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Autore: The Big Dreamer    19/07/2020    2 recensioni
Da milioni di anni infuria una guerra tra due fazioni su un pianeta chiamato Cybertron, abitato da una razza di organismi robotici dotati d'intelligenza.
Questi due fronti, uno denominato dai pacifici Autobot, capitanati da Optimus Prime, e i temibili Decepticon, comandati dal feroce ribelle Megatron, hanno portato il loro mondo al collasso, consumando gran parte delle sue scorte di energia.
Gli Autobot decidono così di andare su un pianeta azzurro pieno di preziose risorse. Ma i Decepticon li attaccano durante il loro viaggio intergalattico, e nello scontro la loro astronave, l'Arca, subisce danni gravissimi, schiantandosi su quel mondo.
I Transformers finiscono in stasi per milioni di anni, fino a quando non si risvegliano, scoprendo che adesso quel luogo, chiamato Terra, è dominato da una specie organica mai vista prima, che diventa anch'essa protagonista di questo lungo conflitto che sembra non avere mai fine.
[STORIA BASATA SU TRANSFORMERS G1, CON ELEMENTI DEL FILM BUMBLEBEE, DEI VIDEOGIOCHI WAR FOR CYBERTRON E FALL OF CYBERTRON E DEI VARI FUMETTI E SERIE ANIMATE. PRESENTI CROSSOVER CON ALTRE OPERE]
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Autobot, Decepticon, Megatron, Nuovo personaggio, Optimus Prime
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Generation I
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Il nostro mondo non è altro che un puntino insignificante nell’immenso infinito denominato Universo. Vi sono tante altre civiltà oltre alla nostra, genti, razze tutte differenti l’una dall’altra, ognuna con le proprie caratteristiche.
Questa storia parlerà dell’incontro dell’umanità con una di queste, una delle più straordinarie. Ma prima bisogna tornare indietro, a milioni di anni fa, prima che nascesse la nostra specie, su un pianeta lontanissimo chiamato Cybertron…
 
Musica di apertura: Transformers Theme by Lion

 
 
CAPITOLO 1 - L’ARCA
 
Bumblebee correva il più veloce che poteva nella sua modalità veicolo (simile a un Maggiolino Wolkswagen, ma dalle forme futuristiche) per sfuggire alla battaglia generale. Doveva a tutti i costi portare i rifornimenti di Energon alla base, ormai restava poco tempo prima della partenza. Le ruote anti-gravità giravano al massimo della propria capacità, garantendo una rapidità di movimento fondamentale, soprattutto per il fatto che il povero robot giallo veniva inseguito da nientemeno che il secondo in comando dell’esercito dei Decepticon, Starscream, che nella forma di un caccia bianco e rosso cercava di bombardarlo con tutto l’arsenale a sua disposizione.
- “Maledetto Autobot, non ti permetterò MAI di arrivare alla tua destinazione!” - urlava questi.
- “Ah, sì? Staremo a vedere, ciccio.” -
Il giovane eroe cyborg, grazie alla sua rapidità, poté beffare con relativa facilità il suo avversario, il quale, per quanto scaltro, non era certo il migliore dei suoi in quanto a intelligenza e mira.
- “Bastardo, pezzo di ferraglia arrugginita, scarto di fabbrica…” - lo insultava il Decepticon con tutto il suo forbito repertorio, suscitando l’ilarità di Bumblebee.
- “Molto bene… dopo esserci divertiti un po’ con il nostro amico è ora di vedere se la nuova arma progettata da Wheeljack funziona!” -
Aprì dunque il suo tettuccio, dal quale sbucò un cannone che puntò dritto verso il nemico. Sparò quindi una scarica elettromagnetica che colpì in pieno Starscream, il quale automaticamente si ritrasformò nella sua forma robotica, ma solo a metà, lasciandolo in parte in modalità aereo e, quindi, privo di qualsiasi contro del suo corpo, andandosi a schiantare addosso a un edificio in rovina, che crollò definitivamente su di lui.
- “Bravo Wheel! Un’altra sua invenzione utile!” -
L’Autobot procedette verso il suo luogo di destinazione, una gigantesca astronave simile a un’arca, dove tutta una serie di robot dalle dimensioni di un essere umano svolgevano quelli che sembravano essere gli ultimi preparativi prima della partenza.
- “Bumblebee! Sia lodato Primus, ce l’hai fatta ad arrivare in tempo!” - gli disse un cybertroniano di colore bianco, con strisce rosse e verdi lungo tutto il suo corpo.
- “Perdonami, Wheeljack. Starscream mi ha rallentato.” - rispose trasformandosi nella sua forma originaria - “Comunque devo farti i miei complimenti. La tua nuova arma a impulsi elettromagnetici ha funzionato alla grande contro di lui. Non ha neanche avuto il tempo di accorgersene!” -
- “Ehi, stiamo parlando di Starscream, ricordatelo. Con Megatron non sarebbe stato così facile.” -
- “Lo so… comunque, ormai siamo alle battute finali, eh?” -
- “Esattamente, amico mio.” -
I due si girarono, osservando lo scenario di fronte a loro: era incredibile come un tempo il loro fosse un pianeta prospero, pieno di vita, invidiato da tante altre civiltà nella loro Galassia, ora ridotto a una misera ombra di quello che fu.
- “Mi sento un codardo ad andarmene via di qui…” - sussurrò Bee a capo chino, abbattuto.
- “Non è una fuga. Andiamo semplicemente in cerca di altri mondi con buone risorse, come ci ha già detto centinaia di volte Optimus.” - lo rimproverò il compagno - “Stai tranquillo, il nostro scopo è proprio quello di ritornare e porre fine a questa inutile guerra.” -
- “Come abbiamo potuto ridurci a tanto… a ucciderci tra di noi… noi, che dovremmo essere fratelli, amarci e rispettarci l’un l’altro…” -
- “Lo so, Bee. Anch’io ritengo tutto questo un massacro insensato, ma purtroppo ci siamo dentro. Non possiamo fare altro che combattere dalla parte giusta, e sperare che prima o poi tutto ciò cessi.” -
- “Hai ragione, Wheel.” -
Il loro discorso venne interrotto da un altro androide, di colore bianco e rosso, che riprese i due - “Ehi, voi! Smettetela di cincischiare, ormai manca poco alla partenza!” -
Risposero contrariati - “Oh, Ratchet, rilassati! Non ci corre dietro nessuno!” -
- “A dire il vero, dalle registrazioni mi sembra che Starscream ti stesse alle costole, Bumblebee.” - rispose l’altro con fare saccente.
- “Con la nuova arma di Wheeljack non era affatto una minaccia. I Decepticon saranno forti, ma pure noi abbiamo una buona capacità di adattamento.” -
- “Meglio non correre rischi inutili, in ogni caso. Non possiamo rischiare in una fase delicata come questa.” -
- “Va bene… cavolo, però, stai sempre a rompere…” - si lamentò Bumblebee.
- “Ratchet però ha ragione, Bee.” - disse Wheeljack - “Non possiamo permetterci di attirare su di noi ulteriori problemi, già abbiamo dovuto velocizzare i preparativi per il viaggio, esponendoci a grossi rischi.” -
- “Ok…” -
 
Nel frattempo, dentro la nave degli Autobot un robot di colore bianco e nero e un altro rosso scuro armeggiavano freneticamente con i computer, lavorando su stringhe di codice complicatissime, ma non per i loro avanzati cervelli elettronici.
- “E’ davvero difficile fare il lavoro di diversi giorni in poche ore, Prowl…” - disse seccato il cybertroniano rosso.
- “Ti capisco, Ironhide, ma dobbiamo farlo, lo sai bene.” -
- “Dannati Decepticon… evidentemente sospettano del nostro piano. Avranno notato senza dubbio che stiamo mettendo a punto la nave, sennò non avrebbero inviato Starscream in ricognizione.” -
- “Un’altra ragione per la quale dobbiamo terminare il lavoro il prima possibile. Il nuovo cannone elettromagnetico progettato da Wheeljack non terrà Starscream congelato tanto a lungo, ci può far guadagnare solo poco tempo.” -
La porta scorrevole dietro di loro si aprì, dalla cui soglia comparve un essere molto più alto e grande di loro. Aveva la corazza del torace totalmente rossa, con due vetri sopra i pettorali, le sue mani e gambe erano invece di un blu intenso con innesti argento metallo, mentre la sua testa era blu, così come gli occhi, e il suo volto era coperto da quello che sembrava un elmo d’acciaio. I due lo fissarono con profondo rispetto - “Salute, Comandante Optimus Prime!” -
- “Salute a voi, compagni miei. Come procedono i preparativi?” - domandò con una profonda voce metallica, molto più bassa e potente della loro.
- “Stiamo calibrando gli ultimi settaggi, poi l’Arca dovrebbe essere in grado di partire.” - rispose Prowl.
- “Molto bene. Perdonatemi se vi ho chiesto un lavoro così estenuante, ma non possiamo fare altrimenti. Megatron e i suoi ormai hanno capito che stiamo preparando un piano di fuga su un altro pianeta, e proveranno a impedircelo a tutti i costi.” -
- “Lo sappiamo.” - sentenziò Ironhide - “Per questo stiamo facendo il più in fretta possibile. Bumblebee si è già imbattuto in Starscream mentre portava alla base gli ultimi rifornimenti.” -
- “Lo so. Ha rischiato grosso, ma ce l’ha fatta. Sono orgoglioso di lui, anche se si è preso dei rischi che poteva evitare. Purtroppo non sempre in momenti di concitazione si riesce a ragionare, soprattutto quando si è giovani come lui.” -
I suoi sottoposti concordarono. Optimus Prime era l’Autobot più anziano di tutti loro, e anche il loro comandante. E tutti erano dell’idea che fosse il miglior leader che la loro fazione avesse mai avuto, nonostante egli cercasse di non paragonarsi ai suoi predecessori, per i quali portava grandissimo rispetto. Rispetto che, però, non tutti condividevano, in quanto la guerra era stata causata in parte dalla testardaggine del loro capo di allora, Zeta Prime, che si era rifiutato di cercare una soluzione pacifica con Megatron, quando i Decepticon erano ancora una fazione marginale, anche se in crescita. Zeta, in quanto appartenente al Senato di Cybertron da milioni di anni, si era arrogato il diritto di decidere assieme a un manipolo di suo collaboratori cosa la gente dovesse pensare, la politica da seguire, ignorando totalmente le suppliche delle masse.
Loro sono ignoranti, noi saggi e istruiti. Sappiamo qual è il bene per loro: mai parole come quelle furono più sbagliate. Il governo di Zeta non seppe gestire la situazione, ignorando totalmente le richieste del popolo, e accrescendo quindi il suo consenso nei confronti di Megatron, che invece promise a tutti di risolvere i loro problemi in cambio di fedeltà assoluta nei suoi confronti.
Il conflitto divampò sempre più, spaccando il pianeta in due fazioni perfettamente simmetriche, per poi finire a vantaggio dei Decepticon quando il Governo centrale si divise tra i lealisti di Zeta e quella che era stata la sua opposizione, guidata da Orion Pax, ovvero il giovane Optimus, figlio adottivo dell’Anziano Gemini Pax. Orion tentò in primis di far ragionare Zeta Prime, cercando di fargli capire che in questo modo la davano solo vinta a Megatron, che acquistava così consenso.
Zeta non si fece tanti scrupoli a dichiarare Orion e i suoi sovversivi, costringendoli alla clandestinità per molti anni, fino a quando tornarono, con il loro comandante inesperto e apparentemente inoffensivo trasformato in un essere totalmente diverso, chiamato Optimus, dopo che questi aveva ritrovato l’antica Matrice perduta dei Prime, che lo sanciva come vero leader di Cybertron, detronizzando Zeta, che scappò via dal pianeta su una navicella, approfittando della magnanimità del suo nemico - “Non uccidiamolo. Dovrà pagare le sue colpe con l’esilio.” -
In breve Optimus Prime riuscì a ribaltare le sorti della guerra contro i Decepticon, anche grazie a una nuova arma messa a punto dagli Autobot grazie alla saggezza contenuta nella Matrice: la trasformazione, ovvero la capacità da parte dei Cybertroniani di modificare la loro struttura fisica in base a programmi specifici, tramutandosi in veicoli che permettevano loro spostamenti più veloci e, soprattutto, tattiche belliche più elaborate.
Tuttavia, ben presto Megatron e i suoi impararono anche loro il segreto della trasformazione, e il conflitto divenne sempre più accesso, consumando il già martoriato mondo. Un mondo con un disperato bisogno di risorse, che si potevano trovare solo in un posto: un pianeta lontano eoni da Cybertron, un pianeta azzurro raggiungibile grazie a un ponte intergalattico che permetteva loro di raggiungere luoghi lontani in pochissimo tempo. E quella dove si trovavano loro era una vera e propria Arca, che li avrebbe condotti alla salvezza.
 
Starscream si risvegliò frastornato - “Ma… cosa diavolo è…” -
Il Decepticon cercò di ragionare, e si accorse di una situazione molto imbarazzante: la parte superiore del suo corpo era in forma robotica, mentre quella inferiore era ancora in modalità veicolo. Cercò di completare il processo di trasformazione, ma ci riuscì con molta fatica. Si sentiva totalmente intorpidito dalla vita in giù.
Solo allora si ricordò dello “scherzetto” che gli aveva teso Bumblebee - “GRRRRRRR! DANNATO AUTOBOT! LURIDO RIFIUTO! SE GLI METTO LE MANI ADDOSSO… COME HA OSATO UMILIARE ME, IL POTENTE STARSCREAM?!” -
- “Stai pur certo che se continui con questa sceneggiata completo il lavoro che ha lasciato a metà.” -
Un brivido percorse la schiena del cyborg, che vide proiettata nella sua mente l’immagine della trasmissione radio del suo leader, Megatron, che lo fissava a braccia conserte con fare scocciato. Il suo volto, completamente bianco e attorniato da un elmo dello stesso colore, mostrava puro disprezzo nei suoi confronti, così come i suoi grandi occhi rossi, che lo fissavano in modo accusatorio.
- “S… SIGNORE… IO… IO STAVO… ECCO… NON E’ COME… INSOMMA…” -
- “Chiudi quella pattumiera spaziale. Mi hai profondamente deluso, Starscream. Speravo che per uno del tuo rango questo fosse un lavoro facile, ma evidentemente ho peccato d’ingenuità.” -
- “Lord Megatron, io ho cercato di stargli alle costole, e c’ero riuscito, ma… ecco… ha tirato fuori una strana arma EMP e mi ha messo fuori uso! Non potevo prevederlo!” -
- “Se tu invece di girovagare nella tua mente bacata leggessi i rapporti della nostra intelligence avresti saputo già mesi fa che gli Autobot avevano sviluppato quel particolare tipo di cannone!” -
- “Ma… mio Signore, io…” -
- “Taci. Sei stato veramente una delusione, Starscream. Mi chiedo cosa mi abbia spinto a nominarti mio braccio destro. Fa un lavoro migliore di te Soundwave, che poco fa ha individuato la base degli Autobot.” -
Il soldato digrignò i denti, adirato: Megatron lo sottovalutava sempre, non gli concedeva mai i meriti che gli spettavano, trattandolo come un misero rottame. Quanto odiava quella situazione! Un giorno si sarebbe preso quello che gli spettava, con le buone o le cattive, ma fino a quel momento sarebbe stato meglio far buon viso a cattivo gioco.
- “Va… va bene, Megatron…” -
- “Bene. Adesso dirigiamoci alla base degli Autobot. Passo e chiudo.” -
Starscream si ritrasformò, anche se ancora a fatica, nella sua modalità jet, diretto alla base del nemico. Era di pessimo umore, e aveva una grande occasione per sfogarsi un po’.
 
Lo squadrone degli Autobot capitanato da Optimus Prime era ormai pronto a decollare sull’Arca. Il manipolo di sei uomini composto dal comandante, Bumblebee, Ratchet, Wheeljack, Prowl e Ironhide era seduto sulle proprie rispettive postazioni della nave, rispondendo in ordine alle direttive del loro capo - “Allora, è tutto pronto?” -
- “Motori principali in fase di accensione.” -
- “Generatori di emergenza pronti all’uso.” -
- “Temperature nella norma.” -
- “Difese e scanner attivati.” -
 - “Connessione con il ponte intergalattico avviata.” -
- “Molto bene. Autobot, preparatevi! 10… 9… 8… 7… 6… 5… 4… 3… 2… 1… LANCIO!” -
Un grande boato seguì l’attivazione dei motori dell’Arca, che partì dalla sua rampa di lancio, sollevandosi a velocità crescente in aria, mentre gli Autobot rimasti a terra esultavano di fronte al successo della loro missione. La nave era partita, ce l’avevano fatta! Ora niente poteva fermarli. Niente, tranne…
- “ALLARME, ALLARME, NEMICO IN AVVICINAMENTO, NEMICO IN AVVICINAMENTO.” -
Il computer di bordo dell’Arca fece trasalire Optimus e i suoi, che videro subito dai loro schermi delle navi Decepticon farsi strada tra le postazioni dei loro alleati fermi al suolo, avvicinandosi sempre di più.
- “DANNAZIONE!” - urlò Bumblebee.
- “Come temevo… Megatron già sapeva del nostro piano.” - disse invece il comandante - “Per fortuna ci siamo preparati. Ironhide, avvia immediatamente il protocollo Epsilon-4.” -
- “Subito.” -
La nave avviò quindi un processo di trasformazione, con la comparsa di scudi che la schermavano, mentre a terra le truppe cercavano con la loro artiglieria di fermare le navi nemiche, purtroppo con risultati poco incisivi.
In breve il mezzo principale dei Decepticon si avvicinò a quello degli Autobot, così Megatron decise di mettersi in contatto tramite canale video col suo acerrimo nemico - “Optimus Prime…” -
- “Megatron…” - rispose questi, ricambiando il disprezzo.
- “Ti consiglio caldamente di arrenderti. Vorrei evitare ulteriori spargimenti di fluidi.” -
- “Detto da te fa quasi ridere, visto che i massacri d’innocenti sono una tua specialità.” -
- “Sacrifici necessari per un bene superiore. Dovresti saperlo: quante migliaia di Autobot sono caduti finora per la tua causa?” -
- “Hanno deciso di combattere di loro spontanea volontà, per un nobile obiettivo, ovvero la pace. Tu proponi invece un mondo che non sta né in cielo né in terra, dove noi cybertroniani domineremo tutto lo spazio, quando nemmeno riusciamo a mantenere la quiete nella nostra casa. Se c’è un folle quello sei tu, Megatron.” -
- “Con te ragionare è inutile, Prime. Vorrà dire che userò le maniere forti.”
Il collegamento si chiuse, e seguirono una serie di esplosioni che colpirono il fianco sinistro della nave.
- “OPTIMUS, CI STANNO ATTACANDO A SINISTRA!” - urlò Ratchet.
- “ATTIVARE I SISTEMI DI DIFESA! NON POSSIAMO PERMETTERE A MEGATRON DI ABBORDARCI!” -
Gli Autobot risposero con delle cannonate laser che colpirono la nave Decepticon, nella quale si formò un buco che risucchiò molti soldati lì presenti nello spazio siderale.
- “Lord Megatron, ci hanno colpito! Abbiamo riportato gravi danni, non so se ce la faremo!” - gridò Starscream.
- “Non importa se questa nave verrà distrutta, o quante vite sacrificheremo!” - ringhiò il suo capo - “L’importante è abbordare gli Autobot!” -
Il mezzo azionò al massimo i suoi motori, puntando l’Arca. La cosa lasciò esterrefatti Prime e i suoi.
- “Ma… ci… ci stanno venendo addosso!” - fu la reazione esterrefatta di Bumblebee.
- “Non ha senso! Sarebbe un suicidio da parte loro!” - disse a sua volta Wheeljack.
- “Megatron… è disposto a tutto pur di distruggerci…” - sussurrò Optimus - “Dobbiamo essere pronti a sacrificarci, per il bene della nostra terra.” -
Tutti accolsero il suo diktat a capo chino. Anche se si trattava di una scelta estrema, dovevano essere pronti a prenderla, se necessario. Si prepararono all’impatto imminente aggrappandosi a tutto ciò che capitava sotto tiro a loro, cercando di contenere i danni.
Lo scafo della nave Decepticon penetrò nell’Arca, aprendo una grossa breccia.
- “Sono arrivati… Autobot, prepararsi al combattimento.” -
 
Optimus rimembrò con grande dolore gli orrori della loro insensata guerra, vedendo i suoi compagni agonizzanti sul pavimento della loro astronave. Gran parte della loro attrezzatura e dei comandi era sta letteralmente distrutta, l’Arca continuava a stento il suo viaggio, essendosi addentrata nel ponte intergalattico, dirigendosi a destinazione.
Al contrario, il suo nemico, Megatron, non si curava affatto dei suoi sottoposti, per quanto essi fossero a terra, chiedendo disperatamente aiuto al loro noncurante leader.
- “E’ finita, Prime! Arrenditi!” - urlò il capo dei Decepticon - “Provo tanta stima per te che, forse, nel nuovo mondo che creerò ti concederò la libertà!” -
- “Mai! Tu vuoi dare solo vita a una dittatura brutale e barbarica! Non permetterò mai che il destino della nostra razza finisca nelle tue mani.” -
- “Sei il solito idealista idiota, Optimus. Quand’è che imparerai che il vero potere lo acquisisci solo con la forza?” -
- “Ti sbagli, Megatron. Il potere non è scaturito dalla malvagità o dal dispotismo, ma dal rispetto e dalla capacità che tu hai a far lottare le persone per una giusta causa, difendendo i principi di libertà e moralità che caratterizzavano i nostri avi.” -
- “La nostra sciagurata specie ha tradito quegli ideali quando ha costretto persone come me a darsi battaglia nelle arene dei gladiatori per placare la sete di sangue dei nostri governanti, i quali hanno addirittura sputato sopra alla nostra democrazia, che era la più grande di tutto l’Universo, dicendo che noi eravamo troppo ignoranti e rozzi per decidere chi ci dovesse guidare!” -
- “Ciò non ci autorizza a commettere i loro stessi errori. Credevo fossi più saggio di così, Megatron.” -
- “La ‘saggezza’ che tu decanti è debolezza, la stessa che ha portato alla morte tutti coloro che hanno cercato di cambiare pacificamente le cose sul nostro pianeta. La forza è l’unico mezzo col quale possiamo farcela.” -
- “Allora non potremo mai andare d’accordo. Mi dispiace tanto, ma non posso farci niente. Mi costringi a usare la forza.” -
- “E allora in guardia, Prime! Sarà la nostra resa dei conti! Niente armi, né potenziamenti a base di Energon. A mani nude, come i nostri antenati.” -
- “Accetto la tua sfida, Megatron.” -
E si batterono come i loro antenati, soltanto puro contatto fisico, usando tutte le mosse che conoscevano. Pugni, calci, testate, leve… davano sfogo al loro istinto combattivo, consumando l’ultima battaglia (o almeno così credevano) della loro infinita rivalità. Il tutto mentre la nave precipitava, ormai senza controllo, sulla superficie di un pianeta azzurro-verde, la destinazione originaria degli Autobot.
L’Arca cominciò a perdere pezzi dopo essere entrata nell’atmosfera di quel mondo, che favoriva la nascita d’incendi nel mezzo fortemente danneggiato. Ma ad Optimus e Megatron ciò non importava. Stavano affrontando la loro battaglia decisiva, l’ultima prima di lasciare il reame dei vivi, senza più motivo di vivere. Ormai erano condannati, tanto valeva chiudere i conti lasciati in sospeso e morire senza rimpianti.
Il pugno di Prime prese in pieno il torace della sua storica nemesi, che rispose con una testata che fece indietreggiare il cybertroniano rosso e blu. Tuttavia, questi si riprese subito, colpendo con un calcio circolare il piede del suo rivale, facendolo cadere a terra. Ne approfittò per saltargli sopra e bloccarlo, colpendolo ripetutamente sul volto. Megatron, però, riuscì a liberarsi e ad invertire i ruoli, salendo sopra di lui a sua volta e intrappolando la sua gola in una morsa.
- “Sei davvero patetico, Prime!” - lo canzonò il Decepticon - “Sei così debole… per questo non vincerai mai contro di me!” -
- “Quella che tu definisci… ‘debolezza’… è invece la mia forza… la NOSTRA forza, Megatron… per questo… noi Autobot… vinceremo questa folle guerra!” -
Optimus fece appello alle forze che gli restavano unendo insieme i suoi pugni, centrando così il punto più danneggiato del petto del suo avversario. Megatron volò in aria, finendo contro dei cavi recisi che lo fulminarono, distruggendo gran parte dei suoi circuiti interni. Il robot crollò sul pavimento dell’astronave, ormai incapace di muoversi.
- “Nooooooo… non può… finire così… io sono… Mega… trooooooooon…” -
Dette queste parole gli occhi rossi del guerriero si spensero. Se fosse stato in grado di piangere Prime avrebbe probabilmente versato una lacrima per quello che riteneva un grande combattente, purtroppo corrotto dalla sua sete di potere, che nasceva comunque dalle ingiustizie che lui e tanti altri avevano subito. Un monito per tutti coloro che sarebbero andati al potere dopo il ritorno della pace su Cybertron: ascoltare sempre il popolo, non ignorare le sue richieste pretendendo di avere ragione in quanto più istruiti e capaci della plebe. Umiltà e fermezza, le doti di un vero leader, così gli aveva insegnato Gemini Pax.
- “Optimus…” -
Quella voce - “Bumblebee?” -
Il comandante si diresse zoppicando verso il suo fedele soldato, che era agonizzante a terra, anche lui seriamente ferito - “Ti prego… fai quello che… ritieni necessario… non pensare a noi…” -
Optimus aveva capito di cosa stava parlando, ed era d’accordo con lui. Ormai le speranze di uscirne vivi erano praticamente inesistenti, tanto valeva morire assieme ai loro nemici, in modo tale che non avrebbero più fatto del male a nessuno.
- “Sta’ tranquillo. Lo farò, amico mio.” -
- “Grazie.” -
Il leader degli Autobot, senza più forze, si sedette sulla sua poltrona da comandante. E chiuse i suoi occhi.
 
A quel tempo il mare non esisteva. Era una grande distesa verde, in un periodo di clima mite dalle frequenti glaciazioni di allora, dove gli animali potevano vivere seguendo i propri istinti. Gli uomini non c’erano, sarebbero arrivati lì solo milioni di anni dopo. Per cui le bestie non si aspettavano minimamente che qualcosa potesse sconvolgere le loro esistenze.
Fecero a malapena in tempo ad accorgersi di quella gigantesca palla di fuoco proveniente dal cielo. La loro esistenza finì in un istante, quando l’oggetto si schiantò sul terreno, distruggendo tutto quello che c’era intorno ad esso in un raggio di decine, forse centinaia di chilometri.
Una grande nube nera coprì il cielo per settimane, causando vari danni alla flora e fauna locali, e quando si diradò gli animali sopravvissuti, curiosi, si diressero verso quell’essere duro e freddo proveniente dal cielo, simile a una balena. I più intraprendenti si addentrarono in esso, pensando fosse morto, e rimasero ancor più confusi vedendo quegli strani giganti metallici dai mille colori nella sua pancia, totalmente inerti. Sicuramente vittime di quel predatore che li aveva portati via con sé dal mondo dei vivi.
Alla fine le bestie se ne andarono tutte, visto che non c’era niente d’interessante in tutto ciò. I giganti dalla pelle dura e gelida vennero quindi lasciati a loro stessi, e nel passare dei secoli la terra li ricoprì, portando alla formazione sopra di essi di una collina. Una collina che rimase tranquilla anche dopo l’arrivo degli uomini, che si evolsero, costruendo vicino a essa un grande centro abitato.
Tutto rimase così, fino al giorno in cui il destino della razza umana cambiò per sempre.
 
NOTE DELL'AUTORE

Ed eccoci qua!
Era da tanto, tantissimo tempo che avevo questa storia in cantiere, e mi sono finalmente deciso a pubblicarla!
Come potete ben vedere, sono un fan dei Transformers, in particolare della Generation 1 (più del design dei personaggi che del cartone in sé, che purtroppo non ricordo tantissimo), e ho sempre provato a scriverne una fanfiction. Diciamo che quindi questo è una sorta di esperimento.
Come potete vedere è un inizio standard, non ho pensato di scrivere qualcosa di troppo "sensazionale". Volevo solo dare un'idea del carattere dei personaggi e della storia dietro a tutto il conflitto tra Autobot e Decepticon, che sarà maggiormente approfondito nei prossimi capitoli.
Mi sono voluto basare principalmente sulla G1 e sui videogiochi della serie War For Cybertron/Fall Of Cybertron (tralasciando il terribile Rise of the All Spark, dove hanno tentato di riallacciarne la trama con il Bayverse...), prendendo un po' di elementi qua e là dai fumetti, dalle altre serie animate e da quel poco di buono della saga cinematografica (in particolare Bumblebee).
Inoltre, essendo un fan dei crossover, ci sarà la comparsa di alcuni personaggi provenienti da altre opere, anche se rimarranno di secondo piano rispetto alla vicenda vera e propria, che si concentrerà naturalmente sulla guerra tra i nostri robottoni trasformabili preferiti.
Spero dunque di riuscire a fare qualcosa di buono, e che voi lo possiate apprezzare!
Ci vediamo al prossimo capitolo!
   
 
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