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Autore: Moonyque    22/07/2020    0 recensioni
[Tower of god ]
“Mio Aguero, non era la tua biglia preferita? Perché l’hai lanciata in quel modo?” la voce melodiosa e pacata della madre suscitò nel bambino profondi singhiozzi che scossero tutto il suo corpicino.
Khun provò a rispondere, ma tra le lacrime riuscì a pronunciare solo poche parole sconnesse. La madre lo strinse forte a sé accarezzandogli i capelli.
“Hai perso il controllo e hai distrutto una cosa a te cara.” Discostandolo di poco, gli posò un bacio sulla guancia umida e lo guardò negli occhi. “Non devi mai cedere alle tue emozioni, non otterrai nulla e finirai solo con il fare cose di cui sicuramente ti pentirai.”
Spoiler fino a EP68-S03.
Non essendoci al momento molte informazioni in merito al potenziale del firefish ho deciso di darne una mia personale interpretazione: la storia si basa quindi sull'idea non canonica che si tratti di un'entità instabile che prima o poi Khun non sarà più in grado di gestire.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 3: Strategist

 

"Nessuna notizia da Isu?" chiese svogliatamente Anaak dondolando i piedi scalzi.

L'ultimo contatto avuto con lo scout risaliva al giorno prima. Si trattava di un lapidario messaggio apparso sul pocket di Endorsi.

 

Forse l’abbiamo trovato.

Domani andiamo a esplorare la zona.

Non appena avremo notizie vi ricontatteremo.

 

L'ondata di speranza che aveva risvegliato nel gruppo si era trasformata in un'esasperante attesa carica di aspettative.

"Di nuovo… ho detto di no!" E rimarcando le ultime parole, Endorsi spinse senza troppa gentilezza Anaak giù dalla scrivania su cui era china a leggere le sue riviste di moda.

Stizzita, la piccola principessa le pizzicò il braccio e ridacchiò maliziosamente quando l'altra si lasciò sfuggire un urletto. "Vattene via, mocciosa!" Le gridò Endorsi lanciandole dietro una delle riviste.

Bam afferrò meccanicamente l'oggetto al volo e avvicinandosi lo posò nuovamente sul tavolo. Alto, atletico e decisamente più maturo, l’irregular aveva comunque conservato in quegli anni un volto fanciullesco dai lineamenti morbidi e gentili. I lunghi capelli castano scuro erano raccolti in una bassa coda che gli pendeva sulla spalla e solo alcuni ciuffi ricadevano sulla fronte e ai lati del viso. I profondi occhi dorati avevano assunto un’espressione più consapevole, ma in quel momento erano velati da una mal celata irrequietezza.

Da quando Shibisu aveva instillato quella piccola luce di speranza, il brunetto sembrava non trovare pace: si muoveva da una sala all’altra della warship senza un reale scopo, come una tigre chiusa in gabbia. “Avrei fatto meglio ad andare con loro…” mormorò sovrappensiero.

Endorsi alzò lo sguardo e indugiò forse un attimo di troppo sulla mano destra del giovane. Lui se ne accorse e la ritrasse incrociando le braccia al petto.

“Sono più di venti piani di differenza, non puoi arretrare così incautamente solo sulla base di una supposizione, non dopo tutta la fatica fatta per salire fino a qui.”

Bam sapeva che Endorsi aveva ragione, ma questa consapevolezza non riusciva a privarlo dello sgradevole senso di impotenza che lo aveva investito. Quando, mesi prima, Shibisu e Hatz erano scesi per seguire quella pista – non molto diversa da decine di altre rivelatesi poi solo mere illusioni – non coltivava molte aspettative a riguardo, ma quell’ultimo messaggio lo aveva scosso nel profondo. Isu non avrebbe mai instillato in loro una falsa speranza, non senza avere delle ottime basi su cui ergerla.

Endorsi lesse le sue preoccupazioni e insistette. “Ora più che mai dobbiamo concentrarci su come continuare a salire.” Lo rimproverò con lo sguardo, sentendosi subito in colpa per la pressione a cui lo stava sottoponendo. Doveva tuttavia fargli capire che stavano agendo nel modo più razionale e che non aveva nulla di cui incolparsi. “Hai fatto già tutto il possibile per trovare Khun, ma ora gli altri sono lì sopra: ti stanno aspettando e si affidano completamente a te.” Perfetto, ora aveva rimarcato l’ennesimo fardello che poggiava su quelle spalle già troppo gravate dalle aspettative altrui.

Bam le rivolse un sorriso, ma riconobbe della tristezza nei suoi occhi. “Hai ragione Endorsi…”

La ragazza imprecò interiormente, non sopportando di vedere quella passiva accondiscendenza nel suo volto. Da quanto non lo vedeva più sorridere come una volta?

Bam era sempre pacato e gentile. Gli avvenimenti affrontati in quegli anni, positivi e negativi, avevano infuso in lui una nuova maturità e una maggiore autostima: li stava guidando risolutamente lungo la Torre rivelandosi un ottimo leader, senza mai tradire la sua indole onesta e avendo sempre un occhio di riguardo per tutti. Tuttavia, non era un mistero quanto profondamente si stessero radicando nel suo animo il rammarico e lo sconforto che l’allontanamento di Khun aveva generato. Tutti si stavano impegnando per sostenerlo al meglio: perché non riuscivano… perché non poteva essere lei a restituirgli quel sorriso? 

Endorsi s’incupì e abbassò nuovamente lo sguardo sulla sua rivista.

Attualmente, si trovavano all’ottantaseiesimo piano. Ci avevano impiegato quattro anni per raggiungere l’ottantatreesimo, quando invece Khun con quel suo dannato fiefish ne aveva impiegati semplicemente due, lasciando dietro di sé una scia di fiamme e cenere. Quando loro finalmente guadagnavano un piano convinti di averlo raggiunto, arrivavano sue notizie da almeno due livelli davanti a loro. Sembrava impossibile stargli dietro. Oltretutto la collaborazione con FUG e Urek Mazino aveva imposto loro degli obblighi e delle inevitabili soste tra un piano e l’altro che li aveva impegnati in qualcosa di decisamente più marcato di una semplice distrazione – nuovi obiettivi, nuovi nemici, nuove battaglie –. Bam completava ogni impresa con lucidità e la massima dedizione, ma era evidente che, dalla scomparsa dell’amico, l’unica cosa che veramente gli importava era setacciare ogni singolo piano in cerca di una qualche traccia che potesse ricondurre a Khun... e proprio lo stesso Khun si era ben preoccupato di accontentarli.

Il lightbearer aveva infatti lasciato dietro di sé una serie di false piste e indizi appositamente per depistarli e demolire la loro fermezza nel ritrovarlo. Ogni piano raggiunto infondeva in loro una speranza che veniva poi puntualmente disattesa e ogni pista rivelatasi inattendibile non faceva altro che alimentare la loro frustrazione. Profondamente sconfortati, quando finalmente avevano scalato l’ottantatreesimo, l’ultimo piano in cui si erano avute notizie della presenza di Khun, illudendosi per l’ennesima volta di averlo finalmente raggiunto, ebbero nuovamente l’ennesima cocente delusione; solo allora, Bam era crollato e avevano chiaramente visto qualcosa spezzarsi in lui. Il wave controller aveva esitato, rifiutandosi in un primo momento di proseguire e chiudendosi in un preoccupante silenzio.

In un impeto di empatia, se non anche di compassione, Karaka gli aveva concesso del tempo per riordinarsi le idee e prendere una decisione che fosse definitiva; aveva preso alcuni membri del loro gruppo e aveva proseguito. White lo aveva seguito poco dopo con il gruppo di Yama.

Solo Evankhell e Hansung erano rimasti con loro. L’high ranker aveva continuato ininterrottamente a sottoporlo ai suoi estenuanti allenamenti insistendo, su esplicita richiesta di Bam, sulla difesa contro lo shinsu di fuoco. Spesso Endorsi aveva visto Bam rientrare nella sua stanza sfinito, con gli abiti bruciacchiati ancora fumanti, mentre si stringeva con sguardo afflitto il braccio destro.

Dopo quasi un anno intero trascorso a setacciare da cima a fondo l’ottantatreesimo senza alcun successo, Bam si era infine deciso a proseguire, ma non aveva veramente abbandonato il suo obiettivo primario. Confidava solo che, proseguendo, prima o poi l’avrebbe raggiunto. Tuttavia, nei livelli successivi persino le false piste erano scomparse; nessuno aveva più visto o anche solo sentito nominare Khun Aguero Agnes.

La porta si aprì scorrendo sulla parete. Rak entrò nella stanza attirando l’attenzione dei presenti e interrompendo il filo dei loro pensieri.

Black turtle, sei ancora in ansia?” il rombo della sua voce li risvegliò una volta per tutte da quella strana apatia che li aveva invasi.

“Non dovrebbe?” risposte secca Endorsi sfogliando distrattamente le sue riviste.

“No, non dovrebbe.” la rimbeccò il coccodrillo. “Non abbiamo bisogno di perdere altro tempo dietro quell’altro.”

Bam sospirò sapendo già come sarebbe proseguita quella conversazione e gli sorrise incerto. Volendo risparmiarsi l’ennesimo scontro, si avvicinò al compagno poggiandogli una mano sulla spalla.

In seguito, scusandosi, fece per uscire dalla stanza.

L’altro si frappose, sbarrandogli la strada.

“E’ stato lui ad allontanarsi.” Iniziò il cacciatore con tono mesto.

“Rak…” sussurrò Bam quasi implorante.

“E’ stato lui a far esplodere l’intera floating ship con quelle dannate fiamme.”

“Quante volte dovrai ancora ripetere questa scenetta!?” Lo rimproverò impettita la principessa dalla sua postazione alla scrivania.

“Continuerò finché voi tartarughe non abbandonerete questa assurda idea di correre dietro a quel pazzo! Sembrava foste finalmente rinsaviti, invece è bastato che qualche sconosciuto vi passasse un’altra di quelle false piste per ricadere di nuovo in questa assurda ricerca.” ringhiò esuberante il cacciatore riportando i suoi occhi scarlatti su Bam, puntandogli contro il dito artigliato e proseguendo con il suo discorso: ormai gli altri sapevano il copione a memoria.

“Lo hai visto anche tu black turtle. Rideva. Mentre bruciava fino alle ossa chiunque gli si parasse davanti, lui rideva. Gli stolti e gli assassini ridono, un vero cacciatore non ri-”

“Non era in sé Rak!” lo interruppe brusco Bam alzando il tono di voce, volendo a tutti i costi porre fine a quel discorso.

Il brunetto inspirò lentamente rilassando le mani che nel frattempo si erano chiuse a pugno.

Finalmente occhi dorati incontrarono occhi scarlatti rifiutandosi di cedere per primi alla reciproca intimidazione.

Dopo un po’ lo sguardo di Bam si addolcì. “Rak, sai quanto tengo a te e al tuo supporto, ma per quante volte tu ci prova, non ti darò mai retta su questo punto.”

Rak ringhiò con insofferenza e comprese allora che era necessario apportare delle modifiche al copione. Rapidamente, afferrò il polso destro di Bam e gli alzò la manica della felpa.

“Stupido coccodrillo!” Gli urlò Endorsi alzandosi di scatto dalla scrivania.

L’altro non la calcolò nemmeno.

“E’ stato lui a ridurti in questo stato!” La spessa cicatrice rifletté la luce artificiale della sala. Così esposto, il tessuto cicatriziale che ricopriva l’intero arto appariva spesso e scuro. La pelle si era rigenerata in maniera irregolare deturpando l’intera superficie con pieghe e depressioni innaturali. Sapevano che quella era solo la punta dell’iceberg: nascosti sotto la felpa scura, i segni della bruciatura ricoprivano il braccio, risalivano sulla spalla e scendevano sul petto deturpando tutto il fianco destro. In quegli anni alcuni guaritori si erano proposti di curare la lesione, ma, nonostante le sollecitudini dei suoi amici, Bam si era sempre rifiutato.

“... se non fossi intervenuto probabilmente non saresti nemmeno qui ora.” Aggiunse sommessamente Rak, la voce incrinata al solo ricordo. L’unica cosa per cui il cacciatore si sentiva grato nei confronti del lightbearer era di averlo messo nelle condizioni di sviluppare appieno la sua difesa rocciosa. Quella che gli aveva permesso di strappare Bam dalla sua presa, prima che lo riducesse in cenere.

Bam dovette stringere i denti per mantenere la calma. Si sottrasse dalla presa e si riabbassò paziente la manica. I ciuffi castani gli ricaddero sul volto nascondendo la sua espressione.

“E’ stato un incidente.” mugugnò sommesso. “Gli sono arrivato alle spalle… non si era reso conto...” Nella mente di Bam balenò il ricordo di due furenti occhi blu a pochi centimetri dalla sua faccia che lo fissavano senza riconoscerlo: fiamme aranciate vi guizzavano agitate, vorticando intorno le pupille dilatate e alterando grottescamente i lineamenti dell'amico. Bam si era avvicinato d’istinto per fermarlo, per farlo rinsavire, credendo ingenuamente di essere abbastanza forte da poter resistere.

Alla fine… per quanto forte continuasse a diventare… non era mai abbastanza.

“Non cercare di giustificarlo.” rispose Rak a denti stretti.

“Non mi importa…” Bam rialzò lo sguardo su di lui. “Non mi importa niente di quello che potrebbe avermi fatto.” Si morse il labbro inferiore. “E’ solo colpa mia… Ci eravamo tutti accorti che qualcosa non andava, ma ero troppo concentrato sulla scalata alla Torre, sul seguire il mio cammino. Mi sono fatto trasportare dalle parole di Karaka, di Hwaryun… dagli obiettivi di FUG. Ho finito per non vedere il suo turbamento, quando invece lui faceva il possibile per restare sempre saldo al mio fianco... ho ignorato il mio migliore amico fino a quando non avevo più la possibilità di farlo.” La sua voce era diventata un sordo lamento.

“Non sei il solo a non aver fatto nulla, non puoi assumertene l’intera colpa…” Sussurrò Endorsi accigliata. Bam la osservò con quello sguardo ferito che fino ad allora aveva sempre cercato di nascondere loro, ma che già prima avevano scorto tra parole non dette e vuoti sorrisi. A quella vista Endorsi sentì qualcosa stringersi nel petto.

Il compagno scosse la testa amareggiato. “Ho ignorato la cosa finché non è stato più possibile farlo perché ho voluto credere che fosse inevitabile. Avevo ormai accettato l’idea che prima o poi non sarebbe più riuscito a restare al passo e che avrei dovuto lasciarlo indietro, per il suo bene e per il mio.” Si portò la mano a nascondersi il volto, la mascella contratta in una smorfia di dolore. “Ero convinto che avrei potuto gestire ogni cosa, e invece io...” la sua voce si spezzò, ma si sforzò di continuare “... io di nuovo non sono stato abbastanza forte per aiutarlo.”

Rak lo osservò severo. “Anche lui ha fatto le sue scelte… non puoi addossarti anche le sue colpe.” Aggiunse sommesso, poi gli posò una mano sulla testa scompigliandogli i capelli. Bam accettò il gesto sfiorando il braccio teso dell’alligatore. Con un lento respiro riuscì un poco a ricomporsi.

“Sono convinta che non sia passato giorno in cui Khun non si sia pentito di quello che ha fatto e che non gli sia mai passato per l’anticamera del cervello di biasimarti.” Non era nel carattere di Endorsi prendere le difese di qualcuno che non fosse Bam, soprattutto se si trattava di Khun, ma vedere l’irregular così afflitto la stava emotivamente disorientando. Sperò che almeno questo pensiero potesse in qualche modo dargli un minimo di conforto.

“Lui è il nostro stratega…” Anaak parlò facendoli sobbalzare dal momento che, nel frattempo, sembravano essersi dimenticati della sua presenza. “... persino io riesco a capire che ci ha lasciati per riguardo nei nostri confronti, ma, prima di tutto, lui era il nostro stratega. Aldilà di quanto voi possiate essergli sentimentalmente legati, è un dato di fatto che da quando se ne è andato impieghiamo il doppio del tempo a passare di piano in piano. Con lui le cose diventavano più... gestibili... e proprio per questo...” e in quel momento la principessa fissò il suo sguardo ferino su Rak “... se non riesci ad accettare il fatto che questo piagnucolone lo abbia già perdonato, accetta almeno il fatto che la sua presenza sia indispensabile affinché noi raggiungiamo la cima in fretta e senza inutili sforzi.” Un ghigno le incurvò le labbra. “Non so te, ma io odio perdere tempo inutilmente.”

Anaak li superò avvicinandosi noncurante alla porta e ponendosi alle spalle di Rak “Ci siamo alleati con FUG, abbiamo accettato l’aiuto di mostri come White o Kallavan. Sarai in grado di non biasimare qualcuno che fino all’ultimo ha sempre sostenuto ogni decisione di questa testa bacata.”

Detto ciò, la principessa uscì dalla stanza chiudendo seccatamente la porta alle sue spalle.

 

 

Finalmente anche Bam ha fatto la sua comparsa. Sto cercando di diluire gli spiegoni in più capitoli per evitare di appesantirli troppo. Mi spiace se questo rallenterà un pochino la narrazione, ma cerco sempre di fornire un quadro chiaro delle storie che ho in testa; ho sempre timore di non riuscire a esprimermi correttamente e il fatto che non sia particolarmente talentuosa nella scrittura non mi aiuta.

Arriverà il momento in cui finalmente Bam e Khun si incontreranno, in realtà il loro incontro l’ho già scritto, ma devo ancora mettere giù tutta la parte che ci sta in mezzo. A presto!

   
 
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