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Autore: Meramadia94    23/07/2020    2 recensioni
Versione degli episodi 681-683, in cui non è il detective Takagi a rischiare la vita, ma Sakura.
Sakura viene rapita durante una gita scolastica, ed il rapitore si mette subito in contatto con il fratello maggiore della ragazza e la polizia di Tokyo. Takagi ha solo tre giorni per salvare la sorella da un terribile destino, e nel frattempo dovrà fare i conti con una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Takagi e Sato perquisirono con cura la stanza di Sakura allo studentato ed interrogarono tutti coloro con lui la ragazza era solita interagire durante la sua giornata, ma non ne ricavarono un ragno dal buco.
Nessuno di loro era stato in grado di dir loro qualcosa che non sapessero già: Sakura era una brava ragazza con la passione per i fenomeni naturali, come i temporali, gli arcobaleni, le eclissi di luna, adorava l'alba con la luce che cresceva sempre di più, che stava scaricando dei test di preparazione all'università, che preferiva il mare alla montagna... e che adorava quello che considerava parte della sua famiglia.
Non risultava nemmeno qualche amicizia o conoscenza nuova nelle sue pagine social e negli appunti del suo diario personale.
- Sai a quanti genitori ho detto di stare tranquilli, che il panico non faceva bene ne a loro ne al loro figlio scomparso e a quanti parenti ho detto di non prendere decisioni affrettate?- fece Takagi - solo quando capita a te capisci quanto sia stupido...- 
- Cosa posso fare per farti star meglio....?- fece Sato - vuoi... vuoi un caffè, un bicchiere d'acqua, un succo di frutta...- 
- Mia sorella.- fece Takagi sedendosi sul letto prendendo il cuscino a forma di cane - Rivoglio solo mia sorella. Tutto quello che riesco a pensare... è che l'ho consegnata al suo carnefice.- 
- Ma che sta dicendo?- fece Sato - Tu non c'entri niente.- 
- Sì invece.- fece Takagi - Sakura è sotto la mia responsabilità. Se solo non le avessi firmato il permesso, se le avessi detto di no...- 
- E a che scopo?- fece Sato. Il rapitore aveva pensato a tutto nei minimi particolari, aveva addirittura spedito a  Takagi un dispositivo elettronico sul quale poteva assistere impotente al calvario di sua sorella, si era appoggiato ad un server estero per non essere rintracciato, l'aveva seguita fino ad Hokkaido... aveva curato molto i particolari. Probabilmente l'aveva tenuta d'occhio per settimane, forse mesi, in attesa che capitasse l'occasione adatta per rapirla. Prima o poi avrebbe messo in atto il suo piano. Era solo questione di tempo - Taru... era premeditato. Poteva succedere in qualunque momento.- 
- Potevo impedirlo. Dovevo dirle di no, accettare di litigare con lei, che mi mandasse al diavolo... ma ora sarebbe al sicuro.- 
- Per ora. Forse.- fece Sato - ma avresti solo rimandato l'inevitabile. Non angustiarti. Non è colpa tua.-
Takagi fece per ribattere quando suonò il suo cellulare. 
- Takagi.- fece il poliziotto.
'' Allora, ti stai divertendo?''
Gli occhi del poliziotto divennero vitrei quando capì che dall'altro capo c'era il rapitore di sua sorella. 
- Chi sei? Perchè lo stai facendo?- 
'' E te lo domandi anche?''- fece la voce al telefono facendosi più aggressiva -'' Mi dispiace aver dovuto fare del male proprio a lei, così dolce, così carina... ma tu non mi hai lasciato altra scelta quando hai distrutto la mia famiglia.'' 
- Ma si può sapere di che parli?- fece Takagi alterandosi, mentre Sato gli faceva cenno di farlo parlare, di tenerlo al telefono il più possibile, il tempo necessario di chiamare Shiratori per allerlarlo sul tenere d'occhio il cellulare di Sakura. Se tanto le dava tanto, il rapitore stava usando proprio quel telefono per parlare con Takagi. 
- Non capisco... se ce l'hai con me, ti prego, dammi un appuntamento e parliamone.- fece Takagi - ma lascia andare Sakura. Lei non ha nulla a che fare con questo.- 
'' E dovrei perdermi lo spettacolo di vederti mentre ti logori l'anima mentre cerchi di salvare la tua sorellina senza riuscirci? Tu sei pazzo.''
- No tu sei il pazzo tra noi due! Pazzo e pericoloso.- fece Takagi furioso - Non so chi tu sia, ne cosa tu ritenga che io ti abbia fatto, ma te la sei presa con una bimba innocente!- 
'' Come lo era la persona che hai ucciso... dolce ed innocente. Ora sai anche tu cosa significa perdere una persona amata e non essere in grado di salvarla.- e nel dir così attaccò il telefono. 
- No aspetta.... maledizione!- 
...
...
...
- La telefonata proveniva dal cellulare di Sakura.- fece Shiratori - E pare che il telefono si trovasse all'aereoporto.-
- Testimoni, nastri di video-sorveglianza?- fece Megure.
- Dubito che ci sarebbero utili.- fece Goro - Un uomo che parla al telefono in un aereoporto non è qualcosa che salta all'occhio. Pure se fosse stato immortalato in qualche video, identificarlo sarebbe impossibile.- 
'' Ha ragione.''- pensò Conan. 
- E che mi dite del pacco che è stato spedito all'agente Takagi?- chiese il questore Matsumoto. 
Fu Megure a rispondere - In effetti risulta che due ore prima della consegna del tablet qualcuno abbia spedito un pacco per posta prioritaria... ma tutto quello che sappiamo dall'impiegato è che era un uomo, sul metro e ottanta circa, ed aveva una sciarpa, un berretto e gli occhiali.... ma non ci ha fatto molto caso, visto che ad Hokkaido fa sempre molto freddo.- 
- Quindi non abbiamo niente.- fece Matsumoto sospirando. Non voleva nemmeno immaginare come si sentisse l'agente Takagi. Non avevano idea di chi avesse spedito il pacco, ne modo di identificarlo dai video dell'aereoporto, e non era saltato fuori niente di rilevante dai casi a cui il poliziotto aveva dato un grande contributo. 
Insomma, le indagini erano ferme. 
- Anche dalla perquisizione della sua camera allo studentato non è saltato fuori nulla...- fece Sato - solo che le piacciono i fenomeni naturali, i libri e che non le piace molto uscire... ma questo lo sapevamo già.- 
- Ecco perchè ha aspettato una gita scolastica.- fece Goro - era l'unica occasione per prenderla.- 
Takagi sospirò - Quindi... è colpa mia. Se non le avessi firmato il permesso...- 
Shiratori intervenne - Tua sorella ha diciotto anni. Non poteva stare chiusa in casa tutto il giorno per il resto della sua vita e tu non potevi prevedere una cosa del genere. Pensiamo piuttosto a come tirarla fuori da questo pasticcio.-
- Giusto.- fece Matsumoto - Cosa le ha detto di preciso il rapitore?- 
- Ha detto che voleva che anch'io sperimentassi sulla mia pelle cosa vuol dire perdere una persona amata senza essere in grado di salvarla... e che era quello per meritavo per aver ucciso una persona a lui cara... solo che non capisco cosa voglia dire.- fece Takagi - lo giuro sulla mia vita, non ho idea di chi stia parlando.-
Megure cercò di calmarlo - Ehy. Qui nessuno pensa che sia colpa tua. E figuriamoci se sei responsabile della morte di qualcuno....-
- Io so solo che in questo periodo, puntuale come la bolletta dell'acqua, pare che io debba perdere una persona cara... scusatemi.- fece Takagi allontanandosi per andare sul tetto a prendere una boccata d'aria. Gli pareva di impazzire lì dentro.-
...
...
...
Megure sospirò.
- Povero ragazzo.- fece l'ispettore - non bastava la ricorrenza della morte di Date.... quell'uomo ha scelto proprio il momento peggiore per colpirlo attraverso Sakura.- 
Conan chiese - Chi è Date?-
Megure non si fece pregare - Era il mentore di Takagi quando uscì dall'accademia.  Le reclute appena uscite dall'accademia, devono essere affiancate da un agente più esperto, per insegnargli al meglio il mestiere. Incaricai il detective Date di occuparsi del suo tirocinio dopo l'accademia.
All'inizio Date non era troppo entusiasta di doversi portare appresso un pivello, anzi... - ricordava ancora quando gli aveva presentato Takagi, chiedendogli di fargli da guida, almeno nei primi tempi.
Date era rimasto seduto, con le braccia incrociante, il perenne stuzzicadenti in bocca a squadrare il '' nuovo arrivato'' da capo a piedi, con sguardo duro come per dire '' Sono troppo vecchio per fare il baby-sitter ad un giovinastro che ha appena smesso di andare a scuola''.
- Ah si... credo di averlo conosciuto una volta...- fece Goro - era un tipo rude, con lo sguardo sempre acido e se per caso qualcuno provava a farselo amico... lanciava certe occhiate capaci di ucciderti sul posto.-
- Sì. In effetti era fatto così... ma con le persone a cui era legato e alle quali voleva bene, era molto diverso.- spiegò Shiratori - Dopo qualche mese assieme, erano diventati inseparabili. In giro li chiamavamo '' I fratelli Wataru''.-
- I fratelli Wataru?- fece Conan.
- Si. Il nome di battesimo di Date era Wataru, come Takagi.- rispose Shiratori - Erano molto legati, quasi come se fossero fratelli, anche se avevano due caratteri praticamente opposti... Date non ci pensava due volte a buttarsi nella mischia e a ricorrere ai pugn per sedare una rissa, mentre Takagi preferisce usare le parole per calmare le acque.-
Megure sospirò - E conoscendolo , non mi meraviglio affatto che Takagi si sia sentito perduto quando Date se n'è andato.-
- Ha lasciato la polizia?- chiese Goro.
- No. Ha lasciato questo mondo, purtroppo.- rispose Megure - Peccato, era uno dei migliori della squadra.-
- Accidenti...- fece Goro sbiancando - ma come è successo, è stato ucciso in servizio?!?-
Shiratori fece cenno di no con il capo - Questa è la parte davvero assurda... tutti gli altri agenti ogni volta che Date riusciva a spuntarla contro un delinquente andavano a dirgli '' Al tuo posto, io sarei rimasto morto'', anche i più anziani... sembrava che nulla potesse scalfirlo, certe volte pensavamo che avesse fatto una specie di patto con il diavolo... e poi è arrivata la botta.-
- Lui e Takagi avevano passato la notte a fare un appostamento.- spiegò Megure - alle prime luci dell'alba ordinammo loro di rientrare e che avremmo provveduto a dar loro il cambio. Poco meno di un'ora dopo...- le urla di Takagi che con la voce spezzata dalle lacrime comunicavano che Date era morto non le avrebbe mai dimenticate. Non era certo la prima volta che perdeva un collega e che soprattutto per il compagno di pattuglia era un dolore terribile, ma Takagi era disperato.
Per tutto il giorno ed anche per il funerale del suo amico non aveva fatto altro che piangere in preda alla disperazione più nera.
All'inizio aveva pensato che forse quella reazione era dovuta alla sua sensibilità... poi aveva incontrato Sakura, e da lei aveva scoperto che avevano perso i genitori in maniera improvvisa e tragica, gli anni in istituto, e poi i sacrifici che il più giovane dei suoi sottoposti aveva dovuto affrontare per provvedere sia a lui che a sua sorella... senza nessun punto di riferimento a cui rivolgersi.
Date per lui rappresentava questo. Una sorta di fratello maggiore sui poter fare riferimento e al quale rivolgersi... e quando morì, fu un colpo terribile.
- Takagi aveva proposto di andare a prendere un paio di caffè, e di andare lui stesso al chioschetto a comprarli... ma fatti pochi passi ha sentito una brusca frenata, un tonfo ed un corpo che cadeva a terra.- fece Megure - Pare che Date si fosse chinato per recuperare qualcosa che gli era caduto, ed un automobilista assonnato lo colpì in pieno. Morì durante il trasporto in ospedale. Questo è successo un anno fa.- 
- E dopo un anno da quella disgrazia, è il turno di Sakura...- fece Sato - pare impossibile.- 
- E come se non bastasse, il giorno dopo la scomparsa di Date, fummo chiamati ad indagare sulla morte di tre giovani donne.- fece Megure.
Conan iniziò a pensare. Il rapitore aveva detto, nella sua telefonata, che voleva far capire a Takagi come ci si sentiva nel perdere una persona amata senza avere la possibilità di salvarla... all'inizio aveva pensato che il poliziotto, come spesso poteva succedere in polizia,  non era stato in grado di garantire l'incolumità di un testimone o di una persona che era stata minacciata di morte e poi uccisa, ma se così fosse stato lo avrebbero saputo da molto più tempo...
Il rapitore aveva inoltre spiegato di aver scelto Sakura perchè era dolce ed innocente come la donna che a quanto pare era morta a causa di Takagi. Cominciava a chiedersi se per caso non vi fosse un collegamento tra quello che stava succedendo alla povera Sakura e quei tre casi di suicidio appena menzionati.
- Un assassino seriale?- chiese Goro. 
Fu la voce del sovrintendente Matsumoto a rispondere - Figuriamoci... tutte e tre si erano suicidate. Indagammo anche nella direzione dell'omicidio, ma non trovammo nulla che facesse pensare che una di loro fosse in compagnia di qualcuno quando ha deciso di uccidersi, con qualunque metodologia investigativa.-
Conan rimase in silenzio, ricordando. Prima che la sua vita cambiasse totalmente, ricordava di aver collaborato anche lui a quelle indagini che riguardavano il suicidio di quelle donne che se non ricordava male, erano rispettivamente: una studentessa di medicina, una docente e una ballerina. Tutte e tre avevano spiegato in una lettera le motivazioni dei loro gesti, riguardanti senso di colpa mai guarito e ferite causate dall'essersi innamorate della persona sbagliata... ed anche lui non aveva trovato altre spiegazioni se non che tutte e tre si erano chiuse in casa, scritto il loro ultimo messaggio e si erano uccise.
Per la prima volta aveva ammesso che forse forse, le coincidenze esistevano... e adesso si chiedeva se non avesse preso un granchio madornale e se Sakura non ne stesse pagando le conseguenze.
- Scusi, non è che per caso Takagi ha creduto che uno di quei  tre suicidi fosse davvero un suicidio quando invece era un omicidio a porte chiuse ?
Spiegherebbe il motivo per cui il rapitore ha preso di mira lui e sua sorella.-
- No, è impossibile.- fece Sato - I tre casi sono avvenuti il giorno dopo la morte di Date, e Takagi era completamente fuori di sè. Non ha partecipato alle indagini. E sono stata io a firmare i tre rapporti finali.-
Insomma, da qualunque parte la si guardasse, quella vicenda era sempre più intricata. Ed intanto l'orologio camminava velocemente. Troppo velocemente.
...
...
...
Sul tetto della centrale, Takagi non faceva che fissare il vuoto, con la musica a palla nelle orecchie.
Falco, di Hitomi Shimatani.
Era la  canzone preferita di Sakura. Ricordava che quando vivevano insieme, passava lunghe ore, con quella canzone nelle orecchie, saltando e ballando. Non era un granchè come ballerina. Probabilmente non sarebbe mai stata accettata in qualche scuola di danza e non avrebbe mai dominato il palcoscenico di qualche teatro importante.... ma vederla saltare e piroettare in quel modo, libera da qualcunque pensiero e felice per lui era lo spettacolo più bello del mondo.
'' Il falco vive con forza, volando...''- recitò a memoria -'' il flusso del Nilo, in questo sogno inarrestabile, sono sicura che troverete il senso della vita.''
Ascoltare quella canzone era un modo come un altro per sentirla vicino a lui... era come se potesse vederla, mentre piroettava e saltava nella sua stanza, con l'mp3 nelle orecchie.   Mentre ascoltava quella canzone non faceva altro che pensare e rimuginare per cercare di ricordare anche solo un dettaglio che potesse giustificare quella barbarie...ma non ricordava nulla. L'unica cosa che sapeva era che era condannato a perdere le persone che amava.
Prima i suoi genitori, morti in un incidente d'auto durante una vacanza.
L'anno prima aveva perso Date, che oltre ad essere il suo mentore ed amico, era anche un fratello maggiore, la prima persona che incontrava dopo anni che era il suo punto di riferimento.
E dopo un anno esatto da quella tragedia, stava per perdere anche l'ultima persona che gli rimaneva della sua famiglia... tutto per colpa sua. Se invece di andare a prendere i caffè, quella maledetta mattina, fosse rimasto al fianco di Date si sarebbe accorto per tempo della macchina che arrivava e l'avrebbe trascinato via in tempo.
Se fosse stato più presente con Sakura, forse si sarebbe accorto in tempo di quello che stava per accaderle. Ormai era calata la sera. 
Sperava solo che quel pazzo non fosse così sadico e crudele dal lasciare una ragazzina di diciotto anni tutta la notte al freddo di Hokkaido.
  
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