Rimani
per sempre
Diciassette anni prima...
Erano state sconfitte: il Prominence del Sole Eterno, l'unico potere che poteva annullare e distruggere il Cristallo Oscuro, aveva fallito. Le pietre di Grace si erano sbriciolate, i loro Scrigni Solari erano andati in frantumi e loro erano state a un passo dal lasciarci la pelle.
-E forse sarebbe stato meglio- pensò Rein, guardandosi attorno. I visi cupi dei suoi amici facevano concorrenza al cielo nero, attraversato dai lampi e scosso dai tuoni: non uno le aveva accusate apertamente, ma era chiaro che davano a loro la colpa di quel fallimento. Poteva quasi udire i loro pensieri: si chiedevano come avessero potuto fidarsi di quelle due che avevano la fama di "principesse meno principesche"; si domandavano che ne sarebbe stato di Wonder e si pentivano per non aver accettato l'alleanza con Bright quando ne avevano avuto l'occasione.
Avrebbe preferito che sputassero quel rospo che tenevano in gola piuttosto che leggerlo nei loro occhi e restare in silenzio.
Quando la porta del salotto si aprì, parve scattare una molla e tutti gli sguardi si spostarono su Shade: era pallido, stanco, quasi che il mondo intero gli fosse caduto sulle spalle. Rein vide la sorella alzarsi e raggiungerlo, rivolgendogli una domanda a cui lui rispose scuotendo la testa; Fine lo abbracciò e il barlume di vita che aveva acceso per un attimo i presenti, si spense bruscamente.
La principessa azzurra riportò l'attenzione alla finestra: aveva cominciato a piovere.
Anche il sovrano di Wonder stava guardando la pioggia: c'era qualcosa di sottilmente maligno in quelle gocce che si infrangevano sul vetro interrompendo la loro vita e scivolavano come cadaveri inermi lungo la superficie trasparente. Quasi come avevano dovuto fare le principesse gemelle, sconfitte dal suo potere: ora che aveva in mano il pianeta, tutti si sarebbero inginocchiati dinnanzi a lui. E avrebbe avuto Fine, finalmente, la sola cosa che ancora gli mancava.
Come un cacciatore, aveva messo in bella mostra i trofei catturati in quella caccia selvaggia, accorgendosi che c'era ancora un posto vuoto riservato alla preda più ambita, l'unica che ancora gli sfuggiva. Il giusto premio per la sua vittoria.
Sarebbe stata sua, com'era giusto che fosse, poichè lei era l'unica degna di sedere accanto a colui che dominava il pianeta, l'unico salvatore della Benedizione del Sole.
Ma se Fine, invece, lo avesse rifiutato? In fondo lo aveva combattuto fino a poche ore prima. Inoltre c'era Shade: la rossa aveva sempre mostrato una forte attrazione verso quella sorta di principe di quart'ordine. Lui era l'ostacolo maggiore alla conquista della principessa. Lo era stato fin dall'inizio.
Doveva liberarsi del rivale in modo definitivo e aveva in mente qualcosa di veramente perfido: cosa c'era di peggio dell'essere traditi dai propri compagni?
Sdraiata sul letto con Shade, Fine cercava di essere in qualche modo di conforto al suo principe, malgrado si rendesse conto che era poco ciò che poteva fare se non stringerlo a sè, accarezzandogli i capelli con dolcezza. Il ragazzo le teneva la testa su una spalla, immobile come se fosse stato svuotato di tutto: il tocco lieve della rossa era appena percepito sopra lo shock che aveva travolto la sua vita.
I fiori nel vaso sopra la scrivania perdettero alcuni petali; l'orologio ticchettava inesorabile e incessante; il cuore di Fine batteva tranquillo.
-Probabilmente sono queste le cose che noti quando il fondo del mondo crolla e tu precipiti- pensò Shade, cullato dall'amore della ragazza che gli era accanto.
-Fine?- sussurrò. -Tu non te ne andrai, vero?
-No. Se vuoi che resti, non mi muoverò da qui.
-Rimani... per sempre.
Erano state sconfitte: il Prominence del Sole Eterno, l'unico potere che poteva annullare e distruggere il Cristallo Oscuro, aveva fallito. Le pietre di Grace si erano sbriciolate, i loro Scrigni Solari erano andati in frantumi e loro erano state a un passo dal lasciarci la pelle.
-E forse sarebbe stato meglio- pensò Rein, guardandosi attorno. I visi cupi dei suoi amici facevano concorrenza al cielo nero, attraversato dai lampi e scosso dai tuoni: non uno le aveva accusate apertamente, ma era chiaro che davano a loro la colpa di quel fallimento. Poteva quasi udire i loro pensieri: si chiedevano come avessero potuto fidarsi di quelle due che avevano la fama di "principesse meno principesche"; si domandavano che ne sarebbe stato di Wonder e si pentivano per non aver accettato l'alleanza con Bright quando ne avevano avuto l'occasione.
Avrebbe preferito che sputassero quel rospo che tenevano in gola piuttosto che leggerlo nei loro occhi e restare in silenzio.
Quando la porta del salotto si aprì, parve scattare una molla e tutti gli sguardi si spostarono su Shade: era pallido, stanco, quasi che il mondo intero gli fosse caduto sulle spalle. Rein vide la sorella alzarsi e raggiungerlo, rivolgendogli una domanda a cui lui rispose scuotendo la testa; Fine lo abbracciò e il barlume di vita che aveva acceso per un attimo i presenti, si spense bruscamente.
La principessa azzurra riportò l'attenzione alla finestra: aveva cominciato a piovere.
Anche il sovrano di Wonder stava guardando la pioggia: c'era qualcosa di sottilmente maligno in quelle gocce che si infrangevano sul vetro interrompendo la loro vita e scivolavano come cadaveri inermi lungo la superficie trasparente. Quasi come avevano dovuto fare le principesse gemelle, sconfitte dal suo potere: ora che aveva in mano il pianeta, tutti si sarebbero inginocchiati dinnanzi a lui. E avrebbe avuto Fine, finalmente, la sola cosa che ancora gli mancava.
Come un cacciatore, aveva messo in bella mostra i trofei catturati in quella caccia selvaggia, accorgendosi che c'era ancora un posto vuoto riservato alla preda più ambita, l'unica che ancora gli sfuggiva. Il giusto premio per la sua vittoria.
Sarebbe stata sua, com'era giusto che fosse, poichè lei era l'unica degna di sedere accanto a colui che dominava il pianeta, l'unico salvatore della Benedizione del Sole.
Ma se Fine, invece, lo avesse rifiutato? In fondo lo aveva combattuto fino a poche ore prima. Inoltre c'era Shade: la rossa aveva sempre mostrato una forte attrazione verso quella sorta di principe di quart'ordine. Lui era l'ostacolo maggiore alla conquista della principessa. Lo era stato fin dall'inizio.
Doveva liberarsi del rivale in modo definitivo e aveva in mente qualcosa di veramente perfido: cosa c'era di peggio dell'essere traditi dai propri compagni?
Sdraiata sul letto con Shade, Fine cercava di essere in qualche modo di conforto al suo principe, malgrado si rendesse conto che era poco ciò che poteva fare se non stringerlo a sè, accarezzandogli i capelli con dolcezza. Il ragazzo le teneva la testa su una spalla, immobile come se fosse stato svuotato di tutto: il tocco lieve della rossa era appena percepito sopra lo shock che aveva travolto la sua vita.
I fiori nel vaso sopra la scrivania perdettero alcuni petali; l'orologio ticchettava inesorabile e incessante; il cuore di Fine batteva tranquillo.
-Probabilmente sono queste le cose che noti quando il fondo del mondo crolla e tu precipiti- pensò Shade, cullato dall'amore della ragazza che gli era accanto.
-Fine?- sussurrò. -Tu non te ne andrai, vero?
-No. Se vuoi che resti, non mi muoverò da qui.
-Rimani... per sempre.