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Autore: Sayumi    14/08/2009    0 recensioni
Breve racconto dal punto di vista di una ragazza che è in grado di leggere nella mente delle altre persone.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensiero e Dannazione





-Capitolo unico-






Guardo gli occhi dell'anziana che mi stringe il braccio.
Sono grigio scuro, con un'aureola bianca intorno all'iride. La pupilla dilatata è cupa come la notte mentre le sue parole sono cariche di rabbia.
Presto il pensiero folle mi attraversa il braccio, ne posso sentire la voce, la creazione e composizione nella mente pazza prima ancora che le labbra rugose ne compongano completamente il verbo.
-Lo sai chi è questa?- La voce si rivolge a mia nonna, mentre i pensieri scorrono.
Mi sento prendere dall'angoscia, sentimenti di rabbia mi invadono, ma so che non è mia, quindi è facile resistervi.
Il pensiero continua a formarsi, la stessa frase ciclica, il volto di una donna non ben definita, un uomo, poi ancora un'altra figura quasi fatta di fumo, i miei occhi non vedono più ciò che è reale ma sono spostati su un altro piano.
Sono nella mente. La mente di una pazza.
-Tu! Sciagurata- La presa sulla mia pelle si stringe, mia madre che chiama l'inserviente. -Tu, hai portato via mio marito e la mia amante! Tu malefica donna!-
La presa di un altro tocco allenta le dita ossute della vecchia, mia madre, una voce rassicurante nella sua testa che cerca di proteggermi, mentre ancora le dita calde dell'inserviente mi trasmettono un sentimento scocciato, quasi di indifferenza a quel comportamento folle.
Tiro un sospiro, mia nonna sorride, persino il suo pensiero mi giunge, divertita è da quella scena, con una perversa gioia che invade solo i malati mentali.
Tutto intorno a me le voci dei vecchi mi invadono.
Vorrei piangere, ma non riesco più a farlo da tempo.
Deglutisco, un nome risuona costante nella testa. Mi volto, subito un'altra folle che inizia a invocare quel nome. -Mariaaaaaaaaa- Urla a voce alta, le inservienti sbuffano.
Inspiro lentamente, cerco di riacquistare il controllo. Cerco di concentrarmi sui pensieri lucidi di mia madre e delle due donne presenti.
Mi appiglio alle loro voci, più tranquille e razionali.
-Per favore, andiamo- Sussurro a mia madre, ancora una decina di minuti in quel posto e probabilmente sarei uscita urlando, forse più pazza delle persone rinchiuse lì dentro.
Altre voci cercano di entrarmi in testa. Un uomo che chiede acqua, un'altra che prova rabbia per le urla della donna che ancora invoca il nome "Maria".
Sospiro.
Devo assolutamente cercare di riacquistare il controllo.
Di nuovo la folle che mi ha aggredito si avvicina ad un'altra anziana, quest'ultima la spinge via, la sua rabbia mi sfiora, poi i pensieri sconnessi di tutti che mi invadono la testa.
Mia madre mi guarda, lei lo sa, sa cosa sento e mi trascina via con un sorriso educato sulle labbra.
Una volta fuori, alla luce calda di agosto tiro un sospiro.
Cerco di concentrarmi su quello che mi circonda. Muro, cemento, asfalto, erba, l'aria e persino il ronzio degli insetti.
Ogni piccola cosa mi aiuta, mentre sento ancora l'impronta della pazza sul mio braccio.
Una volta in macchina, con l'aria del finestrino che mi batte sulla fronte, riesco a rilassarmi e il pensiero si allenta.
Quell'avvenimento era uno dei motivi per cui odiavo il contatto fisico.
In genere non mi facevo toccare mai, nemmeno dai miei genitori, figurarsi dagli estranei.
Leggere i pensieri della gente era qualcosa di nuovo nella mia vita. Solo due anni fa era cominciato. Da piccola avevo la tendenza a sentire solo gli stati d'animo degli altri.
Ora è decisamente peggio.
I luoghi affollati erano, paradossalmente, il posto migliore. Più gente c'era e più era difficile sentire i pensieri di tutti. Diventava semplicemente un ronzare facilmente sopportabile.
La cosa peggiore era quando le persone erano poche. I pensieri diventavano più chiari, in alcuni casi era quasi come sentirli parlare a voce alta.
Alcune volte dovevo persino stare attenta a non anticipare le risposte altrui. Questo avrebbe scatenato domande a cui avrei preferito non rispondere.
La parte peggiore era, comunque, quando una persona pensava qualcosa di cattivo su di me ed io ero costretta a sorridere. Anche se avessi fatto presente la cosa chiunque avrebbe negato.
Alla gente, dopo tutto, non piace che qualcuno possa leggere nella loro testa.
E le persone che meno vorrebbero essere "violate" sono anche le più facili da leggere.
Non tutti ovviamente pensano allo stesso modo. Alcuni sono chiari, altri annebbiati, altri ancora sono poco più di un sussurro.
Ovviamente quando qualcuno mi toccava non c'era barriera a resistere, qualsiasi contatto fisico significava annullare l'aria che ci separava, e l'aria era un notevole filtro. Non sempre fitto, ma comunque un filtro.
Se sfioravo anche soltanto qualcuno, senza nemmeno oltrepassare la stoffa dei vestiti riuscivo a sentire anche la più piccola variazione dei suoi sentimenti. Diventava un libro aperto e il mio cervello diventava uno scanner che scorreva ogni più piccola lettera scritta.
In alcuni casi riuscivo persino a trasmettere parte delle mie sensazioni all'altro. Ma quello cercavo di non farlo mai.
A furia di leggere nella testa degli altri avevo, inevitabilmente, imparato a chiudere la mia.
Era un problema.
Con le persone che frequentavo capii ben presto come gestire la cosa, alcune solo entrando nella stanza riuscivano a trasmettere qualcosa, altre dovevano avvicinarsi.
Ma la parte tragica avveniva con i ragazzi.
Come reagireste voi se vi bastasse anche solo uno sguardo e un semplice tocco per sapere ogni sfumatura dell'animo della persona che si ha di fronte?
Se è un amico il problema non sussiste, fortunatamente.
Ma quando mi capita di imbattermi in qualcuno che non mi piace ma ha una cotta nei miei confronti non è per nulla piacevole.
Ancora peggio se mi piace qualcuno e sento che ama un'altra o che mi trova trasparente.
Le ragazze normali arrivano almeno al primo appuntamento, a me non serve nemmeno finire il primo.
Alcuni forse lo definirebbero un dono speciale.
Io lo chiamo Maledizione.









****


Salve! Dopo diverso tempo ricompaio sul Sito...
Questa è una semplice One-shot che ho deciso di scrivere in seguito ad un avvenimento che mi è capitato.
In parte mi è stata anche ispirata dal libro "Morti viventi a Dallas" dal quale è stata tratta la seconda stagione di True Blood.
Inserisco il pezzo come originale perchè non è legata alla trama del telefilm, nè tanto meno ha a che vedere con eventuali spoiler (almeno, che io sappia. Sto seguendo da un po' il telefilm e il libro e non oso spiare le news in arrivo XD)

Che altro vi posso dire? Eheheh ho in serbo una piccola fic su Harry Potter, dovrebbero mancare pochi capitoli (circa due o tre) al termine della stesura della bozza, poi probabilmente mi dedicherò ad una versione definitiva da pubblicare. So già che me ne pentirò, molti potrebbero odiarmi per quella fic XD (è decisamente qualcosa di diverso dal mio solito).
A parte questo non penso di dedicarmi troppo presto al genere romantico, sarà più probabile una fic sul soprannaturale o qualcosa di simile, ma niente storie sdolcinate per un po'. :P

Ora scappo. Auguro a tutti un buon Ferragosto e... se qualcuno volesse commentare avrà tutti i miei ringraziamenti!

bye bye
by Sayu
  
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