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Autore: bridgetvonblanche    16/07/2020    4 recensioni
[bts crime/noir au]
«Volevo davvero riuscire ad odiarti per aver pensato a cosa fosse meglio per me quando eri tu il meglio per me»
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLACK INK.

 

[11]
 




Un vaso di meravigliosi garofani bianchi era stato disposto sul comodino accanto all'ampia finestra della stanza d'ospedale, consentendo a quei fiori delicati di godere appieno della piacevole luce solare che ancora per poco avrebbe continuato a filtrare attraverso le tende, di tanto in tanto scostate da una brezza leggera.

— Come stai? —

Quella che avrebbe potuto tranquillamente essere la domanda più banale del mondo si originò in modo così spontaneo dalle labbra di Jieun da non riuscire a passare inosservata, soprattutto non alle orecchie di colui che, ormai da un paio di giorni, aveva reso propria quella lussuosa camera d'ospedale. La ragazza che l'aveva pronunciata si avvicinò cosi al bordo del letto su cui Taehyung giaceva supino solo dopo aver irrorato con la dovuta attenzione i petali di quegli incantevoli fiori, prendendo poi posto accanto a lui senza aggiungere altro, aspettando solo di sentirlo rispondere a quella sua innocente domanda. Jieun iniziò così ad accarezzare delicatamente le dita sottili e le nocche ben in vista della mano destra del ragazzo, chiusa a pugno sul lenzuolo del letto mentre, dalla spalla sinistra, una vistosa fasciatura ricopriva il suo intero braccio fino ad arrivare al polso, immobile e fermo proprio all'altezza dell'ombelico.

— Come avrai notato, non sono molto bravo come agente sotto copertura, — si lasciò sfuggire lui senza rancore, cercando al tempo stesso di schiudere le proprie labbra in un timido sorriso per farle sembrare che stesse andando tutto bene, ricredendosi esattamente nell'istante successivo, quando una fitta lancinante gli attraversò la spalla, costringendolo a mutare quel finto sorriso in una patetica smorfia di dolore.

— Non dirlo nemmeno per scherzo Tae, — cercò di metterlo a tacere Jieun, rimboccandogli dolcemente il candido lenzuolo sopra il petto, — Sei l'uomo più coraggioso che conosca e io-, —

— Non è vero, se Jungkook non avesse richiamato l'attenzione dei nostri aggressori quel colpo sarebbe andato a segno, — la interruppe lui ancora una volta, portando la sua unica mano libera su quella di lei, invitandola così ad interrompere ogni sua azione quasi materna per prestargli il dovuto ascolto, — E non sulla mia spalla, — aggiunse poi in tono fermo e distaccato, ottenendo però come unico risultato quello di far raggelare il sangue nelle vene della giovane Jieun. 
Solo l'idea che quel colpo di pistola sarebbe potuto andare a segno pochi millimetri al di sotto della clavicola sinistra di Taehyung fu un pensiero troppo orrendo e spietato da poter sostenere, persino per un medico come lei, abituato a immagini ben più forti.

— Quindi, al momento, l'uomo più coraggioso che conosci non sono certo io, — proseguì nel suo discorso il giovane procuratore. Sdraiato in quel letto stretto e particolarmente scomodo, Taehyung si concesse giusto il tempo di prendere un profondo respiro prima di trovare il coraggio per distogliere lo sguardo dal volto pallido e addolorato della ragazza ancora seduta ed immobile accanto a lui per rivolgerlo piuttosto verso la meravigliosa composizione floreale disposta sul comodino, nel vano tentativo di sentirsi in qualche modo sollevato.

— Ti prego non aggiungere altro, ora devi solo pensare a riposare, — fu quindi lei a tentare di sviare quel discorso che stava diventando sempre più ostico e complicato da gestire, ritrovandosi però ad abbassare a propria volta lo sguardo a quelle sue dure constatazioni per tornare a concentrare ogni energia che le era rimasta nel tentativo di scaldare quella mano fredda, stretta ancora nella sua.

Non le erano mai andati troppo a genio i silenzi. Che fossero di pochi istanti o estremamente lunghi e prolungati, il non riuscire ad avvertire alcun suono nella sua testa rimbombava come la più assordante delle urla. Ed era qualcosa di davvero insostenibile.

— Io ti amo Jieun, — per questo fu grata a Taehyung quando fu in grado di percepire la sua voce tornare a solleticarle le orecchie, con parole non certo di non secondaria importanza, — Ma non posso non accorgermi del modo in cui lo guardi, — lo sentì proseguire nel suo tortuoso ragionamento solo un istante più tardi, ma senza riuscire a guardarla negli occhi.

A quella frase, pronunciata con insolito vigore, Jieun non potè fare altro che sollevare di scatto i propri occhi, presa completamente alla sprovvista per quelle parole che le avevano provocato un acceleramento inconsueto dei battiti e per due motivazioni diametralmente opposte. Se da un lato infatti vi era la certezza di aver sentito Taehyung rimarcare con decisione il suo amore per lei (cosa che, a dirla tutta, non accadeva da forse troppo tempo), dall'altra all'interno del suo petto stava crescendo il più cieco terrore per dove e su chi quella conversazione avrebbe potuto portarli. 

Era vero, il caso e le indagini avevano riaperto una ferita profonda che Jieun credeva di essere stata capace di ricucire nel corso degli anni e che invece - a suo malgrado - si era nuovamente infettata, tornando a bruciare più forte di prima. Inarcò quindi un sopracciglio, chiedendosi per quale assurda ragione ancora Taehyung si stesse incaponendo su un argomento su cui era impossibile fare chiarezza in un letto d'ospedale, invece che pensare solo a rimettersi alla svelta e tornare da lei.

— Un tempo guardavi così anche me, — lo udì ammettere nuovamente dal nulla, come se non ci fosse alcun antidolorifico che potesse mettere un freno e controllare il flusso delle sue riflessioni, — E questo pensiero è così doloroso che non riesco a respirare, — asserì poco prima di portare la mano che la ragazza stava stringendo tra le sue a sfiorare la pesante fasciatura posta lungo il suo braccio sinistro. Jieun poteva non esserne ancora perfettamente consapevole, ma la ferita che si era aperta nel cuore di Taehyung faceva comunque molto più male che non quella che gli aveva squarciato una spalla.

— Non dire sciocchezze, — provò a placare quella scia devastante di pensieri lei, facendosi ancora più vicina alla sponda del letto, — Quando ti ho visto steso a terra io-, —

Si morse il labbro Jieun, con una violenza tale che si stupì di non vederlo sanguinare come, del resto, stava già facendo il suo cuore. Le parole di Taehyung l'avevano colta impreparata ed erano riuscite a ferirla, ma non per la durezza con cui erano state pronunciate, bensì per la cruda realtà che quelle poche frasi avevano portato con sè, facendo riaffiorare in lei una serie di sentimenti contrastanti che lei stessa credeva di essere riuscita finalmente a soffocare.

— Signorina Kim, l'orario delle visite è terminato, —

Una giovane infermiera sporse il proprio capo sulla porta della stanza, avvisando Jieun del fatto che non avrebbe potuto trattenersi ulteriormente per provare a sviscerare con maggiore calma quell'argomento che, in fondo, toccava entrambi nel profondo dei loro animi da tempo ormai irrequieti.

— Mi dia un minuto, la prego, — la avvisò solamente, voltandosi solo per ricevere in cambio un gentile gesto di assenso da parte di quella giovane donna che poi richiuse delicatamente la porta alle sue spalle, lasciando ancora una volta i due ragazzi da soli l'uno di fronte all'altra ad affrontare i loro stessi demoni.

— Kim Taehyung tu non hai idea di come tu abbia cambiato la mia vita, — si schiarì la voce prima di parlare, perchè sapeva che lui le avrebbe creduto solo se fosse stata realmente sincera nelle parole e nei toni, — Incontrarti al White Wall è stata seriamente una delle cose più assurde e meravigliose che mi siano capitate negli ultimi cinque anni, — ammise infine, alzandosi così dalla sedia posta accanto al letto del giovane figlio del procuratore solo per poter avvicinare il proprio viso a quello di Taehyung e donargli un delicato bacio a fior di labbra, tornando ad accarezzare le sue gote, leggermente meno piene di quanto ricordasse.

— Quindi ti prego, non dire mai più una cosa del genere, —

Credeva davvero ad ogni singola sillaba che si era ritrovata a pronunciare. Nessuno l'aveva costretta a dire quelle cose, eppure vedere Taehyung ridotto in quello stato, addolorato non tanto per essere stato colpito quasi in pieno petto da una pallottola, ma per il suo comportamento a tratti davvero distaccato aveva scatenato in lei la ferrea volontà di dimostrargli l'esatto opposto. Certo, ci sarebbero volute molto più di qualche frase sussurrata davanti ad un letto d'ospedale, ma Kim Jieun era più che mai intenzionata a riacquistare la fiducia di colui che, dopotutto, le era sempre stato accanto. Un ragazzo che non le aveva mai fatto mancare nulla, soprattutto dal punto di vista affettivo, lato in cui lei - dopo quella amara ma sincera conversazione - aveva compreso di avere ancora delle gravi mancanze su cui dover lavorare.

Si sollevò lentamente dallo sgabello che fino a quel momento le aveva permesso di rimanere accanto al suo ragazzo, avviandosi poi senza fretta verso la porta di uscita, la testa bassa e la mente ancora intenta e concentrata a rielaborare tutto questo flusso sconclusionato di pensieri. Si bloccò solo una volta dopo essere arrivata sulla soglia, frenata ancora una volta a causa della voce bassa e profonda di Taehyung che riecheggiò violenta tra le pareti di quella lussuosa stanza d'ospedale.

— Jieun? — il ragazzo sul lettino pronunciò il suo nome a fatica, certo che l'effetto dell'antidolorifico stesse ormai per scemare definitivamente. Ma questo suo tono supplichevole su sufficiente per far si che lei tornasse a rivolgere il proprio volto nella sua direzione, seguendo il richiamo di quella voce bassa e leggermente roca. I loro sguardi si incrociarono così per un altro istante, il tempo necessario al ragazzo dai folti capelli castani di prendere un nuovo e più lungo respiro.

— Grazie, — aggiunse solamente, un nuovo e più ampio sorriso a fare da cornice a quella semplice ma preziosissima parola che Jieun scelse di custodire nel proprio cuore anche una volta dopo aver chiuso la porta di quella stanza dietro di sè ed appoggiando poi la schiena, le spalle e la testa contro lo stipite di legno della stessa, socchiudendo momentaneamente gli occhi.

— Stai infrangendo deliberatamente la legge dell'orario delle visite, —

Occhi che fu costretta a riaprire immediatamente quando, a pochi passi da lei, non la ragazza non vide materializzarsi quasi come per magia la figura alta e statuaria di Jung Hoseok che, date le buste che aveva con sè, sembrava fosse pronto a trascorrere l'intera nottata su quel piano.

— Hobi, cosa ci fai qui? — chiese ingenuamente, pur sapendo bene quale sarebbe stata la risposta del ragazzo che, sempre con quel suo solito sorriso ad incorniciare il suo viso perennemente calmo e sereno, aveva iniziato a sbucciarsi allegramente una banana.

— Beh adesso che Taehyung è stato ferito serve che qualcuno tenga d'occhio la sua stanza mentre è in ospedale, — le confidò senza troppi problemi il capitano di una delle squadre di polizia della centrale di Seoul con la bocca piena e semi-impastata, tornando a mordere quel morbido frutto, non aspettandosi certo un qualche tipo di rimprovero da parte di Jieun che, al contrario, decise di lasciare lo stipite di quella pesante porta per farsi più vicina al suo migliore amico.

— Potrei fermarmi io, — avanzò la sua proposta azzardata senza troppi giri di parole, pur sapendo che Hoseok non si sarebbe mai lasciato convincere.

— Direi che in questi giorni tu abbia già fatto abbastanza, adesso vai a casa e riposati, il tuo principino è al sicuro con me, — la rassicurò dolcemente, mostrandole un sorriso ampio e mostrandole poi con fierezza la sua bocca impastata ancora dei resti di quella banana.

— Aspetta, se tu sei qui vuol dire che metteranno qualcuno anche a sorvegliare il Black Ink? —

Quella domanda uscì dalla sua bocca come un fulmine a ciel sereno. In fondo questo poteva tranquillamente rientrare nelle sue innate doti da detective alle prime armi ma pur sempre curiosa ed instancabile. Nemmeno Hoseok questa volta riuscì ad esimersi da una sonora risata che riecheggiò lungo il corridoio, a quell'ora per fortuna quasi completamente vuoto.

— Mi sorprende che tu non me l'abbia chiesto prima, — ammiccò bonariamente nella sua direzione, — Ma credo che in fondo tu sappia già il nome di chi si è offerto immediatamente volontario, —

— Namjoon, —

Non dovette nemmeno attendere che Hobi muovesse il proprio capo per assentire alla sua ipotesi, perchè non ce ne fu bisogno. Jieun avanzò di qualche passo, lasciandosi andare poi su una delle tante sedie vuote presenti lungo il corridoio di quell'area dell'ospedale, aspettando solo che Hoseok prendesse posto accanto a lei, appoggiando le sue buste straboccanti di cibo e schifezze sul pavimento lucido.

— Per quanto tempo pensi che Namjoon e Jungkook continueranno ad odiarsi? —

— Mi stai davvero chiedendo di darti una risposta seria Jieun? —

— Se ti fosse possibile, si, —

Lo osservò appoggiare la testa contro la parete bianca dietro le loro spalle e poi alzare gli occhi verso l'alto, assumendo tutto ad un tratto un'espressione corrucciata. Non aveva fretta di ottenere da lui una risposta, voleva solo che fosse il più sincero e realistico possibile, giusto per non darle false speranze o per alimentare le sue aspettative.

— Secondo me tuo fratello non smetterà di odiare Jungkook fino a quando tu non farai chiarezza con te stessa e con i tuoi reali sentimenti, — lo sentì asserire in tono davvero molto serio, quasi come se davvero non stesse fingendo o dicendo cose estremamente politically correct solo per farle un favore.

Questo però non la esonerò dal rivolgergli lo sguardo più interrogativo che Hoseok le avesse mai visto dipingersi sul volto. Il che lo costrinse, in qualche modo e soprattutto senza dover utilizzare altre parole, a tentare di spiegarsi meglio.

— Per Namjoon tu sei la persona più importante del mondo e mi sembra quasi banale dirlo ma, in fondo, lui vuole solo il tuo bene e quindi mi pare altrettanto ovvio che vederti con Taehyung lo tranquillizza, cosa che non si può dire quando invece sei con Jungkook, — proseguì dunque il ragazzo da capelli corvini sporgendosi con il busto in avanti solo per poter appoggiare i propri avambracci sulle sue cosce e congiungere entrambe le mani come in un gesto di preghiera.

Dal canto suo Jieun si limitò invece ad accavallare momentaneamente le gambe, posizione che aveva sempre considerato estremamente scomoda, ma che si ritrovava comunque ad assumere ogni volta che doveva sforzarsi di mantenere la mente concentrata per seguire i discorsi contorti e bizzarri del suo miglior amico.

— Ma non è questo il punto, — fece lui ad un tratto, schiarendosi un poco la voce e tornando poi a rivolgere il proprio sguardo verso quello impassibile della ragazza che, accanto a lui, sembrava addirittura aver diminuito il rumore dei suoi respiri per evitare di creare disturbo durante il suo discorso, — Il punto è, tu Kim Jieun, con chi vuoi stare? Sei davvero felice con Taehyung o vorresti non aver mai lasciato Jungkook? —

— Perchè mi stai dicendo tutto questo? —

La domanda sorse spontanea in Jieun. Si originò lì, al centro del suo petto, più che all'interno della sua mente e forse fu proprio questo il motivo per cui le fu impossibile riuscire a trattenersi. Ricambiò lo sguardo di Hoseok con aria seria ma comunque distesa, perchè era abbastanza sicura che qualunque spiegazione lui le avesse fornito, questa sarebbe stata sufficiente per farle tornare il sorriso o - quantomeno - avrebbe comunque scacciato per un pò i suoi pensieri più cupi.

— Perchè sono il tuo miglior amico e se non te le dico io certe cose non lo farà nessun altro, — fu tutto ciò che Hobi dovette rispondere, prima di portare una delle sue mani bollenti a contatto con la gamba nuda della ragazza, scoperta a causa di un paio di jeans scuciti proprio all'altezza del ginocchio, — Jieun, quello che stai costruendo con Taehyung non è uno scherzo.. Lui ti ama davvero e credo che il suo amore debba essere ricambiato, ma per farlo serve che anche tu lo voglia davvero, lo senta davvero, —

— Dimmi la verità, tu vuoi aumentare il mio debito con altre serate al karaoke, non è così? —

Ed eccoli di nuovo lì, Jung Hoseok e Kim Jieun, non nelle vesti di due giovani adulti, un poliziotto e un medico legale alle prese con un pericoloso caso da risolvere, ma come due buoni e vecchi amici pronti a scambiarsi consigli sinceri, anche se il un corridoio d'ospedale. Lui le sorrise delicatamente, come se non volesse spezzare tutto d'un tratto quella piacevole atmosfera che si era creata tra loro. Poi si mise a frugare in una delle due borse che aveva portato con sè dal kombini più vicino all'ospedale che era riuscito a trovare giostrandosi con svariate indicazioni fornitegli da alcune mappe del telefono. Ne estrasse un brick di succo all'arancia che porse a Jieun sempre con quel suo sorriso aperto, aspettando solo che lei lo accettasse.

— Aggiungi pure consumazioni illimitate e siamo pari, — aggiunse poi in ultima istanza facendole un occhiolino furbo, osservandola non senza un pizzico di orgoglio aprire quel contenitore e iniziare a sorseggiare contenta quella fresca bevanda, — Ora però corri a casa, — le suggerì poi, facendole cenno di muoversi con la stessa mano con cui, poco prima, le aveva donato il suo succo.

E continuò ad avere gli occhi puntati su di lei fino a quando Jieun non decise che forse era davvero arrivato il momento di alzarsi e tornare a casa. La osservò quindi alzarsi lentamente da quella sedia scomoda che li aveva visti disquisire fino a pochi istanti prima per poi raccogliere da terra la sua borsa e gettare quel contenitore ormai vuoto nel cestino adiacente. Gli sorrise Kim Jieun, pensando a cosa poter dire per ricambiare quell'affetto totalmente incondizionato. C'erano parecchie cose che avrebbe voluto dirgli, per cui avrebbe dovuto ringraziarlo, che avrebbe tanto voluto fargli sapere.

Eppure, una volta in piedi di fronte a lui, la giovane detective non riuscì a trovare parole migliori di quelle che, in effetti, presero naturalmente forma dalle sue labbra.

— Hobi, cosa farei senza di te? 

Lui le sorrise ancora una volta, guardandola allontanarsi trascinando quelle gambe stanche e pesanti verso la prima ascensore libera del piano, salutandolo con la mano prima di sparire all'interno di quella porta. Poi, quando ormai le parole dolci di Jieun furono solo un ricordo ormai lontano, lo sguardo del giovane poliziotto si fece improvvisamente più cupo e il sorriso di poco prima lasciò definitivamente le sue labbra.

Solo allora Jung Hoseok decise di alzarsi a propria volta, incamminandosi verso la porta della stanza di Taehyung. Gli bastò bussare un paio di volte prima di ricevere indicazioni precise da parte dell'ospite all'interno della camera. Si sistemò solamente il colletto della sua inseparabile divisa blu per poi mettersi a frugare all'interno della tasca del suo giubbotto, estraendone quindi una piccola busta bianca che strinse con forza tra le mani prima di spalancare la porta davanti a sè ed entrare quindi nella stanza dove, sapeva, Taehyung lo stava aspettando già da un pò.

Cosa avrebbe fatto Jieun senza di lui?

Probabilmente, si ritrovò a pensare il giovane poliziotto avvicinandosi al lettino di colui che - dopotutto - rimaneva un suo superiore, avrebbe avuto una persona di merda in meno nella sua vita. Perchè, anche se era tutta sua intenzione metterla al corrente di tante informazioni, fatti e storie intorno al caso su cui da mesi stava lavorando proprio insieme a Taehyung, Hoseok era altresì convinto che - proprio per tenerla al sicuro - avrebbe dovuto conservare e mantenere per sè tutto quello che fino ad ora era riuscito a scoprire. 

Ancora un pò, solo per un altro pò.

Per il bene di tutti.

 


 

a/n 

anneyeong haseyo! 👋🏻

dunque, dunque, dunque.. dove ci eravamo lasciati? 

ah si, alla sparatoria/aggressione al black ink. e questo è il risultato: tae in ospedale che ha molto tempo (evidentemente) per riflettere sulla sua relazione con jieun; lei che invece sembra aver riaperto una ferita molto più profonda di quanto si aspettasse e poi la sua successiva conversazione con hoseok che, nel tentativo di tirarle su il morale, comunque non si esime dall'utilizzare espressioni severe. jieun deve capire con chi vuole stare, per chi tra tae e jungkook prova davvero qualcosa (o per cui non ha mai smesso di avere dei sentimenti).

il finale è un pò così, lo so.. però hobi che mantiene dei segreti è qualcosa di assolutamente thrilling e quindi dovevo trovare il modo di inserirlo in una fanfiction ;) ;) ;)

che conseguenze avrà tutto questo? dai dai che forse tra qualche capitolo vi svelo tutto (lol)

nel frattempo però vi bacio, vi abbraccio e vi attendo alla prossima!

bvb

  
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