Silente, nel
suo ufficio, ripensava al racconto di Severus. Se Jekky era diventato
il servo
di Harry significava che non gli avrebbe mai fatto del male, ma se lo
aveva
istigato contro i Mezzosangue significava anche che voleva portare a
termine il
piano di Voldemort.
Lasciare
solo Severus, sebbene fosse in casa propria, con un bambino facilmente
condizionabile che aveva per amico una creatura del genere, non era una
decisione saggia, perciò prese una manciata di polvere
magica, si mise dentro
il caminetto e disse: “Spinner’s End”.
Appena mise
piede in casa di Severus, capì che qualcosa non andava. Si
sentiva un pianto
disperato venire da una stanza e quando riuscì a
raggiungerla ciò che vide lo
fece quasi svenire: Severus era a terra, morto; Jekky stringeva a
sé il piccolo
Harry, che non dava segni di vita, e
piangeva disperatamente.
Subito
Silente si diresse verso l’elfo e lo allontanò
sgarbatamente dal corpicino del
giovane mago. “Che cosa gli hai fatto? Rispondi,
maledetto!”.
Jekky
alzò
gli occhi verso il preside e disse: “Non gli ho fatto niente.
Ha fatto tutto da
solo! Si è ucciso!”.
Silente era
sconvolto, non credeva assolutamente che Harry avesse scelto di morire.
Era un
bambino forte, che aveva superato avversità inimmaginabili,
perché avrebbe
voluto morire? Cosa lo avrebbe potuto spingere ad un gesto simile?
Si
accarezzò
la barba e i suoi occhi si posarono nuovamente su Severus. Silente si
chinò e
con le dita cercò di sentire il battito del cuore di Severus
nel suo polso: non
c’era battito. Si voltò verso l’elfo per
chiedere spiegazioni ma non ne ebbe il
tempo, Harry con un profondo sospiro riprese fiato e si
lanciò verso Jekky
dicendo: “Perché lo hai fatto? Mi hai mentito! Lo
sapevi che non volevo fargli
del male! Non mi avevi detto che l’Avada Kedrava serviva per
uccidere!”.
“Harry!”
urlò di felicità il preside.
“Silente,
mi
dispiace così tanto. Io non volevo. Perdonami,
perdonami!” strillò il bambino
mentre si gettava tra le braccia del preside, il viso affondato nelle
sue vesti
per non vedere il corpo di Severus.
“Padrone,
padroncino!” disse tra le lacrime Jekky: “Io
pensavo che lei sarebbe stato
felice! Senza più nemici!”.
“Vattene
via! Tu sei il mio nemico, non Severus. Tu mi hai imbrogliato e
a-des-so Se-ve-rus
è morto! No! Perché?
Perché?” continuava a ripetere Harry.
Silente vide
Jekky scomparire davanti ai suoi occhi. Consolò Harry e poi
sistemò Severus su
un letto. Voleva capire come avesse fatto Harry a resuscitare per far
tornare
in vita anche il professore di pozioni.
Harry
però
non seppe dire granché: “Non mi sono sentito
morire! Ero in uno stato in cui
non potevo muovermi, e anche se parlavo gli altri non mi sentivano, mi
sembrava
di non riuscire a respirare. Mi capita anche quando dormo, certe volte.
Però
sapevo di non essere morto. Poi mi sono trovato dentro un fienile e ho visto un grande serpente
che si è
acciambellato ai miei piedi, io mi ci sono seduto sopra e lui continuava a rotolarsi
diventando sempre più
grosso e portandomi in alto fino a quando non sono uscito dal soffitto
e ho
ripreso a respirare e mi sono svegliato! Il serpente mi ha
aiutato!”.
“Sembrerebbe
di sì!” rispose il preside.
“Tu
sai cosa
è successo?” domandò Harry.
“Penso
di
sì!” affermò Silente che chiese:
“Hai ancora la stele che Jekky ti ha regalato?”.
“Sì,
l’ho
sempre con me!” rispose Harry togliendosela dalla tasca.
“Ecco,
è
stata questa a salvarti!” disse il preside. Harry,
però, non riusciva ad
afferrare il nesso.
“Vedi,
questa stele è dotata di un grande potere. Finché
tu fosti stato fedele a
Jekky, nessuno avrebbe potuto farti del male. Nessuno, Harry, neanche
te
stesso. Perciò quando ti sei lanciato l’Avada
Kedrava eri già protetto!”.
“Io
ero
protetto, ma Severus … io l’ho ucciso!
L’ho ucciso!” continuava a dire Harry
piangendo.
Silente era
disperato, anche se Harry era vivo, avrebbe dovuto vivere con il peso
del suo
gesto. Come Severus anche lui sembrava essere destinato a soffrire e
sentirsi
la causa diretta, anche se involontaria, del suo più grande
amico.
Severus non
si era mai liberato del senso di colpa per la morte di Lily, e lo
stesso
avrebbe fatto Harry. Questo Silente non poteva permetterlo. Doveva
agire, per
riscattare tutti gli errori fatti, per tutte le volte che avrebbe
potuto agire
e aveva scelto di non farlo.
Silente
rimase a pensare e poi disse ad Harry: “Sai forse esiste un
modo per aggiustare
le cose. Prima però voglio che tu veda alcuni ricordi di Severus molto
importanti, lui era d’accordo
che tu li vedessi.
Dobbiamo fare in
fretta perché il tempo non gioca a nostro favore e certe
azioni vanno corrette
nel più breve tempo possibile!”.
Harry
annuì
e seguendo il preside si tuffò con lui nel pensatoio di
Severus. Gli scorsero
davanti tre avvenimenti: Severus che offendeva Lily chiamandola sporca
mezzosangue, Severus che piangeva disperato per la morte di Lily e per
finire
un ricordo in cui Voldemort ordinava ai mangiamorte di uccidere i
mezzosangue.
Harry,
uscendo dal pensatoio, si ritrovò sdraiato a terra e
capì che Jekky lo aveva
usato per i suoi scopi, perché voleva eliminare i
mezzosangue, perché aveva
voluto credere alla storia del Re dal sangue viola, perché
aveva voluto
crederci alla “lettera” ,quando invece
non è il colore del sangue o della pelle che
ci rende migliori ma è il sentimento di umanità
che ci portiamo dentro, e il Re
dal sangue viola non era migliore degli altri per il colore del suo
sangue, ma perché
era un Re di pace, dal cuore buono!
Anche Harry
era buono e perciò il Serpente dei Serpeverdi, del Re di
pace dal sangue viola,
era accorso in suo aiuto.
“Jekky
mi
faceva così tanti complimenti, aveva detto che ero buono,
bravo, intelligente …”.
“Harry”
disse Silente:
“Se ti dicono sempre che sei
BRAVO, sta in guardia:
qualcuno
cercherà di sfruttarti.
Se ti dicono sempre che sei
INTELLIGENTE, sta
in guardia:
qualcuno
cercherà di eliminarti.
Se ti dicono sempre che sei
OBBEDIENTE, sta in guardia:
qualcuno
cercherà di farti schiavo.
Se ti dicono sempre che sei
BUONO, sta in guardia:
qualcuno
cercherà di opprimerti.
MA se ti dicono STUDIA, non
temere.
potrai fare un mondo senza
scuole.
Se ti dicono TACI, non
temere:
potrai fare un mondo senza
bavagli.
Se ti dicono OBBEDISCI, non
temere:
potrai fare un mondo senza
padroni.
Se ti dicono CHIEDI
PERDONO, non temere:
potrai fare un mondo senza
inferni.
Non credere
mai alle parole se ti puoi basare sull’esperienza. Ma se non
hai esperienza
affidati al tuo cuore”.
Harry
ascoltò molto attentamente, sapeva che presto o tardi queste
parole gli
sarebbero state d’aiuto.
“Adesso
andiamo, prima che sia troppo tardi!” disse Silente
prendendo per mano Harry. Mentre uscivano dalla stanza Harry si
voltò verso
Severus e con una lacrima che gli scendeva sulla guancia gli
mandò un bacio con
la mano libera.
CIAO
A TUTTI,
HARRY LO
ABBIAMO SALVATO, DOMANI VEDRO’ COSA POSSO FARE PER SEVERUS,
SEMPRE CHE POSSA
FARE QUALCOSA. NON VI VOGLIO ANTICIPARE NIENTE.
ALLORA LA
PARTE DEL TESTO SCRITTA IN AZZURRO NON MI APPARTIENE, E’
TRATTO DA
“DISCORSO A
UN BAMBINO” DI MARCELLO BERNARDI. UN TESTO MOLTO
INTERESSANTE, LA PARTE FINALE
NON L’HO INSERITA PERCHE’ NON ANDAVA BENE NELLA MIA
FF MA VI CONSIGLIO DI
LEGGERLA, LA TROVATE SU GOOGLE.
RINGRAZIO
CHI STA LEGGENDO LA STORIA, CHI LA RECENSISCE, CHI INSERISCE TRA LE
SEGUITE E
LE PREFERITE.
PROBABILMENTE
IL PROSSIMO SARA’ L’ULTIMO CAPITOLO DELLA STORIA.
NON E’ ANDATA COME VOLEVO,
AVREI VOLUTO ALLUNGARLA FINO AL PRIMO ANNO DI SCUOLA MA I PERSONAGGI
NON ME LO
HANNO CONSENTITO. CHI NON SCRIVE MAI, NON LO SA, MA VERAMENTE I
PERSONAGGI
HANNO VITA PROPRIA!
A PRESTO,
ALIDA
Shiho93:
con
Harry dovrebbero essere risorti anche metà dei miei lettori,
gli
altri,
probabilmente, si risveglieranno domani. Oppure no? Non lo so! Harry
non vuole che Severus muoia e la magia di Harry è
nata
dall'inganno, da ciò puoi trarre le tue conclusioni ma non
gingillarti troppo perchè ... perchè rovinarti la
sorpresa quando potrai leggere il prossimo capitolo tra pochi giorni, o
poche ore? Baci, Alida
Elfosnape:
tu sai quanto io adori i lieto fine, vero? Io salverei tutti, dico
proprio
tutti, ma non sono sicura delle scelte che faranno i personaggi,
vedremo un po’.
Non ti farò aspettare molto. Baci, Alida