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Autore: Fanny Jumping Sparrow    15/08/2009    2 recensioni
*Completamente revisionata*
La maledizione dell'Olandese Volante è spezzata grazie all'amore fedele di Elizabeth, ma Calipso ha ancora una richiesta da fare al Capitano Turner...
Nel corso della sua ricerca, affiancato dalla moglie e dal figlioletto, ritroverà i vecchi compagni d'avventura, ma Jack continuerà a creare non pochi problemi...
Ringrazio chi continuerà a leggere e chi la metterà tra le preferite!
- E mi avevi fatto promettere "niente segreti" - sospirò Will reprimendo della sana collera.
- Non riguardava te e me. Questo è un segreto di storia della pirateria! - Elizabeth non si smentiva mai: piratessa fino alle budella.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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Capitolo 13: Una vecchia conoscenza

C’era grande fermento a bordo. Ogni marinaio prestava tutte le sue forze per far sì che la nave acquistasse maggiore rapidità e fosse pronta a fronteggiare e respingere eventuali attacchi. Era la prima regola quando veniva avvistato un altro vascello senza bandiera. Non occorreva nemmeno consultare il Capitano. Ma il Capitano, quella volta, volle conoscere il motivo della manovra. Forse aveva deciso di attaccare.
La notizia si sparse velocemente fin sopra coperta e, alla comparsa del suo passo claudicante ma svelto che risuonava intimidatorio sul legno del ponte, terrorizzati e ansiosi, i pirati si prepararono a ricevere una punizione o un nuovo ordine.
Inforcato il suo cannocchiale, l’esperto Capitano si mise ad esaminare scrupolosamente il veliero che sembrava inseguirli a poppa. Uno spasmo di rabbia contrasse ferocemente la sua bocca: - Arrestatevi! Invertiamo la rotta e andiamo a prenderli! – urlò minacciosamente – Oggi sono in vena di divertirmi! – aggiunse con una luce sadica che fece brillare le iridi celesti sul suo viso solcato dai segni del tempo.
- Virate sull’ancora di prua! Dentro i remi! – si susseguirono le disposizioni degli ufficiali minori, accompagnate da parole di spregio nei confronti dei sottoposti che eseguivano i comandi a rilento. Non ci volle molto tempo perché prua e poppa si invertissero, dando all’agile vascello la possibilità di avanzare parallelamente alla grande nave senza vessillo appena individuata, che navigava a velocità piuttosto ridotta rispetto a quella che il temuto galeone era in grado di raggiungere con tutte le vele cineree spiegate al vento e l’aiuto dei remi.

Intanto che abbassava il cannocchiale e lo richiudeva, la bocca di Will Turner si aprì lentamente in un ampio sorriso ricambiato da Elizabeth e da Jim.
- È proprio lei? – chiese quest’ultimo, trepidante per l’emozione, alternando lo sguardo al viso ora del padre ora della madre. I genitori annuirono stringendosi a lui.
Jack, poco dietro, sembrava pietrificato, così come lo era Sputafuoco. La vista di quel veliero recava con sé troppi ricordi infelici per entrambi.
All’improvviso un sibilo si fece sempre più forte, fendendo l’aria umida e calda, e un ammasso di piombo tondeggiante si schiantò a soli due metri dal fianco destro della nave, facendo alzare un grido di sorpresa tra l’equipaggio.
- Credi che quello sia un saluto? – esclamò impensierito Will, seguendo Jack che si era sporto dal parapetto dopo aver riconosciuto il suono della bordata. In quell’istante ci fu un nuovo colpo di cannone che s’infranse tra le onde di babordo. Riecheggiarono altre esplosioni.
- Sei sicuro che la Perla Nera sia ancora in mano di Barbossa? – Turner interrogò perplesso Sparrow che deglutendo saliva amara, si limitò ad alzare le spalle incerto.
- Capitano, gli uomini attendono – si fece avanti Elizabeth, raccogliendo il nervosismo della ciurma per quel nuovo inaspettato attacco.
Jack Sparrow spalancò gli occhi allarmato, spingendo sgarbatamente indietro la donna con un braccio: - Non vorrai aprire il fuoco, vero?
Capitan Turner tacque per alcuni secondi abbassando la testa, poi si erse sulla ringhiera reggendosi sulle sartie: - Restate fermi. Indietro molto adagio! Ammainate le vele e calate le ancore! – ordinò seccamente con una determinazione che non ammetteva repliche, anche se avvertì una fitta allo stomaco, perché se la nave fosse stata colpita lui, avrebbe sofferto di nuovo, com’era già accaduto, e probabilmente non avrebbe più potuto nasconderlo.
Sparrow si tolse il cappello e lo usò per sventolarsi, dopo che alcune gocce di sudore gli avevano imperlato la faccia nel timore che i cannoni dell’Olandese producessero danni irreparabili alla sua adorata nave.
Jim gli lanciò un’occhiata di scherno e poi si allontanò per volere della madre, poiché le cannonate continuavano a rimbombare ostili, sfiorando le murate.
L’Olandese Volante gradualmente si fermò alla fonda e il suo Capitano avvertì come una breve pausa anche nei battiti del suo cuore. Continuò a fissare la sagoma nera sempre più vicina, con la speranza di aver preso la decisione giusta.

Il Capitano della Perla Nera strizzò le palpebre grinzose, stropicciandole col dorso della mano, stupito di ciò che aveva appena distinto sull’orizzonte. La sua vista si era un po’ indebolita con gli anni, ma non al punto da ingannarlo così spudoratamente.
- Sciagurati babbei incapaci! - li rimproverò mordace, prendendosela un po’ anche con sé stesso per la sua avventatezza - Quella è l’Olandese Volante! – sbraitò di colpo, tra l’incredulità e un briciolo di commozione ad incrinargli la voce rauca e gracchiante.
- Si salvi chi può! – urlò uno dei pirati e lo spavento si trasmise a buona parte della ciurma, che iniziò a correre su e giù per la tolda in cerca di riparo.
Il comandante, con gli occhi sgranati per l’irritazione e una smorfia di disprezzo a contorcere le profonde rughe, fece esplodere alcuni colpi della sua pistola sui pirati per ottenerne l’attenzione: - Idioti! Levate mano ai cannoni! E preparatevi ad accostare quella nave! Vele all’imbando!

Lo spegnimento del fuoco risollevò il morale dei marinai del Capitano Turner che assistettero, mormorando rumorosamente, all’avvicinamento pacifico del galeone dalle vele nere. L’agitazione di Jack, invece, non si era placata e Gibbs, come se ne fosse perfettamente consapevole, gli si era avvicinato in silenzio, pronto a sostenerlo per quanto possibile. Ma lui non tollerava di essere commiserato e si concentrò per apparire assolutamente sprezzante, qualunque fosse stato l’andamento della situazione, allontanandosi dall’amico.
Quando le due navi furono bordo a bordo, entrambi gli equipaggi provvidero a collegarle con una passerella, ma furono i Turner ad attraversare l’asse di legno sospesa tra le onde.
Will ed Elizabeth, sottobraccio, avanzarono fieri, anche se un po’ incerti, sulla pedana cigolante tranquillizzandosi non appena riconobbero i volti di alcuni pirati che li salutarono ancora confusi, abbozzando goffi inchini. Poi non poterono fare a meno di sorridere intercettando la figura ben nota del maturo Capitano, Hector Barbossa, che si avvicinava dalle scalette del castello di prua con l’inseparabile scimmietta sulla spalla mentre tutti si spostavano ossequiosamente per lasciarlo passare.
- Bentornato fra noi, Capitano Turner! – furono le sue prime parole intrise di una studiata galanteria che avrebbe ingannato quanti non conoscessero la sua vera natura avida e scellerata. – Signora Turner – proseguì togliendosi galantemente il cappello piumato – Lasciate che ve lo dica: siete sempre incantevole.
- Vi ringrazio – la giovane donna abbassò lievemente il capo, scoprendosi realmente contenta di rivederlo.
In quell’istante Barbossa si accorse di Jack Sparrow che era appena giunto sul ponte, alimentando il parlottare degli uomini: - Non ce lo voglio sulla mia nave quello! – sentenziò irritato, col sangue che gli saliva alla testa.
- Hai paura che me la riprenda? – lo provocò Jack con boria, portando le mani ai fianchi.
- Neanche a me fa piacere averlo tra i piedi sull’Olandese – affermò seccato Will, come se si riferisse ad un parassita infestante. Il filibustiere, insultato, cercò rapido la cinta, dove teneva spada e pistola, imitato all’istante dagli altri due.
- Vi prego! – li interruppe esasperata Elizabeth, prima che arrivassero a sguainare le armi, frapponendosi tra Sparrow e i due pirati.
- Lavora per voi? – si informò il vecchio Hector, dopo aver inghiottito un brontolio.
- Ma sei scemo?! – strillò Jack indignato.
- Jack non è capace di servire altri se non se stesso – lo difese la signora Turner, venendo da lui ringraziata con un buffo gesto delle mani congiunte.
- Ci è piombato in casa mentre scappava da uno dei suoi guai – gli rivelò sinteticamente il Capitano Turner con aria rassegnata.
Allora il Capitano della Perla Nera decise di ignorarlo non risparmiandolo, però, di un’occhiataccia colma di bile che lui gli rimandò con altrettanta malevolenza. Reputandosi superiore a quelle insulse scaramucce, distolse lo sguardo verso l’albero maestro dell’Olandese: - Dovreste mettere una bandiera – fece notare a Will, come a scusarsi implicitamente dell’attacco avvenuto mezzora prima.
- Io a dire il vero ci avevo pensato – si sentì rispondere da una voce infantile. I due sposi si voltarono avendolo riconosciuto, mentre il filibustiere restò interdetto finché non notò il piccolo avventuriero in erba rimasto in piedi a metà della passerella, che si muoveva impacciato osservandolo con grande curiosità.
- Chi è quel ragazzino che non sa se scendere o salire? – chiese allora Hector con un sorriso finto a curvargli le labbra scorticate dalla salsedine.
- Vieni qui, Jim – lo esortò la madre tendendogli la mano – Che figura fai davanti al Capitano?
- È nostro figlio William James Weatherby – lo presentò Will, stando attento a ricordare bene il nome per intero, mentre il bambino si avvicinava piano piano a loro senza smettere di guardarsi attorno, ricevendo sorrisi e piccole pacche da parte di alcuni rozzi uomini sudici e sfregiati che non conosceva.
- Sono molto lieto di conoscervi Capitan Barbossa – dichiarò una volta davanti al vecchio filibustiere – So tante cose di voi e credo che siate un grande pirata. Anche perché siete stato voi a sposare i miei genitori, non è vero? – domandò timidamente, per la soggezione che lo sguardo penetrante di quell’uomo vissuto gli incuteva.
- Così come ha tentato di uccidere entrambi! – s’intromise Jack con tono insolente, guadagnandosi l’occhiata torva di buona parte dei presenti.
- Avrà avuto i suoi buoni motivi, quando è stato – riprese la parola Jim – In ogni caso ha dimostrato di essere un brav’uomo in altre occasioni … - sostenne d’impeto, incredulo della propria avventatezza nel pronunciare un’affermazione simile. E infatti molti risero di lui, compresi i suoi genitori, che però provarono anche una punta di imbarazzo.
- Mi piace questo ragazzino! – dichiarò di contro Barbossa – Ragiona da vero pirata. I miei complimenti, signori – si congratulò chinando il capo e facendo sorridere lusingato il piccolo Turner, che mai avrebbe sperato di poter ricevere un tale giudizio.
Jack gli fece l’imitazione sottovoce: - Ti sei rammollito, Hector! – sbottò sdegnato, piazzandosi davanti a lui e sorpassando i tre con cui stava parlando – Come mai non chiedi il motivo per cui siamo venuti a cercarti?
- Non sono sempre scortese come te! – replicò il collega, ridando sfogo alla rabbia che a stento aveva trattenuto nel rivederlo – Giustappunto, possiamo discuterne nella mia cabina – propose poi affabilmente ai Turner, mitigando il tono.
Essi si scambiarono un lieve cenno di incoraggiamento e sospirando lo seguirono insieme a Jack che tronfiamente faceva strada, mentre Jim fu trattenuto sopra coperta da Pintel, Ragetti e altri pirati desiderosi di conoscerlo e intrattenerlo.

   
 
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