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Autore: Wolfgirl93    30/07/2020    0 recensioni
Raccolta per la Twin Stars Week, sono lievemente in ritardo visto che è iniziata venerdì ma cercherò di mettermi in carreggiata per pubblicare tutto.
BakuDeku
Genere: Fantasy, Omegaverse, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Day 6 – Hanahaki 

 

La prima volta che sentì parlare dell’Hanahaki fu quando aveva otto anni, stava uscendo con sua madre dalla gelateria e per puro caso si erano imbattuti in una signora che mentre camminava aveva iniziato a tossire ed era caduta a terra, gli occhioni di Izuku aveva osservato la scena sbigottito – tanto da far cadere il gelato a terra – quella donna era pallida e dalle sue labbra spuntava un piccolo petalo rosa, fu in quel momento che sentì nominare l’Hanahaki e da quel giorno non riuscì a dimenticarla.

La chiamavano la malattia dell’amore, quando un amore veniva tenuto troppo a lungo nel cuore ecco che dei piccoli germogli iniziavano a crescere, si diceva che più si aspettava e più la pianta diventava grande e se le radici raggiungevano il cuore e i polmoni, la vittima moriva tra atroci sofferenze; ma c’era anche una cura a quella terribile malattia, un’operazione che portava via le radici della pianta ma con essa asportava anche i ricordi della persona di cui si era innamorati, molte persone optavano per la morte anziché per una vita senza più ricordi della persona che amavano.

 

Izuku non aveva mai pensato che l’amore potesse fare male, sapeva che provare dei sentimenti a volte poteva essere doloroso ma non si aspettava che succedesse una cosa del genere: una mattina si era svegliato di soprassalto, l’aria sembrava mancargli e quando finalmente era riuscito a buttare fuori un soffio d’aria dai polmoni ecco che la tosse era uscita e con essa un piccolo petalo arancione.

Il ragazzo lo osservò confuso e spaventato, si guardò attorno ma la sua finestra era chiusa e lui non aveva piante in camera; deglutì a stento mentre si rigirava quel piccolo petalo fra le dita, era piccolo e arancione ma niente gli fece ricordare una pianta che conosceva o che aveva visto.

Buttò il petalo giù nello scarico e cercò di non parlare di quella cosa con nessuno, all’inizio fu semplice ma poi più andava avanti e più il dolore al petto aumentava proprio come la pressione che sentiva sulla gola ogni volta che incontrava Kacchan.

Sapeva di provare qualcosa per il biondo e sapeva che forse la sua paura di non dichiararsi, per non rischiare di rovinare la loro fragile amicizia e per non farsi odiare, era una delle cause scatenanti della malattia, eppure mai avrebbe pensato che quei sentimenti potessero diventare così forti e distruttivi.

 

Dopo quasi due mesi dalla scoperta del primo petalo ecco che durante un allenamento si ritrovò senza fiato, prese in pieno un pugno da parte di Kacchan – che sembrava scioccato quasi come tutti nella classe – e fu portato in infermeria da Recovery girl, non ricordava di petali sparsi ma la paura che qualcuno avesse scoperto il suo segreto lo terrorizzava.

Quando finalmente aprì gli occhi trovò lo sguardo dolce della donna ad accoglierlo, prese il bicchiere che lei gli porse e cercò di bere nonostante l’intenso bruciore alla gola.

“Penso tu sappia che non puoi andare avanti così.” Disse la donna posandogli una mano sulla sua. “Quando eri qui hai tossito un fiore intero, tra poche settimane sarà inutile persino l’intervento… Quindi cosa hai intenzione di fare, Midoriya?” Chiese dolcemente.

Izuku si mise seduto sul letto e strinse con forza le coperte “Non pensavo che un sentimento positivo come l’amore potesse portare a questo… Quando ho visto il primo petalo ho pensato di lasciar stare magari sarei guarito da solo ma forse mi ero solo illuso… Po… Posso almeno sapere che fiori sono? Non li ho mai visti in vita mia.” Chiese Izuku alzando finalmente lo sguardo verso Recovery Girl.

La donna si allontanò per prendere un libro e dopo aver sfogliato diverse pagine tornò da lui “Sono Tagete, è chiamato fiore dei morti per l’uso che ha in Messico durante le festività ma la sua correlazione alla morte è molto forte… Di solito è una pianta dal tronco robusto ed è fittamente ramificata quindi per questo non ci ha messo troppo a riempire buona parte del tuo corpo. Adesso però penso tu sappia che ci sono due alternative: la prima è buttare fuori questi sentimenti e sperare di venire ricambiato, nel caso contrario c’è l’operazione. So che perdere i ricordi è doloroso ma l’altra alternativa è anche peggiore...”

“La morte.” Sussurrò Izuku come a finire la sentenza della donna che annuì debolmente.

 

Quando uscì dall’infermeria fu contento di vedere che Iida, Uraraka e Tsuyu erano lì ad aspettarlo, li ringraziò per la preoccupazione ma si congedò in fredda per dirigersi verso la stanza di Kacchan, doveva provarci e se fosse andata male allora avrebbe preso una decisione.

 

Fu sorpreso quando il biondo gli aprì senza dire nulla e dopo aver fatto qualche passo in avanti e aver chiuso la porta capì di essere arrivato al momento decisivo.

“Allora? Si notava lontano un miglio che hai qualcosa che non va, che succede il tuo quirk ha deciso di non ubbidirti più?” Chiese con il suo solito sorrisetto.

Izuku accennò un sorriso e si dondolò sui talloni. “C’è un problema quello sì, ma di tutt’altra natura… Kacchan io...” Le parole gli morirono in gola, il respiro gli si mozzò e un attacco di tosse lo fece quasi cadere a terra, sentì la nausea salirgli il gola nel sentire quei petali salire e quando li sputò sulla mano notò che il fiore dapprima arancione era ora macchiato di rosse, sangue.

Gli occhi rossi di Katsuki si fissarono sul corpo di Izuku e poi sul fiore nella sua mano, aveva già sentito parlare di quella malattia ma quella era la prima volta che la vedeva dal vivo. “Hai l’Hanahaki?” Chiese quasi sconvolto, ci mise qualche secondo per collegare il tutto e subito sentì la realtà piombargli addosso come una doccia ghiacciata “S… Sono io?” Chiese semplicemente senza riuscire a dire altro.

Izuku si strinse nelle spalle e strinse con forza il pugno sentendo il fiore schiacciarsi nella sua mano, annuì appena senza riuscire a guardare l’altro negli occhi. “Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così, avrei voluto dirtelo prima magari senza farti pressione… Comunque non fa nulla se non provi lo stesso, alla fine lo capisco, non si può certo imporre l’amore.” Stava sorridendo, nonostante tutto Izuku sorrideva, l’amore che provava per Kacchan era molto più forte della paura e non voleva che quella malattia facesse sentire il biondo in dovere di provare qualcosa che in realtà che non provava.

Il biondo fece scoppiettare il suo quirk nelle mani e spinse con forza il ragazzo contro la porta della sua stanza, non gli importò nemmeno quando sentì il tonfo del corpo dell’altro contro il legno, né quando sentì un lamento provenire da Izuku, era incazzato.

“Ti dispiace eh? Vieni qui nella mia stanza e sputi un cazzo di fiore e poi mi dici che sono io quello di cui sei innamorato?! E lo fai con tutta la cazzo di calma di questo mondo, eh? Dio quanto vorrei spaccarti la faccia, sei una tale testa che di cazzo che… Che...” Nuovamente la mano del biondo si alzò, Izuku strizzò gli occhi ma anziché ricevere un pugno sentì solo il calore del palmo dell’altro contro la guancia prima di avvertire le sue labbra contro le proprie.

Il tempo sembrò fermarsi per qualche secondo, Izuku aprì gli occhi incredulo, sfiorò appena la mano di Kacchan come a constatare che non fosse solo un sogno e quando sentì la sua pelle sotto la punta delle dita ecco che si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

Katsuki lo strinse piano accarezzandogli la schiena “Pensavo tu fossi più sveglio di così, sei un tale nerd a volte che non riesci a notare quando qualcuno cerca di farti capire le cose.” Borbottò il biondo con le guance lievemente rosse.

Il corpo di Izuku che era scosso dai singhiozzo ora tremò ma per una lieve risata “Pensavi davvero che io capissi qualcosa? E poi scusa l’unica cosa particolare che hai fatto è stata aiutarmi a studiare e devo ricordarti che mi hai insultato per tutto il tempo?”

Il biondo assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia al petto “Cazzo pensavo che si capisse che stavo cercando di essere gentile con te.” Borbottò, la risata di Izuku però era davvero fin troppo contagiosa e il cuore di Katsuki si sciolse nel sentirla. “Hey se continuerai a ridere giuro che te lo faccio ingoiare quel cazzo di fiore!” Disse prima di sbuffare, abbracciò comunque l’altro che gli si era intrufolato fra le braccia.

“Scusa, Kacchan… Comunque sono felice che anche tu provi lo stesso.” Sussurrò Izuku prima di affondare il viso contro la maglia scura del biondo, persino Katsuki sorrise a quella frase e dopo aver lasciato un bacio veloce fra i capelli morbidi dell’altro sussurrò un ‘Anch’io’.

   
 
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