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Autore: venerescalza    28/07/2020    2 recensioni
Mi piace la linea del tuo collo e il modo in cui cambi le marce e guidi e mi tocchi il ginocchio con i tuoi anelli freddi. Sento freddo ma non togliere la mano, aggiusta il riscaldamento piuttosto, ché funziona male e a volte manda aria fredda.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mezzo di un discorso

 
Come quando perdi l'inizio, l'inizio di un discorso e arrivi alla fine ma cosa ha detto? Non ho capito.
Ormai ci sei dentro; non parli, ascolti, interrompere non
ti piace: lui le ha detto... e allora lei... quindi è successo che...
È successo che. Non so cosa è successo. È mai successo
se non sai come è iniziato? Sei nel mezzo del discorso.

Sono nel bel mezzo di una strada vuota e tu non mi guardi. Perché non mi guardi? Guardami, dai. Mi piace quando lo fai. E non rimanere in silenzio: parla, ché fuori piove e tu stai fermo, non guidi, non mi guardi e adesso nemmeno parli? Mi piace la linea del tuo collo e il modo in cui cambi le marce e guidi e mi tocchi il ginocchio con i tuoi anelli freddi. Sento freddo, ma non togliere la mano, aggiusta il riscaldamento piuttosto ché funziona male e a volte manda aria fredda. Ma non togliere la mano dai, non volevo quello, e guardami, guardami. Sono seduta nel sedile accanto a te ma non mi vedi. Mi senti?
Lo senti il respiro pesante, il rumore dei miei movimenti veloci, dei fremiti che non mi fanno stare ferma e mi fanno battere i piedi sul tappetino, la mano aggrappata alla maniglia.  Piove fuori. Piove forte e i vetri si sono appannati. Forse per questo non mi senti.
Tu tremi – forse hai freddo. Tremi – è per quello che non ci siamo detti poco fa? Per quello che non ci diciamo mai, mai, mai, e tu che ancora non mi guardi.

Come ci siamo arrivati qua? In questa strada, al buio, mentre fuori piove e tu hai ancora i capelli umidi per la doccia fatta al campetto; ti ammalerai, lo sai? Hai già il naso e le guance rosse. Lo so che non ci siamo persi (persi davvero) e che stiamo solo aspettando gli altri in un parcheggio vuoto – e tu vieni con me? Col borsone nero in spalla e le tue labbra lucide, piene, che mi portano a dire . Sì, che vengo con te. Anche se adesso non mi guardi e non parli. Vengo con te perché mi piace la tua macchina, il modo in cui guidi e tieni il volante e forse anche il riscaldamento mezzo rotto.
Mi piace che mi lasci mettere la musica,
che mi guardi cauto come se non me ne accorgessi,
che mi sorridi di lato perché ti chiedo se hai vinto o perso e lo sai che non me ne frega niente, ché a me il calcio non piace.
Mi piace che mi sfiori le dita mentre mi passi la birra.
Perché ancora non parli? Perché ancora non mi guardi?

Spiegami come siamo arrivati qui. Nel mezzo di questo filo che ci lega, dentro questo nodo intricato che non mi lascia respirare e che ti fa tremare così. Forse, se mi parli, potrò spiegarti come ci siamo persi. Camminiamo in questo filo col fiato sospeso senza sapere quando abbiamo iniziato a farlo
– a camminare, dico. Quando?
Quando mi hai baciata, lì in quel vicolo, sotto il balcone di quella coppia anziana che ci ha visti e ci ha guardati male.
Quando mi hai chiesto la mia canzone preferita e l'hai cantata con me, inventandoti le parole, mentre mi riportavi a casa.
Quando mi hai guardata ridere per un video stupido sul telefono con gli altri e io che ti ho scoperto e guarda qua, fa morire dal ridere.
Quando mi hai detto che il freddo non lo senti quando sei con me, perché ho la pelle calda e ti piace sfiorarmi le spalle con le dita.

Come quando perdi l'inizio, l'inizio di qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa come me e te e come è successo? Non ho capito.
Ormai ci siamo dentro; tu non mi guardi e non parli, e a capire
non siamo bravi: senti è che con te... io non capisco più niente quando tu... scendi,
sono sotto casa tua.... vieni con me?

Vieni con me. Non so cosa è successo. Come può tutto questo succedere
se non sappiamo quando è iniziato? Siamo nel mezzo di un noi. 

 

   
 
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