Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Felpie    23/07/2020    3 recensioni
In un tempo di università, amicizie, amori ed esperienze nessun giovane può conoscere il proprio destino. E Merlino non sa proprio cosa lo aspetta, quando sceglie di prendersi in casa un viziato figlio di papà - che poi così tanto viziato e tanto figlio di papà non è - che diventerà ben presto molto di più di un semplice conquilino.
Tra litigi, lotte per la supremazia, risate e malintesi la vita in quel semplice, piccolo appartamento turberà la quiete che Merlino ha costruito intorno a sé e lo porterà nella più magica avventura della sua vita.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A parte che i sogni passano se uno li fa passare
Alcuni li hai sempre difesi, altri hai dovuto vederli finire
Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita, mi han detto così
Niente paura, niente paura
Niente paura, si vede la luna perfino da qui
Tira sempre un vento che non cambia niente
Mentre cambia tutto sembra aria di tempesta
Senti un po' che vento, forse cambia niente
Certo cambia tutto sembra aria bella fresca
(Luciano Ligabue - Niente Paura)


Stupido, dannato lucchetto.

A Merlino tremano le mani, mentre cerca di infilare la chiave nel verso giusto: maledetta vecchia catena che lega quella maledetta bicicletta scassata.

“Merlino! Aspetta…” il ragazzo è in un attimo affianco a lui, che ancora è impegnato a trafficare con il pezzo di metallo, ma non ha intenzione di alzare lo sguardo.

“Lasciami spiegare, almeno”

Il click del lucchetto che finalmente si apre è il suono che risveglia Merlino dai suoi pensieri e gli fa alzare la testa “Che cosa vuoi?”

“Avrò il diritto di spiegarmi, no?”

“No, non ce l’hai, Will” risponde bruscamente Merlino, più di quanto abbia mai fatto con chiunque probabilmente “Lasciami andare a casa, per favore”

“Ti aspetta Artù?”

L’occhiata che il moro gli lancia gli fa cambiare tono rapidamente “Senti, avrei dovuto dirtelo, okay? Lo so, ho fatto una cazzata…”

“Tu dici?”

“Sì, io dico. È vero, lo so, ma quando sono andato via dalla festa di Lancillotto ero così… arrabbiato. Con te, con Lancillotto, con il tuo stupido coinquilino… Sono venuto qui, era il primo posto che mi è venuto in mente… E l’ho incontrato, il locale stava per chiudere e…”

“Aspetta, aspetta, aspetta: dalla festa?” lo interrompe Merlino, con un gesto della mano, e il ragazzo abbassa lo sguardo; il moro fa per spostare la bici, ma Will gli ferma il manubrio.

“Lasciami andare, per favore”

“Merlino, ti prego, urlami contro, dimmi qualsiasi cosa, insultami o quello che ti pare. Ma ti prego, parlami” lo implora Will “Mi sento uno schifo e davvero, davvero in colpa”

Il ragazzo stringe più forte il manubrio tra le mani, prima di salire sulla bicicletta, un piede ancora a terra per tenersi in equilibrio “Will… voglio andare a casa. Voglio solo andare a casa”

Il cameriere fa per aggiungere qualcos’altro, ma poi ci ripensa, richiude la bocca, lascia andare il manubrio e si fa da parte; non appena ha campo libero, Merlino parte e sfreccia più veloce che riesce giù per la strada, con l’unico desiderio di tornare a casa e rinchiudersi in camera per sempre.

Non ricorda né il viaggio in bicicletta, né di aver lanciato la giacca sul divano, le scarpe qua e là e di essersi barricato nella sua stanza. In realtà non si è proprio barricato, ha semplicemente sbattuto la porta dietro di sé, non l’ha nemmeno chiusa a chiave, ma nel buio della stanza, con le serrande tirate giù e la porta chiusa, si sente meglio. Non tanto, ma si sente un po' meglio.

Si lancia sul letto e a niente servono le urla di Artù dall’altra parte della porta che gli chiedono se va tutto bene e che è successo; in quel momento Merlino vorrebbe semplicemente sparire e far finta di non esistere, anche se ha freddo, tutto solo nel letto, e vorrebbe anche disperatamente un abbraccio. Ma non vuole aprire la porta o sarebbe come spalancare i cancelli di tutto ciò che è appena successo e il moro invece vuole far finta che lì, nella sua stanza, sia tutto come deve essere.

Non sa se si addormenta o se cade in una specie di dormiveglia, ma qualcosa lo desta dai suoi pensieri, un campanello che suona: è tardi, chi può essere? Ma non si prende la briga di alzarsi per andare a controllare e fortunatamente ci pensa il suo coinquilino. Non gli ci vuole molto però per riconoscere la voce di Gwen.

“Che succede? Merlino ci ha mandato un SOS con il telefono, roba che ci prende un accidente!”

“In realtà ve l’ho mandato io, non so bene come funzionino queste cose, ma Merlino è di là che piange e non… maledizione, non ho davvero idea di che cosa dirgli. Ci ho provato, davvero, ma… non… avevo paura di far peggio, qualsiasi cosa dicessi o gli chiedessi”

Sta piangendo? Il ragazzo si tocca gli occhi e li sente umidi di lacrime: non se ne era nemmeno accorto. Come non si è accorto che Artù gli abbia parlato. Non sarebbe cambiato molto, in realtà, ma la sua vicinanza gli fa… piacere. Sì, piacere, non c’è niente di male a dirlo. È contento che Artù si sia preoccupato per lui, che abbia addirittura chiamato i suoi amici perché non sapeva cosa fare.

“Ma che è successo?” questa è invece la voce di Lancillotto, Merlino la riconosce subito.

“Non lo so, è questo il problema. Non parla, si è messo a letto con le coperte fin sopra le orecchie e non sembra aver intenzione di muoversi per il resto della sua vita”

“Così dal nulla?” si informa Gwen.

“No, cioè è uscito ed è tornato come una furia. Non so nemmeno se mi abbia sentito mentre lo chiamavo”

“E dov’è andato?”

“Gwen, è ovvio dov’è andato!” la voce di Gwaine è, come sempre, più alta del normale e anche se non avessero muri così sottili Merlino la sentirebbe senza problemi “È andato da Will e avranno litigato perché lui è un deficiente e Merlino è troppo buono”

A quelle parole, il moro si stringe ancora di più sotto le coperte, mentre sente gli occhi che pizzicano (di nuovo).

“Gwaine…” prova a riprenderlo la ragazza, ma lui la interrompe.

“Niente Gwaine. Vogliamo sul serio rimanere qui a speculare o possiamo andare a chiederlo al diretto interessato? Anche perché, se ricordo bene, queste pareti sono sottili come la carta e sono sicuro che Merlino sa benissimo che siamo arrivati” c’è un momento di silenzio in cui nessuno aggiunge nulla “Va bene, allora vado io”

“Gwaine…” ma Gwen non riesce a fermalo e dopo pochi istanti il ragazzo apre la porta della stanza, dove il fagotto – Merlino è sdraiato malamente sul letto.

Però il moro è quasi più contento che sia entrato Gwaine, in quel momento la psicanalisi di una persona calma e pacata come Gwen è l’ultima cosa di cui ha bisogno. Ma fa comunque finta di dormire – ignorando perfino il ragazzo che va a sbattere contro il suo letto ed impreca malamente, almeno finché l’amico non apre le persiane di scatto facendo entrare un freddo polare e zero luce, visto l’ora tarda.

“Ma che cazz… Gwaine!” si lamenta infatti subito.

“Allora sei vivo, già è un ottimo punto di partenza” Gwaine accende la luce “Per poco non mi uccidevo per venirlo a constatare”

Il ragazzo lo squadra – o meglio, squadra quella parte di lui che è fuori dal letto, ergo i suoi capelli e mezza faccia – prima di dichiarare “Hai un aspetto orribile”

“E tu il tatto di un tricheco!” lo riprende Lancillotto, entrato in quel momento nella stanza insieme a Gwen.

“Merlino non le capisce le cose se non gli vengono dette con una certa grinta” ribatte l’altro, prima di togliere via bruscamente le coperte.

“Gwaine… chiudi quelle dannate finestre o ridammi immediatamente la coperta” sbuffa, alzandosi di scatto, Merlino, che in quel momento si sente davvero troppo esposto e vorrebbe solo nascondersi di nuovo nell’oscurità e nel suo letto.

Gwen si siede accanto ai piedi di Merlino “Ci vuoi dire cos’è successo?”

“No” risponde, gettandosi sul letto, con una mano sugli occhi.

“Dobbiamo chiedere a Will?” prova a rallegrare l’atmosfera Lancillotto.

“No”

“Possiamo tirare ad indovinare allora?” ci riprova.

“Potete lasciarmi in pace, se volete”

“Merlino, ti prego, dì qualsiasi cosa!” sbuffa Gwaine, dopo aver chiuso le finestre “Qualsiasi cosa, questa situazione mi sta facendo saltare i nervi e ho davvero voglia di prendere a pugni il tuo fidanzato”

“Sarete tutti contenti di sapere che non è più il mio fidanzato” alle gelide parole di Merlino, tutta la stanza piomba nel silenzio.

È Gwaine a rompere il silenzio “Posso dire che ne sono contento o passerei per maleducato?”

“Mi accodo” interviene Lancillotto “Cioè, Will è un mio amico e tutto, ma era davvero ora”

“Ragazzi, smettetela di fare gli insensibili” li rimprovera la ragazza.

“Oh no, hanno ragione” ribatte Merlino, appoggiando le mani dietro la testa “Solo che non me ne ero accorto, ecco. Will era… una certezza. Will era lì e c’è sempre stato”

“Anche noi ci siamo sempre, non dimenticartelo” gli fa notare Lancillotto, avvicinandosi “Per che cosa avete litigato questa volta?”

“Non penso si possa definire proprio litigare…” mormora il moro, prima di tirarsi leggermente su e guardarsi intorno “Dov’è Artù?”

I tre amici si guardano intorno, ma è Gwen a rispondere “Credo sia rimasto di là, per lasciarci parlare con te”

“Non… avrebbe dovuto. Anche lui è un mio amico. Lo potete chiamare, per favore?”

Dopo poco, il ragazzo appare sulla soglia, ma rimane comunque appoggiato alla porta, come se avesse paura di disturbare, avvicinandosi troppo.

“Ehi… come va?” chiede piano e Merlino scrolla le spalle.

“Will mi ha tradito. Non so sinceramente come mi dovrei sentire”

Il silenzio scende di nuovo nella stanza e, questa volta, non è Gwaine a romperlo con una delle sue solito battute, ma Gwen, che si avvicina ancora un po' a Merlino e gli appoggia una mano sulla sua.

“Ma ne sei proprio sicuro o è più un sospetto?” chiede Gwen “No perché magari hai capito male o…”

“L’ho visto” sospira Merlino “Vi prego, non concentriamoci sui se e sui ma. È successo davvero, sì, e so che vorreste insultarlo, ma… no. Per favore”

“Sai che non è colpa tua, vero?”

“Questa sembra proprio la classica frase cliché che si dice quando uno viene mollato” sbuffa Merlino “È ovvio che deve essere colpa mia. Cioè, insomma tu tradiresti Lancillotto se ci stessi bene?”

“Diciamo che io parlerei con Lancillotto se non ci stessi bene, non farei la vigliacca, nascondendo i problemi” risponde Gwen all’istante e il moro non può fare a meno di notare che è probabilmente la prima volta che l’amica parla male di Will “E non guardarmi così, si è comportato da codardo, non è che ci si può girare troppo intorno”

“Quindi, in sostanza, non è colpa tua, ma sua che non ha un briciolo di coraggio. Tu hai fatto del tuo meglio per sistemare le cose, ma è evidente che non potessero essere sistemate e che serviva ad entrambi un modo per staccarvi l’uno dall’altro”

E Merlino sa che quel “modo” di cui parla Lancillotto si chiama Artù e si trova a pochi passi da lui. Perché lui in primis ha iniziato a pensare a come sarebbe stato stare con qualcun altro – come sarebbe stato stare con lui – e a divertirsi di più con il coinquilino che con il fidanzato. E perché Will si è innervosito ed è arrivato al punto di rottura dopo averlo conosciuto alla festa di Lancillotto, dopo essersi accorto che un’altra persona era entrata nella sua vita.
Lo stesso Artù che è rimasto in silenzio, senza dire nemmeno una parola, ma senza nemmeno staccare gli occhi di dosso a Merlino.

“Avrei davvero evitato che il modo fosse questo, sinceramente” commenta Merlino, prima che il suo coinquilino prenda la parola.

“Ma forse è meglio così, no?” tutti gli sguardi si girano verso di lui, così aggiunge “So che è orribile detto in questa maniera, ma ti è servito, vero? Ti ha fatto aprire gli occhi”

E il moro fa per ribattere qualcosa, per dirgli che è totalmente fuori di testa, ma poi, per qualche strano motivo richiude la bocca. Dopotutto Artù ha ragione e lui sarebbe probabilmente rimasto con Will finché lui non lo avesse lasciato o fino ad una situazione del genere.

“Non voglio essere cattivo…”

“No, lo so” lo interrompe Merlino e dopo poco scende il silenzio nuovamente.

“Okay, Will non è più il tuo fidanzato, ma io posso comunque andarlo a picchiare? Qualunque etichetta gli vogliamo dare?” esclama Gwaine a sorpresa; Gwen lo fulmina con lo sguardo, ma cambia subito espressione quando vede un piccolo sorriso spuntare inatteso sul viso del moro. Il giovane medico infatti sta pensando a quanto si senta al sicuro ora, con l’affetto delle persone a lui care intorno.

Lancillotto deve trattenere una risata, mascherandola con uno sbuffo e anche Artù si ritrova a sorridere; il suo coinquilino vorrebbe tanto sapere i suoi pensieri in quel momento. Gli fa davvero piacere che lui sia lì e che gli voglia stare accanto.

“Io… ragazzi, per cena non ho assolutamente nulla, ma non è che vi andrebbe di fermarvi qui?” mormora Merlino, guardando gli amici “Sempre che a te vada bene, Artù”

“Ovviamente” risponde subito lui “Siete i benvenuti e potete fermarvi quando vi pare”

“Non servono gli onori di casa, probabilmente conosciamo i segreti di questo appartamento meglio di te!” esclama Gwaine “Forza, andiamo a vedere cosa possiamo imbastire per cena. Lancillotto, fai strada!”

Gwen prende dolcemente la mano del moro e tutti si spostano di là, ad esplorare la dispensa; Merlino in realtà viene fatto sedere al tavolino e bloccato dal fare qualsiasi cosa, mentre Lancillotto, Gwaine e Artù si mettono a discutere sul miglior modo di cucinare un piatto di pasta.

Lo sente ancora, Merlino, il peso sul petto, ma per qualche strano motivo, mentre vede i suoi amici insultarsi per un semplice sugo si sente meglio. Si sente a casa. E in quel momento non potrebbe volere nient’altro.

“Ma che state combinando?” interviene Gwen, bloccando la discussione “Ordiniamo qualcosa e basta, che se ci mettiamo a cucinare facciamo notte”

“Sushi”

“Messicano”

“Pizza”

Ovviamente Artù, Gwaine e Lancillotto dichiarano contemporaneamente tre cucine completamente diverse e Gwen si ritrova a sospirare, prima di domandare a Merlino se abbia qualche preferenza.

Il ragazzo scrolla le spalle, ancora scosso e travolto da una valanga di emozioni contrastanti: rabbia, delusione, tristezza, un po' di paura per qualcosa che non sa nemmeno spiegare, felicità e sensazione di sicurezza con gli amici vicino.

“Prima mi ha chiamato Freya, Merlino” gli racconta Gwen e il ragazzo la guarda stupito: e quando? Non se ne era minimamente accorto “Ha detto che le dispiace molto di non essere qui, ma da quando è tornata a casa la nonna la sta tenendo in ostaggio, in pratica, quindi non è riuscita a venire. Ma appena tornerà a dormire al campus si precipiterà qui. Si è raccomandata di dirti che ti saluta tanto e che ti dà uno dei suoi abbracci speciali”

Il ragazzo annuisce, totalmente riportato alla realtà, e si accorge solo in quel momento che sono tutti seduti al tavolino; non ha idea di come la discussione sia finita e cosa abbiano deciso di ordinare, né perché lo stiano tutti fissando come in attesa di qualcosa. Come se si aspettassero che possa scoppiare a piangere da un momento all’altro, che possa esplodere o cose del genere.

Fortunatamente poco dopo suona la porta e il corriere porta un ottimo profumo; si siedono tutti a tavola e del cibo greco viene servito. Merlino non si spiega come da sushi, messicano o italiano siano arrivati a questo, ma osserva il suo spiedino con aria non troppo convinta, giocandoci un attimo prima di lasciarlo lì.

“Possiamo guardare il lato positivo!” esclama Gwaine, mentre Merlino lo fissa come se fosse fuori di testa – ma forse dovrebbe aspettarselo, dopotutto è Gwaine.

“Perché, ce n’è uno?”

“Siamo finalmente riusciti a tornare in questa casa”

E anche Merlino non può trattenersi dal sorridere, almeno un po'.

In quella strana e un po' surreale serata, ognuno dei quattro si ritaglia un pezzetto di tempo da solo con il moro; se sia stata una casualità o ci abbiano fatto apposta lui non sa davvero dirlo, anche perché gran parte del tempo è trascorsa davanti ai suoi occhi senza che lui ci facesse realmente caso.

La prima è stata Gwen, ovviamente, forse quella meno a disagio in un certo senso; gli si è avvicinata dopo cena – che poi cena quella di Merlino in realtà non era proprio, visto che ha lasciato tutto sul piatto – e si sono seduti sul divano insieme. La ragazza gli appoggia la testa sulla spalla e lui le circonda con un braccio le spalle.

Rimangono così, Merlino in silenzio e Gwen che parla di cose di tutti i giorni, del Natale con la neve, del Capodanno, di un regalo stupido da fare a Gwaine e di come potersi vedere quei giorni e di cosa poter fare. Ha davvero tante proposte, ma in quel momento al ragazzo niente lo convince più di tanto; però è contento che la sua migliore amica sia lì accanto a lui, a parlare di cose così normali. Si fanno perfino una foto con il cellulare e la mandano a Freya, che si fa promettere che durante quelle vacanze organizzeranno qualcosa di tranquillo per stare un po' tutti insieme decentemente.

Il secondo che si avvicina a Merlino è Lancillotto, che lo affianca mentre il ragazzo sta andando in camera a prendere una coperta in cui avvolgersi perché sta iniziando ad avere freddo.

“Sai, non lo ammetterò mai, nemmeno sotto tortura, ma Gwaine ha ragione: è bello essere tornati in questa casa” esclama, appoggiato alla porta “Anche se speravo in circostanze più piacevoli… mi ero dimenticato di quanto piccolo, ma accogliente fosse questo appartamento. E perennemente senza cibo, aggiungerei”

Non è una risata quella che Lancillotto strappa all’amico, più una specie di sbuffo divertito, ma per lui è già una grande vittoria e se ne accontenta.

Il terzo è Gwaine, quando Merlino gli apre la porta del bagno mentre si sta lavando le mani.

“Hai ancora il vizio di non bussare, eh?” ridacchia l’amico, asciugandosi.

“Mi dispiace…” si scusa subito Merlino, ma Gwaine gli si avvicina e gli mette una mano sulla spalla, con un sorriso.

“Merlino… non ti accorgi che ti prendo in giro? Cioè pensi che io possa sul serio vergognarmi se per caso ti capitasse di vedere il mio fisico da urlo, così, casualmente? Certo che mi conosci male”

“Te l’ha mai detto nessuno che sei una primadonna, Gwaine?” assomiglia quasi ad una battuta, quella che Merlino rifila all’amico.

Gwaine, dal canto suo, ghigna e gli batte la mano sulla spalla “Sono la prima delle primedonne, amico mio. Non mi sminuire”

E, come se fosse un’uscita di gran classe, fa un sorrisone enorme e si chiude alle spalle la porta del bagno, lasciandoci Merlino dentro.

L’ultimo con cui il ragazzo parla è Artù e lo fa solo alla fine della serata, quando entrambi, da bravi ospiti, accompagnano i tre amici alla porta di casa, augurandogli la buonanotte.

“Tornerò a dormire su quel divano, ne sono sicuro!” esclama Gwaine, mentre la porta si chiude alle sue spalle “Ormai ha la forma del mio fantastico corpo!”

“Certo che Gwaine è proprio un idiota” ridacchia Artù, girandosi verso il coinquilino, una volta rimasti soli.

“Sarà per questo che siete così amici?” domanda Merlino, mentre inizia a sistemare le ultime cose lasciate sul tavolo della cucina.

“Merlino!” esclama allibito il biondo, prima di fare un sorriso e lanciare all’amico un bicchiere di carta caduto a terra.

“Ehi!” si lamenta subito l’altro.

“È solo un bicchiere, non farla tanto lunga” lo prende in giro Artù, prima di iniziare ad aiutarlo a buttare via le cose.

Sparecchiano senza parlare, finché Artù non rompe il silenzio una volta chiuso il sacco della spazzatura “Come ti senti?”

Merlino scrolla le spalle “Non so rispondere a questa domanda, sinceramente”

“Non ho… non mi è mai successo, ecco, quindi non… so cosa dire e cosa no” gli confessa il biondo “Non voglio essere indelicato, comunque. Sappilo”

“Lo so” annuisce il ragazzo “Ti ringrazio, davvero. È stato… hai fatto una bella cosa. Non eri obbligato a preoccuparti per me, chiamare gli altri ed invitarli a rimanere…”

“L’ho fatto volentieri” taglia corto Artù “E tu avresti fatto lo stesso per me”

“Perché tu hai mai questi problemi?” chiede un po' sarcastico il moro, ma si pente subito del tono usato; fortunatamente il coinquilino non sembra farci caso.

“No, hai ragione. Ma non ho mai avuto nemmeno una vera relazione, quindi non penso possa valere” ammette il biondo “Non ho mai… tenuto a qualcuno in quel senso”

“Davvero?”

Nel loro parlare si sono spostati sul divano, senza nemmeno accorgersene.

Artù scuote la testa “No… sai penso che ci voglia comunque coraggio per legarsi così ad una persona e soprattutto molto, molto impegno”

“Sì, ecco, anche questa deve essere una cosa per cui vale la pena lottare” commenta Merlino, un po' imbarazzato probabilmente. Il suo coinquilino pensa che sia coraggioso? Era un complimento quello? “Come la storia di quello che vuoi fare da grande”

Il biondo ci pensa un attimo “Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista. Sei proprio un tipo strano, Merlino”

“Perché?”

“Perché un attimo prima sembri un idiota e poi dici frasi che ti fanno sembrare… saggio”

Il moro abbassa lo sguardo ed è Artù a parlare di nuovo “Comunque, non so… se ti va… stavo pensando una cosa. Se ti fa piacere ovviamente… quell’idea di invitare tutti qui e passare la serata tra noi… potremmo farlo, sai? Tipo l’ultimo dell’anno. Così facciamo una cosa intima e rimaniamo tra noi, insomma”

E finalmente Merlino fa il primo vero sorriso della serata, mentre risponde “Mi piacerebbe molto”






Spazio autrice fuori di testa ops
Ehm... uh, ehi? Fan di Will siete ancora qui? Vi prego, datemi un cenno. Non volevo dipingerlo in maniera così orribile, ma in compenso gli amici di Merlino sono dei veri amici e al richiamo corrono subito in soccorso del ragazzo. E anche Artù è dolce, a modo suo, nel consolare Merlino - il suo amico Merlino - specie perché non lo ha mai fatto per nessuno (e si sa, la prima volta è speciale).
Sono molto di fretta ma ci tenevo ad aggiornare la storia oggi: volevo aggiornarla ieri perché è stata una giornata importante per me ma non ci sono riuscita e volevo aggiungere il prima possibile questo capitolo che secondo me è bello nella sua semplicità (ma io sono l'autrice, quindi sono un po' di parte, probabilmente). Quindi in sostanza perdonate errori che potrebbero essere sfuggiti ad una rilettura molto veloce.
Spero che la storia vi stia piacendo: vedo che il numero di persone che la seguono/ la ricordano/ la preferiscono ogni tanto aumenta, quindi vuol dire che i venticinque lettori stanno ancora qui con me. Grazie ad ognuno di voi. E grazie a royal_donkey che la recensisce costantemente con dei commenti divertentissimi (vi prego, leggeteli, fanno davvero ridere). 
Inoltre spero che il "momento di consolazione" tra amici sia quanto più vero e simile ad una possibile realtà. E se volete dare anche voi il vostro consiglio personale a Merlino scrivetemelo in una recensione, lui ne sarà contento :)
A presto, Felpie

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Felpie