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Sofia
era seduta nel giardino di casa, le piaceva guardare i fiori che la mama coltiva,
e disegnare su suoi fogli di album. Era intenta a riprodurre una delle piante che
abbelliscono il retro della casa quando la sua attenzione fu richiamata da
qualcosa che la incuriosì. Sembrava un pianto, ma la piccola sapeva che solo di
fronte c’era un neonato, ed era impossibile che si sentisse fino lì. Si alzò dalla
sua sediolina, perché curiosa vuole capire cosa stava ascoltando, così iniziò a
gironzolare; in casa mamma Jen sta cercando di preparare qualcosa di non troppo
pesante, perché tra gli avanzi del Ringraziamento e le venture festività, c’era
tanto da ingrassare, ridacchiò tra sé.
Sofia
era ancora intenta a capire da dove provenisse quel suono che giungeva alle sue
orecchie, arrivò davanti alla staccionata e sentì farsi più nitido il rumore.
Guardò e con grande stupore, si accorse che c’erano due piccoli gattini in un’insenatura.
Vorrebbe toccarli, ma sa che non deve farlo, non sa di chi sono ed erano molto
piccoli, l’unica cosa che le venne in mente era che avessero fame. Così corse
in casa e si precipitò dalla mamma.
Mom?
– la richiamò quando si avvicinò a lei, che era intenta a leggere qualcosa con
la faccia nel suo tablet.
Mmh,
dimmi cignetto – sorrise abbandonando la lettura.
C’è
una cosa che devi vedere – la donna incuriosita ma anche insospettita, sperando
che Sofia non avesse fatto caos in giardino, la guardò.
Sofia
non hai rovesciato i vasi di mama vero? Perché spezzerà le mani a me – disse
fintamente seria.
No,
è una cosa bella, almeno credo – la guardò mentre le porgeva la mano – Vieni o
no? – la incitò e allora a quelle parole Jen la seguì. Arrivarono nel punto
dove Sofia aveva trovato i gattini e si inginocchiò a guardarli, senza
toccarli, per poi rivolgere lo sguardo dolce alla mamma.
Li
hai trovati qui? – li guardò era davvero piccoli, ma non appena nati – Non li
hai toccati vero? – chiese premurosa.
No
mom, li ho solo guardati! Secondo me piangono perché hanno fame – li guardò
ancora.
Sì,
forse hai ragione cignetto, ma non possiamo toccarli, la mamma potrebbe non
tornare da loro se sente puzza umana – spiegò.
Mamma
ma noi non puzziamo mica, abbiamo fatto il bagno ieri – sorrise guardandola.
L’odore
umano, hai ragione, siamo profumate – le accarezzò la guancia.
Possiamo
lasciare il lattuccio? – la guardò – Non li tocchiamo!
Resta
qui senza toccarli, se dovesse arrivare la mamma allontanati intesi? – era una
bambina attenta, annuì.
La
mamma dei gattini non tornò da lì a tre giorni, quando invece rientrò Lana dal
suo viaggio.
Mama
sei tornata – sorrise accogliendola davanti all’uscio di casa. La donna si
chinò all’altezza di sua figlia e l’abbracciò stretta, con la tracolla in bilico
sulla spalla.
Da
me - sorrise Jen, liberandola dalla borsa e lasciando che mamma e figlia si
coccolassero – Come è andato il volo? – Lana la guardò e la rossa capì subito
che c’erano state delle turbolenze.
Ho
vomitato anche l’anima – disse tenendo la piccola ancora tra le braccia.
Hai
dimenticato i polsini mama – disse ovvia la piccola.
Sono
una sbadata – la guardò mentre la piccola, la teneva per mano e andavano in
salotto, dove si sedettero al divano. Sofia subito le si mise sulle gambe e
poggiò la testa al suo seno, e le coccoline tra i capelli e la schiena non
tardarono ad arrivare. La rossa approfittò di quel momento per guardare le sue
bellissime donnine assieme, era sempre bello vederle, c’era però da dire che la
mora non fosse proprio dell’umore per la notizia che le avrebbero dato a breve.
Avrebbe atteso, e nel frattempo andò a preparare per la moglie una tisana
rilassante.
Ecco
amore – sorrise porgendosi a darle un bacio, dopo aver lasciato la tazza sul
tavolino da thè e un piattino con dei biscotti.
Grazie
tesoro – ricambiò il bacio posandole una mano sulla guancia – Dorme? – chiese guardando
Sofia.
Sì,
dalla a me la porto a letto – sorrise e prese la piccola tra le braccia
portandola nella sua cameretta. Quando tornò sua moglie si era privata delle
scarpe e aveva incrociato le gambe sul divano, aveva l’aria stanca e il viso
pallido, sperò che non si fosse beccata l’influenza.
Preparo
un bagno caldo amore, hai una brutta cera – disse accomodandosi accanto a lei.
Devo
solo dormire, non è nulla tesoro davvero – prese la sua mano e cercò di
rilassarsi.
Qualcosa
non va con la boutique? – chiese, anche se il viaggio era a New York, per un provino,
non voleva opprimerla con le domande sconvenienti.
Tutto
apposto – sorrise alla nonchalance con cui sua moglie le chiedeva le cose – Non
so cosa rispondere per il provino però.
Rispondi
di sì – sorrise guardandola fiera di lei – Perché sei indecisa?
Jen
significherebbe trasferirmi a New York, e sai che non voglio stare troppo
lontana da voi – disse poggiando la testa alla sua spalla. Jen le avvolse un
braccio intorno alle spalle e la portò ad appoggiarsi sulle sue gambe.
Ce
la caveremo come sempre – iniziò.
A
settembre prossimo, Sofia inizia la scuola Jen – sospirò.
Parliamo
dell’anno prossimo amore – le accarezzò i capelli ricci osservando il suo viso
provato.
Sai
come funziona Broadway – la guardò – Preparazione, la prima, tutte le repliche,
perderò la prima volta di Sofia a scuola e no, non possiamo trasferirci a New York,
gli amichetti del cignetto sono qui, e voglio che non li perda e poi tu devi
lavorare qui.
Se
ne farà di nuovi e io posso sempre stare in stallo per un po’ – la guardò.
No,
vogliono che dirigi quel film Jen, non posso chiederti di rinunciare- si mise
su.
E
io non voglio che rinunci al tuo spettacolo a Broadway – ammise.
Come
facciamo allora? – chiese mentre fissava lo sguardo oltre la finestra, e vide quattro
occhietti brillanti guardarla – Jen cosa sono? – chiese indicandoglieli.
Ecco
Sofia ed io li abbiamo trovati in giardino, la mamma li ha abbandonati –
spiegò.
Non
possiamo tenerli Jen – alzò la voce accidentalmente guardandola.
Lana
calmati – guardò sua moglie con un sopracciglio alzato, era tesa okay, ma non
poteva prendersela per due gattini.
Non
possiamo chiaro? – in quel momento comparve Sofia, che aveva sentito la voce
della mama.
Perché?
– la piccola la guardò.
Perché
no tesoro, non possiamo – la scrutò, era la prima volta che vedeva quell’espressione
sul viso di sua figlia, almeno rivolta direttamente a lei, e si sentì uno schifo.
Tu
sei cattiva, non hanno la mamma, andranno al rifugio e nessuno li vorrà più –
disse scattando verso il corridoio.
Sofia!
– Jen la richiamò, ma la piccola la ignorò andando in camera sua – Che ti
prende si può sapere? – disse guardando sua moglie – Non c’è una motivazione, al
fatto che non possiamo tenerli – sbuffò guardandola e andando via.
Quella
serata era finita davvero in maniera pessima, e Lana si era ritrovata ad
addormentarsi sul divano. Era così strano per lei non risvegliarsi accanto a
sua moglie, capitava solo quando una delle due non c’era. E la cosa
destabilizzava molto la mora, anche pensando all’ipotesi di accettare il lavoro
a duemila settecento ottantanove miglia di distanza dalla sua famiglia. Aveva
compreso dopo il motivo della reazione alla vista dei due mici fuori dalla loro
porta finestra, e si era data della stupida.
Ehi
– la voce sottile di sua moglie la destò dai suoi pensieri – Non sei venuta a
letto stanotte? – chiese pensando che si fosse semplicemente svegliata da poco.
Ehi
– le rivolse un leggero sguardo – No sono rimasta qui! – ammise. Entrambe
odiavano discutere, e adesso che Sofia aveva reagito per la prima volta così,
era anche strano – È ancora arrabbiata con me? – chiese e Jen le si sedette di
fianco, passandole una mano sulla schiena ricurva della moglie.
Le
passerà, ma dovrai darle una spiegazione sensata al perché non possa tenerli,
Lana, lo sai, Sofia non disubbidisce mai! – chiarì – Che succede?
Non
so se riesco ad affezionarmi più – non la guardò, i ricordi erano sempre vividi.
Per
loro? – chiese Sofia, facendo il suo ingresso silenzioso, con in mano le foto
di Lana con Lola e di Jen con Ava. Le due donne guardarono la piccola e le foto
che aveva tra le dita.
Dove
lei hai trovate? – disse Lana rivolgendole un ampio sorriso.
In
una scatola in cameretta mia – sorrise e si sedette al centro tra le due donne –
Ti manca? – chiese a bruciapelo ed era una domanda per entrambe.
Molto
– risposero entrambe e si guardarono.
Scusami
se ho detto che sei cattiva mama, non è vero – Sofia le accarezzò la mano,
guardandola e gli occhi di Lana si inumidirono di lacrime da alcuni giorni represse.
Non
preoccuparti cignetto – le lasciò un bacio tra i capelli – Scusami tu se ho
detto che non possiamo tenerli, non è vero! – ammise.
La
mamma si è solo spaventata, e ha reagito male, non voleva – disse Jen aiutando
sua moglie.
Quindi
possiamo tenerli? – chiese.
Sono
arrivati per un motivo nella tua vita, come Lola nella mia – sorrise non aveva
raccontato niente a Sofia, e così quella fu l’occasione per spiegarle il
significato dei suoi due tatuaggi, legati al ricordo della cagnolina. E la
bimba rimase abbastanza colpita e commossa da tutto il racconto che la mamma le
fece, trattenendo a più riprese le lacrime.
Grazie
mama – disse abbracciandola e andando a prendere i due cuccioli.
Li
portiamo al veterinario vero? – la mora guardò la moglie che sorrideva come la
loro bambina. Anche a lei mancava Ava, ed era assolutamente normale per chi
aveva un’animale domestico, considerarlo uno di famiglia, da quando entra nella
tua vita a quando se ne va.
Certo
amore - sorrise mentre la piccola gliene metteva uno per ciascuna.
Sono
maschietti, come li chiamiamo? – disse Sofia guardandole e sedendosi di nuovo
in mezzo. Le due donne carezzarono il pelo dei gattini sentendoli miagolare.
Non
saprei, secondo te, Jen? – la mora la guardò.
Lascerei
decidere a Sofia – che non aspettava altro.
Hook
e Hood – ridacchiò – Che dite? – le due donne si guardarono e ridacchiarono a
loro volta. La storia della serie, stava portando Sofia ad amare
particolarmente i personaggi, e loro non potevano essere che felici.
Penso
siano perfetti, hanno anche il loro colore degli occhi, vero? – chiese Lana a
sua moglie.
Sì, esattamente! – e coccolarono i micetti, che facevano fusa e miagoli.
Ecco
qui un nuovo capitolo, mi sono un po' commossa anche io scrivendolo,
che volete farci l'età! XD Ho altre quattro idee che
abbinerò assieme, ciò nonostante, resto sempre
aperta alle vostre idee! Alla prossima xoxo