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Autore: Deha delle Tenebre    16/08/2009    1 recensioni
Elinor, occhi vitrei, è destinata a perdersi per ritrovare il proprio amato.
La storia gira intorno a questo, ed è una one shot vecchissima, la prima che io abbia mai scritto dagli albori. Ergo, non aspettatevi chissà cosa, ma i primi passi di una ragazza che vive per scrivere.
Sono partita dalla malinconia di una canzone, la stessa che ha dato titolo al racconto: "Before the Dawn" degli Evanescence.
Spero vi piaccia.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Before the Dawn

 

Un morbido abito di seta bianca mi avvolge il corpo. Mi avvolge leggera, delicata.
Sento il fresco contatto sulla mia pallida pelle.
I capelli neri, neri come l’odio, cadono sulle spalle, scivolano lungo la schiena. Pesanti come la rabbia, scuri come la notte.
Avanzo di un passo.
La terra è ricoperta di ghiaccio. Azzurrina, chiara, fredda.
Chiudo gli occhi, nascondendo al mondo intero il mio blu vitreo. Un sospiro.
Forse l’ultimo.
Avanzo di un passo.
Mi sento sola, stanca. Nessuno è con me per proteggermi. Nessuno mi consolerà mai.
Non sono che una lontana memoria macchiata di dolore.
Dolore che non riesco a sopportare.
Avanzo di un passo.
Soffro. Ma cerco di non farlo.
Eppure…Le lacrime scendono copiose, nere inchiostro, e rigano il mio volto.

- Hai il viso di una bambola di porcellana, sai?- sussurra una voce di ragazzo, dolce.
Elinor ride e si butta fra le braccia del giovane. Non dice nulla, ha ormai perso la voce per sempre.
Ma non le importa. Non servono parole quando colui che ami ti capisce da uno sguardo.
E Mathius lo sa fare. Lui, così bello e gentile, la ama nonostante tutto.
Nonostante la fanciulla venga temuta da tutti nel villaggio. La chiamano strega…
- Oggi sei più bella di ieri, Eli…-
Elinor sorride, felice. Dopo tanto tempo, finalmente, anche lei può esserlo.  
- Sei la mia bambola, amore…Sei la mia bambola…-

No, Mathius, non sono una bambola…Non più.
Non posso esserlo senza di te.
Singhiozzo. Vorrei urlare. Ma mi è impossibile.
Vorrei non fosse mai successo. Ma la mia non è che una mera illusione.
Un’illusione fatale, senza vie di ritorno.
Avanzo di un passo.
È notte. In cielo nessuna stella, solo la regina è presente durante la mia agonia.
Una diafana luna che ride di me, ride della mia sofferenza.
Perché lo fai? Che ti ho fatto io?
Non ti ho forse sempre contemplata, ammirato il tuo splendore?
Allora perché? Perché questa risata?
Avanzo di un passo.
Il freddo mi stringe in una morsa mortale. Il vento accarezza le mie gote, spietato.
Ho ancora gli occhi chiusi.

Mathius fa scivolare una sua mano fra i capelli della fanciulla, attirandola a sé.
Il giaciglio in cui sono sdraiati non è comodo. Ma non ha importanza.
- I tuoi occhi sono bellissimi…Mi ricordano l’Eden…- mormora, fissandola nelle due perle blu chiaro. Lei rimane sorpresa a quelle parole.
Mai nessuno le ha detto così. Mai nessuno ha osato arrivare a tanto.
I suoi occhi sono considerati portatori di male, troppo chiari e pericolosi.
Ma Mathius è diverso. Sì, lui la ama davvero.
- Ora dormi, bimba…Ti amo. -
Elinor vorrebbe ricambiare a voce, ma non può. Allora sfodera un magnifico sorriso, e si stringe ancora di più al giovane.

Avanzo di un passo.
Le mie ossa sentono il gelo dell’inverno. La mia pelle pare tanto fragile.
C’è silenzio. Un silenzio irreale.
Un silenzio a cui non sono abituata.
Basta. Voglio solo dormire, lasciarmi andare all’oblio. Dormire per sempre.
Nel mondo non c’è più posto per una come me.
Avanzo di un passo.
Sono solo un’effimera esistenza che chiede di essere cancellata.
Le lacrime continuano a scendermi, bagnano le mie braccia, bagnano il mio abito.
Bagnano la terra su cui cammino.
I piedi nudi mi fanno male, ma non ho nulla per fare a meno del dolore.
Avanzo di un passo.
Gli alberi sembrano deformi disegni della natura. Si innalzano prepotenti, spavaldi, ed ignorano la mia silenziosa richiesta.

È primavera.
La stagione della fioritura. La stagione che Elinor adora con tutto il cuore.
La stagione in cui lei e Mathius si sono conosciuti.
- Seguimi. – Il giovane le prende la mano e la stringe delicato. – Seguimi sempre. -
Elinor vorrebbe dire che lo seguirà sempre, ma non sa come. Quindi si limita ad annuire e mostrare un sorriso felice.
Il ragazzo la porta in un bosco, una radura. La prende in braccio all’improvviso e senza che lei possa fare nulla, la adagia per terra.
Tira fuori un fiore, rosa come il cielo all’alba, e gliela infila fra i capelli.
Poi si abbassa, e le dona un casto bacio.
- Buon compleanno, Eli…-
Il frusciare dolce delle foglie accompagna quell’attimo indelebile…
Un amore eterno.

Non esiste l’amore eterno.
Ora lo so.
Dopo aver passato tanto tempo ad illudermi come una sciocca, questa consapevolezza si fa strada nel mio cuore. Un cuore che ha cessato di battere molti anni prima.
Al suo posto non mi è rimasto che solitudine.
Avanzo di un passo.
La morte non è molto lontana. La sto per raggiungere.
La desidero più di qualsiasi altra cosa. In quel momento.
Mi sento pesante. Incapace di parlare, mi trascino ancora.
Avanzo di un passo.
È così buio dove mi trovo io. Ed ora la luna tace.
Dama argentea…Ora hai smesso di ridere, vero?
Ora anche tu ti senti vuota. Vuota e senza un cuore da donare.
Allora danziamo insieme, nelle nostre lunghe vesti ricamate da mani di fata. Danziamo finché il sangue non inizierà a piovere da un cielo ferito.
Avanzo di un passo.

Voci confuse invadono la quiete di due giovani che si amano.
Voci confuse si avvicinano.
Voci confuse pongono fine ad una storia che doveva essere eterna, ma che mai più lo sarà.
Voci confuse…E lacrime.
- È là! Prendetelo! È là lo stregone! Non fatelo fuggire! C’è anche quella strega! State attenti!-
Voci confuse gridano tali parole.
Mathius si sveglia all’improvviso. La priorità assoluta, per lui, è salvare Elinor.
- Amore, Eli, c’è una porta dal retro…è piccola, ma so che tu ci potrai passare…Vai, vai!-
La fanciulla non obbedisce e si avvinghia alla maglia di lui. Con gli occhi lo implora, lo supplica…
Ma lui sa che non c’è tempo. Non ora, ne in futuro.
Il destino aveva deciso.
Così Mathius le prende il volto fra le mani e accosta le sue labbra tremanti su quelle di lei, socchiuse. Un bacio lungo un minuto, l’ultimo del loro amore.
Il giovane si stacca per primo e prende di peso l’amata. Velocemente e senza perdere del tutto la calma, la porta sul retro della bottega nonostante le proteste.
Poi la gela con uno sguardo. – Addio, Elinor…Scappa. Non ritornare. Dovevamo andarcene. Lo so, perdonami. Ti amo. Vai. – detto questo la spinge di fuori, prima che lei possa reagire.
Elinor barcolla  finché un sapore salato non raggiunge la sua bocca.
Lacrime.
Chiude gli occhi.
Voci confuse ridono, voci confuse portano la morte.
Grida di sofferenza.
La fanciulla cade per terra, ma cerca di rialzarsi. Deve scappare. Deve scappare. Deve scappare.
E lasciare Mathius.
No!
“Vai. “ Un sussurro. Non ha scampo.
Deve abbandonare la sua vita. Ed obbedire.

Pochi giorni dopo, la notizia del rogo di uno stregone si diffonde in tutto il villaggio.
Raggiunge anche i margini della foresta, dove ora Elinor vive.
Quando ella lo viene a sapere, è la tragedia.
Odio, rabbia, tormento, amore, amarezza…Troppe emozioni in una sola volta.
Non può reggere.
Cade accasciata al suolo, inerte. Ormai non ci sono speranze.

Il cielo si dipinge di un lieve chiarore.
Non è più notte, non è ancora giorno.
Avanzo di un passo.
L’odio dentro di me si affievolisce. Non c’è riscatto. Non più.
Coloro che mi avevano portato alla disperazione ora sono lontani.
Sicuramente non si ricordano di Elinor la Strega.
Sorrido, amara. Loro che per tanto tempo mi hanno guardata male, e sono arrivati a bruciare il mio Mathius…Si sono dimenticati di me.
Un freddo alito di vento mi fa trasalire.
Avanzo di un passo.
Comincia a cadere la neve. I candidi fiocchi disegnano malinconici archi, e scendono leggeri sulla mia testa. Li sento appoggiarsi sui capelli per poi sciogliersi definitivamente.
Mathius adorava la neve.
Lui, troppo puro per un mondo che non lo meritava. Morto per salvare me.
Avanzo di un passo.
Fine.
Mi immergo nel lago. Scendo, scendo, scendo sempre più giù.
L’acqua mi blocca il respiro, pesa come un macigno. Ma io non mi oppongo.
Mi lascio cullare da quella freddezza finché non sento mancarmi del tutto il fiato.
Solo allora rido. Una risata che nessuno mai ascolterà.

E sono felice.
Prima dell’alba…Saremo di nuovo insieme.

  
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