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Autore: Celeste98    20/07/2020    1 recensioni
La morte in sé non è una punizione, bensì una liberazione. La punizione è per chi sopravvive. Per un po’ rimani in una sorta di limbo in cui tutto perde di importanza e perciò si tende a dimenticare.
La vera sfida, poi, è ritornare a vivere.
Dopo la perdita di suo marito Turles, questa è la sfida che Rosicheena si trova ad affrontare
Vegeta Prince e Bardack Son sono i migliori amici della coppia, loro quattro erano D’Artagnan e i tre moschettieri, ma in fondo c’è molto più di questo. È il destino che mischia le carte con cui giochiamo.
- “Che poi è relativamente facile innamorarsi per la prima volta: è tutto nuovo e vedi quel sentimento sconosciuto crescere alla velocità della luce, la vera sfida è innamorarsi di nuovo dopo aver sofferto. È questo che voglio per te Rosy, ti sfido a sopravvivere e andare avanti" -
Un nuovo progetto AU (a cui ormai immagino siate abituati) che sto scrivendo un po' alla volta e che spero di riuscire a portare a termine. Questa volta avrò a che fare con altri personaggi, quelli che definirei i Senior, che essendo poco approfonditi posso permettermi di adeguare senza andare troppo OOC.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bardack, Nuovo personaggio, Re Vegeta, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Kaito non ti ringrazierò mai abbastanza per il favore che mi hai fatto”
“E di che bellezza?! Fortuna che dovevo comunque venire a West City e tu non avevi molto nel tuo vecchio appartamento. Che dici? Riusciamo a prenderci un caffè prima di accompagnarti a casa?”
“Certo Kai, volentieri” le mancava passare del tempo con il suo fratellone e quell’occasione era capitata a pennello. Solo due giorni prima infatti, Kaito l’aveva chiamata per comunicarle gli impegni che l’avrebbero portato a West City e si era quindi offerto al posto di Doug per farle il trasloco, a causa del lavoro e i recenti problemi con Vegeta, infatti, Rosy non avrebbe potuto occuparsene personalmente.
“Dimmi un po’ il bell’imbusto come sta? È da un po’ che non ci vediamo e dal momento che resterò per qualche settimana mi piacerebbe passare una serata tutti insieme”
“Mh sì, puoi chiamarlo” se Kaito si rese conto del suo cambiamento di atteggiamento non lo diede abilmente a vedere, sicuramente Rosicheena gliene avrebbe parlato quando sarebbe stata pronta, come gli aveva parlato di Helena. Kaito era andato a prenderla a villa Prince e lei lo aveva raggiunto salendo in auto insieme a un trolley, Kai non aveva fatto domande. Gli aveva quindi dato le indicazioni per raggiungere il Tartarughe marine.
“Come va il lavoro? Sono felice che sei tornata a lavorare alla Saiyan, eri la migliore e, fidati, eri sprecata nel fare la wedding planner”
“Anche a me era mancato questo lavoro, ma è parecchio differente ora rispetto a quando l’ho lasciato”
“Sul serio? Spara” 
“Beh tanto per cominciare l’ufficio, Vegeta ha deciso di far mettere una seconda scrivania nel suo e ha fatto anche modificare la targa sulla porta su cui adesso c’è scritto Prince – Hale, un enorme passo avanti. Poi ho una segretaria personale, sono aumentati i miei compiti e, beh, sono socia” ci mancò davvero poco perché quel cappuccino che Kaito stava bevendo finisse sputato in faccia a Rosy.
“Socia! Cazzo Rosy complimenti, sono super orgoglioso di te! Perdona il francesismo ma fidati che mi sto anche trattenendo” e nessuno le evitò il mega abbraccio tritaossa in cui il maggiore la avvolse.
“Kai non respiro!” sciolto l’abbraccio, Kaito buttò l’occhio all’orologio a muro con la stanza di Marilyn Monroe
“Fanculo! Bimba dobbiamo andare o farò tardi ai provini. Ricordi l’indirizzo di casa tua?” lo sguardo di Rosicheena si fece un po’ cupo però annuì.
“A che piano sei?”
“Il terzo” Kaito storse il naso
“Senti, teniamo tutto nella mia auto così poi ti aiuto a portare la roba su” Rosy avrebbe voluto accettare, sarebbe stato tutto più facile, ma non voleva sobbarcare anche lui dei suoi problemi.
“No, tranquillo. Lasciamo tutto nella hall, farò due viaggi”
“Sicura?”
“Sicurissima” riuscirono a scaricare tutto in una sola volta, come aveva detto Kaito, Rosy aveva davvero poca roba nel suo appartamento di Osaka, e altrettanto poca nella stanza di villa Prince. Non fu facile riuscire a superare quella soglia, in un certo senso era come se stesse di nuovo scappando eppure in realtà era totalmente diverso. Nella mano reggeva il portachiavi giallo.
 “Signora Son che gioia rivederla!” l’accoglienza ricevuta dal portiere del palazzo evitò a Rosicheena un vero e proprio attacco di panico. Aveva dovuto raccogliere tutte le sue forze per riuscire a trovare il coraggio, dopo due anni, per tornare nell’appartamento di Turles e già dopo aver oltrepassato il portone principale le gambe minacciarono di cedere sotto il suo peso, cosa che sarebbe accaduta se l’uomo non avesse lasciato la sua postazione per correrle incontro
“Ciao Bernard! E ti prego chiamami Rosicheena, sono anni che non sono più la signora Son e anche allora non volevo essere chiamata così”
“Non è cambiata per niente ed è sempre bellissima. Come sta? Sembra passata una vita dall’ultima volta che ci siamo visti” Bernard era un uomo di all’incirca sessant’anni, alto e capelli e pizzetto grigi e nonostante le sue continue lamentele proprio non riusciva a chiamarla per nome
“Per quanto possa fare male, la vita va avanti Bernard... Perdonami per non essere più tornata ma avevo bisogno di stare da sola, elaborare la scomparsa di Turles e stare in casa sua non mi sarebbe stato d’aiuto”
“Casa vostra, signora Son” la corresse l’anziano scuotendo il capo con un lieve tono di ammonimento “È ciò che le ha detto quando il giorno del vostro matrimonio, quando voleva portarla in braccio dal portone fin alla porta di casa, se non mi sbaglio” sorridere al quel bel ricordo fu una cosa automatica mentre, a braccetto con l’uomo, si avviarono all’ufficio posto accanto alle cassette delle lettere
“Se non le dispiace, mi sono preso la libertà di tenere nell’armadietto del mio ufficio tutta la corrispondenza che ha ricevuto, anche se non ha mai mancato di pagare una bolletta. Purtroppo temo che una volta rientrata vi troverà accumulati due anni di polvere”
“Non importa, non sono così delicata da non poter sopportare. La signora Son non è mai passata? Sapevo che volesse venire a prendere delle cose di suo figlio” intanto si mise a sfogliare le varie buste, scartando quelle che avrebbe aperto più tardi
“Sì, passò poco dopo il giorno dei funerali, c’erano anche il signor Bardack Son e il signor Gohan Son, hanno un po’ alzato i toni” Rosy annuì distrattamente, per niente interessata ai drammi familiari dell’ex suocera Gine. Poi si immobilizzò quando le finì tra le mani una busta rossa
“Bernard quando è arrivata questa?” la sua voce risultò più tremante di quanto immaginasse, così come le sue mani. L’uomo si aggiustò gli occhiali sulla fronte ma non ebbe veramente bisogno perché riconobbe immediatamente l’oggetto
“Mh lo ricordo bene, arrivò il giorno di san Valentino, ma lei era già andata via” si allontanò tornando pochi secondi dopo con una scatola tra le mani “C’era anche questa” Rosicheena impallidì nel riconoscere nei tratti che componevano il messaggio Tanti auguri Baby la calligrafia di suo marito.
“Che ne dice se l’accompagno di sopra? Così potrà aprirli con calma” la sua mano era andata a posarsi sulla spalla della donna che, sebbene annuì, non sembrò ridestarsi da quello strato di trance. Nell’udire il dlin dell’ascensore le parve di essere tornata indietro nel tempo e, come avrebbe fatto anni prima, aprì la porta difettosa spingendola con la spalla. Era tutto uguale a come lo aveva lasciato l’ultima volta che ci era entrata, solo con più polvere e un forte odore di chiuso.
“Ecco a lei signora” anche il comportamento di Bernard era lo stesso di anni prima, non le aveva mai permesso di portare da sola oggetti troppo pesanti, bensì era lui a caricarli e lasciarli all’ingresso, sul pavimento quando si trattava di buste della spesa o sul piccolo comò se si trattava di pacchi “Mi raccomando, non rimanga chiusa in casa e mi chiami se ha bisogno di qualcosa. Tra qualche ora chiederò a mio nipote di portare su il resto dei pacchi. Buona giornata”
Rimasta sola, la donna si trovò a camminare in giro per il salone con un sorriso malinconico in viso e sfiorando ogni soprammobile con la punta delle dita, mentre nell’altra mano stringeva ancora la busta rossa. Il salotto, la cucina e il bagno erano gli unici ambienti in cui i mobili non erano stati coperti con dei grandi teli di plastica di quelli che di solito si usa per dipingere. Del resto, nei suoi ultimi mesi di vita Turles era stato segregato in ospedale e Rosy, trascorrendo la notte sempre al suo fianco, tornava a casa solo la mattina presto per una doccia prima di andare a lavoro e la sera per cenare prima di tornare da suo marito. Le poche volte in cui riusciva a tornare a casa per qualche ora, trascorreva questo tempo pulendo per poi riposare sul divano, per questo motivo aveva quindi deciso di coprire i mobili con i teli in modo da non perdere troppo tempo a pulire le camere che non usava. I suoi stivaletti bassi, lasciati lì l’ultimo giorno che era entrata in casa, erano ancora l’uno appoggiato all’altro dietro la porta d’ingresso e ridacchiò notando quel dettaglio.
 
“Porca puttana! Rosicheena impara a mettere in ordine le tue fottute scarpe o la prossima volta giuro che le volo dalla finestra!”
“Sì sì certo, can che abbia non morde tesoro mio e tu abbai di continuo”
“Rosicheena non scherzo. Sono carico di buste e se fossi caduto mi sarei rotto l’osso del collo”
“Quanto la fai tragica, al massimo ti saresti rifatto i connotati”
“Che hai detto?! Ripetilo se hai il coraggio”
 
A separare l’ambiente da giorno da quello da notte c’era un corridoio con le pareti di un brutto verde chiaro che Rosy affermava ricordarle gli studi dentistici, la coppia aveva così risolto il problema tempestando di foto e poster le due pareti.
 
L’uomo dalla pelle olivastra sovrastò la sua donna, per niente colta di sorpresa, schiacciandola delicatamente contro la parete. Il viso affondato nell’incavo della spalla intento a mordere e succhiare la superficie di collo dove riusciva ad arrivare, una mano andò ad infilarsi sotto la maglietta e l’altra a palparle il sedere.
“Non volevi andare in palestra? Faremo tardi” ansimò lei con il viso contro la parete verdina, approfittando del fatto che il marito non potesse vederla per sorridere vittoriosamente.
“Mi hai provocato per tutta la mattina al parco” rispose roco Turles leccandole il lobo dell’orecchio e sfregando la sua più che evidente erezione sul fondoschiena di sua moglie, per poi girarla e prenderla in braccio in modo che le gambe lunghe e morbide gli avvolgessero il bacino “Ora se, con o senza il tuo permesso, ho in mente un altro tipo di allenamento, decisamente più piacevole”
 
Rosicheena aveva perso il conto delle volte in cui, presi dalla passione, non erano neanche arrivati alla camera da letto, amandosi sul divano o sul pavimento. In realtà, pensò la donna ridendo, non vi era superficie in quella casa che non aveva conosciuto la loro passione.
 
“RAGAZZI CHE CAZZO! STATE SCOPANDO NELL’INGRESSO E CON LA PORTA APERTA! FATE SCHIFO!”
“Tutta invidia fratellino. Anzi, già che ci sei chiudi la porta per favore, ma ad occhi chiusi, mi raccomando, non vorrei bloccarti la crescita”
 
Erano passionali e su questo non c’erano dubbi, ma non erano solo questo. Quante volte, quando era vittima dei dolori mestruali, Turles la abbracciava senza dire nulla mentre le teneva una borsa dell’acqua calda sulla pancia? Troppe e allo stesso tempo troppo poche, avrebbe risposto Rosicheena, avrebbe voluto che fossero state di più.
Come Bernard aveva predetto, la polvere in giro per l’abitazione non era poca così, nonostante la tanta curiosità, decise di dare una pulita, seppur grossolanamente, all’appartamento. Le ci volle una buona ora per riordinare il tutto, causa anche i ricordi che ogni oggetto le riportava alla mente.
La prima cosa che aprì, una volta seduta sul divano, fu la busta e dopo un attimo di smarrimento non seppe se ridere o arrabbiarsi. Capovolse la busta sul tavolino da caffè e la superficie si riempì di piccoli cuoricini di carta  rossi, bianchi e rosa, tutti ritagliati con estrema cura. Dietro a ognuno di loro c’era scritto ti amo
“Ma tu guarda!” Rosy ridacchiò nel rimetterli nella busta, notando che erano rimasti al suo interno altri due fogli più grandi e quadrati: erano due fotografie, le ultime scattate insieme a Turles. Erano state scattate entrambe il giorno del suo compleanno, il 6 gennaio, il motivo principale per cui Bardack la soprannominava Befana, la prima li ritraeva tutti e quattro insieme. Rosy osservò le espressioni di tutti: il primo da sinistra era un Bardack con il solito ghigno in faccia e un braccio allacciato al collo di suo fratello; sul letto erano seduti Turles e Rosy, il primo quasi piegato in due dalle risate e la seconda con le guance gonfie in uno sbuffo, le braccia incrociata al petto e girata di profilo, pronta a rimproverare i due fratelli per qualche battuta che avevano considerato particolarmente divertente; infine vi era Vegeta, stranamente non serio bensì con un lieve sorriso mentre con una mano scuoteva i capelli della festeggiata. Nella seconda foto invece erano solo lei e Turles seduti vicini sul letto d’ospedale che guardavano nell’obiettivo. Per l’occasione Turles aveva indossato una felpa blu con cappuccio, risaliva ai tempi del college e a causa della perdita di peso gli stava molto larga; per tutto il tempo aveva tenuto il cappuccio giustificando la cosa dicendo che non aveva nessunissima intenzione di chiudere la finestra, volendo sentire sulla pelle l’aria fredda di gennaio, ma allo stesso tempo non era così incosciente da rischiare di prendersi il raffreddore. Rosicheena sapeva che era una balla, probabilmente non voleva rovinarle il compleanno ricordandole anche quel giorno della sua malattia. Rosicheena si sorprese di non ricordare nulla di quel compleanno, non sapeva che gusto avesse la torta portata da Vegeta, anche se intuiva fosse alla crema chantilly con gocce di cioccolato e neppure la battuta che aveva fatto sbellicare in quel modo i gemelli Son, ma rifletté che quello era il male minore. L’aveva detto anche lo psicologo che dimenticare era un modo come un altro di superare il dolore.
Dietro la seconda foto solo in quel momento notò un breve messaggio scritto a penna che recitava
< Come sai, da quando sono qui ho molto tempo libero ma se vuoi arrabbiarti con qualcuno prenditela con i due coglioncelli che mi hanno appoggiato. Non è la sorpresa che avrei voluto farti ma spero che, almeno per questa volta, basti il pensiero.
Buon San Valentino amore
Ti amo >
Sorrise nel leggere quel messaggio e dopo aver guardato un altro po’ la foto la rimise a suo posto insieme alla moltitudine di cuoricini di carta, in seguito ripose la busta all’interno della sua copia di Il codice Da Vinci. Fu quindi la volta di aprire anche la scatola e al suo interno vi trovò una moltitudine di oggetti di ogni tipo, ognuno con su un post-it con un numero e relativo messaggio. C’era di tutto in quella scatola ma, prima di poter prendere il primo oggetto, le capitò tra le mani un biglietto con il disegno di un cucciolo.
< Su, non sbuffare. Per questa volta sii paziente e assecondami in questa specie di percorso a ostacoli nei nostri ricordi. Come puoi notare il biglietto non l’ho scelto io bensì Vegeta che era sicuro che non avresti apprezzato quello che io avevo scelto con il cesto di “piselli”. Mah, secondo me era originale... Ok, basta dilungarmi altrimenti finisco lo spazio.
Dunque questo, in realtà, non è un lavoro recente bensì una collezione iniziata molti anni fa e non sempre tutta farina del mio sacco. L’ultima parte è stata applicare i post-it e ogni tanto qualche frase sconcia, di quelle che farebbero impallidire il mio vecchio e vergognare mia madre, se hai capito, quindi scelta tua su chi altro vi entrerà in contatto. Buona caccia ;-D >  
Leggermente preoccupata si fece coraggio e prese la custodia di un DVD che riportava il biglietto numero 1 e una volta messo in riproduzione si accomodò sul divano per guardarlo.
“Bardack è acceso questo affare?”
“Sì che lo è”
“E allora perché non vedo niente?”
“Perché non la sai usare. Togli il tappo dall’obiettivo coglione!”
“Ehi moderate i termini tutti e due”
La prima parte del video erano solo frasi senza immagini e la donna riconobbe le voci di Turles, Bardack e Noah; poi sullo schermo apparve il viso sorridente di un più o meno ventiseienne Turles Son
“Dunque, mancano pochi giorni alla festa di compleanno di Rosicheena e per farle una sorpresa abbiamo deciso di organizzare un weekend allo chalet di montagna di proprietà dei Prince e visto che tutti coloro che vedranno questo video sanno di chi parlo, possono immaginare il perché abbiamo scelto questa meta. Un weekend a goderci l’acqua calda della sorgente termale direttamente nella piscina coperta che sicuramente la mia principessa apprezzerà”
“Hai finito con questa pagliacciata Turles?” Turles sbuffò alla frase di Sadala Prince ma decise di ignorarla
“La voce che avete appena sentito appartiene a Sadala e, dal momento che si è aggregata all’ultimo minuto, è il motivo per cui mi trovo strizzato nei sedili posteriori in mezzo alla coppia felice. Salutate coppia felice” l’inquadratura passò prima da Bardack e poi da Vegeta, entrambi imbronciati con lo sguardo rivolto ai rispettivi finestrini “Anche se adesso non sono poi tanto felici proprio perché ci sono io a separarli, ma per loro fortuna si rifaranno stanotte quando divideranno la camera”
“Turles tu dormirai insieme a loro in camera di Vegeta” esordì di nuovo la voce di Noah che Rosy immaginò essere al volante “Sadala dormirà in camera sua mentre Rosy si sistemerà in quella di Radish”
“Grazie del disturbo zio Noah ma credo che mi sistemerò con Rosicheena, del resto stiamo insieme”
“Non era una proposta Turles, non dormirete insieme sotto il mio tetto”
“Tu sai che noi facciamo tutt’altro che dormire nel letto, vero?” dopo quelle parole dette con così tanta naturalezza al signor Prince, Rosy ringraziò di essere da sola a guardare il filmino perché altrimenti sarebbe sprofondata nel pavimento dall’imbarazzo.
“Fratello credo che Rosy abbia davvero un brutto effetto su di te. Ti basta pensarla per mandare a fanculo i due neuroni ancora funzionanti che possiedi” la mano di Bardack apparve a lato dell’inquadratura per lasciare una sberla sulla nuca del gemello, che non mancò di guardarlo male
“Aspetta di essere tu così preso da una donna e allora sarò io a prenderti in giro, sfregiato. Ride bene chi ride ultimo” e interruppe la registrazione, soppiantata da una seconda. Questa volta la videocamera sembrava registrare di nascosto, dal momento che ai lati dello schermo riconosceva quelle che sembravano maniche di due cappotti diversi, al centro invece c’era Turles che faceva avanti e indietro davanti alla stazione degli autobus
“Eddai, ma quando arriva questo stupido ferro vecchio?! Questo paesino sperduto nel nulla dovrebbe davvero pensare di modernizzarsi, ha certi mezzi pubblici che sembrano usciti dagli anni ’60!”
“Ma hai le pulci al culo che non riesci a stare fermo, Turles? E poi ha solo qualche minuto di ritardo, niente di così rilevante perché tu inizi a lamentarti dei mezzi pubblici caratteristici e perfettamente funzionanti”
“Lascialo perdere Vegeta, tanto non credo che l’innamorato lì ti darà molta retta” esordì Bardack rivolgendosi al migliore amico
“ARRIVA! L’avevo detto che questi ferri vecchi sono più efficienti dei mezzi moderni”
“Ci sta ignorando?” sentì solo appena la voce di Vegeta mentre anche i loro due si avvicinavano al Son che si allungava per scorgere dentro il bus, la risata le nacque spontanea. Poco dopo assistete alla visione di sé stessa, più giovane, che ebbe appena il tempo di scendere l’ultimo scalino per essere travolta dal suo ragazzo che se la caricò in braccio riempiendola di baci. Quando si separarono, Vegeta aveva portato la videocamera era abbastanza vicino da captare il loro discorso
“Accidenti Son, sei venuto a prendermi armato o sei solo felice di vedermi?”
“Bambolina se mi sei intorno quello è un’arma sempre carica”
“Siete indecenti! Spegnete i bollenti spiriti prima di traumatizzare qualche minore!” Rosy si voltò nella direzione del suo interlocutore con un sorriso sprezzante, ma rimase accanto al fidanzato che, sebbene la mise giù, continuò a tenerla vicina con un braccio a circondarle le spalle.
“Prince mi era mancata la tua acidità da zitella in questi due giorni!” esclamò prima di rivolgersi al moro al suo fianco “Ma dimmi un po’ Son, perché ti sei portato le spine nel fianco?”
“Siamo venuti con una sola macchina e zio Noah non vuole lasciarmela guidare”
“Lo credo bene, l’ultima volta gli hai graffiato tutta la fiancata”
“Dettagli” sminuì Turles con un gesto della mano. Di nuovo lo scenario cambiò, questa volta era tutto buio e Turles inquadrava Bardack e Vegeta intenti ad avanzare per il corridoio armati di torce e due buste.
“Dunque, è mezzanotte passata. Ieri abbiamo fatto tutti finta di non ricordare che giorno è oggi così, ora, ci stiamo recando in camera di Rosicheena per farle una sorpresa e festeggiare prima solo noi il suo compleanno”
“E se continuerai a parlare finisce che Sadala si sveglia e niente festa” sbottò Vegeta subito soppiantato da un botto e un’imprecazione mal trattenuta tra di denti da parte di Bardack
“Idiota vuoi svegliare tutto il vicinato! Guarda dove metti i piedi!”
“Turles siamo più isolati di Giustino e Marilù, dove minchia lo vedi il vicinato?!” Rosicheena rise sonoramente a quello scambio i battute, poche erano le cose più divertenti dei battibecchi dei gemelli Son e in quegli anni erano state innumerevoli le volte in cui vi assistette insieme a Vegeta, a volta comodamente sdraiati sul divano e con tanto di popcorn e patatine
“Bene, ci siete?” i due annuirono tenendo le torce sotto i visi, intanto avevano già preparato gli spara coriandoli. Entrarono silenziosamente nella camera da letto assegnata alla ragazza e Turles lasciò la videocamera su uno scaffale, non mancando di ghignare in direzione dell’obiettivo. Non appena le luci furono accese nella camera fu un delirio di urla e botti dovuti agli spara coriandoli.
“Sorpresa!”
Essendo il più vicino, Vegeta si beccò un ceffone in pieno viso a causa di un movimento involontario della ragazza, colta di sorpresa dal rumore improvviso mentre dormiva
“Oh mio Dio! Vegeta scusami. Ti sei fatto male?”  la mora, ovviamente, fu l’unica a preoccuparsi dello stato del suo amico mentre gli altri due erano intenti ad accendere le stelle filanti
“Capisco che non ti piaccia festeggiare il tuo compleanno, ma non potevi picchiare il tuo ragazzo? È stata sua l’idea non di certo mia!”
“Scherzi? Tu sei la mia vittima preferita! Ciò non toglie che...” si bloccò con una strana espressione in viso “SIETE TRE IDIOTI! Mi avete fatto venire un colpo, potevo restarci secca!”
“Oh ma quanto la fai lunga befana... Hai compiuto vent’un anni non ottanta” la ragazza guardò male il giovane uomo con la cicatrice che quindi infilò una mano nel sacchetto che aveva lì accanto
“Cupcake?” chiese quindi cambiando tono e porgendole un dolce al cioccolato bianco, il suo preferito. In risposta la ragazza sorrise e poi si accomodarono tutti e quattro sul letto a mangiare i dolci presi appositamente per quella notte. Partì un altro video e Rosy era sempre più divertita.
Rosicheena era a bordo piscina a godersi il torpore della sala termo-riscaldata quando Turles ebbe la pessima idea di lanciarle addosso un secchio di acqua fredda, intuì quindi che questa volta fosse Bardack a tenere la videocamera.
“Brutto coglione avariato!” sbottò togliendo immediatamente gli occhiali da sole per avere la migliore visuale sul suo ragazzo cui lanciò una ciabatta
“Questa è di Notting Hill” esclamò Vegeta sedendosi sul bordo piscina accanto alla ragazza
“Ma voi due non avete niente di meglio da fare che guardare film? Ce l’avete una vita?” anche Bardack si avvicinò al gruppo
“Io l’ho visto per Hugh Grant, ma mi stupisce che tu non l’abbia visto... Sai, c’è anche Julia Roberts” la risposta gliela diede Rosicheena prima di immergersi nella piscina e nuotare fino al materassino blu, su cui salì. Ovviamente i tre amici non erano capaci di rimanere per più di qualche secondo senza fare qualcosa di stupido e quindi Turles non resistette a spingere il Prince nella piscina con una pedata sulla schiena. Rosicheena, ridendo, lo raggiunse sul materassino e afferrò la sua mano
“Jack non ci reggerà mai tutti e due!”
“Rose sposta quel culone floscio che ti ritrovi e vedi che ci stiamo”
“Culone floscio?! Affogati Prince!”  inutile dire che nel tentativo di salire a sua volta sul materassino, questo s ribaltò facendo ricadere entrambi in acqua.
Rosicheena aveva quasi le lacrime agli occhi dalle risate, non tanto per la scena in sé quanto il ricordo legato a quante conversazioni aveva avuto con Vegeta citando solo i film.
L’ultimo filmato era invece molto diverso da quelli del compleanno, sia come ambientazione che come atteggiamenti: era il video del suo matrimonio con Turles. Rosy sentì gli occhi farsi lucidi ma non spostò neanche per un attimo lo sguardo dallo schermo. Vegeta le era accanto in qualità di testimone mentre Bardack lo era per Turles.
“Signor Turles Son intende prendere in moglie la qui presente Rosicheena?” a celebrare il matrimonio era il giudice di pace Giumah Del Toro, mentore di Bardack dopo la facoltà di legge.
“Sì”
“Signorina Rosicheena Hale intende prendere in marito il qui presente Turles?”
“Sì” per tutto il tempo nella lettura degli articoli e anche nel momento di rispondere alle domande di rito, persi l’una negli occhi dell’altro
“A seguito della vostra risposta affermativa, io, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di West City, dichiaro in nome della Legge che siete uniti in matrimonio”  qualunque cosa il giudice avesse detto in seguito, gli sposi non lo ascoltarono, troppo impegnati in un bacio così passionale da togliere il fiato.
“Ti amo principessa
“Ti amo anche io”
 
Quando l’ultimo filmato era ormai giunto al suo termine, Gine Son era in preda ai singhiozzi e neanche ci provava a trattenerli. Accanto a lei, suo marito Gohan e Bardack avevano anch’essi gli occhi lucidi a metà tra il divertimento e la malinconia.
“Il mio bambino... Il mio adorato bambino” singhiozzò la donna con il viso affondato nel fazzoletto ricamato “Era così felice il giorno del suo matrimonio e io non ho neanche voluto esserci”
“Non te ne ha mai fatto una colpa, tesoro. Sei sua madre e ti voleva bene” anche se a sua volta molto scosso, Gohan provò comunque a consolare sua moglie, Bardack invece teneva lo sguardo fermo sullo schermo del televisore, di nuovo scuro.

“Avevamo organizzato tutto in due giorni, non appena Turles ci comunicò di aver fatto la proposta a Rosicheena. Non ci fu il tempo di preparare nulla: non avevano le fedi, i fiori, gli abiti e non avevano neanche prenotato il ristorante per un ricevimento, tant’è che pranzammo tutti e quattro insieme in una steak house. Poi non hanno più preso le fedi, hanno rimandato così tante volte che alla fine credo sia passato di mente a entrambi” per tutto il tempo del racconto Bardack tenne lo sguardo basso sulle sue mani in cui si rigirava il biglietto lasciato da Rosicheena sopra il pacco.
< Ho fatto una copia dei DVD, ma il resto credo sia il caso lo teniate voi >
Avevano riso tra le lacrime aprendo la scatola da cui ognuno aveva preso qualcosa che Turles gli aveva lasciato. Vegeta, per esempio, reggeva tra le mani la trilogia di DVD di Free Willy e un DVD di Ghost, il cui biglietto recitava < Sono fermamente convinto che solo tu e Rosicheena possiate apprezzare un tale concentrato di sentimentalismo, cetacei e acqua, ma se li lasciassi a lei non smetterebbe più di piangere. Sì, quella copia di Ghost appartiene a Rosy e, sì, ero consapevole già quando l’ho fatto sparire che sia il suo film preferito. Tu sei fornito di kleenex, vero? > 
A Bardack aveva lasciato quello che era a suo dire il tesoro più importante contenuto nella scatola: un barattolo di latta contente ritagli di immagini di riviste hard, il biglietto recitava < Per le notti di magra in cui tua moglie fa troppo la preziosa, usali bene >
Rosicheena non aveva tolto niente dalla scatola, neanche la cartelletta con l’elastico su cui c’era scritto il suo nome a caratteri cubitali e stilizzati. Nonostante le reticenze di Bardack e Vegeta, Gine Son non aveva resistito alla curiosità e l’aveva aperta. Al suo interno avevano trovato documenti ufficiali, atti di cessione e quello che sembrava una sorta di testamento. La donna impallidì nel vedere su ogni pezzo di carta il nome della nuora sotto la voce di beneficiario, poi, quando era sul punto di sbraitare, le capitò tra le mani un foglio piegato scritto a penna. Una lettera che si sporsero tutti per poter leggere
 
Amore mio,
Sicuramente sarai confusa nel leggere queste righe o furiosa perché prima avrai avuto modo di vedere il contenuto delle altre pagine, conoscendoti la seconda è più probabile. Inutile girarci attorno perché so che hai capito benissimo di che si tratta, ti ho nominata come beneficiaria primaria della mia assicurazione e di tutte le proprietà che passeranno a te nel caso in cui dovesse succedermi qualcosa. Ma non arrabbiarti amore, lungi da me il voler farti sentire inadeguata o non in grado di pensare a te stessa. Sei sempre stata una donna indipendente e, per quanto mi piaccia dire di non aver bisogno di nessuno, so che al tuo posto non sarei riuscito a cavarmela. Eccomi quindi qui, all'indomani del nostro matrimonio, a scrivere tutto ciò che mi passa per la mente mentre tu dormi nel nostro letto, distraendomi dal mio intento.
E poi, dai amore mio, sono sano come un pesce e già da un pezzo ho smesso di fare lo spericolato al volante. Probabilmente non mi accadrà nulla e queste sono sole paranoie, tu non verrai mai in possesso di questo pezzo di carta e io avrò tutto tempo per accennarti l'idea di cointestarti i miei conti anche se poi, magari, lo avrò già fatto a tua insaputa. Già mi immagino la tua espressione furiosa e, conoscendoti, mi minaccerei di farmi dormire sul divano, ma io sono un osso duro e ovviamente nello stendermi sul sofà ti trascinerò giù con me perché ormai non riesco più a dormire senza averti tra le braccia, non mi curo più neanche di tutti i calci che mi tiri nel sonno, anche se questo forse non avrei dovuto dirlo.
Il punto è, cuore mio, che io ti appoggerò sempre, in qualsiasi follia ti passerà per la mente ma, cielo non voglia, se io non ci fossi più voglio che tu sia ancora libera e indipendente, perché ti conosco, amore mio, e so che la mia famiglia non è mai stata dalla nostra parte e nel miracoloso caso in cui ti offrissero il loro aiuto tu lo rifiuteresti.
Ma ora basta fasciarsi la testa che non è ancora rotta, sicuramente a parlare per me sono state le paranoie da novello sposino come quei due deficienti di Bardack e Vegeta non hanno smesso di apostrofarmi ieri. È il momento di posare la penna e tornare a stringerti tra le mie braccia, che ti sono stato lontano fin troppo per i miei gusti.
Ti amo amore mio, sempre e per sempre
T. S.

 
Contrariamente a ogni logica, fu sempre la signora Son a parlare per prima
“Dove accidenti è andata quella scellerata?” sbottò tra i singhiozzi “Non l’abbiamo neanche salutata e non possiamo tenere queste cose, appartengono a lei”
 
Il cimitero non era così macabro come credeva di trovarlo, c’erano tanti fiori rossi sicuramente portati il giorno prima che era San Valentino. L’atmosfera era quasi romantica e Rosicheena si trovò a sorridere mentre camminava per quel sentiero che l’avrebbe portata a destinazione. La sua prima tappa era stata la tomba di Marie su cui aveva lasciato delle rose bianche che sapeva piacerle tanto.
“Ehi Son” esordì fermandosi davanti al marmo bianco della lapide “Spero mi perdonerai per non essere passata prima ma, come sai, non reagisco bene all’abbandono” tra le mani aveva un gran bouquet di rose screziate bianche e rosse, simili alle prime ricevute in dono da Turles.
“Ti hanno sistemato bene qui, c’è un bel paesaggio... Io ero su quella collina al funerale, non mi sono persa neanche una minuto” disse più per coprire quel silenzio assordante che per reale voglia di dire qualcosa, nel mentre però si occupò dei fiori a cui grattò bene il gambo prima di metterli nel vaso.
“Bene, basta perdere tempo. Ho portato il registratore e, come mi hai chiesto, ho aspettato di essere qui per ascoltarlo... Ci siamo” lasciò l’apparecchio sopra la lapide e aspettò l’inizio della riproduzione.
“Ciao baby, mi sei mancata” sentire la voce di suo marito, uguale all’ultima volta che l’aveva ascoltata, fu un colpo al cuore per la donna che chiuse gli occhi per godersi il momento, seduta sul marciapiede con le gambe incrociate.
“Conoscendoti, sono pronto a scommettere che sei confusa per questa mia bravata, ma ho le mie buone ragioni e voglio parlarne con te diciamo a quattr’occhi”
“Mh, argomento spinoso allora”
“Già, un argomento molto spinoso, voglio parlarti di Vegeta” Rosicheena spalancò gli occhi
“Non alzare le tue solite barriere, ti prego. È un argomento delicato e non credo che riusciremo più a parlarne... Il vostro rapporto era una qualcosa di unico e straordinario che non si vede tutti i giorni ma si riconosce all’istante. Volevo parlartene già tempo fa, ma non mi hai lasciato finire... A volte sei così testarda e prevenuta da farmi saltare i nervi, e non osare rispondermi come tuo solito, soprattutto perché non ti sentirei” le sue parole si interruppero, soppiantate dalle risate.
“All'inizio non credevo di poter avere davvero una possibilità con te, sembravi così presa da Vegeta che dubitavo mi avresti mai notato. Però ci ho provato lo stesso e non me ne sono mai pentito. Quando penso agli anni passati come coppia lo faccio con il sorriso sulle labbra perché sono stati gli anni più felici della mia vita. Però, perché deve sempre esserci un però, ho iniziato a pensare e ho scoperto che quando ci si ammala di queste cose si inizia a credere in tante cose, io ho iniziato a credere nel destino. Noi ci siamo amati, amore, e per quanto mi riguarda ti amerò per sempre, ma dopo lunghi ragionamenti sono arrivato a una conclusione che non credo ti piacerà: ho realizzato che non ci sarebbe stato nessun noi se Vegeta si fosse fatto avanti tanti anni fa. So che è così, perché voi vi completate” Rosicheena scosse il capo con forza, come se Turles potesse vederla davvero. Che cosa stava dicendo? Lei amava suo marito e l'aveva scelto per questo, non come un sostituto
“Ti prego, dammi retta e riflettici. Voi siete fanatici di film, ricordate ogni battuta e vi fate intere conversazioni che sembrate capire solo voi; entrambi bevete il thè all'inglese aggiungendoci il latte, cosa che mi ha sempre disgustato, e adorate quei dolcetti al cocco che restano incollati al palato. E se ancora non ci credi allora parliamo dei libri: avete questa assurda fissazione di leggere l'ultima frase dell'ultima pagina prima di iniziarlo e potreste uccidere alla vista di una pagina piegata. Oppure parliamo della festa in maschera per il decimo anniversario della Saiyan SpA: la regola era che nessuno di noi quattro sapesse il costume degli altri fino al momento di incontrarci lì, quante possibilità c’erano che finiste ad interpretare Gomes e Morticia Addams?! Voi due ragionate con la stessa testa e a volte è davvero raccapricciante. Non volgere gli occhi al cielo con me signorinella, ok che credi che mi sia bevuto il cervello ma almeno non credermi pazzo mentre ancora ti parlo, appena avrò concluso potrai fare tutti i discorsi sconclusionati che vuoi” ridacchiò di nuovo, Turles la conosceva così bene da aver inscenato la cosa immaginando ogni sua probabile reazione, finora azzeccandole tutte.
“Ma aldilà di queste stronzate, è qualcos’altro che mi ha veramente convinto” Rosy lo immaginò mentre abbassava lo sguardo, incapace di reggere il suo “I tuoi occhi, Rosicheena, e lo sguardo che hai quando guardi Vegeta, solo quando guardi lui. Non sto mettendo in dubbio i tuoi sentimenti per me, sarebbe come dire che il sole sorge a ovest, bensì dico che la vostra sintonia è senza eguali. Vi cercate con lo sguardo e sorridente non appena lo intercettate, poi il mondo intorno a voi scompare, ci siete solo voi... Forse è questa la bellezza collaterale di quel film che mi hai obbligato a vedere, proprio perché Vegeta non poteva accompagnarti: sono un medico, tesoro mio, e sono consapevole che non riuscirò a vincere questa battaglia eppure, in un certo senso, non mi pesa perché so che con me tra i piedi anche se aveste aperto prima gli occhi non vi sareste mai fatti avanti, siete troppo leali per fare una cosa del genere” Rosicheena si asciugò una lacrima solitaria che aveva solcato la sua guancia e con la mente tornò a quel film di cui aveva realmente capito il pathos solo dopo la scomparsa di Turles.
“Che poi è relativamente facile innamorarsi per la prima volta: è tutto nuovo e vedi quel sentimento sconosciuto crescere alla velocità della luce, la vera sfida è innamorarsi di nuovo dopo aver sofferto. È questo che voglio per te Rosy, ti sfido a sopravvivere e andare avanti, ad innamorarti, ad andare da Vegeta in questo preciso istante e fargli sentire questo mio discorso sconclusionato, e ti sfido a dirgli di essere da sempre innamorata di lui... Se vuoi vi canticchio anche qualche colonna sonora stucchevole, ci stai? Ta ra ra ran, tan tan, tan tan, no credo che questo sia qualche valer. Che figura di merda”
Con la sensazione di non essere più sola in quell'angolo del cimitero, Rosicheena si voltò incontrando due occhi neri e imperscrutabili a qualche metro da lei.
“Questa era la mia ultima faccenda in sospeso dopodiché credo di potermene andare con l'anima in pace. Ti ho fatto soffrire angelo mio e di questo credo non mi perdonerò mai, so che ti sto facendo soffrire anche adesso ma c’è un’ultima cosa che ho bisogno di dirti... Non ho tentennamenti nel dire che hai reso i miei ultimi anni degli di essere vissuti. Non avere paura di innamorarti di nuovo, Rosicheena, e indipendentemente da quando ascolterete questo messaggio, avete la mia approvazione ragazzi e vi auguro tutta la felicità di questo mondo. Non farla soffrire Prince, altrimenti ti perseguiterò per il resto della tua vita”

- Sette anni prima -
L'appuntamento era per le 5 al bar in centro, ma arrivare in largo anticipo era nella natura di Vegeta Prince, in totale contrasto con quei ritardatari cronici dei suoi migliori amici. Conoscendo i Son, ci sarebbe voluta una mezz'ora abbondante prima che si facessero vivi così decise di fare un giro nella libreria lì accanto, se la sua infallibile memoria non lo ingannava era da poco uscito il nuovo volume si una collana di gialli di cui era appassionato. La libreria era quasi vuota, probabilmente oltre lui, i due poco distanti e le commesse ci saranno state non più di altre cinque persone. Impiegò in po' a trovare il libro che stava cercando e nel frattempo sentì le voci dei due accanto che discutevano animatamente, poi, di punto e in bianco, si trovò ad indietreggiare tenendosi una mano sul naso mentre ringhiava qualche imprecazione. Davanti a lui, una chioma nera come la notte si mosse di scatto come mossa dal vento quando la sua proprietaria si voltò nella sua direzione.
“Oh mio Dio! Mi dispiace, sono mortificata” esclamò raggiungendolo mentre le lacrime di dolore comunicavano ad offuscargli la vista “Non avevo idea che ci fosse qualcuno dietro di me, avrei cercato di afferrare il libro anziché scansarmi. Sei il solito coglione Zack!” Esclamò scuotendo la testa. Guardando a terra il Prince notò il tomo che doveva averlo colpito in faccia e, sebbene morisse dalla voglia di malmenare l'idiota che lo aveva lanciato, si sentì quasi obbligato a cercare di consolare quella ragazzina.
“N-non è nulla di grave... Non preoc-”
“No no non parlare, ti finirà il sangue in bocca. Oddio che schifo" lo interruppe per poi spostare la testa da un lato tenendosi una mano sulla bocca. Su richiesta della commessa uscirono tutti e tre dal negozio e il coglione che aveva capito chiamarsi Zack sparì dalla loro vista. Con mani tremanti, la ragazza iniziò a prendergli dei fazzoletti e a tamponare la perdita di sangue finché non lo invitò con lo sguardo a continuare da solo
“Sto per vomitare”
“Come sarebbe a dire?! Non dirlo neanche per scherzo” esclamò Vegeta tenendo la testa piegata all'indietro
“La vista del sangue mi impressiona”
“Sei una donna come può impressionanti la vista del sangue?! Lo vedi ogni mese!” sbottò istintivamente ma la ragazza lo fulminò con un'occhiata di un azzurro talmente chiaro da destabilizzarlo
“È il sangue altrui a impressionarmi e le mie mestruazioni saranno beati cazzi miei! E non tenere la testa all'indietro che il sangue rischia di andare nell'esofago o nella trachea! Tieni la testa china in avanti, io vado a prenderti del ghiaccio” non gli diede il tempo di rispondere, corse via per ritornare dopo qualche minuto con un bicchiere pieno di ghiaccio.
Quando arrivarono, Bardack e Turles li trovarono seduti a un tavolino esterno del bar, l'uno accanto all'altra.
“Fortunatamente ha smesso di sanguinare o ti saresti dovuto mettere un tampax perché ero a corto di fazzoletti” disse la ragazza mentre rimetteva il ghiaccio sul naso dello sconosciuto, dandogli il cambio dal momento che lui aveva appena abbassato il braccio
“Non avrei mai messo un tampax nel naso” borbottò lui con una voce nasale e da raffreddato che fece ridacchiare la mora
“A mali estremi, estremi rimedi, Rafe McCawley, ma se sei così schizzinoso prega di non trovarti mani nella situazione in cui desidererai di avere un tampax a portata di mano” Vegeta ridacchiò per l'appellativo preso dal film di Pearl Harbor e decise di stare al gioco
“In tal caso sappi che sei la Evelyn Johnson peggiore di tutti i tempi” rispose stravaccandosi sulla sedia per tenere la testa all'indietro
“Vorrai scherzare? Ho lo stesso profilo di Kate Beckinsale”
“Ma io non somiglio per niente a Ben Affleck”
“Vero, ma sono pronta a scommettere che hai il sorriso di Zach McGowan” Vegeta sollevò di nuovo il capo e la osservò con un sopracciglio inarcato
“Chi?” la ragazza sorrise soltanto in risposta, non fece in tempo a dire nulla perché fu interrotta dall'arrivo dei due amici del ragazzo
“Ma come Prince! Ritardiamo un paio di minuti e tu ti fai bullizzare dalle ragazze?” quella voce sconosciuta fece sobbalzare la ragazza che, per lo spavento, perse la presa sul cubetto di ghiaccio che andò a finire sul cavallo dei jeans di Vegeta
“Fossi in te, amico, lo leverei da lì o appena si sarà sciolto sembrerà tutt'altro che acqua” la seconda voce apparteneva a un ragazzo del tutto identico al primo.
“Se ci sono i tuoi amici direi che ti posso lasciare in buone mani” esordì la mora alzandosi dalla sedia e recuperando la sua borsa a tracolla lasciata sul tavolo “Non credo che il naso sia rotto ma una visita al pronto soccorso non credo ti ucciderà... Stammi bene Prince” come appena svegliato da un sogno, il diretto interessato si alzò in piedi richiamandola
“Mi è sfuggito il tuo nome”
“Non l'ho detto” rispose lei alzando un po’ la voce per farsi sentire mentre, con un sorriso, si allontanava camminando all'indietro. Non aggiunse altro e continuò a camminare per la sua strada, così Vegeta si rimise seduto
“E quella sventolona chi è?” chiese Turles sedendosi al posto lasciato libero dalla ragazza, continuando però, come gli altri due, a guardarla allontanarsi
“La mia Evelyn Johnson” alla risposta del Prince i gemelli si guardarono prima di spostare lo sguardo sull’amico ed esclamare in sincrono
“Chi?”
 
- Tempo presente -
“Quanto hai ascoltato?” nell'avvicinarsi l'uno all'altra i loro passi erano incerti, quasi come aspettassero un segnale per cambiare idea e tornare indietro
“Più o meno da Collateral Beauty
“E dimmi” Rosy si morse il labbro prima di continuare mentre con la mano tremante andò ad asciugare una lacrima sulla guancia dell'uomo “questa è la prova che anche l'imperscrutabile Vegeta Prince ha un cuore o ti stai solo sciogliendo?” l'uomo chiuse gli occhi al caldo contatto con la mano di lei
“A volte vale la pena sciogliersi per qualcuno” come faceva a sapere sempre cosa dire al momento giusto?! Ma il Prince non si limitò alle parole, perché, come se le avesse letto nel pensiero, la prese tra le braccia.
“E credi che ne valga la pena questo qualcuno? Tu sai sempre quello che vuoi mentre io sono l'eterna indecisa, ho sempre da ridire su tutto” si fermò a causa di un singhiozzo soffocato nella giacca dell’uomo “In realtà non volevo innamorarmi di te. È capitato e basta perciò scusami tanto” era con Vegeta e come tutte le volte in cui erano insieme le venne spontaneo affidarsi alle battute un film per esternare con parole altrui quello che era il suo tormento interiore, per la precisione citò PS I love you, uno dei primi film che videro insieme.
“No” esordì Vegeta interrompendo dopo interminabili minuti il loro abbraccio, ma solo per prenderle il viso tra le mani e guardarla negli occhi
“Non ti scuso Rosicheena, perché dal giorno in cui sei entrata nella mia vita me l'hai scombussolata come un cubo di Rubik. Dal primo istante le cose sono andate nell'unico modo in cui non sarebbero dovute andare, come il primo giorno, ricordi? Mi hai tamponato il sangue dal naso dopo che quel tuo amico mi aveva colpito in faccia con un libro. Oppure quando provai a baciarti la prima volta alla festa al lago, eravamo brilli e nello slancio di sporgerti anche tu, ti sei spaccata un labbro nell’impatto” bastò quel ricordo a fare ridere la donna dinanzi a lui che trovò il coraggio necessario a tornare la donna intraprendente e sopra le righe che era la Rosicheena che lui aveva conosciuto
“I segnali ci sono sempre stati, ma noi eravamo troppo ciechi per vederli. E lasciatelo dire Prince, io sono stanca di essere tua amica quindi, vuoi essere la persona a cui romperò le palle per il resto della mia vita?” Vegeta sorrise in un modo che gli illuminò anche gli occhi
“Io so ciò che voglio, perché lo sto stringendo proprio adesso” Rosicheena sorrise a sua volta riconoscendo la battuta del film e, sollevandosi sulle punte posò le proprie labbra su quelle del Prince, solo allora si concesse di chiudere gli occhi. Quel bacio fu dolce, non aveva la fretta del precedente, ma non per questo meno passionale, tanto rendere superfluo sapere chi dei due avesse pronunciato, appena staccatisi, le parole
“Ti amo”


SPAZIO AUTRICE
Dunque, teoricamente la storia sarebbe dovuta finire così, ma non mi sento ancora di mettere la parola fine, non dopo aver iniziato a scrivere un epilogo vero. Questo capitolo l'ho scritto subito dopo la prima pagina del primo, poi ovviamente nei giorni successivi aggiungevo e toglievo parti che mi convincevano di più o di meno.
Come puoi vedere, Elema, alla fine ho trovato il modo di riportare Turles anche senza sfere del drago 
😅 e questo è stato per Rosicheena la vera spinta che la mandò tra le braccia del suo migliore amico. Alcuni capitoli fa, poi, mi avevi accennato a dei riferimenti al film "PS I love You", beh eccolo qui (che poi era proprio da lì che presi l'idea di questa storia).
Beh, torno a "studiare", sappiamo tutti che alla fine mi metterò a scrivere
Al prossimo capitolo
🤗😘
  
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