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Autore: ONLYKORINE    21/07/2020    4 recensioni
Cosa succede quando Elio e Idrogeno entrano in contatto? Il caos!!! Ma nascono le stelle. E cosa succederebbe se Idrogeno ed Elio fossero persone umane? Eh... sarebbe un grosso caos!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il ballo di fine anno

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“Il fatto che tu abbia noleggiato una Limousine, non vuol dire che puoi palpeggiarmi sul sedile posteriore, coglione!”

Helios girò gli occhi nella direzione della voce e vide H scendere dalla Limousine più lunga che avesse mai visto e sbattere la portiera con violenza.

La ragazza continuò a borbottare, incamminandosi con poca eleganza lungo il vialetto per raggiungere la palestra addobbata per il ballo della scuola, mentre l’auto bianca si allontanava lentamente. Helios, senza neanche accorgersene, le corse dietro e la chiamò.

Quando lei si voltò, lui rimase senza fiato: era bellissima. I suoi capelli erano acconciati sopra la testa, anche se il suo viso era circondato da molte ciocche ricce e la sua bocca, ancora piegata in una smorfia, era dello stesso colore del suo vestito: un rosso che infiammava le vene.

Lentamente, come l’anno prima, il suo sguardo scivolò, gustandosi la visione. Al collo H portava un pendente dalla forma strana: un puntino rosso circondato da otto punte d’argento di misure diverse. A Helios ricordò vagamente l’immagine di una stella vista in cielo. Una parte di lui sperò che l’avesse fatto apposta, per le sue parole di qualche settimana prima, ma un’altra parte, più razionale, gli diede dell’illuso.

Il vestito rosso, senza spalline, aveva un corpetto stretto in vita e il suo seno ne era a malapena contenuto. Gli strati della gonna, diversi di tonalità e tessuti, si alternavano in un gioco di sfumature che prendevano gli occhi e ti impedivano di lasciare quella visione.

“Sei… sei bellissima” riuscì a sussurrare, improvvisamente senza parole, tornando a guardarla in viso.

H si era girata quando aveva sentito qualcuno chiamare il suo nome e si era trovata davanti Helios. Alla ragazza si era bloccato il respiro: lui indossava una giacca scura, zebrata da così tante sfumature di rosso che sembrava cangiante a ogni suo passo, illuminato dalla luce dei lampioni del cortile e dalle decorazioni della palestra. I suoi pantaloni neri non lo facevano sembrare il manichino dei grandi magazzini (cosa che aveva pensato guardando l’abbigliamento del suo accompagnatore) ma un James Bond in incongnito. Era… sexy, più sexy dell’atleta che aveva appena scaricato. Scosse la testa scacciando quel pensiero.

La sua espressione le fece capire che doveva aver assistito alla scenetta di poco prima, quando Blackwall aveva esagerato con l’alcool e, palesemente ubriaco, ci aveva provato prima ancora di arrivare a scuola.

H si stava già innervosendo, pensando che Helios avrebbe detto qualcosa di offensivo nei confronti del ragazzo, e lei non avrebbe potuto rispondergli, ma poi Helios balbettò quella frase e la ragazza non capì più niente.

“Sei… bellissima.”

Lei non riuscì a dire nessuna parola, offensiva o meno. Sentì le guance calde e, forse per la prima volta, la sua presenza le fece uno strano effetto. Quando lui non continuò, H si riscosse.

“Grazie… Anche tu non sei male per niente” sussurrò. Poi sorrise e aspettò. Quando sorrise anche lui, guardandosi, lei si tranquillizzò.

“Siamo intonati…” Helios si avvicinò e allungò un braccio per accostare la manica della sua giacca contro il corpetto del suo vestito. Sull’orlo della scollatura c’era una fila di pailettes che, con il movimento del suo respiro, brillavano come piccole stelle.

Dall’entrata della palestra si alzò un urlo e un coro di saluti. Tutti e due si voltarono verso l’edificio: BlackWall stava facendo la sua spettacolare entrata… da solo.

L’espressione di H mentre guardava l’idiota entrare in palestra era straziante: lei avrebbe dovuto essere la protagonista della festa e invece era lì, da sola, senza il suo accompagnatore che si era già trovato compagnia, a giudicare da come era stato accolto.

Helios sentì lo stomaco torcersi mentre piegava il braccio e le chiedeva: “Se vuole farmi l’onore di accettare la mia presenza, Milady, sarei felice di scortarla al ballo”.

Il sorriso della ragazza valeva tutta quella fatica, pensò Helios mentre lei si girava verso di lui. “Davvero?” gli chiese e il ragazzo si stupì: perché non avrebbe dovuto essere vero? “Ma tu sei da solo?” In risposta lui alzò le spalle. Lei dovette convincersi, perché sentì la sua piccola mano calda posarsi sul suo braccio e tremare leggermente.

Helios aveva aspettato così tanto che lei lasciasse veramente Blackwall, che alla fine era andato al ballo da solo. “Allora entriamo: faremo un figurone” disse lei, guardandolo divertita e iniziando a camminare.

“Io lo farò di sicuro!” Il rossore che le dipinse le guance alle sue parole, era così strano su di lei che a Helios diede un brivido al basso ventre.

“Sicuro? Sei il ragazzo più intelligente della scuola, dovresti andare al ballo con qualcuno più…” Helios si fermò e la obbligò a voltarsi verso di lui: cosa stava farneticando? Pensava di essere meno… importante? Lei? Perché improvvisamente era così insicura? Hyacinth poteva spaccare il mondo. Da sola. E avrebbe vinto.

“Chi sei e cosa hai fatto alla mia Hyacinth?” Lei rise nervosamente e guardò per terra. Le prese il mento e lo sollevò con due dita fino a che i loro occhi si incrociarono.

H, in imbarazzo, decise che la miglior difesa era un’eccellente offesa e disse: “Non ti ho mai permesso di chiamarmi Hyacinth: io sono H”.

Helios rise perché la conosceva abbastanza da capire il suo comportamento. “Tu non mi chiami He come fanno tutti, io non ti chiamo H. Che poi trovo che Hyacinth sia un nome che si sposa così bene con te…”

“Le tue parole mi stordiscono sempre. Dovresti essere dichiarato illegale.”

“Sei tu che stordisci me…” sussurrò Helios, poi, consapevole che la cosa stava diventando molto intima, le chiese: “Andiamo dentro e spacchiamo il culo a tutti?”

Quando lei annuì, le passò un braccio intorno alla vita e si incamminarono verso l’entrata della palestra e quando entrarono nel locale la musica assordante non riusciva a coprire le risate e il divertimento dei ragazzi: il ballo stava andando bene.

H si guardò intorno e i suoi occhi si illuminarono, neanche la visione di BlackWall che ballava con una brunetta riuscì a toglierle il buonumore. “H!” gridò una ragazza bionda correndo verso di loro.

“Ciao, Christina” le rispose lei, calmissima. Helios le strinse il fianco appena appena, prima di lasciarla, ma H gli fermò la mano e la tenne stretta su di sé.

“Quell’idiota di BlackWall si è fatto beccare mentre versava una bottiglia di vodka nel punch e ora si sta strusciando in pista con Melody, la nuova sciacquetta delle ragazze pon pon…” iniziò a spiegare Christina, indicando il giocatore al centro della pista.

“Non fa niente” disse serenamente H. Christina si voltò verso di lei, improvvisamente interessata al suo comportamento. E notò qualcosa di diverso. Qualcosa che la fece sorridere.

“Ciao, Helios! Sei… diverso. Stai bene!” lo salutò, con uno sguardo strano.

“Ha gli occhiali nuovi” spiegò la ragazza accanto a Helios e Christina lo osservò meglio. “È vero!”

Il ragazzo si girò verso H, sorpreso da quello che aveva detto. “Lo avevi notato?” Ma la ragazza non gli rispose e si avventurò verso la pista, alzando le braccia per ballare, girandosi verso di lui e sorridendogli.

Christina continuò a guardare Helios con lo sguardo divertito. “Mi sono persa qualcosa?” gli chiese, ma le rispose con un alzata di spalle, perché fondamentalmente non lo sapeva neanche lui. Poi la ragazza si voltò verso il palco e fece un cenno a un gruppetto che stava sistemando i microfoni. “Sai cosa, Helios? Sto per farti un grosso favore: approfittane”.

“Come?” riuscì a chiedere il ragazzo, ma Christina era già scappata via.

Quando la vide salire sul palco, si voltò verso la pista per cercare H. Che situazione strana. Si incamminò per oltrepassare la massa di studenti che stavano ballando e raggiungerla, quando Christina iniziò a picchiettare le dita sul microfono, facendo un rumore assordante nella palestra.

“Ragazzi, ragazzi!” esordì, con entusiasmo, facendo fermare la musica con un gesto della mano. “Benvenuti al ballo scolastico di fine anno!” Un applauso e svariate grida seguirono il suo saluto. Mentre la ragazza si perdeva in inutili quanto necessari convenevoli nei confronti degli adulti della scuola, Helios si avvicinò a H, affiancandola.

Quando, dopo pochi minuti, scrosciò un applauso poco sentito nei confronti del preside, Christina diede l’annuncio che tutte le ragazze stavano aspettando: la vincitrice della corona come reginetta del ballo.

Quando il nome di H venne pronunciato dall’amica un altro applauso riempì l’aria della palestra ma fu molto più sincero. Anche Helios batté le mani, nonostante non fosse per niente sorpreso: anche lui aveva votato per lei. Ma lo fu subito dopo, quando Christina lo chiamò per accompagnare la reginetta sul palco.

Helios non riusciva a capire: era il Re della festa? Lui? E chi lo aveva votato? Salì sul palco trascinato da H che lo guardava sorridendo e rimase inebetito mentre lei gli posizionava la corona sulla testa.

“Non posso aver vinto! Non mi sono candidato…” sussurrò mentre lei gli era così vicino da sentire il suo profumo invadergli i sensi.

“Io ho votato per te lo stesso” disse lei, ammiccando. Helios rimase a bocca aperta. Cosa aveva fatto? Si voltò verso Christina e anche lei stava battendo le mani, guardandolo con uno sguardo sornione. Ma cosa stava succedendo?

“Ehi, ma quel tipo non può aver vinto! Non…” Le parole biascicate di BlackWall vennero interrotte dal coach, nonché professore di educazione fisica, che lo mise a tacere, mentre il gruppetto di dibattito protestò ad alta voce e i giocatori iniziarono a inveire contro di loro. In pochissimo, le parole vennero sostituite da schiaffi e pugni e quella che avrebbe potuto essere un’accesa discussione, si trasformò in una piccola rissa.

“Oddio, ma che sta succedendo?” chiese Helios a tutti e a nessuno in particolare.

“Cavolo, Chris, mi sa che stavolta l’hai fatta grossa!” H rise, per niente spaventata, sgridando allegramente l’amica.

“Mmm, dirò che ho letto male. Però, magari, voi sparite” disse la ragazza, sventolando una mano verso l’uscita d’emergenza.

Helios prese per mano H e la tirò giù dal palco dalle scale posteriori. “Andiamo via” disse, per un attimo consapevole della situazione.

“No, andiamo di qua” lo contraddì lei, tirandolo dalla parte opposta. Lasciando alla ragazza il comando, Helios si lasciò guidare verso la porta degli spogliatoi e poi ancora più avanti, verso la porta del vecchio ufficio che il coach Crox usava prima di iniziare a fare l’allenatore. Il ragazzo cercò di girare il pomello, ma la porta era chiusa a chiave. Cercò di non rimanerci male: sarebbero dovuti andare via, in quel modo.

H però si alzò sulle punte, visto che nonostante le scarpe con il tacco intonato al vestito non era ancora abbastanza alta, e allungò una mano sopra lo stipite della porta. Tastò velocemente e poco dopo una piccola chiave comparve fra le sue mani: lei la infilò nella toppa e fece scattare la serratura.

Quando entrarono nel piccolo ufficio Helios si guardò intorno sorpreso: due divani erano sistemati intorno a un tavolino e davanti a una tv, mentre un minifrigorifero era in un angolo, in attesa solo di essere aperto. Sull’altro lato della stanza, una scrivania da ufficio, con tanto di sedia con le ruote, era stata spinta contro il muro, probabilmente perché non serviva.

“Che posto è questo?”

“L’hanno sistemato i ragazzi della squadra quando Crox ha iniziato a usare l’altro ufficio” spiegò lei, togliendosi le scarpe. “Ci veniamo quando saltiamo le lezioni”.

“E perché avete tenuto la scrivania?”

“Per far parlare quelli come te”. La risata che ne seguì subito dopo, imbarazzò Helios come non mai, così tentò di mettersi le mani in tasca, dimenticandosi di non avere addosso i jeans e lui si sentì terribilmente a disagio.

Passò una decina di minuti e dalla palestra iniziò ad arrivare la musica, segno che la rissa era stata sedata o, perlomeno, che la festa aveva ripreso il suo corso.

“Torniamo di là?” chiese Helios, quando lei non disse più niente.

H si avvicinò a lui lentamente e, sempre lentamente, annuì. Quando alzò le braccia verso il suo viso, Helios trattenne il fiato, pensando che lei volesse toccarlo. Però le sue mani si posarono sulla sua testa e tentarono di sistemare la corona di plastica che si era spostata nella fuga.

Invece di rimanerci male, con un gesto velocissimo, lui le fermò le mani, afferrandole i polsi.

“Ma non ti faccio niente, subito a pensare che voglia metterti le mani addosso!” H rise mentre, davanti a lui, lo guardava con finto rimprovero.

Helios non aveva calcolato il gesto, fatto non per paura ma perché non poteva più aspettare che fosse lei a farlo, così chinò il viso su di lei e posò le labbra sulle sue, in un gesto così delicato che a malapena le sfiorò. Poi, come se ci avesse ripensato, tornò a baciarla e questa volta aprì la bocca e il suo bacio fu così disperato che lei indietreggiò.

“Helios…” sussurrò Hyacinth scrollando le mani e riportandolo alla realtà.

Helios fece un passo indietro, lasciandola libera, sconvolto dal fatto di essersi esposto ed essere stato rifiutato.

“Penso che non sia una buona idea…” disse ancora la ragazza, ma lui non la fece finire.

“Se pensi mentre ti bacio, non è una buona idea, no.”

Lei sorrise e a Helios sembrò di aver vinto il premio di consolazione a una gara di dibattito. Si tolse la corona e la lanciò su uno dei divani.

“Non sono bello, non gioco a football, non ho una decappottabile, non…” iniziò, voltandosi verso la porta, deciso ad andarsene.

“Che cosa stai dicendo?!” Hyacinth era sbalordita e stupita dalle sue parole.

“Sto dicendo che è più di un anno che provo a farti capire quello che provo per te e a te interessano solo quegli idioti che…”

Helios non potè finire la frase che lei si buttò verso di lui, gli prese il viso fra le mani e lo baciò, prendendogli le labbra fra le sue. Sorpreso, lui non si mosse e solo quando sentì la sua lingua accarezzargli la pelle, le posò le mani in vita e la strinse a sé.

Poi lei si staccò e disse: “Dicevo: non penso sia una buona idea lasciare la porta aperta mentre mi baci”. Helios si voltò verso la porta e vide che era socchiusa. Si diede dello stupido e sentì le guance arrossarsi per l’imbarazzo. Fece due passi e chiuse la porta.

“Sono un idiota.”

“Sì!” H rise e rise di quella risata per cui Helios aveva iniziato a sognarla di notte. “E comunque… Io non penso mai lucidamente quando tu sei nella stessa stanza con me” sussurrò ancora, facendolo appoggiare alla scrivania e avanzando fra le sue gambe. “E mi mandi sempre in confusione…” Gli slacciò la giacca e passò la mano sulla stoffa della camicia. “Deve essere quella cosa della combustione quando siamo troppo vicini…”

“Sì, perché noi creiamo le stelle” disse il ragazzo, passandole un braccio dietro la schiena e una mano dietro la nuca. Si avvicinò a lei sempre più affamato e la gustò come avrebbe fatto un assetato con il migliore dei vini. Le baciò la bocca, scese lungo il collo e, quando le sfiorò la clavicola con la lingua, lei gemette di piacere, mordendosi subito dopo il labbro inferiore.

“Aspetta, aspetta… Prima voglio mettere in chiaro una cosa…” disse lei, ma Helios non si fermò e continuò a baciarla scendendo ancora.

“Ti ascolto…” Ma la lingua questa volta rendeva davvero impossibile a H di parlare con cognizione di causa.

“Solo questa volta” sussurrò H, aggrappandosi a lui, ansimando.

“Come?” Helios interruppe veramente il suo approccio e la guardò: lei aveva gli occhi appannati, ma probabilmente pensava ancora troppo.

“Andrò al college da single” dichiarò.

“Vedremo” rispose il ragazzo, prendendola per mano e facendola stendere sul divano.

“Cosa vedremo?” chiese lei, sospirando.

“Ora ti farò vedere le stelle, il resto lo vedremo dopo” rispose, alzandole la gonna per accarezzarle le cosce.

“Io vedo già le stelle…” H gli tirò i risvolti della giacca e lo avvicinò a sé.

 

Si dice che la fortuna aiuti gli audaci… Mi spiace dirvelo, ma è vero. Purtroppo quella sera nessuno dei due ragazzi ammise con l’altro che fosse stata una magnifica nottata, che fosse la volta in cui fare l’amore aveva finalmente avuto un senso e che al pensiero di dividersi si sarebbero già mancati.

H, per orgoglio, non ammise mai di aver cambiato idea e Helios non volle mai insistere, consapevole che lei avesse già dichiarato la sua posizione.

Fu una notte bellissima, ma nessuno lo disse ad alta voce.

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***Buonasera a tutti!!! Che dite, vi piacciono H e Helios? Fatemelo sapere!!!

   
 
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