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Autore: Mnemosine__    24/07/2020    1 recensioni
Nico sbuffò per la terza volta in quell'unico minuto.
Seriamente, chi glielo aveva fatto fare?
Lui era il figlio di Ade, perdinci. Non aveva bisogno di abbassarsi a quei livelli.
Chissà perché, però, ora come ora si trovava nel campo di tirò con l'arco, con arco in mano e faretra sulle spalle, mentre guardava torvo il bersaglio che avrebbe dovuto centrare.
Una decina di frecce erano conficcate nel terreno tutte intorno, ma nessuna su quello stupido pallino rosso al centro del bersaglio.
Sul serio, come c'era finito lì?
"Abbassa le spalle." Gli suggerì la voce di Will Solace, appena dietro di lui.
Ah, ecco perché era lì.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ade, Apollo, Jason Grace, Nico/Will, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Famiglie impiccione e dove trovarle

"Che dici, non potremmo avvicinarci un po'? Io non sento niente." Si lamentò Jason.
"No no. Questo posto è tattico." Gli rispose Percy.
Jason si sporse leggermente oltre la pianta dietro la quale si erano nascosti.
Will e Nico erano su una canoa, al laghetto e Will stava remando lentamente per tenere la barca ferma e non farsi portare via dalla corrente.
Jason si sistemò gli occhiali sul naso, guardando i due ragazzi sulla barchetta, con un sorrisino assatanato e gli occhi brillanti.
Stavano solamente parlando, di cosa però non lo sapeva visto che Percy non lo aveva fatto avvicinare di più al lago.
Jason trattenne un gridolino, quando Will smise di remare e sorrise a Nico che abbassò lo sguardo, arrossendo visibilmente anche da quella distanza.
Lui e Percy avevano trovato i due per caso, mentre facevano una passeggiata per tutto il campo lontano dalla furia omicida di Hazel e Reyna perché, secondo loro, quei due dovevano fare da soli. 
A detta di Reyna, poi, non erano così idioti da non accorgersi di piacersi.
Tsk. Da soli non avrebbero concluso niente, Jason ne era sicuro. Avevano indubbiamente bisogno di una spinta.
Aveva proposto a Percy di chiuderli in infermeria per qualche ora, ma il figlio di Poseidone aveva scosso la testa, dicendo che con tutti quei bisturi a disposizione Nico avrebbe potuto commettere un omicidio. 
Già, forse aveva ragione.

Un cespuglio a pochi metri da loro si mosse in modo sospetto. Jason non ci badò, poteva essere stato il vento. O uno scoiattolo.
"Togliti, idiota!" 
Ok. Forse i cespugli possono muoversi, ma di sicuro non parlano.
"Guarda mio figlio! E il tuo! Sono così carini!" Gongolò un'altra voce. 
Percy si girò verso l'altra pianta. "Ma che...?"
"Ma non potresti lasciare che si mettano insieme da soli, cretino?" 
Al suo fianco, Jason vide Percy deglutire, come se avesse appena riconosciuto la voce.
Il figlio di Poseidone si sporse verso quella direzione.
"Psssss"
Due teste fecero capolino, così anzi troppo simili a quelle dei due ragazzi che stavano spiando. 
Jason sbatté gli occhi più volte, non riuscendo a credere a quello che aveva davanti. 
Si tolse gli occhiali e pulì le lenti con la maglietta, magari aveva visto male. Ma quando se li rimise constatò che no, aveva visto perfettamente.
"Percy Jackson e Jason Grace! Venite nel nostro cespuglio!" 
Apollo, capelli biondi e occhiali da sole in testa, si sbracciò verso di loro, facendogli segno di raggiungerlo.
Percy annuì, entusiasta, e con una mossa da ninja si lanciò oltre il loro cespuglio. 
"Staccati, Jackson!" Gli sibilò Ade.
Jason boccheggiò. 
Ade, signore dei morti, il padre inquietante di Nico, era dietro a un cespuglio con Apollo a spiare i loro figli.
"Bro!" Lo chiamò Percy.
Il figlio di Giove si riscosse e seguì Percy, sedendosi vicino al dio del sole.
"Cosa ci fate qui?" Chiese Apollo mentre guardava Will, il suo fighissimo bambino, mentre parlava con Nico, il fighissimo bambino di Ade.
"Beh..."
"Mettono il naso in affari che non li riguardano, come te. Hazel mi ha avvertito." Disse Ade scuotendo la testa.
"E allora perché ci sei anche tu dietro questo cespuglio?" Rispose Apollo lasciandogli uno sguardo più che eloquente.
Ade si guardò le mani, improvvisamente in imbarazzo "Ecco... diciamo che la penso al cinquanta per cento come te e al cinquanta come Hazel. Quindi sono qui a controllare." Disse il dio. "E poi, c'è il rischio che tuo figlio stupri il mio, visto come sei fatto tu." 
Percy trattenne una risata, mentre Jason si sporse verso i due.
"Da qui si vede anche meglio!" 
Apollo annuì, poiché aveva scelto lui il punto dove mettersi, per poi farci apparire davanti un bel cespuglio che li coprisse.
Era facile spiare, se si era un dio. Ermes gli aveva insegnato proprio bene.

"Quindi come facciamo?" Chiese il dio del sole a Jason.
"A fare cosa?" Chiese il figlio di Giove, confuso.
"A farli mettere insieme, ovvio!" Trillò Apollo.
Ade si schiaffò una mano sulla faccia. 
Percy alzò una mano. "Io ho un'idea!" 
Tre paia di occhi, chi più chi meno, si voltarono attenti verso di lui, mentre Percy spiegava cosa aveva intenzione di fare. 

Will e Nico erano su quella barchetta da mezz'ora, ormai. 
Nico voleva scendere da lì. 
Solace era troppo... troppo tutto. Bello, simpatico, irritante.
Era impossibile non trovarlo adorabile.
Gli dava sui nervi. 
Cercava di farlo sentire perennemente a suo agio, cercando di mantenere le distanze, anche se non ci riusciva molto bene. 
E continuava a blaterare cose di tutti i generi per riempire il silenzio. 
"Spiegami ancora perché siamo su una barca, io e te." Lo bloccò Nico, mentre Will era a metà discorso sul perché le infradito fossero molto meglio delle scarpe.

"Beh, perché i tuoi amici ci stalkerano, ovviamente." 
Nico si guardò intorno, guardingo.
"Tu spiegami quel discorso del tipo." Disse Will, mentre lasciava i remi, fermando la barchetta al centro del laghetto.
Nico arrossì. "Ehm... è una storia lunga. E Percy è stupido." 
"Almeno ti è piaciuta la lezione, oggi?" Chiese Will. 
Stava cercando di fare conversazione, lui. Ma Nico sembrava voler rimanere in silenzio. 
"Certo." 
Soprattutto sentirti così vicino pensò Nico, arrossendo di nuovo.
Distolse immediatamente lo sguardo. Will sorrise.
Ora. Fatti forza, Solace.

È l'unico momento della giornata in cui gli amici di Nico non li stanno spiando, perché Will se n'era accorto, al campo di tiro con l'arco, che quei due matti non meglio classificabili erano a distanza non proprio di sicurezza a guardarli.
E che Jason aveva pugnalato il sedere di Percy con una freccia rubata, per trovare una scusa e parlare con loro.
"Quindi, se Percy non è il tuo tipo, potrei esserlo io?" Chiese.
Nico divenne paonazzo.
Boccheggiò, senza risposta. Si guardò intorno, cercando un qualche aiuto. Anche Hedge sarebbe andato bene.
Ma un venticello improvviso lo bloccò. 
Non era normale.
Un venticello che portava con sé degli strani suoni, quasi una musica, prodotta da grilli e canne di bambù.
Will continuava a guardarlo, in attesa, senza però dargli nessuna fretta. 
La barca si mosse da sola e Nico cadde in avanti, tra le braccia di Will. 
"Ti ho preso." Garantì il figlio di Apollo. 
Perché anche se indossava il suo giubbotto da aviatore, dove Will aveva messo le mani Nico sentiva un gran caldo?
Se era possibile diventare rosso pomodoro, quello era il colore del viso di Nico. 
Con uno scatto tornò a sedersi al suo posto, lontano dalle braccia di Will. 
Will era ancora in attesa di una risposta.

Poi successe qualcosa di strano, molto strano.
Qualcuno iniziò a cantare. 
"Lui ti è accanto, 
Se ne sta seduto lì
Non sa cosa dire ma
I suoi occhi ti parlano
E tu lo sai che vorresti
Dargli un bacio
Allora bacialo"
Nico si guardò intorno, così come Will. 
"Ma che..." Chiese Nico. 
Will riprese in mano i remi, iniziando a muoverli. 
Quei disagiati li avevano di sicuro trovati.
Ma qualcosa li teneva fermi dov'erano, come se ci fosse stata un'ancora sul fondo.

"Lui ti piace
Tanto tanto da morir
Forse tu gli piaci
Ma lui non sa come dirlo"

Will imprecò, perché quella voce somigliava davvero, davvero tanto a quella del suo padre divino? 
Nico lo guardò e gli sorrise, timido.
Will sorrise a sua volta, non è che quella canzone dicesse la verità, dopo tutto? 
Lasciò perdere i remi e si fece più vicino al figlio di Ade.

"Ma non servono
Le parole sai
Allora bacialo"

Will si fece coraggio e prese le mani di Nico, che stranamente non le tirò via. Nico, già rosso come un pomodoro, abbassò gli occhi.
Poi un urlo stonato che cercava di stare al passo con la musica gli fece digrignare i denti.
"Shala lala la la"
Troppo simile al tono di voce di Jason Grace.

"Il ragazzo è troppo timido
Coraggio bacialo"

Will fece un respiro profondo. Forse Jason e Percy gli stavano facendo un favore. Nico sembrava più che propenso a non ammazzarlo per avergli preso le mani.

"Shala lala la la"
Si, decisamente era la voce di Jason.

"Non lo fa
Ma che peccato
Se insiste lui lo perderà"

Will sobbalzò, mentre moltissimi pesci gli nuotavano intorno, le lucciole volavano vicino e il venticello faceva vorticare foglie e fiorellini sopra di loro.
Will decise che non poteva sprecare un momento del genere. Doveva farsi forza.
Guardò Nico negli occhi, aspettandosi un grido schifato o che gli intimasse di staccarsi immediatamente, ma il figlio di Ade rimaneva zitto.
Certo, era teso come una corda di violino, ma comunque non lo aveva ancora lanciato in acqua.
Tutto intorno si fece silenzio, quasi in attesa.
Nico chiuse gli occhi e il figlio di Apollo lo interpretò come un 'puoi procedere, Solace'.
Will prese un profondo respiro e si piegò in avanti, verso le labbra del figlio di Ade.

In quell'esatto momento sentì tre latrati, mentre Cerbero si faceva strada verso di loro schizzando acqua da tutte le parti. 
Il cane non si fermò nemmeno davanti alla barchetta, placcò il suo padroncino e lo fece volare in acqua. 
Will non ebbe nemmeno il tempo di boccheggiare sconvolto che la coda del cane lo colpì in pieno petto, e lanciandolo nel laghetto. 
Will riemerse poco dopo, sputando acqua.
Vide cerbero nel laghetto, con le tre teste che sbucavano e la coda che continuava a schizzare da ogni parte.
La testa centrale teneva delicatamente tra i denti Nico (un Nico completamente fradicio e con un'espressione omicida) per la maglietta. Il cane fece due salti verso il figlio di Apollo e in pochi secondi Will si ritrovò di fianco a Nico, salvato da annegamento assicurato dalla testa di destra.
Il cane scodinzolò soddisfatto e trotterellò verso la riva, posando i due semidei sulla terra.
Nico si guardò in giro, cercando i colpevoli, perché sapeva che erano dei colpevoli e non uno. 
Avrebbe ammazzato Jackson e Grace nel sonno, quella notte.
Will guardò Nico (adorabile e bagnato) quando Cerbero decise che non erano abbastanza fradici e prima si scrollò l'acqua dal pelo, facendo la doccia ai due semidei, poi li leccò, per assicurarsi che stessero bene.
Nico guardò torvo il suo cane. 
"Ehm..." Will si grattò la testa, imbarazzato. 
C'era quasi riuscito, e Nico non aveva nemmeno opposto resistenza, accidenti.
Lo aveva quasi baciato, quasi. Will odiava i quasi.
Ed era sicuro che ora riavvicinarsi al figlio di Ade sarebbe stato difficile. Avrebbero rifatto un sacco di passi indietro. 
Will ci aveva messo un sacco di tempo per farsi accettare dal più piccolo. 
O comunque per non ricevere perennemente pugni in faccia ogni volta che apriva bocca.
In modo molto assillante e a volte inopportuno, certo, ma Nico aveva accettato la sua compagnia.

Cerbero guardava Nico come un bambino guarda un genitore davanti ai negozi di caramelle.
Il figlio di Ade sbuffò, annuendo al molosso.
"Will... ti andrebbe di accompagnarmi a fare una passeggiata? Cerbero deve fare il giretto serale." Propose.
Lo sguardo del figlio di Apollo si illuminò e, felice, seguì il cane a tre teste scodinzolante e il suo padroncino, facendo finta di non aver visto un cespuglio muoversi dietro di loro. 

Dietro il cespuglio, Jason e Apollo guardarono male Ade.
"Che c'è?" Chiese secco il dio dei morti.
"C'eravamo quasi!" Sbottò Jason "Per una volta che le idee di Percy non sono del tutto stupide." 
Percy annuì. Lo sapeva, lui, che la Sirenetta era un'ottima fonte di ispirazione.
Apollo annuì, in direzione di Jason. 
"Avevi detto che eri qui per farli mettere insieme!" 
Ade si strinse nelle spalle "Mi sono fatto prendere dal panico!" 
"Panico? Bastava un secondo in più e si sarebbero baciati. E io avrei avuto quel bono di tuo figlio in famiglia. E tanti nipotini!" Ribatté Apollo.
Ade spalancò la bocca, ma Percy lo interruppe.
"Stanno andando verso la spiaggia." 
Jason si illuminò "Solangelo!" 
"Andiamo!" Scattò in piedi Apollo.
Ade sospirò "Sono circondato da un'orda di ragazzine." Si alzò in piedi, tolse la polvere dai pantaloni e poi si rivolse ai tre forsennati che correvano verso la spiaggia.
"Aspettatemi!"

 

   
 
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