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Autore: Shiida the BlackLightning    14/08/2009    1 recensioni
xXx-xXx Da quando Amy e Cleo hanno incontrato Edward e company tutto il loro mondo è cambiato. Cleo: una ragazza timida, insicura, troppe volte nella sua vita è stata passiva di fronte ad ogni cosa succedesse intorno al lei; che però ha davvero un cuore grande e sa dimostrare con i gesti o solamente con uno sguardo il suo affetto. Amy: testarda, che prima agisce e poi subisce le conseguenze delle sue azioni avventate, una ragazza che è dovuta crescere troppo in fretta e che ha imparato sulla sua pelle che nella vita bisogna contare solo su se stessi; che però morirebbe per la sorella e per le persone che ha finalmente imparato ad amare. xXx-xXx “ Ma l'amore non è mai rose e fiori come nelle favole: a volte brucia come le fiamme dell'inferno a volte è come un soffio d'aria fresca per l'anima. E soprattutto ci sono cose che mai mi sentirai dirti, cose che penso e che sono solamente mie, cose che infondo parlano di me e di chi come me ama chi non dovrebbe amare ” Spero che questo cambio di introduzione serva a qualcosa!! Date una chance a questa fic!! e se vi è piaciuta lasciate un commentino, ok? XD
Genere: Generale, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo: Scambio equivalente



Aspettò con irrequietezza che ogni passeggero prendesse posto per poi scegliere in quale vagone entrare. Decise di prendere l'ultimo visto che era l'unico rimasto vuoto o quasi. Si sedette in fondo, vicino al finestrino e posò il suo bagaglio nel sedile a fianco. Non che di norma fosse un tipo asociale, ma preferiva essere sola quando viaggiava.

Forse per abitudine, forse per non farsi amicizie a cui avrebbe dovuto dire presto addio.

Non le piacevano molto i cambiamenti: ma ci aveva fatto l'abitudine.

Come a tutto del resto.

Si concesse di riprendere finalmente fiato e soprattutto di liberarsi di quel cappello infernale. I lunghi capelli argentei le caddero velati sulle spalle, leggeri come piume. Si sentiva un tantino appariscente in quel modo ma era l'unico modo per refrigerarsi un po' la testa.

Il treno percorreva grandi distanze in poco tempo, eppure quel viaggio gli sembrava non finire mai. Guardò nuovamente l'orologio che teneva al polso controllando ripetutamente l'ora. Il cuore le batteva così forte che temeva sarebbe andato in fibrillazione fra breve.

La porta del vagone si apri facendo entrare nella cabina il controllore.

La ragazza sudò freddo.

Era la prima volta che saliva su un treno senza avere il biglietto ma le circostanze avevano richiesto questa sua partenza improvvisa che non le aveva dato il tempo se non di prendere un paio di vestiti e andarsene.

Chinò la testa sperando che il controllore non la vedesse: prego il cielo per un miracolo, una qualsiasi botta di fortuna.

<< Biglietto prego >> chiese l'uomo deciso.

<< Io... >> gemette lei sentendo le lacrime riempile gli occhi.

<< Lei è con me >> intervenne una voce alle sue spalle.

<< Ma certo colonnello, mi scusi >> disse rivolgendo un saluto verso il sedile proprio dietro il suo ed andandosene in silenzio. L'uomo si alzò e si sedette di fianco alla ragazza sorridendo.

<< ho notato che stavi facendo di tutto per diventare invisibile >> disse lui attaccando bottone.

La ragazza arrossì di botto incontrando gli occhi scuri del militare.

<< G-grazie >>

<< Di nulla, ma mi devi un favore ok? >>

La giovane sorrise dolcemente prima di annuire decisa.

<< Dimmi, posso sapere come ti chiami? >>

<< Cleo >> squittì lei stringendo le mani sulla gonna candida.

<< Vai a Central City da solo Cleo? >>

<< si.. ma c'è qualcuno che mi aspetta laggiù >>

<< Un fidanzato magari? >>

La ragazza divenne paonazza e distolse lo sguardo dal colonnello.

<< Scusami, non volevo metterti in imbarazzo, non era davvero mia intenzione credimi >> si scusò lui sorridendo.

<< N-no >>

<< Come scusa? >>

<< Nessun... nessun fidanzato >> mormorò lei con le guance ancora arrossate per la vergogna. << Solo mia sorella >>

<< Una ragazza carina come te non dovrebbe viaggiare tutta sola però >>

affermò lui portandosi una mano al mento.

<< e lei? Anche lei viaggia da solo? >>

<< Dammi pure del tu, chiamami Roy ok? Comunque si, per lavoro sai, sono un militare >>

<< Si vede >> ridacchiò lei fissando la sgargiante divisa blu elettrico che l'uomo portava.

<< Che sciocco >> esclamò lui sorridendo.

Il treno emise un sordo fischio annunciando a tutti i passeggeri che il loro viaggio era ormai giunto al termine.

Il militare si alzò e le porse un galante inchino.

<< Spero di rivederti Cleo, se varai ancora bisogno di un biglietto o di un aiuto chiedi del colonnello Mustang intesi? >>

<< Come uno scambio equivalente? >>

<< Una cosa del genere >> rispose lui sorpreso che Cleo conoscesse un simile termine.

La ragazzina sorrise arrossendo vistosamente ma annuì e con la mano salutò l'uomo.



L'edificio dall'esterno sembrava abbandonato ma all'interno, una decina di metri sotto la superficie della città, pullulava di vita.

La porta si aprì di scatto interrompendo lo scontro di lotta che si svolgeva all'interno della sala.

<< ma guarda chi striscia fino a casa con la coda fra le gambe? >> gracchiò un uomo tozzo con la parte superiore del corpo particolarmente sviluppata.

<< Sbaglio o hai di nuovo battuto quella testolina microscopica che ti ritrovi? Sai non vorrei che l'unico neurone che hai venisse soffocato dalle

cazzate che dici.. >> rispose a tono l'interessata.

L'uomo divenne rosso dalla rabbia e rivolse il pugno verso la ragazza che gli stava di fronte.

<< Se non fosse per il fatto che sei la donna del padrone a quest'ora ti avrei già spaccato quella faccia da saputella che ti ritrovi >>

<< Io non sono la donna di nessuno Rhino, mettitelo in testa... se c'entra >>

<< Smettetela voi due, sempre a litigare come due mocciosetti >> gridò un altro uomo con la testa coperta di brillanti squame color smeraldo.

La ragazza attraversò la stanza a testa alta fino ad arrivare fino ad un'altra porta. La aprì lentamente e la richiuse dietro di se.

La stanza era appena illuminata e si intravedevano con fatica i contorni degli oggetti. Una lampada venne accesa illuminando un divano malmesso con sopra un uomo e due donne al suo fianco.

<< Bentornata >> disse lui rivolgendo un sorriso compiaciuto verso la giovane che rimase in religioso silenzio.

<< Ragazze ora potete andare >> esclamò congedandosi con le due donne che con aria delusa uscirono dalla stanza lanciando frecciatine invidiose verso di lei.

<< Non c'era bisogno che mandassi via le tue donne; sono qui solo per la consegna >> precisò lei lasciando che la frangia laterale le coprisse appena un occhio. L'uomo scrollò le spalle arrendevolmente avvicinandosi pericolosamente a lei.

<< Pensavo che fossi qui perché sentivi la mia mancanza >>

<< Certo, come no.. ecco qui, tieni >> disse mettendogli nella mano l'ampolla di vetro che aveva in tasca.

<< Quanta professionalità >> ridacchiò lui mettendosi prima la boccetta nella tasca interna del gilè e poi poggiando la mano sul fianco destro della giovane tirandola a se. Osservo come ammaliato il bacino scoperto della ragazza che faceva pressione contro il proprio e si leccò le labbra soddisfatto.

<< Vorresti il tuo compenso adesso? >> mormorò maliziosamente nell'orecchio della ragazza che lo spinse via da lei disgustata.

<< Fottiti Greed >> ringhiò quella.

<< A dire il vero, preferire che fossi tu a fottermi Amy >>

La ragazza girò il viso da un lato evitando che la bocca dell'homunculus le catturasse le labbra. L'uomo le baciò la guancia poi le alzò il mento con la destra andando a leccarle avidamente il collo mentre con la mancina le percorreva la schiena.

<< Giuro che te la farò pagare per tutto quello che mi hai fatto... dovessi anche aspettare mille anni prima di potermi vendicare >> sibilò Amy impotente difronte a Greed.

<< Suvvia, abbiamo un patto no? >> ridacchiò lui lasciandole un vistoso segno rosso sul collo.

La ragazza tacque digrignando i denti per la rabbia.

<< Una vita in cambio di un'altra... potremmo chiamarlo uno scambio equivalente no? Tu che dici, alchimista? >>

<< Sta zitto >> rispose lei abbassando lo sguardo.

<< Non essere triste Amy, lo sai che odio vederti triste per colpa mia >>

La giovane abbozzò un sorriso tirato, più sarcastico che altro.

<< Stronzo >>

Lo schiaffo arrivò improvviso e doloroso: ma non fu tanto il suo viso a soffrirne quanto il suo orgoglio che ululò nel profondo del suo si botta di fortuna.Quando la mano si spostò dalla sua guancia Greed sorrise divertito.

<< Sei così bella >> sussurrò carezzandole la guancia ancora ricoperta da uno strato di acciaio nero. << E' davvero un peccato che tu abbia progetti così diversi dai miei, Amy >>

Greed la guardò ammaliato dai suoi occhi color acqua marina e sorrise vedendo una così evidente espressione di disgusto su un viso giovane ma provato.

<< Non odiarmi Amy, sono così avido da non sopportarlo >>

<< Ed io sono così orgogliosa da non poterne fare a meno >>

<< saresti la gioia di Pride mia cara >>

<< Non sono di nessuno... io >> disse soffermandosi crudele sull'ultima parola.

<< Tu sei mia adesso >> esclamò lui baciandola con forza, mordendole le labbra tanto da farle sanguinare. Amy si staccò da quel contatto così amaro con gli occhi socchiusi.

<< Ancora per poco... >>

  
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