Prompt: “Non dovremmo dirglielo?”
La richiesta di Naruto giunse inaspettata: aiutarlo a scegliere un anello di fidanzamento per Hinata.
Per secondi che le parvero interminabili, lo fissò stupita e perplessa, spiazzata sia della relativa velocità della decisione presa dall’amico, sia dall’inspiegabilità di coinvolgere proprio lei nella scelta.
Sulle prime avrebbe voluto rifiutare¬ – il solo pensiero di un anello come promessa di un futuro matrimonio le scombussolava lo stomaco stringendolo in una morsa d’angoscia –, tuttavia l’espressione fiduciosa e piena d’aspettativa del ninja la dissuase.
Il giorno dopo, quando la chiamò avvisandola di dover partire improvvisamente per una missione, Sakura provò un moto istintivo di sollievo, almeno nei primi minuti della telefonata, finché l’ex-compagno di squadra non aggiunse che, avendo già fissato l’appuntamento con il gioielliere, aveva chiesto a Kakashi il favore di andare al suo posto.
Se fosse stata seduta su una sedia e non sul divano, probabilmente sarebbe caduta in modo rovinoso, ma per fortuna riuscì a rimanere stabile con la voce e il proprio corpo, mentre si chiedeva quale malefico percorso mentale avesse condotto l’amico a pensare proprio al loro maestro.
Ex-maestro, la corresse una vocina nella sua testa, caparbia nell’ignorare che agli occhi delle malelingue facesse ben poca differenza.
Dopo che Naruto riattaccò la cornetta salutandola velocemente, si impose di non rimuginare oltre.
Una sola domanda, però, aleggiava silenziosa tra lei e Kakashi quando si incontrarono l’indomani: "Non dovremmo dirgli la verità?"
Dal canto suo, se lo ripeté sia varcando la soglia della gioielleria, sia alla gaffe involontaria del proprietario, impegnato evidentemente a collocare i due clienti in qualche categoria “accettabile”.
“Sono sicuro che se si affiderà al gusto di sua nipote, farà un’ottima scelta,” commentò a un certo punto l’uomo anziano, addebitando il disorientamento generale di Kakashi all’indecisione.
Sakura sentì il cuore balzarle in gola all’improvviso, poi sprofondare nello stomaco con un tonfo sordo. Forse arrossì in modo vistoso, perché notò un’ombra di dubbio attraversare il volto dell’incauto gioielliere.
“Sicuramente sarà così,” le venne in soccorso il jounin, ma lo odiò lo stesso profondamente per l’impassibilità ineccepibile che dimostrava, almeno all’esterno.
Quella corazza di apparente freddezza si sgretolò, tuttavia, appena si chiusero la porta alle spalle, rivelando tutte le crepe invisibili che la percorrevano.
Il pacchetto con l'anello di fidanzamento cadde sul pavimento con un colpo secco, quando Kakashi la spinse con irruenza contro il muro e la baciò con foga, le labbra che premevano contro le sue con soffocata irritazione.
Infilatele le mani dietro le cosce, la sollevò da terra, costringendola a stringergli le gambe intorno alla vita. Le sfuggirono alcuni gemiti di piacere quando senza preavviso cominciarono le prime spinte decise. Inclinò il capo all'indietro chiudendo gli occhi e si aggrappò con più forza alle sue spalle, percependo tutta la tensione che attraversava il suo corpo.
Non c'era bisogno di parole per esprimere un sentimento condiviso: la frustrazione per l'irrefrenabile timore di affrontare i pregiudizi.
Con il ritmo ora concitato, ora lento dei movimenti dell'uomo, lasciò che alla fine la passione la travolgesse, tagliando fuori tutto e tutti.
Per secondi che le parvero interminabili, lo fissò stupita e perplessa, spiazzata sia della relativa velocità della decisione presa dall’amico, sia dall’inspiegabilità di coinvolgere proprio lei nella scelta.
Sulle prime avrebbe voluto rifiutare¬ – il solo pensiero di un anello come promessa di un futuro matrimonio le scombussolava lo stomaco stringendolo in una morsa d’angoscia –, tuttavia l’espressione fiduciosa e piena d’aspettativa del ninja la dissuase.
Il giorno dopo, quando la chiamò avvisandola di dover partire improvvisamente per una missione, Sakura provò un moto istintivo di sollievo, almeno nei primi minuti della telefonata, finché l’ex-compagno di squadra non aggiunse che, avendo già fissato l’appuntamento con il gioielliere, aveva chiesto a Kakashi il favore di andare al suo posto.
Se fosse stata seduta su una sedia e non sul divano, probabilmente sarebbe caduta in modo rovinoso, ma per fortuna riuscì a rimanere stabile con la voce e il proprio corpo, mentre si chiedeva quale malefico percorso mentale avesse condotto l’amico a pensare proprio al loro maestro.
Ex-maestro, la corresse una vocina nella sua testa, caparbia nell’ignorare che agli occhi delle malelingue facesse ben poca differenza.
Dopo che Naruto riattaccò la cornetta salutandola velocemente, si impose di non rimuginare oltre.
Una sola domanda, però, aleggiava silenziosa tra lei e Kakashi quando si incontrarono l’indomani: "Non dovremmo dirgli la verità?"
Dal canto suo, se lo ripeté sia varcando la soglia della gioielleria, sia alla gaffe involontaria del proprietario, impegnato evidentemente a collocare i due clienti in qualche categoria “accettabile”.
“Sono sicuro che se si affiderà al gusto di sua nipote, farà un’ottima scelta,” commentò a un certo punto l’uomo anziano, addebitando il disorientamento generale di Kakashi all’indecisione.
Sakura sentì il cuore balzarle in gola all’improvviso, poi sprofondare nello stomaco con un tonfo sordo. Forse arrossì in modo vistoso, perché notò un’ombra di dubbio attraversare il volto dell’incauto gioielliere.
“Sicuramente sarà così,” le venne in soccorso il jounin, ma lo odiò lo stesso profondamente per l’impassibilità ineccepibile che dimostrava, almeno all’esterno.
Quella corazza di apparente freddezza si sgretolò, tuttavia, appena si chiusero la porta alle spalle, rivelando tutte le crepe invisibili che la percorrevano.
Il pacchetto con l'anello di fidanzamento cadde sul pavimento con un colpo secco, quando Kakashi la spinse con irruenza contro il muro e la baciò con foga, le labbra che premevano contro le sue con soffocata irritazione.
Infilatele le mani dietro le cosce, la sollevò da terra, costringendola a stringergli le gambe intorno alla vita. Le sfuggirono alcuni gemiti di piacere quando senza preavviso cominciarono le prime spinte decise. Inclinò il capo all'indietro chiudendo gli occhi e si aggrappò con più forza alle sue spalle, percependo tutta la tensione che attraversava il suo corpo.
Non c'era bisogno di parole per esprimere un sentimento condiviso: la frustrazione per l'irrefrenabile timore di affrontare i pregiudizi.
Con il ritmo ora concitato, ora lento dei movimenti dell'uomo, lasciò che alla fine la passione la travolgesse, tagliando fuori tutto e tutti.
Note dell'autrice
Probabilmente Naruto
avrebbe potuto rimandare l'appuntamento con il simptico gioielliere, ma
la Musa l'ha pensata diversamente, ed ecco il risultato. Credo di aver
sempre voluto scrivere di Kakashi e Sakura nella situazione descritta
nelle ultime righe della storia, finalmente ci sono riuscita^^' Un grazie a slice per aver rivisto insieme con me l'ultima parte.