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Autore: lipstick_    14/07/2020    0 recensioni
Renée è una dottoressa. Lo ha sempre saputo che avrebbe fatto quel lavoro. Fin da piccola, quando lei le bambole le usava come pazienti e non le faceva giocare come le sue amichette.
Renée sa di essere brava, non permette a nessuno di mettere in dubbio il suo operato.
Ed è per questo che quando incontra Andrea, un ragazzo estremamente bello come estremamente arrogante, non si perde d'animo e risponde per le rime. Non le piace vantarsi, a lei non interessa che gli altri sappiano quanto lei sia brava, ma questo bellissimo ragazzo arriva in un momento caotico e Renée non sa proprio come ma parla senza pensare. Decisamente insolito per la controllata Renée.
__ SAAALVE__ questa è la prima storia che pubblico, non sono una scrittrice e nemmeno una dottoressa, quindi chiedo perdono se alcune cose saranno approssimative.
ci tengo a precisare che personaggi, luoghi e vicende sono del tutto inventati dalla mia testolina.
spero di potervi tenere compagnia e perchè no? spero anche che possa piacervi la mia fantasia.
lipstick_
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO DODICESIMO

Andrea è in ritardo. Doveva arrivare mezz’ora fa. E non risponde nemmeno al telefono.
Pesto il tacco per terra in preda ad una crisi isterica. Se non arriviamo alla casa sul lago di mia nonna entro le 20.00 mia madre potrebbe staccarmi la testa di netto.
E avrebbe anche ragione, insomma la nonna ha raggiunto una signora età, merita il mio rispetto, merita che la sua nipotina arrivi in tempo per la cena.
E invece no. Io sto aspettando Andrea che aveva promesso di venire con me.
Dopo l’ennesima chiamata a vuoto mi arrendo, prendo le chiavi della mia macchina e apro la porta.
«Ti prego scusa. Perdonami.» Andrea è sull’uscio con le chiavi di casa in mano.
Che tempismo Renée.
«Vorrei strozzarti ma non abbiamo tempo. Cambiati adesso.» non so nemmeno perché non gli urlo in faccia. Prima di uscire di corsa questa mattina, ha detto che doveva fare una cosa importantissima.
Magari si trattava di lavoro.
Si okay, ma poteva anche avvisarmi. Che cazzo.
 
Siamo in macchina da venti minuti. Andrea si è cambiato. Mentirei dicendo che vestito elegante perde fascino. La situazione è peggiorata. Come fanno tutti quei muscoli ad entrare in quella camicia? E quei tatuaggi? Come fanno a stare così bene con quel completo? E perché è così bello guardarlo guidare?
Smetti di fissarlo Renée. Controllati.
«Sei arrabbiata?» dovrei esserlo? Infondo se non troviamo traffico dovremmo arrivare a destinazione in orario.
Sospiro, preferirei quasi essere arrabbiata «No, ma prima si. Non mi hai avvisato»
«Lo so, mi dispiace, ero assorbito da quello che stavo facendo» e cioè? «quindi, hai detto che stiamo andando a casa di tua nonna?»
Sta cambiando discorso?
Lo guardo storto «Si, è la casa al lago di mia nonna.»
«Beh sarà contenta»
«Immagino di si»
Non parliamo più per tutto il viaggio. Ho la strana sensazione che ci sia qualcosa che non mi ha detto. Sei paranoica. Basta.
 
 
«Wow chiamala casetta al lago» Andrea fissa la cosiddetta casa della nonna.
«L’ha rimodernata mio papà un paio di anni fa. Ora è a risparmio energetico e tutte quelle cose moderne ma la struttura è rimasta quella di prima.» ed è decisamente grande. Troppo.
«È bellissima » e lo è davvero. Mio padre è davvero bravo nel suo lavoro.
Sto per rispondere ma la porta si apre di scatto «La mamma ti cerca» mio fratello non saluta – come sempre – infondo lo capisco, le feste in famiglia sono meravigliose, ma decisamente pesanti, e chissà da quanto tempo è qui lui.
«Si, immaginavo. Lui è Andrea comunque, Andrea questo elemento è mio fratello Guido» Andrea gli porge la mano, ma mio fratello lo stringe in un abbraccio che – giuro – penso non abbia mai dato nemmeno a me.
«Mio Dio, non ti avrei mai riconosciuto, sei completamente diverso dal ragazzino che ricordavo» lo è. Adesso è un uomo meraviglioso.
Alzo gli occhi al cielo, scanso i due vecchi amici e vado a cercare mia mamma.
La trovo impegnata a riempire un piatto al buffet «Mamma, scusa il ritardo. Andrea ha avuto un problema a lavoro» si, sono una codarda. Passo la patata bollente ad Andrea, anche se la colpa è davvero sua - e anche se non siamo davvero in ritardo – semplicemente perché so che mia mamma con lui non si arrabbierà mai.
«Oh tesoro ciao, non c’è problema, non siete in ritardo » appunto.
«Come va la festa?» mi giro per osservare la stanza piena di persone di cui mia nonna se ne frega altamente. La conosco, ho preso il suo carattere, entrambe preferiamo un buon libro alla gente di facciata.
«Oh benissimo, tua nonna è felicissima» sisi ci credo «le stavo preparando un piatto, vuoi portarlo tu?» non me lo faccio richiedere di certo.
Trovo la nonna seduta sul portico da sola. Come immaginavo.
Mi siedo accanto a lei sul dondolo «Buongiorno festeggiata, sai già camminare? Così piccola? Sei bravissima» la prendo in giro ridendo. Si volta verso di me e sorride, le brillano gli occhi quando mi guarda, dice sempre che i miei occhi le ricordano quelli del nonno.
«Oh i miei meravigliosi occhioni neri, ciao gioia. Come stai?»
Sospiro, la nonna è la mia anima gemella. «Sto bene» le sorrido «Tanti auguri» la abbraccio dopo aver posato sul tavolino il piatto.
«Grazie bambina, passami quel piatto che muoio di fame» rido.
«Allora nonna, ti piace la festa?» mi lancia un’occhiataccia e so già cosa vuole dire.
«Tua madre pensa che fare venire tutti quei boriosi caga-alto mi metta in allegria. Non me ne frega niente di quella gente. Il mio compleanno è un giorno come un altro. » alza gli occhi al cielo. Cosa avevo detto?
«Lo fa perché ti vuole bene, ha un modo tutto suo di dimostrarlo»
«Questa è la stessa cosa che ti dice tuo padre quando ti arrabbi con lei. So che lo fa per me. Ma io non sono come lei. Glielo dico da sempre. Mi bastava una festicciola a casa con mia figlia, mio genero, i miei nipoti e bisnipoti. Fine. Chi la conosce quella gente?» ha ragione, ma che ci possiamo fare?
«Lo so nonna, ma ormai che ci possiamo fare? Goditi il buon cibo, evita chi ti sta antipatico e stai con i tuoi bisnipoti» le faccio l’occhiolino, perché so l’amore spropositato di mia nonna per Silvia e Giacomo.
«Vuoi che li andiamo a cercare?» «Ma sì andiamo»
Troviamo i due bambini sulla riva del lago, con la loro madre.
«Ciao Claudia» abbraccio la meravigliosa moglie di mio marito. Che è davvero meravigliosa. Oserei dire perfetta.
«Ciao Rere» si avvicina al mio orecchio sussurrando «Silvia mi ha detto cos’è successo e mi ha pregato di non farle saltare la prossima serata dalla zia, ci ho messo tutto l’amore che ho per la mia bambina per non scoppiare a riderle in faccia» e ce lo metto pure io.
«Hai messo su una peste, ragazza» lei scoppia a ridere «Che posso dire? Li hai fatti nascere tu» alza le mani al cielo.
Si, li ho fatti nascere io e non potrei esserne più felice, insomma, o io o Claudia avrebbe dovuto arrangiarsi da sola nel mio soggiorno. È stata tutta questione di fortuna. Circa quattro anni fa sono tornata a casa da lavoro e ho trovato Claudia nel mio soggiorno in preda alle contrazioni. Troppo tardi per chiamare l’ospedale, in tempo per la zia Renée.
Claudia guarda oltre le mie spalle «Ehi, ma chi è quel pezzo di manzo vicino a mio marito?» le mie sopracciglia scattano verso l’alto e mi giro per guardare nella direzione che sta indicando.
Andrea. Ovviamente.
«Emh, lui è Andrea» Claudia mi tira uno schiaffo sul braccio. Ahio.
«Quel Andrea? Quello che vive con te? Ragazza ma di che cosa ti lamenti? E perché l’altra volta io non l’ho visto?»
Si, quel Andrea. Si, vive con me. Non saprei nemmeno io perché mi lamento. L’altra volta non l’hai visto perché era in camera sua quando siete venuti a prendere i vostri pargoli.
O almeno dovrei dire questo, ma non ci riesco, perché mio fratello e il tanto - ormai – famoso Andrea ci raggiungono e sto zitta.
Sto zitta finché quasi non caccio un urlo quando mi cinge la schiena e mi da una strizzata al sedere. Come? Ma che cazzo gli è preso? Ci sono mio fratello, sua moglie e i miei nipoti. Senza contare mia nonna! Porca di quella miseria.
«Tranquilla. Mica mi hanno visto» seriamente? Questo ragazzo mi legge nella mente.
Claudia sta parlando fitta fitta con mia nonna. Non mi piace il loro sguardo sulla mano di Andrea sopra il mio fianco.
Nemmeno il tempo di pensarlo, le vedo avvicinarsi a noi. Ottimo.
«Buongiorno signora, sono Andrea. Tanti auguri» Andrea le porge la mano sfoderando il migliore dei sorridi. Mentalmente sbatto la testa contro un albero. Non se la beve , la nonna non se la beve.
«Andrea quello che vive con la mia nipotina» appunto.
Lui è in difficoltà «emh si, sono io» mia nonna lo squadra da capo a piedi.
«Fai il modello?» cos? Ma come le viene in mente?
Le guance del moro diventano subito rosse «No signora, sono un fotografo»
«Ah, peccato. Avresti il fisico da modello. E chiamami Cristina. Ho ottant’anni ma sono ancora giovane dentro» come? Basta così? Non lo mette in difficoltà?
«Va bene, Cristina» Andrea ride sollevato.
«Quindi tu e mia nipote andate a letto insieme?» come non detto.
Chiudo gli occhi esasperata mentre Andrea rimane pietrificato di fianco a me.
E la cosa divertente è che nemmeno ci siamo andati a letto insieme. Cioè si, dormiamo assieme, qualche bacio, ma niente di più.
«No nonna, non andiamo a letto assieme» intervengo io prima che ad Andrea venga un infarto.
«Non ancora» fulmino con lo sguardo Claudia. Ma da che parte sta?
«Quindi? Vi frequentate?» ma che palle.
«Emh Cristina, a me piace molto Renée e io non… » Andrea si incarta da solo. Cristo se non riguardasse anche me, mi sarei già messa a ridere.
«Nonna, penso sia il caso che tu rientri, ci sono un sacco di ospiti venuti qui per te.» la guardo negli occhi. Nonna ti prego dai.
«Hai ragione, non facciamo i maleducati. Andrea giovanotto, mi daresti una mano?» chiaramente non perde il colpo al 100%, anche perché lui si precipita verso di lei per aiutarla.
 
 
«Rere, la mamma e il papà ti stanno guardando» mi giro nella loro direzione. Si, mio fratello ha ragione, i miei mi stanno guardando alternando lo sguardo tra il mio viso e il bicchiere che ho in mano.
«Mio Dio, è solo un bicchiere di vino. L’ho superata l’età legale, tranquilli.»
«Si, il quarto. Ne reggi a stento uno. Per favore, Renée. C’è qualcosa che non va? Lo sai che ne puoi parlare con me vero?»
Lo guardo dritto negli occhi, occhi completamente diversi dai miei ma così uguali.
C’è qualcosa che non va? No, in realtà è tutto okay. La verità è che sono io a crearmi i problemi, lo so che è così.
«No» dico appoggiando il bicchiere al tavolo «è tutto okay. Sono solo stanca.» lui mi guarda bene in viso.
«Okay e di Andrea che mi dici?» che ti dico? Che da questa mattina ci siamo rivolti si e no dieci parole, che poi mi ha strizzato il culo quasi davanti a voi, e che da quel momento non l’ho più visto?
«Tutto okay» mi guarda ancora. So che vorrebbe chiedermi altro, ma la nonna – in compagnia di Andrea – lo chiama dall’altro lato della stanza.
Incateno lo sguardo a quello di Andrea. Che succede?
Ma lui guarda di nuovo la nonna.
Va bene Andrea, va bene.
 
 
Gli invitati sono già tutti andati via. Io e la mia famiglia – e Andrea – siamo gli ultimi ad uscire di casa.
Vorrei tanto chiedere di tornare a casa in macchina con i miei, ma so che sono venuti con la macchina grande insieme alla nonna e mio fratello con la sua famiglia. Non ci starei in macchina. Senza contare che desterei sospetto dato che io e Andrea viviamo insieme, e mio fratello mi tiene d’occhio da quando quattro ore fa mi ha beccata a bere come una ragazzina.
Andrea è andato a prendere la macchina dopo aver salutato la mia famiglia, io sto abbracciando la nonna quando lo sento tornare. A piedi.
«Non parte la macchina» non parte? Come sarebbe a dire che non parte.
Mia nonna mi stringe di più nell’abbraccio. Nonna?
«Cazzo ragazzi. Da noi non ci state in macchina.» mio fratello conferma l’ovvio.
«Beh diamogli le chiavi di casa. Possono rimanere qui e domani mattina li veniamo a riprendere e chiamiamo il carro attrezzi no?» Claudia ha la risposta pronta, la guardo storta.
Sul serio?
Mia nonna tira fuori le chiavi di casa troppo velocemente «C’è anche da mangiare gioia, divertitevi» fa ciao ciao con la mano.
I miei la guardano straniti. Mio Dio, che cosa imbarazzante.
«A questo punto non abbiamo scelta mi pare» Andrea si arrende.
Quando sono tutti saliti in macchina, aiuto a far salire la mia adorabile nonnina.
«Non pensare che non abbia capito cosa avete fatto tu e Claudia. Ma vi scordate che io ci vivo da quasi un mese con lui. Bloccarci nella tua casa al lago non cambierà niente.» le sussurro all’orecchio. Che cazzo nonna, tu sei sempre stata dalla mia parte.
«Vedremo tesoro. Il lago è un posto meraviglioso» alzo gli occhi al cielo mentre chiude la portiera.
Ma che cazzo vorrebbe dire?
Saluto con la mano mentre la macchina esce dal vialetto e Andrea mi si affianca.
«Aalloora, tua cognata si chiama come mia sorella» sul serio? Mi eviti da chissà quante ore e questa è l’unica cosa che ti viene da dire?
Non lo guardo nemmeno, salgo gli scalini della veranda ed entro in casa.
«Sei arrabbiata?» Cristo vorrei tirargli addosso qualcosa.
«C’è qualcosa che non va Andrea? Perché sei strano. Mi hai evitato, mi hai toccato il culo di fronte a mia nonna, quando prima non lo hai mai fatto e poi hai ricominciato ad ignorarmi. Hai una doppia personalità?»
Mi guarda senza dire niente. Sono sul punto di andarmene a letto quando sputa un «Mi dispiace»
gli dispiace per cosa esattamente?
«Mi vuoi spiegare o devo viaggiare di fantasia?» che cazzo ma sono circondata da persone normali o no?
«Mi sono spaventato. Mi hai invitato al compleanno di tua nonna, e non lo so sembrava così ufficiale e ho preso paura. E poi ho cercato di tornare il solito di sempre ma ho esagerato e tornando in casa tua nonna mi ha messo in guardia e io...» ha preso paura? Mia nonna l’ha messo in guardia?
«Andrea ti ha invitato mia mamma. Io te l’ho solo riferito» mio Dio. Tutto questo casino per questa cosa?
«Il problema è che ci ho pensato, e non mi è nemmeno dispiaciuto» sono confusa
«Pensato a cosa?»
«A renderlo ufficiale» ah «Renée mi piaci da morire ed è davvero stupido perché ti giuro che mi manchi anche quando sei dall’altra parte della stanza. Ed è una cosa spaventosa, io non sono abituato a tutto questo. Ma tu mi fai venire voglia di provarlo»
Decisamente il contrario di quello che pensavo dicesse.
«Non dici niente?»
«Mia nonna ha ragione» mi guarda confuso. «Su che cosa?»
«Potresti fare il modello» gli sorrido.
Sorride anche lui ed è così bello che sono io ad avvicinarmi per baciarlo.
E sono talmente persa nelle bellissime emozioni che prima di lui non ho mai provato che non me ne rendo nemmeno conto ma finiamo sul divano.
Potrei dire tantissime cose, e sarebbero tutte vere, ma in questo momento non mi viene in mente niente. Ho la mente completamente in una dimensione in cui esistiamo solo io e Andrea.
«Quindi ti posso tipo considerare la mia ragazza?» ride mentre io lo riavvicino perché non mi basta.
«Non voglio spaventarti. Ma lì sotto ho un problema quindi sarebbe meglio darsi una calmata» divento rossa fino all’attaccatura dei capelli.
«Forse no» l’ho detto io?
Mi guarda come se fossi pazza e poi sorride «Vuoi fare l’amore con me Renée?»
e io non rispondo a parole, ma glielo dimostro con i fatti.




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ciao ciao ^^ siete tutti molto silenziosi, ma io ci riprovo, vorrei davvero sapere che ne pensate della storia, se vi va. Davvero non mordo.
Lipstick_


 

  
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