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Autore: ArcticBlast    24/07/2020    3 recensioni
La guerra è finita, la guerra è passata...ma che ne è rimasto degli eroi?
Severus è sopravvissuto, ma è davvero felice di ciò?
Hermione ha fatto le sue scelte, ma sono state le migliori?
Chi lo sa, nessuno può saperlo.
Quello che è certo però è che le loro vite si intrecceranno di nuovo in un modo tutto inedito, galetto fu...
Curiosi di sapere altro?
Entrate e leggete, sarà un bel viaggio insieme.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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POV HERMIONE
 
Le lezioni sono sempre più impegnative.
Gli studenti sentono l’avvicinarsi delle vacanze natalizie.
Fremono dalla voglia di tornare a casa.
Di scartare i regali.
E di rilassarsi.
L’unica persona che invece vorrei veder tornarne non torna.
Un nuovo giorno senza notizie.
Anche la preside comincia a preoccuparsi.
Stamattina mi ha convocata per avere informazioni.
Ma nessuna delle due sapeva cosa dire.
Così ci ha pensato Silente.
Ci ha detto di restare serene.
Che Severus è il migliore.
“Professoressa Granger, ma è vero che si terrà il ballo di Natale?” una ragazza di Grifondoro del settimo anno era curiosa.
“Sì, anche quest’anno ci sarà il ballo”.
“Si può sapere in anticipo quale sarà il tema?”.
“No, signorina Day, è una sorpresa!”.
Lasciai uscire i ragazzi.
Era ora di pranzo.
Soltanto un ragazzo di Serpeverde si attardò.
“Signor Gallagher, le serve aiuto?”.
“...mi chiedevo quando sarebbe tornato il professor Piton” mormorò in imbarazzo.
“Come sa già, il professore è fuori per alcune ricerche in pozioni, ma vedrà che per Natale rientrerà”.
“Grazie...sa, il professore mi aiutava con il mio problema...”.
“...problema?”.
“Sono dislessico, mio padre pretende ottimi voti da me ma non capisce che ho un vero problema clinico”.
“Capisco...se vuole, signor Gallagher, posso sostituire Piton fino al suo ritorno” azzardai.
“Dice sul serio?”.
“Certo, possiamo vederci tutti i mercoledì qui in aula per ripassare insieme le lezioni”.
“Grazie mille, professoressa Granger!” sorrise radioso.
Lo osservai uscire fischiettando.
E così Severus era sensibile anche a queste tematiche.
Chissà quante cose non conoscevo ancora di lui.
Raggiunsi la Sala Grande.
Alcuni colleghi erano già a tavola.
Gli studenti continuavano ad arrivare.
Notai Lucas in compagnia di Adam.
Sembravano chiacchierare sereni.
L’auror accompagnò mio figlio fino al suo tavolo.
Poi uscì dalla Sala.
Quello che serviva adesso a Lucas era una figura maschile.
Almeno finché il padre non fosse di ritorno.
Il banchetto iniziò.
Dalla Sala si levava un vociare allegro.
Tutto sembrava al suo posto.
Ma non lo era.
 Mancava un pezzo.
Al mio fianco.
In tutti i sensi.
La giornata passò tranquillamente.
Finii di correggere gli ultimi compiti.
Ancora una settimana poi vacanze.
Lucas giocava sul tappeto delle mie stanze.
Mi sedetti finalmente sul comodo divano.
Ero stanca.
I ragazzi di Tassorosso e Serpeverde mi avevano distrutta.
Era stata la mia ultima lezione.
Eppure avevo ancora mal di testa.
Il bambino si sedette al mio fianco.
“Tra poco sarà Natale, sei contento?” gli chiesi accarezzando i suoi capelli.
“Sì, sarà il mio primo Natale felice” sorrise.
“Cosa facevi in orfanotrofio?”.
“Niente, al massimo trovavamo qualcosa di particolare a pranzo...ma niente festa, niente regali, niente calore...”.
“Mi dispiace, piccolo, ma ti assicuro che da adesso in poi saranno tutti Natali da ricordare”.
“...sei sicura che non mi lascerete mai? Lo capire se mi riportaste in istituto...” mormorò.
“Ma che dici?”.
“Ricordo che tanti bambini se ne andavano per un periodo e poi tornavano, la vita è così...non si può piacere a tutti, poi se non sei un neonato oppure un bellissimo ed intelligentissimo bambino non ti vuole nessuno”.
“Hai sofferto molto per non aver trovato dei genitori immagino...”.
“Sì, non capivo cosa avessi di sbagliato...crescendo mi sono reso conto di non essere uguale agli altri e mi hanno isolato dal gruppo, ero sempre quello strano”.
“Io e Severus non ti riporteremo mai in quel posto, ormai sei parte della nostra vita e siamo fieri di questo” lo strinsi a me
“Tornerà per Natale?”.
Lo spero.
Lo spero tanto.
Ho bisogno di vedere che sta bene.
“Sì, vedrai, sarà qui” mentii.
“Dobbiamo fargli un regalo!”.
“Certo, appena finiranno le lezioni ci metteremo alla ricerca”.
“Passeremo le vacanze qui?”.
“No, andremo a Londra perché devo sistemare dei documenti per la cessione della libreria”.
“Severus verrà da noi a vivere?”.
“Non credo Lucas, lui ha una sua casa”.
Anche se sarebbe bello.
Tutti insieme.
“Ma le famiglie di solito vivono insieme...”.
“Sì, perché sono composte da una coppia di sposi e i loro figli...io e Severus non siamo una coppia perciò non viviamo insieme”.
“...perchè non vi mettere insieme?” chiese curioso.
Ho provato a parlargli dei miei sentimenti invano.
L’ho baciato ma è scappato.
Non so più cosa fare.
Credo di non piacergli.
“Perché è complicato”.
“Clare dice che l’amore è una cosa bella, che nasce piano piano ma che poi una volta che entra nei cuori delle persone corre veloce e ti fa vivere a pieno la vita” sorrise abbassando lo sguardo.
“...ah sì? E dimmi un po’, ti piace questa Clare?”.
Lo guardai arrossire.
Tossicchiare.
“...forse”.
“Perché non glielo dici?”.
“Anche papà me lo ha detto, ma non credo di essere alla sua altezza...”.
Papà.
Che bella parola.
Severus padre.
Severus che dà consigli di cuore.
“Quindi ne hai già parlato con lui?”.
Lucas annuì.
“Comunque non devi pensare certe cose, tu sei alla sua altezza, sei un bambino brillante e gentile”.
“Non sono un purosangue però, secondo la famiglia di Clare è importante”.
“Sai una cosa? Né io né tuo padre siamo purosangue eppure siamo stati importanti in questa scuola e nella guerra, abbiamo entrambi due ottimi lavori e siamo circondati da persone che ci stimano. Lucas, purtroppo la questione del sangue non verrò mai del tutto superata in questo mondo, ma tu devi essere fiero di ciò che sei, della persona che sei”.
“Io lo sono, più o meno...non conosco le mie origini, ma non ho mai fatto del male a nessuno”.
“Esatto”.
“Clare non crede in questi discorsi, si arrabbia sempre quando sente parlare il nonno”.
“Parlate spesso?”.
“Sì, lei si sfoga con me”.
Come Lily e Sev.
Chissà se Lucas riuscirà a conquistarla davvero.
Questo paragone era triste.
Un po’ per la storia.
Un po’ perché Severus non mi amerà mai.
Non con tutto se stesso.
Come fa con Lily.
Perché so che c’è ancora lei nel suo cuore.
E ci rimarrà sempre.
So di non poter reggere il confronto.
Dopo aver chiacchierato ancora un po’ ci alzammo per andare a dormire.
“Vuoi dormire qui?” domandai.
“No, stasera meglio se torno nel dormitorio altrimenti mi prenderanno in giro perché sono un rammollito”.
“Lucas, ti prendono ancora in giro?”.
“No, però vorrei evitare che riprendano”.
Mi dispiaceva così tanto.
Non sapevo come aiutarlo.
Senza passare per una madre ossessiva.
Lo osservai raccogliere le sue cose.
Aveva fatto i compiti qui oggi.
Il tavolino basso era pieno di pergamene.
Libri.
“Quella non è la tua solita penna d’oca, dove l’hai presa?” ero curiosa, non avevamo comprato nulla di così costoso.
“Oh, sì, è il regalo di Adam per Natale” spiegò distratto.
“Come mai?”.
“Perché probabilmente a Natale non ci vedremo così ha voluto darmi il mio regalo subito, ti piace? Mi ha detto che è molto speciale, era la penna d’oca che suo nonno utilizzava per firmare gli articoli sulla Gazzetta del Profeta”.
Era davvero bella.
Molto particolare.
Nera.
Con delle sfumature argentee.
Ricordo che Adam mi aveva parlato del nonno.
Era molto legato a lui.
Era un giornalista.
Aveva anche scritto un libro di cronache magiche.
“Lo hai ringraziato?”.
“Certo”.
Lo salutai con un bacio in fronte.
Stava crescendo a vista d’occhio.
Finalmente era felice.
E sereno.
Mi infilai il pigiama.
Ma non il mio solito pigiama.
Di nascosto sono riuscita ad intrufolarmi nell’appartamento di Severus.
E ho preso una sua maglietta dall’armadio.
Una sera in cui la sua mancanza era assordante.
Così ora la utilizzo come pigiama.
Quando tornerà gliela restituirò.
Forse.
Magari non se ne accorgerà neanche.
Per fortuna non mi ha beccata nessuno.
Sarebbe stato imbarazzante da spiegare.
Soprattutto a Minerva.
Prima di abbandonarmi al sonno mi ritrovo ad annusare il tessuto.
C’è impregnato l’odore di Severus.
 Forte.
Maschile.
Mi piace.
Mi piace lui.
 
 
POV SEVERUS
 
Ero partito presto.
All’alba.
Dovevo trovare Lucius.
La strada era piena di trappole.
Come diceva quel tizio.
Sono riuscito ad annullarle tutte.
Ho trovato finalmente la baita.
Sono fermo davanti al portone.
Sono anni che non vedo Malfoy.
Che non ci parlo.
Un tempo eravamo ottimi amici.
Mi aveva preso sotto la sua ala protettrice ad Hogwarts.
Grazie a lui sono cresciuto.
Mi sono rafforzato.
Ma non gli devo nulla.
Lui ha scelto la strada peggiore.
Si è rovinato con le sue stesse mani.
È stato un codardo.
Non ha pensato a sua moglie e suo figlio.
Li ha abbandonati.
Non provo più rispetto per lui.
Busso forte.
Tre volte.
La porta si apre ma non vi è nessuno.
Entro.
Il posto è dismesso.
Poco curato.
Con la bacchetta tesa davanti a me inizio a camminare.
Cerco di captare ogni minimo rumore.
Poi lo vedo.
Di spalle.
Con il suo solito portamento fiero.
Che scruta il paesaggio dalla finestra.
“Sapevo che eri tu” commentò con il suo solito tono strascicato.
“Lucius”.
“Severus” si voltò.
Il viso scavato.
Più vecchio.
I capelli corti.
Quasi argentei.
Quel solito ghigno spocchioso.
“Sei venuto ad uccidermi?”.
“Potrà sembrarti strano ma no, non sono qui per quello”.
L’uomo mi indicò una poltrona.
Mi sedetti.
Non staccai mai gli occhi da quella figura così asciutta.
“Allora qual buon vento ti porta qui in Francia?”.
“Mi servono informazioni”.
“Che genere di informazioni? Devono essere molto importanti per farti arrivare fino qui a chiedere aiuto proprio a me”.
Odiavo quel sorrisetto.
Lo faceva apposta.
Per innervosirmi.
“Abbastanza”.
“Ma prima voglio sapere come vanno le cose ad Hogwarts e nel mondo magico?”.
“Piuttosto bene”.
“Sei di poche parole...”.
“Mi conosci...”.
“E...Draco?”.
“Quindi ora ti interessa sapere di lui?”.
“Rispondi e basta, so che hai preso il mio posto con lui e con mia moglie” il suo tono si fece leggermente più duro.
“Ti sbagli, li ho soltanto aiutati quando sei sparito. Non ho preso il tuo posto, né come padre di Draco né come amante di Narcissa”.
“Sai benissimo perché sono sparito”.
“Perché sei un codardo, certo”.
“Non mi sono mancati questi nostri battibecchi” rise.
Quello non era il Lucius che ricordavo.
Era smunto.
Spento.
“Non hai risposto alla mia domanda” mi fece notare.
“Draco sta bene, si sta costruendo un futuro migliore e più dignitoso”.
“Il tatuaggio che porta sull’avanbraccio sinistro rimarrà per sempre, lo sai anche tu che non si smette mai si essere un criminale”.
“Già, ma tuo figlio è maturato ed ora è in grado di schierarsi dalla parte giusta perché non sente più il dovere di compiacerti”.
“Cosa vuoi?” sputò accavallando le gambe.
“Quando il Lord mi cruciava per divertirsi e poi perdevo i sensi, che cosa mi veniva fatto?”.
“Fammi pensare...sai, sono passati molti anni...”.
“Non prendermi in giro, non ho tempo da perdere”.
“Tu cosa ricordi, Severus?”.
“Che mi risvegliavo attaccato a delle flebo”.
“Sì, ti prelevavano il sangue e non solo...”.
“Cosa vuoi dire?”.
“Che il tuo corpo martoriato veniva utilizzato per fare degli esperimenti, secondo il Lord eri quello con la carica magica più alta dopo di lui nel suo esercito”.
Quindi le mie ipotesi potevano essere giuste.
Mi usavano per i loro scopi.
“...ma io non potevo assistere, non so esattamente cosa facevano con te. Ricordo che quando uscivano dalla cella tu eri ancora incosciente così, da buon amico, cercavo di prestarti le prime cure”.
“Gentile da parte tua”.
“Non ero a favore di quel trattamento, eri il mio migliore amico...ma non potevo oppormi, non potevo fare nulla”.
“Cosa succedeva dopo?”.
“Niente, c’era un medico polacco con noi, ti ricordi? Ralaf Kastzyc, si occupava lui di te durante quei momenti”.
“Sai dove posso trovarlo?”.
“Temo sia morto durante la guerra”.
“Conosci un certo Derrick?”.
“Ora è il mio turno di fare domande, Severus...dimmi, perché ti interessa tanto quel periodo?”.
Dovevo dire la verità?
Potevo fidarmi?
Lucius sapeva degli esperimenti.
“Perché negli ultimi mesi sono successe delle cose e ho bisogno di reperire informazioni”.
“Per chi lo fai?”.
“Per me”.
“No, tu non metti mai te stesso davanti...stai aiutando qualcuno, dimmi chi è”.
“...mio figlio” mormorai.
Gli occhi azzurri dell’uomo fecero un guizzo.
Era stupito.
Spiazzato.
“Tu hai un figlio?!”.
“...sì, ma non come pensi tu”.
“Spiegati”.
“L’ho adottato, è un bambino cresciuto in un orfanotrofio irlandese...ha dei poteri fuori dal comune Lucius”.
“Quali?”.
“Controlla la magia senza l’utilizzo di una bacchetta”.
L’uomo si bloccò.
Senza parole.
“...abbiamo le stesse cicatrici di prelievi, ci somigliamo caratterialmente...”.
“Credi sia tuo figlio”.
Annuii.
“Sev...oltre al sangue ti prelevavano altro, ne sono sicuro...”.
“Cosa?”.
“Eri nudo quando se ne andavano dalla cella, ti prelevavano anche lo sperma...”.
Rimasi scioccato dalla scoperta.
Possibile che non me ne fossi mai accorto?
Eppure dovrei avere dei segni di punture.
“Perché non ho segni sul...”.
“Probabilmente utilizzavano il metodo classico...”.
Oddio.
Che schifo.
Che imbarazzo.
Mi sentivo violato.
“Quel bambino potrebbe essere davvero mio figlio”.
“Temo di sì”.
Mi alzai di scatto.
Camminai avanti e indietro per la stanza.
Avevo la testa piena di pensieri.
Stavo impazzendo.
Lucius se ne stava seduto.
Tranquillo.
Ad osservare la scena.
“Conosci un certo Derrick?” mi voltai verso il biondo.
“Ricordo che era il coordinatore di una cellula dormiente di mangiamorte, erano di stallo in Irlanda ed alcuni di loro sono poi intervenuti nella guerra”.
“Tutto è collegato”.
“Arrivavano delle lettere per il Lord da parte di questo Derrick e adesso che mi ci fai pensare bene...arrivavano qualche giorno dopo i tuoi crolli”.
Avevo trovato una strada.
Ora dovevo sistemare i pezzi.
Ma forse ero giunto alla soluzione.
“Non pensavo di dirlo ma...grazie Lucius”.
“Non ho più nulla da perdere”.
“Ti stanno cercando ho saputo”.
“Sì, sono riuscito a sfuggirgli un paio di volte...non so cosa vogliono o chi siano”.
“Credo che sia il gruppo di Derrick, o almeno i sopravvissuti”.
“Torna con me in Inghilterra, mi serve aiuto con questa gente...” non pensavo di ridurmi così.
Le cose sono più complicate del previsto.
Lucius è l’unico che come me conosce il modus operandi dei mangiamorte.
Che può essermi d’aiuto.
Altro che auror.
Questa è una battaglia tra criminali.
“No”.
“Lucius pensaci, saresti più al sicuro con me”.
“È gente spietata, tu non capisci anzi, dovresti andartene il più lontano possibile con tuo figlio”.
“Parti con me, oggi stesso, potrai stare a Spinner’s End e non lo saprà nessuno”.
“Vattene Severus!”.
Non poteva essere così testardo.
Sapeva benissimo che era l’unico modo per sopravvivere.
Sopravvivere davvero.
Anche con un processo sulle spalle.
Anche con la nomina di mostro.
Era comunque più al sicuro.
Un boato ci fece spaventare.
Eravamo sotto attacco.
Lucius ribaltò le poltrone con una manata.
Ci rifugiammo lì dietro.
Sulla soglia della stanza tre figure si guardavano intorno.
Eravamo in trappola.
Non ne saremmo usciti vivi.
“Sectumsempra” urlai verso uno di loro.
“Stupeficium!” si sporse anche il biondo.
Dovevamo riuscire ad arrivare alla finestra.
A qualche metro da noi.
Poi scappare.
Veloci.


ANGOLO AUTRICE:
Mi scuso per l'enorme ritardo ma per problemi di rete non sono riuscita a pubblicare prima...chiedo perdono!
   
 
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