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Autore: ladypink88    21/07/2020    6 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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La campanella stava suonando e Manuel  e Laura arrivarono a lezione per il rotto della cuffia. Tutti gli studenti avevano già preso posto presso l’aula del Giudizio pronti per la lezione.
“Ecco lo sapevo! Da quando ho a che fare con te mi hai traviata! Sto diventando una ritardataria cronica anche io!” sussurrò lei allegramente,ma a  bassa voce per non disturbare la lezione, mentre apriva il suo zainetto e afferrava il suo quaderno degli appunti.

Manuel ricambiò con un sorriso, ma mentre apriva il suo zaino per prendere gli appunti, nello scorgere tra i suoi libri il diario della puffa cambiò espressione e il suo cuore perse un battito.
“Manu! Sei sicuro di stare bene?” Lui la guardò senza rispondere e Laura insistette con aria preoccupata “ Tutto ok? Sei diventato improvvisamente pallido!”.
Gli mise una mano sulla fronte per sincerarsi che stesse bene“ Non mi sembra che tu abbia la febbre!”.
“Scusami puffa! Sto bene !” la rassicurò lui con aria per nulla convinta.”Ora seguiamo la lezione ok?”.

Nonostante avesse detto quelle parole, Manuel non prestò la benché minima lezione quella mattina alla spiegazione della professoressa di Economia Aziendale. Il suo unico pensiero era “Come diamine faccio ora a spiegare alla puffa il discorso del diario? Si arrabbierà di sicuro, ma non è questo ciò che mi spaventa. Ciò che non potrei sopportare è sapere che lei potrebbe perdere la fiducia in me.”
I pensieri continuavano a frullare nella sua mente in modo confuso e poco lucido senza riuscire a trovare una soluzione. Ed inoltre continuando ad essere così poco attento durante le lezioni non avrebbe fatto una gran figura nella sessione d’esami ormai prossima. Sua madre sarebbe rimasta profondamente delusa.

Madre. Roberta.Ecco che gli venne l’illuminazione.

Avrebbe affrontato Laura e le avrebbe detto la verità, ma se c’era qualcuno che poteva aiutarlo a chiarire quella situazione a dir poco intricata quella era sua madre.
Gli venne in mente quell’episodio di due anni fa circa.

Lui e la puffa avevano appena cominciato l’università e da un po’ di pomeriggi , non appena passavano per il parchetto vicino al bar della stazione Laura fissava un uomo con 3 bambini piccoli. Lo fissava con sguardo carico d’odio. Era qualcosa che non riusciva bene a decifrare l’emozione che traspariva dagli occhi della puffa, lui non l’aveva mai vista in quello stato, succedeva ormai da un paio di settimane.
Era qualcosa di quasi impercettibile, una persona meno attenta probabilmente non se ne sarebbe neanche accorta. Lui avrebbe voluto chiederle spiegazioni, ma ogni volta che puntualmente tornavano a casa e passavano dinnanzi a quel maledetto parco, c’era sempre quell’oscuro personaggio che giocava con tre bimbi, che  Manuel pensava fossero i suoi figli.

Quel medesimo pomeriggio però accadde qualcosa di diverso : uno dei tre piccoli, cadde dall’altalena e iniziò a piangere. L’uomo prontamente andò verso di lui e cercò di consolarlo. Sembrava un bravo padre.
Accadde allora che Laura disse una frase con una voce talmente ruvida che gli fece raggelare il sangue in quel momento e glielo faceva raggelare ancora adesso al solo pensiero. Sussurrò : “ Manu, a te è mai successo di pensare che qualcuno meriti di morire?”. Fu un istante.
Lui rimase raggelato. E il pensiero di ciò che accadde dopo lo fece stare male sul serio.

Manuel si prese una pausa dai suoi pensieri e si rivolse a Laura. “ Puffa scusami, vado a prendermi un attimo un caffè al bar, non mi sento proprio in forma stamattina? Vuoi per caso un altro cappuccino?” Lei lo guardò con fare preoccupato ma si limitò ad un “ No grazie io sono apposto così, non ti conviene tornare a casa? Non hai una bella cera!”.
Lui la guardò e disse : “ Tutto sommato non hai tutti i torti puffa. Tanto questa settimana è andata così, da lunedì tornerò ad essere uno studente modello!” disse tra il serio ed il faceto. Lei si risollevò , vedendo che comunque lui scherzava “ Certo, bisogna vedere di che anno!”. Lui afferrò il suo zaino e le disse “ Io vado, ti mando un messaggio in serata puffa, se hai bisogno scrivimi!”. E se ne andò senza aspettare la risposta di lei.

                                                                                                                          *************

Laura osservò la figura di Manuel che lasciava l’aula e si chiudeva la porta alle sue spalle con una noncuranza che non gli apparteneva. 
Sembrava che avesse la testa da tutt’altra parte, e di sicuro i pensieri che affollavano la sua mente dovevano essere tutt’altro che piacevoli. Doveva indagare. Ma sapeva anche che il biondino era estremamente riservato e non amava che le persone gli stessero addosso.
Mi ha detto che mi avrebbe mandato un messaggio in serata, perfetto, attenderò che si faccia sentire lui, in caso contrario gli manderò un messaggio io domani!Nel frattempo, dal momento che ultimamente è veramente un mollaccione negli studi, tanto vale che mi impegni per fargli avere degli appunti presi come di deve!”.

Al pensiero degli appunti le venne in mente lei, l’oggetto del bisticcio con Manuel della sera precedente. Doveva assolutamente restituire gli appunti che Serena le aveva prestato con molta gentilezza, e le avrebbe anche chiesto cosa significasse “quella cosa”, ossia il dress code. Avrebbe di gran lunga preferito chiedere a quello scansafatiche, ma non ce n’era stata occasione.
D’altronde voleva provare a fare amicizia, perciò era comunque un argomento di conversazione. Non appena terminò la lezione, durante il quarto d’ora accademico, Laura si guardò intorno in cerca di “Miss Perfezione”. Sorrise al suo pensiero, ma non poteva fare a meno di denominarla in quel modo. D’altronde Serena risultava impeccabile in qualsiasi cosa facesse.

Di solito era sempre circondata dal suo gruppo di amiche che la assecondavano in ogni sua affermazione, ma non oggi. La vide,era seduta sul suo banco con la testa appoggiata sui libri. Si vedeva da lontano che non era la “solita Serena” di sempre . Si chiese dove fossero le sue inseparabili compagne di corso.
Ma non diede troppa retta ai suoi pensieri. Si avvicinò alla ragazza con l’intenzione di restituirle gli appunti e quando si avvicinò la vide sovrappensiero e con un’espressione assolutamente assente.
“Serena, ti disturbo? Volevo restituirti gli appunti che mi hai gentilmente prestato ieri!” . Quest’ultima non si era minimamente resa conto che Laura si era avvicinata a lei e rimase estremamente stupita nel vederla. La osservò con occhi attenti e disse “ Oh Laura! Grazie, non c’era bisogno che me li restituissi così velocemente!”. Le diede una rapida occhiata e si rese conto che era molto più carina di quanto pensasse : quei leggins neri e quel maglioncino aderente rosa le stavano benissimo. Inoltre era truccata in modo molto leggero, ma sembrava quasi un’altra persona rispetto al solito.

La puffa è sempre stata una ragazza estremamente sensibile ed intuitiva, e secondo lei c’era qualcosa che non quadrava : “Si vede lontano un miglio che Miss Perfezione non è al top, magari potrei…” non finì neanche il pensiero che si ritrovò a rispondere “ Ma figurati, tu sei stata così gentile con me ieri… ed inoltre ecco…” Laura ebbe un momento di esitazione, ma poi concluse la frase” mi sembra che il tuo sguardo sia triste, so che non abbiamo un rapporto molto stretto, ma se per caso vuoi parlare, credo che a volte tirare fuori quello che hai dentro possa solo fare bene”.
Era già la seconda volta che riusciva a tirare fuori quello che aveva dentro nel giro di poche ore. Questa cosa le diede coraggio, ma la cosa che più la colpì fu la reazione di Serena. La biondina la guardò, anzi la squadrò con uno sguardo tra lo stupore e l’incredulità ed esclamò “ Mi stai dicendo che ti sei preoccupata per me?” .
Laura rispose come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo con estrema sicurezza “Direi proprio di sì, te lo ripeto, non ti conosco bene, ma so riconoscere uno sguardo triste!”.

Senso di colpa. Stupore. Tristezza. Imbarazzo. Vergogna.


Serena la guardò dritto negli occhi e le disse con molta franchezza “Ci hai visto giusto! Ti va di pranzare assieme dopo questa lezione? Forse fare quattro chiacchere potrebbero  farmi bene!” .
Sorrise.
E la puffa si accorse che per la prima volta la sua voce aveva un tono più fresco e cristallino, aveva perso quel tono perentorio di chi non ammette repliche.
“Va bene Sere! Allora a dopo!”. Il tempo a disposizione era finito e la lezione stava per ricominciare.
Laura tornò a prendere posto nelle prime file.
Miss Perfezione invece si alzò ed uscì dall’aula.
                                                                                               
                                                                                                                                      ******************
 
“Come diavolo ha fatto? Cos’ha la sfera magica quella ragazza?”
La mente di Serena era in totale subbuglio. Mai, e poi mai nessuna delle sue amiche in Cattolica si era preoccupata per lei e per il suo stato d’animo. Era sempre stata vezzeggiata, adulata, ammirata. Ma oggi, quando si era isolata, nessuno, a parte Laura si era avvicinata a lei.

“Purtroppo è vero. Mi sento tremendamente triste. Mio padre mi ha dato veramente diverso denaro per farmi fare tutto lo shopping che desidero, ma…. Ciò che volevo… ciò che volevo…”

Si sedette sulle panchine del giardino principale dell’Ateneo. Delle lacrime stavano solcando il suo viso ma non voleva farsi vedere così, se le asciugò immediatamente.

“Ciò che volevo era poter pranzare con lui, trascorrere del tempo con lui. Ho fatto di tutto per essere considerata degna della sua attenzione, eppure…”

Ripensò alle parole che le aveva detto Manuel il giorno prima quando era sbottata di fronte al suo rifiuto.
Non riusciva esattamente a capire cosa provava in quel momento, ma non era più sicura di essere dalla parte della ragione. Dopo che Laura le aveva letto nel cuore, e sentiva che qualcosa dentro di lei si era spezzato.

“ Non le ho neanche chiesto che tipo di piatto preferisce!” pensò.

Prese il cellulare e prenotò un tavolo per il Gardenia, lo stesso ristorante dove avrebbe voluto andare l’indomani con suo padre per il suo compleanno. Prenotò per  due sperando che Laura avrebbe gradito.
Si alzò dalla panchina con un sorriso soddisfatto.
E anche se aveva appena pianto rientrò in aula con un sorriso ed il cuore un po’ più leggero. Non sapeva esattamente perché,ma si sentiva un po’ meno sola.
 
 
 

   
 
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