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Autore: Fiore di Giada    02/08/2020    0 recensioni
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade][Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]Come sovrastato dal peso della vergogna, il giovane pilota reclinò la testa sulla spalla destra e un singhiozzo risuonò sulle sue labbra.
– Perdonami, Star… – soffiò, dispiaciuto.
Una mano d’acciaio strinse il cuore della ragazza. Nick le aveva rivelato cosa fosse accaduto tra di loro, al risveglio di Ringo, non celandole la vergogna da lui provata per il suo dolore.
Mentre rievocava quel ricordo, i suoi occhi verdi si riempivano di stupore.
Non riusciva a comprendere la ragione della sua ritrosia a sfogare le sue emozioni.
Perché si costringeva a mostrare una maschera di forza artefatta?
Non riusciva a capire le ragioni di un simile comportamento.
E lei comprendeva le ragioni di quella sua perplessità.
– Ringo, guardami. – gli disse lei, calma.
Il giovane, con fatica, sollevò la testa e fissò i suoi occhi cerulei, velati di lacrime, in quelli cobalto di lei.
Le dita della giovane sfiorarono le guance di lui in una gentile carezza, poi allontanarono le lacrime dalle sue guance.
– Mi vergogno, Star. Mi vergogno di me stesso. – confessò, il tono amaro.
– Ti senti debole? – domandò lei, cauta.
[Seguito di "Ruota invertita"]
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luce pallida di un raggio lunare penetrò nella stanza e velò i muri d’un debole chiarore argentato.
Con un sospiro frustrato, Star si sollevò a sedere sul letto. No, quella notte non sarebbe riuscita a dormire.
Tanti pensieri opprimevano il suo cuore.
Si passò una mano tra i lunghi capelli neri e sospirò. Con la fine della guerra contro Tenebra e i Venomoidi, aveva creduto che le loro pene sarebbero finite.
Ed era parso così, nei primi tempi.
Nick, dopo cinque anni di cure, era riuscito a riprendersi completamente.
Certo, il loro legame si era tramutato in un affetto fraterno, ma lei era felice di vederlo aprirsi alla vita e alla sua bellezza.
Pareva lontana l'epoca della guerra contro i Venomoidi.
Perfino Balzac, che aveva riportato ingenti danni nella battaglia contro il Teknoman Spada, si era ripreso perfettamente e aveva ripreso a frequentare Rachel.
La giovane corrugò la fronte e si strofinò le braccia con le mani. La loro gioia, presto, si sarebbe tramutata in un'angoscia dilaniante.
Un anno fa, Ringo aveva ricevuto un messaggio riguardante suo padre, da lui creduto morto nella guerra contro i Venomoidi.
Charles Varlause era sopravvissuto all'attacco dei Venomoidi, ma era ridotto in stato vegetativo, senza alcuna possibilità di risveglio.
I militari, con la morte del crudele generale Galt, non avevano perduto la loro crudeltà e avevano imposto al loro amico una scelta crudele.
Staccare la spina. Non staccare la spina.
Tale evento aveva rinchiuso il loro compagno dietro una maschera di silenzio e triste fierezza.
E il comandante Nemo, che pure conosceva la ragione di un simile atteggiamento, aveva deciso di assecondarlo e non rispondeva alle loro domande.
La rabbia montò nella sua anima e la ragazza, con un pugno, colpì il muro. Il loro comandante aveva creduto di rispettare la libertà di scelta di Ringo, ma non aveva considerato il suo orgoglio.
Lui, pur di non essere di peso agli altri, non avrebbe mai confidato a qualcuno le sue sofferenze.
In questo, era simile a Nick.
Se non lo avessero trovato nella sua stanza, intossicato dai sonniferi, lui non avrebbe rivelato la ragione della sua pena.
E si sarebbe consumato in una sofferenza inutile.

Si allontanò dalla stanza, attraversò i corridoi della base e uscì. In quel momento, aveva bisogno di sentire su di sé il tocco del vento.
Le mura della base le parevano una prigione.
Non sono l'unico a soffrire di insonnia. – mormorò una voce calma.
Star si girò e scorse Richard, appoggiato ai muri della base.
Studiò il suo volto. Certo, recava ancora le tracce di quel periodo doloroso, ma , seppur di rado, il suo spirito sarcastico emergeva.
Sono preoccupata per te. – confessò la ragazza, sincera.
Il giovane le scoccò uno sguardo stupito.
Perché? Ho sempre mostrato di sapermela cavare... Non sono debole. O meglio, non lo sono mai stato. – affermò, mortificato. Non riusciva a non dimenticare gli insegnamenti di suo padre.
Non si piange per chi muore nell'adempimento del proprio dovere.
Era suo dovere essere forte, come un vero guerriero, e non mostrare alcuna vulnerabilità.
Eppure, aveva pianto, stretto tra le braccia di Nick, e si era sentito protetto.
Quel tenero calore gli aveva dato un conforto a cui il suo cuore, stremato da mesi di agonia, anelava.
E non poteva non negare la vergogna da lui provata per quel cedimento.

Come sovrastato dal peso della vergogna, il giovane pilota reclinò la testa sulla spalla destra e un singhiozzo risuonò sulle sue labbra.
Perdonami, Star… – soffiò, dispiaciuto.
Una mano d’acciaio strinse il cuore della ragazza. Nick le aveva rivelato cosa fosse accaduto tra di loro, al risveglio di Ringo, non celandole la vergogna da lui provata per il suo dolore.
Mentre rievocava quel ricordo, i suoi occhi verdi si riempivano di stupore.
Non riusciva a comprendere la ragione della sua ritrosia a sfogare le sue emozioni.
Perché si costringeva a mostrare una maschera di forza artefatta?
Non riusciva a capire le ragioni di un simile comportamento.
E lei comprendeva le ragioni di quella sua perplessità.
Ringo, guardami. – gli disse lei, calma.
Il giovane, con fatica, sollevò la testa e fissò i suoi occhi cerulei, velati di lacrime, in quelli cobalto di lei.
Le dita della giovane sfiorarono le guance di lui in una gentile carezza, poi allontanarono le lacrime dalle sue guance.
Mi vergogno, Star. Mi vergogno di me stesso. – confessò, il tono amaro.
Ti senti debole? – domandò lei, cauta.
Con un debole cenno della testa, il pilota annuì.
Non ti devi vergognare di nulla. – dichiarò ancora lei, il tono pacato, ma deciso.
Il giovane uomo aprì la bocca, poi la richiuse.
Tu hai sofferto molto per la morte di tuo padre, ma sei riuscito a superare il tuo dolore. Quando hai saputo la verità, la sofferenza per quella perdita è riemersa e non sei riuscito a opporti alle richieste dei militari, che hanno potuto scaricare su di te una responsabilità crudele. – cominciò, seria.
Richard non rispose e il suo respiro accelerò un poco. Uno strano senso di debolezza si impadronì di lui. Nick era riuscito ad andare oltre la sua maschera, ma non era l’unico.
Star, con la sua dolcezza, gli impediva di nascondere la verità del suo cuore ulcerato.
Ti sei sentito costretto ad una scelta dolorosa, eppure sei riuscito a dare a tuo padre una fine dignitosa. Questa scelta ha inasprito la tua sofferenza. Non sei debole, hai un cuore umano, capace di amare e soffrire. – concluse la giovane informatica.
Richard, sentendo quelle parole, scoppiò in una risata, colma di malinconia.
Nick mi ha detto parole simili. – mormorò.
La mano della giovane si appoggiò sul braccio destro del compagno. Nick era innamorato di lui e questo suo sentimento inespresso accentuava la sua preoccupazione.
Ma le sue angosce non erano insensate, suggerite da un forte e silenzioso sentimento d’affezione.
Secondo lui, Ringo aveva bisogno di un sostegno assai forte e lei condivideva la sua opinione.
La solitudine, a cui il loro compagno si era costretto, pur di permettere loro di festeggiare la rinascita di Nick, aveva logorato il suo spirito e questo lo aveva quasi ucciso.
Dovevano aiutarlo a liberarsi da quella vergogna insensata.
Non si era macchiato di alcuna colpa!
Anzi, per affetto, aveva vissuto mesi d’inferno!
Aveva acconsentito ad una cinica richiesta dell’esercito, pur di consentire a suo padre di morire con dignità.
Ringo… – mormorò Star.
Che cosa c’è? – chiese lui.
Ti dobbiamo chiedere scusa. Non abbiamo saputo vedere la tua disperazione e abbiamo lasciato che tu ti consumassi dal dolore. Ci siamo accontentati delle spiegazioni tue e del comandante Nemo e non abbiamo saputo andare a fondo delle cose. – mormorò, amara.
Ho preso io quei sonniferi… Cosa c’entrate voi? Non mi avete certo costretto. – domandò l’altro, stupito.
La giovane prese una mano di lui tra le sue, poi ne accarezzò il dorso.
No, tu hai preso quei sonniferi per trovare rifugio alla tua disperazione. E la tua tristezza è stata esacerbata dalla solitudine. Ora, permettici di starti accanto. – dichiarò lei.
Le labbra del giovane si sollevarono in un debole sorriso e le lacrime tremarono di nuovo nei suoi occhi chiari. Non vedeva alcun biasimo nelle iridi dell’amica.
A lei, come a Nick, non importava nulla dell’apparenza.
Nella loro pietà, si assomigliavano.
Grazie, Star. Ci proverò. –
   
 
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