Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    20/07/2020    0 recensioni
Bronx, anni 60’
Forse questa può essere la solita storia di odio razziale per la conquista di una libertà che è solo un’utopia.
Forse questo può essere un racconto come tanti altri che vengono pubblicati sperando che qualcuno lo possa leggere e capire il messaggio che si vuole trasmettere.
Ma alla fine quello che voglio è dire che il fatto che racconterò in questi capitoli ha una distanza di sessant’anni ma è così attuale che sembrerà di essere nel presente.
Perché anche se la schiavitù in Nord America e l’Aparthied in Sudafrica sono stati aboliti (apparentemente), i fatti che i due protagonisti desiderano portare a compimento lascerà in qualche modo riflettere, anche solo per pochi secondi.
Giusto per dire: ma davvero esiste tutto questo? Perché l’odio deve essere più forte su tutto? Perché impariamo a odiare? È la nostra mente che è malata?
Domande a cui personalmente non posso rispondere. Io mi limito solo a riflettere.
Per fare in modo come ciò possa avvenire.
Per fare in modo che un giorno di questi tutto il male dell’uomo non avvenga mai più.
Ma in fondo al mio cuore, questo è solo il mio desiderio… e il tuo qual è?
Genere: Angst, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non mi ero mai imbattuto in una carica di violenza come quella che avevo dinanzi ai miei occhi.
Gente di ogni età che cercava solo di fare del casino per rivendicare il loro potere in una terra disgraziata dove le forze dell’ordine non avevano il permesso per entrare.
< Steve, che cosa sta succedendo? >
I disastri erano solo all’inizio e le preoccupazioni stavano diventando un fattore che avrebbe determinato il mio futuro.
ma da giovane ragazzo spensierato quale ero, pensai che fosse una delle tante rivolte in cui le gang dei bianchi rivendicavano i loro territori.
< Steve, allora? >
< Non lo so con certezza, Tania. Quelle persone laggiù stanno distruggendo tutto quello che incontrano sulla loro strada. >
< Oh mio Dio. È terribile. >
< Ragazzi, dovete andarvene immediatamente da qui > mormorò invece il Signor Bell < Tra poco giungeranno dinanzi questo palazzo e saranno guai per tutti. >
< Vado subito a chiamare mia zia. Non può rimanere qui. >
Ma purtroppo la fuga di noi anime perse era ormai impossibile.
Le gang di bianchi che stavano distruggendo tutto quello che incontravano era per rivendicare territori che non gli appartenevano minimamente.
Anche se i bianchi e i neri abitavano in quartieri separati, la razza bianca non capiva che il loro territorio era più vasto e più “ricco” rispetto alla razza di colore: loro volevano la supremazia, senza dimenticare che volevano uccidere qualche persona di colore.
Ma dovevo fermare tutto questo. L’odio, il rancore, il terrore di tutto quello che i miei occhi9 stavano vedendo era fin troppo insopportabile.
Ma come si poteva venire a patti con quella gente?
< Tania! Fermati! > gli gridai dietro.
< Steve, che cosa stai dicendo? Dobbiamo andarcene subito da qui. >
< Ormai è tardi. Dobbiamo cercare di far ragionare questa gente. >
< Che cos?! Tu devi aver perso il lume della ragione. >
< No, Signor Bell. Anche se a primo impatto queste persone possono essere delle bestie, sono convinto che provandoci a instaurare un rapporto serio, amichevole e senza conflitti, potremmo giungere a qualcosa di determinante. >
< L’unica cosa determinante è la tua morte, stupido. Vattene via da qui insieme alla tua amica. Alla svelta! >
Nel mentre un petardo sfiorò quasi la mia faccia, mi gettai a terra coprendomi il viso mentre la mia calma mi stava abbandonando.
Appena un gruppetto di ragazzi armati di manganelli e mazze da baseball si avvicinò a me, mi domandarono subito che cosa ci facevo in un palazzo di gente di colore?
< E’ venuto per accompagnarmi > rispose Tania per me.
< Quindi tu saresti imparentata con una persona di colore? >
< E anche se fosse? >
< Anche se fosse? Voi non potete immaginare in che guai vi state cacciando. >
Tania, visibilmente inopportuna, non avrebbe mai dovuto parlare in quel modo con quei ragazzi.
< Perché state facendo tutto questo? Che senso ha? >
Mentre mi squadravano malamente con sguardo carico d’odio, quel gruppetto di ragazzi replicarono che era solo per cacciare il popolo dei neri da questo quartiere.
< Prima il Bronx e poi tutta l’America. Non c’è posto per gente di colore nella nostra nazione fatta di democrazia. >
< E voi avete il coraggio di chiamarla democrazia? > si fece avanti il Signor Bell < Voi siete solo dei delinquenti con la fissazione di una dittatura devastante. Non potrete mai cacciarci con la forza. Siamo molto più forti e numerosi di voi. >
< Davvero? Questo lo vedremo. >
Mentre uno di loro si apprestava a tirar fuori un pugnale dalla tasca, mi stavo accingendo a fermarlo quando all’improvviso Trevor lo prese da dietro le spalle prima di prenderlo a pugni.
La sua rabbia fu talmente irrefrenabile che quasi rimasi di sasso nel vederlo come lo stava colpendo.
Tutta la gang di ragazzi bianchi rimase impietrita nel vedere il mio amico farsi valere in quel modo.
< Chi di voi due è il prossimo? >
Fuggendo a gambe levate prima di ricongiungersi con gli altri gruppetti di rivoltosi, l’esercito americano piombò nel Bronx dissipando per sempre una rivolta che sarebbe potuta sfociare in una violenza che non avevo mai visto prima d’ora.
Anche se odiavo puramente la violenza, in certi casi non c’era nient’altro da fare che rispondere con essa.
Violenza chiama violenza e sangue chiama sangue: un circolo vizioso dove la sola vittima era l’innocenza.
Mentre il mio amico Trevor mi squadrava con odio per non essere riuacito a stare alla larga da lui, fu Tania a prendere le mie difese, proprio come aveva fatto prima.
< Non avete scuse per essere venuti fin qui. Questo non è posto per voi. >
< Ascoltami bene: non so nemmeno il tuo nome, ma una giovane ragazza come me ha tutto il diritto di venire a trovare sua zia dopo che non la vede da molto tempo. Anche se ci troviamo n un quartiere malfamato come il Bronx. >
Fissando la mia giovane amica con sguardo carico d’odio, fu la prima volta che vidi Trevor così determinato a sicuro di sé.
< Ragazza senza cervello: devi capire che qui non esistono i diritto. Solo la guerra e la violenza. Nient’altro. >
< Non sono d’accordo > risposi subito di rimando.
< Steve, ti prego. Non ti ci mettere pure tu. >
< Che fine ha fatto il ragazzo che ho conosciuto qualche anno fa’? quel ragazzo che credeva nei diritti e in un mondo migliore come me? >
< Quel ragazzo non esiste più, Steve. È profondamente cambiato. >
< Sono sicuro che sono state le idee dei tuoi genitori: coloro che vogliono vederci lontani e separati. >
< Steve, devi capire… >
< Io non capirò mai questa follia! > gridai con tutta la voce che avevo in corpo < Dobbiamo alzare la voce, senza però alzare le mani. >
< Che cosa vuoi dire con questo? > domandò Tania.
< L’unico modo per farci sentire e provare a reprimere tutta questa follia è fare una protesta contro il razzismo. Ma una protesta pacifica, senza armi e nessun tipo di violenza. Perché noi siamo esseri umani… non bestie che combattono per la sopravvivenza. >
< Steve, la virtù umana non è mai esistita nel Bronx. Tu vivi ancora in un mondo di favole dove cose come la speranza e la libertà sono il tuo pane quotidiano. Ma qui non siamo fatti per vivere dignitosamente… Noi riusciamo a parlare e a comunicare solo per offendere e aumentare la nostra violenza. Per questo ci differiamo dalle bestie. Nient’altro. >
< Trevor, io sono sicuro che nel tuo cuore e nella tua mente credi ancora negli esseri umani che hanno il coraggio di essere… >
< Steve, facendo una protesta pacifica come hai pensato tu, non farebbe che aumentare il divario tra i bianchi e la gente come me. >
< Non è esatto, amico mio. Bisogna protestare uniti. Solo così potremmo dare un grande segnale. >
< Protestare insieme? >
< Certo. Solo così potremmo vivere in un mondo più giusto… Oppure volete che la violenza sia all’ordine del giorno come sta succedendo anche adesso? Rispondetemi, avanti. >
Per quanto giovane e determinato potessi essere, capivo bene la paura dei miei amici nell’affrontare un argomento così delicato che mi avevano fatto capire che il mondo può essere così crudele.
Ma se in tutta questa faccenda c’è un punto di ritorno in cui la libertà di due popoli così diversi può diventare una realtà forte e convinta, dovevo cogliere l’attimo fuggente prima che la situazione potesse essere davvero irreparabile.
< Va bene, alla fine ci hai convinto > replicò Trevor con tono esasperato < Avrai la tua protesta. >
< Splendido, amico mio! >
< Ma ad una condizione: se chiunque proverà ad istigare la violenza, avrai i morti sulla coscienza. Mi sono spiegato? >
< Perfettamente, Trevor. >
< Ma Signor… >
< Ho preso la mia decisione, Signor Bell > replicò con tono convinto il mio giovane amico < Io mi fido ciecamente di Steve. E so che non ci deluderà. >
< Anch’io mi fido di lui. Pienamente > rispose Tani distendendo un sorriso sincero.
Mentre il mio sguardo si era spostavo verso il Signor Bell, alla fine anche lui si convinse delle mie parole.
< Ho forse altra scelta? >
< Sì. Ma l’unica via giusta è quella che ho detto io, Signor Bell. >
< Va bene, Steve. Anch’io proverò a fidarmi di te. >
< Sono davvero felice di sentirglielo dire. >
< Vedi però di non farmi cambiare idea, capito? >
< Non si preoccupi. Non succederà. >
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94