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Autore: Haru Paradise    28/07/2020    1 recensioni
In una terra di miti e leggende, un giovane mago si troverà a fare una scelta che potrebbe cambiare il suo destino e delle persone a lui care, quando Morgana chiederà il suo aiuto. Il suo nome, Merlino.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’incidente

 
                
Camminai avanti ed indietro cercando di pensare a qualcosa che potesse essere una vera e propria sfida, per le sue capacità…schioccai le dita << Ma certo! >> << Cosa? Hai pensato al prossimo incantesimo da farmi fare? >> << Mi attaccherai >> << C-come scusa? >> << Mi lancerai un incantesimo offensivo, io ovviamente non mi lascerò colpire come se nulla fosse; tenterò al mio meglio di difendermi. Il tuo obiettivo: farmi vacillare, arretrare o perdere posizione >> << Merlino davvero? Non penso che sia molto sicuro >> << Ehi,  non ti fidi delle mie capacità? >> << Non è questo, è che non mi va di farti del male >> << Non me lo farai, promesso. So difendermi tranquilla. Servirà a preparati all’ottica di combattere contro qualcosa di diverso da tronchi o rocce varie. Inoltre potresti essere in grado di capire il tuo limite di energie o di potenza. Figurarti nella mente cosa sei in grado di fare >> . Detto ciò mi allontanai di una decina di passi da lei.
<< Va bene, serve solo per preparami all’evenienza di difendermi da sola >> disse parlando più a sé stessa per tranquillizzarsi, ma quando portò lo sguardo su di me, notò la mia sicurezza. Quell’aria di titubanza abbandonò il suo volto. << Mi fido di te. Sei la persona di cui mi fidi di più al mondo >> L’impatto di quelle parole, rischiò di farmi vacillare e perdere la mia compostezza. A stento resistetti. Mi diedero una sensazione piacevole << Grazie, mi rendi felice ed onorato, con queste parole. Ora, attaccami. >>
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Chiusi gli occhi, stringendo i pugni. Non mi piaceva tutto questo, ma ne capiva il significato. Portai il gomito, all’indietro come se mi dovessi preparare per dare una forte spinta. Poi, di scatto, stesi il braccio destro, spalancando la mano << Hleap on baec! >>. La placida calma che regnava nella radura, venne rapidamente eliminata da una folata di aria che crebbe rapidamente di intensità, quasi come una piccola tempesta. Solo allora, mi decisi ad aprire poco a poco gli occhi; avevo paura di ciò che avrei potuto vedere. Merlino ferito? Volato per metri e metri prima di cadere brutalmente a terra? Non sarei mai riuscita a perdonarmelo. Lui è importante per me: mi ha aiutato nel momento del bisogno, a rialzarmi dall’oscurità dove mi trovavo, dandomi una luminosa prospettiva per il futuro. Mi ha guidata nella scoperta di me stessa, assicurandosi che ricevessi un’educazione alla magia simile alla sua. Ironicamente è il mio maestro, ma anche il mio punto di riferimento, il mio più caro amico…
Spalancai gli occhi per la sorpresa: Merlino stava ritto in piedi con il braccio sinistro teso verso di me e gli occhi d’orati. Sorrideva e stava benissimo. Le spiacevoli sensazioni che si erano mosse nel mio petto, scomparvero. << Niente male, davvero. Con questa intensità sarai in grado di avere a che fare con qualsiasi nemico umano, ma per essere sicuri a proposito di creature magiche e simili, ti chiederei se riesci a spingere ancora di più >> << Non ho la minima idea di come tu riesca a difenderti così facilmente. Non ti ho nemmeno sentito pronunciare un incantesimo difensivo. Sia chiaro, non sono delusa dal non essere stata un problema per te, ma davvero solo ora mi capacito di quanto tu sia realmente potente; l’idea che tu sia solo un servitore è quasi tristemente divertente, ma mi auguro di riuscire a divenire come te, un giorno >> << Dimostrami che puoi raggiungermi, allora. Più forte. >>.
Feci fluire maggiore energia, stesi anche l’altro braccio e la forza dell’incantesimo crebbe d’intensità.
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Sentii le punte delle dita tremarmi, per l’impatto. Ottimo, era in grado di andare ancora oltre.
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Notai che nonostante l’impegno, il risultato non cambiava. Cercai di concentrarmi e di trovare dentro di me, ancora più energia. Provai a pensare a tutto quello che mi aveva insegnato Merlino, alle nozioni della magia di cui ero a conoscenza, ma poi notai qualcosa di strano. Mano a mano che scavavo dentro di me percepivo una sensazione fredda artigliarmi il petto, che diveniva sempre più sgradevole. Sentivo il mio cuore contrarsi, nel dolore; ero confusa, non capivo cosa mi stesse accadendo. Poi, all’improvviso, cambiò tutto, non mi era mai capitata prima. Davanti a me non vedevo più Merlino, ma una serie di visioni…del passato. Rivissi tutti gli incubi che avevo avuto, rividi tutte le persone che erano state condannate a morte dal re solo perché in grado di usare la magia. Riprovai il senso di impotenza nel non poterle salvare, l’odio per ciò che aveva fatto a uomini, donne e bambini innocenti. Quelle visioni mi stavano dominando e le sensazioni che mi causavano crescevano, aumentavano di intensità, fino ad andare a formare un'unica grande emozione… L’ODIO PER QUELLO CHE AVEVA FATTO ALLA MIA GENTE.
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Iniziai a percepire qualcosa di diverso. Qualcosa di oscuro, che avevo già sentito solo quando mi scontravo contro le creazioni di Nimuè. Qualcosa di freddo iniziò ad artigliarmi al petto: paura. << Morgana! >> gridai con una punta di apprensione nella mia voce, << Morgana, ti prego, basta, smettila >>.
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Sentivo una voce chiamarmi indistinta. Cercai di scorgere qualcuno in quella marea di immagini brutali. Poi riuscì a cogliere la sua immagine. Il re. Mi parlava e mi chiamava a sé, con amore ed affetto. Falsità. Lui. Un essere simile, che aveva fatto soffrire così tanti, non poteva provare quelle emozioni; era solo un mostro senza cuore.
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Morgana era ferma come una statua, sembrava non sentirmi. Non potevo muovermi, visto che mi trovavo costretto a difendermi. Cercai di pensare ad una soluzione, ma ad un certo punto il suo viso si contrasse in quella che mi parve una smorfia di pura rabbia. Sembrò solo allora notarmi, e a quel punto lanciò un grido acuto, con una tale intensità da farmi dolere le orecchie. Un ondata di energia mi sommerse completamente, cogliendomi alla sprovvista. L’attimo successivo, davanti ai  miei occhi, il terreno e le fronde degli alberi si alternarono velocemente. Cercai di pensare a come fermarmi, ma il mio flusso di pensieri venne interrotto da un impatto che mi tolse l’aria dai polmoni.
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Crollai a terra, in ginocchio, completamente esausta. La testa non mi aveva mai fatto così male in vita mia; cosa mi era successo? Cercai di inquadrare la situazione guardandomi attorno: mi trovavo ancora nella radura e Merlino…aspetta un secondo, dove è Merlino? Guardai davanti a me cercandolo con lo sguardo. Quando notai la suola dei suoi stivali spuntare dall’erba, il mio cuore perse un battito e portai una mano alla bocca per trattenere un gemito. Cercai di costringermi ad alzarmi. Rischiai di cadere un paio di volte, ma riuscì a rimanere in piedi. Attraversai quei dieci passi di distanza che ci separavano come se fosse un viaggio , apparentemente, senza fine. Quando giunsi davanti al suo corpo, caddi nuovamente in ginocchio, al suo fianco, stringendo le mani quasi convulsamente e sentendo le lacrime  iniziare a scendermi lungo le guance. Cosa avevo fatto?
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Aprì leggermente le palpebre. L’incantesimo aveva funzionato. Mi sentivo la schiena  dolente, ma a parte quello stavo bene, solo fortemente rimbambito. Feci per tirarmi su sui gomiti, ma mi bloccai a metà del movimento, soffiando a denti stretti a causa di una stilettata di dolore improvvisa. Cosa diamine era successo? Sentì un rumore in sottofondo e mi voltai nella sua direzione: al mio fianco, Morgana in lacrime << Ehi, perché stai- >> Appena emisi alcuni vocaboli i suoi occhi si aprirono sorpresi, e l’attimo successivo si gettò su di me abbracciandomi. << Sei vivo Merlino, sei vivo >>. Nonostante il mio volto fosse compresso contro l’armatura, riuscivo a sentire il calore del suo petto ed il suo cuore che batteva all’impazzata. << Morgana davvero sto bene, mi hai preso alla sprovvista. Cavolo sapevo che eri forte, ma hai proprio superato le mie aspettative >> Alle mie parole Morgana si sciolse dall’abbraccio discostandosi. Mi tirai su seduto. Due linee bagnate le andavano dagli occhi al mento; non piangeva più, ma sembrava arrabbiata con me << Come puoi farmi i complimenti se ti ho fatto del male, Merlino?! >> << Ehi, è stata colpa mia, ti ho sottovalutato e ho finito per fare una figuraccia >>  << Piantala!!! >> tuonò. Mi zittì. << Ti ho attaccato con il desiderio di farti del male… >> Abbassò lo sguardo, verso il terreno, portandosi le mani alla testa << …cioè non proprio a te, ma al re. Ho cercato dentro di me la forza per superare le tue difese, e mi sono trovata scendere in una spirale di rabbia, odio e tristezza, che mi ha portato dinnanzi a lui. Devo averlo sovrapposto alla tua figura e- >> la sua voce venne rotta dal pianto. Questa volta fui io ad accoglierla tra le mie braccia. All’inizio provò ad allontanarsi, ma io mantenni salda la presa ed alla fine abbandonò il volto contro il mio petto. La lasciai sfogarsi e quando sembrò essersi placata iniziai a parlarle. << Ehi, guardami >> Lentamente Morgana si allontanò quando bastava con il volto, per fissare i suoi occhi arrossati sui miei << Non devi sentirti in colpa. Nessuno si è fatto male alla fine, ed un bene che tu ti si sfogata ora, con me. Prima o poi tutti devono affrontare l’oscurità che si annida nel proprio cuore, tutti, anche le persone rette come me e te. Come ti avevo detto, ci sono stati dei momenti dove ho odiato così tanto il re da volerlo lasciare al suo fato. Se lo meritava. Delle volte ho anche pensato di abbandonare Artù al suo.>> << Davvero? >> << Sì >> << Però tu non hai mai fatto volare in aria nessuno >> << Ognuno affronta le proprie battaglie a modo suo. Il tuo è stato un momento intenso e potente. Ma adesso è passato, è finito. Questo è l’importante. Ora, come ti senti? >> Morgana fissò il suo sguardo in un punto indefinito per alcuni secondi, prima di rispondere << Vuota >> << E’ un bene, vuol dire che ti sei liberata di tutto l’odio che avevi, o almeno della gran parte di esso. Ora resta solo a te decidere come riempire quel vuoto. Con qualcosa di positivo ti consiglio >> terminai sorridendole. Tirai su la manica destra con le dita e la usai per tamponarle le guance. << Non so te, ma direi che possiamo fermarci qui, per oggi. Adesso mangerai tutto quello che ci è rimasto, poi saliremo sui cavalli e torneremo a casa. Che ne dici? >> << Dico che è un ottimo piano >>.
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Ci alzammo insieme aiutandoci; io perché ero stanca e Merlino perchè gli doleva la schiena. Nessuno si era fatto male è?
Le sue parole mi avevano salvato un'altra volta. Ero davvero fortunata ad averlo al mio fianco.
Dopo mangiato, ci dirigemmo verso i cavalli. Nonostante non ne avessi bisogno mi aiutò a salire. Dopo che si fu voltato per raggiungere la sua cavalcatura, sentii qualcosa di diverso dentro di me mentre lo guardavo; come se lo vedessi per la prima volta.
  
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