora non sappiamo se sarà un maschietto o una femminuccia. Ciò che so per certo è che lei e Luke saranno una famiglia splendida: sono pazzi l’uno dell’altra, sono perdutamente innamorati e hanno voluto questo figlio con ogni fibra del loro essere. 
Come se il mio pensiero li avesse evocati, pochi istanti dopo vedo Hannah e Luke scendere le scale del giardino e avvicinarsi ai miei suoceri per salutarli e ringraziarli dell’invito, e poi a Christian per fargli gli auguri.
“Finalmente siete arrivati!” li abbraccio.
“Ci scusi, Mrs Grey. Mia moglie ha impiegato solo trentacinque minuti per scegliere cosa indossare..” si giustifica Sawyer.
Mi viene da ridere ogni volta in cui lo sento parlare perché, benché sia sposato con una ragazza che non è solo una mia dipendente, ma soprattutto una cara amica, proprio non riesce a darmi del tu.
“Mi andava tutto stretto!” replica Hannah, sbuffando.
Luke sorride e le cinge la vita con un braccio. “Amore mio, sei incinta. Non credi sia normale?”
“Il problema non è la gravidanza, ma le voglie che mi assalgono in qualsiasi momento e mi fanno mangiare come non ci fosse un domani..”
Sawyer ed io ci scambiamo uno sguardo e ridiamo. Hannah è un vero spasso: prima tortura suo marito con le voglie e poi si lamenta di mangiare troppo. Luke da questo punto di vista è davvero dolcissimo: cerca di accontentarla sempre; quasi tutte le sere sentiamo la sua auto nel vialetto o il motore di qualche rider di Uber Eats.
Nelle prime settimane dopo l’inizio della loro storia d’amore, per Hannah era strano dormire da Luke sapendo che Christian ed io ci trovavamo a pochi metri da loro. Nel corso dei mesi ci ha fatto l’abitudine e si è resa conto del fatto che, anche se gli appartamenti della security sono annessi alla nostra villa, sono assolutamente indipendenti. Poco prima che si sposassero abbiamo voluto anche effettuare dei lavori per ampliare gli appartamenti, sia quello di Jason e Gail, al primo piano, sia il loro, al secondo.
“Gail?” chiedo, guardandomi intorno. Credevo si fosse fermata a cercare suo marito, ma non la vedo in nessun punto del giardino.
Hannah si adombra. “Non è voluta venire. Giuro che ho provato a convincerla, sono stata anche insistente, ma non ha voluto saperne..”
Sospiro, alzando gli occhi al cielo. Tra Gail e Jason da un paio di giorni c’è un po’ di maretta; non conosco i motivi della discussione, però è evidente che sia successo qualcosa, basta guardarli. Speravo che un’occasione di festa potesse aiutare a distendere un po’ gli animi, ma probabilmente la faccenda è più seria di quanto sembri.
Hannah e Sawyer si siedono al tavolo con Thomas, Roxy, Mia, Ethan e una coppia di amici di Mia. Io, invece, faccio ritorno al mio tavolo, dove mi attende il mio piatto di stuzzichini.
“Dov’è Kate?” domando, vedendo la sedia della mia amica vuota.
“Ha ricevuto una telefonata e si è allontanata, qui c’era troppo casino..” risponde Elliot. “Lui invece se ne sbatte completamente” indica il piccolo Ed, che dorme pacifico nel suo passeggino.
Christian ruba un bignè alla crema di salmone dal mio piatto ed io lo fulmino con lo sguardo.
“È uno dei miei preferiti” protesto.
Lui ride e si sporge verso di me per baciarmi una guancia. “Quanto sei bella quando ti arrabbi” mormora, rendendomi difficile essere acida con lui.
La mia migliore amica torna al nostro tavolo e si siede con un enorme sorriso sul volto.
“Buone notizie?” chiede Elliot.
“Sì! Vincent mi ha appena detto che il servizio di domani l’ha affidato a Karen insieme alla sua stagista, quindi sono libera!!”
Lo sguardo di mio cognato si illumina. “Fantastico!! Così possiamo portare i bambini al lago, Ava e Lizzy volevano fare un pic-nic”
Kate sorride. “Mi piace l’idea! E lascerò il cellulare a casa, così Vincent non potrà incastrarmi in qualche impegno dell’ultimo minuto..”
In realtà finge solo di lamentarsi, perché è appassionatissima al suo lavoro, e lo è ancor di più da quando, prima di andare in maternità, ha ottenuto una promozione a vicedirettore della testata giornalistica per cui lavora da quasi cinque anni. La promozione l’ha resa felicissima, soprattutto perché, essendo arrivata quando lei era a poche settimane dal congedo di maternità, era una chiara dimostrazione di quanto il direttore la stimasse e credesse in lei. Tutti i dipendenti della redazione la ammirano molto, ma d’altronde sarebbe difficile il contrario, perché la mia amica è eccezionale nel suo lavoro e sa instaurare rapporti gentili e cordiali con tutte le persone che si ritrova di fronte.
Elliot, anche se finge di borbottare ogni volta in cui sua moglie torna più tardi rispetto all’orario stabilito, è molto fiero di lei. Con la promozione di Kate e la nascita di Ed, mio cognato ha deciso di rallentare un po’ con il lavoro per godersi di più sua moglie e i loro bambini. La crisi con Kate e l’incidente dello scorso agosto hanno smosso qualcosa in lui, facendogli realizzare che forse stava rischiando di perdersi qualcosa, di correre troppo e non vivere appieno tutto ciò che nella vita conta davvero. E, devo ammettere, è bravissimo ad occuparsi dei bambini e si sta appassionando anche alla cucina.
“Papà” Allie raggiunge il nostro tavolo e si aggrappa al braccio di Christian.
“Cucciola, cosa c’è?”
“Ho sonno” si strofina gli occhi.
Christian sorride e la prende in braccio, nostra figlia si accoccola al suo petto. Sono passati più di tre anni da quando Allie era uno scricciolo tra le mani del suo papà, quando la sua testa era all’altezza del collo e i piedini a stento arrivavano all’ombelico; eppure vederli insieme è sempre uno spettacolo meraviglioso.
Mio marito bacia la fronte di nostra figlia e lei nell’arco di pochi minuti crolla.
“Che tesoro” mormora Carrick.
“Christian, perché non la metti a letto in cameretta? Dormirà più comoda. Dirò a Gretchen di andare di tanto in tanto a controllarla..” propone mia suocera.
Christian annuisce e si alza, dirigendosi verso l’interno della casa. Ne esce pochi minuti dopo e riprende a mangiare.
Dopo aver gustato il mio aperitivo, mi alzo per andare a dare una controllata al tavolo dei bambini: sono tutti ordinatamente seduti a mangiare pizzette, piccoli panini salati e stuzzichini vari.
“Bimbi, com’è questa cena?”
“Buona!!” rispondono tutti in coro.
È fantastica questa magia del cibo che riesce sempre a metterli d’accordo. Giro tra i tavoli per intrattenere gli ospiti, cosa che a volte mi annoia un po’, ma sono la moglie del festeggiato e mi tocca. Per fortuna questa sera sono stati invitati solo amici e parenti più cari, quindi è piacevole intrattenere delle conversazioni.
Non appena noto i camerieri uscire con i piatti degli antipasti tra le mani, torno rapidamente al nostro tavolo. Da lontano vedo Christian, Grace e Carrick che confabulano fitti fitti, per poi zittirsi di colpo quando mi vedono a pochi metri da loro.
“Cos’avete da cospirare?” chiedo, sedendomi.
“Nulla, parlavamo di mia sorella Evelin, e non potevamo alzare troppo la voce” risponde Carrick, ma lo sguardo furbetto che scambia con Christian non me la conta affatto giusta.
Tra una portata e l’altra vado a controllare Allie in cameretta: dorme come un angioletto. Mi siedo sul bordo del lettino e le accarezzo i capelli.
“Principessa della mamma” mormoro, e non resisto alla tentazione di darle un bacio sulla guancia.
Quando dorme mi sembra di vederla ancora piccola, come quando era solo un piccolo batuffolo rosa e si addormentava con la guancia paffuta schiacciata sul mio seno.
“Ana?”
Mi volto e vedo Mia sull’uscio della porta.
“Tutto bene?” sussurra, entrando in camera e sedendosi accanto a me.
“Sì, mi sono incantata a guardarla”
Mia cognata sorride. “Mi sa che non smetteremo mai, eh? Neanche quando saranno degli adolescenti acidi e brufolosi e non sopporteranno nemmeno di vederci entrare nella loro stanza..”
Ridacchio, anche se sotto sotto quasi mi riesce difficile immaginare i miei bambini da adolescenti. Quando li guardo dormire, ancora più del solito vorrei che restassero piccoli per sempre, vorrei fermare il tempo. So che è una pretesa del tutto illogica, ma ogni tanto mi assalgono questi momenti di nostalgia ai quali non so come rimediare.
Quando Mia ed io ritorniamo in giardino, il deejay sta guidando gli ospiti nei passi di una qualche canzone sudamericana, di quelle che le ascolti e non puoi fare a meno di muoverti. 
Mi avvicino al tavolo dove sono seduti Thomas e Roxy per trascinare mia cognata a ballare, ma li trovo a discutere.
“Ecco, vediamo cosa ne pensa Anastasia!” Roxy mi indica, ed io vorrei sprofondare.
Odio essere coinvolta nelle discussioni tra marito e moglie, perché schierarmi dalla parte di uno comporta inevitabilmente litigare con l’altro.
“Che succede?” mi siedo su una delle sedie libere.
“Allora, io..”
“No, aspetta, lo dico io” Thomas interrompe sua moglie e si affretta a spiegare “Roxy vuole tornare a lavorare!”
Mi aspetto che aggiunga qualcosa, perché non ci trovo niente di strano, ma mio fratello si limita a quelle cinque parole.
“E quindi?” domando, perplessa.
“Come quindi? Ti pare normale, nelle sue condizioni?”
“Ma quali condizioni? Ci sono migliaia di donne incinte che lavorano. Qual è il problema? Tu alle tue pazienti dici di stare a casa?” ribatte Roxy.
“Se soffrono di ipertensione, sì”
Mia cognata alza gli occhi al cielo. “Non ho l’ipertensione, la dottoressa Greene ha detto che va tutto bene, lei stessa mi ha dato il permesso di tornare a lavorare!”
“Forse perché non sa quanto ti strapazzi a lavoro”
Da circa un anno e mezzo Roxy lavora presso un’agenzia che organizza grandi eventi. Man mano che Ryan cresceva, ha sentito l’esigenza di tornare a lavorare, e grazie al suo ottimo curriculum nell’ambito degli alberghi e della ristorazione non ha dovuto attendere molto prima che la convocassero per un colloquio. È il lavoro perfetto per lei, perché le consente di dedicare tanto tempo alla famiglia e avere orari abbastanza flessibili a seconda dei periodi. Il suo incarico principale è coordinare i camerieri e il servizio, ma di solito lei fa molto di più, perché è una perfezionista e non ama delegare.
“Le ho spiegato quello che faccio, e lei si è semplicemente raccomandata che non mi stanchi troppo, ma non mi ha vietato di ricominciare a lavorare. Sono già stata ferma quasi due mesi a causa di questa pressione del cavolo, e tra altri due andrò in maternità. Questo è un periodo intenso perché con l’arrivo dell’estate aumentano i party e gli eventi e in agenzia hanno bisogno dell’intero organico, e poi il lavoro mi manca..” pronuncia l’ultima frase con un tono di voce più basso e quasi tenero, come fosse una bambina.
“Mi sembra di rivedere me e Christian. Tre gravidanze, tre copioni identici..”
“Io.. semplicemente mi preoccupo per lei e la bambina” dice Thomas, placando i toni nervosi di poco fa.
“Tu hai ragione, anche Christian diceva la stessa cosa. Avete ragione. Ma.. provate per un attimo a mettervi nei nostri panni: secondo voi, una donna potrebbe mai fare qualcosa che va al di là delle proprie capacità, delle proprie resistenze, e fare un danno a sé stessa e al proprio bambino?”
Lo lascio riflettere sulla risposta e mi alzo, pronta a gettarmi nella mischia. Mentre ballo insieme a mia figlia e alle mie nipotine, getto lo sguardo verso Thomas e Roxy, e li vedo abbracciati, intenti a mormorarsi qualcosa che resta solo tra loro. Sorridono e si sfiorano. E sorrido anch’io, felice che si siano chiariti. A volte basta semplicemente porre una questione in maniera diversa, guardarla da un altro punto di vista per capire l’altra persona.
Interrompono il loro momento da piccioncini quando Lucas li chiama a ballare. Loro si alzano e ci raggiungono; Thomas cinge i fianchi di sua moglie e iniziano ad ondeggiare a ritmo latino.
All’improvviso, dopo un tempo non ben definibile, due mani forti mi afferrano i fianchi e le labbra di mio marito si avvicinano al mio orecchio.
“Verresti con me in un posto?”
“Ma tra poco serviranno la frutta, poi devi spegnere le candeline”
“Tranquilla, ci aspetteranno. E poi qui stanno ballando tutti, nessuno pensa alle prossime portate..”
Mi guardo per un attimo intorno. Poi arrivano le parole magiche, quelle che mi fanno cedere sempre, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo.
“Ti fidi di me?”
Come se avesse vita propria, la mia mano destra raggiunge quella di Christian, lui me la stringe e mi trascina lontano dalla bolgia.
Attraversiamo il prato e oltrepassiamo le aiuole illuminate che delimitano l’area della festa e ci inoltriamo verso una parte del giardino deserta. Da lontano posso scorgere il mare e le luci che si specchiano nell’acqua; non importa quanti anni passino, questo paesaggio riesce sempre a lasciarmi senza parole.
Christian mi conduce verso il vialetto che divide in due il prato e, non appena i nostri piedi toccano la ghiaia, mi posa un braccio dietro la schiena, uno nell’incavo delle ginocchia e mi solleva, come una principessa.
“Oddio” lancio un urletto, presa alla sprovvista. Poi scoppio a ridere “Cosa vuoi fare??”
“Ssshh, è una sorpresa” mormora, avviandosi spedito più giù, verso la rimessa delle barche.
Arrivati fuori alla porta di legno, mi mette giù, con un leggero fiatone.
“Sono io che sto invecchiando, o tu che stai ingrassando?”
Rido, cingendogli il collo con le braccia. “Credo tutt’e due. O forse, semplicemente, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che mi hai portata qui in braccio..”. Mi fermo a riflettere per un istante e aggrotto le sopracciglia “Ma.. perché mi hai portata qui?”
Non risponde, ma si limita solo a darmi un bacio sulla fronte. Un gesto tenero che fa aumentare notevolmente la mia impazienza.
Christian estrae una chiave dalla tasca della giacca e apre la porta della rimessa. Mi prende per mano e mi conduce all’interno, chiudendo la porta alle nostre spalle. Poi preme un interruttore e lentamente la grande stanza si illumina: fili di lucine di un colore bianco caldo corrono lungo le travi del soffitto, palloncini ad elio con delle luci all’interno sono sparsi per tutta la stanza, creando meravigliosi giochi di luce grazie alle vetrate che corrono su due dei quattro lati.
Lo spazio libero è interamente occupato da vasi e cestini colmi di tutti i miei fiori preferiti: rose, iris, azalee, di tutte le sfumature di colore.
La visione d’insieme è spettacolare, e mi ricorda la sorpresa che mio marito mi fece quando mi chiese di sposarlo. L’unica differenza è sulla parete alla mia destra: su un pannello di compensato bianco sono attaccate numerose foto, di me e Christian, dei nostri figli, dei nostri viaggi, della nostra famiglia, della nostra vita. Sono raggruppate per anno, dal 2011 al 2021.
“Christian..” sussurro, voltandomi verso di lui, che se ne sta ad un paio di metri da me, appoggiato ad una colonna, e mi guarda con un sorrisetto. “Cosa..?” indico tutto l’ambiente che ci circonda.
Il suo sorriso si allarga mentre si avvicina a me e mi prende le mani. “L’ultima volta in cui ti ho portata in braccio qui dentro è stata esattamente dieci anni fa, nel giorno del mio ventottesimo compleanno. Quella sera ti ho chiesto di sposarmi, e Dio solo sa quanti timori si agitassero dentro di me: il timore che tu potessi dirmi di no, che potessi scegliere una vita più semplice, con un uomo più semplice; il timore di non riuscire ad essere un buon marito; il timore di rovinare tutto, a causa del mio carattere di merda..” ridacchia, ed io con lui, poi riprende “L’unica cosa di cui ero certo era che ti amavo con tutto me stesso, e tutto ciò che desideravo era trascorrere la mia vita con te. Da quel giorno sono passati esattamente dieci anni, e sono stati i dieci anni più belli, travolgenti e straordinari che potessi vivere. Sono stati dieci anni di felicità, di passione, di litigate, di preoccupazioni, di gelosia, di sogni, di battaglie, di qualche rimpianto, ma, più di ogni cosa, sono stati dieci anni di amore. Quell’amore che ci ha permesso di superare qualsiasi ostacolo, che ci ha regalato i nostri figli e che ci consente di farli crescere felici. Ogni alba di questi dieci anni mi ha portato la consapevolezza di amarti più del giorno prima, e ogni tramonto la certezza che il giorno dopo ti avrei amata di più..”
Ho gli occhi pieni di lacrime, e temo che a breve scoppierò a piangere senza freni. Le sue parole mi fanno rivedere davanti agli occhi tutti i momenti più belli della nostra vita fin’ora.
“Da quel giorno, quello in cui ti ho chiesto di diventare mia moglie, non hai mai smesso di dimostrarmi amore, non hai mai smesso di credere in me, mi hai regalato i nostri figli, che sono quanto di più bello potessimo realizzare nella nostra vita, mi regali ogni giorno la felicità che non credevo di meritare. Per questo, esattamente dieci anni dopo, ho voluto ricreare la stessa atmosfera di quella sera, perché voglio chiederti..” fa una pausa e, tenendo la mano nella tasca della giacca, si inginocchia davanti a me.
Il mio cuore prende a battere forte e la salivazione si azzera. Mi sembra di non sentire altro se non il sangue che scorre veloce nelle mie vene.
Mi porto una mano alle labbra, con le lacrime che scendono silenziose sulle mie guance, mentre Christian estrae dalla tasca una scatolina di velluto rossa e la apre.
“Anastasia Grey, considerando il fatto che se il mio caratteraccio non ti ha fatta scappare fin’ora, probabilmente non c’è più pericolo che accada, e considerando quanto di meraviglioso abbiamo costruito in questi dieci anni, vuoi sposarmi ancora, rinnovando le nostre promesse?”
Scoppio a ridere e piangere contemporaneamente, e quasi perdo di vista il meraviglioso anello che brilla di luce propria all’interno della scatolina. È diverso dal solitario che mi ha regalato dieci anni fa: questo è un trilogy, costituito da tre diamanti allineati orizzontalmente e seguiti ai lati da diamantini più piccoli.
“È bellissimo, è tutto bellissimo” sono le uniche parole che riesco a pronunciare.
“Devo prenderlo per un sì?”
Mi chino e gli prendo il viso tra le mani. “Ma certo che è un sì. Ti risposo anche mille volte!” attacco le labbra sulle sue. Christian si alza e mi stringe forte mentre mi bacia.
È la sorpresa più bella, magica e romantica che potessi ricevere. Ho rivissuto le stesse emozioni di quel 18 giugno 2011, ma in maniera più intensa, più forte, come solo dieci anni di vita insieme possono farti sentire. L’idea di rinnovare le nostre promesse, e quindi simbolicamente rinnovare il nostro amore, mi ha stuzzicata qualche volta, ma mai al punto da metterla in pratica. Mio marito anche questa volta ha saputo guardare dentro di me e sorprendermi.
“Ti amo, ti amo, ti amo” ripeto tra un bacio e l’altro.
Christian mi stringe più forte, quasi come se volesse fondere i nostri corpi, e risponde con passione ai miei baci.
“Ti lasci mettere l’anello adesso?”
Ridacchio, porgendogli la mano sinistra. Christian mi sfila il primo anello di fidanzamento, spostandolo sull’anulare destro, e sullo stesso dito della fede infila il nuovo anello di fidanzamento. Poi mi bacia dolcemente il punto in cui i due anelli si incontrano.
“Ma.. quindi sei stato tu a voler organizzare la festa qui?”
Lui mi rivolge uno sguardo furbetto e sorride. “Beeeh.. diciamo che potrei aver chiesto a mia madre di insistere particolarmente per fare la festa qui”
Rido e scuoto la testa. “Sei proprio incorreggibile..”
Mio marito mi fa girare in modo che il mio viso sia rivolto alle luci e ai fiori, e mi abbraccia da dietro, cingendomi la vita con le braccia. “Volevo che tutto fosse come quella sera”.
“È meraviglioso” mormoro, chiudendo gli occhi e abbandonandomi ai sensi.
Il profumo di Christian mi circonda e mi inebria. Non è semplice fragranza da uomo, o bagnoschiuma, o dopobarba. È qualcosa di più, è il profumo di mio marito, quello che riconoscerei tra un milione e che dopo dieci anni mi fa ancora perdere la testa.
Mi volto tra le sue braccia e affondo il naso nel suo collo, inspirando profondamente.
“Ana, cosa fai?” sibila Christian.
“Ti annuso”
Lui ridacchia. “Perché?”
“Perché il tuo profumo mi fa impazzire”
Le mie labbra sfiorano la sua pelle, percorrendo lentamente il sentiero che va dall’incavo tra il collo e la spalla al retro dell’orecchio. Sento le braccia di mio marito serrarsi intorno al mio corpo, e il suo respiro si spezza. Infilo le mani tra la camicia e la giacca, accarezzando i suoi fianchi. Christian mi prende il viso tra le mani e s’impossessa delle mie labbra, sfiorandole prima con delicatezza e poi con sempre maggiore insistenza, invitandomi a schiuderle per far incontrare le nostre lingue.
All’improvviso ho caldo, sento rimbombare nelle orecchie il sangue che scorre più veloce nelle vene, e il mio cuore batte più forte. Il mio corpo si muove con vita propria, spingendo Christian verso uno dei divanetti addossati alla parete; mio marito si lascia cadere, poi solleva gli occhi su di me.
Basta un solo sguardo per leggere il desiderio reciproco nei nostri occhi. Un attimo dopo Christian mi attira a sé, facendomi finire a cavalcioni su di lui, e intrufola le mani sotto al mio vestito che è salito di parecchi centimetri sulle cosce. Io riprendo a baciarlo, allargando leggermente le gambe per avvertire la deliziosa frizione tra i nostri bacini.
“Ti voglio” mormoro, completamente incurante del fatto che ad un paio di centinaia di metri da noi c’è una festa in pieno svolgimento e mio marito è il festeggiato.
Christian risponde attirandomi di più verso di sé, dandomi modo di avvertire chiaramente la sua eccitazione. Le mie mani corrono alla sua cintura e iniziano a slacciarla, mentre lui mi scosta gli slip di pizzo, portandomi molto vicina al paradiso.
Pochi minuti dopo stiamo facendo l’amore, quasi completamente vestiti ma con una passione che mi fa sentire le farfalle nello stomaco. Quanto si è fortunati a sentirsi in questo modo dopo tutto questo tempo?
I nostri corpi ondeggiano insieme, in una danza segreta, unicamente nostra, fino a portarci progressivamente al culmine della passione.
“Ti amo” bisbiglia Christian, scostandomi con dolcezza i capelli dalla fronte.
Gli bacio la punta del naso. “Anche io” mi accoccolo al suo petto, senza la voglia né la forza di staccarmi da lui. “Secondo te qualcuno si starà chiedendo dove siamo?” chiedo poi.
“Chi se ne frega!”
Ridacchio, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo di nuovo. Mio marito mi prende la mano sinistra e intreccia le dita con le mie; il mio sguardo cade sul mio nuovo anello che luccica fiero accanto alla fede nuziale.
“È davvero splendido. Come mai hai scelto un trilogy?”
Christian sfiora il mio anulare. “Questo anello mi ha conquistato subito, ho avuto come un colpo di fulmine. Quando l’ho visto, ho pensato che in qualche modo rappresentasse tutto ciò che abbiamo costruito in questi dieci anni: i tre diamanti sono i nostri figli, le cose più importanti, e i diamantini piccoli sono tutte le cose di contorno, come il lavoro, i viaggi, la nostra casa, le litigate, le notti passate a fare la pace..”
La sua spiegazione mi riempie il cuore e mi fa amare ancora di più questo anello e tutto quello che è successo questa sera. Mi sento una donna fortunata e innamorata, così tanto da non riuscire neanche a descriverlo.
Quando facciamo ritorno alla festa, la maggior parte degli ospiti è ancora impegnata a ballare, e pare che nessuno abbia dato l’allarme della nostra scomparsa. Prima di uscire dalla rimessa, mi sono accertata di avere i capelli e il trucco in ordine, e che niente del mio aspetto urlasse Appagamento post-sesso con il mio Adone!
I bambini stanno giocando a rincorrersi tra gli alberi; Allie è seduta sulle gambe di mio fratello a sgraffignare qualcosa da un piatto.
“Mamma!” esclama, non appena mi vede. Scende dalle gambe di Thomas e corre verso di me.
La prendo in braccio e le bacio una guancia. “Amore, ti sei già svegliata?”
“Sì, la nonna mi ha fatto mangiare la cotoletta e le patatine”
“Brava!”
“Posso andare a giocare?”
“Ma certo, amore” la metto giù e la guardo trotterellare verso i suoi fratelli e i suoi cugini.
Facciamo ritorno al nostro tavolo e Grace ci raggiunge con un grande sorriso sul volto e con lo sguardo comunica con suo figlio, che le risponde con un sorriso altrettanto luminoso.
Io sollevo la mano, mostrandole l’anello.
“Oh, tesoro mio, è stupendo!”
“Grazie, mamma. Senza di te non sarei mai riuscito ad organizzare tutto questo..”
“Non mi devi ringraziare, per me non c’è niente di più bello che vedervi felici” si china su suo figlio e gli lascia un bacio tra i capelli.
Poco dopo, mentre mio marito è impegnato a chiacchierare con suo padre e suo fratello, mi alzo e raggiungo il deejay. È un ragazzo molto giovane, e Grace e Carrick gli sono molto affezionati, perché è il figlio di una delle donne che hanno aiutato con l’associazione che hanno fondato tanti anni fa, Affrontiamolo Insieme. Quando i miei suoceri hanno conosciuto sua madre, Aaron aveva solo tre anni. Loro praticamente lo hanno visto crescere, hanno aiutato sua madre a disintossicarsi dalla droga e a ricostruirsi una vita, e di conseguenza hanno aiutato lui a crescere felice e responsabile. Appena adolescente, Aaron ha cominciato ad appassionarsi alla musica e a coltivare questo sogno insieme a tre amici con i quali ha formato una band.
“Ho bisogno di chiederti un favore..”
“Certo, Mrs Grey, tutto quello che desidera”
Gli chiedo di mettere su una canzone che amo molto, e che ultimamente ascolto spesso, pensando a mio marito.
Aaron annuisce con un sorriso, spegne la musica e attira l’attenzione degli ospiti.
“Signore e signori, vorrei fare nuovamente gli auguri al festeggiato con un grande applauso e invitarlo qui”
Christian si alza e raggiunge la postazione consolle tra gli applausi di tutti gli invitati che si sono radunati a semicerchio
“Mr Christian Grey, per lei questa sera c’è una dedica speciale, da una persona speciale” Aaron posa per un attimo lo sguardo su di me e poi armeggia con la sua consolle.
Pochi istanti dopo, le voci dei Backstreet Boys si diffondono dagli altoparlanti. Mi avvicino a Christian e lo prendo per mano, invitandolo a ballare. Ci spostiamo al centro dello spazio lasciato libero davanti alla postazione del deejay e mio marito mi stringe a sé, cingendomi i fianchi con le braccia; io porto le mani dietro al suo collo e iniziamo ad ondeggiare lenti, sfiorandoci con le guance e le labbra.
Ad un tratto non sento più nulla, ci siamo solo noi, il prato, le luci e la musica che ci culla.

I've been all around the world, done all there is to do
But you'll always be the home I wanna come home to
You're a wild night with a hell of a view
There ain't no place, ain't no place like you
There ain't no place, ain't no place like you


(Sono stato in tutto il mondo, ho fatto tutto quello che c'era da fare
Ma tu sarai sempre la casa in cui voglio tornare
Sei una notte selvaggia con una vista incredibile
Non c'è posto, non c'è posto come te
Non c'è posto, non c'è posto come te)

All’improvviso ci raggiungono anche i nostri figli. Christian prende in braccio Phoebe ed Allie, tenendo una sul fianco destro e l’altra sul sinistro; io invece prendo in braccio Teddy (cosa che riuscirò a fare al massimo per qualche mese ancora) e balliamo tutti e cinque insieme, stringendoci quanto più possiamo.
“Siete il più grande regalo della mia vita”



Angolo me.
Eccoci qui, ragazze!
Spero con tutto il cuore che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante la lunghezza ridotta. Ho voluto fare una panoramica generale su tutte le coppie a cui siamo affezionati, e come avrete capito ci sono state grandi novità un po’ per tutti, belle e meno belle. D’altronde la vita è così, no? Ci regala momenti meravigliosi e altri che vorremmo dimenticare.
Christian aveva in serbo una grande sorpresa per Anastasia, in pieno stile Grey: romantico, eccessivo, passionale. Era da tempo che avevo in mente un momento simile, per questo ho fatto ripartire la storia proprio dal giorno del compleanno di Christian, esattamente dieci anni dopo dalla prima vera proposta di matrimonio.
Nei prossimi capitoli ci sarà il rinnovo delle promesse tra Ana e Christian, come ve lo immaginate? Pomposo come il matrimonio? Più semplice? Più in grande? Più intimo?
Oltre a questo, tante avventure attendono i nostri ragazzi. Alcune le ho già pianificate e dovrò vedere come strutturarle, altre probabilmente mi verranno in mente in corso d’opera. Sono però curiosa di una cosa: voi cosa vi aspettate che accada?
Non sto dicendo che metterò in pratica tutto ciò che mi direte, perché, come vi ho detto, ho già diverse cose in mente, però sono curiosa di sapere la vostra opinione, e se magari le vostre idee coincidono con le mie.
 
Adesso voglio spiegarvi perché ci tenevo tanto a pubblicare il nuovo capitolo proprio oggi.
Oggi, 13 luglio 2020, “La Forza dell’Amore” compie 5 anni. Il primo capitolo è stato pubblicato il 13 luglio 2015, era lungo appena due pagine di Word, ed è nato dalla noia di una domenica pomeriggio. Ci misi due settimane a decidermi di pubblicarlo, e quando lo feci, ero piena di timori. Mai mi sarei aspettata che, cinque anni dopo, sarei stata ancora qui, ad emozionarmi e ad emozionarvi. E di questo devo ringraziare solo ed unicamente VOI, per l’affetto, la pazienza, il sostegno, le belle parole che mi riservate ogni volta.
Perciò oggi voglio fare tanti auguri a me, a noi, a questa storia, ad Ana e Christian che sono nati dalla penna della Zia James e dopo tanti anni continuano a farci sognare.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto ansiosamente di conoscere le vostre opinioni.
Mi scuso ancora per il ritardo e purtroppo devo dirvi che non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, per i motivi di cui vi ho parlato nella premessa. Spero possiate capirmi e portare pazienza.
Vi abbraccio una ad una e vi ringrazio infinitamente per tutto.
A presto.
Mery.
P.S. La canzone che ho citato è “No place” dei Backstreet Boys, vi consiglio di ascoltarla perché è davvero bellissima e il video ufficiale è splendido secondo me.

 
   
 
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