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Autore: lapacechenonho    30/07/2020    1 recensioni
La sua mente, che ormai vagava senza alcun senso, le fece comparire davanti quel paio di occhi verdi che l'avevano tanto attratta a King's Cross a nove anni e che poi l'avevano fatta innamorare nel tempo. Forse fu il loro colore, l'idea che non sapesse dove fosse Harry o la passione per la vita che ardeva dentro i suoi occhi ma finalmente, dopo una notte ferma lì immobile su quel divano, si alzò.
La consapevolezza che Harry non c'era più si fece largo dentro di lei. Non sapeva quando l'avrebbe rivisto o se l'avrebbe mai rivisto. Non sapeva se avrebbe mai risentito le sue mani su di lei, le sue labbra su di sé.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'E vennero a trovarci le prime luci del mattino.'
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L'alba di quel nuovo giorno sorgeva silenziosa alla Tana. Era un po' più scura degli altri giorni, un po' più cupa.
Bill e Fleur erano andati nella loro nuova casa subito dopo aver affrontato i Mangiamorte, loro erano rientrati in casa, nessuno aveva molta voglia di dormire. Ginny era rimasta per tutto il tempo su quel divano vecchio a fissare il vuoto. Per un po' si erano fermati i gemelli con lei, l'avevano fatta ridere mentre il terrore risaliva su per le viscere stringendole in una morsa potentissima che le bloccava il respiro a volte.
Aveva paura per Ron.
Aveva paura per Hermione.
Aveva paura per Harry.
 Aveva paura per tutta la sua famiglia e i suoi amici.
Aveva paura di quella guerra che ormai era iniziata e non avrebbe risparmiato nessuno. Alla guerra non importava se eri ricco o povero, giovane o vecchio, bello o brutto. Alla guerra importava di uccidere, di fare vittime. Un po' come il Basilisco che lei aveva liberato durante il suo primo anno. Un enorme serpente gigante che si aggira tra la gente che ti impedisce di capire se la persona davanti a te è veramente un amico o è un nemico che ha preso la Pozione Polisucco.
Quando si parlava di guerra a Ginny era sempre sembrato un discorso astratto, un qualcosa di lontano da lei, qualcosa che era terminato qualche mese dopo la sua nascita. Un qualcosa che lei non aveva conosciuto e non pensava avrebbe mai conosciuto in vita sua. Eppure era lì davanti ai suoi occhi.
Sembrava impossibile ma la guerra era iniziata.
Ginny si teneva le mani sul grembo piatto, come a voler tenere insieme quelle viscere che stavano iniziando ad essere divorate dalla paura. Aveva ancora il vestito dorato del matrimonio, non aveva avuto manco la forza di andare a cambiarsi, si era solo tolta quei fastidiosissimi tacchi.
La sua mente, che ormai vagava senza alcun senso, le fece comparire davanti quel paio di occhi verdi che l'avevano tanto attratta a King's Cross a nove anni e che poi l'avevano fatta innamorare nel tempo. Forse fu il loro colore, l'idea che non sapesse dove fosse Harry o la passione per la vita che ardeva dentro i suoi occhi ma finalmente, dopo una notte ferma lì immobile su quel divano, si alzò.
La consapevolezza che Harry non c'era più si fece largo dentro di lei. Non sapeva quando l'avrebbe rivisto o se l'avrebbe mai rivisto. Non sapeva se avrebbe mai risentito le sue mani su di lei, le sue labbra su di sé. Per qualche secondo si beò del ricordo di qualche mattina prima, quando si era svegliata che era ancora buio e si era fermata ad osservarlo dormire. Era bellissimo. Almeno mentre dormiva, sembrava solamente un ragazzo di diciassette anni come tanti altri, e non l'eroe col peso del mondo sulle spalle. Sarebbe stato quel ricordo a darle un po' di più di speranza nei giorni in cui speranza non c'era.
Si avvicinò alla finestra, osservò il cielo che adesso era di un rosso intenso.
C'è un momento in cui alba e tramonto si somigliano ma non sono perfettamente uguali, sembrava un assurdo gioco del destino; come se l'inizio e la fine si incontrassero e si salutassero con una reverenziale cordialità e poi ognuno proseguisse verso la sua strada.
Guardò quell'alba così simile ad un tramonto, un leggero venticello smosse i suoi capelli ormai sfatti dall’acconciatura della mattina precedente. L'unico pensiero nella sua testa erano quegli occhi verdi così luminosi.  «Sta' attento, Harry».
 
"Sei andato via (...)
Come il buio della notte
Alle sette del mattino"
(Sei andata via - Fabrizio Moro)



 
Angolo autrice:
Sì, è brevissima continuazione di "Domani" ovviamente con conclusione una canzone di Fabrizio perché lo sapete che lo amo ❤️.
Non so se c'entra molto, in realtà questa storia era nata prendendo spunto da un'altra canzone ma poi si è evoluta in tutt'altro modo. Ovviamente l'ho dovuta volgere al maschile per esigenze di trama.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto,
Chiara. 
   
 
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