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Autore: elev    16/07/2020    1 recensioni
Liam e Daniel sono amici fin dalle elementari.
Riflessivo e leale il primo, festaiolo e scansafatiche il secondo, seppur caratterialmente opposti si conoscono come le proprie tasche e sono legati da una stretta amicizia in cui condividono tutto: passioni, speranze, drammi, le corse spericolate in moto e il loro sogno più grande: correre fianco-fianco in un vero campionato.
Quando però la vita si mette di traverso rivoluzionandone i piani, coinvolgendo sentimenti imprevisti e mettendo in discussione anche un forte legame come il loro, improvvisamente rincorrere il sogno diventerà più complicato. Starà ai due ragazzi saper riconoscere il cammino giusto per sé senza dover rinunciare ad un’amicizia per la vita.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 4

***
Liam, 10 settembre

Ho passato l’estate con Dan, come ai vecchi tempi. Insieme abbiamo preparato una moto che sono riuscito a ricevere in prestito grazie a Giò dopo mille raccomandazioni. Sono stato più a bordo pista a misurare i tempi che a casa e ho insistito tanto che partecipasse ad un trofeo estivo. Vederlo in pista all’inizio mi ha provocato una stretta al cuore anche perché non so cosa avrei dato per essere al suo posto a provare quello che stava provando, ma poi la sua felicità sul gradino più alto del podio non ha fatto altro che regalarmi una gioia immensa e rendermi fiero di lui.
Nel frattempo mi ha dato anche una mano a comporre la base per una demo che voglio spedire al concorso.

Oggi è il 10 settembre e non vedo Dan da un paio di settimane, un suo messaggio tempo fa mi ha avvisato che sarebbe stato fuori con sua madre. Da una settimana però sono distratto da ben altro. Ho scoperto che tra poche ore Nina sarà di nuovo qui.
Decido di non aspettare oltre, prendo il mio skate al volo e le sento le gambe molli, premo nervosamente il piede sulla pedana mentre cerco di non sbilanciarmi mi muovo in mezzo al traffico. Arrivo in stazione e rimango un attimo fermo in un angolo. Da lontano vedo uscire suo padre e la compagna da un’auto parcheggiata al bordo della strada. Lui sembra più nervoso di me. Si allontanano tenendosi a braccetto parlando animatamente tra di loro.

“Respira!” Me lo sarò ripetuto un centinaio di volte, ma mi pare che non stia funzionando gran che. Vorrei correre da lei ora, stringerla tra le braccia e baciarla, qui. Per sempre.
“Ehi, razza di cretino! Hai manie suicide o sei completamente matto? Che ci fai lì impalato? Muoviti di lì!”  La voce irritata di un tizio, seguita da un lungo suono di clacson, mi riporta alla realtà. Sono in mezzo alla strada e il conducente dell’auto mi manda gentilmente a quel paese indicandomi la direzione con la mano tesa fuori dal finestrino. Alzo un palmo in segno di scusa e raggiungo il marciapiede opposto. Davanti all’ingresso quella poca lucidità mentale che mi è rimasta mi suggerisce che sarebbe meglio tornarmene a casa invece di combinare altre follie, mancano ancora trenta minuti e sono ancora in tempo per andarmene (questa forse è solo una giustificazione che voglio dare a me stesso), quindi decido almeno di entrare lo stesso.
Se fossi dotato di superpoteri avrei già fatto esplodere il tabellone degli orari a forza di fissarlo. Decisamente così non posso farcela. Da lontano vedo suo padre e la compagna che discutono tra di loro e io, per distrarmi vado a fumarmi una sigaretta di fuori. Forse sono troppo nervoso anche per fumare. Se non voglio morire d’infarto dovrò smettere.

Cerco di calmarmi prendendo dei respiri profondi, mi volto e rientro per l’ennesima volta ma mi ritrovo in mezzo alla folla quando ad un certo punto una voce familiare esclama “papà!!”.
I rumori attorno a me si fanno ovattati, sento il cuore pulsare nelle orecchie. Vorrei ritrovare le sue labbra sulle mie, in effetti due mesi fa non ci ho pensato due volte. Non volevo che partisse senza pensarmi, o peggio, senza pensare che per noi ci fosse una possibilità, con la nostalgia di ciò che negli ultimi tempi stavamo diventando. Di quel bacio che per me aveva cambiato tutto e di cui non abbiamo mai parlato. E se avessi frainteso tutto? Chiudo gli occhi per un istante, prendo un respiro profondo e le mie gambe si muovono senza che glielo abbia davvero ordinato di nuovo verso l’uscita. Senza capire cosa realmente mi abbia preso mi faccio strada in mezzo a valigie, zaini e persone mi fermo dietro ad una vetrina.
Dal mio “rifugio sicuro” osservo padre e figlia stretti in un lungo abbraccio. Lei è radiosa. Si stacca e saluta anche la compagna di suo padre buttandole le braccia al collo, senza mollare lo zaino che porta sulle spalle.
La folla si dirada e io rimango lì, immobile e mi sento uno stupido.

Nina e la sua famiglia stanno per passarmi accanto ed uscire quando lei si ferma per un nano secondo guardandosi attorno come se si sentisse osservata.
Il mio mondo comincia a girare al rallentatore.
“Che c’è ora?” Protesta il padre. “Forza, tesoro andiamo!”
“E dai, Colin! Lasciala respirare no?! Sei pesante!” Commenta la fidanzata trascinando il compagno in disparte. Nina si ravviva dedicando un occhiataccia al genitore. “Papà, ma che palle!” Esclama stizzita, prima di uscire definitivamente.


***
Nina, 10 settembre

Finalmente a casa! Sono arrivata da poche ore e sono stata lontana da casa per due mesi. Qualcuno direbbe che dovrei essere ancora elettrizzata da questa esperienza e lo ero anche finché mentre uscivo dalla stazione ho avvertito una strana sensazione mista tra malinconia e felicità pura. Forse è l’aria di casa ma ora l’unica cosa che riesco a pensare è che sono felice di essere tornata.
Papà a quanto pare si è deciso. Quando l’ho lasciato Claire stava per ritornare con il suo ex marito e adesso invece tiene per mano quello scombinato di mio padre. Fanno davvero una bella coppia di strani.

In macchina ho parlato a raffica per tutto il tempo elencando tutte le meraviglie che avevo visto e le esperienze che avevo fatto.
Sorrido e carezzo il piumino piegato accanto a me. Mi era mancato il mio letto. Durante la mia assenza papà ha trovato un appartamento più grande e si è dilettato a dipingere le pareti della mia nuova stanza. Sembra tutto più luminoso ma forse è solo un’impressione. Forse sono io che mi sento luminosa.

Papà e Claire hanno svaligiato il supermercato. Sono due ore che mangio e mi sento stracolma. Per festeggiare hanno fatto anche una torta e a me sembra Natale!
Passo il pomeriggio ad aggiornare le mie amiche con dei messaggini e alla fine una nuova notifica appare sul mio schermo. “Ti devo parlare… ai giardini più tardi? Ah… bentornata! ;) Liam”
Liam. Il cuore fa una capriola all’istante, scrivo la risposta e dopo essermi fatta una doccia infilo uno dei miei abiti preferiti. Esco in corridoio e butto un occhio in salotto dove papà e Claire si sono addormentati sul divano.
Sorrido e su un bigliettino lascio scritto che sarei uscita.

 
***
Liam

Sono corso a casa e quando sono entrato cantando, mia madre mi ha guardato come se fossi improvvisamente impazzito.
L’ultima volta che mi ha guardato in quel modo è stato quando ho annunciato a tutti che avrei smesso di studiare per fare la rockstar. “Che hai? Stai male?” Mi chiede sentendomi la fronte con la mano.
“Non ho niente ma’” le rispondo, “anzi, sai che c’è? Sto benissimo, dopo tanto tempo!” Le sorrido e lei mi dedica un’occhiata stranita. “Vabbè io vado al lavoro. Vengono certi clienti.” Da quando papà non c’è più se ne occupa lei. Al posto di mamma ci dovrei essere io, lui avrebbe desiderato così, ma io non ho voluto. Se lo venisse a sapere tornerebbe in vita solo per prendermi a schiaffi.
Non rispondo, accendo la mia musica preferita e solo quando il cd riprende dall’inizio per la terza volta, mi rendo conto di aver passato il pomeriggio sdraiato sul letto in camera mia. Il sorriso ebete sulla mia faccia si trasforma in una smorfia di fastidio quando mi rendo conto che però sarebbe davvero meglio che parlassi seriamente con Nina di ciò che sta succedendo, di ciò che avevo combinato, di quell’iscrizione il cui esito avevo cercato di ignorare e del fatto che non sono sicuro che continuare qualunque cosa stia nascendo sia la cosa giusta da fare soprattutto nei confronti del mio migliore amico.
Guardo l’ora quasi mi prende un colpo: mancano 10 minuti e sono ancora in calzoncini, accaldato, spettinato, in più mi spunta anche la barba. “Tu sei proprio scoppiato” dico al mio riflesso nello specchio. Infilo un paio di pantaloni e una maglietta dopo essermi fatto una doccia gelata ed esco qualche minuto più tardi, di corsa.
 
Mentre passo sotto l’arcata d’ingresso ai giardini mi ritrovo a pensare a quel pomeriggio in cui la vidi, esattamente in questo posto.
Avevo giurato di non dire nulla a Daniel di ciò che lei mi aveva confidato riguardo al suo essere così poco presente, ma mentre uscivamo da scuola per la pausa del mattino non ce l’ho fatta più e gliel’ho detto. Non potevo non farlo, era mio amico, anche se mi sono fatto promettere di non dirle che ero stato io a rivelargli tutto.
“Nina!” Corsi, verso di lei. Lei si voltò quando ormai l’avevo raggiunta. Si tolse le cuffie sorridendomi.
“Non ti sembra di esagerare con tutto questo sport? Rilassati no?!” Dissi tutto d’un fiato.
“Ma cosa avete tutti oggi?” Rispose.
“Tutti chi?” Chiesi guardandola negli occhi.
“Tutti! Mio padre, Daniel,... non mi hai mai chiamata tante volte! E ora anche tu”
“Certo che non ti sta mai bene niente!” Scherzai.
“Senti ma non è che per caso ci hai parlato tu!? È diventato quasi opprimente, mi sta sempre addosso…”
Persi un battito. “Ma sei matta?” Mentii spudoratamente. Il mio nervosismo aumentò quando mi disse “Vabbè era per chiedere! Pizza e film stasera?”.
Credetti di svenire all’istante e iniziai a mordicchiarmi le unghie. “Devo studiare e se non prendo un buon voto…”
“Potrei aiutarti a ripassare!” Insisté. Come potevo studiare con lei?
Mi serviva una scusa. Subito.
Nina stava con il migliore amico e io non potevo permettermi di rimanerne abbagliato ogni volta che la vedevo, proprio ora che Daniel era pure venuto a chiedermi consiglio sul da farsi. La voce di Daniel che mi chiedeva se gli stavo nascondendo qualche cosa su di lei mi riecheggiò nella testa. Anche se lui si comportava da idiota trascurandola, le dissi senza convinzione che io studiavo meglio da solo e che sicuramente l’avrei disturbata. Ero totalmente in balia della confusione e probabilmente lei se ne accorse. Mi lasciò salutandomi “Ciao Liam, ci vediamo domani”.
Ogni volta che la sentivo pronunciare il mio nome sentivo un tuffo al cuore. Era già corsa lontano quando la salutai con la mano ritrovandomi in una specie di limbo.
 
Mi fermo un attimo con le mani appoggiate alle ginocchia e mi piego in avanti. Riprendo fiato e mi ritrovo a sorridere da solo come un deficiente. Osservo oltre il parapetto il panorama sulla mia bella città illuminata dai raggi dorati del sole del tardo pomeriggio. Sono agitato ma allo stesso tempo in pace con me stesso.
Quando arrivo nella zona dove ci siamo dati appuntamento, sono stravolto e Nina -la scorgo da lontano- mi sta già aspettando. Si guarda attorno e quando mi vede arrivare comincia a sorridere.
La raggiungo. E’ bella da togliere il fiato. Non capisco come ho fatto tutto quel tempo a non notarla. Mi sento come se avessi sprecato tanti anni della mia vita a vivere senza di lei.
“Possibile che mi corri sempre dietro?” Scherza lei quando finalmente mi fermo.
“Eh… ciao!” Ansimo. “Mi tengo allenato …” Aggiungo avvicinandomi di più.
Nina mi guarda seria, “Non avrai deciso di arruolarti spero!?” Dice indicando i miei capelli più corti del solito.
“Certo che anche il fascino della divisa avrebbe un suo perché, mio fratello dice che starei bene!” Le rispondo fingendo di darmi delle arie.”
Ridiamo entrambi.
Improvvisamente mi faccio serio, non mi va più di scherzare.
“Devo parlarti.” Le rispondo quando mi chiede che m’è preso. “È parecchio tempo che lo volevo fare! Sì insomma hai presente quando ti sembra di esser convinto di ciò che farai e poi improvvisamente succede una cosa che manda tutto all’aria e ti scombina tutti i piani?” Nina annuisce pensierosa.
“Ecco…io…” bofonchio rivolgendo lo sguardo sui miei piedi.
“Che devi dirmi?” Mi chiede posando una mano sulla mia spalla.
“Nina…” Mormoro guardandomi i piedi.
“Liam, mi sto preoccupando...cos’è successo?”
In realtà mi ero preparato tutto un discorso in cui avrei dovuto dirle cosa ho fatto quella sera dopo il funerale, che la risposta a quell’iscrizione era arrivata, che forse sarebbe stato meglio troncare qualunque cosa ci sia stata finora, che non potevo farlo perché Dan è il mio migliore amico oppure aspettare un po’, sì insomma andarci piano ma il cervello mi si annebbia e non resisto più. Fisso le sue labbra e mi rendo conto di non poterne più fare a meno anche se lo so che non è giusto. Non è giusto per Dan, per lei e per me.
“Nah,…” avvicino il viso al suo e la bacio con tutto l’amore che sento, a lungo e con passione. Lei risponde con ardore. Sento il suo viso scaldarsi sotto le mie dita. Mi stacco giusto lo spazio per riprendere fiato. “Stavo per andare fuori di testa senza di te tutto quel tempo…morivo dalla voglia di baciarti” sussurro completamente in balia degli eventi. Lei annuisce piano e sorride dolcemente “Mi hai fatto prendere un colpo!” Risponde cingendomi le braccia al collo. Mi tira a sé per un altro lungo bacio.


***
Nina

“Cominciavo a credere che non mi avresti mai più baciata…” mormoro maliziosa a pochi centimetri dalle sue labbra. Sono così felice che potrei toccare il cielo con un dito. I suoi occhi, ora lucidi per l’emozione, non si staccano dai miei. Potrei rimanere così per ore “Potresti ripetere? Non ho capito una cosa…”
Le sue labbra si stirano in un sorrisetto sghembo. È bello da morire e non mi spiego come ho fatto a non rendermene conto fino adesso. Non riesco nemmeno a togliergli gli occhi di dosso. Il velo di barba che gli incornicia la mascella lo rende incredibilmente sexy. “Credevo di essere stato chiaro, e anche molto invece...”
Tento di replicare ma lui non mi lascia il tempo. Mi bacia di nuovo fino a farmi mancare il fiato, poi esausto, si stacca da me. “Soddisfatta? Quali sarebbero queste lacune? Ora me le elenchi una per una e…” Mi dice con un finto tono autoritario pizzicandomi i fianchi con le dita.
Scoppio a ridere, lo tiro per un braccio e mi metto a correre. “Ti prego, basta correre!” Protesta lui tenendosi un fianco con la mano libera “Volevi allenarti? Ora corri!”

Quando rallento siamo arrivati quasi dall’altra parte dei giardini. Il sole sta tramontando. Decidiamo di goderci questo momento. Liam si siede su un muretto e io mi accoccolo appoggiandomi a lui. Le sue braccia mi circondano da dietro. Appoggio la nuca alla sua spalla e lo guardo. Ha gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il sole e i raggi dorati gli illuminano i capelli, il naso, le ciglia e quelle labbra carnose con gli angoli rivolti verso l’alto in un naturale sorriso. Sento il suo cuore battere forte contro la mia schiena, un brivido mi percorre facendomi sussultare e sul mio braccio compare una leggera pelle d’oca. “Che c’è? Hai freddo?” Mormora dolcemente lui e abbassa la testa all’altezza del mio orecchio.
“No, sto bene. Mai stata meglio” rispondo. Senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte inspiro profondamente godendomi la sua presenza, il suo profumo e la stretta rassicurante delle sue braccia attorno a me.


***

Liam, 10 settembre ore 21.00

Sono quasi le nove e guardo Nina varcare il portone per rientrare a casa. Cerco la sua finestra e mi sento l’uomo più felice del pianeta. Il telefonino comincia a squillare poco dopo e sul display appare “Daniel”.
Premo il tasto verde e lo porto all’orecchio. “Oh! Sei tornato finalmente!” Rispondo allegramente. La voce seria del mio amico dall’altra parte dell’apparecchio spegne il mio entusiasmo e chiede se possiamo vederci tra poco. Non mi sembra stia molto bene ma decido di non farci troppo caso, Daniel è sempre stato un po’ strano, e gli do appuntamento tra mezz’ora sotto casa.

Imbocco la stradina che porta a casa mia e la figura del mio amico mi appare poco distante. Quando mi fermo, Daniel mi si para davanti con le braccia incrociate al petto. “Dove cazzo eri huh? Sentiamo!”
“Ma che cazzo stai dicendo?” Rispondo di getto. Non capisco di che cosa stia parlando, Daniel a volte è così confusionario. “Avevo da fare e poi perché? Ti mancavo così tanto?”
“Non essere cretino, Liam! Nina torna oggi e tu non mi dici niente? Ti piace ancora non è vero? È tutto il giorno che ti cerco e non mi rispondi mai.”

“Ehi, ehi spegni i bollori! Dan, sembri una ex-fidanzata isterica” rispondo trattenendo una risata. “E poi perché? Che c’è di così urgente?” Sono perplesso ma ora voglio sapere dove vuole arrivare.
“Perché?” Ride lui “Nemmeno te lo ricordi, vero?”
“Ti sei divertito ai giardinetti?” Insiste.
“Mi spii?” Esclamo contrariato, ma lui continua.
“Tanto lo so che eri con lei!”
“E tu come faresti a saperlo?”
“Volevo parlarti di una cosa riguardo la moto, e ti avevo portato questa, l’ho finita ma non te ne frega già più un cazzo a quanto vedo vero?!” Dice sventolandomi una cassettina registrata davanti al naso. “Cazzo, la demo del concorso!” Penso. “Passavo dai giardini per fare prima ad arrivare a casa tua, ma poi vi ho visti… ” Soffia con un sorriso sarcastico a due centimetri dal mio viso.
Il suo fiato puzza di alcol e la folata che mi raggiunge mi fa tossire.
“Che cazzo ti sei bevuto, oh!?” Gli chiedo.
“Siete già fidanzati?” Domanda ignorandomi completamente.
Lo guardo incredulo.

 “Ti ho fatto una domanda, rispondi!” Insiste pestando un piede a terra.
Lo guardo stranito. È sconvolto e quasi non si regge in piedi. Non ho nessuna voglia di parlare di questa cosa ora. Daniel mi guarda ironico e con gli occhi socchiusi come se fossi l’ultimo dei patetici. Non credo ci sia verso di farlo ragionare e il commento che mi esce dalla bocca senza che me ne renda esattamente conto non aiuta di certo. “Cosa c’è? Maureen ti ha già stufato? Com’è che ti svegli dopo due mesi con questa storia?”
“Non… non credevo che tu…”
“Io cosa? A te ancora non t’è andata giù che ti sei lasciato per l’ennesima volta con Nina anche se continui a ripetermi che è tutto superato. Tu e i tuoi “ho capito che non sono fatto per una relazione stabile…” cito. “Ora somigli una distilleria, puzzi da far schifo e non sai nemmeno quello che stai dicendo. Insomma Dan, decidi che cazzo vuoi! Dormici su, ti ospito io…ne riparliamo con calma!” Rispondo anche se non so quanto io possa essergli d’aiuto in questo momento visto che ce l’ha proprio con me!

Mi volto per fargli strada verso la porta d’ingresso quando uno strattone mi fa voltare. Il mio migliore amico mi ostruisce il passaggio. “Non hai capito, ne parliamo adesso!” Sibila.
Alzo le mani in segno di resa. “Quale parte del fatto che tu e Nina vi siete lasciati e non state più insieme da prima che partisse, ti sfugge? Insomma svegliati, cazzo, se non l’avessi ignorata tutto il tempo te ne saresti accorto che ne stava soffrendo…!” Sto cominciando a perdere la pazienza.

“Ah certo, così ti sei travestito da ‘Santo protettore degli addolorati’, ti sei messo una mano sul cuore e hai pensato bene di non perdere l’occasione di consolarla, vero? La scusa del povero ragazzo ferito e incompreso dal padre per farti figo agli occhi delle ragazze degli altri è davvero originale! Nemmeno io avrei potuto escogitare di meglio!”
“Guarda che non è così!” Protesto.

“ ‘Se mio padre mi manda a fare l’ingegnere mi sparo’ un gran bel teatrino, complimenti!” Mi risponde lui mimando sprezzante i caratteri cubitali di un titolo con le dita.
 “Lascia perdere, non parlare di cose di cui non capisci un cazzo! E poi scusa, improvvisamente mi faresti la morale, tu… che tenevi il piede in due scarpe? Lei è stata malissimo per colpa tua!”
“Eri mio amico, il mio migliore amico, potevi scegliere chiunque, invece no! Lo sapevi porca puttana! Sapevi che i-io in realtà non l’ho mai dimenticata, non ci riesco e sapevi anche che lei mi piace ancora! L’hai fatto apposta perché sei invidioso del fatto io posso correre e tu no e che dopo il trofeo di questa estate Giò dice forse mi daranno la possibilità di farmi vedere da un osservatore!”

“Per questo sei stato via tutto questo tempo?” Lo interrompo.

“Te l’avrei detto se non fossi stato occupato in altre attività. Ma dimmi, hai usato la classica scusa dell’incidente per convincerla a cascare ai tuoi piedi? Devo ammetterlo, l’allievo ha superato il maestro.” Strilla agitando le braccia. “La verità è che fai solo pena!”.

Le sue parole mi feriscono profondamente e ora che scopro anche che magari avrà una grossa occasione per essere notato, la rabbia mista a stupore e delusione mi sale sempre più. Quello era il nostro sogno e io ora non ne sono più parte.
Lo guardo e rispondo alzando gradualmente il tono “se non avessi supplicato Giò non avresti avuto la moto per gareggiare! Anzi, a quel trofeo non avresti nemmeno partecipato perché le iscrizioni erano già terminate…se non fosse per me… dovresti ringraziarmi!”

Nel preciso istante in cui pronuncio quella frase mi rendo conto che non avrei voluto dirla, non avrebbe nemmeno dovuto sapere che ho interferito e se l’ho fatto è perché ci tengo davvero a lui. Ho detto una cosa orrenda quando so benissimo che se c’è qualcuno che se lo merita questo è lui. Dan ha veramente talento; se potessi ancora correre, dei due lui sarebbe quello che si meriterebbe di più questa occasione. La rabbia però mi annebbia la mente e ora non riesco nemmeno a tenere a freno la lingua “e vogliamo parlare delle tue lagne? ‘Liam, sono andato a letto con Maureen’, ‘se non le dico a te a chi cazzo le dico queste cose?’” Aggiungo imitando la sua voce. “Mi hai fatto due palle così con quella, invece di pensare a Nina… Non ti accorgi nemmeno di quanto è fantastica, l’hai ignorata per metà dell’anno scolastico, hai sprecato la tua occasione e ora sarei io lo stronzo. Ma dico, guardati?! Non sei divertente e nemmeno credibile oltre che ingrato e se sei venuto per litigare a tutti i costi, sappi che non ne ho per il cazzo!” Lo spintono e mi allontano qualche passo in direzione di casa.

Dan mi guarda con la bocca semichiusa e un’espressione esterrefatta sul volto, “Stai cercando di farmi sentire in colpa? Non ci provare, Nina era la mia ragazza e tu lo sapevi!”
“E allora perché cazzo hai deciso che era meglio non vedervi più?!” Ora mi sta facendo incazzare. “Che palle! Sono passati dei mesi, non puoi uscirtene ora con questa storia! Nina era la tua ragazza e noi… noi siamo solo amici!” Gli dico.

Daniel rimane fermo per un attimo e borbotta qualche cosa che somiglia tanto a “si certo, si vede lontano un chilometro che le muori dietro…!” Quando mi raggiunge si aggrappa alla mia spalla. “Che altro vuoi eh?” Gli chiedo.
Ora cerca di colpirmi prendendo a pugni il vuoto sbraitando “Io l’amo capitoo?!”
Questa è buona! “Dan, tu adori le donne… ma amare? Non hai mai amato una ragazza nella tua vita, tu ami solo le corse e le moto! Solo che stavolta ti è capitata quella che non hai scaricato al terzo appuntamento, una che non si è stufata di te al più tardi dopo una settimana come ti è successo finora e quindi non sai come gestire questa storia. E poi gliel’hai mai detto? Non mi risulta! Le hai chiesto cosa vuole lei? Eh?” Sbotto.

Daniel mi guarda con aria di sfida socchiudendo gli occhi “tu… ti credi meglio di me ma in realtà sei solo uno stronzo traditore e giuro ti ammazzerò se ti metterai in mezzo!” Esclama con la voce impastata.

“Va bene, basta così. Andiamo, forza leviamoci di qui…stai rompendo i coglioni a tutto il quartiere!” Faccio per voltarmi ma le mani del mio amico strette in un pugno mi colpiscono in pieno viso.
“Sei un bastardo!” Sbraita gettandosi su di me. Cerco di riaprire gli occhi e allo stesso tempo di togliermelo di dosso ma finiamo per perdere l’equilibrio, cascando entrambi a terra.

Non è la prima volta che faccio a botte  ma il fatto che le sto buscando da un ubriaco che è pure il mio migliore amico potrebbe quasi essere una scena comica, invece è patetica. Quando finalmente riesco a spingerlo lontano da me sta ancora sbraitando parole senza senso. Il sapore metallico del sangue che mi esce dal labbro mi provoca una smorfia di disgusto.

“Ah” esclama prima di andarsene “la base te la scordi! Anzi fammi il piacere di dimenticarti della nostra amicizia! Con te ho chiuso!”. Butta il nastro registrato in terra e lo pesta con il piede mandando in frantumi l’involucro di plastica senza lasciarmi il tempo di replicare.

Lo guardo allontanarsi barcollando poi raccolgo i pezzi di quella cassettina con il nastro aggrovigliato, e mi allontano nella direzione opposta. Non ho voglia di tornare a casa, sento il labbro gonfiarsi, l’occhio e il fianco mi stanno facendo vedere le stelle. Quando mi sono accorto di provare qualcosa per Nina sono stato onesto con lui, poi, oltre a quel bacio non c’è stato più nulla. Quello che ho fatto prima che partisse l’ho fatto d’impulso, sapendo anche che si erano già lasciati.
Ora però mi sento in colpa perché non c’è tradimento peggiore e più difficile da perdonare che quello commesso dal tuo migliore amico. Non mi piace vederlo stare male per colpa mia, anche se non posso farci niente se le cose sono andate così. Non avrei mai immaginato che la nostra amicizia potesse finire per un motivo del genere.




******
Ciao a tutti!
Innanzitutto perdonatemi per questo capitolo pieno di parolacce, forse si vede che non sono troppo abituata a dirne.... sono stata un po' ripetitiva ma diciamo che mi servivano!
Eccoci qui con un nuovo capitolo.... credevate che andasse tutto liscio? Liam tra paranoie ed efuoria ha ceduto a ciò che gli diceva il cuore in quel momento. E Dan? Trovandosi davanti agli occhi la realtà non l'ha presa troppo bene come si immaginava all'inizio.
Risciranno a raccogliere i cocci? E soprattutto.... davvero finita?
A presto 
Elev
  
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