PROLOGO:
Claire Pendragon, serpeverde
Claire
Pendragon inspirò nuovamente il fumo della sua sigaretta, prima di ricacciarlo
fuori dalle sue labbra dipinte di rosso scarlatto, della stessa nuance del vino
che reggeva nell’altra mano.
Erano
minuti che era persa a guardare la pioggia cadere al di fuori del castello.
Tormentata, persa, come incantata da quella dolce cadenza quasi melodica che
non faceva che cullarla, facendola eclissare dalla realtà attorno a sé e dalla
pseudo festa in cui si trovava.
Non
sapeva il perché, ma si sentiva strana. Anzi, erano giorni e giorni che si
sentiva a quel modo. Dormiva poco, mangiava poco, fumava tanto. Troppo per una
ragazza così esile e che quello stesso anno aveva raggiunto la maturità magica.
Esattamente pochi giorni prima, ora che ci pensava, che tutto quel tormento
avesse inizio.
O
forse erano solo le sue solite paranoie a parlare.
Inspirò
ancora dalla sua sigaretta e ricacciò il fumo al di fuori della finestra,
aperta leggermente. Di riflesso vide la sua migliore amica, Lily Potter mentre
la bocca del suo biondissimo ragazzo le torturava il collo, lasciandole
evidenti segni del suo passaggio.
D’altronde
era risaputo in tutta Hogwarts di quanto Scorpius tendesse ad essere più che
possessivo quando si trattava di qualcosa che gli appartenesse. Che quel
qualcosa, poi, potesse essere facilmente scambiato per un qualcuno, non
aveva importanza.
Ma
finché li vedeva andare d’accordo, amoreggiare e non litigare, per Claire
andava tutto bene. L’importante era che lui non la ferisse e le spezzasse il
cuore, solo allora si sarebbe decisa ad intervenire.
Su
questo non ci si poteva proprio sbagliare: guai a chi gli toccava le sue
amiche.
Se
il biondo ossigenato della casata serpeverde poteva vantarsi della sua
possessività, Claire non era da meno in quanto difendere chi più le stesse a
cuore.
Ancora
se la rideva a quando ripensava alla faccia sbigottita di quel McFly quando lei
gli aveva mollato un ceffone in pieno volto dopo averlo beccato ad infilare la
lingua nella gola della troia più illustre di tutta Hogwarts, piuttosto che in
quella della sua ragazza attuale.
- Ti
annoi Claire?.
Dominique
le apparve davanti, sedendosi di fronte a lei sullo stesso davanzale della
finestra, con un calice di vino bianco in mano e con un’espressione che la
faceva sembrare tutt’altro che sobria.
Ormai
erano mesi che la trascinava a quelle assurde feste, come quella della serata,
per cercare di dimenticare quel decerebrato di McFly. Ed anche se la bionda non
faceva che risponderle che lei stesse bene e che aveva superato con classe
la rottura con il tassorosso, era chiaro come il sole che non fosse così.
Per
questo le si avvicinò per levarle il calice di vino dalle mani.
-
Ehy! Quello è il mio drink - protestò lei di rimando.
- Lo
so perfettamente Dom, ma credo che tu possa anche farne a meno. A che numero
stiamo con questo?.
Dominique
parve pensarci su un attimo, assumendo l’espressione più buffa che le avesse
mai visto fare. Dopodiché commentò un perplesso - Sei… o sette… - che non
piacque per niente a Claire. E la cosa si accentuò molto quando per poco la
vide cadere dal davanzale, dopo un vano tentativo di alzarsi.
-
Resta, qui e non muoverti. Vado a prenderti dell’acqua, dopodiché, tieniti
pronta. Ce ne andiamo da questo posto.
-
Sì, mamma.
Claire
roteò gli occhi verso il cielo, iniziando a contare fino a dieci per non
perdere la pazienza. Sistemò meglio Dominique, in modo che non potesse farsi
male, ed iniziò a farsi largo fra i corpi che riempivano l’ampia stanza della
Sala Comune dei Serpeverde.
- Pendragon…
Un
sussurro si levò accanto al suo orecchio quando si ritrovò al centro della
stanza. Claire si girò attorno, ma notando che nessuno la stesse minimamente
calcolando, si decise a rincamminarsi verso il tavolo delle bevande.
Forse
qualcuno le aveva fatto uno scherzo o forse se l’era solo sognato visto che,
come già detto in precedenza, erano giorni che non faceva che dormire male. Sì,
non poteva essere altrimenti. Doveva essere sicuramente colpa del sonno
arretrato e della stanchez-
- Pendragon.
Si
girò di scatto, ma come prima non vide nessuno. Solo che stavolta non poteva
esserselo immaginato. Stava succedendo qualcosa, ma non riusciva a capire bene
che cosa.
Sfoderò
la sua bacchetta per precauzione e si decise a prendere un bicchiere prima di
iniziare a versarne dell’acqua all’interno.
- Claire Pendragon, ti sto chiamando!
-
Chi va là!
Scattò
fulminea con la bacchetta alla mano puntata a mezz’aria. Di colpo si rese conto
di non trovarsi più all’interno della sala comune verde-argento, ma di essere
come sospesa sul filo dell’acqua.
Davanti
a lei la moltitudine di gente di poco prima era letteralmente svanita lasciando
il posto ad un’unica e sola persona incappucciata, che la guardava con fare
beffardo.
-
Finalmente ti sei degnata di ascoltarmi… sono giorni che cerco di mettermi in
contatto con te, senza successo, fino ad ora, per lo meno…
Anche
se era una corvonero, aveva generazioni e generazioni di grifondoro alle
spalle, per questo iniziò a parlare senza alcun timore.
-
Chi sei? Che cosa vuoi da me?.
La
figura incappucciata avanzò verso di lei, con passi lenti e calmi e, quando le
fu a quasi un palmo dal naso, si levò il cappuccio per rivelare il suo volto.
Due
occhi verdemare iniziarono a scrutarla per bene, da cima a fondo, e prima che
la ragazza potesse anche solo dire “a”, fu lui a parlare.
-
Piacere di fare la tua conoscenza, Claire Pendragon, sono Merlino. Ed è ora che
tu compia il tuo destino.
- ANGOLO AUTRICE –
Ciao a tutti! Dopo anni ed anni che frequento questo sito
come lettrice, ho deciso finalmente di iscrivermi e pubblicare delle storie.
Questa è assolutamente la mia prima, quindi vi prego di essere clementi xD
Stiamo solo all’inizio, ma spero di poter buttare giù un racconto che possa piacervi
e che possa prendervi e grazie alla serie tv di netflix “Cursed” – che mi ha
ispirata anche nel nome – spero di riuscirci ancora di più.
Se vi è piaciuto e/o vi ha interessato ciò che ho
scritto, fatemelo sapere, per favore 😊 Nel frattempo ringrazio sinceramente tutti quelle che
leggeranno.