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Autore: ShinRan4862    17/07/2020    1 recensioni
Conan riesce a sconfiggere l'Organizzazione, ma non può più tornare ad essere Shinichi.
Cosa succederebbe se a distanza di 10 anni dalla scomparsa di Shinichi Kudo dalla sua vita, Ran scoprisse la sua vera identità? Come la prenderà? Cosa succederà a Ran a tre settimane dal suo matrimonio con Kaito? Cosa farà, ora che sa che Shinichi in fondo non l'ha mai abbandonata? E' davvero tutto perduto o il destino ha ancora qualcosa in serbo per loro?
Lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non doveva andare così...
 

Mai mi ero sentita in colpa come in quel momento, quando lo avevo visto perdere negli occhi la speranza di poter riprendere in mano la sua vita.
Quando con il volto scuro si era allontanato da quella casa consapevole di averla persa.
Quella ragazza che imperterrita lo aveva aspettato per poi sentirsi dire che non si sarebbero più rivisti.
Non sapevo perchè lo avevo fatto.
Gelosia? Avidità? Invidia?
...Amore?
Non lo sapevo, ma sicuramente mi ero resa conto poi con il tempo che non avrei potuto tenerglielo nascosto a lungo.
E invece ce l'avevo fatta.
Per dieci anni lui non aveva sospettato nulla, e si era fidato ciecamente. 
E pian piano io sentivo il rimorso farsi strada dentro il mio cuore, nel mio animo, sempre più in profondità, scavato sempre più nelle viscere, dove a quanto pare il nero c'era eccome.
Una bugia, che per lui era ormai la sua vita, percorreva una strada parallela alla mia, che era nata qualche tempo dopo.
Anche io avevo imparato a dire bugie e menzogne a chi amavo, ma lo facevo con una naturalezza a dir poco inquietante.
Gli avevo mentito come lui aveva fatto con Ran, ma senza le sue buone motivazioni e il suo animo giustiziere.
Non me la sentii più, dopo tutti quegli anni a tentare di lasciarsi "Shinichi Kudo" alle spalle, di rivelargli ciò che era effettivamente accaduto, forse per rimorso, oppure per paura, ma non me la sentii, e decisi che non glielo avrei mai più detto.
Ma un intoppo che non avevo preso in considerazione si era messo sulla strada del mio "piano di stabilità". 
Proprio lui. Proprio l'amore. 
Sì, perché quello che legava Ran e Shinichi non sarebbe sparito, e io lo sapevo.
Lo sapevo, ma preferivo ignorarlo.
Mi sembrava più facile che prenderlo in considerazione...

Pov Ran

Un altro giorno.
Un'altra ora.
Un altro minuto senza di lui...

Pensavo di potercela fare, e invece mi sbagliavo eccome.
Era più dura di quanto pensassi.
Non poterlo avere più vicino mi dava un senso di instabilità continua.
Kaito non era lui, mi amava, ma non come lui.
Strinsi le coperte del mio letto.
Era passato un giorno intero da quando Otaki mi aveva minacciata di fare del male a Shinichi, e fino ad ora non era successo nulla, per fortuna.
Ma non sapevo quanto poteva durare quella quiete.
Prima o poi Shinichi mi avrebbe cercata, e allora io cosa avrei dovuto fare?
Non potevo dirgli la verità, altrimenti si sarebbe cacciato nei guai.
Avevo scelto di ignorare le sue chiamate e le sue email, ma mi aveva davvero fatto male non potergli rispondere, però tenevo molto più alla sua vita che alla mia felicità.
Pensai che forse avrei potuto rivelargli il motivo di questo mio improvviso distacco, ma non mi fidavo di Otaki, era un uomo troppo meschino.

Kaito era uscito da un paio d'ore, ed io quel giorno sarei dovuta andare con Sonoko a provare il vestito che avevo comprato.
Aveva detto esplicitamente che che se non l'avesse visto non sarebbe venuta al matrimonio, così mi aveva obbligata a trovare un giorno per farglielo vedere.
Avevo invitato anche Ai, senza un motivo preciso, solo che all'ultimo secondo mi ero sentita in dovere di chiederle cosa ne pensasse.
Non avevo idea del perché.
Mi alzai dal letto sentendomi stanca nonostante avessi dormito più del normale.
L'amore fa male.
Più del dolore fisico, è qualcosa di lancinante, che non può essere scacciato, ma solo ignorato, ma a differenza di quello fisico non sparisce, non si dissolve lentamente, ma si affievolisce, rimanendo comunque nel tuo cuore.
Con questi pensieri tutt'altro che allegri mi vestii e mi avviai verso casa di Sonoko e poi la casa del Dottor Agasa, e ogni santa volta quella era sempre lì a farmi ricordare che lui esisteva, quella enorme villa occidentale.
Mentre aspettavo che Ai uscisse mi misi a parlare con Sonoko, che non aveva, stranamente, spiccicato parola dopo quel 'Ciao' quando era entrata in auto.
"Hey, che succede?" Le chiesi ad un certo punto, speranzosa di distrarmi dai miei pensieri.
"Mi ha chiamata Shinichi." 
Ecco. Appunto. Cosa avevo detto? Distrarmi? Non si ha mai che non debba sempre sentirlo nominare!
"Ah, e cosa ti ha detto?" Gli chiesi stringendo le mani sul volante e fissando lo sguardo sul portone di casa Agasa.
Che fine aveva fatto Ai?
"Era stranamente triste" rispose ed io sentii il cuore stretto in una morsa di dolore.
"Ha detto che non ti vede da più di due giorni, e che non gli hai più telefonato, e siccome non rispondevi alle sue chiamate, ha telefonato a me, chiedendomi di dirti che vuole vederti." Conclude, con un tono talmente serio da fare paura.
Vuole vedermi, nonostante lo stia ignorando a forza...
"Non posso..." sussurrai socchiudendo gli occhi tristemente. 
Otaki aveva detto che gli avrebbe fatto del male, non volevo rischiare che gli succedesse qualcosa, e se mi stesse spiando? 
Non potevo permettere che gli facesse qualcosa se mi avesse visto con lui.
Non avrei dovuto incontrare Shinichi fin dopo il matrimonio, così che non corresse più pericoli.
"Come Ran?" Mi chiese Sonoko, che mi aveva sentita parlare.
Sorrisi e scossi la testa in segno di negazione.
"No, nulla!" Negai subito, con troppa fretta
"Dai, che hai detto?" Insistette lei
"No, davvero nul-" mi interruppi non appena Ai aprì la portiera della macchina e salì.
Menomale!
"Ciao Ai!" Sorrisi con gratitudine in modo sollevato, mi aveva salvata da una brutta conversazione.
Ricambiò il saluto a me e Sonoko, e subito ci avviammo verso il negozio che avrebbe custodito il mio abito da sposa fino al giorno del matrimonio. 
Mia madre aveva insistito, così non si sarebbe rovinato. 
Entrammo, e la commessa ci portò nella stanza da usare per provarlo.
Entrai nel camerino, e mi cambiai.
Il vestito era davvero bello, ma mi accorsi che a differenza di quando lo avevo scelto non provavo più alcuna emozione nel pensarmi su un altare avendolo indosso. 
Era molto elaborato.
Bello, non c'è che dire, ma per me non era quello giusto.
Lo avevo preso perché quando lo avevo provato mia madre si era messa a piangere. 
Era di un bianco immacolato, con una gonna ampia e lunga, con un corsetto che stringeva la vita e delle spalle leggermente pompose, con uno scollo a "V" ricamato con del pizzo bianco, con dei piccoli cristalli sparsi intorno alla scollatura.
Sospirai, buttando indietro la testa per non piangere.
Non doveva andare così.
Io non dovevo sposare Kaito.
Io non amavo Kaito.
Uscii dalla stanza e vidi gli occhi di Sonoko spalancarsi assieme alla bocca dallo stupore.
Spostai lo sguardo su Ai, che non mi guardava in faccia, tenendo lo sguardo puntato sulla gonna dell'abito.
Il suo volto era rimasto impassibile, al contrario dei suoi occhi.
Uno scintillio a me familiare li rese più lucidi.
Tratteneva le lacrime proprio come me, solo che lei, a differenza mia, ci riusciva.
Lo sguardo di Sonoko mutò, diventando preoccupato, e quasi non mi accorsi del perché, finché non mi resi conto di vedere appannato. Ancora. Possibile che non sapessi fare altro che piangere? 
"Che c'è Ran?" disse Sonoko, avvicinandosi a me e facendomi sedere.
"Eh, cosa c'è...c'è che la mia vita fa schifo." dissi, sputando quelle parole con un'amarezza incredibile per me.
Si sorprese della mia risposta, ma non replicò.
"Perchè dici così, Ran?"
Alzai lo sguardo verso Ai, che aveva posto quella domanda, e mi pentii subito, non avrei dovuto dire a nessuno di quello che stava succedendo con Otaki, men che meno a qualcuno che ci sarebbe potuto andare di mezzo come Shin.
"Ah? Ah! Ehm... no, cioè...mh." Non sapevo che dire, così mi alzai e tornai nella camera dove mi ero messa il vestito.
Piansi. Piansi a dirotto, mentre mi veniva voglia di strapparmi quel vestito di dosso e bruciarlo con la mia rabbia e frustrazione, che crescevano con la mia incapacità di arrivare alla lampo dietro la schiena.
Qualcuno entrò, e mi girai di scatto, trovandomi di fronte ad Ai, che mi scrutava, impassibile.
"Hai bisogno di una mano?" disse indicando le mie mani dietro la schiena, che tentavano invano di slacciare la cerniera.
Abbassai le mani e mi voltai, assentendo con la testa.
"Grazie."
Sì avvicinò e con un movimento veloce tiro giù la cerniera coperta da uno strato si stoffa bianca.
Dopodichè uscì e io mi tolsi il vestito con poca delicatezza, appoggiandolo malamente sul tavolo.
La porta di legno laccato di bianco si riaprì, rivelando nuovamente la figura di Ai, che mi osservava quasi con pietà.
"Cosa succede Ran?" Mi disse con una semplicità disarmante.
Pensavo di dovermi preoccupare di Sonoko, ma a quanto pare non era l'unica ad essersi accorta del mio malumore legato al vestito, o almeno, a ciò che questo rappresentava.
Due occhi di ghiaccio erano puntati nei miei e io mi sentivo completamente sopraffatta, dalle emozioni, dalle persone, dalla vita. Ero stanca delle sue prove, volevo solo una cosa e quella mi era stata negata per anni e ancora mi era impedito averla. 
Ai, durante dei lunghi minuti di silenzio mi fissava con sguardo serio e indifferente.
"Perché stai soffrendo?" Mi chiese tutto a un tratto. 
Quasi presa alla sprovvista decisi di lasciarmi cadere sul divanetto del camerino, sfinita, portandomi il braccio sugli occhi. 
"Non lo so" dissi, non avevo davvero voglia di parlare, ma per una volta lei lo fece per me.
"Se stai male per quel deficiente di Shinichi puoi anche metterti l'anima in pace, non cambierà mai" disse con tono ironico, facendomi sorridere.
"Ma se non è per lui sappi che ci sono io se ti serve parlare" disse e io alzai il braccio dagli occhi, stupita. Non era mai stata tanto gentile nei miei confronti, ma le ero grata per ciò che stava facendo. Sembrava quasi si stesse impegnando. 
"Grazie" le risposi, sorridendo.
Queste poche parole mi avevano alleggerito l'animo. Uscimmo dal camerino e trovai Sonoko che osservava con occhi sognanti gli abiti da sposa. Non appena mi vide mi corse incontro abbracciandomi e scusandosi pensando che la mia reazione derivasse da un suo comportamento.
La rassicurai, inventandomi un qualche problema legato al vestito e all'ansia da pre matrimonio, sperando di essere una brava attrice.
Ai dal canto suo non aveva commentato alcuna delle mie scuse e la ringraziai mentalmente per questo.
Tornai a casa e continuai a pensare a un'idea che aveva iniziato a maturarmi nella testa fin da quando eravamo uscite dal negozio di abiti da sposa, un'idea che in gran parte non mi avrebbe resa felice, ma che in quella piccola parte rappresentava tutto ciò che avrei potuto desiderare.

 

Faccio ammenda per questo mostruoso ritardo, scusatemi tutti, ma con tutto quello che ho da fare il tempo di scrivere è poco e quando c'è, manca la voglia di mettersi al computer a digitare tasti. 
E quindi capitolo un po' depressuccio sulla nostra Ran che pikkolah ancyela deve affrontare da sola questa minaccia che è Otaki.
Nom potete capire, lo odio più di voi e l'ho creato io. Nonsense in agguato.
Beh che dire spero vi piaccia e che siate happy di questo nuovo capitolo.
SHA ♡
Miao >.< 
Shinran4862

 

   
 
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