Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    16/07/2020    0 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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 << Bene, questi sono i vostri compiti al momento. >> conclude il maggiordomo dopo aver spiegato ai suoi sottoposti cosa dovranno fare durante la mattinata.
<< Ricevuto! >> esclama Bard già energico alle sette del mattino.
<< Signor Sebastian, perché Katreena non è qui? >> gli domanda Finny perplesso.
<< Non ti preoccupare, ora andrò a chiamarla. >> risponde il corvino leggermente irritato nei confronti della ragazza: anche se ha perso ogni cosa non ha il diritto di comportarsi così sotto la sua guida.
<< Signor Sebastian, potrei andare io se vuole... >> si offre Mey Rin, la cui proposta però viene subito rifiutata dal suo capo.
<< Ci penso io. Ora al lavoro! >> replica battendo le mani una volta.
<< Yes sir! >> i servitori lasciano la cucina per poi dividersi.
Il maggiordomo si dirige verso la stanza della nuova domestica e bussa alla porta: << Katreena alzati, abbiamo del lavoro da fare. >>
Il demone, non udendo alcuna risposta da parte della ragazza, la chiama nuovamente ma il risultato è ancora il medesimo. Così apre la porta ed entra, vedendo la vampira avvolta nelle coperte che dorme beatamente a pancia in giù. Sebastian rimane a guardare il suo viso rilassato e avvolto dai lunghi capelli per qualche minuto, quando ad un certo punto le sue labbra si curvano in un mezzo sorriso a causa di un'idea originale che gli è venuta in mente per svegliare la sua sottoposta.
Il maggiordomo sale sul letto mettendosi dietro Katreena e premendo il proprio bacino contro il suo.
Lui nota che la giovane sta cercando di girarsi nel sonno, ma con scarso risultato per via del suo peso.
 
Mi sveglio di soprassalto e nel momento in cui mi volto per capire cosa mi stia tenendo ferma, vedo il corvino sorridermi maliziosamente con una sfumatura diabolica.
<< Sebastian, mi hai spaventata. >> esclamo infastidita dal suo gesto, anche se il contatto del suo corpo contro il mio mi sta provocando alcuni brividi, nonostante le coperte ci tengano separati.
<< Che vergogna. Sei in ritardo il tuo primo giorno di lavoro. Ti saresti dovuta svegliare alle sei e mezza e presentarti di sotto alle sette in punto. >> mi ammonisce con un tono di voce apparentemente calmo, anche se percepisco chiaramente che è furioso.
<< Mi dispiace Sebastian, da domani vedrò di essere puntuale. >> rispondo senza distogliere lo sguardo da lui.
<< Me lo auguro vivamente. >> asserisce continuando a tenermi ferma.
<< Ora potresti lasciarmi andare? >> gli domando.
Il corvino scuote la testa: << C'è un'altra cosa che devi ricordare... >> inizia scostandomi i capelli sciolti da una parte con una mano: << ...d'ora in poi dovrai chiamarmi signor Sebastian e darmi del lei, poiché sono diventato il tuo superiore. >> mi sussurra pericolosamente all'orecchio destro. Dopodiché si abbassa a depositare alcuni baci fugaci sul collo scoperto, cogliendomi alla sprovvista. Stringo le mani nelle lenzuola per evitare di lasciarmi andare.
<< È tutto chiaro? >> soffia sulla mia pelle.
<< Sì... >> balbetto con le guance in fiamme.
<< Bene. >> il maggiordomo si alza dal letto lasciandomi finalmente andare.
<< Hai cinque minuti per vestirti. Ti apetterò qui fuori. >>
Mi avverte con severità per poi uscire dalla mia camera.
 
Purtroppo finisco di prepararmi solo mezz'ora più tardi per via dei numerosi indumenti che compongono l'uniforme prestatami da Mey Rin, in attesa che arrivi quella creata per me.
<< Eccomi, scusi il ritardo. >> dico a Sebastian, e mentre mi accingo ad incamminarmi verso le scale che portano di sotto, il corvino poggia una mano sulla mia spalla, facendomi irrigidire sul posto: << Questo chignon non è stato fatto bene. L'acconciatura non arriverebbe a questo pomeriggio. Devi sapere che è assolutamente vietato esporre troppo i capelli per motivi di decoro ed igienici. Ma soprattutto non sarebbe affatto piacevole per il signorino trovare un tuo capello nel piatto di una pietanza. >> spiega lui inflessibile.
Emetto un sospiro quasi impercettibile prima di voltarmi verso il mio superiore: << Rimedio subito... >> abbasso la maniglia della porta ed entro in camera.
<< Ci penso io. >> esordisce lui seguendomi all'interno.
 
Cinque minuti dopo Sebastian ed io scendiamo finalmente di sotto raggiungendo la cucina, dove il maggiordomo mi assegna il primo compito: riporre un servizio di piatti nella rispettiva credenza.
<< Assicurati di non romperne nemmeno uno. >> mi raccomanda lui.
<< Farò attenzione. >> rispondo nell'aprire lo sportello del mobile.
<< Bene. >> detto ciò il maggiordomo esce dalla stanza e io mi metto al lavoro, svolgendo il mio compito al meglio salendo su un piccolo sgabello e stando attenta a non impilare troppi piatti per volta, calcolando bene l'altezza della superficie della credenza per evitare che quelli vadano a scontrarsi su quest'ultima, scheggiandosi. Termino il compito dopo una ventina di minuti. Se potessi usare i miei poteri di vampiro finirei i miei doveri in un batter d'occhio, ma purtroppo non mi è concesso a causa della luce del sole che mi ustionerebbe subito la pelle e anche perché Sebastian mi ha ordinato di svolgere le proprie faccende come dei semplici esseri umani per non dare nell'occhio nei confronti dei nostri colleghi e per gli eventuali ospiti.
Mi sembra ancora di sentire le sue parole e le sue mani che mi carezzano i capelli mentre li spazzola...
Visibilmente rossa in viso, scuoto la testa e poi chiudo lo sportello della credenza.
Poco dopo la voce di Sebastian attira la mia attenzione: << Molto bene Katreena. >> esclama soddisfatto con un accenno di sorriso.
<< Non hai fatto cadere nemmeno un piatto. Bene, ora passiamo al prossimo compito. >>
Da quelle parole devo dedurre che la domestica sia una persona piuttosto... sbadata. In effetti ora che ci penso, i primi giorni in cui ero arrivata qui udivo fragori di oggetti che si frantumavano al suolo, ma credevo di immaginarli, poiché li sentivo dalla camera di sopra in cui alloggiavo.
 
Subito dopo il pranzo del Conte, io e Mey Rin ci troviamo in cucina a lavare i piatti. Una volta finito, abbiamo il compito di pulire le camere degli ospiti al piano superiore.
Armate di spolverini, scope e spazzoloni cominciamo a spolverare la prima stanza.
Svolgiamo il nostro dovere dividendoci gli spazi come accordato: io mi occupo di rimuovere la polvere dal comodino in legno vicino al letto e dalla cassettiera con i relativi soprammobili, mentre la mia collega si dedica alla superficie del caminetto.
 
<< Mi dispiace molto per la tua perdita. >> esordisce la ragazza mentre stiamo pulendo i vetri di una finestra della camera adiacente alla prima.
 
<< Grazie... >> rispondo senza fermare il panno dalla superficie trasparente per non cadere nuovamente in quei ricordi così vividi e struggenti.
 
<< Com'è successo, se posso sapere? >> mi chiede lei dopo alcuni minuti di silenzio, strappandomi la speranza di non dover tirar fuori l’argomento. Vorrei tanto non dovergliene parlare, ma qualcosa mi dice che potrei sentirmi meglio se lo facessi.
Così le racconto che i miei genitori sono stati assassinati da dei malviventi ben armati, che Walter è morto a causa dei seguaci dell'organizzazione e infine che sono stata io ad uccidere Thomas, anche se non di proposito. Tutto ciò omettendo e cambiando i dettagli, visto che Sebastian mi ha detto che i colleghi sanno poco e niente riguardo questa storia e dei vampiri.
 
<< So cosa stai passando. I miei genitori sono morti quando ero piccola a causa di un'epidemia che c'era stata a bordo della nave su cui stavamo viaggiando dalla Cina per giungere qui a Londra. Quando poi sono venuta qui ero completamente sola, fino a quando non ho fatto amicizia con due ragazzini della mia età. Ci aiutavamo per sopravvivere, ma un giorno abbiamo mirato alla persona sbagliata a cui rubare qualche gioiello. Si trattava della moglie del capo di una grossa mafia cinese. Così uno dei soci si è occupato della questione eliminando i miei amici e reclutando me nella loro organizzazione per via della mia abilità di poter vedere a grandi distanze. >>
Quell’insieme di informazioni mi lasciano a bocca aperta, bloccando il movimento meccanico che stavo compiendo fino a poco fa. Sapevo già delle sue capacità perché il corvino si è premurato di informarmi circa coloro che a breve sarebbero diventati i miei colleghi, ma non avevo la minima idea di cosa potessero aver passato prima di lavorare qui.
<< Santo cielo... non oso immaginare cosa tu debba aver passato. >> esclamo basita guardando Mey Rin, la quale incrocia il mio sguardo e annuisce: << Sono stati anni bui che ho passato uccidendo e sentendomi in colpa per non essere riuscita a salvare i miei amici in qualche modo. Solo quando il signorino mi ha assunta, ho iniziato a dirmi che purtroppo non avrei potuto far nulla e che quei due ragazzini ora si trovano in un posto migliore. So che non sarà facile, ma con il tempo riuscirai a stare un po' meglio. >> conclude infine rivolgendomi un piccolo sorriso d’incoraggiamento.
<< Il signor Sebastian ti ha sgridato per questa mattina? >> mi domanda successivamente per cambiare argomento.
<< Più o meno. >> mi limito a dire senza entrare nel dettaglio, rivelando il metodo che il maggiordomo ha utilizzato. Le mie mani iniziano a sudare al solo ricordo.
<< Il nostro superiore sa essere molto severo, ma lo fa per spronarci a migliorare, anche se purtroppo io, Bard e Finny non abbiamo fatto chissà quali progressi. >> ridacchia imbarazzata strappandomi un piccolo sorriso.
<< Comunque sono sicura che ti troverai bene qui. E mi piacerebbe molto diventare tua amica. Inoltre se dovessi aver bisogno di qualcuno con cui parlare, potrai contare su di me. >> esclama raggiante, come se volesse scacciare la tristezza che ha accumulato in precedenza.
<< Certo, piacerebbe molto anche a me. >> le rispondo contenta che ci sia qualcuno disposto ad ascoltarmi.
<< Ti ringrazio per avermi prestato una delle tue uniformi. >>
<< Non c’è di che! >> esclama lei con un sorrisone.
 
**********************************
 
Terminata la cena del signorino, mi occupo di sparecchiare la tavola con Mey Rin, assicurandomi che lei non faccia cadere alcun piatto o posata com’è già successo a pranzo. Trovo molto strana questa sua continua sbadataggine, non solo in questo compito, ma anche in altri, come lavare il pavimento dall’ingresso della stanza e non dal fondo, così come confondere il prodotto per lavare i vetri con un altro. Temo che se non fosse per le sue abilità speciali lei non si troverebbe qui, ma d’altro canto nemmeno io ho esperienza in questo lavoro e ho molto da imparare.
 
<< Quest’oggi avete svolto tutti un ottimo lavoro. Potete congedarvi nelle vostre camere. >> comunica Sebastian a noi sottoposti.
<< Evviva! >> esclama Finny contento. Vedendo che i miei colleghi se ne stanno andando dopo esserci salutati, mi aggrego a loro, quando una mano mi prende per il polso senza usare troppa forza, ma nemmeno gentilezza. Stizzita, volgo lo sguardo su quella morsa appartenente al mio superiore.
<< Katreena, tu hai ancora un incarico da svolgere visto che ti sei presentata in ritardo questa mattina. >> mi comunica con tono autorevole, sorridendo divertito. Un lungo sospiro rassegnato fugge dalle mie labbra, così il corvino mi afferra il viso con l’altra mano: << Gradirei che tu evitassi di esprimere il tuo disappunto verso gli ordini che ti impartisco. Ti ho vista fare così anche quando ti avevo ordinato di mettere i panni sporchi da lavare, ma ho lasciato correre per evitare di farti fare una brutta figura davanti alla tua collega. >> dice mentre i suoi occhi rimangono fissi sui miei come due calamite: << Se dovessi farlo nuovamente non ci penserò due volte, intesi? >>
Riluttante, annuisco mentre Sebastian mi lascia finalmente andare completamente: << Bene. E ora al lavoro. >> esclama avviandosi verso l’uscita.
<< Ah, un’altra cosa: non dovrai usare i tuoi poteri come la velocità per finire in fretta, perché devi adempiere ai tuoi doveri come un normale essere umano. Se ti dovessi trasformare io lo saprei e... verresti punita. >> mi comunica infine mentre una pericolosa malizia si presenta sul suo volto, scatenandomi un rossore improvviso alle guance.
Sebastian esce dalla stanza ridendo sommessamente e io rimango ferma sul posto con la mente annebbiata. Solo dopo essermi ripresa, pulisco la cucina iniziando dal lavandino.
 
<< Molto bene Katreena. Splende tutto meravigliosamente. >> si complimenta il maggiordomo dopo un’attenta ispezione del locale.
<< Ne sono felice. >> rispondo con un filo di voce, stanca per aver lavorato senza sosta.
<< Ora posso andare? >>
<< Certo. >>
 
M’incammino verso l’uscita, quando sento la mia testa girare, costringendomi a fermarmi e ad appoggiarmi al tavolo della cucina.
<< Cosa ti succede? >> chiede Sebastian avvicinandosi a me.
<< Nulla, ho solo bisogno di riposare. >> rispondo mentre mi massaggio le tempie doloranti, percependo che il mio corpo desidera trasformarsi.
<< Io non credo. Hai sicuramente bisogno di sangue. L’ultima volta che ti sei nutrita è stato quattro giorni fa e non hai mai resistito così tanto tempo senza. >> replica lui poggiando una mano sulla spalla obbligandomi a voltarmi verso di lui, guardandolo con i miei occhi azzurri, mostrando così che ha ragione.
Visto ciò, il corvino si affretta a sciogliere la cravatta e a sbottonarsi i primi bottoni della camicia, scoprendo la parte sinistra del collo. Il suo dolce profumo inebria il mio olfatto e la salivazione nella mia bocca aumenta, mentre i canini bramano di poter affondare nella calda e tenera carne del maggiordomo.
<< Ecco, serviti pure... >> dice lui con tono pacato attirandomi a sé con una mano posta dietro la mia schiena.
Sospiro lievemente e mi alzo sulle punte per cercare di raggiungere il collo, ma con insuccesso a causa del mio superiore che si rifiuta di collaborare.
<< Ti dispiacerebbe abbassarti un po’? >> esclamo con una certa impazienza.
Il demone sorride maliziosamente: << Preferirei fare questo... >> e mi afferra per la vita  con entrambe le mani, prendendomi in braccio. Sgrano gli occhi per il gesto inaspettato, aggrappandomi a lui con le braccia dietro al suo collo e con le gambe attorno ai fianchi.
<< Ecco, ora siamo entrambi più comodi. >>
Avvampo non appena sento il suo respiro su di me, così per evitare di farmi vedere con le guance arrossate, abbasso lo sguardo sul punto che desidero mordere, scostando alcune ciocche del corvino, percependoli incredibilmente morbidi e lisci al tatto.
“Sono così piacevoli da carezzare...” penso mentre avvicino le labbra sulla sua pelle scoprendo i miei canini per poi infine penetrarli nel collo di Sebastian, strappandogli un lieve gemito nonostante la forza che ho impiegato.
Rifocillatami a dovere mi lecco le labbra, appagata dopo giorni di completo digiuno. Il maggiordomo apre gli occhi incrociando il mio sguardo e accenna un sorriso: << Hai mancato un punto... >> dice passando il pollice della mano sinistra (libera dal guanto) sul mio labbro inferiore, facendomi notare una piccola macchia scarlatta.
Mi avvicino al dito e ne lecco il sangue dal polpastrello con naturalezza chiudendo gli occhi.
Dopo aver finito, Sebastian mi carezza una guancia facendo scorrere la mano al mento per indurmi ad avvicinare il viso al suo. Io però mi ritraggo, per nulla allettata dall’idea di cadere nuovamente in tentazione.
<< Mettimi pure giù. >>
Il maggiordomo allontana la propria mano e fa come richiesto senza batter ciglio, cosa che non mi sarei aspettata.
<< Come stai? Intendo emotivmente. >> mi domanda lui con un’espressione seria ma anche curiosa.
<< Male per i motivi che conosci. Inoltre come se non bastasse mi sento anche umiliata perché da nobile sono passata ad essere una domestica. Credevo che questo non mi avrebbe infastidito, e invece... >> mi volto di spalle per non mostrarmi ulteriormente debole, anche se mi ha già vista in uno stato ben peggiore di questo.
<< Non ho idea di come debba essere provare tutti questi sentimenti, ma percepisco il tuo turbamento. >> dice lui poggiando una mano sulla mia spalla, facendomi rabbrividire leggermente per la sorpresa.
<< Capisco. Ora posso andare? Vorrei riposarmi un po’.  >> gli chiedo speranzosa di poter stare un po’ per conto mio.
Sebastian sospira impercettibilmente, dandomi il suo consenso poco dopo: << Certo. A domani Katreena. >>
<< A domani. >>
Esco dalla cucina e mi dirigo nella mia stanza. Una volta all’interno, rimuovo la crestina dal mio capo e scioglo i capelli con grande soddisfazione, liberandoli dello chignon: odio doverli tenere imrpigionati in questo modo per tutto il tempo. Dopodiché, incerta se mettermi subito a letto per recuperare le forze o prendere una boccata d’aria, opto per la seconda opzione aprendo la finestra della mia stanza e arrampicandomi per il maniero, raggiungendo così il tetto.
Sedutami sulla superficie, estraggo la foto leggermente sgualcita da una tasca interna della mia uniforme, carezzando i miei genitori, Thomas e Walter all’interno di essa con malinconia, per poi alzare lo sguardo verso il cielo nuvoloso, raccontando loro della mia prima giornata lavorativa come domestica a villa Phantomhive.
<< Così ora lavori qui? >> esordisce una voce maschile alle mie spalle interrompendo il mio monologo. Sentendomi minacciata, mi volto di scatto con i canini bene in vista.
La sagoma scura alza una mano in segno di resa mentre l’altra impugna un’arma: << Ehi calmati! Sono io, Grell. >> esclama il ragazzo mentre si avvicina a me, mostrando la propria figura per intero, i lunghi capelli rossi mossi dall’aria pungente di inizio inverno.
<< Che cosa vuoi? >> gli domando rimanendo sulla difensiva, incerta se fidarmi delle sue parole circa il fatto che io non sarei stata eliminata, poiché degna di nota per eliminare i vampiri. Ora che quell’organizzazione è solo un lontano ricordo, Grell potrebbe essere venuto qui per porre fine alla mia vita.
<< Non voglio nulla. Mi trovavo da queste parti a fare piazza pulita di alcuni succhiasangue e così sono venuto qui per fare una visita al mio caro Sebastian. >> mi spiega lui con disinvoltura giocando con i propri capelli quando si riferisce al corvino.
Capendo che sta dicendo il vero, mi rilasso e torno umana: << Lo trovi all’interno del maniero. >> gli faccio sapere tornando a sedermi dove mi trovavo prima. Nonostante le mie parole, il ragazzo prende posto accanto a me.
<< Lo saluterò un’altra volta. >> mi anticipa lui prima che io possa aprir bocca, sorprendendomi che lui non voglia vederlo.
<< D’accordo. Hai detto di aver eliminato altri vampiri. Ne sono rimasti ancora molti? >>
<< Sì un po’, ma per fortuna la maggior parte li avete eliminati voi. Quelle creature sono davvero disgustose. >> dice lui meritandosi una mezza occhiataccia da parte della sottoscritta.
<< Senza offesa eh... >> aggiunge con un sorrisetto che non fa minimamente pensare ad una qualche forma di scusa.
Scuoto la testa prendendo un’espressione seria: << Tranquillo. Potrei sapere chi ha prelevato le anime di Thomas e Walter? >>
<< William, il mio superiore, si è occupato del vecchio, mentre io del ragazzo. Era davvero carino, ma non esattamente il mio tipo. >> mi informa con disinvoltura mentre fa passare le dita della mano sinistra tra i capelli.
<< Hai visto i suoi Cinematic Records? >> gli domando curiosa.
<< Esatto. Teneva molto a te. >> asserisce.
<< Già, così come io tenevo a lui, anche se non l’ho mai veramente amato. Devo avergli spezzato il cuore. >> dico prendendomi le ginocchia tra le braccia.
<< L’amore, che sentimento complicato... >> sospira per poi stiracchiarsi.
<< A proposito, come va con Sebastian? >> mi chiede poco dopo con tono malizioso.
Sussulto non appena sento il suo nome uscire dalle labbra del ragazzo e mi stringo nelle spalle: << Non ne ho idea, ma so che non gli interesso se non per... >> mi fermo prima che sia troppo tardi, almeno spero.
<< Aspetta... >> inizia Grell con fare pensieroso, arrivando poi alla conclusione: << sei andata a letto con lui?! >> sbotta il rosso alzandosi di scatto e puntandomi contro l’indice della mano sinistra.
“Come non detto..”
<< Abbassa la voce, altrimenti sveglierai tutto il maniero. >> replico a denti stretti sentendomi gravemente a disagio.
Il rosso solleva un sopracciglio senza distogliere lo sguardo da me, aspettandosi una risposta.
<< È così. >> gli riferisco stringendo la gonna dell’uniforme mentre le mie guance si fanno rosse.
<< Imperdonabile! Sceglie una sconosciuta invece di una persona che conosce da tempo. >> esclama con rabbia e disgusto incrociando le braccia al petto. Sospiro esasperata intimandogli nuovamente di non urlare.
Grell si calma dopo un paio di minuti e torna a sedersi vicino a me: << Ti piace molto, non è vero? >>
Annuisco osservando il cortile della residenza, troppo imbarazzata per guardare il dio della morte negli occhi.
<< Allora dovresti dirgli ciò che provi e vedere come va. Anche la vita eterna risulta breve se non ci si butta. >> aggiunge con saggezza, una qualità che fatico a vedere in lui, ma che aveva già mostrato la seconda volta che ci siamo visti.
<< Se poi non ti accetterà, sarà costretto a scegliere me. >> dice scherzosamente mentre raccoglie la propria arma e si rimette in piedi.
<< Ora devo proprio andare. >> mi fa sapere portandosi la falce sulla spalla destra.
<< Allora alla prossima, Grell. >> lo saluto con un sorriso, grata della sua compagnia e del buonumore che mi ha donato. In fondo non è una persona tanto male escludendo certe sue stranezze, ma in fondo chi non ne ha a questo mondo? Nessuno.
<< A presto, Katreena. E buona fortuna con Sebastian. >> risponde lui facendomi l’occhiolino per poi svanire a gran velocità saltando da un albero all’altro.
Solo alcuni minuti dopo realizzo che il dio della morte mi ha finalmente chiamato con il nome giusto. Mentre penso ciò, noto qualcosa depositarsi sulla manica scura della mia divisa. Così alzo lo sguardo verso l’alto e mi accorgo che ha iniziato a nevicare.
 
 
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Ciao a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemelo sapere con una recensione magari ;)
A presto!
   
 
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