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Autore: MauraLCohen    23/07/2020    1 recensioni
[La scelta della lunghezza dei componimenti non è precisa, poiché la raccolta conterrà: drabble, flashfic e one shots.]
Brevi momenti rubati dalla quotidianità dei Cohen a Berkeley.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#2

La raccolta partecipa alla #FlashWeekChallenge del gruppo Facebook Better than Canon.
Il prompt scelto è la parola cannella. 
Totale parole: 1657.

––––––––––––––––––

 

Sorprese in corsia

 

Le corsie del supermercato erano gremite dai carrelli cigolanti colmi fino all’orlo di ogni tipo di cibaria e bevande. Davanti agli scaffali si erano formate file disordinate di persone che lanciavano distrattamente i contenitori nei cestini di metallo mentre borbottavano. 

Berkeley non era una cittadina agitata, di rado diventava complicato muoversi in un alimentare e per questo Sandy l’aveva sempre preferita a Newport, ma questo non valeva per i giorni di festa. Soprattutto per il ringraziamento. Nelle strade impazzava il traffico, furioso, scattante, sembrava di stare in una giungla; una distrazione di mezzo secondo poteva bastare a creare un tamponamento a catena, proprio come in quelle corsie straripanti di cibi in scatola: giravi il viso per controllare un’etichetta e urtavi qualche carrello. 

No, il caos delle feste proprio non piaceva a Sandy Cohen, che si torturava le mani mentre osservava la moglie piegarsi in avanti per prendere una scatola di cereali. 

Lucky Charms, i preferiti di Sophie Rose. 

La donna si voltò verso il carrello, in cui la bimba di tre anni stava seduta con le scarpette rivolte verso il padre. « Vuoi questi o quelli al cioccolato? » le domandò, scuotendo leggermente la scatola rossa con la gigantografia di un folletto sorridente. 

Sophie Rose aggrottò la fronte e si portò un dito sul mento, riflettendo attentamente sulla scelta da fare. « Mmh… Cioccolato » rispose dopo diversi secondi e Kirsten fece cadere la scatola marrone dentro al carrello. 

I Cohen ripresero a camminare lungo la corsia delimitata dalle due pareti di snacks colorati: Sandy teneva le mani strette al manico rosso facendo così muovere le quattro ruote della piattaforma d’acciaio sulle mattonelle quadrate e Sophie Rose teneva il tempo dello spostamento con l’ondeggiare delle gambine nascoste dai jeans. Kirsten camminava al loro fianco, tenendo il viso basso sul pezzo di carta in cui aveva appuntato le cose da comprare; lasciava scorrere gli occhi da un punto all’altro con attenzione, ripassando mentalmente il contenuto del carrello per assicurarsi di aver preso tutto. 
C’erano gli ingredienti per preparare il ripieno del tacchino, c’era il tacchino e anche gli antipasti; ciambelle e crema di formaggio li aveva presi Sandy e il vino non lo dovevano comprare al supermercato. 

« Mancano Coca Cola, succo e cannella. » Kirsten alzò gli occhi dalla lista e li rivolse verso Sandy, che sbuffava. Odiava fare la spesa. Odiava metterci un’eternità. Lei lo sapeva, ma l’espressione imbronciata sul viso del marito la faceva sorridere. 

« Sadica » brontolò lui, cogliendo il senso del sorriso sul viso della moglie. 

« Muoviti » rispose lei, facendo cenno con l’indice di raggiungere l’altra corsia. 

Continuarono a camminare in linea retta, superando l’intersezione dei corridoi, e svoltarono a destra, raggiungendo gli scaffali con le bevande. Afferrarono qualche bottiglietta di Coca Cola e un cartone da litro, passarono poi ai succhi e infine si dedicarono alla cannella. 

Erano quasi arrivati davanti alle spezie, quando Sandy si paralizzò di colpo, facendo spaventare Sophie Rose; Kirsten, davanti a loro, si voltò. 

« Che succede? » chiese, notando il viso di Sandy sbiancare. « Ti senti bene? » 

« Non voltarti » la supplicò. « Cammina nella mia direzione e non voltarti. »

« Sandy, stai impazzendo? » Kirsten alzò gli occhi al cielo, ipotizzando che fosse l’ennesima trovata del marito per divertire la bambina. L’espressione terrorizzata sul suo viso, però, la fece dubitare. 

« Sandy? » provò, di nuovo, ma lui si limitò a fare inversione con il carrello e imboccare la prima corsia di lato. 

« Sandy! » sbuffò allora Kirsten, lasciando crollare le braccia lungo i fianchi, chiaramente indispettita, mentre lo seguiva spedita. Voltò l’angolo, recuperando terreno. 

« Mi dici che succede? » domandò ancora e lui bloccò il carrello, prendendola per un braccio e avvicinandola il più possibile al lato dello scaffale. Sophie Rose li osservava curiosa, come tutti i presenti. 

« Guarda » sussurrò Sandy, mentre sporgeva il viso dalla fine dello scaffale sulla corsia dalla quale era appena fuggito. Kirsten fece lo stesso, seguendo con lo sguardo l’indice del marito. 

Gli occhi della donna si sgranarono di colpo, puntando una figura longilinea, ferma in mezzo al viavai di persone, intenta a flirtare con un giovane commesso, biondino e fisicamente prestante. 

« Oh no! » piagnucolò Kirsten.

« Ma cosa ci fa qui? » la seguì Sandy, tenendo la testa poco sopra la sua. 

« Non ne ho idea. » 

Sophie Rose intanto li guardava stando seduta nel carrello poco lontano da loro e ridacchiava. I suoi genitori erano davvero buffi. Un po’ strani, ma buffi. Seth l’aveva avvisata. 

« Mamma? Papà? » li chiamò, ma i due non si voltarono. 

« Ehi! Mi sentite? » continuò la bambina, muovendo le mani freneticamente sopra la testa. 

« Non ora, Sophie! » La voce di Kirsten la zittì. Dal tono sembrava agitata. 

« Dici che si sarà trasferita? » domandò Sandy rivolto alla moglie. 

« Da Newport a Berkeley? Nemmeno se la costringessero » rispose lei, senza muovere un muscolo. 

La donna che osservavano, intanto, concluse la conversazione con il ragazzetto, il quale si dileguò rapido e con un’espressione di spavento dipinta sul viso. Lei si sistemò i capelli, portando qualche ciocca dietro l’orecchio esposto in direzione di Sandy e Kirsten, poi si voltò col viso verso di loro. 

« Dici che ci ha visti? » domandò luì, tirando la moglie indietro. Lei scosse il capo. « Non credo. Spero. »

« Voi due siete matti. » Si sentì brontolare alle loro spalle. Era Sophie Rose, che teneva le braccia incrociate sul petto e guardava i genitori con fare di rimprovero. « Mi dite che succede? Avete visto la Nana? » chiese, curiosa, cercando di attirare l’attenzione dei genitori. 

« Ci manca solo lei » sbuffò Kirsten, attirandosi addosso il disappunto del marito. 

« Oh andiamo, non dicevo sul serio » si scusò, ridacchiando e facendo ridere anche lui, che intanto teneva le mani ancorate ai fianchi. 

« Dicevi sul serio inv... » – « SANDY COHEN! » La voce stridula arrivava dalle sue spalle. Sandy alzò gli occhi al cielo, simulando un oh no con le labbra, prima di girarsi e guardare la donna che lo aveva chiamato. 

« Non ci posso credere. Taryn! » disse, incontrando lo sguardo della regina delle pettegole. « Tesoro, guarda chi c’è! Taryn, non è incredibile? » aggiunse, rivolgendosi a Kirsten. 

Lei spalancò la bocca, da cui non uscì neanche un fiato, così si limitò a distenderla in un ampio sorriso, mentre Taryn le si avvicinava per abbracciarla. 

« Che ci fai a Berkeley? » le domandò Kirsten, slegandosi dalla sua presa. 

« Visita veloce a mia nipote, frequenta il college qui. » Rispose distrattamente, visto che la sua attenzione venne attirata dalla bambina annoiata che brontolava nel carrello un esplicito:ce ne andiamo?.

Taryn le rivolse un sorriso smagliante, avvicinandosi a lei per pizzicarle le guance. 

« Tu devi essere Sophie Rose… Sei la fotocopia di tua madre! »

Sophie Rose spalancò gli occhi, increspando le labbra. Provò con tutta se stessa a non sembrare infastidita, ma non ci riusciva. Sì, era proprio come sua madre. 

« Salve! » si limitò a rispondere, tendendole la mano, che, però, Traryn ignorò. Spalancò le braccia e la strinse forte, strattonandola leggermenre a destra e sinistra. La piccola guardò in direzione dei genitori: « aiuto » mormorò, così Sandy colse la palla al balzo. Si avvicinò alla donna, posandole una mano sulla spalla per farla girare verso di lui e lasciare Sophie Rose. 

« È stata una vera... sorpresa incontrarti, Taryn » disse l’uomo, cercando di non apparire ironico. « Ma dobbiamo proprio andare… Sai, i ragazzi verranno a pranzo per il ringraziamento e il cibo non si cucina da solo. »

« Oh! Verranno anche Seth e… Come si chiama il trovatello? » Taryn sorrise. Sandy e Kirsten no. 

« Come siete permalosi. Sto scherzando! Salutate Ryan da parte mia » concluse la donna, prima di salutare tutti e tre i Cohen. 

« Teniamoci in contatto, okay? E se venite a Newport, beh, fatevi sentire! » 

« Sicuramente » risposero in coro Sandy e Kirsten, guardandola allontanarsi. 

Quando la piaga Taryn fu debellata, i due si stacambiarono uno sguardo di intesa. Minaccia  scongiurata si dissero, ritornando a concentrarsi sulla lista della spesa. Sandy ricominciò a spingere il carrello e Kirsten a camminargli al fianco, mentre Sophie Rose piagnucolava per essere presa in braccio. 

« Non ti prenderemo in braccio! » disse la madre, guardandosi intorno per cercare la cannella. Sophie Rose sbattè più volte le gambe contro il carrello. 

« Sophie Rose Cohen! » intervenne Sandy. « Hai sentito tua madre? Basta capricci o niente biscotti al cioccolato quando saremo a casa. »

« La vostra amica pazza non è sufficiente come punizione? » protesrò la bimba, alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto. Sandy alzò le mani in segno di resa e si rivolse alla moglie. « Tocca a te. » 

Kirsten rise, avvicinandosi al carrello per metterci dentro due barattoli in vetro di cannella. Li sistemò in un angolo per evitare che potessero urtare contro qualcosa, poi si rivolse alla figlia. « Vuoi usare contro di me quell’espressione. L’ho inventata io, furbetta!  » le disse, puntellandole il naso con l’indice. 

La bimba annuì soddisfatta. « Lo so. » 

« Lo sai? » fece da eco la donna. 

« Sì. E so anche che non puoi dire a papà come si scappa dallo sguardo. » 

Kirsten si voltò verso Sandy con la bocca aperta e gli occhi spalancati per lo stupore. 

« È al cinquanta percento Nichol, ha la manipolazione nel sangue » osservò il marito, facendo spallucce e scoppiando a ridere. 

La donna scosse il capo con fare di resa, scoppiando a ridere a sua volta.  

« E per il restante cinquanta percento è un avvocato testardo e presuntuoso » brontolò, voltandosi verso Sophie Rose, che aveva già teso le braccine paffute, pronta per essere presa in braccio. 

   
 
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