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Autore: ross_ana    15/08/2009    2 recensioni
Vanessa...il nome della sua bambina...il nome del suo regalo più grande...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tutto per lei che è il regalo più grande'
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Claudia guardava fuori. Pioveva. Le gocce giocavano a rincorrersi sul vetro della finestra. Che poi tanto finestra non era visto che si trovava nel suo attico con la parete rivolta a nord tutta in vetro. Ma le piaceva pensare che quel piccolo spazio dove poggiava la mano fosse una semplice finestra, come quella dalla quale guardava sempre quando era ragazza, quando era in Italia...

Erano passati sei anni da allora.

Claudia si era trasferita all'università della sua città dopo essere stata fuori due anni. Era tornata per stare più vicina alla sua famiglia, ma soprattutto per stare più vicina ad Andrea, l'unico che avesse mai amato, l'unico che l'avesse mai resa felice, l'unico a cui aveva donato il suo cuore... e l'unico che gliel'aveva spezzato, quando quel 16 agosto, due settimane prima che lei partisse per Pisa, l'aveva lasciata, dicendole che non l'amava più. Claudia era partita con il cuore a pezzi, ma voleva realizzare il suo sogno: studiare per diventare un ingegnere aerospaziale, andare a lavorare alla NASA e diventare un'astronauta. Ma dopo due mesi di sofferenza segreta, la sua finta-forza cedette al dolore, e così Claudia, lontana dalla sua famiglia e libera di comportarsi come voleva, si rintanò nel suo letto dove si lasciò andare all'autocommiserazione. Non riusciva più a studiare, ogni volta che provava a distrarsi si sentiva male, perchè in testa aveva un unico pensiero: Andrea. Così decise di cambiare facoltà.

- Ho frequentato il liceo classico, facevo due ore di matematica alla settimana. Immagina che non ho fatto nemmeno limiti, derivate e integrali. Diciamo che ci ho provato per non avere rimpianti...

Questo era quello che ripeteva a tutti quelli che le chiedevano - perchè hai cambiato facoltà?

Ma la verità era diversa. E la sapevano in pochi. Ma stare lontana da casa aiutava. Mille km di distanza sono un ottima scusa per stare fuori il più possibile. Ma le vacanze erano arrivate e Natale in famiglia era obbligatorio. Ad attenderla, nel paesello che l'aveva vista nascere e crescere, gli amici di sempre, che non la vedevano da quattro mesi, e che per quei 15 giorni non avrebbero ammesso defezioni. Ogni sera insieme, a giocare a poker, a ubriacarsi, a ridere, a scherzare... e ogni sera Claudia incontrava lo sguardo di Andrea e faceva finta di niente. Non un cambio di espressione. Niente che potesse far intendere che il suo cuore, o quello che ne era rimasto, sotto quello sguardo sanguinava copiosamente.

Erano ormai passati due anni, ma Claudia continuava ad amare Andrea come il primo giorno, e stanca di soffrire, decise che avrebbe provato a riconquistarlo.

Quell'estate si incontrarono più di una volta. Spesso si scambiavano sguardi arrabbiati, spenti, giocosi, persino affamati. Ma mai una parola. Nemmeno un "ciao".

Iniziarono i corsi all'università. Claudia frequentava la facoltà di Lingue e Letterature straniere, Andrea invece frequentava il primo anno di ingegneria meccanica insieme a Riccardo, il migliore amico di entrambi. Ma le cose non cambiarono. Infatti Claudia aveva provato ad avvicinarsi a lui, ma proprio mentre stava per chiamare il suo nome, una bionda super sexy si era buttata tra le sue braccia dandogli un bacio da mozzare il fiato. O per lo meno Claudia aveva smesso di respirare. Riuscì a mala pena a ricacciare indietro le lacrime e a fuggir via, per fortuna senza essere vista nè da lui ne da quella stronza poco bionda ma molto rifatta. Era proprio di questo che stava parlando con Caterina, la sua migliore amica, quando seppe della festa.

- Adesso basta. Devi reagire. Hai rinunciato ai tuoi sogni per lui. Ti sei trasferita da Pisa a Cosenza per lui. Stai male e non ha senso quindi vai e diglielo. Punto.

- Dire cosa a chi?- chiese Riccardo che vedendole discutere si era avvicinato e aveva sentito solo l'ultima parte del "discorso".

- Dire al padrone di casa che il materasso è vecchio e lo deve cambiare. - Ormai era diventato facile inventarsi scuse credibili per i suoi momenti di dolore esternato.

- Si, e io mi chiamo Napoleone Bonaparte. - Certo, c'era da considerare che Riccardo la conosceva meglio di chiunque altro, come Caterina, e mentire a lui era veramente difficile.

- Ehm... - era andata in panico, non perchè Riccardo la potesse credere una pazza scatenata, ma perchè con lui il "discorso Andrea" era tabù. Era il migliore amico di entrambi, e nessuno dei due gli avrebbe mai chiesto di scegliere, perciò con Riccardo Claudia non parlava di Andrea, e Andrea non parlava di Claudia. O almeno così credeva lei.

Riccardo continuava a guardare Claudia con uno sguardo indagatore, ma lei aveva distolto lo sguardo. Errore. Chi mente non deve mai abbassare lo sguardo per primo. Ma Claudia era aveva bisogno di mettere a posto le sue emozioni e affrontare il suo amico con sorriso sulle labbra. Non che con Riccardo sarebbe servito a molto, infatti, come se fosse capace di leggerle nel pensiero, si girò verso Caterina e parlò con lei.

- Adesso basta. Non può continuare così. Guardala! Finge con me. CON ME. No, non mi sta più bene. Da ora in poi si passa al piano B.

- Il piano B?

- Si. Visto che quello A, stare fuori da questa storia, non è servito a niente, si passa al piano B.

- Ovvero?

- Dire a Claudia tutto quello che Andrea mi ha detto da quando l'ha lasciata.

- Noooooooo.- Il suo urlo disperato.

Riccardo e Caterina la guardarono con un espressione incredula sul volto.

- Non vuoi sapere cosa...?

- No.- Non lo fece nemmeno finire di parlare. - Non mi interessa sapere nei minimi dettagli e particolari cosa ti ha detto Andrea. Non mi ama più e adesso sta con quella stronza che è una seppia per quanto gli sta appiccicata. E' già doloroso così, non voglio sapere altro.

- Sei una cretina.

- Cosa?- La rabbia cresceva. - Senti Riccà, non ti ho mai parlato di questa storia perchè non volevo metterti in imbarazzo, ma tu non lo sai quanto sono stata male, quanto ancora sto soffrendo, quindi per favore lasciami in pace.

- Ripeto: sei una cretina!

Claudia aveva davvero perso la pazienza e non volendo prendere a schiaffi il suo migliore amico prese la decisione repentina di tornarsene a casa a farsi un piatto di pasta invece di mangiare a quella stupida mensa.

- Andrea ti ama. Non ha mai smesso di farlo. Ti ha lasciato perchè voleva che tu realizzassi i tuoi sogni. Sapeva che avreste sofferto troppo stando lontani, così ti ha lasciato prima che tu potessi tornare da Pisa e rinunciare ai tuoi sogni. Tutto quello che ha fatto l'ha fatto per te.

Quante volte aveva sognato che qualcuno le dicesse quelle parole... eppure erano sbagliate. Non potevano essere vere, lui stava con un'altra.

- E allora quella cozza?

- Clà, rispondimi sinceramente. Quante volte Andrea ti ha visto piangere per lui?

- Nessuna.

- Quante volte gli hai fatto capire di essere ancora innamorata di lui?

- Nessuna.

- Quante volte gli hai fatto credere di avere una cotta per Luca?

- Sempre.

- Ecco. Appunto.

- Ecco appunto cosa?

La rabbia stava cedendo il posto alla speranza.

- Vorresti dire che sta con quella per farmi ingelosire?

- Buongiornoooo. Ci sei arrivata finalmente.

No. Non poteva essere vero. Eppure tutto combaciava con il carattere di Andrea: deficiente fino in fondo. Ma non riusciva a pensare alle cose brutte del caso. In quel momento il dolore era come sparito. Il suo cuore batteva a una velocità incredibile, si sentiva volare...

- Ciao ragazzi, stiamo organizzando la festa per le matricole, ma per evitare lo scatafascio dell'anno scorso, l'abbiamo fusa con la festa di inizio semestre, quindi vi aspetto sabato dalle dieci al centro sociale "I Martinson". Non mancate. Ci sarà alcool a fiumi e un delirio di gente. Ecco.

Questo mezzo robot aveva detto tutte queste parole in meno di dieci secondi, e intanto distribuiva volantini...bè...per fortuna aveva lasciato i volantini, perchè di quello che aveva detto nessuno ci aveva capito molto.

Poi Claudia non si era accorta di niente. Lei era persa nel suo mondo, cercava di regolarizzare i battiti del suo cuore, ma non era un'impresa facile con le emozioni che stava provando. Erano due anni che non si sentiva così...FELICE! Quando alzò lo sguardo vide una mano che sventolava davanti al suo viso.

- Clà, svegliati!Ci sei?

La voce di Caterina la riscosse dai suoi pensieri.

- Base terra chiama Claudia, rispondi.

- Ci sono.

- Alleluja. Pensavamo ti fossi addormentata. Dai andiamo.

- Dove?

- A prepararci.

- Per cosa?

Riccardo e Caterina si scambiarono uno sguardo perplesso.

- Allora?- insistette Claudia.

- Devi essere perfetta. Hai un ex da riconquistare.

Caterina aveva detto quella frase con fare cospiratorio e inevitabilmente tutti e tre scoppiarono a ridere.

 

Mentre continuava a guardare le gocce sulla vetrata, Claudia sorrise pensando alla "chiacchierata amichevole" fatta con i suoi migliori amici.

- Mammina, perchè sorridi?

Claudia prese in braccio il suo piccolo tesoro e le diede un bacio sulla fronte.

- Stavo pensando a zio Rick e a zia Cate.

La bimba si rattristò. - Quando potrò rivederli?

- Presto Nes, molto presto.

Gli occhi della bambina si illuminarono e gettò le braccia intorno al collo della mamma.

- Che bellooo! Vengono a trovarci?

- No amore. Andiamo noi in Italia.

- Coooooooooooooooooosa?- La bambina era incredula.- Mum, are you playing?

- No amore, non sto scherzando. E parla italiano, altrimenti i nonni e gli zii non ti capiranno.

- AAAAAAA... ok, sorry...no, ehm, scusa. AAAAAAAAAAAAAAA. Andiamo in Italia, andiamo in Italia, andiamo in Italiaaaaa.

Quella sera Nessie era così agitata che ci volle un'eternità per farla addormentare. Claudia dovette cantare più di un ora stringendola tra le sue braccia forti di mamma per farla calmare, e dovette ripeterle tante volte che non era uno scherzo.

Il giorno della partenza arrivò in fretta, e visto l'ultima notte in bianco, in aereo Vanessa si addormentò quasi subito. Questo diede la possibilità a Claudia di mettere in ordine le idee e persa tra i suoi pensieri ritornò al ricordo di quel famoso sabato e di quella famosa festa.

- Allora siete pronte? Alessandro, il fidanzato di Caterina, ci stava aspettando da più di un ora.

- Cinque minuti.

- Amò è un ora che ripeti "cinque minuti"

- Senti, non rompere. Se hai fretta vattene.

- No, vi prego. Non litigate per me. Sono già in iperventilazione, non vi ci mettete pure voi.

- No Clà, tranquilla. E' che ho sete.

- Quindi stasera devo guidare di nuovo io?

- No amore mio, prima di tornare mi riprendo.

- Certo, come no.

Qualche minuto e qualche battibecco dopo, la sua parrucchiera-truccatrice-stilista-SUPERMIGLIOREAMICA presentò Claudia davanti ad Alessandro, che vedendole finalmente pronte fece un salto di gioia e si divulgò in migliaia di complimenti per entrambe.

Scesi dalla macchina si avviarono verso l'uscita del parcheggio, dove li aspettava Riccardo, ma c'era anche un'altra sorpresa ad attenderli: Andrea era con lui.

- Oddio, oddio, oddio. Mi sento male. Me ne voglio andare. Aiuto.-  Il panico si era impossessato di Claudia.

- Smettila di fare la stupida o ti picchio.

- E io l'aiuto.

- E Riccardo aiuta ad Ale. Quindi non ti conviene. Respira. Vai e affrontalo. ADESSO.

 

Qualche ora più tardi Claudia era nel suo letto che sospirava felice, con la testa su petto di Andrea dopo aver fatto l'amore con lui.

- Mi sei mancato tanto.

- Anche tu.

- Non sai quante volte ho sognato questo momento.

- Già.

- Ti amo.

- Clà io...

- Si lo so. Anche tu sei stato male e ora vuoi andarci piano. Lo capisco. E non ti ho detto che ti amo perchè volevo che tu lo dicessi a me. Te l'ho detto perchè me lo sentivo, e perchè altrimenti Riccardo e Caterina mi avrebbero uccisa.

Andrea sorrise e le accarezzò i capelli.

Dopo pochi secondi, o forse dopo tante ore, si addormentarono. O meglio, Claudia si addormentò, Andrea rimase a guardarla per un tempo infinito.

- Amore mio scusa per tutto quello che ti ho fatto passare, per tutto il dolore che ti ho causato. Sei la persona più importante della mia vita e ti amo, ti amo infinitamente. Ma non ti merito. Sono la causa dei tuoi sogni non realizzati. Non posso starti ancora vicino. Scusa, scusa di tutto.

Mentre sussurrava queste parole, parole che Claudia, beata nella sua incoscienza, non poteva sentire, Andrea si vestì, e lasciato un biglietto sul comodino se ne andò, sapendo che non avrebbe mai più messo piede in quella casa.

Quando Claudia si svegliò, non trovandolo vicino, si spaventò. Poi vide il biglietto e sorrise. Ma fu un sorriso breve, che si trasformò in un pianto irrefrenabile quando lesse le sue parole: "Quello di stanotte è stato un errore. Non cercarmi più. Sono fidanzato e la amo. Addio".

Non lo cercò più. Promise a se stessa che gli sarebbe stata lontano. E che non sarebbe stata più con nessun altro.

Due mesi dopo scoprì di essere incinta. Non c'erano dubbi, il padre era lui. Ma non glielo avrebbe detto. Aveva promesso. Allora che fare?La soluzione arrivò qualche giorno dopo. Un amico di suo padre aveva aperto una filiale della sua società a New York, e aveva bisogno di ragazzi nuovi che si occupassero in sede delle pratiche italiane. Gli disse che, essendo Claudia una laureanda in Lingue, era la persona adatta a svolgere questo ruolo, tra l'altro ben pagato, e Claudia accettò senza pensarci troppo.

Aveva parlato con i suoi genitori. Aveva detto loro che era incinta, che il padre era Andrea, che voleva tenere il bambino e che a lui non avrebbe detto niente. Partì per New York il giorno del suo compleanno, il 2 gennaio, e cinque mesi e mezzo dopo nacque Nessie.

Il regalo più bello che la vita le avesse fatto.

Nessie aveva conosciuto i nonni e i suoi padrini Riccardo e Caterina, all'età di due anni, quando erano andati tutti in America per il battesimo della bambina. Da allora ogni anno andavano a trovarla, grazie ai viaggi gratuiti della società per cui lavorava che Claudia cedeva loro...

- Mamma, perchè sorridi?

- Tesoro, ti sei svegliata? Stavo pensando che tra poco rivedremo lo zio Rick e la zia Cate.

- Si mammina, non vedo l'ora. Sono così emozionata.

- Amore mio grande. Ti voglio bene.

- Anch'io te ne voglio mamy.

La bambina fece un sorriso, uno di quei sorrisi che rendevano Claudia la donna più felice al mondo. Aveva avuto ciò che aveva sempre voluto: un legame indissolubile e indistruttibile con l'unico uomo che avesse mai amato e che avrebbe amato per sempre. Vanessa, accoccolata tra le sue braccia, era la fotocopia di suo padre, a parte gli occhi, azzurri come quelli della mamma. Lei, Nessie, era il suo miracolo. E anche se le parole di quel bigliettino le ronzavano ancora in testa, Claudia sapeva che quello non era stato un errore, perchè le aveva donato il suo piccolo fiore, il suo diamante: il frutto del loro grande amore.

   
 
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