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Autore: cassiana    19/07/2020    12 recensioni
Brenda ragazza brillante e un poco goffa deve per forza andare a quella premiazione a York. Ce la porterà un amico del fratello. Quel che Brenda non immagina è che Malcom sia così tremendamente sexy e sfrontato.
Se quel giorno non ci fosse stato uno sciopero dei treni forse non avrebbero mai incrociato i propri destini. Ma la vita come una strada ha bivi, incroci e biforcazioni anche molto distanti tra loro. Chissà se Brenda e Malcom torneranno a camminare insieme.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
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PER ARRIVARE AL TUO SORRISO


X. I've got nowhere left to hide, it looks like love has finally found me
Foreigner - i want to know what love is   
 



- Sei pronto?

Ramsay aspettò paziente che Malcom finisse di mettersi una scarpa e l’aiutò a infilarsi la giacca di pelle rovinata dallo squarcio del coltello. In mano aveva il borsone degli effetti personali di Malcom che salutò il compagno di stanza. Erano passati dieci giorni, ottobre si era trasformato in novembre e il tempo quella mattina era cupo e umido. Una volta fuori dall'ospedale Malcom tirò un lungo respiro di cui si pentì subito.
 
- Ah, mi tira tutto.

si lamentò.
 
- Vuoi che ti porti a casa o vuoi andare da Forster? Mi ha detto che ha qualche foto da farti vedere.
- Andiamo da Forster. Voglio togliermi subito di torno quest'incombenza.

L'aria in macchina, una vecchia ford grigio metallizzato col paraurti ammaccato e macchie di ruggine che ne deturpavano la carrozzeria, era gelida perché si era rotto il riscaldamento. Ramsay usava l’auto come un'estensione dell'associazione, perciò era piena di impicci: locandine, volantini, libri e quaderni scolastici, ora anche un mezzo rotolo di linoleum, pennelli e latte di vernice che spandevano il loro odore pungente. Non aveva mai il tempo per portarla a pulire, figurarsi a riparare. Mentre arrancavano tra il traffico e i lavori in corso sulla A23, era anche iniziata a scendere una pioggerellina insidiosa contro cui i tergicristalli sembravano inutili. Malcom cercava di non tremare troppo per evitare che i lividi gli facessero male e questo gli rese il viaggio ancora più gravoso. Quando finalmente arrivarono era esausto e gli scoppiava la testa.
    Il posto di polizia era deprimente come ricordava, per fortuna al desk delle informazioni quella mattina c'era una poliziotta giovane e carina. Appena puntò gli occhi su di loro e aprì bocca però, Malcom si rese conto che le sue attrattive finivano lì. Con voce scorbutica indicò loro l'unità operativa di Forster e senza più degnarli d'uno sguardo tornò a dedicarsi a ciò che stava facendo. L'unità antigang si trovava al secondo piano e appena si aprirono le porte dell'ascensore i due uomini furono accolti da un vociare sconnesso, odore di corpi sudati, cibo stantio e caffè bruciato. Ramsay fece una smorfia e a Malcom gli si rivoltò lo stomaco. Il caldo era soffocante. Percorsero il corridoio rivestito come tutti gli edifici pubblici di un linoleum scadente, questo color grigio, le pareti azzurrine erano scrostate in più punti e avrebbero avuto bisogno quantomeno di una rinfrescata. Alcune donne in abiti vistosi sedevano su una panca di legno e si lamentavano del trattamento che stavano subendo. Attraversarono un open space dove diversi poliziotti stavano lavorando alle scrivanie, battendo rapporti al pc o rispondendo al telefono. Uno di loro si avvicinò chiedendo chi desiderassero in tono sbrigativo e Ramsay spiegò paziente che avevano un appuntamento

 
- McGhee lasciali passare!

Dal fondo dello stanzone si alzò una cavernosa voce baritonale: Forster li aspettava seduto alla sua scrivania in un minuscolo cubicolo che gli spettava di diritto, essendo a capo dell'unità. Poiché lo spazio era quasi del tutto occupato dalla sua mole, restava ben poco posto per i visitatori. Cosa che probabilmente era voluta.
 
- Togliete quella roba di mezzo e sedetevi. Allora giovanotto come stai?
- Come uno che hanno preso a calci.

Rispose Malcom togliendo alcuni faldoni da una sedia e restando in piedi non sapendo che farci. Forster gli fece cenno di lasciarli su uno schedario, già straripante di carte pericolosamente in bilico.
 
- Ci sono novità?

Ramsay si sedette sul bordo della scrivania, dopo aver spostato alcune cartelline ricolme di fogli senza farsi scrupoli. Forster bevve con una smorfia qualcosa da un bicchiere di plastica, rabbrividendo:
 
- Persino lo zucchero dal the mi hanno tolto - buttò il bicchiere nel cestino - sostanzialmente nessuna. Si sono chiusi a riccio e si coprono a vicenda. Se potessi darci qualche elemento in più...

Avvicinò a Malcom un grosso libro nero pieno di foto segnaletiche esortandolo a vedere se riconoscesse qualcuno. Malcom sfogliò lentamente il libro soffermandosi su ogni foto. Quando era stato aggredito, entrambe le volte era buio e i ragazzi indossavano felpe col cappuccio, non avrebbe saputo riconoscerne qualcuno con certezza: uno aveva due denti di metallo, questo lo ricordava bene.
 
- Non sono sicuro, forse questo. Ma la prima volta ero troppo concentrato sul coltello e la seconda mi hanno colpito di sorpresa. Però ricordo che entrambe le volte uno di loro aveva uno strano odore
 - Che tipo di odore?
- Una qualche spezia che però non riesco a riconoscere, con un qualcosa di medicamentoso.
- Una spezia medica?

Forster guardò Ramsay con fare interrogativo e quello si strinse nelle spalle.
 
- Non una spezia medica. Era una spezia, ma con un retro fondo di medicinale. Non lo so.

Malcom scosse la testa, lo faceva impazzire perchè erano giorni che si arrovellava per capire che tipo di odore fosse senza venirne a capo. Gli uomini discussero ancora un poco sullo stato delle indagini che languivano e poi si salutarono.
    Dopo un altro viaggio penoso Ramsay lo lasciò al suo portone chiedendogli se dovesse salire per dargli una mano. Malcom fece un gesto di diniego, era stanco e voleva solo riposare. Lasciò cadere il borsone a terra e chiuse la porta: finalmente era a casa sua. Strinse i denti quando una fitta al fianco lo colse, ma cercò con gli occhi Best. Lo chiamò un paio di volte e il gatto uscì da sotto il divano e zampettò verso di lui. Si chinò sulle gambe allungando una mano e lasciando che la bestiolina lo annusasse per bene, quando gli diede una testatina lo attirò verso di sé e lo gratificò con una bella grattatina sotto il mento:

 
- Non posso tirarti su, amico. Ma mi sei mancato davvero. Vediamo se Jamal ti ha riempito le ciotole.

Si diresse verso l'angolo cottura tallonato dal gatto che nel frattempo stava danzando intorno a lui disegnando una serie di otto intorno alle sue gambe. Non mancò di notare che l’appartamento fosse stato tirato a lucido e che profumasse di detergente al pino: sicuramente LaRue, o molto più probabilmente Jeanette, si erano preoccupate di dare anche una pulita. Sul bancone della cucina vide che qualcuno aveva lasciato un biglietto: infatti era di Jeanette che gli augurava un buon ritorno a casa e gli indicava che nel frigorifero lei e LaRue e qualche altra donna del Centro aveva cucinato qualcosa per lui. Malcom aprì il frigorifero e lo vide stipato di vaschette argentate ripiene di chissà quale bontà. Chiudendo l'anta sentì una stretta al cuore: l'associazione era diventata la sua famiglia adottiva e si erano davvero tutti preoccupati del suo benessere, questo lo commosse:
 
- Stai diventando sentimentale vecchio mio.

Mormorò fra sé e sé. E a proposito di famiglia, agguantò il telefono e sedendosi con cautela sul divano compose il numero della madre.
    Il giorno dopo passò anche Brenda a trovarlo. Il pensiero di lei a casa sua l'aveva gettato in uno stato di vaga agitazione. Non aveva molto da fare e d'altra parte con una mano immobilizzata e indolenzito com'era non è che avesse molte alternative. Aveva acceso la tv più per farsi compagnia che per reale interesse a qualsiasi trasmissione. Fece un po' di zapping e si soffermò su una puntata di Miami Vice: Sonny Crockett aveva stile e gli piaceva la musica. Per un po' sognò di trovarsi a Miami pieno di soldi. Magari avrebbe potuto portarci Brenda un giorno. Sorrise immaginando la scena di loro due sfrecciare su un motoscafo, lui vestito come Don Johnson e lei con i capelli al vento. Aveva così tanta voglia di vederla che contava letteralmente i minuti. Best doveva aver sentito l'agitazione del suo compagno bipede perchè anche lui non riusciva a restare tranquillo: saltava sul tavolo, il divano, la poltrona, si acciambellava per un istante sulla sua sedia e poi di nuovo tornava a saltare come una pallina di un flipper impazzito. Malcom che si divertiva a osservarlo, appallottolò una pallina di carta e gliela lanciò ridendo di gusto quando il gatto vi si avventò e la inseguì come se fosse il peggior nemico. Le ore si allungavano stirando il tempo in una lunga attesa. Aveva anche provato a farsi una doccia, ma lavarsi con una mano sola non era stato affatto comodo e aveva lasciato che l'acqua ruscellasse sul suo corpo, spogliarsi e vestirsi era stata un'agonia, ma non poteva presentarsi a Brenda con solo i pantaloncini da calcio. Indossò anche una maglietta larga e si guardò allo specchio, mentre cercava di darsi una sistemata ai capelli. Fece una smorfia a se stesso, era a malapena presentabile. Si passò il rasoio elettrico sul mento eliminando ogni traccia di barba e si rimise ad aspettare.
    Quando Brenda arrivò ci fu una sorta di paralisi elettrizzata di gatto e padrone, Malcom aprì la porta e sorrise incerto, ma Brenda si allungò a baciarlo sulle labbra incurante del suo aspetto. Gli lanciò anzi un'occhiata di apprezzamento che gli fece pensare che forse gradisse questo aspetto un po' selvatico. Lei indossava un semplice tubino nero di lana e il cappotto cammello che abbandonò su un angolo del divano. Si osservò intorno, si era immaginata di entrare in una tana da scapolo e invece il minuscolo appartamento di Malcom era matenuto in ordine scrupoloso. I mobili erano dozzinali, ma tenuti con cura, come la moquette beige chiaro. In un angolo della stanza c'era la cucina a vista e un tavolo. Dall'altro lato c'erano il divano, un mobile con la tv e lo stereo e un altro mobiletto ricolmo di vinili e cassette. Una piccola libreria con qualche classico e molti tascabili era disposta in modo da dividere l'ambiente in due aree distinte. Un gatto rosso e bianco si avvicinò lentamente a lei.

 
- Hai paura? E' solo curioso, non ti fa niente.

Brenda si chinò verso il gatto che si strusciò alle sue gambe.
 
- Hai visto? Piaci anche a lui.
- Come si chiama?
- Best.
- Come la canzone?
- Come George.

Brenda scosse la testa sorridendo, il calciatore ovviamente! Lasciò cadere la borsa sul divano e aspettò che Malcom si sedesse. Le raccontò della visita inconcludente alla polizia: per quanto Ramsay sembrava fidarsi del suo amico Forster, lui non aveva molta stima per i poliziotti. Gli sembrava solo che girassero in tondo come tante galline senza testa e non arrivassero mai da nessuna parte. Era frustrato e poi stava impazzendo nel cercare di identificare quel maledetto odore. Forse non era importante, ma se era caratteristico di uno degli aggressori forse avrebbe avuto la soddisfazione di vederne almeno uno in galera. Brenda cercò di rassicurarlo come poteva e lui si scusò per averle gettato addosso le sue preoccupazioni. Le chiese se avesse mangiato e se volesse dividere con lui una delle prelibatezze che gli avevano lasciato.
 
- Adesso non ho molta fame, è presto. Però fra un pochino molto volentieri. Come è andato il primo giorno a casa?
- Noioso da morire. Mi sento come un vecchio di 90 anni!
- Devi avere pazienza, il dottore ti ha dato quaranta giorni di prognosi, ti manca circa ancora un mese.
- Uffa, non sono paziente in queste cose: adesso capisci perchè mi è successo la prima volta?
- Ti fa tanto male?
- No, per fortuna. Mi sento solo tanto indolenzito e non riesco a fare quasi niente con questa mano bloccata - le scoccò un'occhiata - e mi sento ancora l'odore dell'ospedale addosso.
- Vuoi che ti dia una mano? Magari ti aiuto a lavarti i capelli?
- Prima non vuoi coccolarmi un pochino?

Brenda sorrise e gli prese il volto fra le mani lasciando una scia di piccoli baci sulle guance, le tempie, le mandibole. Quando arrivò alle labbra lui la bloccò e infilò la lingua tra le sue forzandola un po' ad aprire la bocca. Le accarezzò il viso con dita leggere e fermò la mano sulla gola, sotto i polpastrelli sentì una vena pulsare forsennata. Brenda interruppe il bacio con una risatina:
 
- Aspetta, aspetta: sono qui da appena un'ora e già stiamo avvinghiati sul divano!
- Perchè, ti dispiace? Mi sei mancata, lo sai.

Lei ammorbidì il viso:
 
- Dai, ti aiuto con i capelli.

Si sollevò con vivacità dal divano e abbandonate le scarpe, lo prese per la mano sana aiutandolo ad alzarsi a sua volta.
        Il bagno era un piccolo quadrato dove entravano a malapena il lavandino, i sanitari e una vasca. Da sotto il lavandino Malcom estrasse uno sgabellino dove appoggiava i vestiti o i libri quando ne aveva bisogno. Brenda lo fece mettere seduto con la testa rivolta verso il lavandino, gli chiese se fosse comodo e se il braccetto della doccia fosse removibile. Arrivava a malapena al lavandino, ma si sarebbero accontentati. Aprì l'acqua a una temperatura accettabile e gli bagnò i capelli. Mise una dose di shampoo sulla  testa e iniziò a massaggiare. Malcom muoveva le gambe nervoso, l'odore di Brenda, le sue mani che gli frizionavano il cuoio capelluto con delicatezza, l'abitino che aderiva al corpo mettendo in risalto il ventre e le cosce lo stavano mandando fuori di testa. Provò a chiudere gli occhi, ma le sensazioni sembravano moltiplicarsi e fu costretto a riaprirli. Brenda si muoveva con gentilezza; a causa della posizione di vasca e lavandino era costretta a stare quasi addosso a Malcom, ma le piaceva passargli le dita tra i capelli. Lui non riuscì a fare a meno di accarezzarle un fianco, la mano seguì le curve del corpo e lei ridacchiò, accaldata. Gli sciacquò i capelli e si allontanò in cerca di una spugna. Lui capì le sue intenzioni perché si tolse la maglietta: nonostante i lividi e le escoriazioni Brenda non potè fare a meno di ammirare ancora il suo torace. Insaponò la spugna e la strizzò, poi la passò delicatamente su di lui. Malcom rabbrividì. Non riusciva quasi più a parlare, così l’attirò a sé con il braccio sano.

 
- Hey, mi bagni tutta così.
- Lo spero.
- Sei proprio scemo!
- Levati questo coso, dai.

Brenda lo guardò per un momento: si sentì  languida e surriscaldata dall'atmosfera torrida che si era creata tra loro. Prese una decisione e si tolse il vestito restando in intimo. Malcom sorrise e con un dito le fece cenno di avvicinarsi. Adesso fu lui a bagnare la spugna e la strizzò su di lei all'altezza della gola. L'acqua ruscellò tra i seni, sul ventre fino all'inguine. Brenda emise un verso strozzato, aderì al corpo di Malcom cercandone le labbra. Lui scese a baciarle la mandibola, la gola, con un dito abbassò una spallina del reggiseno e le mordicchiò la spalla, poi tornò indietro con la lingua. Con i pollici le accarezzò la schiena su e giù facendola rabbrividire. Lei chiuse gli occhi godendo dei suoi baci, senza più remore, voleva sentire ancora le sue mani calde sulla pelle, la sua lingua, le sue labbra. Si chinò a baciargli il collo, gli succhiò un lobo dell'orecchio, leccò la pelle sottile della clavicola, inspirando il suo odore virile. Malcom con le dita della mano sana stava lavorando sulla chiusura del reggiseno, lei lo aiutò a sganciarlo. Quando si sollevò, Brenda si morse il labbro inferiore, l'espressione negli occhi dell’uomo era torbida quasi sconvolgente da quanto fosse intensa. La fece sedere su di sé e continuò a baciarla, esplorò i seni con la lingua, circondò uno dei capezzoli con le labbra e lo succhiò facendola gemere. Con la mano sana le accarezzava il ventre e poi scese sotto l'orlo delle mutandine. Brenda spalancò gli occhi quando sentì un dito insinuarsi dentro di lei e accarezzarla. Il profondo sospiro di gola che emise fece quasi impazzire Malcom che aggiunse un altro dito muovendo la mano più veloce, succhiandole la pelle del collo, divorandole la bocca forsennato. Brenda si aggrappò a lui mugolando e chiuse le gambe.
 
- Tesoro... voglio fare l'amore con te.

Le mormorò all'orecchio con un tono che era metà una preghiera e metà una richiesta.
Brenda si alzò e si voltò. Malcom avrebbe anche potuto restare due o tre ore ad ammirarne la schiena se non fosse stata per l'urgenza del desiderio. Lei si raccolse i capelli portandoli tutti davanti a una spalla e voltò lieve la testa verso di lui, sorrise:

 
- Vieni?

Un ghigno gli allungò le labbra, con più entusiasmo di quanto non sarebbe stato preferibile si sollevò dallo sgabello e un pò guidandola, un pò trascinandola tra un bacio e l'altro la portò in camera da letto. Best li aspettava acciambellato su un cuscino, aprì appena un occhio. Malcom lo fece scendere:
 
- Mi dispiace amico, ma questo non possiamo condividerlo.

Lo convinse a trottare fuori dalla stanza accompagnandolo e chiuse la porta. Quando si voltò Brenda lo aspettava mezza inginocchiata sul letto. Lui si morse un labbro: la sua sagoma controluce era soffusa dal lucore proveniente dalla finestra e sembrava una qualche creatura delle fiabe. Una creatura molto sexy e molto desiderabile. Lo abbracciò baciandolo ancora e poi lo fece sdraiare sulla schiena:
 
- Stai buono, ci penso io a te.

Gli si mise a cavalcioni, sollevò i capelli con le mani lasciandosi ammirare. Il modo in cui lui la guardava la faceva sentire così  deliziosamente provocante. Con le labbra e la lingua gli sfiorò ogni singolo livido: sul torace, intorno ai capezzoli eretti circondati dalla pelle d'oca, sul ventre, intorno all'ombelico facendolo rabbrividire. Lo guardò da sotto in su e aderì completamente al suo corpo tornando a baciargli le labbra, si strusciò sulla sua erezione e lui gemette di nuovo. La tenne stretta a sé, mentre la baciava ancora e ancora.
 
- Finisci quello che hai iniziato.

La voce roca le vibrò sulla gola. Lei si tolse l'ultimo velo di tessuto che li divideva ancora, ma lui la fermò di nuovo indicandole il cassetto del comodino. Lei riemerse col piccolo quadrato di plastica in mano. Malcom era più che pronto e lei lo aiutò, poi con lentezza si lasciò cadere su di lui e iniziò a muoversi. Il tempo gocciolava denso come miele, mentre si amavano dandosi senza riserve l'uno all'altra.
    La pioggia batteva sul vetro rendendo tutto ovattato. Malcom e Brenda erano abbracciati, sotto al lenzuolo in una intimità sonnolenta. Le stava accarezzando con movimenti pigri la schiena.

 
- Che strano fare l'amore in pieno giorno, mi dà l'idea di qualcosa di clandestino: come se stessimo marinando la scuola.
- Hai fatto molto sesso marinando la scuola?
- Sono una brava ragazza, io! Semmai quello scostumato sei tu.

Malcom ghignò al suo tono fintamente scandalizzato.
 
- Non credere, non tanto quanto avrei voluto - le baciò la fronte - ma non mi vanterò delle mie performance.
- Che arrogante! Sei fortunato solo perchè sei così adorabile.

Ridacchiarono e si coccolarono ancora per qualche minuto. Brenda si sollevò su un gomito tornando seria:
 
- Prima guardando nel cassetto non ho potuto fare a meno di notare: che ci fai con tutte quelle scatole di preservativi?
- Li ho presi pensando a te. Ahi - gli aveva dato una schicchera - non infierire su un uomo gravemente ferito!

Lei gli baciò la spalla.
 
- In realtà sono per i ragazzi della squadra. Mi assicuro che non ne siano sprovvisti.
- Che ti dicevo, non so come tu faccia a essere così insolente e così premuroso nello stesso momento.
- Fa parte del mio fascino.

Rispose lui dandole un piccolo bacio sul naso. Lei sollevò gli occhi al cielo facendogli il verso. La mano di Malcom scivolò sulla schiena e all'altezza di un fianco trovò un’abrasione della pelle, come un cordone di carne, che prima nella foga del desiderio non aveva notato.
 
- Che cos'è questa?

Chiese incuriosito. Brenda si rigirò sul dorso all'improvviso silenziosa, si portò un avambraccio a coprirsi gli occhi.
 
- Bri?

Brenda si tirò su acciambellandosi su se stessa, le ginocchia al petto, come una gattina. Aveva le labbra strette e un'espressione tormentata sul viso.
 
- Tesoro, parlami.

Lei continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto. Malcom non l’aveva mai vista così turbata e si stava preoccupando.

    Si svegliò acciambellata su se stessa in un luogo che non riconobbe. Il letto, o meglio il materasso su cui giaceva puzzava di vomito, era il suo? Brenda si sentiva malissimo, aveva la nausea e le girava la testa. Cercò di sollevarsi in piedi e in preda alle vertigini cercò un luogo dove svuotare lo stomaco. Dall'altra parte della stanza, su un altro materasso, dormiva una ragazza che non conosceva. Ma non ebbe tempo di soffermarsi troppo su di lei, in preda ai conati com'era. C'era un lavandino e lo raggiunse a malapena prima di vomitare alcol e bile. Le martellava la testa, non ricordava assolutamente nulla della notte prima. Dalla luce che entrava dalla finestra doveva essere giorno inoltrato, con sgomento si rese conto solo in quel momento che non indossava nulla sotto il vestito. Si guardò le gambe e vide lividi e graffi. Si mise una mano alla bocca pietrificata dall'orrore. Il materasso era sporco di sangue, non sapeva se fosse il suo. Si sollevò meglio il vestito e si accorse di un taglio scabroso dietro la schiena all'altezza del fianco. Era sporco di sangue raggrumato, non sapeva quanto ne avesse perso, ma forse il taglio non era così profondo anche se le bruciava ancora parecchio. Girò intorno a se stessa cercando freneticamente le proprie cose e scappò in strada. Era certa di non avere preso droghe o aver bevuto troppo, la sera prima. Era andata con Klaus e Katarina in quel locale vicino al Muro dove si esibivano gli artisti underground new romantic. A lei non piacevano molto, ma doveva scriverci un pezzo per questo aveva cercato di rimanere sobria il più possibile. Ricordava di aver visto il concerto ed essere rimasta un po' con i suoi amici, forse aveva preso un taxi. Era lì che era iniziato il blackout. Con il cuore in tumulto cercò di capire in che zona fosse, c'era una fermata della metropolitana e ci s'infilò tremante. Quando fu a casa si fece una doccia bollente e strofinò il corpo fino a farlo diventare viola. Non le importava se si fosse ferita: nulla poteva essere peggiore di quello che le era capitato.

Brenda aveva la voce piatta mentre confessava quello che aveva subito.

 
- Ho provato ad andare alla polizia a raccontare quello che era accaduto, sono anche entrata in commissariato, ma appena ho visto le facce dei poliziotti ho pensato che non mi avrebbero creduto. Ai loro occhi sarei sembrata la solita ubriacona inglese che non si ricordava neanche con chi aveva scopato la sera prima. E' così che è cominciato. Ero terrorizzata da tutto: la possibilità di essere rimasta incinta, le malattie, divenni paranoica, non mi fidavo più di nessuno. Soprattutto mi faceva diventare matta il fatto che non avessi idea di cosa mi fosse capitato di preciso, cosa mi avevano fatto, come mi ero ferita, chi fosse stato. Passai a Berlino un altro anno orribile e poi crollai completamente e fui costretta a tornare a casa. Ecco, tu sei la seconda persona, dopo il mio psichiatra, che sa tutta la verità.

Malcom era senza parole, terrificato da quello che aveva subito Brenda, infuriato contro chi le aveva fatto questo. Non sapeva se toccarla, le accarezzò una spalla titubante e fu lei a rifugiarsi contro il suo petto. La strinse nel calore del suo abbraccio, dandole piccolissimi baci delicati sulle guance, le palpebre, le tempie, mormorandole parole di conforto. Quando lei sollevò il viso sorrideva e Malcom pensò che la parola sorriso non poteva neanche iniziare a descrivere la meravigliosa espressione sul viso di Brenda, si sentì così pieno di amore per lei che fu colto da una vertigine.
 
- Scusami, se ti ho raccontato queste cose.
- Non dirlo neanche per scherzo. Non riesco a immaginare quanto possa essere stata orribile come esperienza.

 Le prese il viso tra le mani e la baciò a lungo. Quando riemersero da quel bacio Brenda sembrava essere tornata di buon umore:
 
- Sto morendo di fame. Sbaglio o mi avevi promesso un pranzo?
- Hey, mi hai rubato la battuta! Andiamo a vedere in cucina cosa mi hanno lasciato.

Brenda si alzò per prima, il lenzuolo scivolò sul suo corpo nudo lasciando Malcom senza fiato: non si sarebbe mai stancato di ammirarla. Con più lentezza si alzò anche lui e cercò qualcosa da infilarsi, Brenda lo osservava a sua volta con la testa inclinata da una parte, in ammirazione:
 
- Sembri una statua greca.
- Si, una con i rotoli - Malcom fece una smorfia - non vedo l'ora di tornare a correre.
- Ma non sai che le maniglie dell'amore sono sexy?

Brenda gli aveva rubato la maglietta ed era in cerca delle mutandine. Poi gli si avvicinò e gli accarezzò la pancia.
 
- Dai, statua greca, andiamo in cucina.

Esclamò lui mentre le dava una leggera pacca sul sedere. Lei sobbalzò deliziata. Prima di mangiare Malcom accese la radio e mentre le note di Phil Collins pervadevano l'aria aprì il frigorifero.
 
-Allora vediamo: shepherd pie, pollo alla creola con riso basmati, questo mi sa che l'ha fatto MarieAntoniette, polpette, spezzatino, un curry non so come. Cosa preferisci?

Le chiese riemergendo dal frigorifero. Brenda nel frattempo aveva apparecchiato, con grande sorpresa di Malcom che non aveva idea di come avesse fatto a trovare il necessario. Scelsero il pollo col riso. La salsa della pietanza era ricca e speziata e lo stomaco di Malcom brontolò rumorosamente. Non vedeva l'ora di mangiare.
 
    - Dai, rimettiti in forze - le strizzò l'occhio - che dopo continuiamo!

Brenda con un sorrisino mescolò il suo riso con la salsa e il pollo, mentre Malcom aspirava l'odore del piatto e rimase bloccato. L'espressione sul suo viso preoccupò Brenda:
 
- Mal, che succede?

Ma lui stava sorridendo:
 
- Eccola, l'ho trovata, la spezia che non riuscivo a riconoscere! Secondo te cosa c'è dentro?

Brenda annusò a sua volta:
 
- Mmmh mi sembra coriandolo, cumino, noce moscata…
- No, no: ce n'è un'altra, adesso chiamo MarieAntoniette e mi faccio dire la ricetta!

La interruppe alzandosi con troppa foga e lanciando un gemito e un’imprecazione.
 
- Aspetta - Brenda annusò di nuovo - chiodo di garofano?
- Chiodo di garofano! Brava amore mio!

Disse chinandosi verso di lei e stampandole un bacio sulle labbra. Brenda rimase attonita: l'aveva chiamata amore? Ma Malcom tutto entusiasta aveva preso il telefono:
 
- Adesso chiamo Forster e glielo dico!



 
   
 
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