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Autore: _ Arya _    19/07/2020    4 recensioni
Dublino.
Killian Jones, 28 anni, consulente investigativo e assistente alla scientifica. Dopo un incidente che ha causato danni permanenti alla sua mano, ha dovuto rinunciare alla carriera di agente di polizia.
Emma Swan, 23 anni, da aspirante campionessa olimpionica a genio informatico. A 18 anni ha dovuto rinunciare alla sua carriera di pattinatrice artistica sul ghiaccio, proprio quando il sogno delle olimpiadi era vicino, a causa di un incidente che l'ha costretta su sedia a rotelle.
; Dal capitolo 3:
-Tu non sai niente di me, Jones.
-E tu di me, Swan.
-So che pecchi eccessivamente di modestia, ad esempio.
-La modestia non mi avrebbe fatto arrivare dove sono oggi.
Ci guardammo con intensità. Sapevo di non essere la persona più umile al mondo, ma era stata la vita a rendermi così, e ne andavo fiero. Avevo imparato a smettere di mettermi in discussione ogni volta, diventare forte per fare in modo che quell'incidente, diventasse solo un minuscolo incidente di percorso. Avevo lavorato molto su me stesso e completamente da solo. Perché sapevo di potermela cavare: ne ero uscito vittorioso.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice, Trilli
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Love is friendship set on fire



EMMA POV
 
-Ma sono pazze!
-Grazie. Qualcuno che mi dà ragione.
-Certo! Insomma, sono... ragazzine! Voglio dire... non possono! No? Non possono mettersi in un pericolo del genere!
-A quanto pare possono! Ho fatto il possibile per far loro cambiare idea, o per farla cambiare a quel grande idiota di Graham... ma nulla!
Non riuscivo a crederci. Che Alice fosse una pazza spericolata lo avevo sempre saputo, ma arrivare a tanto? Fare da esca in un'operazione così pericolosa? Certo che aveva trovato la partner ideale, visto che invece che dissuaderla, si era unita a lei! Quelle due avevano bisogno di una seria strigliata, anche se sapevo bene che non avrebbe portato a nulla. Quando la mia migliore amica si metteva in testa qualcosa, nessuno era in grado di farle cambiare idea. Ma un discorsetto glielo avrei fatto ugualmente.
-Guarda, io non ho parole...
-Non dirlo a me! Quando si sono presentate, per poco non mi cadeva la mandibola a terra. Ma purtroppo non è illegale, quindi non posso fare nulla di concreto per impedire questa follia. Mi dispiace...
-Ma no, no... non è colpa tua.
Sospirai, per poi poggiarmi contro di lui. Ora non era l'unico di cui avrei dovuto preoccuparmi... avrei dovuto anche preoccuparmi che la mia migliore amica e la sua ragazza non venissero rapite da dei pazzi maniaci che probabilmente avrebbero voluto venderle e chissà cos'altro.
-Seguirò l'operazione da vicino, Graham mi ha già dato l'ok... ma più di questo temo di non poter fare.
-Non ti metterai in pericolo anche tu, vero? Ti ricordo che al ragazzo che era con la prima tipa hanno sparato a sangue freddo!
-Swan, non ti preoccupare. Non sarò parte del piano. Sarò solo tra gli agenti sul posto...
-Senza pistola?
-Con la pistola. Un permesso temporaneo... tranquilla Emma, non sono io quello di cui dobbiamo preoccuparci. Farò il possibile per tenerle al sicuro. - promise, per poi stamparmi un bacio sulla fronte.
Sapevo che avrebbe mantenuto la promessa, e non avrebbe mai lasciato che qualcuno facesse del male alle nostre amiche. Ma non tutto dipendeva da lui, non al 100%. Quel che mi tranquillizzava un po' era che avesse lavorato al piano d'azione egli stesso, e nel suo lavoro era sempre stato eccezionale. Ma quante possibilità c'erano che tutto funzionasse alla perfezione, ad una festa in discoteca con decine e decine di studenti completamente ignari? E anche se diceva che non si sarebbe esposto al pericolo... un po' ero preoccupata ugualmente. Ma mi fidavo, era parte del suo lavoro e sapeva quello che stava facendo... mentre quelle due pazze, no!
-Sono contenta ci sarete tu e Jeff.
-Saremo io, Jeff, Graham e tre ottimi agenti del diciottesimo distretto... Chloe Decker, Kate Beckett e Daniel Espinoza. Li abbiamo conosciuti oggi...
-Due donne? Figo. - non riuscii proprio a trattenermi: da piccola avevo sempre avuto un'ammirazione particolare per le donne agenti, non che ora fosse diverso. Mi ero anche vestita da poliziotta ad Halloween per tre anni di fila, da piccola, a quel tempo era il mio mestiere dei sogni.
-Sì, e sono tra le migliori detective di Dublino! Poi ovviamente abbiamo le squadriglie pronte... siamo ben organizzati, non lo nego. Ma non mi piace l'idea di Alice e Robyn nel mezzo di tutto.
-No...
-Comunque, grazie per la dritta sul dark web. Il nostro informatico ha scoperto quello di cui avevamo bisogno per ideare il piano, proprio grazie al tuo suggerimento. Sei un genio.
-Eh, questo lo so.
Restammo per un po' in silenzio, tornando al pesce che avevo preparato per cena. Sicuramente le circostanze non erano tra le più allegre, ma Killian divorò la sua porzione con gusto, ammettendo che avessi fatto un ottimo lavoro. Fu bello sentirselo dire, dato che non ero una gran cuoca... o meglio, mi mettevo ai fornelli molto raramente. L'esperto era lui.
Mi trattenni dal chiedergli come stesse e se avesse avuto qualche notizia, sapevo bene quanto pesante potesse essere sentirselo domandare di continuo... e poi, se ci fossero stati aggiornamenti, ero certa che me lo avrebbe detto. E poi la dottoressa Grey aveva detto che i risultati sarebbero arrivati entro venerdì, quindi era normale. Anche se, proprio il giorno del mio appuntamento con Neal... speravo davvero che le notizie sarebbero state positive. Aveva un aspetto sanissimo, non poteva essere malato, mi rifiutavo di crederlo.
-Ci vediamo Il signore degli anelli?
-Noo dai troppo lungo. Le cronache di Narnia.
-Ce l'hai?! Non lo vedo da quando ero ragazzino!
-Si, ho il dvd! Lo metti su tu?
-Sisi, subito! Stanotte rimango se non ti dispiace, domani tanto inizio alle 11...
-Quando mai mi è dispiaciuto! E poi volevo proprio chiedertelo di restare. Non mi va di dormire da sola stanotte... troppe preoccupazioni.
-Eh, non dirlo a me. Ci rassicuriamo a vicenda! - concluse, per poi saltare giù dal letto e dirigersi verso lo scaffale coi miei dvd. In quel momento mi venne da domandarmi per quale assurdo motivo avessi accettato di uscire con un altro...
 
 
KILLIAN POV
 
La voglia di alzarmi era pari a zero.
Emma dormiva come un angioletto, aggrappata al mio braccio. Potevo dire che fosse preoccupata per me, ma allo stesso tempo non aveva più toccato l’argomento e ci eravamo goduti le Cronache di Narnia. Poi, come sempre, avevamo chiacchierato fino ad addormentarci, e mi ero svegliato riposato. Rilassato.
Senza dubbio era merito della sua vicinanza, che mi faceva stare bene. Inclusi alcuni ciuffi della sua lunga chioma dorata, che al momento mi solleticavano il collo.
E poi c'erano quelle labbra semi schiuse, così allettanti... avrei tanto voluto che baciarle spettasse a me. Avrei voluto che svegliarla con un lungo tenero bacio fosse la normalità...
Ma no. Quella sera sarebbe uscita con un altro.
E se quando avessi avuto notizie, magari buone, e le avessi chiesto di uscire con me, fosse stato troppo tardi? Se quella sera l'appuntamento fosse andato così bene che avrebbe deciso di provare ad avere una relazione con Neal?
In fondo, mi era sembrata molto a suo agio con lui... avevano riso e scherzato insieme...
Ero uno stupido codardo. Avevo avuto milioni di opportunità: per quale assurda ragione non mi ero svegliato prima, e non avevo ammesso a me stesso di volere qualcosa di più con lei? D'accordo, quando avevamo deciso di rimanere amici era stato giusto così, ma il nostro rapporto era andato in crescendo, quindi, forse....
Ma era inutile piangere sul latte versato, ormai.
Se avesse scelto Neal... beh, peggio per me.
"Domenica festeggiamo il fidanzamento con Rose al Vintage Cocktail Club. Dillo anche a Emma ovviamente!"
Il messaggio di Jeff fu una piacevole sorpresa, visto che non avevo avuto modo di complimentarmi con lui e la novella fidanzata come si deve! Eravamo stati troppo sommersi di lavoro per poterne parlarne propriamente, e quando io ero andato via lui aveva dovuto rimanere ancora. Era solo riuscito a dirmi che Rose gli aveva detto di sì ancor prima che finisse la domanda, e che volevano sposarsi la prossima primavera perché la ragazza non voleva gelare nell'abito da sposa.
Comunque, avevo ancora più di un'ora prima di andare al lavoro, quindi mi feci forza per alzarmi e mi diressi verso la cucina, con l'intento di preparare la colazione ad Emma.
-Buongiorno caro!
-Oh, 'giorno Mary Margaret. Non pensavo ci fosse qualcuno in casa...
-Sì, oggi riposo per fortuna. Tè, caffè?
-No, grazie... cioè, sarei venuto a fare la colazione per Emma in realtà.
-Ooh! Ma che carino! Vuoi una mano?
-No, grazie... vorrei fare io. Per ringraziarla. Insomma...- borbottai, senza concludere la frase. Avrei voluto dire che volevo ringraziare sua figlia per come mi era stata vicino in quei giorni... mi aveva dato quello di cui avevo bisogno. Supporto, senza pressione di alcun genere.
-Va bene, certo. Come stai, a proposito? Saputo nulla?
-Probabilmente saprò oggi, ma sto bene. Comunque vada... insomma, si vedrà il da farsi.
-Sono certa andrà tutto bene. Sei un ragazzo forte, Emma ti prende come punto di riferimento... l'hai davvero cambiata tanto, in positivo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo.
-Non devi ringraziarmi... le voglio bene. Molto. E poi anche lei ha cambiato me, in positivo.
In una frazione di secondo mi ritrovai la donna ad abbracciarmi, mentre tirava su col naso. Anche se un po' imbarazzato, ricambiai la stretta.
-Scusami, non voglio fare la "mamma emotiva" davanti a te, ma... non avremmo mai creduto di vedere Emma rinascere così! E ha bisogno che tu le stia accanto il più a lungo possibile, capito? Quindi qualunque cosa succeda, non mollare. Sei una brava persona e meriti una vita lunga e felice.
Strinsi la donna più forte, prima di guardarla in faccia con un sorriso.
-Non ho intenzione di andare da nessuna parte. E penso anche tu abbia capito che vorrei essere ancora più presente nella vita di Emma, non è vero?
Annuì, ricambiando il sorriso.
-E sappi che approvo. E anche David. Quel Neal potrà essere un bravo ragazzo e tutto, ma rapporti come il vostro ce ne sono pochi... quindi non darti per vinto.
-No. No. Non lo farò, o me ne pentirei.
-Ottimo. Ora ti lascio tornare alla colazione prima che Emma si svegli! Se ti serve qualcosa fai un fischio.
-Va bene, grazie Mary!
 
 
***
 
Alle 16, dopo aver passato ben 5 ore a organizzare in dettaglio la squadriglia per l'indomani sera, potemmo dirci preparati. Ero un po' più tranquillo per Alice e Robyn, perché era quasi impossibile che le cose andassero male a questo punto, ma non per questo approvavo. Comunque, avrei dovuto farmelo andar bene, visto che né loro avrebbero cambiato idea, né Graham. Anche i nostri colleghi erano ben preparati… forse, su carta, io lo ero meno di tutti, per quanto riguardava l'azione. Ma ero in grado di farlo e Graham lo sapeva bene, per questo era stato lui stesso a chiedermi di partecipare in prima linea.
Inoltre, visto che mancava poco più di un mese al mio esame per il porto d'armi di servizio, trovava che quella fosse l'occasione giusta per dimostrare sul campo di poterlo gestire. La mia presenza sarebbe stata importante, ma allo stesso tempo c'era tutta una squadra ben preparata nel caso qualcosa fosse andato per il verso sbagliato.
Tuttavia, mi sentivo sicuro di me. Ero preparato, concentrato, sapevo cosa avrei dovuto fare e lo avrei fatto.
Qualunque cosa mi avesse detto la dottoressa quella sera, non avrebbe cambiato il mio modo di lavorare. Anche se avessi ricevuto brutte notizie... e la chiamata sarebbe potuta arrivare a momenti, ormai...
-Killian, ehi, sei tutto serio oggi...
-Jeff... è per via di Alice e Robyn.
-Sisi, lo so che non approvi. Ma non è solo questo. Ansioso per la tua prima azione sul campo?
-Suppongo...
-Bugia. Andiamo amico, sai che non puoi mentire a me! Ti conosco troppo bene!
-Non sto mentendo.
-Stai nascondendo qualcosa, allora.
Mannaggia a lui... ma non potevo neanche prendermela! Eravamo amici da anni e anni, e anch'io sarei riuscito a capire se ci fosse stato qualcosa che non andava.
Avevo pensato di non dire nulla a nessuno prima di avere notizie certe, per non preoccupare altre persone inutilmente... però, forse, avevo anche bisogno di parlarne. Non coi miei, che già erano abbastanza preoccupati così e continuavano a chiamarmi tutti i giorni. Non con Emma, perché avrebbe avuto altro a cui pensare per quella sera… tra nemmeno due ore, sarebbe passato a prenderla Neal. Probabilmente si stava preparando.
Forse, parlarne con Jeff, non sarebbe stato tanto male.
-Ok, senti. Ma non qui.
-Andiamo al bar?
-In macchina. Tanto vai a casa pure tu, no?
-Sisi, stacco anch'io. Ok... devo preoccuparmi?
-No.- tagliai corto, per poi incamminarmi verso lo spogliatoio a cambiarmi. Tutti gli agenti che avrebbero partecipato all'azione di domani avevano avuto il permesso di andare a casa; Graham aveva bisogno di noi al massimo delle forze e della concentrazione... giustamente. C'erano in ballo molte giovani vite e mandare tutto a monte non era nemmeno un'opzione.
 
 
-Ok. E mi hai detto che non dovevo preoccuparmi.
-Infatti.
Una volta in macchina da soli, senza orecchie indiscrete intorno, ero riuscito a dirgli come stavano le cose. E non stava dando di matto, almeno, il che era un buon segno. Ero già abbastanza nervoso di mio, e il telefono non voleva saperne di squillare.
-Ma Killian...
-Sto bene, Jeff. Mi sento bene. Potrebbe non essere nulla.
-Certo. Ma tu stesso hai detto che è un 55% contro 45%.
Scossi le spalle. Sì, la probabilità che fosse cancro era leggermente più alta... ma che potevo farci? Se fosse stato quello, lo avrei affrontato. Come avevo detto a Mary Margaret, non avevo intenzione di mollare: l'avrei combattuto ed alla fine avrei vinto, pur sapendo che non sarebbe stato facile. La forza per farlo l'avevo, la determinazione anche. Ero spaventato, ma forse non tanto quanto all'inizio.
-Dovevi dirmelo prima.
-A che pro? E rovinarti le vacanze e la proposta? Naah!
-Anche Rose ti vuole bene, avrebbe capito...
-Te l'ho detto, non c'era bisogno. Non sono sul letto di morte...
-No, certo che no! Solo... ok, ok, non insisto. E quindi oggi dovrebbero farti sapere?
-Così mi ha detto la dottoressa.
-E sei sicuro che domani...
-Certo! Non sono mica pazzo! Se non fossi sicuro, non parteciperei... non mi sognerei mai di mettere a repentaglio tutto!
-Scusa, lo so, lo so. E, insomma, potremmo rimandare almeno la festa di fidanzamento... non... credo sia il caso...
-Ma ti pare!
-Certo, Killian! - esclamò, facendomi quasi saltare; -La fai sembrare roba da niente, ma se non lo fosse? Credi davvero che sarei in vena di festeggiare? O che Rose lo sarebbe?
Non sapevo cosa dire: forse avevo sbagliato a parlargliene, avrei dovuto prevedere che sarebbe andata così... ma al momento non riuscivo a essere lucido per colpa dell'ansia.
Non mi sentii di ribattere, perché se i ruoli fossero stati invertiti, avrei reagito allo stesso identico modo. E di certo non sarei stato in vena di feste! Eppure, mi sentivo un po' una merda per avergli rovinato l'umore, e probabilmente avergli fatto saltare la festa di fidanzamento. Era così allegro quando mi aveva detto che Rose aveva accettato la sua proposta!
-Non sentirti in colpa. Hai fatto bene a dirmelo, me la sarei preso se non lo avessi fatto!
-Ok...
-Vuoi... sfogarti? Piangere? Qualcosa? Non ti giudico. - propose.
Scossi la testa. O forse si, avevo voglia di urlare, ma... non era il momento, o il caso di fare lo psicopatico.
-Solo una cosa. Prima che si sappia, non dire nulla a Rose, ok?
-Ok. Ma... qualunque cosa sia, non fare lo stronzo e dimmelo. Va bene?
-Va bene, va bene. Promesso, giurin giurello.
-Certo che non te ne va bene una, amico. Pure Emma che esce con l'altro... se domani non dovessimo essere in forma, ti porterei al bar a sbronzarti!
-Magari appena tutta questa storia sarà finita possiamo farlo. Sono secoli che non mi sbronzo come si deve.
-Così si parla! E ora che vuoi fare? Andiamo a casa?
-Accompagnami da Emma.
-Eh?
Lo schermo del cellulare mi si era illuminato, mostrando un breve e conciso messaggio da parte della ragazza.
"Vieni appena stacchi, per favore". Cosa diavolo era successo? Dovevo essere felice o preoccupato? Al momento prevaleva la seconda, visto che avrebbe dovuto avere altro a cui pensare, quella sera... che fosse successo qualcosa? Magari Neal aveva fatto o detto qualcosa? Lo avrei ammazzato.
-Non ne ho idea. Mi ha appena chiesto di andare...
-Oh. Forse non ti va male proprio tutto...- commentò, prima di partire. In altre circostanze mi sarei fatto una risata, ma al momento ero davvero preoccupato, perché quella richiesta era davvero l'ultima cosa che mi aspettavo.
"Arrivo. Ma stai bene?"
Continuai a fissare il telefono per i quasi 30 minuti di viaggio a causa del traffico, ma nulla. Jeff mi fece desistere dal chiamarla, perché se fosse stato qualcosa che non poteva aspettare o qualcosa da poter condividere al telefono, sarebbe stata lei stessa a chiamare. Se cercavo di pensarci lucidamente, non aveva tutti i torti... ma l'ansia non era una bestia semplice da controllare!
Lo ringraziai mille volte prima di scendere, e gli lasciai la mia auto per tornare a casa - era il minimo. Se avessi avuto bisogno, avrei preso un taxi, non era la fine del mondo.
Gli feci promettere ancora una volta di tenere la bocca chiusa riguardo quel che avevo condiviso, poi citofonai.
Fu Mary ad aprirmi, visibilmente preoccupata e parecchio confusa.
-Mary, che è successo?
-Non... non lo so. Si stava preparando per uscire e... ha dato di matto. È venuta a dirmi che non ha nulla da mettere e che non era sicura di voler uscire... ho cercato di farla ragionare e calmarla un attimo ma... non lo so. Mi stavo preoccupando, pensavo avesse un attacco di panico ma... ha solo detto di voler parlare con te e... beh, è in camera.
Annuii, ed anche se mi sentii un po' in colpa, non potei non lasciarmi pervadere da un piccolo moto di gioia. Non era sicura di voler uscire con Neal e aveva chiamato me? Forse Jeff aveva ragione, magari le cose non erano così disperate...
Non feci nemmeno in tempo a bussare che mi aprì la porta, per poi richiuderla subito dietro di me. Fu impossibile non notare quanto bella fosse, nonostante l'espressione sconvolta. Aveva indosso un vestito azzurro con ricami floreali che le lasciava scoperta la schiena, e portava un trucco leggero che accentuava i suoi bellissimi occhioni e le labbra tentatrici.
-Wow...
-Killian. Scusa se ti ho fatto preoccupare, ma non sapevo... guarda! Io non lo so cosa è successo, io... io... non volevo dirlo a mia madre perché... non lo so!
Si allontanò leggermente, fermandosi davanti alla finestra per darmi una buona visuale. Poi, lentamente, sollevò una gamba. Poi l'altra. Di pochi centimetri, ma le mosse senza ombra di dubbio.
-E le sento. Credo. Non lo so! Ho questa specie di formicolio, ma... ma...
Non sapevo cosa dire. Forse ero shockato quanto lei, o almeno quasi. Com'era possibile? Dopo anni? Per quanto ne sapevo, non si poteva guarire da una lesione spinale così di colpo... eppure l'avevo vista muovere entrambe le gambe coi miei occhi!
-Cazzo. Quando è...
-Non lo so. Penso mentre mi mettevo le scarpe. Per poco non svenivo dallo shock! Credo mia madre pensi che sia impazzita, il fatto è che... non lo so! Non volevo dirlo a lei perché conoscendola avrebbe reagito peggio di me!
Tremava tutta, quindi la raggiunsi di corsa chinandomi al suo fianco e prendendole le mani, lasciando che stringesse forte le mie.
-Non so se voglio ridere o piangere. O entrambe le cose, boh. O se è una cosa che durerà, o domani sarà tutto come prima... non lo so, Killian... sono felice, e ho paura...
Iniziò a piangere, e lasciai che lo facesse nella mia stretta. Ovviamente non potevo sapere come si sentisse, ma potevo indubbiamente immaginarlo. Non era certo qualcosa che accadeva tutti i giorni, soprattutto dopo aver dovuto accettare di convivere nella condizione di non poter più muovere le gambe, o sentirle. Doveva far paura, una paura assurda... e allo stesso tempo, doveva essere una sensazione meravigliosa.
La strinsi fino a che le lacrime non si trasformarono in risate, tanto contagiose che trascinarono anche me.
Ridemmo come due idioti fino a che, lentamente, non riuscimmo a recuperare la lucidità.
-Non posso uscire con Neal stasera…
-Ok... facciamo una cosa. Tu scrivigli, inventati qualcosa. Io vado a rassicurare tua madre e torno da te. Va bene?
-Si. Si. Dille tipo che... che ho dato di matto perché non ero pronta a uscire con Neal ma che ora sto bene... e io vedo di trovarmi una scusa.
Annuii, con un gran sorriso, e prima di lasciare la stanza le diedi un bacio sulla guancia.
Non avrei voluto mentire a sua madre, ma era giusto che Emma si prendesse il tempo di cui aveva bisogno. Se non altro, non fu difficile convincere la donna che sua figlia si fosse "spaventata" all'idea di uscire per un appuntamento con un ragazzo che conosceva appena. Era credibile. Ma le assicurai che fossi riuscito a calmarla, e che sarei tornato da lei e magari rimasto per la notte se avesse voluto... da bravo "amico".
Quando rientrai la trovai seduta sul letto e un pochino più tranquilla, col cellulare in mano.
-Gli ho scritto che non mi sento molto bene e che preferisco rimandare.
-O...k. Bene, no?
-Mi ha chiesto se volessi che passasse a casa... se avevo bisogno di qualcosa...
-Oh...
-Gli ho detto di no. E non so nemmeno se voglio rimandare. Non lo so se voglio uscire con lui, Killian, perché...
 
 
EMMA POV
 
Ero praticamente sul punto di dirgli che forse avrei preferito uscire con lui, quando il suo telefono squillò.
-È la dottoressa Grey.
Mi mancò il respiro, e gli feci cenno di rispondere, tirandolo perché si sedesse accanto a me. Se avevo appena smesso di ridere, adesso avevo voglia di piangere di nuovo... non ero certa che i miei nervi avrebbero sopportato una brutta notizia, non in questo momento.
Trattenni il fiato.
-Salve dottoressa Grey. No, no, si figuri... no, davvero, capisco. Ok.
Ok cosa? Capiva cosa?
-Oh. Ah... d'accordo. Ho... ho capito.
Cosa, maledizione! In faccia non riuscivo a leggergli nulla, era assolutamente impenetrabile. Che fosse un brutto segno? Sentivo già gli occhi inumidirsi... perché no. Non era giusto. Era la persona che meno al mondo meritava una cosa del genere!
-Domani? Si, si, capisco, il fatto è che domani sera ho... un lavoro. È importante e devo essere in forma. Al 100%. Si, si esatto, lavoro in polizia. Lunedì? Sì. Lunedì va bene. Va bene, sarò lì alle 9. Ok. La ringrazio dottoressa Grey.
Lunedì cosa? Doveva farsi operare? Era cancro, allora? Se doveva andare in ospedale... era pazzo?! Ovviamente il lavoro era importante, ma era stupido a rimandare una cosa simile?! Lo avrei ammazzato!
-Ok. Sì, arrivederci, grazie ancora.
Poi mise giù, e quando si voltò a guardarmi aveva anche lui gli occhi lucidi...
No.
No.
Non poteva essere.
No.
-Non è cancro.
Cosa?!
-Ha... ha detto che è una cisti benigna. Va tolta per sicurezza e perché mi causa problemi, ma non è nulla di grave, ed è un piccolo intervento che si può fare in giornata e per la sera potrei già...
Non gli diedi il tempo di finire, che mi gettai sulle sue labbra senza pensarci due volte. Tanta fu la forza che ci misi, che mi ritrovai sdraiata su di lui.
Bastò un istante a ritrovarmi le sue braccia a stringermi, e le sue labbra a reagire alle mie. Continuai a baciarlo fino a che le nostre lingue non si incontrarono, per intensificare quel momento tanto atteso da entrambi. Mi sentivo felice ed euforica come non lo ero da troppo tempo, colpa di tutto lo stress che stavo lasciando andare e le emozioni che si stavano accumulando.
Sentivo le mie gambe.
Killian stava bene. Stava bene e non lo avrei mai perso, ed ora ero più convinta che mai che fosse lui l'unico uomo al mondo che desideravo. Il mio migliore amico, quello che amavo in ogni suo pregio e difetto.
-Swan, non sai da quanto volevo... questo.
-Anch’io. - sussurrai, sorridendo sulle sue labbra; -Perché... perché non hai mai detto niente?
-E tu?
Mi sollevai leggermente affondando le mani nel letto, per poterlo guardare negli occhi. A entrambi fu chiaro che fino a quel momento non avessimo tentato di cambiare le cose per la stessa ragione.
La paura di rovinare tutto.
Ma adesso... adesso, almeno io sentivo che le cose erano cambiate. Diverse. In qualche modo, sapevo che non avremmo rovinato nulla, eravamo ormai troppo legati per poterci separare... qualunque cosa fosse successa. Ed io ero pronta più che mai a vivere quell'avventura, se anche lui lo desiderava.
-Avevo paura che fosse tardi, sai.
-Non sarà mai troppo tardi per te, Killian. E poi... io temevo di non essere abbastanza. Per te.
-Cosa? Scherzi?
-No... cioè, tu sei una persona così attiva... e io... beh, è ovvio.
Non fui in grado di descrivere il suo sguardo, ma riuscì a farmi sentire non solo accettata, ma... unica. Come se per lui fossi l'unica persona al mondo in quel momento.
-Emma, non solo sei abbastanza. Sei molto di più, molto più di quanto io possa meritare. Sei l'unica donna che desideri, e non voglio che ti sottovaluti neanche per un istante perché sei meravigliosa. Hai capito?
Annuii, continuando a guardarlo negli occhi. O sarei scoppiata in lacrime, o lo avrei baciato fino allo sfinimento.
Optai per la seconda opzione e mi tuffai di nuovo sulle sue labbra, lasciando stavolta che invertisse le posizioni per ritrovarmi sotto di lui.
Le mie mani corsero velocemente ai lembi della sua t-shirt, che sfilai via senza la minima fatica, tanto da lasciarlo senza fiato. Anche se lo avevo visto a petto nudo non poche volte, non avevo mai potuto goderne appieno. Ma ora potevo.
Potevo far scorrere le dita a contornare ogni suo muscolo, a partire dal petto, passando per gli addominali, fino alla linea dei pantaloni. E nonostante i jeans, la sua eccitazione che premeva era ben evidente... ed ero io a farlo sentire così.
Prima che potessi far scivolare la mano ulteriormente, mi bloccò, sollevandosi con un braccio e usando l'altro per slacciarmi il vestito: nonostante la serata annullata fui felice di essermi messa in tiro. Di poter essere bella per lui.
Con tanto di completino intimo carino, dello stesso colore del vestito e con un po' di pizzo.
E quando mi ritrovai con solo quello addosso, mi sentii completamente a mio agio. Non avevo più paura che le mie cicatrici lo spaventassero, o che il mio corpo non più come una volta non gli piacesse.
Mi tenevo in forma, ma non mi amavo. Ma almeno, stavo iniziando ad accettarmi.
-Sei bellissima, Swan. Credo di essere geloso che ti sia preparata così per uscire con un altro...
Risi leggermente, anche se l'idea che fosse geloso non mi dispiaceva.
-Per farti star meglio, ti assicuro che non era comunque nei miei piani che vedesse cosa avevo sotto il vestito...
-Bene.
Rimase a guardarmi ancora un po', con sguardo adorante, capace di farmi sentire bella e desiderata. In realtà non avevo messo in conto di non togliere il vestito per nessuno, non ero certa di essere pronta... ma ora lo ero. Per lui. Con lui, lo ero.
Ma visto che non era giusto che fossi l'unica ad essere tanto esposta, approfittai per sbottonare i suoi pantaloni, facendoglieli scivolare via... e in quel momento, ebbi la certezza che il suo desiderio fosse pari al mio.
-Sei sicura di volerlo, Emma?
Annuii.
-Senti… Ovviamente non faccio nulla da un pezzo. Ma ti voglio.
"Saltami addosso e basta", avrei voluto dirgli, perché non solo ero convinta, ma gli sarei saltata addosso io se non si fosse sbrigato.
Come se avesse letto i miei pensieri, gli bastò quella risposta perché scalciasse via i pantaloni e si gettasse nuovamente sulle mie labbra,.
Fu un bacio ancora più intenso, ancora più potente, come se ora si sentisse più sicuro di poterlo fare, dimostrando ancora una volta di essere un vero gentleman anche in una situazione simile. Non mi aveva mai fatta sentire a disagio, o sotto pressione, o sbagliata... e forse era anche per questo che non avevo il minimo dubbio su di lui. Era la mia persona, e cosa che non guastava affatto, l'uomo più attraente che conoscessi.
Lasciai che le mie mani percorressero il suo corpo e le sue il mio, non trattenendo un gemito quando arrivò alle cosce. Un gemito di piacere, di sorpresa, di pura felicità... perché quel tocco lo sentii davvero. Non fu solo la pelle a percepirlo, ma le mie gambe... tanto da sentirle vibrare... o tremare...
Killian sollevò un istante lo sguardo per assicurarsi che stessi bene, e in risposta annuii con un sorriso, riprendendo possesso delle sue labbra.
Il controllo lo persi completamente quando le sue dita scivolarono sotto i miei slip, per farsi spazio nella mia intimità. Ansimavo senza più contegno ed in qualche modo allargai le gambe per facilitagli l'accesso, mentre mi baciava il collo e con la mano libera mi sfilava il reggiseno. Il poco controllo che ancora conservavo, lo persi quando le sue labbra si posarono sui miei capezzoli, per poi sostituirle con la lingua.
Pur con la mente annebbiata, riuscii a far scivolare la mano in basso per ricambiare il senso di piacere, e non servì molto perché i suoi gemiti si unissero ai miei.
Con gesti decisi e veloci liberò entrambi dall'ultimo pezzo di stoffa che ci separava, e un attimo dopo fu dentro di me.
Reprimemmo le grida con baci violenti, e le dita affondarono nella pelle dell'altro. Mentre lui si muoveva ritmicamente tra le mie gambe, mi ritrovai a stringere le ginocchia attorno ai suoi fianchi.
I minuti che seguirono furono i più intensi che avessi mai vissuto in vita mia, dimenticai perfino dov'ero, chi fossi, tutto... non mi importava più se domani le mie gambe sarebbero state ancora in grado di muoversi. Il mio corpo era presente al 100% nel momento perfetto. Ed ero felice così.
Se possibile, ancor più felice quando l'apice del piacere ci colpì nello stesso istante, facendo vibrare i nostri corpi fino a che l'energia non si esaurì e crollammo l'uno sull'altra.
Tentò di spostarsi, ma lo strinsi con forza. Non mi pesava, non mi importava, volevo che rimanesse ancora lì.
-Swan...
-Shh.
Non replicò più, e si limitò a poggiare la testa nell'incavo del mio collo, per poi stamparmi dei piccoli baci.
Solo allora lo lasciai scivolare al mio fianco, ma mi strinsi al suo petto, incrociando una gamba tra le sue. Lui ci passò la mano, accarezzandomela ritmicamente.
Ci guardammo, e sorridemmo.
Sapevamo entrambi che ora tante cose sarebbero cambiate: il nostro rapporto, i nostri sentimenti, la nostra vita, la mia... ma non era quello il momento per parlarne. Ora, volevo solo addormentarmi tra le sue braccia, e a giudicare dalla sua espressione, valeva lo stesso per lui.
Così, senza dire una parola, ci scambiammo un ultimo bacio per la buonanotte.



 
Ciaooo! Scusate il ritardo, ma la ripartenza ha scombussolato la mia rotuine. Anche se in realtà lavoro poco e niente perché non ci sono quasi clienti xD Però approfitto io di fare giri mentre le cittadine inglesi non sono ancora piene di turisti, e i prezzi sono più bassi...
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo... domani visto che me ne sto a casa, vado di recuperi invece!
Comunque. Killian ha praticamente detto a Mary Margaret di voler essere di più per Emma, cosa di cui lei è ben felice, ed è riuscito a dire a Jeff cosa gli sta succedendo. Sono stati interrotti abbastanza bruscamente da Emma che reclama Killian... e per un'ottima ragione. Qualcosa è successo e ha mosso le gambe consapevolmente, alla fine, e lui è stato il primo con cui ha voluto condividerlo. Di uscire con Neal non ci pensava proprio, cosa che a Killian ha fatto piacere... e alla fine, quando ha ricevuto la buona notizia, nessuno dei due è più riuscito a contenersi. Era ora, lo so, ma ora che si sono svegliati, almeno lo hanno fatto per bene :') vado a dormire che sto crepando! A presto!
   
 
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