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Autore: lmpaoli94    23/07/2020    0 recensioni
Sandro Botticelli, che del pittore la sua fama lo precede, cade in disgrazia venendo rinchiuso nelle segrete di una città vicina a Firenze.
Per ingannare il tempo e per non perdere la sua abilità di pittore, Sandro dipinge le mura della prigione rendendo il suo “soggiorno” confortevole e resistendo alle intemperie dei nemici.
Ma per quanto tempo il pover’uomo poteva andare avanti in quel degrado? Chi poteva salvarlo se non il suo amico Lorenzo?
Una storia fantastica elaborata dalla mente di un toscano su come poteva essere la vita difficile di un prigioniero che anni dopo la sua morte veniva ricordato in tutto il mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sandro Botticelli
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il sole stava calando dietro l’orizzonte delle colline lucchesi.
il povero pittore non riusciva più a far cadere una lacrima dal suo viso a causa di tutto le sue sofferenze negli ultimi due giorni.
Era successo tutto così in fretta per Sandro Botticelli, da pittore affermato nelle corti fiorentine ad accusato di furto nelle case lucchesi più importanti.
Il tutto per un subdolo imbroglio di Girolamo Savonarola che non ha mai sopportato la sua amicizia con Lorenzo De Medici.
Sandro attendeva la sua ora cercando di ricordare quei brevi momenti avuti con il piccolo Alberto e tutto il suo coraggio e il suo pugno fermo contro la giustizia del Granducato di Lucca.
“Se Dio vorrà ricongiungerci, allora non farò niente per contrastarlo. Ho trovato in te un amico molto leale, anche se c’eravamo appena conosciuti.
Non m’importa delle conseguenze nefaste. Ormai credo di aver dato tutto in questa vita che si è rivoltata contro di me.”
I pensieri di Sandro erano efferati e molto diretti nei suoi ultimi momenti.
Ormai non poteva più aspettare: le campane delle cinque e mezzo avevano cominciato a suonare.
Il rumore di alcuni passi risuonarono nelle sue orecchie come se fosse la condanna in persona.
La morte stava venendo a prenderlo e non avrebbe potuto fare niente per fuggire.
< Sandro Botticelli. È ora > fece la guardia venendolo a prendere.
< Penavo che con voi venisse anche il giudice in persona. >
< Il giudice Savonarola vi sta aspettando nella piazza della città. Non vede l’ora di rivedervi un’ultima volta. >
< Certo. >
Senza dilungare ancora il suo dolore, Sandro seguì i soldati verso la sua condanna a morte.
Ritornando fuori dalle mura carcerarie, il pittore non avrebbe mai immaginato di poter respirare l’aria di libertà solo per pochi secondi.
La gente che si era radunata in quella piazza per vedere la sua esecuzione erano molti di più qi quello che poteva credere.
< Siete molto conosciuto in questa città, Botticelli > gli sussurrò la guardia mentre lo stava scortando < La vostra morte non verrà mai dimenticata. Come lo vostre opere. >
< Volevo solo una vita tranquilla e portare avanti il mio lavoro fino alla mia morte. Peccato che non riuscirò mai ad acconsentire tale mio desiderio. >
< Potrete dipingere per l’altissimo, se volete. Voi credete in Dio? >
< Più di qualsiasi altra cosa… Infatti il mio destino è legato solo a lui soltanto. >
< Vi dispiace morire così? >
< Che razza di domande mi fate? >
< Scusate. Non avrei dovuto chiedervelo… Stavo solo cercando di distrarvi dai vostri pensieri tristi. >
< Non vi preoccupate… Vi vorrei chiedere una cosa. >
< Ditemi pure. >
< Avete portato voi fino al patibolo il povero Alberto? >
< Sì. È toccato a me l’ingrato compito… Tutta la folla era contro di lui perché era solo un volgare ladro che si guadagnava da vivere pensando alla famiglia… Tutti sanno che rubare è sbagliato, ma il povero Alberto aveva una scelta secondo voi? >
< No. Assolutamente no. >
< Almeno quest’oggi nessuno impreca contro di voi. Perché vi rispettano. >
< Già. Però sono venuti a godersi lo spettacolo. Io non l’avrei mai fatto. >
< Queste esecuzioni richiamano molte persone. È come se la città si fermasse. >
< Davvero una brutta pubblicità, non c’è che dire. >
< Per cosa? >
< Per questa popolazione… Ma non è più un mio problema. Molto presto si godranno lo spettacolo che ha fatto interrompere momentaneamente la loro vita giornaliera. >
Una volta giunto sul patibolo, la guardia che l’aveva condotto gli sussurrò ancora che gli dispiaceva per l’ingrato compito.
< Non vi preoccupate. E che Dio possa avere pietà degli uomini cme voi. >
< La stessa cosa vale per voi, Sandro. >
< Non piangete. Non voglio più vedere una lacrima versata. Ormai quello che è deciso è deciso. >
Alla fine Sandro si ritrovò da solo faccia a faccia con Girolamo Savonarola che impugnava la sua arma mortale.
< Vi hanno voltato tutti le spalle, Botticelli. A cominciare da Lorenzo… Come vi sentite in questo momento? >
< Vi pregherei di non nominarlo. Non ne siete degno. >
< Pensavate davvero che un Signore famoso e influente come lui potesse aiutare un povero pittore come voi? >
< L’amicizia è molto importante per noi due… Ma se Lorenzo non ha voluto coinvolgersi in questa situazione, saprò prendere atto di tale scelta. >
< Ormai non si torna più indietro > rispose il giudice invitando il pittore a mettere il suo collo sul ceppo di legno in attesa di essere tagliato.
< Vuole chiedere una nuova preghiera a Dio? >
< No. Incontrerò Dio personalmente tra poco. E non finirò all’inferno come pensate voi, giudice. Al contrario mio, sarà qualcun’altro che prima o poi la pagherà. >
< Parola al vento e senza valore. Preparatevi Sandro Botticelli. Appena le campane della città suoneranno le sei, la vostra anima si staccherà per sempre dal vostro corpo. >
< L’attesa sarà molto lunga mentre il mio cuore non smetterà di battere all’impazzata fino a quando la mia ragione e il mio spirito andranno in un posto migliore… Perché aspettare? Non siete impaziente di togliermi di mezzo? >
< In fondo avete ragione… Perché aspettare? Addio? >
Ma prima che Girolamo Savonarola potesse dare il colpo di grazie a al povero pittore, un’orda di soldati provenienti da Firenze circondarono l’uomo disarmandolo all’istante.
< Che sta succedendo? >
< Girolamo Savonarola, siete in arresto per truffa e furto di gioielli appartenenti alla borghesia lucchese. Abbiamo trovato molti reperti che riconducono alle famiglie più importanti di questa città. >
< No, non è possibile. >
< Portatelo immediatamente via! >
mentre il giudice veniva scortato in mezzo alla folla inferocita lucchese, questi ultimi assalirono prima le guardie e poi il vecchio prete linciandolo e tagliandogli la testa come segno di vittoria contro il diavolo e l’oppressione.
Il soldato che si era incaricato di fermare l’esecuzione di Botticelli, non fece niente per placare la rabbia cittadina, emanando un grido di vittoria e di libertà che sapeva di rinascita.
< Non so come ringraziarvi, buon’uomo. Finalmente la giustizia ha trionfato. >
< Ringraziate Lorenzo il Magnifico. È lui che ha scoperto tutto il meccanismo di furti del giudice Savonarola. Vi ha salvato la vita. >
Sentendosi chiamato in causa, Lorenzo De Medici abbracciò il suo compagno nonché amico di una vita.
< Lorenzo! Credevo di non rivederti mai più > rispose il pittore con le lacrime agli occhi.
< Sono arrivato giusto in tempo per fermare tutta questa follia… non ho mai spesso di pensare a te, Sandro. Non meritavi una fine del genere. Ho pregato e impegnato tutte le mie forze per risalire alla verità e alla fine io e i miei soldati ce l’abbiamo fatto. >
< Ti sono infinitamente riconoscente, Lorenzo. >
< Adesso torniamo a casa. In questa città hai avuto fin troppi dispiaceri… Firenze ti riaccoglierà a braccia aperte come un trionfatore di guerra. >
< Lorenzo, voglio essere ricordato come un pittore, e non come un trionfatore. >
< Verrai ricordato come martire sopravvissuto. >
< D’accordo. Come vuoi tu. >
   
 
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